L'evasione fiscale: un grave fenomeno, molto mal compreso.

Aperto da Eutidemo, 24 Giugno 2019, 15:31:46 PM

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Eutidemo

Il fatto che l'EVASIONE FISCALE sia un GRAVISSIMO fenomeno endemico del nostro Paese, è l'unica cosa chiara e unanimemente condivisa da tutte le parti politiche, e da tutti gli italiani (più o meno) onesti.
Però, un po' per ignoranza ed un po' per ipocrisia, quasi nessuno (me compreso) ha il coraggio e l'onestà mentale di voler VERAMENTE comprendere ed ammettere:
- quale sia l'effettiva natura, soggettiva ed oggettiva, dell'evasione, ed i suoi specifici caratteri;
- quali siano i modi migliori per contrastarla nel migliore dei modi, visto che eliminarla completamente è di sicuro impossibile.
***
1)
L'EVASIONE E GLI EVASORI
Al riguardo, inizierò dicendo che, più o meno, in un modo o nell'altro, SIAMO TUTTI EVASORI FISCALI; o quantomeno, "ELUSORI", che è una cosa un po' diversa, come cercherò di spiegare in un THREAD a parte, perchè il tema è molto complesso.
Mi sembra quasi di sentire i borbottii di indignazione di chi mi sta leggendo, e che, in buona fede, è convinto di non essere affatto, neanche in minima parte, un evasore! :)
Però, prima di slanciarvi sulla tastiera per irosamente contraddirmi, vi prego di leggere CON CALMA ED ATTENZIONE, e senza atteggiamenti mentali preconcetti, quanto sto per scrivere; perchè la questione non è AFFATTO così semplice come può apparire a prima vista.
Innanzittutto, infatti, occorre distinguere tra i due principali tipi di imposizione fiscale.

A)
IMPOSTE DIRETTE
Per semplificare, limitiamoci all'IRPEF, alla quale, in teoria, sono potenzialmente soggette tutte le persone fisiche: io e voi che mi state leggendo.
Al riguardo vige il luogo comune (in buona parte "esatto"), per il quale i lavoratori dipendenti ed i pensionati pagano l'IRPEF fino all'ultimo euro, mentre gli imprenditori e i lavoratori autonomi, in genere, sono quasi tutti evasori.
In proposito, in primo luogo, almeno a livello di "indignazione morale", sarebbe opportuno distinguere tra "evasori in potenza" ed "evasori in atto"; ed infatti, secondo me, così come suonerebbe un po' ipocrita un impotente sessuale che si vantasse della propria "castità", allo stesso modo, per me, suonerebbe un po' ipocrita quel lavoratore dipendente che si vantasse della propria "onestà fiscale", per il semplice fatto che "NON PUO' "evadere!
Ma è poi sempre veramente così?
ASSOLUTAMENTE NO!
Ed infatti esistono MILIONI di:
a)
Lavoratori dipendenti EVASORI TOTALI, in quanto, non essendo assoggettati a ritenuta alla fonte (colf, badanti, giardinieri autisti ecc.), e mancando quindi un riscontro da parte dei datori di lavoro in qualità di sostituti d'imposta, o per "nesciente" buona fede, o in malafede, OMETTONO COMPLETAMENTE LA DICHIARAZIONE DEI REDDITI, E NON PAGANO UN EURO DI IRPEF.
Solo di recente, in base agli incroci con i contributi INPS (ove versati) l'Agenzia delle Entrate "sembra" che si stia attivando per contenere tale fenomeno evasivo TOTALE di determinate categorie di lavoratori dipendenti.
b)
Lavoratori dipendenti EVASORI PARZIALI, in quanto, pur essendo assoggettati a ritenuta alla fonte da parte dei loro datori di lavoro "privati", ricevono da costoro buona parte dei loro SALARI "IN NERO" (c.d."fuori busta"); il che, ovviamente, conviene ad entrambi, perchè:
- il lavoratore dichiara un reddito di lavoro inferiore a quello effettivamente percepito, evadendo così la relativa IRPEF;
- il datore di lavoro privato (professionista, imprenditore o società), può contrarre i ricavi in proporzione ai minori costi di lavoro dichiarati, evadendo così la relativa IRPEF.
Pertanto, i soli lavoratori subordinati che non evadono l'IRPEF (perchè non possono) sono i dipendenti pubblici, i pensionati, e i lavoratori di grandi aziende a cui non conviene il particolare meccanismo evasivo.

