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Il valore di un uomo

Aperto da Jacopus, 31 Agosto 2021, 17:34:26 PM

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Ipazia

Restando "complottista", le quote rosa in politica dimostrano soltanto che la politica politicante non conta un picchio nel fantastico mondo del liberal-liberismo. Più difficile trovarle dove operano oligarchicamente i padroni del mondo, laddove si fa politica vera e si elaborano e programmano i destini altrui.

Che il trend sia verso una parificazione è probabile. Aiuta pure la grande confusione sotto il cielo dei generi (però l'utero rimane dirimente al di là di tutte le fole).

Dubito che distopie di ritorno al focolare domestico,  latomie e clave siano dietro l'angolo, lasciando comunque al maschile il privilegio della muscolatura classica (fatta salva la palestra, dove sia accessibile pure alle donne).

Per quella cerebrale una donna deve valere il doppio di un uomo e lo sa. A parità,  rimane un umano dimezzato o una baiadera, non solo nella giurisdizione islamica.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Alexander

Buongiorno a tutti


Si dovrebbe, da qualche parte, in qualche borgata perduta tra i monti, quasi nascosta tra le fronde, fare una targa commemorativa anche per tutti gli uomini vittime delle donne. Uomini uccisi , giorno dopo giorno, dalla mancanza di qualunque sorriso, da pretese continue, dall'insofferenza della loro donna, dalla mancanza di rispetto, magari perché hanno perso il lavoro o portano pochi soldi a casa. Le donne vittime delle esplosioni di violenza maschili finiscono sui media, ma gli assassinati, avvelenati giorno per giorno dall'indifferenza femminile, non meriterebbero una simile targa, piccola, economica e nascosta da qualche parte?

anthonyi

Citazione di: Alexander il 02 Settembre 2021, 09:17:50 AM
Buongiorno a tutti


Si dovrebbe, da qualche parte, in qualche borgata perduta tra i monti, quasi nascosta tra le fronde, fare una targa commemorativa anche per tutti gli uomini vittime delle donne. Uomini uccisi , giorno dopo giorno, dalla mancanza di qualunque sorriso, da pretese continue, dall'insofferenza della loro donna, dalla mancanza di rispetto, magari perché hanno perso il lavoro o portano pochi soldi a casa. Le donne vittime delle esplosioni di violenza maschili finiscono sui media, ma gli assassinati, avvelenati giorno per giorno dall'indifferenza femminile, non meriterebbero una simile targa, piccola, economica e nascosta da qualche parte?
Ciao Alexander, le tue non sono parole politically correct, in questo mondo di retorica a favore del l'emancipazione femminile.
Ma in queste parole c'è del vero, almeno a mio parere.
Nella gran parte delle società umane il potere è sempre stato maschio, ma poi ogni maschio vive una relazione diretta con una femmina rispetto alla quale è spesso soccombente dal punto di vista psicologico.
Colui che ci ha creato ha fatto una sorta di compensazione, al maschio la forza bruta, alla femmina la forza psicologica della stabilità delle proprie convinzioni, che, nel confronto col maschio, vince.

Ipazia

#18
Il "complottismo" (comploddo, gomblotto, gombloddo,...) non mi ha mai convinta. Solitamente chi chiama "al lupo, al lupo, complottista" è lui il lupo. I padroni considerano complottista la lotta di classe, i maschilisti ritengono complottista il femminismo, ...

"Complottista" è spesso sinonimo di boccalone ignorante, quando invece il complottismo reale richiede menti fervide di intelligenze superiori. Come il complottismo satanico su cui si sono fondate ideologie dal successo millenario. Ideologie che vanno sorrette da organizzazioni sociali complesse e pervasive come le religioni. O, in campo laico, esempi come il "complotto dei savi di Sion" che ha alimentato l'antisemitismo.

