Ius soli o ius sanguinis ?

Aperto da doxa, 18 Giugno 2017, 17:11:25 PM

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maral

#45
Inverno, non me ne può fregare di meno di essere tacciato di terzomondismo buonista. So bene che il problema è estremamente grave e non ammette semplificazioni di nessun genere, ma rivendico l'assoluta necessità di riuscire a costruire un percorso insieme, per l'interesse dell'umanità tutta. Non ho certo difficoltà a riconoscere le argomentazioni fasciste e razziste di chi assume certe posizioni citando continuamente, cinicamente e a vanvera il termine "democrazia", "consenso popolare", "diritto della maggioranza", oltre al fatto di  venire qui solo per motivi di propaganda, dato che non è capace di postare altro, di riferirsi ad altro, con richiami alla più classica immondizia pseudo culturale che sempre accompagna le falsificazioni storiche e sociali. E credo che, nel momento attuale, nel contesto di quello che oggi viene accadendo (conseguenza diretta della storia da cui proveniamo, ma, beninteso, la storia non ha colpe) questo "etno-fascismo" sia oggi più che mai rischioso. E' una faccenda enorme che non può in alcun modo venire sottaciuta per evitare "figure ingenue" in società.
E se questo vuol dire essere terzomondista buonista mi va assai bene esserlo, proprio in quanto personalmente non nutro nessunissima ambizione.

acquario69

#46
Citazione di: maral il 30 Giugno 2017, 11:53:17 AM
Inverno, non me ne può fregare di meno di essere tacciato di terzomondismo buonista. So bene che il problema è estremamente grave e non ammette semplificazioni di nessun genere, ma rivendico l'assoluta necessità di riuscire a costruire un percorso insieme, per l'interesse dell'umanità tutta. Non ho certo difficoltà a riconoscere le argomentazioni fasciste e razziste di chi assume certe posizioni citando continuamente, cinicamente e a vanvera il termine "democrazia", "consenso popolare", "diritto della maggioranza", oltre al fatto di  venire qui solo per motivi di propaganda, dato che non è capace di postare altro, di riferirsi ad altro, con richiami alla più classica immondizia pseudo culturale che sempre accompagna le falsificazioni storiche e sociali. E credo che, nel momento attuale, nel contesto di quello che oggi viene accadendo (conseguenza diretta della storia da cui proveniamo, ma, beninteso, la storia non ha colpe) questo "etno-fascismo" sia oggi più che mai rischioso. E' una faccenda enorme che non può in alcun modo venire sottaciuta per evitare "figure ingenue" in società.
E se questo vuol dire essere terzomondista buonista mi va assai bene esserlo, proprio in quanto personalmente non nutro nessunissima ambizione.

CitazioneNon ho difficoltà a ripeterlo, l'unica via con cui si eviterà il massacro reciproco non è certo quella dell'ognuno a casa propria o della difesa etnica (termine già di per sé ributtante, perché puzza di caterve di cadaveri e fosse comuni), ma quello del trovarsi per camminare insieme, riconoscendosi nelle differenze, gli uni per gli altri


Scusa maral..lasciando da parte il fascismo, il comunismo, la destra, la sinistra il sopra,il sotto, i buoni da una parte e i cattivi da un altra, e per quanto possa importare la mia opinione, condivido che bisogna ritrovarsi insieme, riconoscersi nelle differenze che e' pure motivo di crescita e gli uni per gli altri..lo trovo giusto, anzi direi sacrosanto perché trovo che non ce differenza sostanziale, nella fattispecie tra un cosiddetto immigrato ed un autoctono..siamo tutti abitanti di questo pianeta.
siamo uguali ma allo stesso tempo per essere uguali si deve esprimere la differenza...non so se mi sono spiegato

credo bisogna ammettere che accadono cose assai strane intorno alla questione...se vogliamo si può definire come un fenomeno troppo brusco e violento per cui mi sembra altrettanto legittimo in tali circostanze anche prenderne le dovute difese, per non venirne travolti, insomma il concetto fondamentale e' che non ci si può annullare..annullarsi significa forse confronto, dialogo, condivisione?
io credo di no,che significherebbe esattamente il contrario, (nel momento in cui annullo la mia identità e' giocoforza che si annulla pure il confronto) questo non va bene, e' un controsenso, una autentica follia.
Le identita, proprio per la loro diversità e la loro fondamentale funzione (riconoscersi nelle differenze, come sottolineato sopra) ci devono essere e vanno appunto rispettate...e cosi come stanno procedendo le cose non mi sembra che venga tenuto conto di questo...pare invece che si stia facendo di tutto per eliminarle..e questo a mio avviso e' davvero sospetto,poiche annullare (ed annularsi) le proprie identità ci fa essere degli esseri amorfi..delle marionette dei sub-umani ideali per qualsiasi tipo di assoggetamento.

