Il "blocco navale" proposto elettoralmente da Fdi.

Aperto da Eutidemo, 09 Settembre 2022, 11:18:33 AM

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Eutidemo

Giorgia Meloni, tra le sue varie "parole d'ordine" elettorali, fa spesso "abusivamente" ricorso al termine "blocco navale", per impedire l'"invasione" dei migranti dalla Libia.
Ed invero, non c'è dubbio alcuno che la terminologia "blocco navale" faccia colpo sul suo elettorato più becero, nostalgico e violento; ed infatti il "blocco navale" prpriamente detto è un'"atto di guerra", il quale, attraverso il bombardamento navale o la posa di mine, intende impedire l'accesso e l'uscita di navi dai porti di un Paese nemico!
***
Però, ad onor del vero, Giorgia Meloni non auspica certo una guerra con la Libia, bensì soltanto una eventuale "missione europea in accordo con le autorità nordafricane"; la quale non avrebbe niente a che vedere con un "blocco navale" vero proprio.
***
Restano, però, da considerare alcuni aspetti critici della questione, e, cioè:
- come un "premier" italiano di destra possa determinare una "missione europea" in Libia, inducendo a farlo una maggioranza di nazioni europee che si sono già dichiarate contrarie ad essa e che hanno ben altri problemi (non finirà, alla fine, per agire da sola?);
- quali sarebbero le compiacenti "autorità nordafricane" con le quali accordarsi, affinchè concedano che l'ipotetica "missione europea" blocchi i loro porti (Hamid Dbeibahin o Fathi Bashagha?);
- se il Consiglio di Sicurezza dell'ONU concederebbe l'applicazione degli art.41 e 42 della Carta delle Nazioni Unite;
- in che modo si possa effettuare un "blocco navale" dei barconi che partono dalle coste nordafricane (circa 3.000 chilometri), invece che dai porti, visto che la nostra marina da guerra potrebbe monitorarne al massimo un terzo;
- ammesso e non concesso che li si individui, se i barconi si rifiutano di tornare indietro, cosa dovrebbe fare la nostra marina, sparargli addosso o speronarli?
- Giorgia Meloni, peraltro, a determinate condizioni, potrebbe correre il rischio di essere incriminata per il reato di cui all'art. 8 bis comma 2 lett.c dello Statuto della Corte Penale internazionale (reato di "blocco navale");
- infine, ammesso e non concesso che si possa davvero "bloccare" ovvero "impedire" la partenza dei migranti dalla Libia, che fine dovrebbero fare quei disgraziati, secondo il "progetto" di FdI?
- sotto tale aspetto, Giorgia Meloni potrebbe correre personalmente il rischio di essere imputata per violazione della Legge, 14/07/2017 n° 110, per aver "respinto" dei migranti verso uno Stato (quello Libico), dove sussistono fondati motivi di ritenere che essi possano essere sottoposti a violazioni sistematiche e gravi di diritti umani (così come documentato da vari rapporti dell'ONU)
***
Ciò premesso, FdI ha pubblicato su INTERNET un documento di quasi 20 pagine, in cui cerca di rispondere a tali domande e perplessità.
Eccolo:
https://www.fratelli-italia.it/wp-content/uploads/2021/03/BLOCCO_NAVALE_rev.pdf
Vediamone i punti più "salienti", sorvolando su quelli che esulano dal tema del "blocco navale", per limitarsi a fare mera "propaganda antimmigrazionista".

