I paesi emergenti stanno comperando l'occidente?

Aperto da cvc, 05 Ottobre 2016, 08:43:01 AM

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cvc

Quando andavo a scuola io (trent'anni fa) ricordo che India e Cina erano considerati paesi del terzo mondo. Adesso che l'India ha acquistato Jaguar e Range Rover (India che nel secolo scorso era una colonia del Regno Unito), e che la Cina non solo rileva ad una ad una le eccellenze italiane (squadre di calcio comprese) ma, addirittura, si è messa in pancia il debito pubblico USA, la domanda titolo di questo topic mi pare inevitabile.
E non è solo una questione economica, ma pure di giustizia sociale. Perché i diritti acquisiti dai lavoratori occidentali con anni di dure battaglie, sono spazzati via da una concorrenza sleale basata sullo sfruttamento del lavoro e sul mancato rispetto di norme ambientali e d'igiene. Concorrenza sleale che per forza di cose è incomparabilmente più efficiente. L'occidente non ha saputo opporsi, forse perché impegnativo in stupide guerre preventive (Vietnam, Iraq, Libia), ed ora chi ha profittato slealmente (slealmente secondo le nostre regole basate su inezie come dichiarazione dei diritti, umanesimo, cristianesimo) ci può comprare a prezzi di saldo. Del resto che nell'ideologia del libero mercato ci sia un bel po' di confusione mi pare evidente se, al suo interno, lo stato più ricco è una dittatura mascherata. Si chiama repubblica popolare, ma può esistere una repubblica con un solo partito?
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

paul11

#1
La Cina è destinata a diventare la superpotenza del futuro, gli stessi analisti statunitensi sanno che è questione di tempo e cercando di ritardare l'evento. E' un problema di Know how, di conoscenza e di cultura nella gestione internazionale e nazionale interna per la Cina, vale a dire la qualità di acquisizione della leadership internazionale, mentre invece è  stata abituata da decenni ad essere chiusa e agire
"sottotraccia" come fa tutt'ora.

Si sapeva da almeno un ventennio,cosa  sarebbe accaduto sui diritti dei lavoratori del "primo mondo" che cozzava contro le esigenze economiche del liberismo globalizzato
Cosa hanno fatto strategicamente sindacati dei lavoratori e partiti, non solo italiani?
I primi non si autofinanziano più con le tessere degli iscritti sindacali essendo drasticamente calata l'occupazione, cresciuta la precarizzazione e infine mutato il diritto del lavoro grazie ad un fu-partito di sinistra, che sotto mentite spoglie asseconda i poter  i forti, sono diventato sindacati di servizi, snaturando completamente lo statuto associativo per cui erano nate.
I partiti non avendo la cultura che sorregge la politica sono totalmente incapaci di precedere di progettare il futuro, per cui la politica gestisce sempre più gli effetti non essendo in grado di intervenire sulle cause che sono economiche.
Se le cause economiche aprono nuovi scenari persino il diritto rischia di diventare obsoleto, superato, perchè legato al "vecchio"scenario e totalmente incapace di anticipare, quindi la politica è trainata dall'economica e con esso il diritto sostanzialmente.


Il diritto è un costo economico nella bilancia mondiale della competizione, quindi alza,in questo caso il piatto della bilancia a sfavore del "primo mondo" Fino a quando i piatti della bilancia non saranno in equilibrio economico, diminuendo i diritti del primo mondo e alzando le conquiste salariali e di diritto del "terzo mondo", la competizione fa sì che le aziiende delocalizzino e precarizzino in occidente.
La giustizia sociale, che è un termine estremamente importante, è stato venduto dalla politica all'economia, così come i processi migratori interni verso il primo mondo servono ad abbassare ulteriormente e velocizzare il processo di perdita di diritti.

Non sono certamente filo tirannico, ma sarebbe stato impossibile gestire i processi di 1,3 miliardi di popolazione, un'economia che sulla costa compete con i leader mondiali economici con città occidentalizzate, ma che all'interno ha una civiltà contadina da pala, badile e case di fango. Una litigiosità politica interna non sarebbe in grado di gestire le tensioni interne migratorie e le diverse fasi di crescita capitalistica, dove ad una forte progressione del prodotto interno lordo seguono stasi di stabilizzazione socio-economica necessaria per non generare conflittualità . Il caso politico Brasile, che è un economia potenzialmente molto forte, dimostra che se la classe dirigente politica è corrotta e non all'altezza della sfida internazionale nel Paese nascono tensioni conflittuali.

cvc

Citazione di: paul11 il 05 Ottobre 2016, 13:43:41 PM
La Cina è destinata a diventare la superpotenza del futuro, gli stessi analisti statunitensi sanno che è questione di tempo e cercando di ritardare l'evento. E' un problema di Know how, di conoscenza e di cultura nella gestione internazionale e nazionale interna per la Cina, vale a dire la qualità di acquisizione della leadership internazionale, mentre invece è  stata abituata da decenni ad essere chiusa e agire
"sottotraccia" come fa tutt'ora.