Chi vede solo complottismi nei propri avversari solitamente è un complottista che crede al complotto dei complottisti. Insomma, un gatto che si morde la coda
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Ipazia

Sull'indifferenza femminile è stato scritto pure un libro commemorativo.
Al di là della battuta, c'è molto da lavorare sulla psicologia umana e su quella maschile in particolare, orfana di dei, mamme, riposi del guerriero e guerre, che non sono più quelle di una volta.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

InVerno

Citazione di: Ipazia il 02 Settembre 2021, 13:37:14 PM
Chi vede solo complottismi nei propri avversari solitamente è un complottista che crede al complotto dei complottisti. Insomma, un gatto che si morde la coda
Per complotto intendo una teoria con determinate premesse... per esempio giustificare il fatto che la letteratura scientifica chiaramente mostri altri risultati da quelli che si vanno sostenendo, come il prodotto di una sezione della società coalizzata per ingannarne un altra, in questo caso sarebbe il "patriarcato" a inquinare sistematicamente la letteratura, implicitamente o esplicitamente, generando dei cosidetti "paradossi" (v. paradosso nordico) che paradossi sono solamente per chi non vuole accettare i risultati della ricerca, per tutti gli altri è tutto perfettamente logico. Teoria del complotto nel senso di teoria che tenta anzichè di rendersi falsificabile dimostrandosi, di rendersi infalsificabile per sorreggere un ideologia dogmatica. Io non ho mai sostenuto che chi non è d'accordo con me, non lo è perchè indottrinato da un associazione a delinquere di stampo sessista, ho idee molto più semplici sul perchè questo avvenga, principalmente collegate con il tempo che ho speso per ricercare la vicenda.

Ps. Ieri Benigni, premiato per qualcosa di cinematografico, ha ricordato alla platea che "se qualcosa ha preso il volo è stato grazie a te" riferendosi alla moglie. Non è disgustoso che nel 2021 qualcuno veda ancora la donna come colei che catalizza i voli pindarici degli uomini, mentre essi ricevono tutta la gratitudine sul palco? Un terribile esempio di sessismo che è passato inosservato anche agli occhi più scaltri. Il problema non è che esistono "motti rorschach" come dice Phil, ma che l'ideologia trasforma tutto il mondo in un rorschach.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Ipazia

Grazie InVerno per il tempo che hai speso per spiegare la tua posizione. Purtroppo il patriarcato esiste da più tempo della letteratura scientifica per cui è più probabile che i modelli valoriali in essere, da analizzare con cura, siano imprintati a tale arcaico modello sociale al netto di qualsiasi bias complottista.  La falsificazione è un buon metodo di asseverazione, ma quanta della spacciata scienza vi si sottomette onestamente, senza trucchi e senza inganni ? Non è che forse anche il plusvalore muscolare maschile è stato dopato nel corso della civilizzazione (non della selezione naturale) dalla reclusione femminile nel ruolo fisicamente distruttivo di vacca fattrice, escluse pochissime eccezioni come Sparta nei suoi bei tempi andati ?

Io escludo il complottismo dal mio repertorio critico perché cerco di decostruire il "complotto" nelle sue motivazioni e facendo ciò trovo più stimoli conoscitivi che superstizione e delirio. Sarà un tarlo da filosofi, ma pure Galileo fu complottista rispetto alla "scienza" del suo tempo.

Benigni è una viscida figura ripugnante. Anche il modello "riposo del guerriero" si è miserabilmente involuto.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

anthonyi

Citazione di: InVerno il 03 Settembre 2021, 07:17:34 AM


Ps. Ieri Benigni, premiato per qualcosa di cinematografico, ha ricordato alla platea che "se qualcosa ha preso il volo è stato grazie a te" riferendosi alla moglie. Non è disgustoso che nel 2021 qualcuno veda ancora la donna come colei che catalizza i voli pindarici degli uomini, mentre essi ricevono tutta la gratitudine sul palco? Un terribile esempio di sessismo che è passato inosservato anche agli occhi più scaltri. Il problema non è che esistono "motti rorschach" come dice Phil, ma che l'ideologia trasforma tutto il mondo in un rorschach.
Benigni voleva solo rendere omaggio alla compagna della sua vita, non credo si rivolgesse alle altre donne.
C'è un modo di vedere la realtà differente dal sessismo (che sia maschilismo o femminismo), un modo per il quale ci sono gli uomini, ci sono le donne, e poi ci sono le coppie, cioè uomini e donne uniti nella sorte e nel ruolo sociale, che dimostrano che i sessi possono convivere, senza nessuna necessità di entrare in competizione l'un con l'altro.
Come ho già spiegato, nel rapporto di coppia la figura femminile è normalmente dominante, perché dotata di una maggiore forza e stabilità psicologica, e il fatto che il ruolo del maschio abbia spesso una maggiore visibilità sociale è elemento di riequilibrio rispetto a questo. Riequilibrio anche nel senso di sostenere anche questa visibilità sociale.
Si dice che spesso dietro un grande uomo, c'è una grande donna, e io questo lo condivido, ma in un senso anche più forte, perché secondo me è difficile essere un grande uomo se non si ha il sostegno e l'armonia con una grande donna.
Non è vero il contrario, perché mentre la donna può bastare a se stessa, anche acquisendo ruoli di grande responsabilità, l'uomo senza il sostegno di una donna può perdersi.


