IL PROBLEMA OCCUPAZIONALE

Aperto da Eutidemo, 05 Marzo 2017, 12:45:44 PM

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baylham

Il concetto di sovrappopolazione è relativo. L'eccesso va riferito alla scarsità di qualcosa, che indico nelle risorse naturali ed ambientali, in particolare il consumo di fonti di energia e la produzione di rifiuti, leggasi inquinamento, degradazione dell'ambiente in senso generale.

La crescita della produttività, anche attraverso l'automatizzazione del processo produttivo, è necessaria se si vuole contemporaneamente una crescita della popolazione, una riduzione dell'uso delle risorse naturali, una riduzione dei rifiuti e un aumento dei redditi e dei consumi. Ma l'ottenimento di tutti questi obiettivi non è affatto garantito dal cambiamento tecnologico, è più probabile il risultato contrario. L'aumento della popolazione assieme all'aumento della produzione si ottiene generalmente con un aumento del consumo di fonti di energia e di produzione dei rifiuti. Questo è l'aspetto problematico, drammatico, di qualunque sistema economico, anche il più statico e conservativo.

La concezione sovranista della politica economica è una reazione anacronistica verso un processo ormai inarrestabile quale è la globalizzazione, l'internazionalizzazione delle relazioni economiche.
Lo Stato non aveva e non avrà il pieno controllo del sistema economico interno attraverso la sua politica, a maggior ragione in un sistema ormai fortemente integrato internazionalmente. Le ricette pseudo keynesiane per la piena occupazione (attribuirne la paternità a Keynes è scorretto) si sono rivelate praticamente inefficaci, col risultato che all'instabilità degli investimenti e del sistema finanziario si è aggiunta l'instabilità finanziaria dello Stato. La manovra sui cambi, deprezzamento o svalutazione, come politica espansiva di uno Stato può essere efficace per l'occupazione ma è contrastabile da una analoga manovra degli altri Stati.

Sono convinto che l'affermarsi del nazionalismo e protezionismo e la dissoluzione dell'Unione come risposta alla crisi in Europa, per l'Italia avrà il risultato di portare al rapido default dello Stato. Le conseguenze non sono prevedibili, ma immagino saranno tragiche.

Duc in altum!

**  scritto da baylham:
CitazioneSono convinto che l'affermarsi del nazionalismo e protezionismo e la dissoluzione dell'Unione come risposta alla crisi in Europa, per l'Italia avrà il risultato di portare al rapido default dello Stato. Le conseguenze non sono prevedibili, ma immagino saranno tragiche.
Ma perché non accade lo stesso quando una persona fa delle scelte sbagliate e fallisce? Quindi che ben vengano le conseguenze tragiche, senza una "crisi" seria, profonda, non ci sarà beneficio collettivo.
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

sgiombo

#62
Caro Eutidemo,
Intendo restare fedele alla scelta già motivata di non discutere ulteriormente in questa sede delle esperienze del "socialismo reale" perché trovo inutile perdersi dietro a episodi o questioni molto particolari sui quali dissentiamo (ce ne sarebbero un' infinità), mentre la sostanza della questione mi sembra ormai del tutto chiara e troppo complessa per essere  proficuamente affrontata nel forum.
E cioè: io, non avendone mai negato errori e difetti (senza i quali fra l' altro non sarebbero state sconfitte) e anche relative tragedie, ritengo che un bilancio complessivo di quelle esperienze, che sia correttamente condotto realisticamente, cioè confrontandole con le alternative (altrettanto) reali (e non immaginarie: la barbarie capitalistica reale rispetto alla quale si tratto di un vero e proprio "salto di qualità nello sviluppo della civiltà umana) sia amplissimamente positivo malgrado i morti al muro di Berlino e altre tragedie che le hanno caratterizzate ma che non sono neanche lontanissimamente paragonabili a quelle che avrebbe prodotto e che dopo la sconfitta dell' '89 di fatto ha prodotto e produce la restaurazione capitalistica in quei paesi e nel resto del mondo; invece tu ritieni che fosse realisticamente possibile evitare tali tragedie e che (per lo meno anche per questo) nel bilancio complessivo superino di gran lunga gli aspetti positivi che pure le caratterizzarono.
Questa mi sembra una sintesi onesta della questione che credo proprio tu possa accettare. E che comunque almeno per quanto mi riguarda  è definitiva.
Credo che tu possa concordare sull' impossibilità pratica di confrontare proficuamente in questo forum posizioni così fortemente contrastanti su questioni così importanti e complesse: un conto è rinfacciarsi reciprocamente questo o quell' aspetto particolare o episodio concreto di quelle esperienze storiche e di quelle che diversamente l' uno dall' altro consideriamo le alternative reali che si sarebbero potute praticare, un conto intendersi su un bilancio complessivo sul quale il "dissenso di partenza" è così abissale.


Però su due cose la mia coscienza proprio non mi permette di tacere (ma anche su questo non ho intenzione di imbarcarmi in un defatigante confronto a base di citazioni di documenti storici; e spero che tu abbia la compiacenza di non affermare che questo dimostrerebbe che non ce ne sono per sostenere le mie tesi: ho "il mio da fare" e non posso stare a scartabellare tutto quello di ampiamente documentato che ho letto in proposito in quarant' anni per controbattere un interlocutore pur degno di rispetto presso qualche decina di lettori altrettanto degni di rispetto).

La prima è la pretesa che "Nel1939 Stalin si alleò con Hitler per aggredire anche lui "bellicamente" la Polonia, e papparsene la metà (oltre a catturare, da solo, "bellicamente" tutti i Paesi Baltici)".
Innanzitutto Stalin non si alleò al nazismo ma intelligentissimamente si rassegnò obtorto collo a un accordo col nazismo dopo lunghi, estenuanti, del tutto inutili sforzo per arrivare a un accordo antinazifascista con le "democrazie occidentali" (e il governo fascista, per quanto antitedesco, polacco), le quali preferirono accordarsi con Hitler a Monaco regalandogli gentilmente la Cecoslovacchia e poi continuare a rifiutare gli accordi loro insistentemente e pazientissimamente proposti dal governo sovietico, allo scopo di indurre la Germania nazista ad aggredire (anche "per conto terzi", cioè per loro) l' URSS; in questo modo il genio strategico di Stalin consentì all' URSS di guadagnare un anno abbondante di tempo per preparare il paese alla guerra, fatto che si sarebbe rivelato decisivo per le sorti complessive della secondo conflitto mondiale.
Inoltre la Polonia non fu affatto spartita fra Germania nazista e URSS, ma solo invasa dalla prima; invece l' Ucraina e la Bielorussia socialiste si ripresero i loro territori che la Polonia fascista aveva loro indebitamente sottratto bellicamente (senza virgolette) dopo la fine della prima guerra mondiale grazie all' aggressione per l' appunto bellica condotta contro la Russia rivoluzionaria dalle potenze dell' Intesa: la linea Curzon, cui fu ri-portato il confine dell' URSS nel 1939, è nota con questo nome perché fu proposta alla fine della seconda guerra mondiale proprio da questo ministro degli esteri britannico, non certo un amico del governo sovietico che aveva portato la Russia alla pace danneggiando seriamente gli alleati dell' intesa -Caporetto!- i quali considerarono la scelta della rivoluzione come una sorta di tradimento degli accordi stipulati dalla Russia zarista!.
Inoltre anche le repubbliche baltiche, ove "autoctonamente" aveva trionfato la rivoluzione, furono rese indipendenti e dotate di governi filooccidentali dalle potenze dell' intesa in seguito alla suddetta guerra di aggressione contro la neonata rivoluzione sovietica stessa (la prima di una lunghissima serie): Stalin nel '39 non fece che ripristinare la legalità internazionale brutalmente alterata dall' aggressione franco-britannica del 1918.

La seconda è la questione del processo a Honecker.
Non sono rincoglionito e ricordo bene la vicenda di questo ottimo compagno già incarcerato da Hitler in gioventù in quel medesimo carcere di Moabit ove lo recluse la controrivoluzione gorbyana a tarda età (un destino "shakespeariano"), per averla allora seguita con garnde interesse e passione.
Ricordo molto bene che il processo fu interrotto senza sentenza "per il grave stato di salute del' imputato", mentre ora su wickipedia leggo che "Honecker e tutti gli altri imputati furono condannati in contumacia il 16 settembre 1993 a pene detentive comprese tra quattro e sette anni e mezzo", cioé quando già l' ex segretario generale era stato accolto in esilio dal popolo cileno riconoscente per aver salvato la vita di molti suoi cittadini rifugiatisi all' ambasciata della RDT dopo il sanguinoso colpo di stato di Piniochet (15000 vittime in un paese di una decina di milioni di abitanti).
Come si può ben leggere nella sua apologia (http://www.linearossage.it/ddr/autodifesa.htm) Honecker non cercò affatto di sottrarsi al processo ma rivendicò orgogliosamente al sua innocenza, ben consapevole che sarebbe stato ingiustamente condannato (termina socraticamente con le parole "Le mie considerazioni terminano qui. Fate dunque quello che non potete fare a meno di fare").
D' altra parte il sito della ben più seria e attendibile (e non filosovietica) Treccani dice invece che "fu imputato della morte di molte persone che avevano tentato l'espatrio attraversando il confine tra le Germanie; nel 1993 il processo fu interrotto per il suo precario stato di salute" (punto, fine). (http://www.treccani.it/enciclopedia/erich-honecker/).
Comunque una condanna a 4 - 7 anni di carcere per i 68 uccisi al muro (questo è il numero esatto! Un decimo delle balle di Repubblica) sarebbe veramente ridicola (o meglio: tragicomica).
E questo mi induce a pensare che gli infami aguzzini controrivoluzionari l' abbiano deliberatamente ingannato circa la fine del processo inducendolo a recarsi in Cile a morire in santa pace (e perfettamente a posto con la sua coscienza di rivoluzionario e di uomo), per inventarsi una inesistente "fuga dalla giustizia", per poi riprendere il procedimento stesso "a tradimento" e condannarlo "in contumacia" per qualche pseudoreato pretestuoso (da 3 – 7 anni di pena, che non possono in alcun modo essere fatti passare credibilmente per una condanna per "pluriomicidio" o meglio "strage", quali indubbiamente sarebbero ben 68 "assassinii"; ed essendo preteso "contumace" non ci sarebbe stata alcuna pelosa "considerazione umanitaria" circa il suo stato di salute).
Di più in Internet non sono riuscito a trovare (non ho tempo e competenza per svolgere ricerche più accurate), ma credo che il fatto che non si riesca facilmente ad avere notizie più certe e precise deponga per la mia interpretazione di una vergognosa "condanna purchessia" da spacciare onde infangare la memoria dell' uomo e della Repubblica Democratica Tedesca.