Si sapeva da almeno un ventennio,cosa  sarebbe accaduto sui diritti dei lavoratori del "primo mondo" che cozzava contro le esigenze economiche del liberismo globalizzato
Cosa hanno fatto strategicamente sindacati dei lavoratori e partiti, non solo italiani?
I primi non si autofinanziano più con le tessere degli iscritti sindacali essendo drasticamente calata l'occupazione, cresciuta la precarizzazione e infine mutato il diritto del lavoro grazie ad un fu-partito di sinistra, che sotto mentite spoglie asseconda i poter  i forti, sono diventato sindacati di servizi, snaturando completamente lo statuto associativo per cui erano nate.
I partiti non avendo la cultura che sorregge la politica sono totalmente incapaci di precedere di progettare il futuro, per cui la politica gestisce sempre più gli effetti non essendo in grado di intervenire sulle cause che sono economiche.
Se le cause economiche aprono nuovi scenari persino il diritto rischia di diventare obsoleto, superato, perchè legato al "vecchio"scenario e totalmente incapace di anticipare, quindi la politica è trainata dall'economica e con esso il diritto sostanzialmente.


Il diritto è un costo economico nella bilancia mondiale della competizione, quindi alza,in questo caso il piatto della bilancia a sfavore del "primo mondo" Fino a quando i piatti della bilancia non saranno in equilibrio economico, diminuendo i diritti del primo mondo e alzando le conquiste salariali e di diritto del "terzo mondo", la competizione fa sì che le aziiende delocalizzino e precarizzino in occidente.
La giustizia sociale, che è un termine estremamente importante, è stato venduto dalla politica all'economia, così come i processi migratori interni verso il primo mondo servono ad abbassare ulteriormente e velocizzare il processo di perdita di diritti.

Non sono certamente filo tirannico, ma sarebbe stato impossibile gestire i processi di 1,3 miliardi di popolazione, un'economia che sulla costa compete con i leader mondiali economici con città occidentalizzate, ma che all'interno ha una civiltà contadina da pala, badile e case di fango. Una litigiosità politica interna non sarebbe in grado di gestire le tensioni interne migratorie e le diverse fasi di crescita capitalistica, dove ad una forte progressione del prodotto interno lordo seguono stasi di stabilizzazione socio-economica necessaria per non generare conflittualità . Il caso politico Brasile, che è un economia potenzialmente molto forte, dimostra che se la classe dirigente politica è corrotta e non all'altezza della sfida internazionale nel Paese nascono tensioni conflittuali.
Il fatto è che si è verificato ciò che si riteneva impossibile, ossia il connubio fra socialismo reale ed economia di mercato. Secondo l'economia di mercato l'aumento progressivo della produttività dovrebbe portare all'aumento del salario medio e quindi all'aumento del benessere del lavoratore. Il boom economico del dopo guerra ha effettivamente portato ad un miglioramento delle condizioni della classe operaia e dei lavoratori in generale. Ora però si impone un nuovo modello, quello cinese, dove le logiche di mercato vanno a braccetto con lo sfruttamento del lavoratore. Questo anche per l'aumento del peso della tecnologia nel lavoro. Se nel periodo del boom economico servivano lavoratori motivati (cosa che non si può chiedere ai paesi del socialismo reale) ed un buon numero di tecnici, ora, con l'esplosione tecnologica bastano pochi tecnici superspecializzati e, per il resto, la tecnologia ha talmente ordinato il mondo che il rimanente lavoro è talmente semplice e di routine che lo si può tranquillamente imporre a dei salariati del tutto privi di motivazione se non quella, al limite, della paura di perdere anche quel misero stipendio.
In altre parole, piuttosto che essere i lavoratori dei paesi emergenti a portarsi alla pari coi diritti dei lavoratori occidentali, sarà più probabilmente il modello cinese, che funziona in termini di reddito, ad influenzare sempre più in negativo il mondo del lavoro occidentale. O, peggio ancora, a fagocitarlo. Tanto a noi importa solo essere i più buoni, i più belli, i più bravi, però i soldi stanno andando tutti di la......
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

