In tivù "suicidologia", "profili personali". Quali rapporti scienza-tecnica?

Aperto da PhyroSphera, 04 Febbraio 2025, 10:09:25 AM

Discussione precedente - Discussione successiva

PhyroSphera

Ultimamente su Rai Uno da Gigi Marzullo psichiatria e psicologia, rispettivamente con suicidologia e profili personali.

Un medico psichiatra che si confessava assieme a tanti suoi colleghi, ammettendo di essersi intromesso fin dentro le case per diagnosi e cure e specificando che còmpito del medico non è occuparsi di suicidi ma di quanto dietro ad essi, senza però aggiungere con sufficiente chiarezza che dietro vi potrebbe essere tutt'altro che un oggetto di interesse medico.

Una psicologa che affermava di non esserci sempre possibilità di ricorrere alla psicoterapia al posto degli psicofarmaci, dipendendo la cosa dal "profilo" della persona... senza spiegare a tutti cosa precisamente intendesse e soprattutto senza specificare (forse ignorandolo) che si può agire su profilazione personale e Sé sociale.

Sullo sfondo, emarginati: filosofi ed assistenti sociali.
Definire una impossibilità e ricorrere alla farmacologia ignorando l'opportunità dell'approccio sociologico, dando di fatto l'idea criminale che alcune persone siano adatte ai drogaggi ed altre a benefici percorsi psicoterapeutici; manifestare ambigui interessamenti al destino altrui, come se il medico potesse fare da consulente in merito a scelte ragionate e decisioni impulsive, tutto questo è una aberrazione che si spiega così:
- non si vuole ammettere, del tutto o in parte, che neppure le discipline logico-scientifiche, anche quelle non rigorose perché scarsamente connotabili come la "suicidologia" (di nuova formazione, proprio in Italia), sono in sé stesse mediche, bensì possono essere utilizzate dal medico ma rispettando i propri limiti e quelli delle discipline stesse;
- non si vuol comprendere, completamente o parzialmente, che la psicologia non va utilizzata in competizione e ad esclusione delle altre rigorose discipline scientifico-logiche, quali la sociologia, giacché una tale apertura consente anche di continuare coi metodi e le prassi psicologiche, senza alcuna necessità di abbandonare il prossimo a rimedi insufficienti e limitanti.

Si tratta di pensare la dimensione della tecnica in distinzione da quella scientifica; la medicina è tutta interna alla prima, la psicologia invece è interna alla seconda ma la psicoterapia appartiene anch'essa alla prima. Quindi si tratta di non assolutizzare le logiche scientifiche - senza sopravvalutare e fraintendere multidisciplinarità e interdisciplinarità e utilizzandole per evitare il corto circuito tra una applicazione tecnica e la scienza da cui essa deriva.
In pratica: collaborazioni scientifiche senza confusioni scientiste, limitazioni all'intervento medico e rimedi medici appropriati, in corrispondenza coi problemi da risolvere.

N. B.
Non c'è dubbio che se correttamente intese suicidologia e profili personali sono riferimenti utili, che possono distruggere i pregiudizi e le prevenzioni anziché favorirne.


MAURO PASTORE

Discussioni simili (5)