InVerno

Citazione di: maral il 30 Giugno 2017, 11:53:17 AM
Inverno, non me ne può fregare di meno di essere tacciato di terzomondismo buonista. So bene che il problema è estremamente grave e non ammette semplificazioni di nessun genere, ma rivendico l'assoluta necessità di riuscire a costruire un percorso insieme, per l'interesse dell'umanità tutta. Non ho certo difficoltà a riconoscere le argomentazioni fasciste e razziste di chi assume certe posizioni citando continuamente, cinicamente e a vanvera il termine "democrazia", "consenso popolare", "diritto della maggioranza", oltre al fatto di  venire qui solo per motivi di propaganda, dato che non è capace di postare altro, di riferirsi ad altro, con richiami alla più classica immondizia pseudo culturale che sempre accompagna le falsificazioni storiche e sociali. E credo che, nel momento attuale, nel contesto di quello che oggi viene accadendo (conseguenza diretta della storia da cui proveniamo, ma, beninteso, la storia non ha colpe) questo "etno-fascismo" sia oggi più che mai rischioso. E' una faccenda enorme che non può in alcun modo venire sottaciuta per evitare "figure ingenue" in società.
E se questo vuol dire essere terzomondista buonista mi va assai bene esserlo, proprio in quanto personalmente non nutro nessunissima ambizione.
Non è colpa tua se bisogna fare excursus storici "terzomondisti", ma a suon di farne e a suon di battersi per i diritti degli altri, ci dimentichiamo che abbiamo a che fare con fenomeni complessi. So bene quale delle due poli tenti l'estremizzazione del dialogo, ma portare le proprie argomentazioni all'estremo opposto non sarà foriero di soluzioni concrete, e prima che costruire un ponte con i popoli di altri continenti è necessario costruirne uno, più modesto, verso i popoli dei qui residenti. Ho detto di respingere i fascisti nelle fogne, ma se possibile sarebbe anche utile tentarne di riacciuffarne qualcuno prima che si radicalizzi , termine che ora comicamente viene usato solo per gli islamici delle banlieue, ma abbiamo seriamente bisogno di calmare i coglioni residenti. Ci sono terreni comuni e questioni da affrontare anche con loro, senza aver timore che dandogli la mano si prendano il braccio, bisogna essere più forti. Sono il primo a ripetere come un mantra ciò che Chomsky ha cristalizzato perfettamente: la crisi migratoria è innanzitutto una crisi morale, di un occidente incapace di ammettere le proprie colpe, di pesare ogni morto sulla stessa bilancia, di contare i soldi che vanno e che entrano, di additare i propri assassini e di ammettere di dominare il mondo attraverso un sistema terroristico immensamente più assurdo di qualsiasi califfato . Questo non significa che dall'altra parte ci siano piccole vergini immacolate, ne che "staccare la spina" del sistema si traduca immediatamente in effetti positivi, e nemmeno che sia possibile farlo, e nemmeno che tu probabilmente lo pensi. Ma a discutere coi plutogiudaicomassonici e i cro magnon questo si ottiene, di dover lottare per "il minimo dell'analisi" e avere a proprio uso e consumo un analisi minima dove non si ha nemmeno il tempo di analizzare il resto. La strada per il riconoscimento della nazione "uomo" è lunga e complessa e il volemose bene non basterà, qualcuno dovrà sacrificare e sacrificare tanto, qualcuno si farà male e se ne farà tanto..Servono analisi serie per non lasciare al caso queste dinamiche, non possiamo più permetterci di comportarci come in passato dove potevamo scaricare le scorie dei nostri errori sul vicino, non funziona più, la merda torna indietro al mittente per raccomandata e i ridicoli afflati di buoni intenti lastricano la via per l'inferno.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

maral

#48
Citazione di: acquario69 il 30 Giugno 2017, 15:12:32 PM
Le identita, proprio per la loro diversità e la loro fondamentale funzione (riconoscersi nelle differenze, come sottolineato sopra) ci devono essere e vanno appunto rispettate...e cosi come stanno procedendo le cose non mi sembra che venga tenuto conto di questo...pare invece che si stia facendo di tutto per eliminarle..e questo a mio avviso e' davvero sospetto,poiche annullare (ed annularsi) le proprie identità ci fa essere degli esseri amorfi..delle marionette dei sub-umani ideali per qualsiasi tipo di assoggetamento.
Sono perfettamente d'accordo Acquario, ma proprio per l'importanza fondamentale che riveste l'identità di ciascuno occorre cominciare a prenderla non per categorie (gli islamici e i cristiani o gli occidentali, presi tutti insieme astrattamente in ragione della sola provenienza, credo o sangue), ma esattamente a partire dalla singolare individualità che concretamente la esprime, solo così non finiamo per essere ridotti a marionette a disposizione dei burattinai di turno. Occorre riconoscere che l'identità è una cosa estremamente complessa e non è mai definitiva, ma sempre in via di definizione. L'identità è un percorso che dura tutta la vita e termina solo con la morte in cui solamente l'identità è compiuta. Inoltre l'identità è così complessa proprio in quanto sono gli altri a darcela, sono gli altri che ci mostrano quello che siamo e con il loro riconoscimento o disconoscimento ci fanno diventare quello che siamo. Non solo gli altri che incontriamo al presente, ma anche tutti gli altri che ci precedettero. L'essenza è essere per l'altro, ove il "per" può significare sia complementarietà e comprensione che opposizione, anche la più radicale, perché anche opponendosi si è comunque per l'altro. Ed essere per l'altro è il solo modo per essere, pure per se stessi, Non è rinuncia a sé, ma il contrario.
L'identità è negata dalla chiusura e per questo ogni chiusura significa solo morte. Dobbiamo riuscire a sentirci forti a sufficienza non per rintanarci dietro un muro ben chiuso, ma per reggere l'impatto delle altrui identità che rimodula inevitabilmente la nostra, proprio come ciascuno di noi rimodula la loro, senza illuderci di poterci rifiutare ad essi, senza rifiutarci di continuare a diventare quello che siamo.
E' questo che a mio parere deve significare quell'essere più forti che dice Inverno. Non per prendere di più, ma per poter reggere insieme alla reciproca presenza interagente che continuamente ci rimodula, senza rifiutarsi ad essa.
Poi ovviamente ha ben ragione Inverno quando parla dei nostri abitanti delle periferie, perché sono proprio costoro i più esposti e a cui si richiede la forza più grande nell'incontro con l'altro. Per questo dovremmo andare insieme all'incontro proprio nelle periferie, non per difesa, ma guidati da una coraggiosa fiducia, proprio come la loro, quella dei profughi e dei migranti che attraversarono il deserto e il mare, portando con noi i nostri morti, i nostri naufragi da cui scaturiscono ancora le nostre speranze come loro si portano con sé i loro presenti tanti morti, i loro presenti tanti naufragi e le loro tante speranze da evocare gli uni per gli altri insieme.

