Interruzione della prescrizione.

Aperto da Eutidemo, 04 Novembre 2018, 07:38:42 AM

Discussione precedente - Discussione successiva

Eutidemo

Il Movimento 5 Stelle ha presentato alla Camera un emendamento al ddl anticorruzione che prevede l'interruzione della prescrizione dopo il primo grado di giudizio; al riguardo, prima di esprimere una opinione circa tale iniziativa, secondo me è opportuno dare un'occhiata ai dati (sebbene quelli che ho trovato non siano aggiornati al 2018).
1)
In primo luogo, è da rilevare che la maggior parte dei procedimenti si conclude con una sentenza di merito, e non per prescrizione, con la quale terminano circa il 10% dei processi (percentuale comunque troppo alta), come dalla seguente prima immagine.

2)
In secondo luogo, è da rilevare che la maggior parte dei processi si conclude per prescrizione, PRIMA del primo grado di giudizio, come dalla seguente seconda immagine.

3)
In terzo luogo, è da rilevare che la maggior parte dei processi che si concludono per prescrizione, riguardano i reati di abuso d'ufficio, corruzione, concussione, malversazione, i reati societari e quelli di truffa, come dalla seguente terza immagine.

4)
Le maggiori percentuali di prescrizione per i reati economici e di corruzione, sono in aumento negli ultimi anni, come dalla seguente quarta immagine.

5)
L'Italia è uno dei Paesi europei in cui è maggiore il costo medio di un processo come dalla seguente quinta immagine.

***********************************
Quali conclusioni trarre da tali dati?
In via di prima analisi, e salvo ulteriori successive riflessioni ed approfondimenti, a mio sommesso parere, in prima battuta, sembra che possano evincersi due cose:
A) Il fenomeno della prescrizione dei reati, considerato complessivamente, è, sì,  "rilevante" ma non "devastante" come proclamato da alcune parti politiche.
B) Considerato, invece,  in relazione alle diverse percentuali per tipologia di reato,  tale fenomeno è effettivamente "devastante", in quanto  induce a pensare, sia pure solo indiziariamente, che chi ha più denaro (magari proveniente proprio dai reati commessi, che, per loro natura, sono molto lucrosi) può pagarsi avvocati più abili che li traggano d'impaccio:
- o con sentenze di assoluzione;
- ovvero, se proprio non è possibile, almeno con la prescrizione del reato.
                                  ***
Poi, ovviamente, oltre ai "ricchi" che, comprensibilmente, possono pagarsi i migliori avvocati per evitare la galera ed i migliori medici per evitare la bara, ci sono anche certi "politici", che se la cavano alla grande dai loro processi, modificando a loro favore addirittura le leggi in base alle quali i magistrati dovrebbero giudicarli; così come, per esempio, un certo signore di cui non faccio il nome, e che, su 25 processi subiti, l'ha fatta franca sei volte per prescrizione, due volte per amnistia, e due volte per depenalizzazione a posteriori del reato commesso. ;)
Chapeau! 8)

sgiombo

La bara non se la può evitare (ma ai massimo procrastinare) nemmeno quel "signore" (infatti si dice -leggenda metropolitana? Comunque realistica, data la megalomania del personaggio-  che abbia fatto costruire un faraonico e un po' tragicomico mausoleo nella villa carpita alla vedova).

Eutidemo

Come al solito Sgiombo ha ragione! ;)
Ed infatti, la principale differenza tra un avvocato ed un medico, è che:
- l'avvocato, qualche volta, riesce a salvare il suo cliente dalla giustizia umana;
- il medico, invece, non riuscirà mai a salvare il suo cliente dalla giustizia divina; al massimo, potrà solo riuscire ad ottenere un breve differimento dell'inevitabile sentenza! :D
Detto questo, però, circa il fatto che determinati reati si prescrivono più facilmente di altri, bisogna anche considerare che:
- i reati di tipo economico, essendo meno gravi di quelli relativi all'incolumità delle persone (per es.l'omicidio), hanno ovviamente termini prescrizionali più brevi;
- i primi sono molto pià numerosi dei secondi, i quali, per giunta, hanno giustamente la priorità nella "scaletta" dei processi.
Per cui, il giudizio da me precedentemente espresso, andrebbe rettificato alla luce di dati più dettagliati; che, però, non sono ancora riuscito a trovare! :(

anthonyi

Eutidemo, perché ce l'hai tanto con i "poveri" azzeccagarbugli. E' dai tempi del Manzoni che quelli campano salvando i criminali dalla galera. Se dovessero rassegnarsi a salvare solo gli innocenti dalla galera sarebbero alla fame.

