In pensione dopo 41 anni di lavoro e/o quota 102?

Aperto da Freedom, 17 Settembre 2020, 20:00:28 PM

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Freedom

Visto che sta esaurendosi l'"esperimento "quota 100" è ripreso il dibattito sulla riforma delle pensioni. Le ipotesi sul tavolo sono due:
a) quota 102 cioè 64 anni di età con 38 di lavoro.
b) 41 anni di lavoro indipendentemente dall'età.

Pensione anticipata con 41 anni di contributi. Ipotesi dopo Quota 100 - Corriere.it

Pensioni, da opzione 41 a Quota 102: le ipotesi per lasciare il lavoro a 64 anni - Corriere.it

Cosa ne dite, si può fare?
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

viator

Salve freedom. Forse si può fare, forse no. Non dipende nè dal Governo, nè dal Parlamento nè dall'INPS.

Queste notizie e questi esercizi statistici fanno parte della demagogia del futuribile. Sapessi che gli frega alla nostra "classe politica" di quello che succederà fra dieci anni. Il poter fare contabilmente (leggere : concretamente) dipenderà dal Covid (se questo dovesse ripulire il pensionariato di qualche centinaia di migliaia di soggetti) e dal PIL in combinazione con il debito pubblico (dicono che gli Stati non possono fallire, ma qui stiamo parlando del Paese di Pulcinella, non di uno Stato).
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

anthonyi


Sembra che il deficit/PIL sarà quest'anno circa del 10 %, l'anno prossimo forse si ridurrà alla metà, poi scadrà la sospensiva sul fiscal compact per cui il nostro deficit tra due anni dovrà rientrare credo entro il 2 %. Oltretutto, piano piano, bisognerà cominciare a rimborsare il recovery fund. Non credo ci sia spazio per mantenere, anche parzialmente, gli interventi fatti dal governo del rinnovamento.

Dante il Pedante

Penso che si dovrebbe andare in pensione in base al tipo di lavoro. Al minatore dovrebbero bastare( e avanzare ) 10 anni e poi, via via, sempre di più fino al dirigente e al manager che non dovrebbero proprio prenderla  >:(
Padrone dacci fame, abbiamo troppo da mangiare.La sazietà non ci basta più. Il paradosso di chi non ha più fame,ma non vuol rinunciare al piacere di mangiare.(E. In Via Di Gioia)

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