Il disegno di legge contro l'"omofobia" e la "fobodisabilità"

Aperto da Eutidemo, 06 Maggio 2021, 13:57:46 PM

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Eutidemo

L'art.604 bis del codice penale già adesso punisce chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull'odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere -o commette- atti di discriminazione "...per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi".
Il disegno di legge contro l'omofobia e la fobodisabilità approvato dalla Camera dei deputati il 4 novembre 2020, in un testo risultante dall'unificazione di vari disegni di legge, non fa altro che integrare nel modo seguente, con una significativa "aggiunta", la disposizione sopra citata, scrivendo: "...per motivi razziali, etnici, nazionali, religiosi, <<ovvero fondati sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale, sull'identità di genere o sulla disabilità>>".
***
Ora, sebbene, in effetti, anche i concetti di "razza", "etnia" e "disabilità" potrebbero dar luogo a qualche difficoltà ermeneutica, ben più complessa e delicata è la distinzione tra "sesso", "genere" e "orientamento sessuale".
Per cui, l'art.1 del d.d.l., precisa quanto segue:
a) per sesso si intende il sesso biologico o anagrafico;
b) per genere si intende qualunque manifestazione esteriore di una persona che sia conforme o contrastante con le aspettative sociali connesse al sesso;
c) per orientamento sessuale si intende l'attrazione sessuale o affettiva nei confronti di persone di sesso opposto, dello stesso sesso, o di entrambi i sessi;
d) per identità di genere si intende l'identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dal'aver concluso un percorso di transizione.