acquario69

Citazione di: maral il 30 Giugno 2017, 22:51:24 PM
Sono perfettamente d'accordo Acquario, ma proprio per l'importanza fondamentale che riveste l'identità di ciascuno occorre cominciare a prenderla non per categorie (gli islamici e i cristiani o gli occidentali, presi tutti insieme astrattamente in ragione della sola provenienza, credo o sangue), ma esattamente a partire dalla singolare individualità che concretamente la esprime, solo così non finiamo per essere ridotti a marionette a disposizione dei burattinai di turno. Occorre riconoscere che l'identità è una cosa estremamente complessa e non è mai definitiva, ma sempre in via di definizione. L'identità è un percorso che dura tutta la vita e termina solo con la morte in cui solamente l'identità è compiuta. Inoltre l'identità è così complessa proprio in quanto sono gli altri a darcela, sono gli altri che ci mostrano quello che siamo e con il loro riconoscimento o disconoscimento ci fanno diventare quello che siamo. Non solo gli altri che incontriamo al presente, ma anche tutti gli altri che ci precedettero. L'essenza è essere per l'altro, ove il "per" può significare sia complementarietà e comprensione che opposizione, anche la più radicale, perché anche opponendosi si è comunque per l'altro. Ed essere per l'altro è il solo modo per essere, pure per se stessi, Non è rinuncia a sé, ma il contrario.
L'identità è negata dalla chiusura e per questo ogni chiusura significa solo morte. Dobbiamo riuscire a sentirci forti a sufficienza non per rintanarci dietro un muro ben chiuso, ma per reggere l'impatto delle altrui identità che rimodula inevitabilmente la nostra, proprio come ciascuno di noi rimodula la loro, senza illuderci di poterci rifiutare ad essi, senza rifiutarci di continuare a diventare quello che siamo.
E' questo che a mio parere deve significare quell'essere più forti che dice Inverno. Non per prendere di più, ma per poter reggere insieme alla reciproca presenza interagente che continuamente ci rimodula, senza rifiutarsi ad essa.
Poi ovviamente ha ben ragione Inverno quando parla dei nostri abitanti delle periferie, perché sono proprio costoro i più esposti e a cui si richiede la forza più grande nell'incontro con l'altro. Per questo dovremmo andare insieme all'incontro proprio nelle periferie, non per difesa, ma guidati da una coraggiosa fiducia, proprio come la loro, quella dei profughi e dei migranti che attraversarono il deserto e il mare, portando con noi i nostri morti, i nostri naufragi da cui scaturiscono ancora le nostre speranze come loro si portano con sé i loro presenti tanti morti, i loro presenti tanti naufragi e le loro tante speranze da evocare gli uni per gli altri insieme.

Ok siamo d'accordo..cosi almeno sembra :)   e innanzitutto apertura e non chiusura...ma apertura va ricordato ancora una volta che non significa affatto che non debbano più esserci dei limiti (identità diverse). le identità non vanno appunto distrutte per far si che al loro posto subentri un mondo cosmopolita del nulla, spacciato invece per "umano"...che di umano in questa maniera non rimarrebbe proprio più niente!

Forse da questo punto sopra potrebbe esserci una sottile diversa interpretazione che può sembrare simile ma magari non lo e' o che comunque solleva altri interrogativi.
entrando più nei particolari  sottolineavo infatti che tali identità devono esserci entrambi, mentre la mia impressione e' che l'una (cioè nel caso quella degli autoctoni) non se ne debba più tener conto, come se fosse diventata e all'improvviso inesistente, quasi da eliminare,perche non si avrebbe manco il diritto di affermare le proprie radici.. ...un semplice esempio in tal senso,puo essere quello del crocefisso che va tolto dalle scuole, a prescindere dall'essere credenti o meno, qui e' il "criterio" ad essere preso in esame ,perche,cosi si dice o viene fatto passare, che sarebbe discriminatorio per appartenenti ad altre religioni, ad altre identità ...e non sarebbe pure una discriminazione al contrario?
inoltre l'identita non credo sia soltanto una questione individuale e non credo nemmeno che sia qualcosa che si stabilisce per decreto legge da un momento all'altro...sarebbe forse questo il modo per integrare ed integrarsi? be' del resto siamo già avviati ad essere dei codici a barre..quindi attenzione, dico io.

Ci sarebbe anche da chiedersi il perché verrebbe incitato (dall'alto delle istituzioni  :o ) il voler a tutti i costi una società che sembra avere come obiettivo principale quello di eliminarle le identità, (e non e' solo questioni di immigrati) e di far si che le persone si riducano a qualcosa di indistinto, al nulla cosmopolita come scritto sopra...
in realtà e' solo una grande truffa che viene presa al contrario per la cosa migliore.

