L'Italia è davvero a rischio di "default"?

Aperto da Eutidemo, 12 Ottobre 2024, 19:04:33 PM

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Eutidemo

Un importante "termometro" della buona o della cattiva salute finanziaria di un Paese, è costituito dal "rendimento dei titoli del suo debito pubblico"; ed infatti, più questo viene elevato per renderlo appetibile ai potenziali acquirenti, e più significa che, in base alle leggi di mercato, tale tipo di investimento sta diventando sempre più rischioso per chi lo detiene.
Appunto come la temperatura di un "termometro", quando supera i 40 gradi.
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Il rendimento dei nostri BTP, nel momento in cui scrivo, è del 3,546, e, quindi, è pericolosamente vicino alla soglia del 4%; la quale, almeno secondo Citigroup,  rappresenta il "punto di non ritorno" ("bingo fuel"), oltre il quale i rendimenti continueranno a salire a spirale, e si verificherà un effetto contagio sulle altre economie europee.
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Javier Rouillet, senior vice president del team Global sovereign ratings di Morningstar DBRS, ha scritto: "Il piano del Tesoro italiano prevede un'emissione lorda di debito pubblico a medio-lungo termine di 65 miliardi di euro nell'ultimo trimestre del 2024. Entro il 2025, stimiamo che l'offerta lorda di BTP potrebbe raggiungere circa 340-360 miliardi di euro, mentre l'offerta netta di BTP potrebbe essere di circa 100-120 miliardi di euro".
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Peraltro, anche secondo uno studio di Barclays, l'offerta netta di BTP nel 2025 superarà i 100 miliardi di euro, mentre quella lorda sarà di 350 miliardi di euro.
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Occorre inoltre considerare che, negli ultimi tre mesi del 2024, scadranno titoli di Stato italiani per 113,5 miliardi di euro; inoltre secondo l'Osservatorio sui conti italiani di Mazziero Research, il prossimo anno, giungeranno a scadenza emissioni governative per 319,8 miliardi. Il governo, dunque, dovrà "necessariamente" fare nuove emissioni per finanziare la spesa pubblica.
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D'altronde, esaminando le stesse stime del governo per il 2024, contenute nel DEF (Documento di Economia e Finanza), risulta quanto siano importanti i titoli di Stato per la sopravvivenza dell'economia italiana; cioè, quelli che a Roma si chiano "buffi".
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Ed infatti, così come risulta dagli studi e dalla ricerche dell'Osservatorio curato da Maurizio Mazziero, le sole "entrate fiscali non sono ormai più sufficienti a coprire le uscite dello Stato"; e, questo, soprattutto dopo la riduzione delle aliquote IRPEF e gli altri numerosi vantaggi fiscali generosamente offerti ai ceti abbienti e agli evasori attraverso i molteplici condoni tributari varati dall'attuale governo.
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Da tale "squilibrio", in buona parte dovuto alla necessità di mantenere, almeno in parte, le dissennate e scellerate promesse di "riduzione delle imposte" fatte in sede elettorale, deriva ora una spesa di circa 94 miliardi che dovrà necessariamente essere finanziata con nuovo debito; che si aggiungerà al precedente e indurrà a sua volta all'incremento della spesa per interessi (quest'ultima stimata in 84,8 miliardi entro la fine del 2024).
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Per nostra fortuna, negli ultimi anni, l'offerta di BTP e altri titoli di Stato è stata assorbita in modo significativo dagli "investitori privati italiani", grazie:
- all'ampia disponibilità di risparmi degli Italiani (specie quelli ricchi);
- ai rendimenti interessanti dei titoli di Stato (resi ancora più attraenti dai premi fedeltà nel caso del BTP Valore)
- dalla tassazione agevolata rispetto ad altri strumenti finanziari (12,5% anziché 26%).
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Ma purtroppo anche l'accoppiata "avidità-buaggine" degli investitori italiani comincia un po' a vacillare; ed infatti, la domanda dei risparmiatori italiani nel maggio 2024 ha raccolto 11,23 miliardi di euro contro i 18,19 miliardi della prima emissione a giugno 2023.
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Quindi, ora, il nostro governo si trova nella necessità di dover "giostrare" con una "coperta troppo corta", e, cioè:
- o  aumentare i rendimenti per attrarre gli investimenti nazionali (ed esteri), con il rischio, però, di non riuscire più a pagare gli interessi sui propri debiti;
- oppure abbassare i rendimenti per per ridurre gli interessi sul debito, con il rischio di non riuscire più a piazzare i propri titoli (in Italia e all'estero).
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Al riguardo Rouillet di Morningstar DBRS scrive: ""A nostro avviso, il rischio è che la forte domanda di titoli di Stato italiani da parte delle famiglie, possa continuare a perdere vigore in un contesto di rendimenti più bassi."
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In effetti, le probabilità che un Paese come l'Italia vada in DEFAULT possono sembrare poche; però  è lunga la lista degli Stati che non sono riusciti a ripagare i propri creditori nella storia recente.
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Ad esempio gli investitori colpiti dall'"haircut" sui titoli greci nel 2012, che offrivano rendimenti molto alti, hanno subito una "sforbiciata" che ha sottratto circa il 60% del capitale che avevano imprudentemente investito; per non parlare di casi ancora più drammatici.
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Per cui Giorgetti, che, tutto sommato (a differenza del suo capo della Lega), è una persona competente e ragionevole, ha capito che giocare sul tasso di interesse sui titoli è molto rischioso; ed infatti, come io ho sempre sostenuto anche a livello "microeconomico", bisogna spendere soprattutto i soldi propri, e non quelli "presi a buffo".
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Per cui, per la "Manovra 2025", Giorgetti ha dichiarato: "Si chiederanno sacrifici a tutti (non solo a dipendenti e pensionati, come sinora), ma verranno tassati i profitti e i ricavi, e sarà uno sforzo che l'intero Paese deve sostenere ovvero individui, ma anche società piccole, medie e grandi", ha detto il ministro dell'economia. "Ci sarà una chiamata di contribuzione per tutti, non solamente per le banche, ma ragionata e razionale" (sebbene il vero "ministro delle Finanze" sia Maurizio Leo, che conosco personalmente e che è tecnicamente espertissimo in materia, mentre Giorgetti di "diritto tributario", vi assicuro che  non ne capisce assolutamente niente).
E COMUNQUE SAREBBE CRIMINALE TAGLIARE LA SPESA SANITARIA PUBBLICA!
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Piazza Affari ha ceduto l'1,5% dopo le parole del ministro sulle tasse; peggio per gli speculatori in borsa, (che si fottano)!
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Ed infatti Cicerone diceva: "Il bilancio deve essere equilibrato, il tesoro ripianato, il debito pubblico ridotto, l'arroganza della burocrazia moderata e controllata, per far sì che Roma non vada in bancarotta.".
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Per cui, concludendo, con due personaggi come Giorgetti e Leo, benchè io non condivida minimamente le loro posizioni ideologiche, se non ci mettono bocca altri somari al governo, tutto sommato non penso che l'Italia sia davvero a rischio di "default".
Però non si può mai dire!
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anthonyi