***
Secondo me:
- le lettere a) e c) sono abbastanza chiare sotto il profilo semantico, giuridico, filosofico e ideologico, per cui è inutile starne a discutere;
- le lettere b) e d), invece, lo sono un po' meno.
***
Ed infatti:
1)
L'art.3 della Costituzione proibisce le discriminazioni riguardanti il "sesso", ma non quelle riguardanti il  "genere" di cui alla lett.b) del d.d.l.; il quale può consistere in una manifestazione esteriore contrastante con le aspettative sociali connesse al "sesso".
Per cui, di fatto, il d.d.l. in questione va un po' "oltre" la tutela costituzionale dei diritti fondamentali della persona; tuttavia, almeno secondo me, non si può in alcun modo dire che vada "contro" lo spirito di tale tutela.
Anzi, secondo me, molto opportunamente lo amplia, aggiornandolo ai tempi attuali.
2)
Più delicata, invece, è la questione che può sorgere in sede interpretativa della lett.d), in base alla quale "...per identità di genere si intende l'identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dall'aver concluso un percorso di transizione".
Andando a vantaggio dell'autopercezione individuale, questa norma cancellerebbe lo storico dualismo uomo-donna e non richiederebbe nemmeno la presenza di una stabilità nella condizione della percezione personale; però, secondo me, presenterebbe indubbiamente delle "criticità" (come è di moda scrivere oggi)
Ed infatti:
a)
Potrebbe dar luogo a svariati problemi di carattere "pratico", ad esempio per quanto concerne l'uso dei servizi igienici, delle docce, degli spogliatoi ecc..
Soprattutto considerando:
- il "legittimo senso del pudore" altrui;
- gli eventuali abusi dei soliti "furbetti eterosessuali", i quali, dissimulando la loro condizione, potrebbero invocare abusivamente "il diritto di non discriminazione", per introdursi laddove non dovrebbero (sebbene "abusus non tollit usum").
b)
Potrebbe dar luogo a svariati problemi di carattere "legale", laddove, ad esempio, ai sensi  dell'art. 79 disp. att. c.p.p., le perquisizioni e le ispezioni personali devono essere eseguite da persona dello "stesso sesso" di quella che vi è sottoposta (salvi i casi di impossibilità o di urgenza assoluta). Non si parla di "genere autopercepito"!
Tuttavia, nel caso di dubbi sull'"identità di genere" del perquisendo, la soluzione corretta potrebbe essere quella di rimettersi alle indicazioni fornite dallo stesso soggetto passivo sul sesso di chi dovrà effettuare la perquisizione; in ogni caso, infatti, le attività investigative non devono comunque dar luogo a fenomeni discriminatori fondati sull'omofobia.
***
A tale riguardo, a prescindere dal d.d.l. in commento, risulta di particolare importanza la Risoluzione del Parlamento europeo sull'omofobia, approvata il 18 gennaio 2006 (consultabile anche su www.europarl.europa.eu/sides/get.Doc.do).
Secondo tale risoluzione, a prescindere dal d.d.l. in commento che ancora (vergognosamente) attende di essere discusso in Senato, considerando che l'omofobia deve essere definita come una paura o un'avversione irrazionale nei confronti dell'omosessualità e di persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali (GLBT), basata sul pregiudizio e analoga al razzismo, alla xenofobia, all'antisemitismo e al sessismo, deve essere condannata con forza ogni discriminazione fondata sull'orientamento sessuale.
Ne deriva, pertanto, che la necessità di evitare ogni forma di discriminazione deve essere il canone che deve guidare l'operatore nello svolgimento delle sue attività investigative.
***
Un interessante "precedente", che, secondo me, potrebbe e dovrebbe essere adottato anche in Italia, fu quello di una "donna transessuale" che venne sottoposta a perquisizione corporale da parte di un poliziotto maschio, nell'Ontario, anche se aveva chiesto di essere perquisita da una donna.
La polizia giustificò l'accaduto dicendo che la perquisizione andava affidata a un uomo perché la persona perquisita non aveva ancora effettuato l'operazione di cambiamento di sesso; ma il "Tribunale dell'Ontario per i Diritti Umani" stabilì che, in situazioni di questo tipo, alla persona sottoposta alla perquisizione devono essere concesse tre alternative:
- perquisizione eseguita soltanto da un agente maschio;
- soltanto da un agente femmina;
- oppure da una coppia di agenti, maschio e femmina.
Basta un po' di buon senso!
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Un altro punto critico riguardante il d.d.l., sollevato da chi, evidentemente, non lo ha neanche letto, è che esso potrebbe limitare la libertà di pensiero e di espressione di chi la pensa in modo diverso, e, diciamo così, in maniera un po' più "tradizionale".
Al riguardo, secondo me, occorre tenere presente quanto segue:
1)
L'art.21 della Costituzione stabilisce che "tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione"; per cui, anche se lo volesse, il d.d.l. in questione non potrebbe "mai" in alcun modo ledere tale diritto, essendo una fonte secondaria rispetto alla Costituzione.
2)
In secondo luogo, "ad abundantiam", l'art.4 del d.d.l. prevede quanto segue:
"Ai fini della presente legge, sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti.".
Più chiaro di così si muore!
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Al riguardo, tuttavia, in alcuni dibattiti televisivi, o sentito alcuni "soloni" portare i soliti "esempi limite", i quali:
- per lo più erano stupidi o non pertinenti;
- altri (molto pochi) non lo erano, ma riguardavano quella "zona grigia" che "necessariamente" esiste nell'applicazione di qualsiasi norma.
Ad esempio, da secoli, non di rado ci si imbatte in una "zona grigia" nella quale il "diritto di libera espressione" comincia a sconfinare nella "diffamazione"; ma, in tali casi, è il giudice a decidere se ci sia stato uno sconfinamento o meno.
A nessuno, però, verrebbe mai in mente di abolire "il reato di diffamazione", solo perchè, talvolta, ci si imbatte in una "zona grigia" nella quale il "diritto di libera espressione" comincia a sconfinare nella "diffamazione".
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Secondo quanto annunciato dal  presidente della commissione Giustizia al Senato, Andrea Ostellari, per ritardare la discussione in aula del d.d.l. in commento: "...è pronto un testo della Lega che mira a dare un contributo maggiore rispetto al ddl Zan e ai disegni di legge collegati. Il testo amplia la sfera di tutela delle persone offese". 
Per ribattere alla critica che solo adesso "spunta" dal nulla (con intenti dilatori e ostruzionistici evidenti, visto che il d.d.l. Zan è già passato alla Camera) questo testo della Lega, che, fino a ieri, del problema se n'era altamente "disinteressata", Ostellari ha replicato: "L'importante è dare spazio alla discussione, alle audizioni e alle proposte emandative per contribuire a formare un testo migliore. Ci sono già altri quattro testi in discussione insieme al ddl Zan, questo sarà il quinto".
Quando lo vedrò, commenterò anche quello "sine amore ac studio"!
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viator

Salve Eutidemo. Citandoti : "a) per sesso si intende il sesso biologico o anagrafico;
b) per genere si intende qualunque manifestazione esteriore di una persona che sia conforme o contrastante con le aspettative sociali connesse al sesso;
c) per orientamento sessuale si intende l'attrazione sessuale o affettiva nei confronti di persone di sesso opposto, dello stesso sesso, o di entrambi i sessi;
d) per identità di genere si intende l'identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dal'aver concluso un percorso di transizione.