maral

#50
Acquario, apertura significa affermazione di quell'insieme estremamente complesso e unico in cui consiste nel concreto la propria identità, non riducibile a essere musulmano, cristiano, ateo o altro ancora, europeo o africano o asiatico, nemmeno a essere uomo o donna in generale, maschio o femmina, ma questo uomo e questa donna, questo musulmano e questo cristiano. Mi spiego? La mescolanza di cui siamo il prodotto non significa che non siamo nulla, ma al contrario che siamo proprio l'unicità irriducibile che davvero siamo, non riassumibile da nessuna etichetta. Solo così le radici che si incarnano nella storia reale dei miliardi di individui che ci hanno preceduto vengono rispettate e non caricaturizzate per farne dei simulacri da porre sugli altari della potenza di dementi istrionici.
Due cristiani, solo perché sono cristiani, possono avere molto meno in comune di un cristiano e un musulmano che vivono a contatto, perché si conoscono, perché prima di tutto si comprendono come individui nella loro  interezza che è sempre oltre ogni possibile definizione. A tal proposito credo che quanto accadde in Jugoslavia con il dissolvimento di quella nazione sia stato particolarmente indicativo: gente che fino al giorno prima conviveva insieme, che lavorava e faceva festa insieme, che metteva su famiglia insieme (cristiani, musulmani, ortodossi)  finirono per ammazzarsi con estrema ferocia gli uni con gli altri e tutto finì nell'orrore delle fosse comuni e il peggio è che ognuno improvvisamente ritenne che questo fosse giusto, che il sangue dell'altro dovesse lavare i torti subiti riaffioranti dalla storia come spettri antichi venuti dal passato a richiedere inesauribili tributi di carne umana. Per cosa? Per quali fantasmi di identità? La Jugoslavia fu il prototipo di quello che attende il mondo intero se continuiamo a dare ascolto ai dementi che in modo più o meno palese sostengono e giustificano l'odio etnico, lo considerano una giusta e santa rivendicazione in difesa della nostra civiltà e comunità contro ogni altro, per scoprire che alla fine siamo tutti altri per ciascuno, dunque tutti minaccia l'uno per l'altro, fino alla paranoia trionfante che disintegra ogni comunità e all'eterno sospetto che cresce su se stesso e rende impossibile a priori qualsiasi procedere insieme.
Massacri simili, in nome dell'odio tribale sono avvenuti in Africa (basti ricordare gli Hutu e i Tutsi), fratelli e vicini che si mettono a farsi a pezzi a milioni per rivendicare la propria razza e le proprie radici e tutto questo, da entrambe le parti sembra giusto e santo, guai al traditore che non odia e massacra in nome di un senso di appartenenza che porta solo morte e cadaveri. Sono accaduti tra gente ugualmente cristiana (la nostra storia stracolma di massacri ce lo insegna) o ugualmente musulmana (quello che oggi accade tra sciiti e sunniti ce lo insegna) che hanno preso a odiarsi senza remissione.
Le radici sono quello che siamo, non etichette definitive che vorrebbero fissarci per sempre in quello che non siamo, anche le radici sono sempre in cammino in ogni individuo che ne è il prodotto. E i limiti stanno allora nella possibilità di un riconoscimento reciproco che accetta di non essere mai definitivo, mai risolutore, mai deciso una volta per tutte, mai marchio indelebile, come il numero sul braccio degli internati nei campi di sterminio, in attesa della macellazione, solo perché Ebrei, omosessuali, Testimoni di Geova, solo perché questo o quello. I limiti sono i limiti che dobbiamo porre all'arroganza culturale di ognuno, al nostro stabilire e in base allo stabilito distruggere, e quando dico di ognuno intendo dire sia l'Imam che predica dalla moschea per la guerra sterminatrice contro l'Occidente in nome di Allah, sia il capopolo che predica dalla piazza per conquistarsi i voti dei miserabili, dei frustrati e degli sconfitti in nome della nostra civiltà. Sono proprio queste tristi figure a volere solo la frustrazione, la sconfitta e il sangue di coloro che aizzano, in nome di etichette che vorrebbero far passare per radici definitive, in nome di false identità assassine.

maral

Aggiungo una citazione, tratta dal libro di Amin Maakouf "Identità":

" Quella che riduce l'identità a una sola appartenenza, radica gli uomini in un atteggiamento parziale, settario, intollerante, dominatore, talvolta suicida e li trasforma assai spesso in assassini o sostenitori di assassini ... Coloro che appartengono alla stessa comunità sono i "nostri", ci crediamo solidali con il loro destino, ma ci permettiamo anche di essere tirannici nei loro confronti; se li giudichiamo "tiepidi" li denunciamo, li terrorizziamo, li puniamo come "traditori" e "rinnegati". Quanto agli altri, quanto a quelli dell'altra riva, non si cerca mai di mettersi al loro posto, ci si guarda bene dal chiedersi se su questa o quella questione, potrebbero non essere del tutto dalla parte del torto, si evita di lasciarsi intenerire dai loro lamenti, dalle loro sofferenze, dalle ingiustizie di cui sono vittime. Conta soltanto il punto di vista dei "nostri", che è spesso quella dei più militanti della comunità, dei più demagoghi, dei più accaniti."

(dovrebbero leggerlo nelle scuole questo libro e anche nelle comunità islamiche, Makouf è cristiano libanese, vive in Francia da decenni e ne ha assorbito la cultura, ma la sua lingua madre è l'arabo, la lingua sacra dell'Islam e ne va fiero, quale etichetta gli andrebbe attribuita?)

acquario69

Prima concordi col fatto che le identità sono fondamentali e poi mi sembra ti contraddici asserendo che sarebbero solo delle etichette e arrivi addirittura a dire che non esistano nemmeno tra uomo o donna, maschio femmina.

e poi lo dice Amin maakouf che secondo lui l'identita si riduce ad essere alla sola appartenenza e che questa sia portatrice di atteggiamenti parziali, settari,intolleranti..insomma tutto il peggio che possa venir fuori da un essere umano....ecco e allora cosa sarebbero queste affermazioni se non pregiudizi, esattamente come li ha elencati lui..parziali,settari e intolleranti...si dev'essere guardato allo specchio e gli e' ritornato il riflesso della sua stessa immagine.

Per potersi mettere al posto degli altri (come dice lui) bisogna prima averla un identita, altrimenti diventa impossibile...e' questa la funzione dell'identità


lo ribadisco qui sotto (per l'ultima volta -da parte mia- visto che non credo di poter aggiungere altro)

ma apertura va ricordato ancora una volta che non significa affatto che non debbano più esserci dei limiti (identità diverse). le identità non vanno appunto distrutte per far si che al loro posto subentri un mondo cosmopolita del nulla, spacciato invece per "umano"...che di umano in questa maniera non rimarrebbe proprio più niente!

