Il paradosso delle munizioni; come si aggira l'embargo alla Birmania.

Aperto da Eutidemo, 11 Marzo 2021, 13:32:26 PM

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Eutidemo

Negli ultimi giorni sta facendo rumore la notizia di munizioni italiane utilizzate dalle forze di repressione della dittatura birmana contro i manifestanti; ed infatti il 26 aprile dello scorso anno, il Consiglio UE aveva imposto ulteriori misure restrittive nei confronti del Myanmar/Birmania, che rafforzavano l'embargo dell'UE sulle armi e sulle munizioni verso il governo di tale sventurato Paese.
Però, al riguardo, sussiste secondo me un problema di coordinamento con la nostra normativa interna; ed infatti, l'art.1 comma 11 della Legge 9 luglio 1990, n. 185, con le modifiche introdotte dalla legge 17 giugno 2003, n. 148, riguardante il controllo nell'esportazione dei materiali di armamento, esclude da tale tipo di controllo, "le armi da caccia e relative munizioni".
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Venendo al merito della notizia apparsa su tutti i "media",  gli agenti di polizia birmani avrebbero sparato su un'ambulanza utilizzando un "proiettile" prodotto dall'azienda italiana "Cheddite"; il che non è esatto, perchè alla stampa è stato mostrato solo il "bossolo", ma non il "proiettile".
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Ed infatti, sul fondello del "bossolo" si legge chiaramente il marchio di fabbrica di tale casa produttrice, che ha la sede a Livorno, sebbene non venga precisato quale "proiettile" ci fosse dentro, prima che venisse sparato; il che è molto strano, perchè non può essere sparito nel nulla, e, quello, sì, che sarebbe interessante vedere (per i motivi di dirò in seguito).
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Comunque, c'è "poco da dire", per rispondere alla domanda del "brand" "cheddite?"; la cartuccia era senz'altro italiana
Tuttavia, in risposta a una richiesta di commento da parte di un giornale, la società avrebbe confermato di esportare munizioni in diversi Paesi del mondo ma ha negato di aver mai effettuato vendite alla Birmania; il che, in effetti, è possibile, perchè nulla vieta che delle munizioni esportate dall'Italia, per esempio, in USA, vengano poi riesportate in Birmania.
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Ad ogni modo, secondo me, il punto veramente delicato, su cui si sorvola troppo spesso, è un altro!
Ed infatti, così come legalmente sancito in Italia dall'art.1 comma 11 della Legge 9 luglio 1990, n. 185 sopra riportato, accade un po' in tutto il mondo che si concentri l'attenzione soprattutto sulle esportazioni delle "armi leggere da guerra", e molto meno, direi quasi per niente, sulle "armi leggere da caccia" (e relative munizioni).
Ciò accade, secondo me, perchè in genere le seconde vengono considerate meno pericolose per l'uomo delle prime; il che è assolutamente "falso", essendo vero, invece, almeno sotto certi aspetti, esattamente il "contrario"!
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Ed infatti, quando si parla di "munizioni da caccia", in genere si pensa a miti doppiette caricate a "pallini", buone soprattutto per le povere quaglie (o al massimo di "pallettoni").
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Ed invece, lo stesso identico bossolo calibro 12 che si vede esibito in immagine, in luogo dei "pallini", può sparare "slug" in piombo nudo (cioè, singoli grossi proiettili) capaci di fare secco sul colpo un cervo anche di grosse dimensioni.
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Al riguardo, infatti, molti non sanno che il calibro dei fucili non si esprime con riferimento ai millimetri del diametro del proiettile (ad esempio, 9 millimetri per la beretta d'ordinanza della nostra polizia); diversamente, per le canne dei fucili "ad anima liscia", cioè, in genere, quelli "da caccia", si è invece mantenuto l'antico sistema inglese di indicarne il calibro con il numero di palle di piombo aventi il diametro necessario per essere sparati da esse e che si possono ricavare da una libbra inglese (gr. 453,6) di piombo.