Eutidemo

Citazione di: baylham il 09 Marzo 2017, 16:11:44 PM
Il concetto di sovrappopolazione è relativo. L'eccesso va riferito alla scarsità di qualcosa, che indico nelle risorse naturali ed ambientali, in particolare il consumo di fonti di energia e la produzione di rifiuti, leggasi inquinamento, degradazione dell'ambiente in senso generale.

La crescita della produttività, anche attraverso l'automatizzazione del processo produttivo, è necessaria se si vuole contemporaneamente una crescita della popolazione, una riduzione dell'uso delle risorse naturali, una riduzione dei rifiuti e un aumento dei redditi e dei consumi. Ma l'ottenimento di tutti questi obiettivi non è affatto garantito dal cambiamento tecnologico, è più probabile il risultato contrario. L'aumento della popolazione assieme all'aumento della produzione si ottiene generalmente con un aumento del consumo di fonti di energia e di produzione dei rifiuti. Questo è l'aspetto problematico, drammatico, di qualunque sistema economico, anche il più statico e conservativo.

La concezione sovranista della politica economica è una reazione anacronistica verso un processo ormai inarrestabile quale è la globalizzazione, l'internazionalizzazione delle relazioni economiche.
Lo Stato non aveva e non avrà il pieno controllo del sistema economico interno attraverso la sua politica, a maggior ragione in un sistema ormai fortemente integrato internazionalmente. Le ricette pseudo keynesiane per la piena occupazione (attribuirne la paternità a Keynes è scorretto) si sono rivelate praticamente inefficaci, col risultato che all'instabilità degli investimenti e del sistema finanziario si è aggiunta l'instabilità finanziaria dello Stato. La manovra sui cambi, deprezzamento o svalutazione, come politica espansiva di uno Stato può essere efficace per l'occupazione ma è contrastabile da una analoga manovra degli altri Stati.

Sono convinto che l'affermarsi del nazionalismo e protezionismo e la dissoluzione dell'Unione come risposta alla crisi in Europa, per l'Italia avrà il risultato di portare al rapido default dello Stato. Le conseguenze non sono prevedibili, ma immagino saranno tragiche.

Caro Baylham,
il concetto di SOVRAPOPOLAZIONE è relativo in un determinato contesto di crescita relativa...ma diventa assoluto in un contesto di crescita assoluta.
Ed infatti:
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IN SENSO RELATIVO
Non c'è alcun dubbio che l'eccesso vada riferito alla scarsità (o all'errato sfruttamento) di qualcosa, che consiste "anche" nelle risorse naturali ed ambientali; cioè, in particolare il consumo di fonti di energia e la produzione di rifiuti, leggasi inquinamento, degradazione dell'ambiente in senso generale.
A questo io aggiungerei anche alcuni perversi "dirottamenti" delle risorse esistenti: ad esempio, la destinazione di gran parte della produzione cerealicola all'allevamento di animali, per saziare di carne la parte ricca del pianeta, mentre quella povera muore di fame.
E di esempi se ne potrebbero fare molti altri.
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IN SENSO ASSOLUTO
Il mio discorso, però, era alquanto diverso, perchè io affrontavo il problema in termini assoluti.
Ed infatti:
- E' ovvio che, se su una nave in viaggio nell'oceano, le risorse a bordo vengono sfruttate e distribuite male, ed ad ogni porto sale a bordo altra gente, la situazione si fa sempre più grave; ma, affrontando meglio tali problematiche, e risolvendo il problema dell'inquinamento e dei rifiuti, si riesce ad andare ancora avanti (sempre peggio, però).
- Ma è parimenti OVVIO, anche se nessuno ci sente da questo orecchio, che se ad ogni successivo porto il "bilancio" tra passeggeri sbarcati e passeggeri imbarcati continua a restare SEMPRE positivo (sia pure a tasso variabile), alla fine, prima o poi, le risorse non basteranno più comunque, in qualsiasi ottimale modo le si voglia sfruttare, gestire e distribuire.
Ci sono del LIMITI FISICI, non solo allo sfruttamento delle risorse disponibili...ma anche allo spazio disponibile.
Speriamo solo che il problema non si debba risolvere da solo, con sistemi di "autoregolazione", come le guerre, le pestilenze, la morte per inedia di intere popolazioni.
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Le soluzioni al PROBLEMA RELATIVO che tu prospetti, secondo me, sono perfettamente condivisibili; ma non risolvono il PROBLEMA ASSOLUTO, la cui inesorabilità è di carattere matematico (aumento numero dei terrestri)/ geometrico (area in mq disponibile).
La seconda variabile non si può cambiare (salvo migrazione nello spazio), mentre la prima sì; se non si interviene su di essa, la fine è procrastinabile, ma è comunque inevitabile!
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Quanto al fatto che la concezione sovranista della politica economica sia una reazione anacronistica verso un processo ormai inarrestabile quale è la globalizzazione, l'internazionalizzazione delle relazioni economiche, con me sfondi una porta aperta; quel che mi sorprende è che la cosa è talmente EVIDENTE, che mi pare davvero strano che ci siano molti che ancora non riescono a capirla.
Per restare al mio esempio della nave, infatti, i "sovranisti" sono un po' come quei passeggeri i quali, quando la nave comincia ad affondare, pensano di salvarsi sigillando le fessure dell'oblò della propria cabina con l'adesivo per chiudere i pacchi.  :D  :D  :D
Peraltro anche io, come te, sono convinto che l'affermarsi del nazionalismo e protezionismo e la dissoluzione dell'Unione come risposta alla crisi in Europa, per l'Italia avrà il risultato di portare al rapido default dello Stato.

Eutidemo

Caro Sgiombo,
questa volta cercherò di essere breve, per non affligere te e gli altri "forumisti" con la mia verbosa prolissità.
**
1)
Hai ragione sul fatto che è inutile soffermarsi ulteriormente a discutere ulteriormente delle esperienze del "socialismo reale" perché trovo inutile perdersi dietro a episodi o questioni molto particolari sui quali dissentiamo (ce ne sarebbero un' infinità), o sui quale, invece, potremmo tranquillamente convenire.
Ad esempio, per esperienza personale, posso direttamente attestare che il sistema sanitario cecoslovacco, oltre ad essere gratuito, era -per l'epoca- di una eccellenza ASSOLUTA; ricordo ancora il confronto tra i nostri ospedali, e quello di Praga in cui era ricoverato mio zio, che io visitai nel '67 e nel '68. :)
Per non parlare del sistema sanitario gratuito USA, che, all'epoca, era del tutto latitante (ed ora, con Trump, tornerà ad esserlo). :(
Proprio per questo, sinceramente, trovo "controproducente", che, invece di rifarsi agli aspetti positivi del "socialismo reale", ci voglia intestardire a difendere proprio quelli negativi; e, per giunta, proprio quelli più indifendibili (sotto ogni aspetto). ;)
***
2)
Quanto al confronto tra i due sistemi (per semplificare: "capitalistico" e "comunista"), a mio personale avviso, almeno per come si sono concretamente manifestati sul pianeta Terra, debbono entrambi considerarsi dei grandi FALLIMENTI.
Dovendo scegliere, a livello teorico, personalmente ho sempre preferito il modello "socialista" a quello "capitalista"; e tutt'ora la penso così!
In pratica, però, dando un giudizio molto sommario, secondo me, fino al 1989, tutto sommato, il modello occidentale era di gran lunga più "vivibile" di quello orientale; forse perchè, dovendosi confrontare col modello socialista, il capitalismo era molto più attento al "welfare" rispetto ad ora.
Dopo il 1989, invece, il capitalismo non avendo più le "remore" del confronto, e finanziarizzandosi fino alla esasperazione, è diventato sempre più "iniquo"; e, per giunta, si è avviato anche lui (sia pure per ragioni diverse) verso un fallimento socio-economico globale.
***
3)
Ma, queste mie, sono considerazioni forse un po' troppo grossolane e sommarie.
Ed infatti concordo con te sull' impossibilità pratica di confrontare proficuamente in questo forum posizioni così fortemente contrastanti su questioni così importanti e complesse: un conto è rinfacciarsi reciprocamente questo o quell' aspetto particolare o episodio concreto di quelle esperienze storiche e di quelle che diversamente l' uno dall' altro consideriamo le alternative reali che si sarebbero potute praticare, un conto intendersi su un bilancio complessivo sul quale il "dissenso di partenza" è notevole.
Ma non capisco per quale motivo tu lo definisci addirittura "abissale", avendo entrambi, a quanto mi è dato di capire, lo stesso orientamento politico di fondo.
***
4)
in un defatigante confronto a base di citazioni di documenti storici ho senz'altro la compiacenza di non affermare che questo dimostrerebbe che non ce ne sono per sostenere le tue tesi: mai detta una cosa del genere.
Solo che, come sotto mi riservo di esporre, la tua interpretazione dei fatti, non tanto a livello politico, quanto storico, è MOLTO divergente dalla mia.
***
5)
Quanto ai famosi patti "NAZI-SOVIETICI" del '39, al riguardo, ho letto MOLTO al riguardo, e confermo (ed ampio) quanto ho detto.
Infatti, aggiungo:
a) Fu Stalin che rifiutò l'accordo con le Potenze Occidentali (perchè erano contrarie alle sua aspirazioni imperialistiche sui Paesi baltici), e non viceversa.
b) Se la Russia si fosse apertamente schierata con le Potenze occidentali, HITLER NON SI SAREBBE MAI AZZARDATO AD INVADERE LA POLONIA; ed infatti, la invase solo dopo pochi giorni che Stalin gli diede il "lasciapassare".
c) Tu dici che: "...il genio strategico di Stalin consentì all' URSS di guadagnare un anno abbondante di tempo per preparare il paese alla guerra, fatto che si sarebbe rivelato decisivo per le sorti complessive della secondo conflitto mondiale."
COLOSSALE CASTRONERIA STORICA:
* in quanto in tal modo consentì ad Hitler di schierare le "panzerdivisionen" direttamente sul confine russo (come, peraltro, rientrava nei suoi documentati piani)!!!
* rinunciò ad attanagliarlo subito dai due lati, dandogli tempo di battere la Francia, e, quindi, poi, di schierare TUTTE le sue truppe contro di lui (come, peraltro, rientrava nei suoi documentati piani)!!!.
In realtà, infatti, "il genio strategico di Stalin"-
- ebbe la geniale idea (nel '37) di sterminare tutti i suoi migliori quadri ufficiali, con la conseguenza di indebolire enormemente le possibilità dell'armata rossa di reagire all'aggressione nazista;
- ebbe la geniale idea (nel '39)  di invadere anche lui la Polonia, da EST, sterminando anche i quadri ufficiali polacchi a Kayn (Michail Gorbačëv porse le scuse ufficiali del suo paese alla Polonia, confermando che l'NKVD aveva giustiziato i prigionieri e rendendo nota l'esistenza di altri due luoghi di sepoltura simili a quello di Katyń: Mednoe e Pjatichatki); 
- ebbe la geniale idea (nel '39/40)  di invadere ben 3 nazioni indipendenti (i Paesi baltici), per gentile concessione di Hitler, e poi di aggredire anche la Finlandia...che gli fece sudare sangue;
- ebbe la geniale idea (nel '39/40/)  di continuare a sostenere e ad aiutare economicamente Hitler, nelle sue successive aggressioni europee, facendo in modo che potesse rinforzarsi;
-  ebbe la geniale idea (nel '41), di non dare ascolto a Churchill che lo aveva avvisato dell'imminente invasione hitleriana, facendosi così cogliere con le brache calate dall'attacco nazista;
- ebbe la geniale idea (nel '41), di farsi venire un collasso nervoso, evidentemente resosi conto di quanto, per avidità imperialista, era stato idiota, e sparì per giorni in una sua "dacia" (quando i suoi "sottopanza", alla fine, lo trovarono, temette che volessero deporlo ed arrestarlo per la sua stupidità ed inettitudine).
- negli anni successivi, i Russi persero milioni di prigionieri e di morti, e furono salvati, per il rotto della cuffia, dai famosi tre generali (Distanza, Fango, ed Inverno), nonchè dagli immeritati (sebbene interessati) aiuti occidentali. Ed anche dal coraggio dei Russi, che difendevano la loro patria come ai tempi di napoleone, non certo il loro regime
Corollario: i prigionieri Russi, tornati in Patria alla fine vittoriosa della guerra, furono tutti da Stalin spediti in Siberia (perchè si erano arresi ai tedeschi).
E tanto basti ed avanzi, circa il "geniale Stalin!" e la sua umanità!!
***
6) 
Quanto ad Honecker, mi pare che tu confermi quanto dicevo io: non fu affatto assolto "in presentia", ma come tu stesso rilevi, fu condannato "in contumacia", perchè si era rifugiato in sudamerica per motivi di salute, essendosi per tale motivo interrotto il "processo in aula".
Lo so che rivendicò orgogliosamente al sua innocenza (come fecero anche tutti i criminali nazisti a Norimberga), ma resta il fatto che subì una sentenza di condanna -anche se il processo fu interrotto per motivi di salute-.
Sono d'accordo con te che fu ingiusta; ma, secondo me, perchè troppo lieve.
Ad ogni modo, a parte il fatto che fu una specie di "Quisling", non c'è dubbio alcuno che Honecker fu di gran lunga migliore di Stalin, sia dal punto di vista politico dal punto di vista umano; ed infatti, tutto sommato, molte delle sue discutibili azioni di governo, furono determinate anche dalla necessità che aveva di "mediare" con tutto con Mosca...ed evitare l'arrivo dei T72 (come in Ungheria e Cecoslovacchia)
****
MANNAGGIA, ALTRO CHE BREVE!!!!
Scusatemi!!!
****