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Secondo me:
- le lettere a) e c) sono abbastanza chiare sotto il profilo semantico, giuridico, filosofico e ideologico, per cui è inutile starne a discutere;
- le lettere b) e d), invece, lo sono un po' meno".Infatti simili escogitazioni costituzional-legislative sono frutto dell'imbellicillità dei tempi.Sarebbe stato sufficiente che la Costituzione si fosse occupata solamente dei CITTADINI (ed eventuali stranieri nostri ospiti) senza impicciarsi dei fatti propri di PERSONE, UOMINI, DONNE, MASCHI, FEMMINE (lasciamo perdere tutta la fioritura di "figure paragiuridiche" dei tempi più recenti).Infatti per a) si intendono maschi e femmine, mentre pe c) si intendono le persone indipendentemente dalla loro connotazione sessuale o sociale, quindi unicamente come soggetti psichici depositari di capacità coscenziali e sentimentali.Hai quindi ragione tu nel trovare le due categorie come "facili a definirsi" e soprattutto "poco idonee a venir strumentalizzate per produrre tendenziosi polveroni ideologico-progressistici".Senza farla tanto lunga, diventa chiaro - per le persone di buonsenso - che le categorie b)  e d) sono state create su base intellettual-progressista appunto PER POTER SOPPERIRE ALLA SCARSA MANEGGEVOLEZZA POLVERON-IDEOLOGICA delle categorie ovvie e "naturali".Non è che i progressiti abbiano inventato dal nulla, per carità : essi culturalmente si sono limitati a confezionare il giusto cocktail tra orientamenti sessuali-costumi d'avanguardia-diritti insoddisfatti-desideri non esauditi-tutela delle minoranze-libertà per tutti, gratis ed a tutta manetta. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Eutidemo

Ciao Viator. :)
Sulla necessità di varare una legge contro l'"omofobia" e la "fobodisabilità" sembra che ci sia accordo tra tutte le forze politiche, di sinistra, di destra e di centro; ed infatti, ultimamente, le aggressioni fisiche e verbali contro i diversi (sia perchè omosessuali sia perchè disabili) sono aumentate in modo davvero preoccupante.
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Circa alcuni aspetti, però, come quello della cosiddetta "identità di genere", ho qualche perplessità anch'io, perchè potrebbe dar luogo a svariati tipi di problematiche.
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Ad esempio, sembra che in California 261 detenuti abbiano chiesto di essere trasferiti nelle carceri femminili ( dove la vita è un po' meno dura che nelle carceri maschili), sostenendo di "identificarsi" come donne.
La gran parte di questi detenuti conserva intatto il proprio corpo maschile e di femminile c'è solo l'"autopercezione", vera o presunta; sembra, quindi, che tra le detenute ci sia grande allarme per evidenti ragioni.
Ed infatti, in Canada, è già avvenuto che il trasferimento in carceri femminili di uomini "auto-identificatisi" come donne abbia comportato un netto peggioramento delle condizioni di vita delle detenute (ci sono stati casi di stupro e perfino di gravidanze indesiderate).
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Per cui, sebbene il riconoscimento del diritto all'"identità di genere" abbia un suo indubbio fondamento, secondo me bisogna "andarci piano"; e, comunque, regolamentare bene la faccenda per evitare deprecabili abusi in un senso o nell'altro.
Ed infatti anche costringere un uomo interiormente donna a vivere in un carcere maschile, non è poi una grande soluzione.
Forse, teoricamente, bisognerebbe creare carceri solo per loro; ma allora la faccenda comincerebbe a farsi davvero un po' troppo complicata!
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Proprio non saprei cosa dire, ci dovrei riflettere meglio!
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Un saluto! :)
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viator

Salve Eutidemo. Una volta si usava il termine "spostati" per qualificare quelli che avevano una visione dell'esistenza un pò particolare (e non esiste "particoolarità" maggiore dell'anarchia egoistica).