Quindi quando si parla di un fucile da caccia, in cal. 12,  ci si riferisce al fatto che le 12 palle di piombo sparabili con esso pesano quasi mezzo chilogrammo; il che è terrificante, in termini di potenza balistica.
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Tanto per averne un'idea, si tenga conto della diversità d'ampiezza di una "canna rigata" cal.9 mm (come la beretta d'ordinanza della nostra polizia), e di una "canna liscia" cal.12 di un fuclle da caccia (come, ad es, una "lupara").
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Oltre a tale aspetto, occorre considerarne anche un altro, forse ancora più rilevante: e,cioè, che una  "palla asciutta" da caccia, in genere, è in "piombo nudo", e, quindi, è estremamente più letale dei "proiettili FMJ" (Full Metal Jacket, cioè "incamiciati") che si usano in "guerra" e nelle "armi comuni" in vendita nelle armerie.
Ed infatti, per quanto riguarda le munizioni destinate alle "armi leggere da guerra", la "Convenzione di Ginevra" del 1864 stabilì che, in battaglia, potessero essere utilizzati soltanto "proiettili incamiciati" (Full Metal Jacket), e, cioè, non in "piombo nudo" (e, quindi, espandibili);  e fino ad oggi tutte le principali potenze mondiali si sono conformate a tale direttiva.
Probabilmente, si decise così in seguito alle stragi provocate dalle pallottole in piombo "miniè" nella guerra civile americana, i cui morti assommarono a più di seicentomila (una cifra per allora inimmaginabile); ma, soprattutto, per il tipo di ferite che tale tipo di pallottola provocava.
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Ed infatti, i "proiettili incamiciati" (Full Metal Jacket), restando sostanzialmente integri, invalidano il bersaglio senza necessariamente ucciderlo.
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Diversamente, i "proiettili in piombo nudo", consentiti solo per il tiro a segno (wad cutter) o di calibro .22, si espandono all'interno del bersaglio, provocando, così, lesioni estremamente dolorose e quasi sempre letali.
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Il vantaggio delle canne rigate rispetto a quelle ad anima liscia, sta soprattutto nella molto maggiore gittata e nella molto maggiore precisione; ma tali pregi contano poco in un combattimento a fuoco ravvicinato, laddove un fucile "a pompa" può risultare molto più "proficuo".
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Tuttavia, almeno in teoria,  la polizia birmana potrebbe non aver utilizzato  nè "pallini", ne "pallettoni" nè "palle asciutte" in piombo, bensì potrebbe aver usato delle più miti ogive definite "non letali" in gomma dura; per il fucile calibro 12, infatti, ormai sono disponibili numerosi caricamenti "non letali", che vengono utilizzati dalle polizie di tutto il mondo (meno la nostra); sebbene facciano lo stesso molto male, e, spesso, il morto ci scappi lo stesso.
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Però ci sono tre circostanze che ostano con tale ipotesi.
1)
Le condizioni del "tergicristallo" dell'ambulanza dopo lo sparo.
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2)
Il fatto che la polizia birmana mostri soltanto il "bossolo" e non il "proiettile" che da esso è stato sparato; in questo caso, infatti, viene "mostrata la mano, ma nascosto il sasso!"
3)
Il fatto che dal  catalogo delle munizioni dalla ditta CHEDDITE, non mi pare che risultino in vendita cartucce calibro 12 "non letali"; trattandosi di molti prodotti, può darsi che la cosa mi sia sfuggita, ma potete fare una verifica anche voi.
https://www.chedditeitaly.it/catalogo/
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CONCLUSIONE

Comunque, a prescindere dal caso specifico, ritengo che il controllo sull'esportazione delle armi "da caccia "(e su quelle "sportive"), nonchè sulle relative munizioni, dovrebbe essere molto più attento ed accurato di quanto sia adesso.
E non solo in Italia!
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