L'"imparzialità" nel giudizio sui crimini di guerra: giustizia non vendetta!

Aperto da Eutidemo, 22 Maggio 2022, 14:22:08 PM

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Eutidemo

Secondo me, per quanto concerne la "giurisdizione penale" sui crimini di guerra, occorre considerare i seguenti tre casi.
1)
Nel caso in cui, in tempo di pace,  un cittadino della "NAZIONE A" si trovi in villeggiatura estiva nel territorio della "NAZIONE B", e, in seguito ad una lite privata, uccida un cittadino della "NAZIONE B", ha senz'altro commesso un reato penalmente perseguibile; in tal caso,  in base al "locus commissi delicti" la "giurisdizione penale" appartiene senz'altro alla magistratura della "NAZIONE B" (la "competenza per territorio" del singolo giudice, si determinerà poi essenzialmente a secondo di dove il reato è stato consumato).
2)
Nel caso in cui, in tempo di guerra, un militare della "NAZIONE A" si trovi a combattere nel territorio della "NAZIONE B", e, in tale occasione, sparandogli durante un regolare conflitto a fuoco, uccida un militare della "NAZIONE B", non è soggetto nè alla "giurisdizione penale" della  "NAZIONE A", nè a quella della "NAZIONE B", nè alla "giurisdizione penale internazionale"; ed infatti, salvo che nell'uccidere il nemico non abbia usato delle munizioni proibite (come, ad esempio, pallottole "dum dum"), tale militare non ha giuridicamente commesso nessun "reato", nè a livello nazionale nè a livello internazionale.
3)
Nel caso in cui, in tempo di guerra, un militare della "NAZIONE A" si trovi a combattere nel territorio della "NAZIONE B", e, in tale occasione, uccida per strada un civile disarmato  della "NAZIONE B" (ovvero un prigionero che si era arreso), ha senz'altro commesso un reato; però, il tale caso, "nella pratica" diviene alquanto complicato stabilire se tale reato debba essere sottoposto alla "giurisdizione penale" della  "NAZIONE A", a quella della "NAZIONE B", ovvero alla "giurisdizione penale internazionale".
***
Secondo me, in via di principio:
a)
Se il militare in questione è ancora un combattente in azione nei ranghi della "NAZIONE A", almeno in teoria, dovrebbe essere  sottoposto alla "giurisdizione penale" della  "NAZIONE A", e giudicato davanti alla "Corte Marziale" del suo reggimento; qualora ciò non avvenisse, ricorrendone le circostanze, dovrebbe intervenire, "in surroga", la "Corte Penale Internazionale".
Ed infatti, ai sensi del "Preambolo" dello "Statuto di Roma del 1998", la giurisdizione della "Corte Penale Internazionale" è "complementare" alle giurisdizioni penali nazionali; cioè, se queste opereranno con imparzialità nella repressione dei crimini contemplati dallo Statuto commessi dai propri soldati, la giurisdizione della Corte non entrerà in azione.
La giurisdizione della Corte si sostituirà solo a quelle giurisdizioni statali che non vogliano o siano incapaci di reprimere i crimini in questione; e che dunque garantiscono l'impunità ai criminali appartenenti al proprio esercito.
b)
Lo "Statuto di Roma del 1998" non lo precisa, ma, secondo me, la giurisdizione della "Corte Penale Internazionale":
- deve ritenersi "complementare" alle giurisdizioni penali nazionali solo per quanto riguarda i crimini commessi dai soldati in servizio effettivo nei propri eserciti (se le rispettive corti marziali non provvedono);
