Il negazionismo del Covid dovrebbe essere punito per legge?

Aperto da Socrate78, 15 Novembre 2020, 20:52:59 PM

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viator

Salve Claudia K. Benvenuta anche da me. L'ottimo Professor Sgarbi è personaggio assai adatto ai palcoscenici italici. Tutti fanno quello che possono per campare (possibilmente bene o benissimo).Come persona io lo trovo intelligentissimo (termine di paragone, il buon P. Daverio), adeguatamente formato e preparato (termine di paragone, un qualsiasi cattedratico), furbissimo (termine di paragone, P. Picasso).

L'ipertrofia del suo "io" secondo me fa essenzialmente parte del personaggio, più ancora che della persona.

Per il resto, la tua analisi è corretta benchè ovvia, poichè sia la diffusione del virus che quella - ugualmente sconfinata - della cialtroneria umana rappresentano prevedibile effetto della globalizzazione coniugata con la mostruosità demografica del pianeta.

E' chiaro che se la principale risorsa inesauribile dell'umanità è la stupidità.......il forsennato aumento della comunicazione sarà costretto ad attingere sempre più da essa. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

bobmax

Citazione di: Claudia K il 22 Novembre 2020, 12:14:43 PM
Sommessamente penso sia un fatto di indole.
Ripeto che potrei (anzi sicuramente sarò) condizionata dai negazionisti/riduzionisti che "conosco" nel reale , ma questi collimano perfettamente con quelli "a tutti noti" in un tratto essenziale che è assolutamente trasversale rispetto a loro cultura, ruolo sociale, censo, QI, ecc. .
Ad accomunarli tutti, dal mio punto di vista, è la tendenza spiccatissima all'affermare piuttosto che all'ascoltare (e riflettere).
E' l'esigenza insopprimibile del "primo della classe" di sbracciarsi per dire "lo so io".
E' il senso di frustrazione atavico e congenito di chi.......non importa quanto abbia oggettivamente "conquistato" nella propria vita (volgiamo parlare del solito Sgarbi a tutti noto, solo per esempio?)... perchè per lui sembra contare che non sia mai abbastanza e che aspiri (patologicamente, direi) ad un qualche primato su tutto-tutti-sempre, a qualunque costo e anche a costo di qualunque botta demenzial-istrionica...

Molto sinceramente : nel mio niente delle "conoscenze" nel reale...giuro che questo covid mi ha donato un master in "psicologia sul campo" (già molto allenata dalla mia professione), nel senso che nel comparto "negazionisti/riduzionisti" , attivissimi sui social, ritrovo persone che ....siano professionisti intellettuali anche "arrivati" e magari invidiati da tanti, o siano lavoratori manuali e pure extracomunitari oggettivamente frustrati da una vita....la costante resta UNA : il covid è vissuto come occasione per cercare una platea presso cui cercare CONSENSI, che sono esattamente quegli stessi consensi che a loro MANCANO per sentirsi quel "di più e oltre" che...in effetti non sono, non sono mai stati, e men che mai potranno essere (se non presso i più semplici dei semplici) improvvisando competenze e conclusioni su argomenti di NON sanno un'acca...

@Claudia K

Concordo con tutto ciò che scrivi.
In cui avverto la passione per il disagio che ti causa questa disgraziata situazione.

E questo disagio ti sprona a cercare di capire. Perché una tale devastazione è davvero difficile da sopportare, soprattutto se dovesse essere insensata.
E così il "senso" più probabile appare essere la ricerca della notorietà, del consenso...

Tuttavia, non vi è forse una qual disperazione sottesa a questa frenetica ricerca del consenso, a questo bisogno di esserci ad ogni costo?

La psicologia è senz'altro utile. Ma qui però, a mio avviso, ci avviciniamo al limite dell'analisi psicologica...
Cioè siamo sul bordo del limite del razionalmente comprensibile. Dove anche la psicologia rischia di scambiare i sintomi con la causa.

Un limite insuperabile per la psicologia, come ben aveva messo in luce Martin Buber.
Che se applicata per aiutare può diventare fuorviante, perché magari riesce a lenire i sintomi, senza però avere alcun effetto sulla causa. Che anzi viene solo temporaneamente esorcizzata, per esplodere di nuovo alla prossima occasione.

Perché la questione qui non è psicologica ma, e non mi pare affatto di esagerare, metafisica.

Cioè con questi negazionisti, che sono solo uno dei tanti casi possibili, assistiamo all'irrompere dell'irrazionale, cioè del caos, nel mondo portando devastazione.