Eutidemo

COROLLARIO
E non poteva mancare il solito "corollario": mannaggia pure a me, e all l'esprit d'escalier ("staircase wit"):)
Chiedo venia a Sgiombo e a tutti gli altri!
Ed infatti, per concludere (storicamente) la questione della "Norimberga Comunista", non si possono non tenere presenti due importanti considerazioni "storico-giuridiche"; che, poi, ognuno può valutare come crede:
1) Il diritto internazionale riconosciuto dalla stessa DDR.
2) I diversi atteggiamenti tenuti dagli ultimi due LEADER della DDR, e le differenti dichiarazioni da essi rilasciate in sede processuale.
***
IN DIRITTO
Con Sentenza del 3 novembre 1992 la Corte Suprema Federale Tedesca, si richiamò all'art. 12, del COMMA 2 del PATTO INTERNAZIONALE dell'ONU (sottoscritto anche dalla DDR),  che essendo stato ratificato dalla DDR il 18 novembre 1964, era entrato in vigore in virtù del diritto internazionale anche all'interno di tale Paese.
Per tale norma: «Ogni individuo è libero di lasciare qualsiasi Paese, incluso il proprio»; la stessa Corte, tra l'altro, rilevava che la frontiera DDR era caratterizzata dal «muro di Berlino», dalle fortificazioni e dall'ordine di sparare a vista: un ordine che violava anche l'art. 6, comma 1, capoverso 3 del summenzionato Patto, ratificato dalla stessa DDR.
Per la Corte, dunque, sia in considerazione dei principi del diritto di natura, sia in base ad una interpretazione conforme ai diritti umani della normativa vigente nell'estinta DDR, le guardie di frontiera avevano commesso dei fatti illeciti; di qui le conseguenti condanne penali.
***
DIVERSI COMPORTAMENTI E DICHIARAZIONI

1) Honecker 
Il 3 dicembre 1992, Honecker si assunse onestamente la responsabilità politica per le morti al Muro di Berlino; ma sostenne che lui era "privo di sensi di colpa legali o morali"; frase che venne aggiunta nella dichiarazione giudiziale, ad ulteriore aggravamento della sua posizione. 
Fu più volte arrestato, ma, dopo un totale di 169 giorni fu rilasciato dalla custodia cautelare, a causa della sua malattia, fra le proteste di parte delle vittime del regime della RDT; una volta a piede libero, "prese l'erba fumaria", ed espatriò  a Santiago del Cile. Precedentemente, era già fuggito nella Madre Russia,   nell'estate del 1992, dalla quale, però, era stato estradato in Germania, in quanto non ottenne lo status di rifugiato politico; comunque, a quanto ho verificato, era "veramente" malato, non era una sceneggiata!
Ed infatti, l'unica pena che scontò, fu quella divina, perchè poco dopo morì.

2) Krenz
Le porte del carcere, invece, si aprirono per Egon Krenz, ultimo leader della Germania comunista; ed infatti, il  Bundesgerichtshof (Corte di cassazione) di Lipsia, respingendo il ricorso di Krenz, confermò la condanna a sei anni e mezzo di reclusione per responsabilità nelle uccisioni avvenute lungo il Muro e il confine intertedesco negli anni bui della guerra fredda. 
(I giudici, con la stessa sentenza, hanno confermato anche le condanne a tre anni di carcere ciascuno inflitte a Guenter Schabowski, 70 anni, e Guenther Kleiber, 68 anni, ed altri ancora, per gli stessi reati). 
Tuttavia, Krenz asserì che non avrebbe lasciato la Germania (come Honecker); e, durante il processo, disse  : "...di considerare la peggiore sconfitta della sua vita il non aver impedito le uccisioni lungo il Muro". 

E meno male che, almeno lui, se ne era reso conto! ;)

Eutidemo

Citazione di: Duc in altum! il 09 Marzo 2017, 19:03:40 PM
**  scritto da baylham:
CitazioneSono convinto che l'affermarsi del nazionalismo e protezionismo e la dissoluzione dell'Unione come risposta alla crisi in Europa, per l'Italia avrà il risultato di portare al rapido default dello Stato. Le conseguenze non sono prevedibili, ma immagino saranno tragiche.
Ma perché non accade lo stesso quando una persona fa delle scelte sbagliate e fallisce? Quindi che ben vengano le conseguenze tragiche, senza una "crisi" seria, profonda, non ci sarà beneficio collettivo.

Giusto!

Eretiko

Citazione di: Eutidemo il 11 Marzo 2017, 12:19:22 PM
Citazione di: Duc in altum! il 09 Marzo 2017, 19:03:40 PM
**  scritto da baylham:
CitazioneSono convinto che l'affermarsi del nazionalismo e protezionismo e la dissoluzione dell'Unione come risposta alla crisi in Europa, per l'Italia avrà il risultato di portare al rapido default dello Stato. Le conseguenze non sono prevedibili, ma immagino saranno tragiche.
Ma perché non accade lo stesso quando una persona fa delle scelte sbagliate e fallisce? Quindi che ben vengano le conseguenze tragiche, senza una "crisi" seria, profonda, non ci sarà beneficio collettivo.

Giusto!

Credo invece che non ci sarebbe nessun "default" e nessuna tragica conseguenza, ma dubito fortemente che una soluzione del genere possa risolvere il problema occupazionale ed economico italiano, mentre sono sicuro che partirebbe la caccia ad una nuova "causa esterna".

sgiombo

Citazione di: Eutidemo il 11 Marzo 2017, 12:17:26 PM
COROLLARIO
E non poteva mancare il solito "corollario": mannaggia pure a me, e all l'esprit d'escalier ("staircase wit"):)
Chiedo venia a Sgiombo e a tutti gli altri!
Ed infatti, per concludere (storicamente) la questione della "Norimberga Comunista", non si possono non tenere presenti due importanti considerazioni "storico-giuridiche"; che, poi, ognuno può valutare come crede:
1) Il diritto internazionale riconosciuto dalla stessa DDR.
2) I diversi atteggiamenti tenuti dagli ultimi due LEADER della DDR, e le differenti dichiarazioni da essi rilasciate in sede processuale.
***
IN DIRITTO
Con Sentenza del 3 novembre 1992 la Corte Suprema Federale Tedesca, si richiamò all'art. 12, del COMMA 2 del PATTO INTERNAZIONALE dell'ONU (sottoscritto anche dalla DDR),  che essendo stato ratificato dalla DDR il 18 novembre 1964, era entrato in vigore in virtù del diritto internazionale anche all'interno di tale Paese.
Per tale norma: «Ogni individuo è libero di lasciare qualsiasi Paese, incluso il proprio»; la stessa Corte, tra l'altro, rilevava che la frontiera DDR era caratterizzata dal «muro di Berlino», dalle fortificazioni e dall'ordine di sparare a vista: un ordine che violava anche l'art. 6, comma 1, capoverso 3 del summenzionato Patto, ratificato dalla stessa DDR.
Per la Corte, dunque, sia in considerazione dei principi del diritto di natura, sia in base ad una interpretazione conforme ai diritti umani della normativa vigente nell'estinta DDR, le guardie di frontiera avevano commesso dei fatti illeciti; di qui le conseguenti condanne penali.
***
DIVERSI COMPORTAMENTI E DICHIARAZIONI

1) Honecker
Il 3 dicembre 1992, Honecker si assunse onestamente la responsabilità politica per le morti al Muro di Berlino; ma sostenne che lui era "privo di sensi di colpa legali o morali"; frase che venne aggiunta nella dichiarazione giudiziale, ad ulteriore aggravamento della sua posizione.
Fu più volte arrestato, ma, dopo un totale di 169 giorni fu rilasciato dalla custodia cautelare, a causa della sua malattia, fra le proteste di parte delle vittime del regime della RDT; una volta a piede libero, "prese l'erba fumaria", ed espatriò  a Santiago del Cile. Precedentemente, era già fuggito nella Madre Russia,   nell'estate del 1992, dalla quale, però, era stato estradato in Germania, in quanto non ottenne lo status di rifugiato politico; comunque, a quanto ho verificato, era "veramente" malato, non era una sceneggiata!
Ed infatti, l'unica pena che scontò, fu quella divina, perchè poco dopo morì.