B)
IMPOSTE INDIRETTE
Solo per limitarci all'IVA, quell'esigua schiera di onesti cittadini che "non possono" evadere l'IRPEF (cioè i dipendenti pubblici e i pensionati), hanno però la -sia pur magra- consolazione, di poter evitare, in molte occasioni, l'onere dell'IVA da loro dovuta.
"Ma come!" esclameranno molti leggendomi "I dipendenti pubblici e i pensionati mica sono tenuti al pagamento dell'IVA!".
E invece SI'!
Ed infatti, in tale ambito, non esiste coincidenza tra:
- il soggetto chiamato dalla legge al versamento dell'IVA all'Erario, definito soggetto PERCOSSO (cioè, per esempio, l'idraulico);
-  e colui il quale ne subisce effettivamente l'onere, definito soggetto INCISO, (cioè, il ciente dell'idraulico).
Per dirla IN SOLDONI, se l'IDRAULICO vi fa un lavoro da 1000 euro, voi gliene dovreste corrispondere 1.220 euro, di cui:
- 1000 euro dovuti a lui per il lavoro fatto, che si mette in tasca, e che, poi, dovrebbe dichiarare tra i suoi ricavi IRPEF;
- 220 euro di IVA, che lui è obbligato a riversare al Fisco (ma che, però, sono soldi vostri, mica suoi).
Ora, se l'idraulico non vi fa la fattura, lui evade 1000 euro di ricavi IRPEF, e, se lo beccano, "lo bastonano" sia per quello,  sia per non aver riscosso da voi 220 euro di IVA; ma, tranquilli, A VOI NON FARANNO UN BEL NIENTE!
Sebbene, in effetti, quei 220 euro di IVA fossero a carico vostro, mica suo; lui aveva solo l'obbligo di riscuoterle da voi, per poi riversarle all'Erario.
***
Ed a questo punto, secondo me, si dovrebbe finalmente capire come, più o meno, in un modo o nell'altro, SIAMO TUTTI EVASORI FISCALI: "IO" per primo! :-[
Ed infatti, sinceramente:
- se l'idraulico vuole emettere la fattura, io sicuramente non cerco di convincerlo a non farmela, per non pagare 220 euro di IVA;
- PERO', se l'idraulico non mi vuole fare la fattura, io sicuramente non cerco di convincerlo a farmela, per pagarci altri 220 euro di IVA di tasca mia (anche perchè, se lo forzassi a farlo, la volta prossima non verrebbe più da me, e la casa mi si potrebbe allagare).
Voi, onestamente, come vi regolate?
In ogni caso, sebbene il secondo comportamento da me descritto non risulti illecito, poichè, essendo io il "contribuente inciso", non posso essere legalmente perseguito (semmai lo sarà l'idraulico, se scoperto), a mio parere si tratta di un comportamento DOPPIAMENTE DISONESTO, almeno sotto il profilo etico; ciò, in quanto, in questo modo, io avallo UNA DOPPIA EVASIONE:
- quella IVA, che "sostanzialmente" era a carico mio;
- quella IRPEF, da parte dell'idraulico.
Quindi, qui faccio un duplice *"MEA CULPA"* (evitando, peraltro, di trovare delle scusanti nelle dozzine di elusioni fiscali molto più consistenti che io sarei in grado di fare, ma che, per pudore, non faccio).


2)
LOTTA ALL'EVASIONE
Al riguardo, per riallacciarmi a quanto appena detto, molti sostengono (per es. TRAVAGLIO) che, per eliminare l'evasione, bisognerebbe creare un CONFLITTO DI INTERESSI tra il cliente ed il prestatore d'opera, rendendo scaricabili quasi tutte le spese; come, ora, accade solo per le spese mediche e poche altre.
Il che, secondo me, non funzionerebbe se non in minima misura.
Ed infatti:
a)
In primo luogo, per ogni ulteriore spesa che si rendesse detraibile, in maggiore o in minore misura:
-  al recupero impositivo in capo al prestatore d'opera;
- corrisponderebbe una minore entrata in capo ai clienti che si detraggono la spesa.
Per cui il gioco potrebbe rivelarsi, non proprio a somma ZERO, ma quasi.
b)
In secondo luogo, per tornare al nostro esempio, posto che la spesa idraulica in questione fosse detraibile come una spesa medica, il conflitto d'interessi potrebbe verificarsi solo se l'aliquota marginale del prestatore d'opera fosse INCREDIBILMENTE bassa; diversamente, come attualmente fanno molti medici, sarebbe sufficiente che l'idraulico facesse al cliente uno sconto (attuale) superiore alla detrazione d'imposta (futura), per eliminare qualsiasi conflitto d'interessi.
Ed infatti, su quei 1000 euro, l'idraulico potrebbe pagare fino a 430 euro di IRPEF, mentre il ciente non potrebbe mai rispamiarne più di 190.; per cui, senza fare fattura, con uno sconto di 200/250 euro, ci guadagnerebbero entrambi.
***
Tra i tanti altri sistemi possibili per contrastare l'evasione (che qui non posso certo esaminare tutti), uno dei migliori potrebbe essere quello di RIDURRE IL PIU' POSSIBILE LE TRANSAZIONI CASH.
Però, in tal modo, si potrebbe contrastare validamente solo la "piccola" evasione, ma non certo quella "grande"; che si avvale di ben altri mezzi (bonifici off-shore, transfer pricing ecc.).
***
Però anche qui si cade spesso in equivoco!
Ed infatti, sebbene l'evasione dei "grandi evasori" sia quella più consistente in relazione ai singoli soggetti e quella più eticamente deprecabile, tuttavia la massa complessivamente più rilevante della materia imponibile evasa (circa il 90%) è attibuibile ai milioni di "piccoli" e "medi" evasori.
Per cui, la bizzara idea di risolvere il problema "generale" dell'evasione con le SANZIONI PENALI, è assolutamente "folle"; a meno di non voler mettere in galera non solo i grandi evasori (che se lo meritano), ma anche altri milioni di cittadini.
E se non limitiamo in qualche modo l'EVASIONE DI MASSA di questi ultimi, non abbiamo risolto un bel niente; salvo la soddisfazione di aver messo in galera i "più cattivi".
***
Oltre a ridurre il più possibile le transazioni CASH, un altro ottimo mezzo per contrastare l'evasione fiscale, almeno secondo me, è l'ACCERTAMENTO SINTETICO BASATO SUL TENORE DI VITA (art.38 c.4 del DPR 600/73); in particolare, utilizzando il REDDITOMETRO.
Di Maio va blaterando in giro di averlo abolito (senza neanche sapere di cosa sta parlando); ed invece, per fortuna, è ancora VIVO E VEGETO...e andrebbe potenziato ed usato più frequentemente.
***
Un altro ottimo mezzo per contrastare l'evasione fiscale, consiste nel raffinare sempre di più i CONTROLLI, INCROCIANDO "TUTTE" LE BANCHE DATI.
***
Ma a questo punto devo interrompermi, per ragioni di spazio; ci sarebbero MOLTE altre cose importanti di cui parlare, che, eventualmente, dirò in seguito. ;)
***