Eutidemo

#1
A)
Nel punto 1) del documento troviamo scritto che il "Blocco navale" che propone FDI dovrebbe essere una "missione militare europea", realizzata "in accordo con le autorità libiche"; quindi, si badi bene, non viene considerata una "operazione di polizia", bensì una vera e propria "missione militare" (come quella che Putin definisce essere quella che sta facendo in Ucraina), la quale comporta per definizione l'utilizzo di "navi da guerra".
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B)
Al punto 2 del documento, peraltro troviamo scritto che "L'Unione Europea ha tutte le argomentazioni diplomatiche, economiche e <<militari>> per convincere i governi libici a collaborare."
A buon intenditor, poche parole!
Ed infatti, dal testo letterale e dal tenore sostanziale di tale dichiarazione, almeno secondo me, si evince chiaramente che:
- se le "argomentazioni diplomatiche e economiche" per convincere i governi libici a collaborare dovessero risultare insufficienti;
- non è affatto escluso il ricorso ad "argomentazioni di carattere militare" per forzarli a collaborare.
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C)
Sempre nel punto 2, viene poi esposta una argomentazione ancora più "inquietante", che vale la pena di riportare per intero:
"Si potrebbe eccepire che nel caso in cui le autorità libiche non collaborassero, il "Blocco Navale" sarebbe da considerarsi illegittimo dal punto di vista del diritto internazionale. Sarebbe comunque una osservazione mal riposta, perchè dalla Libia sono partiti negli ultimi anni (notare la "vaghezza" sul numero degli anni) barconi in quantità tale da traghettare 600.000 persone e più sulle coste italiane.
Davanti a questo dato abbiamo due ipotesi:
• I governi libici controllano le proprie coste, quindi tale condotta è da considerarsi un atto ostile delle autorità libiche contro l'Italia e la UE, da che ne discende che il blocco navale è un atto difensivo legittimo, una risposta ad un'aggressione;
•  I barconi partono non per volontà delle autorità libiche ma perché queste non controllano il territorio e le loro coste, quindi in tal caso non si può considerare un atto ostile dell'Italia e della UE una azione svolta su territori non controllato dalle autorità libiche.
In ogni caso, non è possibile sostenere che le autorità libiche controllano il territorio e contestualmente che i barconi partono all'insaputa delle medesime; l'una o l'altra ipotesi, "tertium non datur".
In definitiva quindi l'atto non sarebbe, illegittimo anche in caso di mancata collaborazione delle autorità libiche."
***
Chi ha scritto tutto questo è un pericoloso imbecille, che non ne capisce niente nè di logica nè di diritto internazionale.
***
Ed infatti
a)
Nel caso in cui i governi libici (quali?) controllasero le proprie coste, fregandosene però del fatto che da essere partono dei migranti verso di noi, ed anzi desiderando che lo facciano, questo non sarebbe comunque da considerarsi un "atto ostile" delle autorità libiche contro l'Italia e la UE, tale da giustificare una risposta militare ad un'aggressione; ed infatti, secondo il diritto internazionale, sarebbe da considerarsi un "atto ostile" delle autorità libiche contro l'Italia e la UE, tale da giustificare una risposta militare ad un'"aggressione", soltanto un eventuale tentativo di sbarco di truppe armate libiche in Sicilia ed a Pantelleria, nel qual caso saremmo senz'altro autorizzati ad esercitare una legittima autodifesa militare con la nostra marina da guerra.
Lo sbarco di migranti sulle nostre coste, infatti, non è considerato dal diritto internazionale un "atto ostile" a cui poter contrapporre una difesa di carattere militare che legittimi l'intervento attivo delle nostre forze armate (terrestri, navali ed aeree).
b)
Se poi i barconi partono non per volontà e/o trascuratezza delle autorità libiche, ma perché queste non controllano il territorio e le loro coste, questo non ci consente assolutamente un intervento di carattere militare nelle loro acque nazionali o nel loro territorio nazionale,  perchè (senza l'autorizzazione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU) questo sarebbe considerato un intervento militare non riconosciuto dal diritto internazionale.
c)
Ed infatti, per rimediare a tali anomale situazioni:
- l'art.41 della Carta ONU, stabilisce che solo il  "Consiglio di Sicurezza" può decidere quali misure possano comprendere un'interruzione totale o parziale delle "comunicazioni marittime" di uno Stato da parte di altri Stati;
- l'art.42 della Carta ONU, stabilisce che, se il "Consiglio di Sicurezza" ritiene che le misure previste nell'articolo 41 siano inadeguate o si siano dimostrate inadeguate, esso può intraprendere "blocchi" ed altre operazioni mediante forze aeree, navali o terrestri di Membri delle Nazioni Unite.
***
Quindi, checchè ne dica il "fratellino d'Italia" che ha scritto il documento, nel caso in cui le autorità libiche non collaborassero, un eventuale "Blocco Navale" deciso unilateralmente da parte delle nazioni europee, e tanto più dalla sola Italia, sarebbe da considerarsi assolutamente illegittimo dal punto di vista del diritto internazionale.