InVerno

Citazione di: acquario69 il 01 Luglio 2017, 14:28:18 PMPer potersi mettere al posto degli altri (come dice lui) bisogna prima averla un identita, altrimenti diventa impossibile...e' questa la funzione dell'identità
Bisogna averla, ma sopratutto capirla, Chi può ritenersi innocente di "orientalismo" (Edward Said - 1978)? L'indistinta generalizzazione da tritacarne mediatico che viene fatta dell'identità per categorie ("occidentalismo" avrebbe senso tanto quanto). Queste categorie sono buone per i bambini delle elementari, e per chi vuole essere trattato come un bambino delle elementari, o per chi vuole essere strumento di un despota (celeste o meno). Le persone respirano, le identità mutano, si autodefinisco e si raccontano, tutte si fondano su narrative menzognere autocelebrative, l'unico modo per conoscere l'altro è dargli la mano e non c'è etichetta che possa sostituire l'atto della mutua intelligibilità, prima linguistica, poi emotiva, poi umana.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Fharenight

#54
Non sapevo che ci fossero ancora i fascisti... Acquario, Altamarea, voi li avete visti? Ma 'ndò azz stanno?  :D  
Dovrebbero avere all'incirca almeno 90, 95 anni... e a quanto pare devono essere ancora arzilli.

 Di coglioni residenti in Italia vedo quelli dei cosiddetti centri sociali che sono violenti e fanno pure danni, sono quelli i fascisti da fogna? Boh. Io non ne conosco.  

Eh sì, l'identità non è che non esiste o che sia una cosa sbagliata... solo che... è qualcosa di cangiante, ora sono nero, domani sono bianco, oggi sono donna, domani mi sento un maschio, dopodomani mi sento femmina ma lesbica, il giorno dopo mi sento femmina ma etero... oggi mi sento occidentale e indosso la minigonna, domani mi sento islamica e indosso il burka e vado a pregare in moschea, magari qualcuno mi invita a sgozzare i cristiani e mi tocco decapitare mia madre che sta pregando la Madonna. Il giorno dopo incotro un crociato che mi incita a prendere a schiaffi la mia amica che proprio quello stesso giorno si è convertita all'islam... Poi, siccome siamo un'amalgama mista e assortita di società, mi innamoro di un cristiano e il matrimonio è monogamo. Lui mi tradisce e io divorzio. Poi mi innamoro di un islamico e mi sposo ma mi tocca avere altre tre rivali, le sue altre tre mogli.... Il figlio avuto dal marito cristiano vive con me, il padre si è convertito all'islam e si è portato via la figlia in Arabia Saudita. Nel frattempo il marito musulmano si è convertito al cristianesimo e non so quale delle mogli sarà l'unica sua moglie..... I figli, avuti con l'ex islamico, erano atei, poi si sono convertiti all'islam e, essendo io tornata cristiana, loro non mi riconoscono più come  madre.... Insomma, il manicomio una volta era un luogo chiuso per pochi reclusi, poi  sarà la società voluta dai sinistri progressisti.... Come si fa a non essere felici?  :D
 Già adesso siamo una massa di sbandati il cui unico scopo è corrompere ed essere corrotti... Figuriamoci come saremo felici quando non ci sarà più nulla di stabile  e stabilito...
Oh, tutto questo nella migliore delle ipotesi eh!

Ma bando alle ciance...
Intanto qualche info dalla vita reale, non dalle visioni idilliache di qualcuno che sogna:
http://www.videoelinkdivertenti.com/nave-inglese-scarica-immigrati-italia-la-domanda-e-perche/
http://www.ligurianotizie.it/francia-respinge-migranti-gendarmerie-usa-cani-lupo-ed-elicottero-per-stanarli/2017/06/28/252138/
https://adessobasta.org/2017/06/28/lue-non-ferma-gli-sbarchi-anzi-impone-un-obbligo-allitalia/


Gli sbarchi intanto aumentano sempre più di giorno in giorno, il Governo sembra imbranatamente in soggezione, non sa cosa fare, e la disastrosa  Ue se ne infischia, anzi, pare che i capi di Stato godano nel vedere che pure l'Italia, cenerentola della Ue, è sempre piú in affanno con le sue istrioniche richieste di aiuto e di collaborazione.
Intanto pare che gli unici a dimostrare di avere un po' di sale in zucca siano gli stessi immigrati che si stanno ribellando per l'arrivo di nuovi sbarchi. Siamo alla farsa assoluta.
http://www.lavocedivenezia.it/scoppia-la-protesta-al-centro-di-cona-i-migranti-non-vogliono-altri-arrivi-di-migranti/

acquario69

Citazione di: Fharenight il 01 Luglio 2017, 23:33:45 PM
Non sapevo che ci fossero ancora i fascisti... Acquario, Altamarea, voi li avete visti? Ma 'ndò azz stanno?  :D  
Dovrebbero avere all'incirca almeno 90, 95 anni... e a quanto pare devono essere ancora arzilli.

Di coglioni residenti in Italia vedo quelli dei cosiddetti centri sociali che sono violenti e fanno pure danni, sono quelli i fascisti da fogna? Boh. Io non ne conosco.  