Ma come può l'irrazionale trionfare sul razionale, almeno in questi soggetti?

Per provare a rispondere dovremmo chiederci cosa sostenga la nostra razionalità.
Quale sia il suo "vero" fondamento.

Questo fondamento lo possiamo percepire ascoltando quel "No!" che nasce in noi alla vista di uno Sgarbi che sproloquia...

Ora il discorso che desidero fare potrebbe risultare oscuro. Ma solo per la sua estrema semplicità.
L'estremamente semplice è infatti di solito pure difficile.

E' secondo me necessario tornare a quel "eccesso di fede mal riposta".
Perché dovremmo indagare proprio cosa significhi "fede".

Il termine fede è stato a lungo abusato. Rendendolo spesso un sinonimo di superstizione.
Tuttavia tante sono le superstizioni, mentre la fede, l'autentica fede, è una sola.

La superstizione consiste nel credere vero qualcosa, senza che vi sia il fondamento di questa credenza.
È perciò un atto arbitrario di chi pretende di stabilire cosa sia vero.
Quindi ogni fanatismo, ogni entità soprannaturale, ogni "Dio lo vuole", così come il negazionismo, non sono che superstizioni.
Ma la superstizione è presente pure in ambiti insospettabili, dove l'ovvio è verità scontata.

Viceversa l'autentica fede non consiste nel credere in "qualcosa".
Perché è fede nella Verità assoluta.
E poiché la Verità non c'è, è fede nel Nulla.

Questa è la fede che anima la scienza, per esempio. Ogni scienziato degno di questo nome ha infatti fede nella Verità.
Ossia rinuncia al possesso della Verità, in nome... della Verità!

Ora, la fede mal riposta dei negazionisti è a tutti gli effetti superstizione.

Ma per evitare l'eccesso di questa superstizione è indispensabile fare appello all'autentica fede: fede nella Verità.
Solo per evitarne l'eccesso però, perché la superstizione è in realtà insuperabile. È la risposta infatti al nichilismo.

Non dobbiamo comunque disperare, perché la fede, l'autentica fede, è in ognuno di noi. Anche se in soggetti come Sgarbi è messa in un angolo, è comunque presente.
Perché anche solo per pensare, è necessaria la fede.

Scopo delle "guide" che ora latitano, è di rivitalizzare la fede. Ora oscurata dalla superstizione.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Ipazia

Utile prevenzione alla paranoia dilagante che vede negazionisti ovunque è l'accesso al massimo referente epidemiologico nazionale, l'ISS, e al suo report sui decessi covid più nascosto (d)ai media dell'ultimo combattente giapponese in un atollo del Pacifico.

Costante fin da marzo-aprile si mantiene la mediana sugli 82 anni (80 uomini - 85 donne). Dai dati statistici risulta che i morti ultranoventenni sono quasi il doppio dei i morti da 0 a 70 anni e rappresentano il 20,5% dei deceduti covid totali. Al che viene da chiedersi: in Italia non si muore più di vecchiaia ?
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Claudia K

Citazione di: bobmax il 22 Novembre 2020, 17:43:43 PM

@Claudia K

Concordo con tutto ciò che scrivi.
In cui avverto la passione per il disagio che ti causa questa disgraziata situazione.
Centrato in pieno l'animus. Grazie davvero.
Lo sconcerto diventa disagio, esattamente.
Oggi poi...sentire che un problema potrebbe essere non andare a sciare o non andare ai veglioni di fine anno...mi decima le accoratissime speranze nel semplice buon senso medio (e non parlo di albergatori, gestori di impianti, ristoratori...che comunque hanno un interesse concreto e comprensibile). No...parlo proprio di quelli a cui manca la sciata o la ballata in comitiva.... Col dramma di non essere, per lo più, neanche negazionisti o riduzionisti. Temo, a volte, che silente dilaghi un qualche morbo che atrofizzi la funzionalità di neuroni e sinapsi anche in apparenti insospettabili.

Citazione di: bobmax il 22 Novembre 2020, 17:43:43 PMla questione qui non è psicologica ma, e non mi pare affatto di esagerare, metafisica.

Cioè con questi negazionisti, che sono solo uno dei tanti casi possibili, assistiamo all'irrompere dell'irrazionale, cioè del caos, nel mondo portando devastazione.

Ma come può l'irrazionale trionfare sul razionale, almeno in questi soggetti?