***
Secondo il diritto internazionale, peraltro, nel caso di presunti "comportamenti illeciti e lesivi" della Libia nei confronti dell'Italia (imputabili non allo sbarco di "marines" libici, ma semplicemente allo sbarco di poveri diavoli che vengono da tutta l'Africa), l'unica reazione legittima dell'Italia e dell'Europa sarebbe, semmai, di ricorrere, citando i governi libici come convenuti:
-alla "Corte Internazionale di Giustizia" (CIG), unico organo a competenza universale, il cui statuto è annesso e parte integrante della Carta delle Nazioni Unite;
- al "Tribunale Internazionale del Diritto del Mare" (TIDM), che si occupa di giurisdizione internazionale marittima
.
D)
Il redattore del documento (ovvero qualche suo più avveduto correttore), a questo punto, rendendosi conto che, in effetti, si stavano scrivendo delle grosse "corbellerie", inserisce nel testo, probabilmente "a posteriori", un apposito "FOCUS"; nel quale si prende atto che, a fini meramente propagandistici, FDI sta proclamando come se fossero "lanterne" delle semplici "lucciole".
Ed infatti è costretto ad ammettere che:  "Tecnicamente il "blocco navale" è una classica misura di guerra volta a impedire l'entrata o l'uscita di qualsiasi nave dai porti di uno Stato belligerante."
Come sanno benissimo tutti!
Però, come lui stesso scrive, all'estensore del documento "non interessano affatto le questioni di semantica"; l'importante è che le parole facciano colpo, anche se sono sbagliate!
Ed infatti, in realtà, quella che vorrebbero realizzare i FdG (Fratelli di Giorgia) non sarebbe affatto un "blocco navale", bensì una semplice "interdizione alle partenze fatta in accordo e collaborazione con i Libici", che è  chiamato "blocco navale" soltanto dai semplicisti ignoranti e nostalgici che amano la terminologia bellica.
Fermo restando che, se i Libici non vogliono collaborare, al punto 2) del documento, è ben precisato che, in tal caso, si potranno usare  "anche tutte le argomentazioni <<militari>> per convincere i governi libici a collaborare"; nel qual caso sì. che si avrebbe un "blocco navale", vero e proprio.
.
E)
Sempre nel FOCUS, troviamo poi scritto che: "La prassi del blocco navale è disciplinata da norme di <<natura consuetudinaria>>, non essendo mai entrata in vigore la Dichiarazione di Londra del 26 febbraio 1909 sul Diritto della Guerra Marittima che lo regolamentava, e i principi di tale Dichiarazione recepiti nell'ordinamento italiano dalla Legge di Guerra del 1938 (R.D. 1438/1938)".
Il che non è vero, perchè, attualmente, la prassi del blocco navale è disciplinata da precise norme di <<diritto internazionale>>.
Ed infatti
a)
Ai sensi dell'art.41 della Carta ONU, solo il  "Consiglio di Sicurezza" può decidere quali misure possano comprendere un'interruzione totale o parziale delle "comunicazioni marittime" di uno Stato da parte di altri Stati.
b)
Successivamente, ai sensi dell'art.42 della Carta ONU, viene precisato che, se il "Consiglio di Sicurezza" ritiene che le misure previste nell'articolo 41 siano inadeguate o si siano dimostrate inadeguate, esso può intraprendere "blocchi navali" (ovvero altre operazioni mediante forze aerei o terrestri di Membri delle Nazioni Unite).
.
F)
Nel punto 3) del documento, vengono elencati alcuni precedenti di "blocco navale":
a)
Il 25 marzo 1997, a Roma,  si stipulò un accordo con il governo di Tirana per autorizzare la marina italiana a pattugliare le acque territoriali albanesi ("Operazione Bandiere Bianche"); per cui si trattò di un'operazione assolutamente consensuale a livello internazionale, e non un "blocco navale", concordata tra Italia e Albania, senza alcun intervento dell'Europa ma con il beneplacito dell'ONU.
Sebbene, secondo me, si trattò di un'operazione criticabile per altri aspetti, che sarebbe però O.T. considerare qui.
b)
Il 1° luglio 2017 l'ammiraglio Lertora (ex Comandante della Forza Marittima Europea UNIFIL durante la crisi libanese) dichiarò: "Il blocco navale è un segnale comprensibile; le navi tornino nelle città di partenza".
Trattandosi di una Forza Marittima Multinazionale (MTF) operante nell'ambito della Forza ad Interim in  Libano dell'ONU (United Nations Interim Force in Lebanon, UNIFIL), si trattava di un "blocco navale" perfettamente legittimo, ai sensi e per gli effetti dell'art.41 e 42 della Carta delle Nazioni Unite precedentemente più volte citati.
***
Oltre tali due unici presunti "precedenti", che non hanno niente a che fare con quello che vorrebbe fare FdI (almeno a chiacchiere), l'ineffabile redattore del documento cita due "illustri dichiarazioni"
a)
L'8 luglio 2017  Bruno Vespa, in una intervista a Libero, dichiarò: "Contro le ONG serve una prova di forza; o il blocco navale, o il blocco dei gommoni".
b)
Il 30 luglio 2017 l'ex Capo di Stato maggiore della Marina De Giorgi dichiarò: "Giusto il blocco navale ma non mandiamo soldati sul suolo libico!"
Si tratta di due affermazioni:
- anapodittiche (cioè non argomentate)
- opinabili (perchè nessuno dei due è mai stato dotato dell'infallibilità Papale).
Tralascio, per brevità e per le stesse ragioni, altre dichiarazioni del genere, in quanto se ne potrebbero citare di altrettante, molto più autorevoli, contrarie al "blocco navale"; ma sarebbe una sterile esercitazione polemica.