Eh sì, l'identità non è che non esiste o che sia una cosa sbagliata... solo che... è qualcosa di cangiante, ora sono nero, domani sono bianco, oggi sono donna, domani mi sento un maschio, dopodomani mi sento femmina ma lesbica, il giorno dopo mi sento femmina ma etero... oggi mi sento occidentale e indosso la minigonna, domani mi sento islamica e indosso il burka e vado a pregare in moschea, magari qualcuno mi invita a sgozzare i cristiani e mi tocco decapitare mia madre che sta pregando la Madonna. Il giorno dopo incotro un crociato che mi incita a prendere a schiaffi la mia amica che proprio quello stesso giorno si è convertita all'islam... Poi, siccome siamo un'amalgama mista e assortita di società, mi innamoro di un cristiano e il matrimonio è monogamo. Lui mi tradisce e io divorzio. Poi mi innamoro di un islamico e mi sposo ma mi tocca avere altre tre rivali, le sue altre tre mogli.... Il figlio avuto dal marito cristiano vive con me, il padre si è convertito all'islam e si è portato via la figlia in Arabia Saudita. Nel frattempo il marito musulmano si è convertito al cristianesimo e non so quale delle mogli sarà l'unica sua moglie..... I figli, avuti con l'ex islamico, erano atei, poi si sono convertiti all'islam e, essendo io tornata cristiana, loro non mi riconoscono più come  madre.... Insomma, il manicomio una volta era un luogo chiuso per pochi reclusi, poi  sarà la società voluta dai sinistri progressisti.... Come si fa a non essere felici?  :D
Già adesso siamo una massa di sbandati il cui unico scopo è corrompere ed essere corrotti... Figuriamoci come saremo felici quando non ci sarà più nulla di stabile  e stabilito...
Oh, tutto questo nella migliore delle ipotesi eh!

Ma bando alle ciance...
Intanto qualche info dalla vita reale, non dalle visioni idilliache di qualcuno che sogna:
http://www.videoelinkdivertenti.com/nave-inglese-scarica-immigrati-italia-la-domanda-e-perche/
http://www.ligurianotizie.it/francia-respinge-migranti-gendarmerie-usa-cani-lupo-ed-elicottero-per-stanarli/2017/06/28/252138/
https://adessobasta.org/2017/06/28/lue-non-ferma-gli-sbarchi-anzi-impone-un-obbligo-allitalia/


Gli sbarchi intanto aumentano sempre più di giorno in giorno, il Governo sembra imbranatamente in soggezione, non sa cosa fare, e la disastrosa  Ue se ne infischia, anzi, pare che i capi di Stato godano nel vedere che pure l'Italia, cenerentola della Ue, è sempre piú in affanno con le sue istrioniche richieste di aiuto e di collaborazione.
Intanto pare che gli unici a dimostrare di avere un po' di sale in zucca siano gli stessi immigrati che si stanno ribellando per l'arrivo di nuovi sbarchi. Siamo alla farsa assoluta.
http://www.lavocedivenezia.it/scoppia-la-protesta-al-centro-di-cona-i-migranti-non-vogliono-altri-arrivi-di-migranti/



La globalizzazione, (cioè la riduzione del mondo ad ipermercato e dove i suoi mortiferi effetti cominciano concretamente ad avvertirsi anche da noi) dunque la sua società gassosa come hai già descritta tu sopra,procede parallela sia "all'esterno" che "all'interno"...all'esterno appunto come detto pocanzi,all'interno invece significa nelle coscienze e con gli stessi effetti devastanti...fino ad arrivare a non avercela nemmeno più una coscienza.

avremo raggiunto finalmente l'uguaglianza..cosi come metaforicamente sarebbe vedere la linea piatta di un encefalogramma

maral

Citazione di: acquario69 il 01 Luglio 2017, 14:28:18 PM
Prima concordi col fatto che le identità sono fondamentali e poi mi sembra ti contraddici asserendo che sarebbero solo delle etichette e arrivi addirittura a dire che non esistano nemmeno tra uomo o donna, maschio femmina.

e poi lo dice Amin maakouf che secondo lui l'identita si riduce ad essere alla sola appartenenza e che questa sia portatrice di atteggiamenti parziali, settari,intolleranti..insomma tutto il peggio che possa venir fuori da un essere umano....ecco e allora cosa sarebbero queste affermazioni se non pregiudizi, esattamente come li ha elencati lui..parziali,settari e intolleranti...si dev'essere guardato allo specchio e gli e' ritornato il riflesso della sua stessa immagine.

Per potersi mettere al posto degli altri (come dice lui) bisogna prima averla un identita, altrimenti diventa impossibile...e' questa la funzione dell'identità


lo ribadisco qui sotto (per l'ultima volta -da parte mia- visto che non credo di poter aggiungere altro)

ma apertura va ricordato ancora una volta che non significa affatto che non debbano più esserci dei limiti (identità diverse). le identità non vanno appunto distrutte per far si che al loro posto subentri un mondo cosmopolita del nulla, spacciato invece per "umano"...che di umano in questa maniera non rimarrebbe proprio più niente!
Amin Markouf non dice che l'identità si riduce ad essere alla sola appartenenza, Acquario, ma dice:
"Quella che riduce l'identità a una sola appartenenza, radica gli uomini in un atteggiamento parziale, settario, intollerante...". E' la riduzione dell'identità a una sola appartenenza il problema (ridurre a "questo è un musulmano e nient'altro", "questo è un cristiano e nient'altro", "questo è un negro e nient'altro" e pure "questo è un fascista o un comunista e nient'altro", ecco il problema e quindi tutto il peggio che  consegue, insieme al voler essere musulmani e nient'altro, cristiani e nient'altro, negri o bianchi e nient'altro ...).
Il problema è in "quella che riduce" e non l'identità, l'identità è la vittima che subisce la riduzione, non il soggetto che riduce. E spesso "quella che riduce" è la paura e l'alienazione che si rifugia nella ferocia dello spirito tribale, l'ottusità più proterva che esige a noi, uniti nella stessa etichetta, l'annientamento dell'altro immaginando così una giusta nemesi che ripaga torti subiti e certamente da subire.
Non c'è quindi alcuna contraddizione nel ritenere fondamentale l'identità (è quello che siamo, o meglio, è quello che stiamo diventando in ogni istante della nostra vita senza esserlo mai, poiché solo all'ultimo istante lo saremo, forse) ma abominevole l'etichetta che è cosa diversa. L'etichetta (musulmano, cristiano, ateo, africano e via dicendo) è una parte dell'identità assunta come tutto di quell'individuo, quindi non è l'identità, ma la sua contraffazione di comodo, è violenza sull'identità, anche quando a compierla siamo noi stessi pensando di definirci insieme per avere la forza dell'insieme. L'etichettatura dell'altro esige la nostra etichettatura, quindi la violenza compiuta sull'identità dell'altro è sempre violenza che compiamo su noi stessi. Certo, che tutti abbiamo in noi la possibilità di commettere questa violenza distruttiva e autodistruttiva, l'Africano, come l'Europeo, io e Maakouf compresi, e quindi è vero, la si vede prima di tutto in se stessi, fa parte del modo di essere dell'umano, ma la diversità sta nel rendersene conto, quindi nel prenderne le distanze, nel capire che  "Quella che riduce l'identità a una sola appartenenza", pur agendo in tutti, compresi noi stessi, ha conseguenze tremende sulle nostre esistenze e, soprattutto oggi, sull'esistenza della intera comunità umana. Quindi, se ce ne rendiamo conto potremo regolarci di conseguenza per mantenere sempre l'apertura nell'incontro inevitabile, che come dici, pone dei limiti, ma in cui nessun limite è invalicabile, nessun limite chiude e conclude, al contrario ogni limite fa apparire il suo oltre limite, ogni limite è solo un punto di partenza e quello che siamo sarà diverso e questo diverso è proprio quello che siamo, ma anch'esso con il suo limite e così via.
L'alternativa è solo volere la morte. Morte di ogni altro, ossia morte di se stessi, riassunti in etichette come zombie mutilati che, affamati di vita, possono vivere solo del loro odiarsi e del loro annientarsi.


