L'"imparzialità" nel giudizio sui crimini di guerra: giustizia non vendetta!

Aperto da Eutidemo, 22 Maggio 2022, 14:22:08 PM

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anthonyi

Citazione di: viator il 23 Maggio 2022, 18:42:51 PMSalve anthonyi. Citandoti : " Continuo a non capire il perché della stupidaggine".

Non preoccuparti. Non è importante, secondo me. L'importante è che tu capisca la differenza tra un processo tenuto sotto l'occhio delle telecamere ed un processo (anzi, l'inutilità mediatica di un processo) tenuto lontano da qualsiasi telecamera.
Il fatto che il processo abbia grande eco mediatico, secondo me é garanzia di maggiore regolarità, perché se ci fossero irregolarità sarebbero in tanti a poterle osservare.
Naturalmente é evidente che attorno al processo c'é  una strategia mediatica, per quanto l'informazione sia controllata saranno tanti in Russia ad essere informati, e magari rifletterà nno meglio sul senso generale di quello che sta facendo il loro governo e il loro esercito. 

Alexander

Nel celebre processo tenutosi in israele a carico di A. Eichmann per crimine di genocidio, gli venne riconosciuto il diritto di essere difeso da un avvocato tedesco, Robert Servatius, assistito da un altro collega tedesco.  Nonostante la colpevolezza di Eichmann fosse al di là di ogni dubbio, Servatius riteneva che non fosse giusto processare l'imputato in Israele, ma che tale processo avrebbe dovuto svolgersi presso una corte internazionale o in un tribunale della Germania Federale. Non avvenne così, ma ci fu un acceso dibattito sulla liceità  del processo in Israele , a livello internazionale. Il primo ministro israeliano, Ben Gurion, volle da subito fare del processo un evento mediatico, come hanno fatto gli ucraini.
Nel caso del soldato russo, affidare la difesa ad una delle vittime, o in ogni caso a una persona che può senz'altro ritenersi come danneggiata dall'invasione russa, mi sembra scorretto. Non credo che abbia avuto nemmeno il tempo tecnico di preparare una linea difensiva, dato che è stato già giudicato( 48 ore?).