2) Krenz
Le porte del carcere, invece, si aprirono per Egon Krenz, ultimo leader della Germania comunista; ed infatti, il  Bundesgerichtshof (Corte di cassazione) di Lipsia, respingendo il ricorso di Krenz, confermò la condanna a sei anni e mezzo di reclusione per responsabilità nelle uccisioni avvenute lungo il Muro e il confine intertedesco negli anni bui della guerra fredda.
(I giudici, con la stessa sentenza, hanno confermato anche le condanne a tre anni di carcere ciascuno inflitte a Guenter Schabowski, 70 anni, e Guenther Kleiber, 68 anni, ed altri ancora, per gli stessi reati).
Tuttavia, Krenz asserì che non avrebbe lasciato la Germania (come Honecker); e, durante il processo, disse  : "...di considerare la peggiore sconfitta della sua vita il non aver impedito le uccisioni lungo il Muro".

E meno male che, almeno lui, se ne era reso conto! ;)


CitazionePer concludere davvero, almeno da parte mia (non leggerò neppure ma a questo punto ignorerò totalmente la tua prevedibile, insistente reiterazione di infondate accuse a Stalin per la seconda guerra mondiale e a Hoencker per il muro, insieme a qualsiasi altro intervento in questa discussione -cui nemmeno più accederò dal sito del forum; ne seguirò certamente altre- non avendo nessuna intenzione di assistere ulteriormente a denigrazioni gratuite e infondate):

Condanne da 4 anni a 7 anni e mezzo per la pretesa "strage di 68 persone" (senza richiesta di estradizione al Cile per il principale preteso "colpevole") si commentano da sole nella loro tragicomicità e la dicono lunga sulla malafede e l ' ipocrisia di chi ha preteso di comminarle: é proprio vero che la storia si ripete, la prima volta (Norimberga) come tragedia, la seconda come farsa.

E CON QUESTO PER ME LA PRESENTE DISCUSSIONE E' DEFINITIVAMENTE CHIUSA.

AMEN !

Eutidemo

Citazione di: sgiombo il 12 Marzo 2017, 14:55:12 PM
Citazione di: Eutidemo il 11 Marzo 2017, 12:17:26 PM
COROLLARIO
E non poteva mancare il solito "corollario": mannaggia pure a me, e all l'esprit d'escalier ("staircase wit"):)
Chiedo venia a Sgiombo e a tutti gli altri!
Ed infatti, per concludere (storicamente) la questione della "Norimberga Comunista", non si possono non tenere presenti due importanti considerazioni "storico-giuridiche"; che, poi, ognuno può valutare come crede:
1) Il diritto internazionale riconosciuto dalla stessa DDR.
2) I diversi atteggiamenti tenuti dagli ultimi due LEADER della DDR, e le differenti dichiarazioni da essi rilasciate in sede processuale.
***
IN DIRITTO
Con Sentenza del 3 novembre 1992 la Corte Suprema Federale Tedesca, si richiamò all'art. 12, del COMMA 2 del PATTO INTERNAZIONALE dell'ONU (sottoscritto anche dalla DDR),  che essendo stato ratificato dalla DDR il 18 novembre 1964, era entrato in vigore in virtù del diritto internazionale anche all'interno di tale Paese.
Per tale norma: «Ogni individuo è libero di lasciare qualsiasi Paese, incluso il proprio»; la stessa Corte, tra l'altro, rilevava che la frontiera DDR era caratterizzata dal «muro di Berlino», dalle fortificazioni e dall'ordine di sparare a vista: un ordine che violava anche l'art. 6, comma 1, capoverso 3 del summenzionato Patto, ratificato dalla stessa DDR.
Per la Corte, dunque, sia in considerazione dei principi del diritto di natura, sia in base ad una interpretazione conforme ai diritti umani della normativa vigente nell'estinta DDR, le guardie di frontiera avevano commesso dei fatti illeciti; di qui le conseguenti condanne penali.
***
DIVERSI COMPORTAMENTI E DICHIARAZIONI

1) Honecker
Il 3 dicembre 1992, Honecker si assunse onestamente la responsabilità politica per le morti al Muro di Berlino; ma sostenne che lui era "privo di sensi di colpa legali o morali"; frase che venne aggiunta nella dichiarazione giudiziale, ad ulteriore aggravamento della sua posizione.
Fu più volte arrestato, ma, dopo un totale di 169 giorni fu rilasciato dalla custodia cautelare, a causa della sua malattia, fra le proteste di parte delle vittime del regime della RDT; una volta a piede libero, "prese l'erba fumaria", ed espatriò  a Santiago del Cile. Precedentemente, era già fuggito nella Madre Russia,   nell'estate del 1992, dalla quale, però, era stato estradato in Germania, in quanto non ottenne lo status di rifugiato politico; comunque, a quanto ho verificato, era "veramente" malato, non era una sceneggiata!
Ed infatti, l'unica pena che scontò, fu quella divina, perchè poco dopo morì.

2) Krenz
Le porte del carcere, invece, si aprirono per Egon Krenz, ultimo leader della Germania comunista; ed infatti, il  Bundesgerichtshof (Corte di cassazione) di Lipsia, respingendo il ricorso di Krenz, confermò la condanna a sei anni e mezzo di reclusione per responsabilità nelle uccisioni avvenute lungo il Muro e il confine intertedesco negli anni bui della guerra fredda.
(I giudici, con la stessa sentenza, hanno confermato anche le condanne a tre anni di carcere ciascuno inflitte a Guenter Schabowski, 70 anni, e Guenther Kleiber, 68 anni, ed altri ancora, per gli stessi reati).
Tuttavia, Krenz asserì che non avrebbe lasciato la Germania (come Honecker); e, durante il processo, disse  : "...di considerare la peggiore sconfitta della sua vita il non aver impedito le uccisioni lungo il Muro".

E meno male che, almeno lui, se ne era reso conto! ;)


CitazionePer concludere davvero, almeno da parte mia (non leggerò neppure ma a questo punto ignorerò totalmente la tua prevedibile, insistente reiterazione di infondate accuse a Stalin per la seconda guerra mondiale e a Hoencker per il muro, insieme a qualsiasi altro intervento in questa discussione -cui nemmeno più accederò dal sito del forum; ne seguirò certamente altre- non avendo nessuna intenzione di assistere ulteriormente a denigrazioni gratuite e infondate):

Condanne da 4 anni a 7 anni e mezzo per la pretesa "strage di 68 persone" (senza richiesta di estradizione al Cile per il principale preteso "colpevole") si commentano da sole nella loro tragicomicità e la dicono lunga sulla malafede e l ' ipocrisia di chi ha preteso di comminarle: é proprio vero che la storia si ripete, la prima volta (Norimberga) come tragedia, la seconda come farsa.

E CON QUESTO PER ME LA PRESENTE DISCUSSIONE E' DEFINITIVAMENTE CHIUSA.

AMEN !


AMEN  ;)

cvc

IL GRANDE ERRORE DI ADAM SMITH

Gli economisti riconoscono unanimemente Adam Smith come padre fondatore della scienza economica e, altrettanto unanimemente, stornano dai suoi meriti l'errore di aver identificato la causa della ricchezza nella capacità di produrre lavoro. Avvalorano questa tesi con il fallimento della teoria del plusvalore di Carl Marx, la quale non prevedeva che lo sviluppo tecnologico avrebbe permesso ai capitalisti di dirottare lo sfruttamento (plusvalore) dai lavoratori agli apparati tecnologici. Ma tornando al principio di base dell'idea di Smith per cui ricchezza=capacità di produrre lavoro, per smentirlo nelle sue basi occorrerebbe dimostrare che la ricchezza sia un qualcosa di diverso da una potenzialità (il potere di creare lavoro) e smentire anche che qualsiasi cosa che produce ricchezza sia una espressione del lavoro (case, macchine, vestiti, champagne...).
Si può semmai addurre che il lavoro ha subito un processo di disumanizzazione, nel senso che viene delegato alle macchine e sempre più razionalizzato ed astratto. Lo stesso lavoro considerato da Marx nella sua teoria è un qualcosa di quantitativo, e non un qualcosa che identifica l'uomo culturalmente. Da questo punto di vista mi pare più umanista Adam Smith quando osserva che la suddivisione del lavoro, se da un lato favorisce la produttività e l'implemento tecnologico, dall'altro rende l'uomo un essere stupido, che si guadagna da vivere ripetendo all'infinito un'unica mansione, a volte persino un unico gesto. Il marginalismo ha definitivamente mandato in soffitta la teoria del valore imperniata sul lavoro di Adam Smith, sostituendola con quella dell'utilità marginale. Identificare il valore (la ricchezza) con l'utilità equivale a dire che si vive di solo pane e che, se l'uomo avesse comunque il pane, potrebbe fare a meno di lavorare. Da qui l'idea di un reddito di cittadinanza per compensare l'implemento lavorativo tecnologico, che mi ricorda molto le frumentationes dell'antica Roma che servivano per tener buono il popolo. E da questo al "panem et circenses" – dove al posto di gladiatori e leoni ci si accontenta dei social – il passo è breve.