paul11

#3
Cvc
non può esistere un 'economia liberista e un dirigismo politico comunista.ma questo lo sa il gruppo dirigente del partito pseudo comunista.O esiste un'economia pianificata o si apre al mercato.Non avrebbero mai accettato gli investimenti produttivi delle multinazionali private occidentali che si sono insediate   E' dall'eliminazione della "banda dei quattro" che la Cina ha scelto di fatto una strada, quella dell'apertura all'economia e per esempio la leader mondiale dell'auto ,Volkswagen disse anni fa licenziando in Germania che il primo mercato sarebbe stato la Cina, perchè 1,3 miliardi  di abitanti sono potenzialmente un affare quando temporalmente il salariato comincia ad acquistare frigoriferi, tv e poi automobili. Ci sono lotte sindacali, dalla questione abitativa, perchè la migrazione porta ad una forte pressione di numero di persone verso gli agglomerati industrializzati, con disordine  urbanistico; vi sono rivendicazioni salariali e di qualità della vita sia dentro le fabbriche che fuori.Insomma si sta assistendo al tipico processo solidaristico quando più persone si identificano nelle stesse problematiche.
Il gruppo dirigente del partito monoiltico cinese, devono gestire la macroeconomia socio-economica, lasciando che la microeconomia delle imprese private spontaneamente agisca,
Se si guardano le classifiche mondiali per comparti, l'industria pesante siderurgica e navale,fino alle banche è già fortemente rilevante. Già qualche anno fa possedevano molto del debito pubblico statunitense.
Per certi versi fa testo la cultura medievale giapponese che si innestò con la cultura industriale statunitense, tanto da migliorarla e innovarla come Toyota fece negli anni Ottanta.Certamente la Cina ha delle sue specificità, ma soprattutto ha un enorme numero di persone e un'estensione territoriale, tanto che già anni fa si diceva del passaggio dall'economa dell'Atlantico a quella del Pacifico, come fu dalla scoperta delle Americhe con il passaggio delle civiltà ed economie del Mediterraneo a quella dell'Atlantico appunto.
Quanto sarà lungo il processo dei piatti della bilancia non lo so, ma già ho notato alcuni errori strategici di parecchie multinazionali che abbandonando l'Europa come primo mercato erano convinti che i Paesi emergenti ,avendo tassi di sviluppo molto più consistenti rispetto all'asfissia quasi recessiva delle nostre economie, dovessero essere il loro futuro.Si è notato invece che c'è una forte interdipendenza dei mercati mondiali,Se il primo mercato abbassa i tassi di sviluppo è altrettanto vero che nel medio periodo incide sulla domanda mondiale di beni e servizi richiedendone meno anche ai Paesi emergenti.
Il problema è che già da noi in Occidente hanno sottomesso  enti internazionali che trattano sui diritti dei lavoratori a livello internazionale come lo  IOL promosso dall'ONU, ma già quest'ultimo conta sempre meno, perchè è un organismo costruito sugli equilibri nati dalla fine della Seconda guerra mondiale e dal Patto di Yalta: sono organismi più di facciata che operativamente sostanziali.

Quando si ragiona di macroeconomia globale non dobbiamo tener molto conto delle regionalizzazioni.
nel momento in cui la globalizzazione è il totale del pianeta Terra dobbiamo vedere prima di tutto gli indicatori totale mondiali per capire ad esempio nel mondo del lavoro che l'affacciarsi sul mercato solo di India e Cina con il loro numero di lavoratori, non solo intacca l'operaio, ma anche i ruoli tecnici e dirigenziali, quindi agisce trasversalmente su tutti i ruoli e professional, abbassando anche le pretese dei neo laureati e mobilizzandoli nella terra-globo.Il lavoro oggi è totalmente mutato, nelle forme organizzative, per l'impatto tecnologico notevole dell'informatica che unisce nei network, nei sistemi, nelle modalità logistiche e operative degli stabilimenti produttivi, nelle agenzie di studio  sui comparti dei mercati sparse ovunque con filiali,ecc.