Eutidemo

Se la cartina che ho trovato su INTERNET è aggiornata:
a)
La Russia, per mano di El'cin, aveva sottoscritto il trattato di Roma del 1998  che Istituiva la Corte Penale Internazionale; però, il 9 agosto 1999 Putin fu nominato "Primo ministro" della Federazione Russa,  e, cambiò completamente la politica di El'cin.
Così, prima di dichiarare l'"accellerazione totalitaria" della invasione della Cecenia il 1º ottobre 1999 (quando Putin dichiarò illegittima l'autorità del presidente ceceno Aslan Maschadov così come quella del Parlamento ceceno), il neo-dittatore moscovita, "prudentemente", ritirò la firma apposta da El'cin al trattato di Roma del 1998; ed infatti, nei successivi dieci anni, per giudicare gli innumerevoli crimini di guerra commessi dai Russi in Cecenia, di "Corti Penali Internazionali" ce ne sarebbero volute almeno dieci.
E Putin avrebbe collezionato almeno venti ergastoli, se non la stessa impiccagione!
2)
L'Ucraina ha regolarmente apposto la propria firma al trattato di Roma del 1998  che Istituiva la Corte Penale Internazionale; però, pur non avendola mai ritirata, ancora non l'ha ratificata.
Tuttavia nel 2014 ha comunque attivato la giurisdizione della Corte Penale Internazionale tramite la procedura speciale prevista dall'art. 12 dello Statuto e dall'art. 44 delle cosiddette "Rules of Procedure and Evidence".
Tale normativa stabilisce che uno Stato non membro può, tramite una formale dichiarazione depositata presso la Cancelleria della Corte, accettare la competenza della CPI relativamente ai reati previsti dall'art. 5 e cooperare con essa senza ritardo e senza eccezioni.
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Ciò premesso, da un punto di vista "strettamente legale", nè la Russia nè l'Ucraina sono vincolate dal trattato di Roma; per cui, se così decidono di fare, i "criminali di guerra" possono anche giudicarseli da soli.
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Tuttavia, secondo me:
- al massimo ciascuna delle due nazioni dovrebbe processare i "criminali di guerra" che appartengono ai loro stessi eserciti, e non a quelli altrui;
- in ogni caso, anche se la cosa non è obbligatoria, i "criminali di guerra", sia che appartengano ai loro stessi eserciti, sia che appartengano a quelli altrui, in via di principio dovrebbero sempre essere deferiti alla "Corte Penale Internazionale".
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Ed infatti, se a giudicare è un tribunale nazionale, in entrambi i casi, secondo me, ricorre la "legitima suspicione" o a favore  o contro gli imputati.
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In ogni caso bisogna stare attenti a non confondere i "crimini comuni" commessi durante una guerra, con i "crimini di guerra"; ed infatti la giustizia ordinaria, anche in caso di guerra, continua a funzionare regolarmente come prima.
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Ad esempio, nel 1941, un ufficiale tedesco commise una grossa truffa pecuniaria nei confronti di una ricchissima vedova francese (falsificando anche della documentazione notarile); per tale motivo fu processato da un tribunale francese, e finì in un carcere francese (dopo che l'OKW lo ebbe degradato e radiato dalla Whermacht).
Ed infatti, in quel caso, il crimine era avvenuto mentre c'era un guerra in corso; ma non "in occasione" della guerra.
Sono due cose molto diverse!
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Vadim Shishimarin, invece, ha ucciso un civile "in occasione" della guerra; per cui il suo non è stato un "crimine comune", bensì un "crimine di guerra", che sarebbe stato molto meglio deferire alla Corte Penale Internazionale.
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Visto che Vadim Shishimarin è reo confesso, ed ha persino chiesto perdono alla moglie della vittima, presumo che anche la Corte Penale Internazionale lo avrebbe condannato in tempi brevi; però, secondo me, ammesso e non concesso che il processo si sia svolto in modo regolare (come, in effetti, sembrerebbe), una condanna all'ergastolo emessa in tempi così brevi, io non l'avevo mai vista.
E non può non far insorgere quantomeno il sospetto di una eccessiva "frettolosità" giudiziaria!
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Staremo a vedere come si svolgeranno i prossimi 48 processi per crimini di guerra già annunciati dagli Ucraini; e su quali basi essi si fondano.
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Adesso, se i Russi fossero davvero "furbi", invece di sottoporre a processo i "presunti" criminali di guerra ucraini da loro catturati (il che apparirebbe una ripicca ai processi di Kiev), al loro posto io li tratterei in guanti bianchi, come normali prigionieri di guerra; in attesa di deferirli davanti alla Corte Penale Internazionale, se e quando avranno acquisito il necessario corredo di prove a carico.
Viste la serie di figure di cacca di cui stanno facendo collezione i Russi, in tal caso ci farebbero finalmente una "bella figura"!
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Quanto allo scambio di prigionieri, la ritengo una cosa perfettamente lecita; però, se tra di loro ci sono dei soggetti gravemente sospettati di crimini di guerra, o da una parte o dall'altra dovrebbero restare sotto custodia o quantomeno sotto stretta sorveglianza, in attesa di essere deferiti davanti alla Corte Penale Internazionale.
Non può mica finire tutto "a tarallucci e vino"!
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Eutidemo

Comunque io gradirei che sulla stampa e su INTERNET venissero forniti dettagli più precisi su come si svolgono le udienze, e, soprattutto, su quali siano le motivazioni delle sentenze.
Per quanto concerne Vadim Shishimarin, per ora, mi pare che sia stato emesso solo il "dispositivo", ma che ancora non sia stata depositata in cancelleria la "sentenza" con la motivazione per esteso.
Sarà interessante leggerla!

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