Auspico la riscoperta del concetto di lavoro non in termini quantitativo-scientifici, ma dal punto di vista culturale, del lavoro come di un qualcosa di necessario a prescindere dalla michetta, di qualcosa che sostiene e completa l'uomo e gli da un senso come individuo e come parte della società. Pur non essendo un seguace di Freud, concordo con la sua tesi secondo cui – grossomodo – la normalità psichica è data dal prodotto di due fattori: amore e lavoro.
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

Eutidemo

Caro CVC,
come già più volte ho detto, pur essendo abbastanza "eclettico", ammetto che l'economia non è propriamente il mio "cavallo di battaglia", e, questo, anche per le mie notevoli carenze matematiche; ho superato a stento, tanti anni fa, l'esame di "Economia Politica", ma ho fallito clamorosamente nella lettura del "CAPITALE" di Marx (mi sono arreso a metà dell'opera!
Ed infatti, quanto alla "equazione" di Adam Smith per cui "ricchezza=capacità di produrre lavoro", io, a dire il vero, l'ho sempre praticata  all'inverso, cioè "capacità di produrre lavoro = ricchezza"; più lavoro producevo, più riuscivo a guadagnare... anche se, ad arricchirmi col solo lavoro, a dire il vero, non ci sono riuscito mai! :D
Quanto al fallimento della teoria del plusvalore di Carl Marx, la quale non prevedeva che lo sviluppo tecnologico avrebbe permesso ai capitalisti di dirottare lo sfruttamento (plusvalore) dai lavoratori agli apparati tecnologici, a dire il vero mi sembra di ricordare che Marx, un po', ci aveva pensato anche lui, sia pure molto parenteticamente; ed infatti, se non rammento  male (anche se non riesco a trovare lo specifico riferimento), una volta scrisse: "troppe cose utili rendono le persone inutili"...nel senso che troppi strumenti produttivi, tendono a rendere sempre meno utile l'apporto del lavoro umano.
In ogni caso occorre tenere presente che il "lavoro" umano, è solo un "tipo" di lavoro!
Ed infatti,  colloquialmente, per "lavoro" s'intende una qualsiasi attività dell'uomo, atta ad influire sul mondo esterno; ma, in termini puramente fisici, si parla di lavoro quando  è stata applicata una "qualsiasi" forza ad un oggetto che si sposta nella direzione della forza...per cui  non è il soggetto che compie il lavoro ma la forza stessa. 
E il "lavoro" (umano e non), può essere misurato in "joule", che è l'unità di misura del lavoro e dell'energia, pari al lavoro compiuto dalla forza di 1 newton per spostare un corpo di 1 m lungo la sua linea d'azione; per dirla in parole povere, un joule è il "lavoro" che serve per sollevare di un metro, con le proprie mani, una piccola mela (104 grammi).
Ovviamente, se invece di una piccola mela, vogliamo sollevare di un metro un macigno da 104 quintali, mentre una volta servivano le braccia di cento uomini, oggi ne basta uno solo che azioni una gru; per cui, è sicuramente più "ergonomico" fare il "lavoro" con una gru, piuttosto che pagare, per la bisogna, una schiera di cento uomini.
A meno di aver a disposizione una falange di "schiavi", come accadeva nell'antichità!
Il che, nello stesso tempo, è una cosa buona ed una cosa cattiva:
- è una cosa buona, perchè sarebbe da idioti comprarsi una trireme, dovendo assoldare 170 rematori su tre file sfalsate di livello, quando invece è molto più comodo, oggi, comprarsi un motoscafo, con un solo motore fuoribordo;
- è una cosa cattiva, perchè equiparando il "lavoro" umano ad altri tipi di "lavoro", meccanici ed elettromeccanici per la produzione, informatici per i servizi ecc., il primo viene "oggettificato" e privato di qualsiasi valore "etico" (in senso lato).
Per cui hai perfettamente ragione (almeno secondo me), quando dici che il "lavoro" umano ha subito un processo di disumanizzazione, nel senso che viene delegato alle macchine e sempre più razionalizzato ed astratto...e misurato anch'esso -per così dire- in JOULE!
Mi piace molto anche il tuo accostamento del "reddito di cittadinanza" al "panem et circenses" di romana memoria – dove al posto di gladiatori e leoni ci si accontenta dei social; in effetti, il passo è breve.
In un certo senso, infatti, la gigantesca acquisizione di "lavoro servile", a seguito dell'assoggettamento di uno sterminato Impero, considerato alla stregua di mero "lavoro di ROBOT", rese pressochè superfluo il lavoro dei cittadini romani; da notare, invero, che il termine deriva dal ceco "ROBOTA", cioè, 'lavoro servile', nome degli automi che agiscono come operai in un dramma di K. Čapek.
Per cui, come te, anche io auspico la riscoperta del concetto di lavoro non in termini quantitativo-scientifici, ma dal punto di vista culturale, del lavoro come di un qualcosa di necessario a prescindere dalla michetta, di qualcosa che sostiene e completa l'uomo e gli da un senso come individuo e come parte della società; e condivido anche in pieno con la tesi freudiana, secondo cui la normalità psichica è data dal prodotto di due fattori: amore e lavoro.
Però credo che sarà MOLTO difficile che tale auspicio possa facilmente realizzarsi, considerato il contesto globale in cui, attualmente, ci troviamo a vivere (come da me sopra argomentato)!
Speriamo bene :)

Eutidemo

Non ero ben sicuro su dove postare questo intervento, in quanto il suo inserimento, per motivi diversi, andrebbe bene:
- sia nel TOPIC riguardante il suicidio assistito dei malati terminali (ma senza alcun riferimento al suicidio, semmai per distogliere il malato da tale idea);
- sia in quello delle problematiche occupazionali derivanti dall'automazione.
Ed infatti, volevo richiamare la vostra attenzione sul fatto che esistono programmi che trasformano in audio i testi scritti.
***
Dicevo che la cosa può interessare molto i malati terminali, soprattutto quelli (come il mio amico), impediti nei loro movimenti, perchè usando un programma "text to speech", si può consentire loro di "leggere con le orecchie" i loro libri preferiti.
Ed infatti, purtroppo, gli "audiolibri" non presentano ancora una gamma abbastanza ampia di scelta; soprattutto per quanto concerne testi di notevole lunghezza.
I programma "text to speech", invece, consente di tradurre in audio "qualunque" testo scritto,  sia se già lo si trova bello e pronto su INTERNET, sia partendo anche da un normale libro cartaceo.
E' quello che sto facendo in questo momento, avendo sempre davanti a me due PC ed uno scanner; è facilissimo!
Vi spiego come:
1) 
Mentre si guarda la TV, o anche mentre si scrive  contemporaneamente qualcosa su un altro PC (come sto facendo io adesso), si scannerizza il libro prescelto pagina per pagina; è una operazione automatica, che si può eseguire anche con una mano sola, e che non richiede la benchè minima specifica attenzione.
2)
Una volta scannerizzato il libro, occorre trasformare le pagine acquisite con formato "immagine", in pagine con formato "testo"; il che si ottiene o direttamente durante l'acquisizione, o successivamente, con un programma O.C.R. (optical character recognition), il quale è di solito fornito "in bundle" con lo scanner, oppure si scarica da INTERNET, gratis o a pagamento.
Fa tutto lui, da solo, senza intervento umano.
3)
Una volta trasformato il formato "immagine" in formato "testo", basta semplicemente aprire il programma "text to speech", e copiarci dentro il testo; e, dopo un po', ecco che il testo scritto viene trasformato in voce (quasi) umana.
Fa tutto lui, da solo, senza intervento umano.
La voce è UMANA (come quella dei "robot" telefonici), non metallica, in quanto il programma utilizza un "sintetizzatore vocale", e si possono impostare:
- la voce (maschile o femminile);
- la velocità di lettura;
- la lunghezza delle pause dopo il punto;
- l'intonazione.
Tutte le impostazioni funzionano egregiamente, a  parte l'ultima; ed infatti, per quanto si voglia "enfatizzare" la voce, questa risulta -sia pure "umana"- di una piattezza e monotonia tipicamente robotica.
Quindi, per ascoltare poesie o rappresentazioni teatrali, a mio parere, un sistema del genere è assolutamente da escludere; adempie molto bene allo scopo, invece, per quanto concerne testi filosofici, libri di storia e saggi in generale.
Io lo uso personalmente per "leggere libri con le orecchie", quando nuoto in piscina (col lettore a cuffia impermeabile), ovvero quando sono bloccato nell'infernale traffico del GRA di Roma; ma, per il mio amico paralizzato, è una vera "mano santa", perchè non può essergli sempre vicino qualcuno a leggergli i libri (il che, ovviamente, quando è possibile, è sicuramente la cosa migliore).
Attualmente sto (ri)ascoltando DECADENZA E CADUTA DELL'IMPERO ROMANO D'OCCIDENTE, di E.Gibbon, che fa parte della mia AUDIOTECA di circa 240 GIGABYTE di libri trasformati in audio negli ultimi sette anni; corrispondenti a qualche milione di parole scritte, trasformate in voce. 
Dicevo che la questione può essere inserita anche nel TOPIC riguardante l'AUTOMAZIONE, perchè è un ulteriore esempio di come questa evolva sempre di più; ma, a prescindere da come la si pensi al riguardo, per i malati tetraplegici e di SLA, a prescindere dalla loro "terminalità" o meno, è comunque una cosa molto utile.
Ma non solo per "leggere i libri con le orecchie", bensì anche PER PARLARE!!!
Ed infatti, associando un programma di "text to speech", ad un "puntatore ottico", con il quale il malato può scrivere su un PC con le pupille, si può rendere (in un certo senso) la parola ai muti.
Vedi qui:
http://www.padovaoggi.it/cronaca/occhi-puntati-disabili-comunicazione-computer.html
Per questo ho ritenuto doveroso segnalarla a chiunque fosse interessato.
Se volete scaricare un programma di "text to speech", in prova, andate qui:
https://textaloud.it.uptodown.com/windows/download
Incollateci questo mio intervento, ed ascoltatelo "in voice": buon ascolto!
;)

green demetr

Per Paul.

Sono ovviamente d'accordo te che la questione sia meramente ideologica, anche se a dire il vero anche l'idea stessa di occupazione è meramente ideologica.