anthonyi

Citazione di: Eutidemo il 24 Giugno 2019, 15:31:46 PM




2)
LOTTA ALL'EVASIONE
Al riguardo, per riallacciarmi a quanto appena detto, molti sostengono (per es. TRAVAGLIO) che, per eliminare l'evasione, bisognerebbe creare un CONFLITTO DI INTERESSI tra il cliente ed il prestatore d'opera, rendendo scaricabili quasi tutte le spese; come, ora, accade solo per le spese mediche e poche altre.
......
Ed infatti, sebbene l'evasione dei "grandi evasori" sia quella più consistente in relazione ai singoli soggetti e quella più eticamente deprecabile, tuttavia la massa complessivamente più rilevante della materia imponibile evasa (circa il 90%) è attibuibile ai milioni di "piccoli" e "medi" evasori.
.....
Un altro ottimo mezzo per contrastare l'evasione fiscale, consiste nel raffinare sempre di più i CONTROLLI, INCROCIANDO "TUTTE" LE BANCHE DATI.
***
***

Ciao Eutidemo, sei sempre molto tecnico e descrittivo nei tuoi 3D, io invece preferisco sintetizzare. Hai ragione sull'inefficacia dei meccanismi detrattivi, è chiaro che ci sarà sempre spazio per coloro che fanno uno scambio per accordarsi a danno dello stato, al di là del fatto che la detrazione dovrà sempre essere minore dell'imposta pagata dal venditore, la detrazione è un'eventualità futura mentre lo sconto che ti offre il venditore è un risparmio immediato. Al di là di questo poi c'è il costo sostenuto dallo stato per controllare tutte queste detrazioni.

Sulla differenza che fai tra grandi e piccoli evasori io farei una considerazione, ma dove sta scritto che le regole devono essere le stesse per le due categorie. I grandi evasori hanno opportunità molto maggiori di evadere perché hanno tendenza ad operare sull'estero e possono permettersi buoni professionisti, per cui le regole devono essere dure e i meccanismi di controllo complessi. Sulla piccola e media evasione bisogna valutare l'opportunità sia sociale che economica di quella tassazione, per piccole attività economiche allo stato potrebbe convenire definire un'imposta semplificata, al limite anche in quota fissa, in maniera tale che lo stato si libererebbe dell'onere di controllare e il piccolo imprenditore avrebbe meno disagi fiscali.
....
Naturalmente condivido l'incrocio delle banche dati, ma c'è una strategia ancora più potente, l'eliminazione della moneta fisica e la sua sostituzione con moneta elettronica, che vorrebbe dire che ogni transazione non è anonima, ed evadere il fisco è quasi impossibile.
Un saluto

baylham

Per una riduzione dell'evasione fiscale sull'IVA è opportuno sanzionare entrambe le parti dell'operazione: l'impresa e il consumatore. 
Una strategia che prenda spunto dalla teoria dei giochi, in particolare dal "dilemma del prigioniero", sarebbe molto efficace.

Il redditometro, come gli studi settore, sono molto efficace per selezionare il gruppo dei contribuenti da sottoporre a controllo fiscale, quindi come strumenti di controllo, non come diretti strumenti di accertamento fiscale.