InVerno

Citazione di: Ipazia il 03 Settembre 2021, 09:02:22 AM
Non è che forse anche il plusvalore muscolare maschile è stato dopato nel corso della civilizzazione (non della selezione naturale) dalla reclusione femminile nel ruolo fisicamente distruttivo di vacca fattrice, escluse pochissime eccezioni come Sparta nei suoi bei tempi andati ?
Grazie a te per la risposta. La mia opinione: tra determinismo biologico e determinismo sociale, tertium datur, basta non inventare false dicotomie e le diverse concause si possono tranquillamente elencare. Dai per scontato che il patriarcato esista perchè qualcuno ne parla, ma prendendo ad esempio il libro "Maschi demoniaci" (che ho scelto perchè spero sia l'ultimo libro sulla faccia della terra che possa essere accusato di "apologia del patriarcato", ma mai dire mai) i coautori sostengono che ciò che normalmente viene chiamato "matriarcato" sia in realtà una variante sui generis di un unico sistema di equilibrio (che senso avrebbe chiamarlo "patriarcato", non avendo un controvalore femminile?) tra i sessi originatosi ai tempi dei bonobo, e le argomentazioni a riguardo sono la letteratura che i proponenti della teoria dovrebbero affrontare, non anedottica storica decontestualizzata o leggendo "Herland" di Perkins Gilman.
Sono io a mio agio con un livello tale di determinismo biologico? Io no, però, non mi risulta che qualcuno sia riuscito ad andare nemmeno vicino a provare il contrario, ovvero che sia tutto un costrutto sociale, anzi ogni volta sembra che venga ribadito l'opposto..
Come abbiamo "imparato" negli ultimi due anni, protezione e libertà non viaggiano sugli stessi binari, anzi probabilmente sono inversamente proporzionali. Dubito io forse che i maschi abbiano abusato del primato nella protezione sociale, per accappararsi vantaggi su altri esseri umani..? io no, dubito però che la motivazione principale di questi fenomeni sia una misoginia talmente arcaica da risultare quasi innata? Potrò forse io dimenticare che la preghiera mattutina di un ebreo, è ringraziare Dio per non averlo fatto nascere donna? Non è che ho gli "occhi foderati", ma la misura trasforma la medicina in veleno.

Tutti bravi, nel 2021, a costruire le piramidi all'età del bronzo in una società "egualitaria" (ammesso e non concesso che l'atto di costruire piramidi sia effettivamente desiderabile per una società), nel frattempo va ricordato che quando in Giappone decisero di far lavore le donne in miniera, nel giro di poco tempo un quinto di esse contrasse infezioni vaginali, e la restante parte interruppe l'ovulazione rendendosi infertile per via degli eccessivi sforzi, facendosi che l'esperimento fallisse velocemente. Già quel sessista di Platone, disse che nella Repubblica alle donne andavano dati lavori lievi, forse perchè sessista, o forse perchè conscio di ciò che la stragrande maggioranza delle società "patriarcali" conosce, ovvero che alle madri e alla prole va data priorità massima di protezione, e gli spendibili sono gli uomini, che ancora oggi, in assenza di qualcosa di tangibile per cui "spendersi", si suicidano in dieci volte il numero delle donne, senza che nessuno si metta ad urlare all'emergenza e a fare targhe, perchè appunto, considerati tradizionalmente "spendibili", da qualsiasi società umana (gli "strani vantaggi masochistici" che i "dominatori" proteggono alacremente nell'omertà mafiosa). In definitiva, e forse a conclusione, una citazione di Orwell che mi è sempre piaciuta: coloro che abiurano la violenza, possono farlo solamente sfruttando altri che commettano violenza al posto loro.