Eutidemo

#2
G)
Tralascio la vomitevole parte del documento riguardante le "MENZOGNE BUONISTE DELLE ONG SU IMMIGRAZIONE, FINTI RIFUGIATI, BARCONI E CAUSE DELLE MORTI IN MARE", in quanto non attinenti specificamente al tema del "blocco navale".
Ed infatti il "blocco navale", più pudicamente chiamato "interdizione alle partenze fatta in accordo e collaborazione con i Libici" (se cedono ai nostri ricatti), riguarda, appunto,  "l'interdizione alle partenze", e non l'"interdizione d'altura" delle ONG; cioè, quella che avviene in alto mare, e che non ha niente a che vedere con la prima.
.
H)
Nel punto 4), vengono riportate alcune dichiarazioni di Giorgia Meloni, alcune della quali riguardanti il il "blocco navale", più pudicamente chiamato "interdizione alle partenze fatta in accordo e collaborazione con i Libici", mentre altre dichiarazioni non c'entrano niente, per cui, per brevità, non le commenterò affatto.
a)
La Leader di FdI, mentre auspica  una missione europea per ottenere un BLOCCO NAVALE "al largo delle coste della Libia", poi, però aggiunge che  "il problema è non far partire quelle barche"; e, cioè, che "il blocco navale al largo delle coste della Libia rischia di essere inefficace, se non impediamo ai barconi di partire!"
Il che dimostra ulteriormente la sua confusione mentale, o, quantomeno, la sua qualunquistica "approssimazione" terminologica, in quanto usa il verbo "blocco navale" non solo in accezione impropria in senso generale (come precedentemente spiegato), ma anche per descrivere due forme di interdizione navale completamente diverse l'una dall'altra.
b)
Poi dichiara: "Sono stupita che la Lega ieri abbia votato contro la nostra risoluzione che lo chiedeva!".
Sinceramente, io mi stupisco che lei si stupisca; ed infatti la soluzione di quello che lei impropriamente chiama "blocco navale" è così stupida e irrealizzabile, che perfino un antimmigrazionista e "sequestratore di navi" come Salvini ha votato contro.
E poi è stata presentata una risoluzione per richiederlo a chi?
- al governo o al parlamento italiano, che da soli non possono farci niente?
- alla Libia (a quella di Hamid Dbeibahin o a quella di Fathi Bashagha)?
- alla Commissione Europea?
- alla NATO?
- al Consiglio di Sicurezza dell'ONU (vedi art.41 e 42)?
c)
Poi Giorgia Meloni raggiunge il massimo dell'incongruenza, contraddicendosi nella stessa frase: "Non sarebbe un atto di guerra se fatto in accordo con i governi libici (bella scoperta), ma la Ue ha tutte le argomentazioni economiche, diplomatiche e <<militari>> per convincere i libici a collaborare."
Ed infatti, come accadde con l'Albania, quello che lei impropriamente chiama "blocco navale":
- ovviamente non sarebbe affatto un "atto di guerra" se fosse davvero fatto in accordo con i governi libici;
- però sarebbe senz'altro un "atto di guerra", se, per convincere i libici a collaborare, oltre alle "argomentazioni economiche e diplomatiche", si ricorresse anche ad "argomentazioni  militari" (che lei stessa contempla espressamente).
Ed infatti, fino a prova contraria, le "argomentazioni  militari" consistono nelle "bombe"; che già a suo tempo il suo collega di destra Berlusconi non ebbe remore a sganciare su Tripoli e Bengasi.
d)
Poi, per aggiungere una ulteriore contraddizione alla sua precedente contraddizione, Giorgia Meloni seraficamente aggiunge: "In ogni caso, dubito che una delle fazioni libiche dichiarerebbe guerra alla Ue e alla Nato."
Bè, se per convincere i libici a collaborare, oltre alle "argomentazioni economiche e diplomatiche", si ricorresse anche alle "argomentazioni  militari", invadendo abusivamente le loro acque territoriali e quelle dei loro porti con navi da guerra, saremmo noi a dichiarare guerra alla Libia, e non viceversa.
***
Capisco che Giorgia Meloni sia propensa a fare "di tutte le erbe un fascio"; ma bisognerebbe spiegarle che non sempre è possibile!
.
I)
Nel punto 5 del documento, si cerca (secondo me vanamente) di contestare un serissimo studio dell'ISPI - Istituto per gli studi di politica internazionale-,  il quale dimostra inequivocabilmente che le ONG non rappresentano affatto un "pull factor" dell'immigrazione clandestina.
Ma anche questo è un tema che esula da quello del "blocco navale", a meno che FdI non si riprometta di prendere a cannonante le navi delle ONG (invece di limitarsi a sequestrarle in porto, come faceva Salvini); per cui non mi soffermerò sul punto.
.
L)