Negli ultimi anni nel tentativo di recuperare la lacuna sull'economia, ho ascoltato diverse teorie economiche, ovviamente quella che prevede al suo interno la questione del lavoro umano è solo quella keynesiana.

Come te, sono anch'io per la sovranità monetaria, e non mi interessano le critiche di chi gli rimprovera gli errori storici, ossia quelli della inflazione (da Giolitti a Craxi).
Anche perchè ormai mi è molto chiaro che DEBITO equivale a CREDITO.
Lo trovo veramente di pessimo gusto da parte degli economisti usare certi termini e farli diventare uno spauracchio, a tutto loro vantaggio, sia in termini di eliminazione del soggetto umano, che della loro professione aurea.
Quando si dice che uno STATO è in debito significa che sta facendo del credito.
E a chi lo farebbe se non alla società stessa? e se ci convinciamo che lo stato siamo noi (e non una sorta di nemico metafisico) ci renderemmo che ci stiamo facendo CREDITO da soli.
Il valore di scambio della moneta, nacque d'altronde così, come un atto simbolico, un investimento, umano e solo umano, sulle sue capacità di far circolare le merci.

Ora unire i problemi della sovrapopolazione (che non ho capito bene cosa significhi, chi decide che siamo in troppi? ma qui aprirei una invettiva che non finisce più e mi limito al giochino delle strane coppie) a quelli della produzione, mi fa tenerezza (leggasi infuriare).

In effetti gli interventi fin qui avvenuti, se da una parte mi hanno arrichito in quanto a dati, poco mi dicono riguardo a cosa sarebbe questa economia che contiene il binomio sovrapopolazione-produzione.

La questione sovrapopolazione è stata quasi subito accantonata, e ci si è invece concentrati sulla produzione.

Ovviamente sono cominciati il solito carosello di numeri sparati come proiettili, ma nessuno si è interrogato poi sulla questione di cosa stavano a rappresentare (PIL , saggio di interesse, strozzamento).

Ci si è invece concentrati sulle sorti dei paesi (nostri e orientali) dove è nata l'interessantissima lite Sgiombo-Eutidemo, come nel caso di Jean ho imparato molto. (sia per quanto riguarda la visione occidentale, che quella orientale).

Siamo poi passati allo scorato appello di Paul al non fermarsi alla scrollatina di spalle.

Essendo come dicevo d'accordo con Paul, volevo però fare alcune domande sulla questione politico-economica produttiva.

Nel corso dei miei studi quello che ho imparato è che l'Italia da quinta potenza mondiale è finita fanalino di coda fra le potenze europee dopo che la Germania ci rubò l'intero reparto siderurgico per cui eravamo la prima potenza europea.
Nondimeno ci hanno rubato sempre i tedeschi le quotte latte e le quote agrumi.

Come sappiamo la sovranità monetaria non è necesariamente votata all'isolamento. Riguarda solo le politiche legate alla moneta, al credito appunto.
Sappiamo di già che la Francia ci fa pagare l'energia, e sappiamo che l'italia per via della sua ricchezza idrica potrebbe benissimo fare il contrario.

Ma e qui è il punto, come diceva Grillo in uno dei suoi show pre-5 stelle, NOI ABBIAMO PERSO IL KNOW HOW.

Hai già in mente Paul in via realistica come potersi liberare da questi impedimenti per una futura autarchia? ossia il problema energetico, e quello del know how, non sono forse delle reali impedenze, a qualsiasi forma di emancipazione economica (che come dici tu, e come dicono decine di economisti, è facilmente ottenibile, al di là delle minacce dei neo-con, con in testa Draghi)?

La negoziazione con gli altri paesi non rimarrebbe comunque un problema? D'altronde il migliore fra tutti, il buon Varufakis, ha sempre parlato della negoziazione come il punto fondamentale per ogni emancipazione.

A mio parere infatti non è una questione dell'autarchia, che nel mondo globalizzato è veramente chimera. L'uomo vuole essere individualista perchè é individualista. Sarebbe questa la scoperta dell'acqua calda del capitalismo, la sua arma più verace e concreta. L'ideologia serve solo a confondere le idee, ma di base, la durezza della questione è quella.

Chi farebbe a meno dei pc oggi? dei cellulari come dice qualcun altro. Ma i processori necessitano del diamante.

E il diamante chi ce l'ha se non il congo? e il congo è il teatro della nuova guerra mondiale. Usa vs UE vs URSS vs CHINA.

Quale autarchia potrebbe nascere in una società che vuole i diamanti?

La profonda idiosincrasia fra partito e comunità di base, è che il partito non ha capito che non vi è più una comunità di base.

Siamo solo nell'era dei replicanti. Macchine umane al servizio della terzialità (la comunicazione, ma comunicazione di che se non del piacere? )

Quando si dice che non esiste più sinistra e destra vedi Preve e tanti altri, si indica il cambiamento radicale del paesaggio umano.

Dell'orizzonte, che da umano è passato a tecnico, come nella grande narrazione Heidegeriana.

Io sono d'accordo sostanzialmente che per una riappropriazione del concetto umano, all'interno del meccanismo di produzione, serva una capacità decisionale, più ampia, rispetto al grande ricatto europeo, ma ne vedo lampantemente i problemi sia strutturali di SCAMBIO, e ancor più radicalmente (e per questo mi occupo principalmente di filosofia) di rappresentatività sociale.

La decisione del valore di scambio e del suo corrispettivo di sacrificio, o impiego umano, non sono forse legati a doppia mandata, al cambiamento ideologico, ma sopratutto strutturale, che la filsofia ci ha consegnato come orizzonte dell'agire e dei giochi?

Per questo io direi di ragionare per piccoli passi, ovviamente la sovranità nazionale è sempre più urgente. Il fatto è che i continui cedimenti, all'Italia sono stati già prestati MOLTI soldi, testimoniano non solo che stiamo assistendo ad un gioco ideologico, perchè
 effettivamente quei prestiti, altro non sono che COME SE L'ITALIA fosse SOVRANA. Ma non si puà dire. I decreto salva stato sono già una delega a che si diventi sovranità monetaria (dietro ricatto, ma il ricatto come detto sopra, rimmarrebbe comunque strutturalmente, è solo che nell'ideologia TUTTO CAMMUFFA TUTTO, dimodochè la reazione sarà sempre un passo indietro.)

Epperò questi soldi come sono stati spesi? Sono stati spesi per mantenere la struttura BASE dello scambio economico, e cioè le BANCHE.

Non è sbagliato in sè, il fatto è che manca di fatto il corrispettivo produttivo, ma è proprio questo che fa saltare il banco.
La produzione è un fatto meramente ideologico.
La disoccupazione zero, come l'ex ddr o la russia hanno dimostrato è possibile persino per economie di sussistenza.

E' un fatto da poco far fare alle persone cose, che tanto non servono veramente a nessuno.
Perchè mi devono pagare soldi, perchè sto spiegando come funziona un giochino sul cellulare? che necessita reale ha?
cosa sto producendo? eppure, ho un lavoro, e così milioni di italiani, dalle stanze della burocrazia statale, a quelle del terziario.
Producono esattamente cosa????eppure figurano come produzione.

E' per questo che PIL francamente non vedo cosa centri. Dipende da cosa intendi per produrre.
Se la produzione è quella industriale allora siamo messi male.Quello si.
Ma cosa c'entra con l'uomo, e con il suo nuovo orizzonte sociale, quello tecnico, uomini al servizio di NIENTE....
(nella stragrande maggioranza).

Insomma mi sembra che i piani siano diversi, e ci terrei Paul che ne traessi altre elucubrazioni.

Anche perchè nessuno ha parlato del signoraggio il vero e unico problema globale. siamo sul piano ideologico della produttività.
Quindi anche ammesso che esista questa produttività. chi la finanzia se non le banche, ma se le banche giocano a investire sulla moneta invece che le merci...siamo nei guai non è vero?? le banche si indebitano (con se stesse, praticamente) fanno credito al credito....ingegnoso ma senza senso, e in perfetta sintonia, con tutto il non senso che le sottende, la produzione, si ma di che?

Macchine che producono macchine, servizi che producono servizi...moneta che produce moneta. Un delirio senza senso e senza fine.

Senza fine per l'uomo come lo conoscevamo, come mi ero abituato a sperare che fosse (ma già da tempo non lo era più).

vi sono soluzioni intermedie cosa ne pensi?

Fra le ultime possibili soluzioni a sinistra, ed anche avvallate da varufakis, basterebbe anche semplcimente tassare le merci estere dal 15% fino ad un massimo del 25% non si strozza nessuna economia, e si guadagna un pò di tempo sul da farsi.
Perchè è solo una questione di numeri in percentuale, non di effettiva circolazione di merci. Anche se la cosa sembra strana, pare che stiano aspettando l'esplosione dei mercati orientali. Rallentata dai numeri cinesi.
Ovviamente si attende anche come la Cina si muoverà militarmente, se Putin deciderà di appoggiarli, o se appoggerà noi, o l'america.
La russia è l'ago impazzito della bilancia, perchè i rapporti tra noi e l'america per via delle nostre questioni morali ha compromesso qualsiasi alleanza con la Cina. Ora l'Europa sta facendo uno strano giochino di ammiccamento sia all'uno che all'altro.
(usa urss).
Visto i casini che la Merkel ha combinato con Putin, aspettiamici tranquillamente che la cancelliera salti.
A quel punto le rinegoziazioni in Europa potrebbero riavvenire.(semplicemente perchè c'è un nuovo interlocutore)
Per questo in Itali le sinistre bieche stanno prendendo tempo, per arrivare ad un presumibile diverso interlocutore.
(facendo finta che il sostituto della merkel sarà diverso in campo economico da lei...il che è risibile.)
A quel punto l'europa potrebbe riunirsi con la russia, diciamo che sarebbe il caso, l'america intanto ha capito l'aria che tira.
e con trump ha fatto un dietro front rispetto alla bellicosa clinton.
Putin infatti sembrerebbe più vicino ai cinesi. cosi per non far saltare il banco che è nato dopo la guerra fredda tra usa-urss, stiamo assistendo all'inverosimile, del lecchinaggio internazionale.
Sinceramente non oso pensare cosa succederebbe se l'europa rimane da sola. gli inglesi se la sono già data a cambe.
Rimarrebbe veramente l'Italia come unica speranza diplomatica, infatti abbiamo buoni rapporti sia con russia che con america.
(nel senso che veniamo usati come terreno neutrale da usa e germania, non che contiamo qualcosa, la nostra è una importanza formale. per così dire).
Se salgono i 5 stelle e la merkel è ancora al potere. direi che l'europa è fuori dai giochi delle alleanze.
voglio dire il congo è anche la sede del NOSTRO PETROLIO....(IL PROBLEMA DELLE NEGOZAZIONI VOGLIO DIRE è SOPRATUTTO DI CHI HA LE MATERIE DA NEGOZIARE.)