- deve, invece, ritenersi "prevalente", anzi, direi "esclusiva",  per quanto riguarda i crimini commessi dai soldati presi prigionieri in combattimento dalla nazione avversaria.
***
Ed infatti, a mio avviso, durante una guerra in corso, le Nazioni in conflitto:
- dovrebbero giudicare esclusivamente i crimini di guerra commessi dai loro stessi soldati (salvo surrogatoria della "Corte Penale Internazionale", in caso di colpevole inerzia);
- non dovrebbero "mai" giudicare, invece,  i crimini di guerra commessi dai soldati della nazione avversaria, nel caso in cui li abbiano presi prigionieri, ma dovrebbero "sempre" deferirli al giudizio della "Corte Penale Internazionale".
***
Ed infatti, a mio parere, è ovvio che il giudice e/o la giuria della nazione che è stata vittima dei crimini di di guerra commessi dal prigioniero in questione, non possono in alcun modo considerarsi "imparziali"; come qualsiasi giudice, invece dovrebbe essere.
Per cui, in tal caso, il prigioniero in questione dovrebbe "sempre" essere deferito alla "Corte Penale Internazionale"; ferma restando, ovviamente, la "costituzione di parte civile" delle vittime.
***
Ad esempio, il sergente russo Vadim Shishimarin, preso prigioniero dagli Ucraini, è attualmente alla sbarra nel tribunale di Kiev accusato di "crimini di guerra" ai sensi dell'art.8 dello "Statuto di Roma", per aver ucciso Oleksandr Shelipov, un civile di 62 anni, disarmato, che tornava a casa in bicicletta, nella regione di Sumy lo scorso 28 febbraio; Vadim ha confessato l'omicidio,  ma ha detto di averlo commesso solo perchè costretto dagli ordini di un superiore.
Ora, a prescindere della validità o meno della sua giustificazione, secondo me Vadim Shishimarin non doveva assolutamente essere sottoposto alla giurisdizione di un tribunale ucraino, perchè, come ho detto, il giudice e/o la giuria della nazione che è stata vittima dei crimini di di guerra commessi dall'imputato, non possono in alcun modo considerarsi "imparziali" (come, invece, ogni giudice dovrebbe essere).
***
I tribunali nazionali, cioè, non dovrebbero "mai" giudicare i crimini di guerra commessi dai soldati della nazione avversaria, nel caso in cui li abbiano presi prigionieri, ma dovrebbero "sempre" deferirli al giudizio della "Corte Penale Internazionale"; la quale è l'unica, secondo me, che, in questo caso, può garantire un giudizio (relativamente) imparziale.
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Ed infatti, se, in tempo di pace, un autotrasportatore austriaco investe, uccidendolo, un cittadino italiano a Torino, il giudice e/o la giuria italiane non hanno ragione di nutrire particolari pregiudizi contro di lui; per cui non c'è nessun dubbio che la giurisdizione penale competa all'Italia.
Però, se si fosse in tempo di guerra, e il pilota di un carro armato austriaco schiacciasse volontariamente sotto i suoi cingoli un un cittadino italiano a Torino, io, una volta presolo prigioniero, non conterei molto sull'imparzialità di un giudice e/o di una giuria italiane; per cui lo deferirei senz'altro alla giurisdizione della "Corte Penale internazionale", che sarà senz'altro più imparziale nel giudicarlo.
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Secondo me, bisogna sempre tenere ben distinta la "giustizia" dalla "vendetta"
Voi cosa ne pensate?
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Alexander