Nel punto 6) del documento, si ricorda una sentenza del tribunale di Trapani, che, nel giugno 2019 aveva assolto dei migranti che avevano costretto un capitano di nave italiana a cambiare rotta, dopo che questi li aveva tratti in salvo (i fatti risalgono al luglio 2018); per farlo i migranti avevano "minacciato esplicitamente di morte" il capitano per costringerlo ad invertire la rotta.
Sentenza, secondo me, assolutamente non condivisibile!
Ed infatti la Corte di Appello di Palermo ha successivamente riformato tale sentenza, giustamente condannando entrambi gli imputati per i reati loro ascritti alla pena, ridotta per il rito, di anni tre e mesi sei di reclusione ed euro 52.000,00 di multa.
Che cosa c'entri tale episodio con la questione del "blocco navale", però, lo sa soltanto l'estensore dell'impapocchiato documento; secondo me, non c'entra assolutamente NIENTE!
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M)
Sempre nello stesso punto 6 del documento, si ricorda che l'Italia ha ratificato l'atto costitutivo della CPI (Corte Penale Internazionale) con la Legge 232/1999.
In origine non si trovò subito convergenza tra i vari Stati su come definire l'aggressione consistente nel "blocco navale", e se qualificarla come "crimine internazionale" o meno; ma  a Kampala, nel 2010 venne celebrata una assemblea degli Stati membri volta all'approvazione degli emendamenti allo Statuto, tra i quali troviamo l'art. 8 bis, che tra gli atti di aggressione idonei a far integrare il reato internazionale da sottoporre alla giurisdizione della CPI si trova anche il "blocco dei porti o delle coste di uno Stato da parte delle forze armate di un altro Stato" (art. 8 bis comma 2 lett.c).
Il redattore cerca vanamente di contestare tale chiaro disposto legislativo, confondendo (errore tipico della destra estremista):
- il "controllo dell'immigrazione clandestina" (sul quale sono tutti d'accordo, me compreso);
- con la legittima "difesa dei confini della patria da un'invasione straniera" (sul quale pure sono tutti d'accordo, me compreso).
Tuttavia solo un imbecille, ovvero un propagandista senza scrupoli, può omologare i due fenomeni, che sono completamente diversi l'uno dall'altro.
Sarebbe come voler omologare:
- lo sbarco degli immigrati sulle nostre coste;
- con l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia.
.
CONCLUSIONE
Il documento da me sopra commentato, sebbene molto spesso "scantoni" dal tema principale, elude la questione di fondo; e cioè, ammesso e non concesso che si possa davvero "bloccare" ovvero "impedire" la partenza dei migranti dalla Libia, il problema non sarebbe comunque risolto.
Ed infatti:
a)
Tra i migranti che si imbarcano per venire in Italia, ce ne sono alcuni che hanno pienamente il diritto di farlo.
Ciò:
- sia in base all'art.10 comma 3° della Costituzione, il quale sancisce che: "Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge."
- sia in base alle convenzioni internazionali, che consentono il diritto d'asilo ai profughi di guerra ed ai rifugiati politici, come la Convenzione di Ginevra del 1951 e il Protocollo del 1967.
b)
Di conseguenza, dopo aver impedito indistintamente a tutti i migranti la partenza dalla Libia, bisognerebbe necessariamente ottenere dalla Libia (con la persuasione o con la forza) la concessione di "centri di selezione dotati di adeguate e civili strutture ricettive" sul suo territorio, gestite da noi, al fine di poter effettuare la cernita dei migranti che hanno il "diritto" di venire in Europa, e quelli che, invece, non ce l'hanno.
Come già detto, bisogna spiegare alla Meloni che, anche se a lei piacerebbe, non si può fare "di tutta l'erba un fascio!"
***
Ritengo, invero, che sia da escludere la ripugnante e disumana soluzione a suo tempo adottata da Berlusconi assieme al sanguinario dittatore Gheddafi, e, cioè, di imprigionare tutti i migranti a cui è impedita la partenza in "lager" libici a loro appositamente dedicati; soluzione che non meritano nè i clandestini, nè, tantomeno, coloro che hanno il DIRITTO di venire in Italia.
***
AVVERTENZA
Il presente TOPIC riguarda "esclusivamente" la proposta di "blocco navale" da parte di FdI, e non il problema dell'"immigrazione clandestina" nel suo complesso, nè nessuno dei suoi altri specifici aspetti; per cui qualsiasi dirottamento dal tema, anche se con richiamo al "blocco navale" e ad esso attinente, sarà bollato come O.T. e non verrà accolto nel THREAD.