Nel lungo periodo l'umanità dovrà pensare a come ridistribuire i redditi, perchè sarà sempre più basso il rapporto fra lavoratori attivi e numero dell persone totali, ovvero sempre meno lavoreranno con sempre più alte ed efficenti produttività, una delle sfide che prevedo è come l'umanità riuscirà a non più legare il reddito al lavoro.
A mio parere è un progresso, ma nell'attuale forma economica è una contraddizione molto spinosa che rimette continuamente in  discussione quella giustizia sociale.
Quasi quarant'anni fa si cominciava a leggere di "qualità della vita" in quanto il tempo di lavoro sarebbe diminuito lasciando molto più tempo libero e quindi aumentando i servizi .E' finita che la riduzione d'orario vagheggiata allora si è risolta soprattutto in Italia con aumento delle ore lavorate per addetto e dall'altro aumento della disoccupazione .In Italia non se ne uscirà da questa problematica strutturale.
I sindacati sono fuori gioco, il numero dei tempi pieno rispetto alle loro entrate economiche ha di fatto unito comparti economici nei contratti nazionali mutando le estensioni territoriali di competenza,ha agito quindi sia nelle federazioni nazionali di settore che nelle confederazioni territoriali mantenedosi surrogando servizi pubblici, come dichiarazioni dei redditi dei CAF e dell'INPS, ma l'informatizzazione procede saltando le intermediazioni.
Accettare senza colpo ferire la riforma recente del lavoro è l'ultimo atto del suicidio.Leggetevi attentamente le normative, i nuovi assunti sono in totale balia del datore di lavoro in quanto ricattabile.Quindi ho scarsa fiducia nell'attuale sindacato dei lavoratori , in quanto ricattabili per loro grandi problemi interni economici.Solo spinte dal basso potranno risollevare il sinadacalismo , o quello esistente o nuovi. Lo ricordiamo l'eurocomunismo ai tempi di Berlinguer? Oggi esistono solo orgamismi internazionali, ma direi europei, di partiti e sindacati che servono per fare mangiate e bevute.... e basta.
Il problema è da noi, non in Cina o altrove. C'è stata la totale assuefazione e appiattimento sulla globalizzazione che ha comportato perdite di diritti territoriali e nazionali, ma proprio perchè ha vinto la globalizzazione, ma non è finita quì.

cvc

Citazione di: paul11 il 05 Ottobre 2016, 21:52:05 PMCvc
non può esistere un 'economia liberista e un dirigismo politico comunista.ma questo lo sa il gruppo dirigente del partito pseudo comunista.O esiste un'economia pianificata o si apre al mercato.Non avrebbero mai accettato gli investimenti produttivi delle multinazionali private occidentali che si sono insediate   E' dall'eliminazione della "banda dei quattro" che la Cina ha scelto di fatto una strada, quella dell'apertura all'economia e per esempio la leader mondiale dell'auto ,Volkswagen disse anni fa licenziando in Germania che il primo mercato sarebbe stato la Cina, perchè 1,3 miliardi  di abitanti sono potenzialmente un affare quando temporalmente il salariato comincia ad acquistare frigoriferi, tv e poi automobili. Ci sono lotte sindacali, dalla questione abitativa, perchè la migrazione porta ad una forte pressione di numero di persone verso gli agglomerati industrializzati, con disordine  urbanistico; vi sono rivendicazioni salariali e di qualità della vita sia dentro le fabbriche che fuori.Insomma si sta assistendo al tipico processo solidaristico quando più persone si identificano nelle stesse problematiche.
Il gruppo dirigente del partito monoiltico cinese, devono gestire la macroeconomia socio-economica, lasciando che la microeconomia delle imprese private spontaneamente agisca,
Se si guardano le classifiche mondiali per comparti, l'industria pesante siderurgica e navale,fino alle banche è già fortemente rilevante. Già qualche anno fa possedevano molto del debito pubblico statunitense.
Per certi versi fa testo la cultura medievale giapponese che si innestò con la cultura industriale statunitense, tanto da migliorarla e innovarla come Toyota fece negli anni Ottanta.Certamente la Cina ha delle sue specificità, ma soprattutto ha un enorme numero di persone e un'estensione territoriale, tanto che già anni fa si diceva del passaggio dall'economa dell'Atlantico a quella del Pacifico, come fu dalla scoperta delle Americhe con il passaggio delle civiltà ed economie del Mediterraneo a quella dell'Atlantico appunto.
Quanto sarà lungo il processo dei piatti della bilancia non lo so, ma già ho notato alcuni errori strategici di parecchie multinazionali che abbandonando l'Europa come primo mercato erano convinti che i Paesi emergenti ,avendo tassi di sviluppo molto più consistenti rispetto all'asfissia quasi recessiva delle nostre economie, dovessero essere il loro futuro.Si è notato invece che c'è una forte interdipendenza dei mercati mondiali,Se il primo mercato abbassa i tassi di sviluppo è altrettanto vero che nel medio periodo incide sulla domanda mondiale di beni e servizi richiedendone meno anche ai Paesi emergenti.
Il problema è che già da noi in Occidente hanno sottomesso  enti internazionali che trattano sui diritti dei lavoratori a livello internazionale come lo  IOL promosso dall'ONU, ma già quest'ultimo conta sempre meno, perchè è un organismo costruito sugli equilibri nati dalla fine della Seconda guerra mondiale e dal Patto di Yalta: sono organismi più di facciata che operativamente sostanziali.