Lungi dal voler banalizzare la tua tesi, di primo acchito mi verrebbe un'idea turpe, mettendola in metafisica: un po' scherzando ma anche no...confesso che a volte mi sorprendo a pensare se davvero non ci sia un disegno sovrumano e maligno. Poi mi derido da sola e penso subito (con serio imbarazzo rivolto a me stessa) nel temermi prossima a quei preti per i quali l'HIV sarebbe stata la punizione divina per la sodomìa; e sorrido di me stessa, voltando risolutamente pagina.


Tornando seri(os)a : di base non concordo sul fatto che il negazionismo (che, come giustamente, dici è solo uno dei tanti casi possibili) sia una forma di irrazionalità. A meno che non si declini la "irrazionalità" come omessa sistematizzazione di tutti i fattori razionalmente rilevanti e disponibili a fronte del tema dato. La quale, non a caso, è tipica dei robot e non degli umani. Fortunatamente per gli umani, aggiungo.


Se portassimo un nostro avo preistorico davanti a una nostra porta blindata, e riuscissimo a fargli intendere che ha il compito di aprire quella porta...probabilmente comincerebbe ad andare di clava.
E' irrazionale?
No, è razionalissimo. Applica, infatti, le conoscenze e gli strumenti di cui dispone.


E non mi sembra accada molto di diverso per tanti fenomeni (può essere il negazionista "duro e puro", quanto l'ultras che va in delirio di vandalismo, quanto il mentecatto che lapida il nero o il clochard solo perchè tali, e purtroppo potremmo continuare all'infinito) : limitatissimi i loro dati di partenza (cultura), abominevole la voglia bruta di lasciare un segno purchessia (indole), aggiungiamo il vivere questo in un mondo a cui risulta invisibile o comunque mai visibile quanto vorrebbe (società), ed ecco che il mix esplode in insensataggini che hanno la loro spasticissima e modestissima consecutio logica, e che quindi  ...date tutte le premesse...hanno una loro compiuta razionalità, pari a quella del primitivo che si avventa con la clava per aprire la porta blindata...anche avendo a fianco chi gli porge la chiave.


E' per questo che cerco la spiegazione nelle Scienze Umane.










bobmax

@Claudia K

Sì, l'uso di quel termine "irrazionalità" è forse l'aspetto più delicato e opinabile del mio discorso.

Tuttavia come potremmo chiamare il comportamento di chi sa, o comunque sospetta quale sia la verità, ma comunque agisce come se non la sapesse?

L'avo preistorico si sarebbe comportato razionalmente usando la clava.
Ma sarebbe stato ancora razionale se avesse insistito con la clava pur sapendo che occorreva la chiave?

Perché è proprio questo che genera orrore nel comportamento dei negazionisti: sanno  che la loro "verità" probabilmente è fasulla.

Quindi tutto il loro comportamento è razionale, tranne i presupposti.

E questa è una costante.
I nazisti, per esempio, erano altamente razionali. Ma "volevano" credere vero ciò che dentro loro stessi non potevano non dubitare.

Lo vediamo pure adesso, con il successo che riscuote la demagogia nel mondo.

Il male che alimenta queste devastazioni è sempre il medesimo: nichilismo.

La scienza nulla può contro il nichilismo. Perché il nichilismo è il convincimento che nulla in definitiva vale. Per combatterlo la scienza dovrebbe accedere a ciò che la fonda. Ma ciò è impossibile.

L'antidoto al nichilismo è uno solo: la fede nella Verità.

Davvero semplice, eppure così difficile.
Perché devi affrontare l'orrore...
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

bobmax

@Claudia K

Vorrei aggiungere che il nichilismo non è un accidente che avrebbe potuto non esserci, che sarebbe stato meglio non ci fosse.

Perché il nichilismo è una sfida necessaria per la nostra evoluzione.
Nasce con la stessa razionalità, ne è il compagno inseparabile.

Solitamente è un nichilismo debole, inconsapevole di se stesso. Per cui chi ne è affetto fugge, seguendo le proprie pulsioni viscerali. Rincorre l'ogni lasciata è persa.

Ben diverso dal nichilismo forte, di chi affronta il nulla valoriale che il pensiero razionale sottende inevitabilmente.
Alla Leopardi, per fare un esempio.

Il nichilismo forte costringe alla ricerca della Verità.
A domandarsi: "Chi sono io?"

Ma per affrontare la prova occorre fede.
In caso contrario si forza il gioco alla Sgarbi. Perdendo l'occasione.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

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