InVerno

#3
Citazione di: Eutidemo il 24 Giugno 2019, 15:31:46 PM2)
LOTTA ALL'EVASIONE
Al riguardo, per riallacciarmi a quanto appena detto, molti sostengono (per es. TRAVAGLIO) che, per eliminare l'evasione, bisognerebbe creare un CONFLITTO DI INTERESSI tra il cliente ed il prestatore d'opera, rendendo scaricabili quasi tutte le spese; come, ora, accade solo per le spese mediche e poche altre.
Il che, secondo me, non funzionerebbe se non in minima misura.
La mia esperienza personale contraddice questo punto in particolare, ho visto così tante persone richiedere fatture per detrazioni (al contrario non avrebbero nemmeno voluto denunciare i lavori) che considero questo un punto estremamente debole della tua sempre esauriente e ben esposta tesi. Vorrei mettere la sottolineatura sulla parte tra parentesi in particolare, perchè al di la del fatto che la fattura venga prodotta, il fatto stessa che viene prodotta spesso causa l'emersione di una serie di collaterali che altrimenti non avrebbero mai visto la luce del sole e che magari non sono nemmeno detraibili. Secondo me tu pecchi nel essere troppo analitico, nel senso che spesso anche se è un gioco a somma zero (per lo stato) o addirittura in casi estremi il contribuente ci dovesse rimettere, non tutti sono così svelti nel calcolarlo precisamente di fronte alla prospettiva di un guadagno immediato, anche se per loro fortunamente esistono professionisti adibiti all'elusione\evasione fiscale pronti a ingegnerizzare i modi più affascinati di prendere per il culo lo stato. Ps. Garantire la galera secondo me funziona discretamente, se non fosse piena di piccoli spacciatori ovviamente..
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

baylham

La detrazione o deduzione della spesa non è affatto un mezzo valido e conveniente per lo Stato per contrastare l'evasione: il maggiore introito dai contribuenti normalmente disonesti non compenserebbe la perdita delle minori imposte dai contribuenti normalmente onesti.

jenablindata

mah....

da tempo mi interesso della cosa
(ho una partita iva...quindi sono costantemente tirato da una parte o dall'altra,in merito)
e la mia impressione,fortissima....
è che se lo stato magnasse meno e si decidesse a far meglio il suo lavoro,quasi nessuno evaderebbe un cippa,in italia.

molti anni fa in italia la tassazione era molto minore e l'evasione assai più diffusa di oggi (non vorrei dire corbinate,ma mi pare che negli anni sessanta stavamo su 28\30% di media,con un'evasione intorno al 70%....
e dicevano,
"le tasse sono alte,perchè c'è una elevata evasione fiscale:quando tutti pagheranno,le tasse saranno molto più basse"

...
siamo nel 2019,quasi sessant'anni dopo.
oggi l'evasione fiscale è sotto il 20% ad esse generosi....
più probabilmente intorno al 10\12 per cento.

e la pressione fiscale NON SI E' AFFATTO RIDOTTA,anzi...
è salita quasi al 70% :
tasse sulle macchine,sul cibo,sui trasporti,sulle comunicazioni,
sui plateatici,sulle immondizie,sui parcheggi,
sul reddito,sui risparmi,sulla sanità,
sui servizi,sull'energia,sulle accise,sui registri,
sulle case,sulle proprietà,
sui negozi,sulle licenze,
sui permessi,sulle assicurazioni,
sui carburanti,sull'acqua,
sui porti,
sui plateatici,
sui passi carrai,
sui redditi dipendenti,sui redditi autonomi,
sui terreni,
sulle produzioni agricole,sui vivi,sui morti...
perfino sulle accensioni di mutui,
sulle luci eterne dei cimiteri,
sulle pratiche ereditarie,
sui debiti.
una cosa vergognosa,uno spellamento a sangue su  qualunque cittadino italiano (o anche non italiano)
osi respirare,muoversi,parlare via telefono spostarsi,vivere...
in questo paese.

e questo viene dallo STESSO STATO,che dall'altra parte sta tagliando o eliminando ogni servizio e ogni
funzione che possa in qualche modo,almeno parzialmente....giustificare,questa specie di estorsione:
sono decenni che la scuola sta andando in malora,
decenni che la giustizia se ne è andata a meretrici (tanto per esser fini)
decenni che la repressione dei crimini va a braccetto con la giustizia,
decenni che non c'è cura del territorio,
che la sanita peggiora ogni giorno che passa (so di gente che ha subito operazioni di una certa importanza...e dopo TRE giorni era a casa,perchè non c'era posto)
che lo stato sociale aiuta zingari ed extracomunitari anzichè i nostri vecchi e i nostri poveri,
che non c'è una seria pianificazione famigliare,
che non si fa politica industriale,
che non si proteggono le nostre aziende,
che non si curano le nostre strade,
ecc
ecc
ecc
ecc
ecc
ecc
e poi ancora ecc:
perfino le fontane pubbliche,han tolto...
troppa fatica e troppi soldi da spendere.