Buona domenica a tutti

Sono d'accordo completamente. Il soldato russo, tra l'altro giovanissimo, ha affermato di aver eseguito un ordine, in quanto il civile  ucraino stava , secondo loro, telefonando e temevano che segnalasse la loro posizione. Ovviamente sono cose impossibili ormai da verificare e sanno anche di giustificazione. Spari ad un civile disarmato per un'ipotesi simile? Non condivido nemmeno che le immagini di questo processo farsa vengano trasmesse, in quanto, come prigioniero di guerra, il russo non dovrebbe venire "esposto". Il suo avvocato difensore, ucraino ovviamente, ha candidamente ammesso che ci sono prove oggettive della sua colpevolezza. Bel difensore! Ho visto dei filmati dei protagonisti del dramma e devo dire che la propaganda è ignobile da ambo le parti. E' proprio vero che la prima vittima di ogni guerra è la verità.

Eutidemo

Ciao Alexander :)
In via di principio, se l'ordine impartito da un superiore  comporta la commissione di un "crimine di guerra", il subordinato "deve" rifiutarsi di eseguirlo; altrimenti è responsabile penalmente anche lui, alla stessa stregua di chi glielo aveva impartito.
***
Quanto al fatto che i due Russi temevano che Oleksandr Shelipov stesse telefonando per segnalare la loro posizione alle truppe ucraine, dai tabulati telefonici del suo cellulare è senz'altro possibile verificare a chi stesse telefonando, e citarlo in giudizio come testimone; il che potrebbe almeno in parte chiarire come siano andate davvero le cose.
Comunque, anche se il suo avvocato difensore ha dovuto necessariamente ammettere che ci sono prove oggettive del fatto che Vadim abbia sparato a Oleksandr (essendoci, credo, delle videoriprese), tuttavia la colpevolezza dell'imputato dipende non solo dai "fatti", ma anche dal "coefficiente psichico della condotta" con cui lui ha agito (grado del dolo e/o intensità della colpa).
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Circa il trattamento dei prigionieri, l'art. 3 della Convenzione di Ginevra relativa al trattamento dei prigionieri di guerra del 12 agosto 1949 stabilisce che i militari fatti prigionieri debbano essere protetti contro ogni violenza, insulti e contro l'esposizione alla curiosità pubblica; la portavoce del CICR Antonella Notari, al riguardo, ha precisato che: "È una disposizione che viene interpretata come un divieto di mostrare immagini dei prigionieri sui giornali ed in televisione".
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Per cui, anche io non condivido che le immagini di questo processo vengano trasmesse in TV, in quanto, come prigioniero di guerra, il russo non dovrebbe venire "esposto" sui "mass-media"  ucraini.
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In ogni caso, come ho detto nel mio TOPIC iniziale, secondo me Vadim Shishimarin non doveva assolutamente essere sottoposto alla giurisdizione di un tribunale ucraino (anche in assenza di riprese TV), perchè, come ho detto, il giudice e/o la giuria della nazione che è stata vittima dei crimini di di guerra commessi dall'imputato, non possono in alcun modo considerarsi "imparziali" (come, invece, ogni giudice dovrebbe essere).
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A mio parere, invece, Vadim Shishimarin dovrebbe essere processato dalla "Corte Penale Internazionale", che offre garanzie di imparzialità di gran lunga maggiori; però, in quel caso, secondo me il processo dovrebbe essere "pubblico", per assicurarne al massimo la "trasparenza" e la "correttezza".
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Ovviamente, quanto ho scritto, vale non solo per i prigionieri di guerra russi che "si presume" abbiano compiuto del crimini di guerra, bensì anche , simmetricamente, per i prigionieri di guerra ucraini che "si presume" abbiano compiuto anche loro del crimini di guerra (come alcuni appartenenti al battaglione Azov).
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Un saluto! :)
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viator

Salve Eutidemo. Citandoti: "In via di principio, se l'ordine impartito da un superiore  comporta la commissione di un "crimine di guerra", il subordinato "deve" rifiutarsi di eseguirlo; altrimenti è responsabile penalmente anche lui, alla stessa stregua di chi glielo aveva impartito".

Questa per me è nuova : Non conoscevo tale via di principio. Allora,oltre alla "obiezione di coscienza", esiste anche la "obiezione di principio".

Non voglio andare sotto le armi e comunque, se sotto le armi ci finisco, al primo ordine che mi viene impartito io consulto i miei legali di fiducia per conoscere se l'ordine impartitomi potrebbe configurare la commissione di crimini di guerra da parte mia...........dopodichè deciderò se obbedire o meno all'ordine.