Oggi gli "spostati" sono quelli come  me e te, dato che il significato di tale ormai desueto termine è stato capovolto.


Strano che in America ci siano stati tentativi (a quanto sembra parzialmente riusciti) di far andare "in mona" (vedi dialettalità veneta) l'autocoscienza della propria identità sessuale.


Fra poco occorrerà rispettare la individuale sensibilità antropologica perciò, tra gli altri infiniti casi di autopercezione di genere psichico, ci sarà il problema dei condannati che si dichiarino convintamente misantropi, perciò reclamino a gran voce la costruzione di penitenziari "dedicati" al cui interno - ovviamente - dovrà essere ospitato solo un misantropo alla volta, custodito ed accudito da almeno una trentina di addetti carcerari. Saluti.






Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Ipazia

L'arma di distrazione di massa gender ormai si è estesa anche al mondo carcerario. Non resta che farsi quattro risate. Io farei carceri miste, isolando i violenti coi violenti nella speranza che si ammazzino tra loro, e permettendo a tutti gli altri di vivere la loro sessualità in maniera meno becera e violenta di ora.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

InVerno

#5
Citazione di: Eutidemo il 07 Maggio 2021, 11:38:54 AM
Sulla necessità di varare una legge contro l'"omofobia" e la "fobodisabilità" sembra che ci sia accordo tra tutte le forze politiche, di sinistra, di destra e di centro; ed infatti, ultimamente, le aggressioni fisiche e verbali contro i diversi (sia perchè omosessuali sia perchè disabili) sono aumentate in modo davvero preoccupante.
Mi verrebbe in mente di chiederti la fonte di questo dato, ho visto che circolano percentuali strane senza contesto e senza analisi delle dinamiche. Se ci sono più persone omosessuali che "fanno outing" ci sarà anche un incremento fisiologico delle violenze verbali\fisiche ai suddetti, rispetto a quando gli omossessuali celavano il loro orientamento maggiormente e meno dovevano incontrare l'opinione degli altri. Peraltro le aggressioni tra tutte le tribù sono un pò aumentate dal tempo del lockdown, quanto l'omofobia si distacca dalla media, e cioè è causa non una correlazione? Quanto questo incremento è legato all'aumento delle denuncie? Sarà che vivo per gli affari miei e mi sento un pò in imbarazzo a fare commenti sulla "società" come se fossi in grado di tastarle il polso, ma non mi pare che gli ultimi anni si possano dire segnati da un "incremento dell'omofobia" o della "fobodisabilità".  Magari mi sbaglio, magari là fuori (fuori dalla mia bolla) vive un mondo assurdo che non conosco.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

viator

Salve InVerno. Ma la realtà di quello che tu chiami "mondo esterno" non ha nulla a che vedere con il modo in cui essa viene "rappresentata" dall'informazione e dalla politica. Questi ultimi due sono solo degli strumenti di potere che debbono agire per accaparrarsi del "democratico" consenso.

Poi c'è chi - a seconda anche della circostanze, dei costumi, delle mode, delle occasioni, dei sondaggi di opinione (questi ultimi molto importanti) cerca di rivolgersi oggi magari alla maggioranza dei "benpensanti", domani magari ad un qualche coacervo di minoranze (piccole, ma che messe tutte assieme, potrebbero per magia comporre una nuova e temporanea maggioranza !) rappresentativa di marginalità.


Se un partito si appellasse a temi che stimolino la sensibilità contemporanea di ladri, rapinatori, evasori fiscali, parassiti, drogati, razzisti, fascisti e qualche altra mini- o microcategoria..........se riuscisse a far presa su di essi............a furia di far collezione di minoranze potrebbe avvicinarsi ad ottenere il consenso della maggioranza, no?