non so se qualcuno di voi ha mai avuto occasione di dare una occhiata al bilancio dello stato:
io l'ho fatto,tre o quattro anni addietro..
(se non sbaglio l'ho trovato scartabellando nei siti del ministero dell'interno o delle finanze... e adesso NON è più disponibile,ovviamente)
e pur senza avere le competenze tecniche necessarie per comprenderlo a fondo,
mi ricordo che c'era da mettersi letteralmente le mani nei capelli:
bruciavano i soldi nei caminetti,
li buttavano dalla finestra,
ci defecavano sopra.
QUESTO,era il livello....
e questo immagino sia tuttora,visto che lo hanno fatto sparire proprio mentre continuano
a straparlare di austerity:
POI, dopo aver sprecato cifre folli...che fanno,vengono da te,da me,da tutti..
ti ficcano le mani in tasca fino ad arrivare ai talloni,
(a volte ti rivoltano,perfino)
e se trovano qualche soldo che secondo loro era loro e non tuo,
ti dicono TU HAI EVASO:
tu sei un LADRO...
tu, DEVI ottemperare...
A TUTTO,quello che ti dico,SE NO.....

e il bello è che molti non si rendono conto,che
se non c'è un modo di costringere lo stato a tenere ragionevole il livello di spremitura...
(in italia NON sono ammessi referendum in materia fiscale)
se NON c'è un modo di convincere lo stato a spendere saggiamente i NOSTRI,soldi
(anzi, meglio esser chiari:non c'è modo...di costringerlo)
allora l'unico limite che incontra alla sua avidità,è la rivolta del cittadino,che comincia a rifiutarsi
di pagare oltre ad un certo limite.

il punto vero,è tutto qui.

perchè se la tassazione globale fosse ragionevole...
diciamo intorno al 30%
tutto dentro e con il  livello dei servizi attuale,
NESSUNO,perderebbe tempo ad evadere.

se a qualcuno interessa,
ho un link di un articolo interessante,in merito...
non devi prendere la vita così sul serio:
tanto,non ne esci vivo.
me medesimo,TM


Jacopus

A Ienablindata:
Ecco una serie di link dove invece si dicono cose molto diverse:
https://www.linkiesta.it/it/article/2019/03/28/italia-evasione-fiscale/41577/

https://www.ilsole24ore.com/art/gli-europei-evadono-225-miliardi-giorno-record-pro-capite-danimarca-italia-esclusa-ABOyjliB

https://quifinanza.it/fisco-tasse/in-italia-evasione-fiscale-vale-270-miliardi-di-euro-maglia-nera-in-europa/79326/

Il ministero delle finanze ha stilato nel 2011 una tabella sul valore medio del reddito dichiarato da alcune categorie di liberi professionisti:
1)  Noleggio autovetture: 5300 euro all'anno,
2) Negozi abbigliamento: 6500 euro;
3) Istituti di bellezza: 7200 euro;;
4) Tintorie e lavanderie 9.200 euro;
saltiamone un pò e arriviamo a gioiellerie: 17,300. Mediamente, attenzione, mediamente, un gioielliere guadagna 1300 euro al mese, più o meno come un manovale.

Ecco un'altra chicca:

"Se gli italiani avessero evaso, dal 1970 in poi, le imposte tanto quanto gli americani, il debito pubblico in Italia nel 1992 sarebbe stato appena superiore all'80% del Pil, cioè all'incirca il 30% in meno del livello del 1992 (108%). Se gli italiani avessero evaso tanto quanto gli inglesi, il debito pubblico sarebbe stato appena superiore al 60% del Pil, non lontano dal limite previsto dagli accordi di Maastricht; e cifre in questo intervallo si ottengono se si effettua il confronto con altri Paesi" (Alberto Alesina e Mauro Marè "Evasione e debito", 1996)."

Andiamo ai tuoi punti:
L'evasione fiscale al 10 per cento è irreale. L'economia sommersa vale in Italia circa il 20 per cento del PIL.
La pressione fiscale in Italia è al 42 per cento. Gradirei che fornissi le fonti circa il dichiarato 70 per cento.
Questa è la fonte del 42 per cento:
https://www.wallstreetitalia.com/pressione-fiscale-italia-sesta-in-area-ocse-maglia-nera-alla-francia/

Il resto che scrivi è assolutamente una serie di luoghi comuni che non dovrebbero neanche avere ingresso in un forum serio. Che lo stato sprechi il denaro pubblico è innegabile, ma la cosa va a braccetto con la scarsa considerazione della "res publica", che c'è in Italia, per cui, tu libero imprenditore giustifichi l'evasione o l'elusione fiscale e lo stato giustifica il suo lassismo e senso di irresponsabilità. Questo accade dal lustrascarpe all'esimio professore primario e dal bidello al sottosegretario.
Come tu, che hai le tue ragioni, dici, io evado perchè lo stato fa schifo, lo stato potrebbe replicare, io faccio schifo perchè tu evadi. E anche vero che il pagamento luterano di tutte le tasse non garantisce che quei soldi finiscano per essere spesi nel modo giusto, ma nella tua esperienza personale hai solo visto magagne da parte dei servizi pubblici? Io personalmente ho visto dei gran furbastri e persone che si dannano l'anima con pochi mezzi e poche soddisfazioni, esattamente come ci sono liberi professionisti che provano ad essere onesti e magari non ci riescono perchè altrimenti devono chiudere la baracca e liberi professionisti gran furboni con domicilio fiscale alle Seychelles.
Credo che per ottenere un cambiamento bisognerebbe pensare ad una rivoluzione morale che riguardi tutti gli italiani, invece di fare questo solito giochino "è colpa degli altri". E rivoluzione morale riguarda la necessità di pagare le tasse e battersi eventualmente per modificare il sistema di tassazione. I furbi di questo paese andrebbero seriamente sanzionati, sia nel settore pubblico che nel settore privato, ma questa esigenza è solo di una minoranza di questo paese, che preferisce trastullarsi in un senso di generica irresponsabilità, sotto la legge non scritta più importante della penisola: "Fatti i casi tuoi" (ho usato un eufemismo).
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