@Anthonyi, sono in gran parte d'accordo con te, e ti rispondo solamente per precisare che quello su Benigni era mio umorismo, di quello che non fa ridere.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Ipazia

#24
Il matriarcato non credo sia mai esistito. Il massimo beneficio che le donne hanno avuto dalle diverse civilizzazioni è stata una condizione di quasi parità come a Sparta. Nelle società meno ideologizzate patriarcalmente e più vicine allo stato di natura vi è stato un naturalissimo culto della fertilità che però non ha messo in discussione i ruoli tradizionali maschile-femminile. In ambito lavorativo le donne non sono mai vissute di rendita: contadine, tessitrici, cuoche, sarte, domestiche, governanti, ... si sono sempre fatte il mazzo e, finito di lavorare, la servitù aggiuntiva delle cure domestiche. Mettiamoci le gravidanze in serie ed a quarant'anni una donna era vecchia e da buttar via. Anche gli uomini invecchiavano prima, ma si era molto più generosi sulla rottamazione. Patriarcato appunto, che non ha nulla a che fare con lo stato di natura, con la biologia, ma si è consolidato per millenni nella citazione ebraica riportata. Mi pare che anche in area orientale vi siano simili giaculatorie maschiliste, condivise per secoli anche dalle madri gravide.

Oggi tutto questo non ha senso e sono crollate anche le differenziazioni di genere dotate di qualche legittimità naturale. Anche l'ultima specifica maschile, la guerra, ormai si combatte con dispositivi unisex in cui l'unico determinismo che conta è quello tecnologico. Lo stesso dicasi per i lavori pesanti e pericolosi in cui si è inventato ben più della lavatrice e dell'aspirapolvere per sgravare il peso di fatiche tradizionalmente maschili. Nelle miniere giapponesi citate non ci vanno più nemmeno gli uomini (che si ammalavano pure loro di malattie legate alla riproduzione oltre a quelle respiratorie ed ematiche) in quelle condizioni.

Il tasso di suicidi maschili è la prova più evidente che il patriarcato è esistito fino ad oggi e la sua crisi radicale, paragonabile a quella delle religioni - del resto sono due facce della stessa medaglia come islam, cristianesimo, induismo,... insegnano - ha presentato un prezzo da pagare molto più alto a chi ha perso potere che a chi, non avendo nulla da perdere, qualcosa ha guadagnato.

Benigni, indipendentemente dalle sue vicende sentimentali, è un viscido cortigiano. Vil razza dannata, come da aria celebre. In buona compagnia con miriadi di testimonial, influencer e lobbisti.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
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Jacopus

#25
Inverno. La tua, se mi posso permettere, è solo psicologia reattiva. Il matriarcato se davvero esistito (ma dubito) non è la risposta, così come non è la risposta la citazione di Orwell. Se le donne non sono adatte a fare lavori in miniera, questo non significa che non possano fare altri lavori meno faticosi. Io trovo del tutto irrazionale, soprattutto in un sistema che predica la libera concorrenza e la competitività, che molte professioni "non estrattive" e dove conta solo l'impegno, l'ingegno, le capacità, l'intelligenza, siano un appannaggio culturale di metà del genere umano. Forse i nostri muscoli sono un lasciapassare per considerarci più ardimentosi, svegli, lucidi e razionali delle donne? Il problema detto in spiccioli è uno solo. L'uomo maschio ha costruito, attraverso un lavoro culturale durato secoli, un insieme di credenze, di abitudini, di modi di fare, di impostazioni che vanno dai giochi alle posture delle gambe, che sinteticamente pùò essere definito: l'archetipo del razzismo al fine di uno sfruttamento di risorse, addolcito da più o meno riuscite oscillazioni sentimentali. Dulcis in fundo. Davvero basta con la donna-madre, madonna o puttana. Io voglio accanto una compagna di vita che condivida con me, alla pari il senso della vita. Non ho bisogno di una Diotima, consigliori e cortigiana. Direi che i tempi sono maturi e gli esempi talebani dovrebbero darci la forza per fare un balzo in avanti.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

anthonyi

Citazione di: Ipazia il 03 Settembre 2021, 18:13:49 PM

Il tasso di suicidi maschili è la prova più evidente che il patriarcato è esistito fino ad oggi
I suicidi maschili sono solo la prova della maggiore instabilità della psiche maschile.