Prima di oggi, infatti, non conoscevo la Via di Principio, ma solamente il Viale Di Prassi, angolo Piazza dell'Insubordinazione. Solo una domanda, se sai/vuoi rispondermi : tale Principio in quale Codice Militare sarebbe presente ? In quello di Pace od in quello di Guerra ?. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Eutidemo

Ciao Viator :)
Si tratta di un'"obiezione di principio", ma di carattere "giuridico", e non solo "etico"; tanto è vero è che, chi esegue un ordine criminale, viene processualmente condannato come chi glielo ha impartito.
E questo vale per qualsiasi tipo di crimine, non solo per i "crimini di guerra" di cui all'art.8 dello "Statuto di Roma" del 1998!
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Anzi, persino in campo civile e/o amministrativo,  se un impiegato esegue un ordine illegittimo impartitogli da un superiore, rischia il licenziamento; così come nel caso di quel dipendente che, così come ordinatogli dal superiore aveva contabilizzato dei lavori fasulli all'interno del sistema informatico aziendale e pagato gli importi delle relative fatture alle imprese individuate come appaltatrici (Cassazione sentenza n. 23600 del 28 settembre 2018).
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L'obiezione di coscienza non c'entra niente, in quanto si tratta di obiezioni in linea di diritto!
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Ed infatti, già dal 1859 (ben quattro anni prima della comparsa delle "Lieber's Instructions" internazionali), il nuovo Codice Penale militare per gli Stati di Sua Maestà il Re di Sardegna non solo puniva molto severamente tutti quei comportamenti che poi sarebbero stati vietati dalle Convenzioni internazionali di Ginevra del 1899, ma stabiliva anche per la prima volta la "responsabilità individuale" per ciò che si riferiva ai crimini di guerra e la "correità tanto del Comandante che avesse impartito l'ordine criminale quanto del militare che lo avesse eseguito".
Tale dettato venne ribadito nel codice penale militare  del Regno d'Italia del 1869, a suo tempo "il più liberale e progressivo d'Europa", e successivamente in quello del 1941; il quale è ancora in vigore (vedi Regio Decreto numero 303/41 Gazzetta Ufficiale 06.05.1941 n. 107 Capo III Degli atti illeciti in guerra).
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In particolare, l'art.8 del Regolamento Militare di Guerra SMD-G-014, considera assolutamente proibito, sia per iniziativa personale, sia nel caso di un ordine proveniente da un ufficiale di grado superiore:
1° adoperare veleni e armi avvelenate;
2° usare violenza proditoria, ovvero uccidere o ferire un nemico a tradimento, o quando questi, avendo deposte le armi o non avendo più modo di difendersi, si sia arreso a discrezione;
3° sparare contro i naufraghi;
4° dichiarare che non si concede quartiere;
5° impiegare proiettili esplosivi o incendiari del peso inferiore ai quattrocento grammi, salvo che nel tiro aereo o contraereo;
6° impiegare pallottole che si deformino, o frantumino, nel corpo umano, o sulle quali siano praticate incisioni, o pallottole non rilevabili radiologicamente;
7° saccheggiare le località, ancorché prese d'assalto;
8° distruggere i beni nemici o impadronirsene, salvo che ciò sia fatto per imperiose necessità di guerra, e salvo le disposizioni speciali per la guerra marittima ed aerea.
***
Quanto a dover consultare i tuoi legali di fiducia per conoscere se l'ordine impartitoti potrebbe configurare o meno la commissione di crimini di guerra da parte tua, devi considerare tre cose:
- "nemo censetur ignorare legem", e, cioè, non conoscere la legge non è una scusa valida per infrangere la legge";
- in particolare, se sei sotto le armi, il codice militare (di pace e di guerra), sei "personalmente"obbligato a conoscerlo;
- infine, non c'è certo bisogno di conoscere a menadito il codice militare (di pace e di guerra), per capire che sparare ad un nemico che si è arreso, ovvero ad un civile in bicicletta, è un atto di natura palesemente criminale, che non va mai fatto, neanche in base ad ordini superiori.
Un delitto resta un delitto, anche se ti hanno ordinato di commetterlo!
***
Si ha "insubordinazione" solo quando ci si rifiuta di eseguire un ordine legittimo; ma non certo quando ci si rifiuta di partecipare ad uno stupro di gruppo organizzato dal comandante del plotone; come, purtroppo, più volte è successo!
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Un saluto! :)
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Alexander

Buondì a tutti

Condannare all'ergastolo un ragazzo di 21 anni , invece che tenerlo in stato di detenzione fino alla fine del conflitto e poi rimettere il giudizio al Tribunale Internazionale, cosa ha provocato? Che adesso tutti i soldati ucraini che si sono arresi nell'acciaieria di Azovstal saranno processati anche loro. Mentre prima c'era una possibilità di scambio di prigionieri, adesso la faccenda si complica.  Poco  previdenti gli ucraini: fare processi lampo, in tempo di guerra, a d un soldato prigioniero, ha fatto scattare la reazione avversa. Troppa fretta di fare propaganda.