jenablindata

detto,fatto....
"65,4 PER CENTO. Più completa appare la stima di PriceWaterhouseCoopers (Pwc), altro colosso mondiale della consulenza aziendale, che, con l'indice "Paying Taxes 2015", ha individuato un carico fiscale complessivo, considerando le imposte sugli utili, quelle sul lavoro e altri oneri. Calcolata in questo modo, la pressione fiscale in Italia si attesta a un livello pari al 65,4 per cento. Contro una media mondiale del 40,9 e una europea del 41 per cento. Peggio di noi solo la Francia con il 66,6 per cento. Seguono Spagna (58,2), Belgio (57,8), Austria (52), Svezia (49,4), Estonia (49,3), Germania (48,8), Repubblica Ceca (48,5) e Ungheria (48). In Polonia il carico fiscale complessivo è del 38,7 per cento. In Romania (43,2) e Stati Uniti (43,8) esso equivale alla sola nostra componente lavoro.
C'È CHI STA PEGGIO. C'è poi chi, come Livia De Poli, (ex) titolare della Orion Group di San Martino di Lupari (Padova), intervistata da Repubblica, ha spiegato di pagare «in tasse il 78 per cento degli utili». E non è la sola. Castoldi, infatti, che a 70 anni è ancora alla guida del gruppo Bcs, una società da oltre 100 milioni di fatturato e 700 dipendenti, ha subìto «una pressione fiscale media dell'85 per cento negli ultimi 5 anni». La sua società, infatti, fa parte delle imprese manifatturiere meccaniche che, secondo Assolombarda, subiscono una pressione fiscale media paria al 71,9 per cento.
Capito, dunque, perché, anche la Banca d'Italia ha dovuto ammettere che le tasse sul lavoro frenano la crescita e competitività dell'industria?"

DA:
https://www.tempi.it/quanto-e-alta-la-pressione-fiscale-in-italia/
non devi prendere la vita così sul serio:
tanto,non ne esci vivo.
me medesimo,TM

jenablindata

e ancora,
"Ancora peggiore è la situazione delle Pmi: il total tax rate stimato per una media impresa, equivale a un carico fiscale complessivo (societario, contributivo, per tasse e imposte indirette) superiore di quasi 25 punti a quello pagato dalla media delle imprese in Europa, raggiungendo il livello enorme del 64,8%."

DA:https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/07/02/la-pressione-fiscale-in-italia-e-davvero-elevata-e-immodificabile/3699829/
non devi prendere la vita così sul serio:
tanto,non ne esci vivo.
me medesimo,TM

jenablindata

e ancora,

"REAL GLOBAL TAX INDEX!
Il suo vero valore, dato dal rapporto tra le entrate pianificate dal MEF e il PIL effettivamente calcolato in bianco, diventa già nel 2015 il 59%!"

DA:

https://scenarieconomici.it/il-vero-livello-di-tassazione-in-italia-2014-2019/
non devi prendere la vita così sul serio:
tanto,non ne esci vivo.
me medesimo,TM

jenablindata

e ancora.

"
Imprese nella morsa del fisco: senza correttivi per le PMI tasse al 61,4%
Lo denuncia la Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa (Cna) nel Rapporto sul fisco "Comune che vai, fisco che trovi"
 