maral

#57
Citazione di: Fharenight il 01 Luglio 2017, 23:33:45 PM
Non sapevo che ci fossero ancora i fascisti... Acquario, Altamarea, voi li avete visti? Ma 'ndò azz stanno?  :D  
Dovrebbero avere all'incirca almeno 90, 95 anni... e a quanto pare devono essere ancora arzilli.
I fascisti ci sono sempre, anche se in buona società non si chiamano più così e si trovano un po' in tutta Europa e ,a differenza dei comunisti, sono più arzilli che mai. Anche il fascismo si metamorfizza, ma resta nel modo di pensarsi.

CitazioneEh sì, l'identità non è che non esiste o che sia una cosa sbagliata... solo che... è qualcosa di cangiante
Eh sì, per quanto possa apparire sconcertante è proprio così, è sempre stato così, solo che un tempo le cose andavano più lentamente per cui l'illusione di un'identità stabile, chiara e definita in cui stabilirsi, era più forte, più rassicurante. Oggi non è più così e non c'è modo di tornare a quella illusione di solidità, nemmeno volendolo, non dipende dalla buona volontà di recuperare il buon tempo che fu, fu e non c'è più e qualsiasi surrogato è ora solo mistificazione e pena. Per questo i muri non servono a nulla, per quanto tecnicamente invalicabili li si possa costruire sono già sbriciolati nel momento in cui li si costruisce, è la volontà tecnica stessa a farli così.
I muri non fermano l'etere e oggi è nell'etere che viviamo e nell'etere siamo comunque fluidi, anche se questo ci sconcerta fino ad alienarci e ci sconcerterà più ancora in futura, perché la genetica ci cambierà, già può farlo e lo farà e non sarà per nostra decisione favorevole o avversa.
Noi cambiamo, è evidente, la nostra identità cambia in continuazione e il senso di questa identità pure, la nostra identità è solo la storia di questo cambiamento che termina solo con l'ultimo respiro. Cambiamo perché la nostra identità è prodotta dall'interazione con gli altri, il nostro essere è nel loro riflesso e viceversa (pure quello degli africani e dei musulmani, che ci si presentano sempre più numerosi sia in forma fisica che virtuale). E cambieranno pure loro. Non c'è altro che questo, fino all'ultimo respiro.

Citazione di: acquarioLa globalizzazione, (cioè la riduzione del mondo ad ipermercato e dove i suoi mortiferi effetti cominciano concretamente ad avvertirsi anche da noi) dunque la sua società gassosa come hai già descritta tu sopra,procede parallela sia "all'esterno" che "all'interno"...all'esterno appunto come detto pocanzi,all'interno invece significa nelle coscienze e con gli stessi effetti devastanti...fino ad arrivare a non avercela nemmeno più una coscienza.

avremo raggiunto finalmente l'uguaglianza..cosi come metaforicamente sarebbe vedere la linea piatta di un encefalogramma
La società non è già più gassosa, Acquario, è nell'etere. Noi qui ci parliamo nell'etere e possiamo essere solidificatori quanto vogliamo, i nostri auspici solidificanti hanno minor consistenza dei sogni, perché esistono nell'etere e grazie all'etere. Ma, se hai capito quello che dicevo prima, anche in questa fluidificazione estrema, l'esito può non essere affatto la linea piatta di una totale uguaglianza, ma la visione della nostra identità effettiva, che consiste nel percorso che ognuno traccia con gli altri venendone tracciato e non nel punto di partenza e nemmeno in quello di arrivo, non nelle etichette.