Naturalmente il mio esempio è iperbolico, ma il suo senso dovrebbe essere abbastanza chiaro. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

iano

Citazione di: Ipazia il 07 Maggio 2021, 15:04:56 PM
L'arma di distrazione di massa gender ormai si è estesa anche al mondo carcerario. Non resta che farsi quattro risate. Io farei carceri miste, isolando i violenti coi violenti nella speranza che si ammazzino tra loro, e permettendo a tutti gli altri di vivere la loro sessualità in maniera meno becera e violenta di ora.
La definizione dei generi sessuali, come tutte le definizioni umane , non corrisponde mai del tutto alla realtà
Se però non si ha coscienza di ciò, si trasferisce il margine di errore dalla definizione alla realtà, e da qui nasce l'omofobia. Se la società e le sue leggi si basano su una distinzione fittizia, ma comunque funzionale, nelle teste deboli si insinua la paura che gli omosessuali, per il fatto di esistere, compromettano l'ordine sociale, perché credono a quello che leggono, senza interpretare criticamente.
Quindi secondo me la tua soluzione è perfetta, perché non tenendo conto della distinzione di genere, rimangiandosi di fatto la definizione, si elimina il problema che questa genera, almeno nel caso specifico delle carceri.
Il paradosso del testo di legge è che vuole ovviare ai problemi generati dalla definizione, mantenendola, probabilmente perché non è possibile fare diversamente, sfumandola con distinguo che come improbabili acrobati camminano sul filo della distinzione.
Così al posto della definizione , netta quanto imperfetta ,si rischia di ritrovarsi con un " qui lo dico e qui lo nego" che rischia di creare più problemi di quanto voglia risolverne.
In un continuo che spazia da un estremo uomo a un estremo donna passando per una infinita' di casi intermedi come fa' ognuno a sapere in che punto del segmento deve collocarsi se non per motivi culturali o di spicciola convenienza?
In conclusione, se la distinzione di genere nasce da una definizione di comodo, utile quando utile, là si ignori quando inutile e dannosa.
Mi pare sia questa la soluzione che tu proponi.
Mi sembra geniale e se questo se questo paradigma si riuscisse ad integrarsi nel testo di legge, sarebbe una vera rivoluzione in positivo.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Eutidemo

Ciao Inverno. :)
In base alle rilevazioni dell'Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori, istituito presso la Polizia di Stato del Ministero dell'Interno, in collaborazione con l'Unar, si registrano in Italia fra il 10 settembre 2010 e il 31 dicembre 2018, 2.532 segnalazioni di "reati d'odio".
In particolare, per il 59,3% (897) sono reati d'odio etnico/razziale, per il 18,9% (286) si tratta di reati d'odio religioso, per il 13,0% (197) di reati d'odio omofobico, per il 7,8% (118) di reati contro disabili, per l'1,0% (15) di reati d'odio basati sull'identità di genere. Per l'Italia, secondo le diverse rilevazioni dell'Osce, si registrano, nel 2016, 736 crimini d'odio, 494 crimini d'odio razziale, 204 crimini contro disabili, 38 crimini d'odio omofobico o di genere.
Il dato aggiornato al 2017 testimonia di un incremento dei crimini d'odio: si tratta di 1.048 reati d'odio, prevalentemente di odio razziale e xenofobo, noncchè contro disabili e omosessuali.
Il dato relativo al 2018 comprova un ulteriore incremento: 1111 crimini d'odio.
Non mi risulta una statistica ufficiale circa l'aumento percentuale delle sole violenze omofobiche; ma, secondo statistiche non ufficiali, sembra che siano quelli in maggiore aumento (sebbene le fonti principali siano dell'Arcigay, e, quindi, di attendibilità un po' dubbia).
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Quello che è certo, è un consistente incremento dei crimini d'odio nel loro complesso; non di rado per motivi concomitanti (immigrati gay, disabili omosessuali ecc.)
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Un saluto! :)
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Phil

Per quanto riguarda la percezione pubblica dell'omosessualità (al lordo del ruolo dei media), stando ai dati presentati in questo sito che raccoglie sondaggi sui valori in alcune nazioni nel mondo (come ad esempio in questa schematizzazione) i dati relativi al 2005-2009 in Italia parlavano di un 46,8% di intervistati che riteneva inammissibile/ingiustificabile l'omosessualità contro un 5,7% che la riteneva sempre ammissibile (per le gradazioni intermedie rimando al sito); nel periodo 2017-2020 la percentuale degli intransigenti è scesa al 14,7% mentre quella dei favorevoli è salita al 22,7%. Chiaramente tali dati non escludono la possibilità che gli intransigenti, per motivi eterogenei, siano diventati nel frattempo più aggressivi.

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