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21 luglio 2018 -  (Teleborsa) Vita dura per le imprese sempre più strette nella morsa del fisco. E nonostante al giorno d'oggi fare impresa sia davvero un'impresa, ci sia concesso il gioco di parole, dimenticate le buone notizie che potrebbero far ben sperare per il futuro. Niente da fare, ne arrivano di cattive: senza correttivi, infatti, nel 2018 la pressione fiscale media sulla piccola impresa italiana, infatti, salirà ancora.
A lanciare l'allarme è la Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa (Cna) nel Rapporto 2018 "Comune che vai fisco che trovi" sulla tassazione delle piccole imprese in Italia che analizza il peso del fisco sul reddito delle piccole imprese in 137 comuni del nostro Paese, tra i quali tutti i capoluoghi di provincia. L'Osservatorio calcola il Total tax rate (Ttr), vale a dire l'ammontare di tutte le imposte e di tutti i contributi sociali obbligatori che gravano sulle imprese espresso in percentuale sui redditi.
QUOTA 61, 4% – Stando, infatti, alle  proiezioni di Cna la pressione fiscale sulle Pmi, già salita nel 2017 dello 0,3% fino a toccare quota 61,2%, nel 2018 salirà ancora al 61,4%.
Un incremento lieve, lontano dal picco del 2012, ma con un segno "più" che non può certo rallegrare l'ossatura portante del sistema produttivo italiano. Inoltre, non è da trascurare un altro aspetto: il dato di sintesi non fotografa le profonde differenze nella tassazione locale. La realtà italiana, infatti,  è molto complessa. Tanto da far emergere non "una" pressione fiscale, ma "numerose" pressioni fiscali.
Un paese, tante tassazioni: tra Reggio Calabria e Gorizia, un abisso – Reggio Calabria rimane il capoluogo che maggiormente tartassa le piccole imprese con un Ttr (Total Tax Rate) del 73,4% (+0,2% rispetto all'anno scorso). Alle spalle della "maglia nera" si conferma Bologna (72,2%), seguita da Roma e Firenze (69,5%), Catania (69%), Bari (68,5%), Napoli (68,2%), Cremona e Salerno (67,3%), Foggia (66,8%)."

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ti bastano?

certo se vuoi puoi basarti sui dati ufficiali,che denunciano una pressione fiscale intorno al 42,4...
ma tieni presente che è come il pollo di trilussa:
è una media:
ci sono dentro imprenditori,dipendenti,pensionati,disoccupati,fancazzisti,commercianti
monopolisti,multinazionali....
e la pressione fiscale NON è uguale per tutti:

per il dipendente è bassa,
per il pensionato è ancora più bassa,
per il fancazzista e il disoccupato è positiva (pagano un pò di iva quando fanno spesa,ma ricevono contributi ecc da tutti gli altri)
per il commerciante è da alta ad altissima (a volte al limite dell'esproprio) a seconda del giro di affari
per l'imprenditore idem
per i monopolisti è alta per i piccoli e bassa per i grandi (basta confrontare quello che paga un tabacchi contro una società da sala slot)
ed è minima...
quasi inesistente,per le multinazionali (sopratutto considerando i danni economici che fanno al tessuto produttivo)
che oltretutto spostano i guadagni dove sono tassati ancora meno.

alla fine della fiera,sai quale è il punto?
io sono un piccolo imprenditore...
e ho qualche dipendente:
alla fine dei conti,
lavoro circa dalle 12 alle 14 ore al giorno...
da trent'anni,
tutti i giorni,
undici mesi all'anno....
per pagare stato,dipendenti e spese correnti:
e UN mese per me.

questo è quanto.

e con questa pressione fiscale reale...
io dovrei scandalizzarmi per quel pò di evasione fiscale
che quasi tutti fanno?
non ci penso nemmeno,
sopratutto considerando che dal nostro punto di vista
questo stato esiste quasi solo per rompere i cojoni,
visto che il suo lavoro NON lo fa,ha un sacco di pretese...
e interferisce costantemente con il nostro.
non devi prendere la vita così sul serio:
tanto,non ne esci vivo.
me medesimo,TM

Eutidemo

Ciao Anthonyi.
Mi fa piacere rilevare che le tue considerazioni, nel complesso, collimano molto con le mie. :)
***
Circa la differenza che intercorre tra grandi e piccoli evasori io non ho affatto detto che le regole debbano essere le stesse per le due categorie; anzi, secondo me, esse devono essere intelligentemente differenziate. 
Ed infatti, mi sembra ovvio che, mentre per le grandi evasioni è necessario il ricorso a:
- mezzi di accertamento e controllo più complessi;
 - sanzioni più severe, precipuamente di carattere penale;
DIVERSAMENTE, per l'evasione MASSIVA di medio e piccolo taglio, i mezzi di accertamento e controllo possono e devono essere più agili, e le sanzioni meno severe; altrimenti sarebbe necessario disseminare l'Italia di campi di concentramento, in cui rinchiudere anche buona parte dei secondini.
***
L'unica e più importante cosa da evitare, in ENTRAMBIi casi, sono i CONDONI FISCALI; ed infatti, a mio parere, essi costituiscono la principale causa del progressivo incremento dell'evasione tributaria di tutte e due le categorie di contribuenti italiani. >:(
Ogni volta che se ne fa uno (e sono decenni, a distanza di pochi anni l'uno dall'altro):
- ci si sbizzarisce a denominarlo con gli EUFEMISMI più fantasiosi;
- si sostiene ipocritamente che esso è reso necessario dalla connessa "GRANDE RIFORMA FISCALE".
Ed ogni volta resto sorpreso dal numero di persone che crede a tali clamorose BALLE; oppure, imbecilli a parte, che fa solo finta di crederci!
***
E' peraltro in parte vero, come tu sostieni, che per le piccole attività economiche, allo Stato conviene definire una modalità di imposizione semplificata, al limite anche in quota fissa; il che, però, avviene già da decenni per i cosiddetti "contribuenti minimi" (o "forfetari").
In tal caso, invero, non c'è dubbio alcuno che il piccolo imprenditore che opta per tale regime, abbia meno disagi fiscali e paghi anche un po' di meno; ma non per questo risulta che l'evasione tributaria di tale categoria "semplificata", da quando esiste ormai decennale sistema (dal secolo scorso), sia diminuita, anzi, semmai, è aumentata pure quella!
***
Per cui, l'onere di controllare tali attività "minime", per lo Stato RESTA eccome; sebbene, in tal caso, si possa ricorrere con più facilità a quelli che un tempo si chiamavano "STUDI DI SETTORE", sebbene il loro nome sia stato eufemisticamente modificato, tanto per gabellare i gonzi.
Ed infatti, per dare un contentino a Salvini, che voleva stoltamente abolirli, nel 2019   gli "STUDI DI SETTORE", sono stati ridenominati "INDICI SINTETICI DI ATTENDIBILITA'"; ma sono ESATTAMENTE LA STESSA COSA! :D  :D  :D
***
Quanto all'eliminazione della moneta fisica e la sua sostituzione con moneta elettronica, che vorrebbe dire che ogni transazione non è anonima, ed evadere il fisco è quasi impossibile, ne avevo già parlato; ed anche io penso che sarebbe il mezzo migliore per ridurre drasticamente la "piccola" e "media" evasione (sebbene, purtroppo, non quella dei "grandi" evasori, che da tempo la moneta fisica non sanno più neanche cos'è).
***
Un saluto :)