Eutidemo

HO PROBLEMI DI CONNESSIONE CON INTERNET, QUINDI POTREI NON RISPONDERE PER UN CERTO PERIODO :(

anthonyi

Ciao eutidemo, non credo che in caso di rifiuto delle autorità libiche a collaborare la meloni si accingera a fare il blocco, anzi in quel caso coglierebbe l'occasione per defilarsi dal problematico programma che presenta. 
Se invece, sfortunatamente per lei, troverà autorità consenzienti, magari dietro adeguato sostegno finanziario, allora la vedremo all'opera. 
In ogni caso credo che il blocco agirà soprattutto nei confronti delle navi ong, costringendole a tenersi lontane dai barconi permettendo così alla guardia libica di recuperare i migranti.
Debbo comunque farti notare che tu hai già trasgredito al tuo proclama per il quale questo topic non deve riguardare genericamente gli aspetti dell'immigrazione clandestina laddove poni il problema del destino che avranno quei migranti ai quali non sarà permesso di migrare per effetto del blocco. 

Eutidemo

#5
Ciao Anthony. :)
Mi auguro anch'io che, in caso di rifiuto delle autorità libiche a collaborare, Giorgia Meloni si asterrà dal ricorrere al cosiddetto "blocco navale"; limitandosi così a fare soltanto una brutta figura (meglio quella che una guerra).
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In ogni caso, dubito fortemente che i due governi libici concederanno spontaneamente alla nostra marina militare di operare nelle loro acque territoriali; soprattutto considerando i nostri efferati precedenti coloniali nel loro Paese.
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Se invece, sfortunatamente per lei, per noi, per i libici e per i migranti, troverà autorità consenzienti, magari dietro adeguato compenso finanziario, allora (forse) la vedremo all'opera.
***
Per quanto concerne le navi delle ONG, qualunque tipo di operazione Giorgia Meloni intenda effettuare nei loro confronti, non si tratterrà comunque:
- nè di un "blocco navale" (che riguarda i porti e le coste di un altro Stato);
- nè di "interdizione" degli imbarchi nei porti o dalle coste libiche.
***
In ogni caso non credo che la nostra marina militare possa legittimamente:
- impedire la libera "navigazione d'altura" di navi che non stiano commettendo atti di "pirateria" (l'unico caso previsto dal diritto internazionale marittimo);
- impedire che una qualsiasi nave, che sia ONG o meno, effettui operazioni di salvataggio di gommoni o barconi in difficoltà, tramite il trasbordo dei loro passeggeri.
In entrambi i casi si potrebbe configurare un reato perseguibile dalla "Corte Penale Internazionale"; e, secondo me,  al riguardo potrebbero intervenire, anche  il "Tribunale Marittimo Internazionale" e i nostri stessi Tribunali penali nazionali.
***
Quanto al fatto che, come tu scrivi, io avrei "...trasgredito il mio proclama per il quale questo topic non deve riguardare genericamente gli aspetti dell'immigrazione clandestina, laddove io pongo il problema del destino che avranno quei migranti ai quali non sarà permesso di migrare per effetto del blocco", non sono affatto d'accordo con la tua critica.
***
Ed infatti, il destino di quei migranti, è la conseguenza diretta del "blocco", per cui si tratta della stessa identica questione!
***
Cioè, per fare un esempio banale, se tu cerchi di fuggire da una casa in fiamme, ed io ti impedisco di uscirne obbligandoti a tornare indietro, quello che ti accadrà se rientri dentro è la conseguenza diretta della mia azione di "interdizione"; per cui la mia azione ed i suoi effetti diretti, costituiscono una stessa identica questione.
Il destino dei "migranti bloccati", quindi fa parte integrante della questione del "blocco", ed è ben distinta dalle altre numerose questioni attinenti al problema dell'immigrazione nel suo complesso; le quali, come ribadisco, sono tutte assolutamente OFF TOPIC.
***
Anzi, direi che la pecca fondamentale dell'idea del "blocco", è proprio quella di voler volutamente ignorare le sue atroci conseguenze "concentramentazionarie", adottando la comoda ed ipocrita strategia dello "stru(n)zzo"!
***
Un saluto! :)
***
P.S.
Come già avevo scritto, sotto tale aspetto, Giorgia Meloni potrebbe correre personalmente il rischio di essere imputata per violazione della Legge, 14/07/2017 n° 110, per aver usato il "blocco navale" al fine di "respingere" dei migranti verso uno Stato (quello Libico), dove sussistono fondati motivi di ritenere che essi possano essere sottoposti a violazioni sistematiche e gravi di diritti umani (così come documentato da vari rapporti dell'ONU)