Ipazia

Citazione di: anthonyi il 03 Settembre 2021, 20:07:27 PM
Citazione di: Ipazia il 03 Settembre 2021, 18:13:49 PM
Il tasso di suicidi maschili è la prova più evidente che il patriarcato è esistito fino ad oggi
I suicidi maschili sono solo la prova della maggiore instabilità della psiche maschile.
L'instabilità della psiche del sesso "forte" da cosa dipende ?
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

InVerno

#28
Citazione di: Ipazia il 03 Settembre 2021, 18:13:49 PM
Oggi tutto questo non ha senso e sono crollate anche le differenziazioni di genere dotate di qualche legittimità naturale. Anche l'ultima specifica maschile, la guerra, ormai si combatte con dispositivi unisex in cui l'unico determinismo che conta è quello tecnologico. Lo stesso dicasi per i lavori pesanti e pericolosi in cui si è inventato ben più della lavatrice e dell'aspirapolvere per sgravare il peso di fatiche tradizionalmente maschili. Nelle miniere giapponesi citate non ci vanno più nemmeno gli uomini (che si ammalavano pure loro di malattie legate alla riproduzione oltre a quelle respiratorie ed ematiche) in quelle condizioni.
Dici bene, oggi, il problema è che lo spettro delle teorie antropologiche dovrebbe essere leggermente più ampio dell'oggi. Con la stessa velocità con cui si è giunti alle innovazioni tecnologiche che hanno permesso materialmente l'emancipazione femminile, sono altrettanto velocemente giunti riconoscimenti formali dei diritti alle donne. Cento anni tra il suffragio universale maschile e quelle femminile, sono praticamente il tempo necessario per aspettare che muoia il nonno rompiballe, quello intento a pronunciare indicibili frasi sessiste alle figlie mentre gira il sugo, il temibile "ultimo dei patriarchi".
In realtà è bastato entrare in fabbrica, cioè partecipare attivamente allo sforzo bellico e alle necessità di protezione, per convincere gli uomini a garantire il voto alle donne. Se era possibile anche prima delle fabbriche, ci siamo persi qualche miracoloso intruglio rinascimentale, o hanno fatto sparire tutte le corazze con il reggipetto. Che la donna storicamente faccia lavori "peggio ricompensati" deriva da un semplice fatto, sono assenti del rischio della vita, così come la maggior parte dei lavori maschili oggigiorno, ma è ancora una volta consistente con il mondo animale, dove provvigione del cibo e prole nei mammiferi sono appannaggio femminile (le "mille mansioni" che elenchi), e la protezione, cioè l'attività mortale, principalmente maschile (Gilmour, 1990).

Dico questo per giustificare un qualche ritorno ad un mondo "naturale"? Ovvio che no, dico questo per screditare una teoria che ipotizza che lo iato tra la situazione sociale dei sessi, sia unicamente basato su un costrutto sociale (detto appunto, "patriarcato") che potrebbe essere selettivamente "ribaltato" senza anche ribaltare la società intera (nella fogna comportamentale terminale, che forse ci aspetta comunque, ma tant'è a me l'idea non piace).Ogni uomo è figlio di una donna.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Jacopus

#29
Inverno. Che il patriarcato non sia esclusivamente fondato su un costrutto culturale potrebbe anche avere un qualche fondamento (sospendo il giudizio perchè in natura esistono forme di equilibrio che non si basano esclusivamente su una divisione del lavoro come nelle società umane tradizionali, basti pensare a canidi, scimmie bonobo o leoni, tanto per fare i primi esempi fra i mammiferi, per non parlare di molte specie di uccelli, dove la cura dei pulcini è equamente condivisa fra padre e madre). Ma anche se vi fosse un retroterra biologico, che condiziona la specializzazione maschile nella "attività mortale" e femminile nella "cura della prole" (cosa di cui dubito, proprio a partire da esempi di altre specie animali viventi), non vedo quale sia il problema.
Noi, da circa quarantamila anni, non siamo più solo natura, e siamo (sempre più) soprattutto cultura. Nel momento in cui scriviamo su  un forum di filosofia attraverso sistemi cablati che usano un alfabeto numerico digitale per mettere in contatto con un linguaggio simbolico soggetti distanti anche centinaia di chilometri, utilizzando strutture interconnesse a vario livello di complessità, direi che tutti i più banali aspetti della nostra natura, sono ampiamente stravolti e dovremmo (dovremmo, perchè il nostro cervello arcaico/tradizionalista non è d'accordo) così dedicarci al fondamento platonico della filosofia, ovvero all'etica del comportamento umano. Alla faccia della struggle for life e di ogni misunderstanding della teoria darwiniana.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

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