Eutidemo

Ciao Baylham.

***
Un tentativo per ottenere una riduzione dell'evasione fiscale sull'IVA,  sanzionando entrambe le parti dell'operazione (l'impresa e il consumatore), è già stato tentato; ed infatti, una vecchia legge  varata nel 1997, prevedeva testualmente: "All'acquirente che non esibisce il documento -scontrino o ricevuta fiscale- o lo esibisce con indicazione di un corrispettivo inferiore a quello reale,  viene applicata una sanzione amministrativa da lire centomila a lire due milioni".
Però, per varie ragioni che qui sarebbe troppo lungo elencare, il sistema, sebbene secondo me non privo di acume proprio in base alla teoria dei giochi, non ebbe successo; per cui nel 2003 la normativa in questione venne abrogata, ed oggi il cliente non rischia più nulla, se non ritira e non esibisce lo scontrino o la ricevuta fiscale.
Al riguardo, sinceramente, non saprei proprio se attualmente sarebbe il caso di riproporre una normativa analoga, magari un po' più raffinata; ed infatti, in proposito, vedo sia "pro" che "contro", e, non mi sento di esprimere un parere in un senso o nell'altro.
In ogni caso penso che, sebbene ai 5STELLE piacerebbe mentre alla LEGA no, un provvedimento del genere sarebbe elettoralmente sconsigliabile per chiunque; e, a quanto pare, oggi questa è la sola cosa che conta! :(

***
Quanto al Redditometro ed agli Studi Settore, in nessuno dei due casi, sulla sola base di essi, l'Agenzia delle Entrate può procedere direttamente ad accertamento fiscale; la legge non lo prevede.
Ed infatti, in caso di discrepanza reddituale, PRIMA di notificare l'AVVISO DI ACCERTAMENTO l'Ufficio DEVE chiamare la parte per chiedere adeguati chiarimenti, che vengono messi a verbale; solo nel caso in cui questi non vengano forniti, o forniti senza adeguata documentazione a supporto, viene emesso un AVVISO DI ACCERTAMENTO (motivato).
Per esempio, se risulta che Tizio ha acquistato CASH nel 2018 un immobile per il valore di 400.000 euro, mentre da anni dichiara un misero reddito di soli 12.000 euro, l'Ufficio lo chiama, e, in sostanza, gli fa: "MBE'"???
Al che:
- se il contribuente arrossisce e non sa che cosa rispondere, dopo pochi giorni gli viene notificato a casa un AVVISO DI ACCERTAMENTO;
- se, invece il contribuente chiarisce che i soldi per l'acquisto dell'immobile glieli  ha forniti il padre, ed è in grado di documentare la cosa, gli chiedono scusa per il disturbo, e non gli notificano nessun AVVISO DI ACCERTAMENTO.
Salvo abusi e/o disguidi, è così che funziona la faccenda!:)

Eutidemo

P.S.
Il mio esempio, per essere più facilmente comprensibile, si riferiva ad un possibile "accertamento sintetico" non connesso in particolare al "redditometro", ma, anche in caso di un possibile "accertamento sintetico" connesso in particolare al "redditometro", il concetto risulta esattamente lo stesso; ed infatti, in via di ipotesi, nel caso in cui il tenore di vita di un contribuente:
- non corrisponde, in base al redditometro,  ai redditi dichiarati;
- corrisponde, però, in base al redditometro, ad adeguti redditi esenti o assoggettati ad imposta definitiva alla fonte, documentati dalla parte in seguito ad invito a comparire;
ALLORA nessun avviso di accertamento verrà mai emesso. ;)

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