Quando si ragiona di macroeconomia globale non dobbiamo tener molto conto delle regionalizzazioni.
nel momento in cui la globalizzazione è il totale del pianeta Terra dobbiamo vedere prima di tutto gli indicatori totale mondiali per capire ad esempio nel mondo del lavoro che l'affacciarsi sul mercato solo di India e Cina con il loro numero di lavoratori, non solo intacca l'operaio, ma anche i ruoli tecnici e dirigenziali, quindi agisce trasversalmente su tutti i ruoli e professional, abbassando anche le pretese dei neo laureati e mobilizzandoli nella terra-globo.Il lavoro oggi è totalmente mutato, nelle forme organizzative, per l'impatto tecnologico notevole dell'informatica che unisce nei network, nei sistemi, nelle modalità logistiche e operative degli stabilimenti produttivi, nelle agenzie di studio  sui comparti dei mercati sparse ovunque con filiali,ecc.

Nel lungo periodo l'umanità dovrà pensare a come ridistribuire i redditi, perchè sarà sempre più basso il rapporto fra lavoratori attivi e numero dell persone totali, ovvero sempre meno lavoreranno con sempre più alte ed efficenti produttività, una delle sfide che prevedo è come l'umanità riuscirà a non più legare il reddito al lavoro.
A mio parere è un progresso, ma nell'attuale forma economica è una contraddizione molto spinosa che rimette continuamente in  discussione quella giustizia sociale.
Quasi quarant'anni fa si cominciava a leggere di "qualità della vita" in quanto il tempo di lavoro sarebbe diminuito lasciando molto più tempo libero e quindi aumentando i servizi .E' finita che la riduzione d'orario vagheggiata allora si è risolta soprattutto in Italia con aumento delle ore lavorate per addetto e dall'altro aumento della disoccupazione .In Italia non se ne uscirà da questa problematica strutturale.
I sindacati sono fuori gioco, il numero dei tempi pieno rispetto alle loro entrate economiche ha di fatto unito comparti economici nei contratti nazionali mutando le estensioni territoriali di competenza,ha agito quindi sia nelle federazioni nazionali di settore che nelle confederazioni territoriali mantenedosi surrogando servizi pubblici, come dichiarazioni dei redditi dei CAF e dell'INPS, ma l'informatizzazione procede saltando le intermediazioni.
Accettare senza colpo ferire la riforma recente del lavoro è l'ultimo atto del suicidio.Leggetevi attentamente le normative, i nuovi assunti sono in totale balia del datore di lavoro in quanto ricattabile.Quindi ho scarsa fiducia nell'attuale sindacato dei lavoratori , in quanto ricattabili per loro grandi problemi interni economici.Solo spinte dal basso potranno risollevare il sinadacalismo , o quello esistente o nuovi. Lo ricordiamo l'eurocomunismo ai tempi di Berlinguer? Oggi esistono solo orgamismi internazionali, ma direi europei, di partiti e sindacati che servono per fare mangiate e bevute.... e basta.
Il problema è da noi, non in Cina o altrove. C'è stata la totale assuefazione e appiattimento sulla globalizzazione che ha comportato perdite di diritti territoriali e nazionali, ma proprio perchè ha vinto la globalizzazione, ma non è finita quì.
Per quelli della mia generazione (fine anni 60/inizio anni 70) o di quelle prima, rimane il ricordo di quando la vita era più o meno agiata, le opportunità di carriera più o meno favorevoli, ma di sicuro la comprensione del mondo era più semplice. C'erano I capitalisti sfruttatori ed il proletariato sfruttato. Per quanto queste due categorie fossero in contrasto, erano legate l'una all'altra da unvincolo. di necessità. Secondo l'ideologia marxista il capitalista può continuare a mantenersi e proliferare soltanto grazie allo sfruttamento dei lavoratori. La rivoluzione tecnologica ha però aperto una falla in questa teoria, perchè ora il capitalista può arricchirsi sfruttando la tecnologia (in particolare l'ingegneria finanziaria) ed il lavoratore ai suoi occhi non è più un servo insolente, ma è persino inutile. Il picco del miglioramento delle condizioni del lavoratore è già stato toccato, ed ora da li si sta solo scendendo. La ricchezza non è più qualcosa di tangibile, è diventata oramai la capacità di ricevere credito o, se si vuole, la virtù di riuscire ad indebitarsi guadagnando la fiducia di chi può consentire l'allargamento progressivo del debito. Oramai il pil mondiale diventa un sottomultiplo sempre più piccolo del debito mondiale prodotto, e c'è davvero da meravigliarsi che siano tutti straconvinti della capacità degli stati di far fronte ai debiti contratti. Mi vengono in mente le guerre civili romane dove I nobili prima si davano alla dissolutezza indebitandosi fino al collo e poi, quando erano del tutto rovinati, scatenavano le rivoluzioni per ottenere l'azzeramento dei debiti.
In questo contesto di smarrimento del senso del valore, dove la ricchezza non è più rappresentata dall'agricoltura, dalle riserve auree o dalla capacità di produrre reddito, ma dalla capacità di ottenere credito, ma chissenefrega dei diritti di quei disgraziati dei lavoratori. Fanno bene I cinesi e gli indiani che li sfruttano e puntano ad un nuovo nazionalismo dove è ben chiara la differenza che c'è fra I ricchi ed I poveri e, sopprattutto, l'annullamento della classe media. Vale a dire: povero nasci e povero rimarrai. Ma povero lo si può anche diventare, su questo non c'è discriminazione. Ma che qualcuno possa migliorare le proprie condizioni senza disporre di grandi mezzi finanziari e tecnologici, pare sempre più difficile. A meno di un nuovo illuminismo che si ribelli a quest'ordine turbocapitalistico e tecnocratico. Chissà, la speranza è sempre l'ultima a morire.
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