InVerno

Citazione di: Alexander il 23 Maggio 2022, 14:34:47 PMBuondì a tutti

Condannare all'ergastolo un ragazzo di 21 anni , invece che tenerlo in stato di detenzione fino alla fine del conflitto e poi rimettere il giudizio al Tribunale Internazionale, cosa ha provocato? Che adesso tutti i soldati ucraini che si sono arresi nell'acciaieria di Azovstal saranno processati anche loro. Mentre prima c'era una possibilità di scambio di prigionieri, adesso la faccenda si complica.  Poco  previdenti gli ucraini: fare processi lampo, in tempo di guerra, a d un soldato prigioniero, ha fatto scattare la reazione avversa. Troppa fretta di fare propaganda.
Da cosa desumi che senza quel processo i russi avrebbero scambiato i soldati dell'Azovstal, che insieme alle macerie di Mariupol, sono l'unica cosa che possono "vantarsi" di aver conquistato in tre mesi di morte e devastazione? Anche io sono d'accordo che si tratti un processo stupidaggine, ma non capisco il nesso che stabilisci.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

anthonyi

Citazione di: InVerno il 23 Maggio 2022, 15:41:55 PMDa cosa desumi che senza quel processo i russi avrebbero scambiato i soldati dell'Azovstal, che insieme alle macerie di Mariupol, sono l'unica cosa che possono "vantarsi" di aver conquistato in tre mesi di morte e devastazione? Anche io sono d'accordo che si tratti un processo stupidaggine, ma non capisco il nesso che stabilisci.

A me tanto stupido non sembra, un modo per far riflettere i giovani militari russi sul fatto che, se approfittano della guerra per dare libero sfogo ad istinti sadici e libidinosi potrebbero essere chiamati a risponderne anche molto presto, senza le lungaggini dei tribunali internazionali. Magari in Italia potessimo contare su un tale livello di efficienza giudiziaria. 

Alexander

Secondo me è del tutto scorretto processare un prigioniero di guerra da parte della giustizia di uno dei paesi belligeranti. Altrimenti a cosa serviva istituire il Tribunale Internazionale? E' evidente che un prigioniero di guerra non può aspettarsi un giusto processo, ma una farsa. Addirittura i prigionieri dell'Azov saranno processati da altri ucraini della repubblica separatista del Donetsk. Farsa su farsa.

viator

Salve alexander. Ovvia,correttissima affermazione. Qui dentro c'è chi vorrebbe veder contemporamente garantiti :

  • l'imparzialità giudiziaria
  • il diritto internazionale
  • il "diritto" di un belligerante (l'Ucraina) a giudicare in fretta e furia un prigioniero di guerra (a guerra ancora in atto!)
  • il diritto degli - da lui auspicati - vincitori a giudicare coloro che stavano dalla parte degli - sempre da loro auspicati - sconfitti.

Non c'è come la tendenziosità per rendere deliranti certi interventi.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

InVerno

Citazione di: anthonyi il 23 Maggio 2022, 16:00:14 PMA me tanto stupido non sembra, un modo per far riflettere i giovani militari russi sul fatto che, se approfittano della guerra per dare libero sfogo ad istinti sadici e libidinosi potrebbero essere chiamati a risponderne anche molto presto, senza le lungaggini dei tribunali internazionali. Magari in Italia potessimo contare su un tale livello di efficienza giudiziaria.
O magari l'effetto opposto, scoraggiando le rese volontarie perchè vengono retribuite con l'ergastolo, difficile prevedere che effetti hanno certe cose. Strano perchè fino ad ora gli ucraini si era comportati furbamente stendendo il tappeto rosso per chi volesse arrendersi, con numeri verdi e altre cose. Dal punto di vista giuridico rimane comunque una stupidaggine.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