acquario69

Citazione di: maral il 02 Luglio 2017, 10:19:24 AM
Amin Markouf non dice che l'identità si riduce ad essere alla sola appartenenza, Acquario, ma dice:
"Quella che riduce l'identità a una sola appartenenza, radica gli uomini in un atteggiamento parziale, settario, intollerante...". E' la riduzione dell'identità a una sola appartenenza il problema (ridurre a "questo è un musulmano e nient'altro", "questo è un cristiano e nient'altro", "questo è un negro e nient'altro" e pure "questo è un fascista o un comunista e nient'altro", ecco il problema e quindi tutto il peggio che  consegue, insieme al voler essere musulmani e nient'altro, cristiani e nient'altro, negri o bianchi e nient'altro ...).
Il problema è in "quella che riduce" e non l'identità, l'identità è la vittima che subisce la riduzione, non il soggetto che riduce. E spesso "quella che riduce" è la paura e l'alienazione che si rifugia nella ferocia dello spirito tribale, l'ottusità più proterva che esige a noi, uniti nella stessa etichetta, l'annientamento dell'altro immaginando così una giusta nemesi che ripaga torti subiti e certamente da subire.
Non c'è quindi alcuna contraddizione nel ritenere fondamentale l'identità (è quello che siamo, o meglio, è quello che stiamo diventando in ogni istante della nostra vita senza esserlo mai, poiché solo all'ultimo istante lo saremo, forse) ma abominevole l'etichetta che è cosa diversa. L'etichetta (musulmano, cristiano, ateo, africano e via dicendo) è una parte dell'identità assunta come tutto di quell'individuo, quindi non è l'identità, ma la sua contraffazione di comodo, è violenza sull'identità, anche quando a compierla siamo noi stessi pensando di definirci insieme per avere la forza dell'insieme. L'etichettatura dell'altro esige la nostra etichettatura, quindi la violenza compiuta sull'identità dell'altro è sempre violenza che compiamo su noi stessi. Certo, che tutti abbiamo in noi la possibilità di commettere questa violenza distruttiva e autodistruttiva, l'Africano, come l'Europeo, io e Maakouf compresi, e quindi è vero, la si vede prima di tutto in se stessi, fa parte del modo di essere dell'umano, ma la diversità sta nel rendersene conto, quindi nel prenderne le distanze, nel capire che  "Quella che riduce l'identità a una sola appartenenza", pur agendo in tutti, compresi noi stessi, ha conseguenze tremende sulle nostre esistenze e, soprattutto oggi, sull'esistenza della intera comunità umana. Quindi, se ce ne rendiamo conto potremo regolarci di conseguenza per mantenere sempre l'apertura nell'incontro inevitabile, che come dici, pone dei limiti, ma in cui nessun limite è invalicabile, nessun limite chiude e conclude, al contrario ogni limite fa apparire il suo oltre limite, ogni limite è solo un punto di partenza e quello che siamo sarà diverso e questo diverso è proprio quello che siamo, ma anch'esso con il suo limite e così via.
L'alternativa è solo volere la morte. Morte di ogni altro, ossia morte di se stessi, riassunti in etichette come zombie mutilati che, affamati di vita, possono vivere solo del loro odiarsi e del loro annientarsi.

Grazie maral....questo si che e' confrontarsi.
Hai ragione...dice "quella" che sottintende appunto l'etichettatura...e l'identità con l'etichetta non centra appunto niente ed e' pure quello che sottolineavo io dall'inizio e mi era sembrato invece che sull'identità fosse interpretata solo come la causa delle cose peggiori che ne possono venir fuori..e questo pericolo come e' facile riscontrare esiste ma non per questo va eliminata l'identita (o l'illusione di poterla eliminare) che sarebbe, forse all'opposto,un altrettanto grave errore
Ed e' anche su questo che concentravo le mie riflessioni sull'argomento.
si, l'identita cambia,perche tutto cambia in continuazione ma nello stesso tempo credo non possono non esserci punti "fissi" di riferimento su cui ci si dovrebbe sempre orientare..per non perdere la bussola...e proprio per la stessa identita che altrimenti non potrebbe esser nemmeno più tale...insomma in altri termini se esiste il movimento, o il mobile, e' perché si relaziona all'immobile e viceversa...cosi come il limite all'illimitato..senza l'uno viene meno pure l'altro.

CitazioneLa società non è già più gassosa, Acquario, è nell'etere.

Io li vedrei benissimo come sinonimi..e forse come ho detto appena sopra, se tutto e' diventato gassoso e' proprio perché a un certo punto e' venuto meno quel rapporto tra il fisso e il mutevole.

maral

Citazione di: acquario69 il 02 Luglio 2017, 12:56:20 PM
l'identita cambia,perche tutto cambia in continuazione ma nello stesso tempo credo non possono non esserci punti "fissi" di riferimento su cui ci si dovrebbe sempre orientare..per non perdere la bussola...e proprio per la stessa identita che altrimenti non potrebbe esser nemmeno più tale...insomma in altri termini se esiste il movimento, o il mobile, e' perché si relaziona all'immobile e viceversa...cosi come il limite all'illimitato..senza l'uno viene meno pure l'altro.[/font][/size]
Sì, dobbiamo tenere dei punti fissi di riferimento (o forse sono i punti fissi che ci tengono), altrimenti il cammino si perde. Ma questo vale per ognuno. E i punti fissi non sempre coincidono, occorre prenderne atto. Come occorre prendere atto del fatto che oggi, proprio perché siamo nell'etere, o nella società gassosa (come dici), non è più possibile recintarsi dentro quella nicchia solida dove è solo il mio punto fisso a valere.
E allora ne consegue che dovremmo imparare a spiegarci l'un l'altro, a chiarire all'altro perché quel punto fisso per me (per noi) è così fondamentale, sperando che l'altro mi ascolti e mi comprenda senza limitarsi a giudicare dal suo punto fisso che rigetta a priori il mio in nome di un'etichetta e viceversa. Dobbiamo predisporci a sentirci ascoltatori in cerca di ascoltatori.
In questo confronto allora sarà possibile modularsi gli uni agli altri senza rinnegarsi. Poi magari si arriverà a vedere che quei punti fissi non erano poi così fissi, che vengono a palesarsene di altri che ci appartengono e che possono fare da riferimento a quello che siamo, mutandoci, ma restituendoci sempre l'integrità di noi stessi, la nostra individualità unica, che non è per se stessi, ma per l'altro che accade e quindi anche per se stessi.

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