Eutidemo

Citazione di: anthonyi il 05 Novembre 2018, 08:04:30 AM
Eutidemo, perché ce l'hai tanto con i "poveri" azzeccagarbugli. E' dai tempi del Manzoni che quelli campano salvando i criminali dalla galera. Se dovessero rassegnarsi a salvare solo gli innocenti dalla galera sarebbero alla fame.

Secondo me, occorre distinguere due ben diversi possibili comportamenti degli avvocati difensori. ;)
                                   ***  
Il primo comportamento, che è sicuramente reprensibile, è quando essi incorrono in vere e proprie "slealtà processuali" per favorire i propri clienti, siano essi colpevoli o innocenti.
Come ad esempio:
- la sottrazione dal proprio fascicolo di un atto o documento, già acquisito al processo, che possa avvantaggiare la controparte; 
- l'affermazione di fatti contrari al vero; 
- la tardiva produzione di documenti; 
- la sleale richiesta al giudice, da parte del difensore, di un rinvio affermando di essere già d'accordo con il difensore avversario, assente all'udienza.
Se commettono tali "slealtà", invero, gli avvocati che si comportano così, potrebbero incorrere nel Dispositivo dell'art. 88 Codice di procedura civile, il quale prevede che il Giudice -se se ne accorge-, debba informare il Consiglio dell'ordine di appartenenza dell'avvocato che pone in essere tali comportamenti scorretti, il quale, verificata la sussistenza della trasgressione alle regole della deontologia professionale, applicherà le relative sanzioni disciplinari. 
Come detto, tali "slealtà processuali" vengono punite (se scoperte) sia  che i clienti siano infine riconosciuti colpevoli siano che vengano riconosciuti  innocenti.
                                   ***
Diversamente, se un avvocato si comporta in modo processualmente leale, non solo è perfettamente LECITO, ma, anzi, è DOVEROSO che lui debba fare di tutto:
- per far assolvere il proprio cliente, anche se  sa che è colpevole;
- se ciò non è possibile, per fargli irrogare il minimo della pena (mettendo in rilievo le eventuali circostanze attenuanti).
Nel primo caso, per esempio, l'avvocato potrebbe eccepire che l'imputato aveva confessato la sua colpevolezza nell'ambito di un interrogatorio irregolare (per esempio, essendo stato sottoposto a tortura), mentre, nel secondo caso, l'avvocato potrebbe eccepire che l'imputato aveva commesso il delitto a seguito di una grave provocazione della vittima; ma sono solo esempi molto semplicistici, tanto per rendere l'dea. :)

anthonyi

Eutidemo, il 3D parla di prescrizione, cioè all'azzeccagarbugli basta perdere tempo e la prescrizione si avvicina con l'ulteriore vantaggio per lo stesso che più dura il processo, più l'azzeccagarbugli guadagna. Sul rispetto delle regole da parte degli stessi, poi, nella mia vita sono stato testimone diretto o indiretto di tante di quelle illegalità da parte di coloro che dovrebbero aver culto della legge che mi domando chi sia da ritenere più criminale tra il difensore e il difeso.
Santa Margherita da Cortona, in una visione, venne informata da Gesù di quelle che erano le categorie di dannati che erano nei posti più profondi dell'inferno, nella lista non c'erano assassini e stupratori, tutte le categorie avevano a che fare con l'abuso di situazioni legali, e tra queste gli avvocati che tradivano la rappresentazione della verità nel giudizio (Cioè facevano assolvere colpevoli o condannare innocenti).