Eutidemo

#6
                          INVERSIONE DELLE PRIORITA'
Secondo me, se proprio si volesse fare ricorso al cosiddetto "blocco navale" -in forma propria o impropria- occorrerebbe per prima cosa mettere "i buoi davanti al carro", e non viceversa ("il carro avanti ai buoi").
Invertendo, cioè, le priorità:
.
1)
Per prima cosa bisognerebbe necessariamente ottenere dalla Libia la concessione di "centri di selezione dotati di adeguate e confortevoli strutture ricettive" sul suo territorio, gestite da noi, al fine di poter effettuare la cernita dei migranti che hanno il "diritto" di venire in Europa, e quelli che, invece, non ce l'hanno.
I migranti che vogliono venire in Europa, dovrebbero necessariamente transitare per tali centri, ubicati sulle coste e nei porti libici, laddove:
- coloro che hanno il "diritto" di venire in Europa verrebbero imbarcati regolarmente su navi passeggeri o aerei che li condurrebbero a destinazione;
- coloro che, invece, non hanno il "diritto" di venire in Europa verrebbero imbarcati regolarmente su navi passeggeri o aerei che li ricondurrebbero nel Paese di provenienza.
Però nessuno dovrebbe essere imprigionato o finire in campo di concentramento.
.
2)
Se qualcuno della seconda categoria di "migranti" cercasse di "bypassare" tali centri, e di imbarcarsi clandestinamente per l'Italia, allora, attraverso l'impedimento all'imbarco sulle coste o altrove, dovrebbe essere riportato nei detti centri per subire il destino che gli compete.
Però nessuno dovrebbe essere imprigionato o finire in campo di concentramento.
.
***
Mi rendo conto che una "soluzione integrale" e "razionale" del problema di tale tipo, almeno attualmente, è una pura e semplice UTOPIA; per una serie di ragioni che non sto qui ad esporre essendo abbastanza evidenti di per se stesse.
.
***
Però una "soluzione parziale" e "brutale", come quella del solo "blocco navale" ed il puro e semplice respingimento di tutti i migranti nelle orrende prigioni libiche, costituirebbe una vera a propria DISTOPIA, inaccettabile da una nazione civile, e da chiunque abbia un minimo di umanità.
Soprattutto da chi si vanta di essere "cristiano"!

anthonyi

Allora eutidemo, se tu dici che parlare del destino dei migranti bloccati non é OT io ne parlo. 
Intanto io condivido con te che chi fa il blocco dovrebbe comunque interessarsi di quei migranti che sono in Libia, e non solo. 
Dovrebbe anche interessarsi di tutti quei potenziali migranti che sono in altri paesi e che potrebbero pensare di venire in Europa per la via libica. 
L'obiettivo principale dovrebbe essere quello di disincentivare i viaggi migratori, e questo si può fare proprio con il blocco navale, con il suo effetto mediatico. 
Nei confronti di quelli che non hanno ancora intrapreso il viaggio, e che quindi conserverà no quella disponibilità di 4-5 mila dollari necessari a pagare il viaggio posso dire che si risparmierà no tutte le sofferenze e i rischi che il viaggio comporta, comprendendo in queste anche le angherie di eventuali aguzzini libici. 
Riguardo a quelli che sono in Libia dobbiamo ricordare la premessa che nulla si fa senza collaborazione con le autorità libiche, si possono contrattare condizioni più umane per quelli che restano in Libia, la possibilità di concordare il loro rientro volontario nel paese d'origine, per i pochi che poi risultassero a norma, naturalmente secondo criteri stabiliti dall'italia, o da altro paese europeo consenziente, quelli li si potrebbe far entrare in tutta comodità. 
Riguardo poi alle leggi italiane che tu asserisci essere ostative rispetto al blocco navale, ti faccio presente che chi ha la forza politica di attuarlo, sicuramente ha anche la forza politica di cambiare le leggi.
Riguardo invece poi alle normative internazionali sul diritto marittimo, che sappiamo comunque essere soggette a problematiche ed ideologiche interpretazioni, io cercherei di farmi aiutare dall'Australia, paese che di barconi di migranti ha notevole esperienza e, a quanto pare, riesce a bloccarli.