Ecco Paul in questo orizzonte internazionale, che tu sicuramente conosci meglio di me (in quanto mi aggiorno veramente col contagocce, spesso via ZIZEK) autarchia vale ancora?

Intanto mentre quelli giocano a risiko, che ne sarà dei rapporti stato-uomo, in una parola della civiltà.
rimaniamo collegati sul canale     QUESTO TRISTE MONDO MALATO.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

paul11

Citazione di: green demetr il 20 Marzo 2017, 02:16:02 AM
Per Paul.

Sono ovviamente d'accordo te che la questione sia meramente ideologica, anche se a dire il vero anche l'idea stessa di occupazione è meramente ideologica.

Negli ultimi anni nel tentativo di recuperare la lacuna sull'economia, ho ascoltato diverse teorie economiche, ovviamente quella che prevede al suo interno la questione del lavoro umano è solo quella keynesiana.

Come te, sono anch'io per la sovranità monetaria, e non mi interessano le critiche di chi gli rimprovera gli errori storici, ossia quelli della inflazione (da Giolitti a Craxi).
Anche perchè ormai mi è molto chiaro che DEBITO equivale a CREDITO.
Lo trovo veramente di pessimo gusto da parte degli economisti usare certi termini e farli diventare uno spauracchio, a tutto loro vantaggio, sia in termini di eliminazione del soggetto umano, che della loro professione aurea.
Quando si dice che uno STATO è in debito significa che sta facendo del credito.
E a chi lo farebbe se non alla società stessa? e se ci convinciamo che lo stato siamo noi (e non una sorta di nemico metafisico) ci renderemmo che ci stiamo facendo CREDITO da soli.
Il valore di scambio della moneta, nacque d'altronde così, come un atto simbolico, un investimento, umano e solo umano, sulle sue capacità di far circolare le merci.

Ora unire i problemi della sovrapopolazione (che non ho capito bene cosa significhi, chi decide che siamo in troppi? ma qui aprirei una invettiva che non finisce più e mi limito al giochino delle strane coppie) a quelli della produzione, mi fa tenerezza (leggasi infuriare).

In effetti gli interventi fin qui avvenuti, se da una parte mi hanno arrichito in quanto a dati, poco mi dicono riguardo a cosa sarebbe questa economia che contiene il binomio sovrapopolazione-produzione.

La questione sovrapopolazione è stata quasi subito accantonata, e ci si è invece concentrati sulla produzione.

Ovviamente sono cominciati il solito carosello di numeri sparati come proiettili, ma nessuno si è interrogato poi sulla questione di cosa stavano a rappresentare (PIL , saggio di interesse, strozzamento).

Ci si è invece concentrati sulle sorti dei paesi (nostri e orientali) dove è nata l'interessantissima lite Sgiombo-Eutidemo, come nel caso di Jean ho imparato molto. (sia per quanto riguarda la visione occidentale, che quella orientale).

Siamo poi passati allo scorato appello di Paul al non fermarsi alla scrollatina di spalle.

Essendo come dicevo d'accordo con Paul, volevo però fare alcune domande sulla questione politico-economica produttiva.

Nel corso dei miei studi quello che ho imparato è che l'Italia da quinta potenza mondiale è finita fanalino di coda fra le potenze europee dopo che la Germania ci rubò l'intero reparto siderurgico per cui eravamo la prima potenza europea.
Nondimeno ci hanno rubato sempre i tedeschi le quotte latte e le quote agrumi.

Come sappiamo la sovranità monetaria non è necesariamente votata all'isolamento. Riguarda solo le politiche legate alla moneta, al credito appunto.
Sappiamo di già che la Francia ci fa pagare l'energia, e sappiamo che l'italia per via della sua ricchezza idrica potrebbe benissimo fare il contrario.

Ma e qui è il punto, come diceva Grillo in uno dei suoi show pre-5 stelle, NOI ABBIAMO PERSO IL KNOW HOW.

Hai già in mente Paul in via realistica come potersi liberare da questi impedimenti per una futura autarchia? ossia il problema energetico, e quello del know how, non sono forse delle reali impedenze, a qualsiasi forma di emancipazione economica (che come dici tu, e come dicono decine di economisti, è facilmente ottenibile, al di là delle minacce dei neo-con, con in testa Draghi)?

La negoziazione con gli altri paesi non rimarrebbe comunque un problema? D'altronde il migliore fra tutti, il buon Varufakis, ha sempre parlato della negoziazione come il punto fondamentale per ogni emancipazione.

A mio parere infatti non è una questione dell'autarchia, che nel mondo globalizzato è veramente chimera. L'uomo vuole essere individualista perchè é individualista. Sarebbe questa la scoperta dell'acqua calda del capitalismo, la sua arma più verace e concreta. L'ideologia serve solo a confondere le idee, ma di base, la durezza della questione è quella.

Chi farebbe a meno dei pc oggi? dei cellulari come dice qualcun altro. Ma i processori necessitano del diamante.

E il diamante chi ce l'ha se non il congo? e il congo è il teatro della nuova guerra mondiale. Usa vs UE vs URSS vs CHINA.

Quale autarchia potrebbe nascere in una società che vuole i diamanti?

La profonda idiosincrasia fra partito e comunità di base, è che il partito non ha capito che non vi è più una comunità di base.

Siamo solo nell'era dei replicanti. Macchine umane al servizio della terzialità (la comunicazione, ma comunicazione di che se non del piacere? )

Quando si dice che non esiste più sinistra e destra vedi Preve e tanti altri, si indica il cambiamento radicale del paesaggio umano.

Dell'orizzonte, che da umano è passato a tecnico, come nella grande narrazione Heidegeriana.

Io sono d'accordo sostanzialmente che per una riappropriazione del concetto umano, all'interno del meccanismo di produzione, serva una capacità decisionale, più ampia, rispetto al grande ricatto europeo, ma ne vedo lampantemente i problemi sia strutturali di SCAMBIO, e ancor più radicalmente (e per questo mi occupo principalmente di filosofia) di rappresentatività sociale.

La decisione del valore di scambio e del suo corrispettivo di sacrificio, o impiego umano, non sono forse legati a doppia mandata, al cambiamento ideologico, ma sopratutto strutturale, che la filsofia ci ha consegnato come orizzonte dell'agire e dei giochi?

Per questo io direi di ragionare per piccoli passi, ovviamente la sovranità nazionale è sempre più urgente. Il fatto è che i continui cedimenti, all'Italia sono stati già prestati MOLTI soldi, testimoniano non solo che stiamo assistendo ad un gioco ideologico, perchè
effettivamente quei prestiti, altro non sono che COME SE L'ITALIA fosse SOVRANA. Ma non si puà dire. I decreto salva stato sono già una delega a che si diventi sovranità monetaria (dietro ricatto, ma il ricatto come detto sopra, rimmarrebbe comunque strutturalmente, è solo che nell'ideologia TUTTO CAMMUFFA TUTTO, dimodochè la reazione sarà sempre un passo indietro.)

Epperò questi soldi come sono stati spesi? Sono stati spesi per mantenere la struttura BASE dello scambio economico, e cioè le BANCHE.

Non è sbagliato in sè, il fatto è che manca di fatto il corrispettivo produttivo, ma è proprio questo che fa saltare il banco.
La produzione è un fatto meramente ideologico.
La disoccupazione zero, come l'ex ddr o la russia hanno dimostrato è possibile persino per economie di sussistenza.

E' un fatto da poco far fare alle persone cose, che tanto non servono veramente a nessuno.
Perchè mi devono pagare soldi, perchè sto spiegando come funziona un giochino sul cellulare? che necessita reale ha?
cosa sto producendo? eppure, ho un lavoro, e così milioni di italiani, dalle stanze della burocrazia statale, a quelle del terziario.
Producono esattamente cosa????eppure figurano come produzione.

E' per questo che PIL francamente non vedo cosa centri. Dipende da cosa intendi per produrre.
Se la produzione è quella industriale allora siamo messi male.Quello si.
Ma cosa c'entra con l'uomo, e con il suo nuovo orizzonte sociale, quello tecnico, uomini al servizio di NIENTE....
(nella stragrande maggioranza).

Insomma mi sembra che i piani siano diversi, e ci terrei Paul che ne traessi altre elucubrazioni.

Anche perchè nessuno ha parlato del signoraggio il vero e unico problema globale. siamo sul piano ideologico della produttività.
Quindi anche ammesso che esista questa produttività. chi la finanzia se non le banche, ma se le banche giocano a investire sulla moneta invece che le merci...siamo nei guai non è vero?? le banche si indebitano (con se stesse, praticamente) fanno credito al credito....ingegnoso ma senza senso, e in perfetta sintonia, con tutto il non senso che le sottende, la produzione, si ma di che?

Macchine che producono macchine, servizi che producono servizi...moneta che produce moneta. Un delirio senza senso e senza fine.

Senza fine per l'uomo come lo conoscevamo, come mi ero abituato a sperare che fosse (ma già da tempo non lo era più).

vi sono soluzioni intermedie cosa ne pensi?