Eutidemo

Ci sono avvocati disonesti, come ci sono anche ingegneri criminali che fanno crollare i ponti, o medici criminali che operano senza motivo solo per battere cassa.
https://www.ilfattoquotidiano.it/2012/03/07/medico-criminale/196054/
Per non parlare delle altre categorie, a cominciare da quelle più note: i politici e gli amministratori di condominio ;D
Però, non esistendo statistiche al riguardo, io non generalizzerei, mettendo sotto accusa una categoria più di un'altra!
                                                              ***
Il problema sostanziale della prescrizione, in verità, è duplice:
- teorico, in quanto una interruzione della prescrizione "sine die" urterebbe contro i più elementari principi del diritto;
- pratico, in quanto una interruzione della prescrizione "sine die", potrebbe comportare un ulteriore prolungamento dei già biblici tempi processuali, con il rischio di essere inquisiti a vent'anni, ed essere assolti o condannati ad ottanta (se l'imputato non è già morto nel frattempo), perchè i giudici non avrebbero più lo stimolo a fissare le udienze.
D'altro canto, però, è insopportabile che, attualmente, chi è in grado di pagarsi un bravo avvocato, sia in grado di cavarsela ricorrendo al nostro attuale meccanismo della prescrizione; d'altro canto, anche abolendo la prescrizione, gli avvocati senza scrupoli tirerebbero lo stesso per le lunghe i processi, nella speranza che la sentenza di condanna intervenga quando l'imputato è diventato ormai talmente vecchio, da non poter più essere recluso (oppure è morto di malattia o vecchiaia), ovvero in attesa della prossima amnistia o del prossimo indulto.
Le cose non sono così semplici! ::)
Sinceramente, una soluzione ottimale proprio non mi viene in mente, salvo, forse, una via di mezzo, e, cioè:
- interrompere la prescrizione non appena la procura interroga l'indagato, e/o gli comunica che sono in corso indagini contro lui; 
- farla però ripartire da capo da tale momento, senza più possibilità di ulteriori interruzioni.
Tuttavia, non sono sicuro che sia un sistema che possa davvero funzionare (in Italia). ::)

anthonyi

Eutidemo, entrando nel merito della situazione politica attuale, la soluzione che vuole M5s è più che ragionevole, la prescrizione si blocca al processo di primo grado. Infatti non è che puoi dire che l'iter processuale è troppo lungo se sei stato già condannato e sei tu che hai deciso di allungare l'iter facendo ricorso. Nella gran parte dei paesi mi risulta che la prescrizione si blocca dopo il primo giudizio, e in più di uno il primo giudizio è considerato quello definitivo.

Jacopus

Fra le tante scemenze proposte dai 5s, questa della interruzione della prescrizione contiene una sua ragionevolezza. Come dice Eutidemo le cose però non sono così semplici. Conosco l'ambiente giudiziario e piuttosto che intervenire sulla prescrizione, un'arma a doppio taglio, bisognerebbe assumere il personale giudiziario che è estremamente ridotto. Se un cancelliere deve notificare 30 atti al giorno oltre all'ord. amministrazione è plausibile che sbagli qualcosa con conseguente nullità dell'atto e rinvio.
Ci si concentra sul diritto penale ma non si sottolinea mai abbastanza che una delle cause dei mancati investimenti in Italia risiede proprio nei tempi biblici necessari alla giustizia civile. Recentemente sono stati inseriti come operatori giudiziari 40-50 enni provenienti dalla Croce Rossa (privatizzata). Ovviamente l'altro punto da tener presente è il controllo su questi operatori e sul livello di produttività, poiché spesso la scarsità di personale viene venduta come comodo alibi.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Ipazia

Citazione di: anthonyi il 06 Novembre 2018, 12:47:12 PM
Eutidemo, entrando nel merito della situazione politica attuale, la soluzione che vuole M5s è più che ragionevole, la prescrizione si blocca al processo di primo grado. Infatti non è che puoi dire che l'iter processuale è troppo lungo se sei stato già condannato e sei tu che hai deciso di allungare l'iter facendo ricorso. Nella gran parte dei paesi mi risulta che la prescrizione si blocca dopo il primo giudizio, e in più di uno il primo giudizio è considerato quello definitivo.
Demenziali i tre gradi di giudizio italiani: spreco di risorse, bengodi per la casta degli avvocati e impunità garantita ai delinquenti ricchi, salvo rare eccezioni. La proposta M5S è l'unica che in questa situazione possa dare un minimo di credibilità alla giustizia italiana dove non solo la verità giuridica è morta, ma anche la sua decenza. Non a caso trova tanti oppositori in uno dei covi del malaffare nazionale, il Parlamento di nominati da mafie e lobbies di trafficanti ed evasori fiscali.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Jacopus

Ipazia@ mantenere un processo "sine die" non é del tutto indolore, oltre ad essere contrario ad uno dei cardini dello stato di diritto, la certezza dello stesso. Se si è innocenti, immagina che livello di stress per un processo che può teoricamente durare 20-30 anni. La soluzione migliore è quella di trovare soluzioni pragmatiche come depenalizzazione ( droghe leggere) e riti alternativi e accelerare l'iter del processo. Soluzioni costose sia in termini economici che in termini di consenso ma molto più efficaci di questa soluzione scelta ad hoc per solleticare le pance e apparentemente a costo zero.
La definitivita' dopo il secondo grado potrebbe essere un'alternativa valida. La pena si esegue. Ma in questo caso occorre migliorare i l'organizzazione dei tribunali nel loro complesso onde evitare che intervengano successivamente sentenze della cassazione che annullino le precedenti condanne.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Ipazia