anthonyi


Continuo a non capire il perché della stupidaggine.
Il tribunale era competente? Se lo era ha fatto il suo dovere.
Non capisco questi riferimenti allo stato di guerra, che oltretutto non é neanche ufficiale.
Ci sono leggi che stabiliscono che la giustizia non possa funzionare in stato di guerra? Ci sono leggi che stabiliscono che un prigioniero di guerra non può essere processato da un tribunale penale se ha commesso un reato penale nello stato che lo detiene? A me non mi risulta.
La giustizia é un insieme di forme da rispettare, se sono state rispettate queste forme allora va bene così.
Certi ragionamenti sull' "opportunismo" di un certo modo di essere della giustizia mi fanno pensare che nella mente di chi li sostiene ci sia un'idea di giustizia che non condivido, e che é deprimente osservare proprio nel giorno in cui si celebrano gli eroi della nostra giustizia.

Alexander

Citazione di: viator il 23 Maggio 2022, 17:14:07 PMSalve alexander. Ovvia,correttissima affermazione. Qui dentro c'è chi vorrebbe veder contemporamente garantiti :
  • l'imparzialità giudiziaria
  • il diritto internazionale
  • il "diritto" di un belligerante (l'Ucraina) a giudicare in fretta e furia un prigioniero di guerra (a guerra ancora in atto!)
  • il diritto degli - da lui auspicati - vincitori a giudicare coloro che stavano dalla parte degli - sempre da loro auspicati - sconfitti.

Non c'è come la tendenziosità per rendere deliranti certi interventi.
Penso che vada semplicemente garantito il diritto ad una difesa seria per un imputato, non certo da parte di un avvocato del nemico. Poi che venga rispettato il diritto internazionale (l'Ucraina stessa pretende che la Russia rispetti il diritto internazionale che è stato violato, ritirandosi. Poi tu che fai? Istituisci dei processi farsa?)

viator

Salve anthonyi. Citandoti : " Continuo a non capire il perché della stupidaggine".

Non preoccuparti. Non è importante, secondo me. L'importante è che tu capisca la differenza tra un processo tenuto sotto l'occhio delle telecamere ed un processo (anzi, l'inutilità mediatica di un processo) tenuto lontano da qualsiasi telecamera.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

InVerno

Citazione di: anthonyi il 23 Maggio 2022, 18:19:16 PMContinuo a non capire il perché della stupidaggine.
Il tribunale era competente? Se lo era ha fatto il suo dovere.
Non capisco questi riferimenti allo stato di guerra, che oltretutto non é neanche ufficiale.
Ci sono leggi che stabiliscono che la giustizia non possa funzionare in stato di guerra? Ci sono leggi che stabiliscono che un prigioniero di guerra non può essere processato da un tribunale penale se ha commesso un reato penale nello stato che lo detiene? A me non mi risulta.
La giustizia é un insieme di forme da rispettare, se sono state rispettate queste forme allora va bene così.
Certi ragionamenti sull' "opportunismo" di un certo modo di essere della giustizia mi fanno pensare che nella mente di chi li sostiene ci sia un'idea di giustizia che non condivido, e che é deprimente osservare proprio nel giorno in cui si celebrano gli eroi della nostra giustizia.
Il fatto che sia legale o che sia l'unica possibilità (non lo so, ma l'Ucraina non ha ratificato l'ICC quindi non so neanche se potrebbe appellarvisi) non toglie il fatto che è una stupidaggine, perchè evidente anche ad un bambino che i giudicanti non possono essere imparziali. Direi la stessa cosa di un tribunale russo che giudica prigionieri ucraini. Dire che è una stupidaggine perciò rimarca semplicemente la necessità di potenziare e rendere effettivo l'ICC (o altre organizzazioni simili), e rimarca anche che vi si oppone (come ma non solo gli USA, che hanno addirittura una legge ad hoc per intervenire militarmente in caso qualcuno dei suoi venisse giudicato lì) è parte attiva nel far si che queste stupidaggini, per quanto legali od obbligate siano, continuino.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

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