Fra le ultime possibili soluzioni a sinistra, ed anche avvallate da varufakis, basterebbe anche semplcimente tassare le merci estere dal 15% fino ad un massimo del 25% non si strozza nessuna economia, e si guadagna un pò di tempo sul da farsi.
Perchè è solo una questione di numeri in percentuale, non di effettiva circolazione di merci. Anche se la cosa sembra strana, pare che stiano aspettando l'esplosione dei mercati orientali. Rallentata dai numeri cinesi.
Ovviamente si attende anche come la Cina si muoverà militarmente, se Putin deciderà di appoggiarli, o se appoggerà noi, o l'america.
La russia è l'ago impazzito della bilancia, perchè i rapporti tra noi e l'america per via delle nostre questioni morali ha compromesso qualsiasi alleanza con la Cina. Ora l'Europa sta facendo uno strano giochino di ammiccamento sia all'uno che all'altro.
(usa urss).
Visto i casini che la Merkel ha combinato con Putin, aspettiamici tranquillamente che la cancelliera salti.
A quel punto le rinegoziazioni in Europa potrebbero riavvenire.(semplicemente perchè c'è un nuovo interlocutore)
Per questo in Itali le sinistre bieche stanno prendendo tempo, per arrivare ad un presumibile diverso interlocutore.
(facendo finta che il sostituto della merkel sarà diverso in campo economico da lei...il che è risibile.)
A quel punto l'europa potrebbe riunirsi con la russia, diciamo che sarebbe il caso, l'america intanto ha capito l'aria che tira.
e con trump ha fatto un dietro front rispetto alla bellicosa clinton.
Putin infatti sembrerebbe più vicino ai cinesi. cosi per non far saltare il banco che è nato dopo la guerra fredda tra usa-urss, stiamo assistendo all'inverosimile, del lecchinaggio internazionale.
Sinceramente non oso pensare cosa succederebbe se l'europa rimane da sola. gli inglesi se la sono già data a cambe.
Rimarrebbe veramente l'Italia come unica speranza diplomatica, infatti abbiamo buoni rapporti sia con russia che con america.
(nel senso che veniamo usati come terreno neutrale da usa e germania, non che contiamo qualcosa, la nostra è una importanza formale. per così dire).
Se salgono i 5 stelle e la merkel è ancora al potere. direi che l'europa è fuori dai giochi delle alleanze.
voglio dire il congo è anche la sede del NOSTRO PETROLIO....(IL PROBLEMA DELLE NEGOZAZIONI VOGLIO DIRE è SOPRATUTTO DI CHI HA LE MATERIE DA NEGOZIARE.)

Ecco Paul in questo orizzonte internazionale, che tu sicuramente conosci meglio di me (in quanto mi aggiorno veramente col contagocce, spesso via ZIZEK) autarchia vale ancora?

Intanto mentre quelli giocano a risiko, che ne sarà dei rapporti stato-uomo, in una parola della civiltà.
rimaniamo collegati sul canale     QUESTO TRISTE MONDO MALATO.
Lo stato emette dei certificati e buoni che rappresentano la raccolta di denaro a cui mira e il cittadino che per quota parte essendo parte dello stato è debitore. ne investe diventando creditore e debitore di se stesso-

Quarant'anni fa, dopo la crisi petrolifera a metà anni Settanta e la fine della parità oro/moneta, l'inflazione galoppo sul 20 per cento, Il risultato è che i prezzi vinsero sui salari/stipendi/pensioni abolendo la scla mobile, costruendo un nuovo patto sociale e nuove forme di contrattazione sugli aumenti.
Oggi si vuole l'inflazione.

Questi due paradossi, ma ve ne sono a iosa, dimostrano che la realtà economica in realtà è davvero finzione metafisica: lo Stato è una creazione giuridica come giuridico è il concetto di impresa, prima ancora di essere soggetti economici.E viene dal diritto romano e canonico.

Una popolazione quantitativamente è in rapporto ad una altrettanto quantità di energia e materie prime, vale adire il rapporto popolazione/risorse.In realtà à semplicemnte uno scenario o una proiezione di una stima applicata ad un determinato scenario.
Ma nessuno sa dire anche solo fra cinque anni ,faccio un esempio,estremo, se i processi nucleai di fusione nucleare e non di fissione ,saranno competivi .Quello che intendo dire è che l'innovazione muta gli scenari: stampanti 3D, fabbrica 4.0, nuove start-up, applicazione delle nanotecnologie, delle scienze dei materiali, superconduttività, ineriscono trasversalmente le discipline economiche così come l'informatica lo ha rivoluzionata portando al tempo reale le transazioni e le contabilità.
Oggi si parla di carne sintetica tratta da cellule staminali, noi mangiamo circa il 5 per cento delle proteine di pochissime coltivazioni del pianeta (grano e riso) lasciando molte proteine .
Gli impianti irrigui a goccia furono creati dagli israeliani nei kibbutz  per non sciupare acqua e rubare terra al deserto:o ggi è praticamente in tutte le serre che abbassano i cili di produzione non più natuali, ma con microclimi artificiali. Le energie alternative, il superamento del motore endotermico, il debellare certe malattie sono comunque speculazioni.Quando la Gran Bretagna scoprì enorme sacche di petrolio nel mare del Nord, lo fece perchè erano competitivi costi di estrazione e ricerca in quanto era alto il prezzo del petrolio sul mercato internazionale.

Allora vuol dire che la scenografia economica del rapporto popolazione/ risorsa è in mano alla speculazione del mercato che aumenta o meno le risorse disponibili accelerando o meno sulla ricerca e innovazione, che giocano sui prezzi di mercato. Le guerre sono sempre più il voler controllare le risorse energetiche, minerarie e materie prime

Sì, noi abbiamo perso il know how e dobbiamo ringraziare una classe politica e imprenditoriale di seconda generazione che ha svenduto industrie e marchi storici allo straniero di turno.Abbiamo perso su molti fronti strategici, basta guardare le classifiche per fatturato e altri indicatori su riviste specializzate. noi ci illudiamo di essere una potenza ( se mai lo siamo stati dalla scoperta dell'America in poi....).
Ma proprio per questo è illusorio, stante la situazione delle scelte politico economiche europee, pensare che noi possiamo uscirne, Non abbiamo risorse economiche e finanziarie e infatti penseranno a smuovere il risparmio privato,...........ci arriveranno prima o poi perchè è solo quello che rimane agli italiani.L'Italia ha un "blocco" dato da troppe rendite rispetto al reddito di lavoro e impresa e troppo risparmio privato "bloccato".L'economia non si muove se non si muovono masse monetarie, questo è il potere della finanza.Il denaro deve girare per produrre valore aggiunto e PIL.

Il problema fondamentale è che l'Italia non ha nessun potere negoziale su qualunque interlocutore internazionale dentro e fuori dall'Europa.Noi abbiamo bisogno di essere spalleggiati dagli USA che dlla fine dell' ultima guerra mondiale è nostro "padrone" militare (Nato) economico, piano Marshall. Non siamo assolutamente ben visti nè da Francia  e tanto meno dalla Germania.Quest'ultima ha due rancori contro tutti, quello di essersi dovuta da sola ricostruire come potenza dopo la sconfitta dell'ultima guerra e l'annessione con la Germania Orientale(ex DDR) lo ha praticamente fatto da sola finanziariamente, industrialmente.Questo far da sè, senza l'aiuto di nessuno per la Germania è un vanto e non aiuta per questo nessuno.Non aspettiamoci che l'Europa ci aiuti,piuttosto ci affossano, e la pressione migratoria sull'Italia ne è un esempio.
Dite alla Merkel di portare la Volkswagen in Nigeria, la Sit- Siemens in Costa d'Avorio e la Deutzsche Bank in centrafrica, visto che sono misericordiosi con i migranti.
Quindi mi si dica una risposta credibile alla possibilità che l'italia esca con l'attuale situazione di blocco mondiale rappresentato da USA-Europa- Cina e aggiungiamoci Russia

E' impossibile praticamente oggi recuperare il tempo perso nei settori strategici di alto valore aggiunto mondiale.
Ci sono colossi che si muovono a livello globale, sono pescicani che si nutrono di altri piccoli pesci annettendo e concentrando accumulazioni e capitali. Il solo  pensare di competere, oltre al know how ci vogliono enormi capitali di rischio iniziali per raggiungere le loro produttività e competere sui costi e prezzi: impossibile.
In Cina basta vedere il numero di movimentazioni di container nei porti, per dare un'idea di come ormai si sono spostate le ricchezze e gli investimenti.
L'Italia dovrebbe infrastrutturalmente costruire sinergie nella ricerca e innovazione  fra università e industria, fare sistema ,creare start-up di nicchia e puntare in settori decisamente  innovativi, settori nuovi.

Oggi è impossibile sapere in tempo reale non solo le masse monetarie econometriche (M1,M2, ecc) vale a dire tutte le transazioni credito/debito a livello globale con le borse aperte H 24.
Questa stagnazione economica mondiale è infatti il segno di una riflessione sulla globalizzazione.
Si temono altre bolle economiche, per questo curano e controllano molto di più.
Si fanno negoziazioni planetarie fra regioni e continenti.
Noi siamo fuori, out, dai plenipotenziari accordi dell'Asean, fra USA-Australia, fra USA- Europa  e molti altri.
Noi andiamo in USA ed Europa a mendicare a prendere scoppole e tornare a casa con la coda fra le gambe.


Greeen questo è un sistema capitalistico e l'uomo è una risorsa trattato come una risorsa energetica, mineraria , monetaria. In questo sistema economico l'uomo non è uomo, ma appunto prestatore d'opera, subordinato alle logiche del valore aggiunto e profitto privato e dello scambio politico basato sul consenso elettorale nella politica, una volta uscito dalla cabina elettorale non serviamo più Siamo solo e semplicemente mezzi che altri utilizzano per loro scopi.

A tuo parere noi potremmo fare dazi doganali? Forse non hai capito che la globalizzazione non vuole pastoie burocratiche dei confini di Stati, i dazi protettivi sono aboliti dal GATT il promotore della globalizzazione.
Il potere dei colossi industriali e finanziari vogliono poter spostare velocemente capitali produzioni laddove i mercati lo richiedono al miglior prezzo e al minor costo.Sono loro che vogliono questa Europa e foraggiano  commissari e le nomine europee.

Nessuno vorrà uscire dall'Europa, i mass media ci stanno già condizionando da tempo così come il potere politico.

Io ricordo che nessun mestierante politichese e fior di professionisti fu in grado di prevedere la perestroika di Gorbaciov. Nessuno è in grado di prevedere cosa accadrà anche solo fra tre anni nello scacchiere internazionale che si muove nel sottobosco dei negoziati economico-politici- militari.
Ma tutti stanno cercando di controllare le materie energetiche, minerarie e le materie prime, fondamentali per l'economia. Di una cosa sono sicuro, è impossibile che l'intero globo possa sviluppare alti PIL, richiederebbe una fonte energetica inesauribile per alimentare.E questo tutti lo sanno.E questo va a nostro sfavore.
perchè anche se l'italia consumasse una goccia di petrolio, se il sistema economico mondiale comincia ad accelerare, ci sono subito pressioni speculative sui prezzi che sono internazionali, quindi noi siamo ancora più sfavoriti nel caso di aumento della domanda mondiale di energia.

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