La soluzione migliore sarebbe abrogare un grado di processo e ammettere al secondo grado definitivo solo cause filtrate in cui si siano riscontrati palesi errori nel primo grado. Sai quanti giudici liberi e quanto accorci la durata del processo ! Ma siamo nel paese in cui si è istituito lo "Stato di diritto a delinquere" da almeno un quarto di secolo, che sui tre gradi di giudizio ci razzola assai. Per cui so già che non si farà nulla nemmeno sul lato della prescrizione.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Eutidemo

Citazione di: anthonyi il 06 Novembre 2018, 12:47:12 PM
Eutidemo, entrando nel merito della situazione politica attuale, la soluzione che vuole M5s è più che ragionevole, la prescrizione si blocca al processo di primo grado. Infatti non è che puoi dire che l'iter processuale è troppo lungo se sei stato già condannato e sei tu che hai deciso di allungare l'iter facendo ricorso. Nella gran parte dei paesi mi risulta che la prescrizione si blocca dopo il primo giudizio, e in più di uno il primo giudizio è considerato quello definitivo.

Non è così: in Germania, per esempio, fanno come ho detto io ;)

Eutidemo

Sempre restando in tema, in ordine alla faccenda dell'interruzione della prescrizione, mi pare che nessuno abbia ancora rilevato che l'art. 111, comma 2, della Costituzione stabilisce che la legge deve assicurare "la ragionevole durata" di un processo; per cui, secondo me, un processo che resti "pendente per sempre", non è costituzionalmente concepibile.
Ed invero, interrompere la prescrizione del reato con l'inizio del processo o di una sua determinata fase (per esempio, dopo la sentenza di primo grado, secondo l'emendamento 5 stelle), vedrebbe l'imputato 
esposto al rischio di una protrazione indeterminata (o addirittura "infinita) dei tempi del processo; il che, appunto, sarebbe incostituzionale, oltre che palesemente iniquo.
                                      *** 
Semmai, un rimedio agli attuali abusi del ricorso alla prescizione, potrebbe essere quello di convertire la "prescrizione del reato", nel momento stesso in cui viene interrotta, in "prescrizione del processo", articolata fase per fase, secondo termini di durata massima che tengano ragionevolmente conto delle esigenze di accertamento; superati quei termini, il giudice dovrebbe dichiarare, con sentenza di non doversi procedere, l'estinzione del processo. 
                                       ***
Però è anche vero che, di fronte all'obbligatorietà dell'azione penale, risulterebbe un po' contraddittorio, prevedere un'estinzione del processo per decorso del tempo che operi in alternativa alla prescrizione del reato.
Occorre però anche considerare che, a mio avviso, si dice un po' impropriamente che, estinto il reato, si estingue anche il processo; ed infatti , a voler essere proprio esatti, il processo non si estingue in quanto tale, ma si conclude con una sentenza che dichiara l'estinzione del reato.
 E, in tal caso, a ben vedere, l'estinzione del reato conseguente alla prescrizione, non è che abbia impedito ogni accertamento del merito, dovendo il giudice prioritariamente verificare se l'imputato non debba essere assolto perché non ha commesso il fatto, il fatto non sussiste o non costituisce reato.
Per cui, sebbene il codice preveda, per l'estinzione del reato, una "sentenza di non doversi procedere", secondo me non si tratta di una "improcedibilità" nel senso proprio della parola, perché, se fosse tale, impedirebbe qualsiasi accertamento di merito; che, invece, come osservavo sopra, secondo me comunque sussiste.
                                 ***
Per cui, a mio parere, considerata la tripartizione delle sentenze:
- di improcedibilità;
- di proscioglimento;
- di condanna
la sentenza che dichiara l'estinzione del reato per prescrizione, appartiene a pieno titolo alle seconde e non alle prime.
La questione è comunque controversa,  perchè, sulla natura sostanziale della prescrizione si è pronunciata la Corte cost. ordinanza n. 24 del 2017, mentre, a favore della natura processuale è, invece, orientata la Corte di Giustizia (Grande Camera, 8 settembre 2015, Taricco, n. C-105/14). 
Ad ogni modo, seguendo l'esegesi che ritengo preferibile, il problema potrebbe essere risolto senza ledere l'art.111 della Costituzione, e, nel contempo, evitando un ricorso abusivo all'attuale istituto della prescrizione. ;)
                                        

Eutidemo


Discussioni simili (5)