Eutidemo

Ciao Anthony. :)
Parlare del destino dei migranti "bloccati" e, di conseguenza, rispediti nei "lager" libici non é affatto OT; e quindi ne puoi parlare quanto  vuoi.
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Al riguardo, mi fa piacere che tu condivida la mia opinione, secondo la quale, prima di mettere in atto un "blocco navale", bisognerebbe ottenere che la Libia ci concedesse di insediare nei suoi porti e sulle sue coste una fitta rete di "centri di selezione e smistamento", dotati di adeguate e confortevoli strutture ricettive, gestiti da noi al fine di poter effettuare la cernita dei migranti che hanno il "diritto" di venire a stabilirsi in Europa, e quelli che, invece, non ce l'hanno.
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Il "blocco navale" (ed anche "terrestre") dovrebbe invece intervenire successivamente, al fine di riportare indietro, in detti "centri di selezione e smistamento",  quei migranti che cercassero di eluderli e aggirarli per venire direttamente in Italia; sia che questo avvenga di loro iniziativa, sia soprattutto se questo avvenga per l'opera nefanda dei "mercanti di carne umana" e degli scafisti.
I quali sono i soli che dovrebbero finire in carcere; buttando via la chiave!
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Anche in tal caso, se ci pensi bene, si conseguirebbe egualmente l'obiettivo di disincentivare i viaggi migratori illegali; ed infatti, se i potenziali "migranti economici" sapessero preventivamente di dover transitare per i nostri "centri di selezione e smistamento" libici, e, eventualmente, di esserci riportati a forza se cercano di "bypassarli" clandestinamente, credo che a molti di loro passerebbe comunque la voglia di intraprendere il viaggio.
Ed infatti, secondo me, piuttosto che intraprendere un viaggio senza speranze, molti potenziali "migranti economici" preferirebbero "mettersi in lista", per venire legalmente in Italia in base al Decreto Legge n. 73/2022, in vigore dal 22 giugno 2022; il quale ha introdotto importanti novità per i flussi d'ingresso per lavoro in Italia e notevoli semplificazioni delle procedure di rilascio del nulla osta al lavoro, che consentirà l'attività lavorativa in Italia anche agli "extracomunitari".
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Sono d'accordo con te che si possono ipotizzare forme di "disincentivazione" ancora più efficaci di quella che dico io, come la prospettiva della tortura,  dello stupro anale nei lager dei libici e della morte per fame e stenti nelle loro prigioni; ma, secondo me, sono forme di "disincentivazione" alle  quali è ignobile che un popolo civile come il nostro (a parte qualche eccezione) dovrebbe far ricorso, sia pure "appaltandole" a terzi.
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Contrattare condizioni più umane per quelli che restano nelle carceri libiche, e  concordare con il libici il loro rientro nel paese d'origine o l'inoltro in Europa di coloro che ne hanno diritto, e la più ignobile e ipocrita delle bugie che si possano propinare al popolo italiano; ed infatti, negli ultimi venti anni, è una menzogna che si è cercato di propalare agli Italiani dai governi di ogni genere e colore, ma le condizioni delle carceri libiche, semmai, sono andate progressivamente peggiorando.
In quei "lager", non un solo migrante è stato selezionato come avente il diritto di venire in Europa; e gli altri non si sa che fine fatto o faranno, a parte subire violenze, stupri ed angherie di ogni genere.
Ma a molti fa comodo far finta di non sapere e di non vedere!
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In ogni caso, Giorgia Meloni non ce la vedo proprio a contrattare (seriamente) condizioni più umane per quelli che restano nelle carceri libiche, e  concordare con il libici il loro rientro nel paese d'origine ovvero l'inoltro in Europa di coloro che ne hanno diritto!
Non dimentichiamoci che il motto di quel partito è "ME NE FREGO"!
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Riguardo alle "leggi italiane" che io avrei asserito essere ostative rispetto al "blocco navale", ti sbagli di grosso; ed infatti non c'è nessuna normativa italiana che parli di "blocco navale", in quanto si tratta di una questione che esorbita dal nostro diritto interno.
Se, invece, rileggi bene quello che ho scritto, io, in realtà, ho citato solo alcune convenzioni internazionali ostative al "blocco navale", che lo Stato Italiano non può modificare unilateralmente; ed alle quali è tenuta ad attenersi in base all'art.10 della Costituzione.
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Peraltro, come stabilito dalla Cassazione Penale (Cass. 6626 del 16 Gennaio 2020), in base alle nostre leggi nazionali, non imbarcare i passeggeri di una barca o di un gommone in difficoltà, o -peggio- impedire tale trasbordo, configura il reato di "omissione di soccorso" di cui all'art.593 Codice Penale.
Questo sì che la Meloni lo può abrogare o modificare.
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Però, l'adempimento del dovere di soccorso in mare discende anche da fonti internazionali  direttamente applicabili anche nell'ordinamento interno, in forza del disposto di cui all'art. 10 comma 1 Costituzione.
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L'obbligo di prestare soccorso marittimo, inoltre, è dettato dalla convenzione internazionale SAR di Amburgo, la quale stabilisce che esso non si esaurisce nell'atto di sottrarre i naufraghi al pericolo di perdersi in mare, ma comporta l'obbligo accessorio e conseguente di sbarcarli in un luogo sicuro (c.d. "place of safety"); e la Libia sicuramente non lo è.
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Ed infatti occorre ricordare che nessun porto libico può essere qualificato quale "luogo di sbarco sicuro", non essendo il Governo di Tripoli parte alla Convenzione di Ginevra relativa allo "status dei rifugiati", ed essendo la situazione dello Stato "libico" caratterizzata da sistematiche e documentate violazioni dei diritti umani, soprattutto nelle carceri dove vengono "reclusi" i migranti; così  come dimostrato dai rapporti delle Nazioni unite del febbraio 2018 e dalle Comunicazioni dell'Oim e dell'Alto Commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati del mese di maggio del 2022.
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Quanto all'Australia, non ho idea di cosa facciano gli Aussie e non mi interessa minimamente; se l'Australia viola il diritto internazionale, sono fatti suoi, non nostri.
Noi siamo Italiani!
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Un saluto! :)
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