Ciao Eutidemo, credo che oggi parlare di rischio default per paesi appartenenti all'area Euro abbia poco senso. La BCE ha fatto tanta esperienza, e ha acquisito quell'elasticità di intervento che é necessaria per fare fronte a tale rischio. Un'eventuale crisi in uno stato, infatti, si trasmette negativamente su tutti gli altri stati, per questo é interesse di tutti  che questa crisi non ci sia. 

Eutidemo

Ciao  Anthonyi :)
Sono d'accordo con te, però con l'aggiunta di un "avverbio"; e, cioè, "credo che <<fino>> ad oggi parlare di rischio default per paesi appartenenti all'area Euro avrebbe avuto poco senso".
Quanto al futuro, invece, vedo svolazzare in cielo troppi "cigni neri", per poter nutrire la stessa certezza che avevo prima, circa la solidarietà europea; ma, ovviamente, spero tanto di sbagliarmi!
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Un cordiale saluto! :)
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anthonyi

Citazione di: Eutidemo il 13 Ottobre 2024, 12:52:10 PM
Ciao  Anthonyi :)
Sono d'accordo con te, però con l'aggiunta di un "avverbio"; e, cioè, "credo che <<fino>> ad oggi parlare di rischio default per paesi appartenenti all'area Euro avrebbe avuto poco senso".
Quanto al futuro, invece, vedo svolazzare in cielo troppi "cigni neri", per poter nutrire la stessa certezza che avevo prima, circa la solidarietà europea; ma, ovviamente, spero tanto di sbagliarmi!
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Un cordiale saluto! :)
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Eutidemo, guarda che non è questione di solidarietà, salvare un paese dell'area Euro in difficoltà finanziaria interessa sia chi salva, sia chi viene salvato. Chiaramente è una questione di intelligenza dei responsabili della BCE, e naturalmente di quanto limitato è il potere di quei sovranisti che, in Europa, purtroppo di intelligenza ne hanno molto poca.

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