acquario69

Citazione di: cvc il 05 Ottobre 2016, 08:43:01 AM
Quando andavo a scuola io (trent'anni fa) ricordo che India e Cina erano considerati paesi del terzo mondo. Adesso che l'India ha acquistato Jaguar e Range Rover (India che nel secolo scorso era una colonia del Regno Unito), e che la Cina non solo rileva ad una ad una le eccellenze italiane (squadre di calcio comprese) ma, addirittura, si è messa in pancia il debito pubblico USA, la domanda titolo di questo topic mi pare inevitabile.
E non è solo una questione economica, ma pure di giustizia sociale. Perché i diritti acquisiti dai lavoratori occidentali con anni di dure battaglie, sono spazzati via da una concorrenza sleale basata sullo sfruttamento del lavoro e sul mancato rispetto di norme ambientali e d'igiene. Concorrenza sleale che per forza di cose è incomparabilmente più efficiente. L'occidente non ha saputo opporsi, forse perché impegnativo in stupide guerre preventive (Vietnam, Iraq, Libia), ed ora chi ha profittato slealmente (slealmente secondo le nostre regole basate su inezie come dichiarazione dei diritti, umanesimo, cristianesimo) ci può comprare a prezzi di saldo. Del resto che nell'ideologia del libero mercato ci sia un bel po' di confusione mi pare evidente se, al suo interno, lo stato più ricco è una dittatura mascherata. Si chiama repubblica popolare, ma può esistere una repubblica con un solo partito?

io penso che non siano tanto i paesi cosiddetti emergenti a comprare l'occidente quanto il sistema finanziario stesso (le nazioni ancora esistono?) che avanza senza pieta (ma può il materialismo,immantestita,ego-individualista averne alcuna?) e come un pescecane che spalanca le sue fauci magia tutto quello che si trova davanti...ed e' ovvio secondo me che quando non sarà rimasto più niente da ingurgitare finirà per mangiare se stesso,tale la sua insaziabile bulimia,endemica del sistema stesso...che per la verita e' nato proprio in occidente

CitazioneVale a dire: povero nasci e povero rimarrai

ho visto un film di recente,che ho trovato davvero ben fatto e dal titolo eloquente;
gli ultimi saranno gli ultimi..se ancora non l'hai visto te lo consiglio

http://www.mymovies.it/film/2015/gliultimisarannoultimi/

cvc

Citazione di: acquario69 il 06 Ottobre 2016, 15:04:02 PM
Citazione di: cvc il 05 Ottobre 2016, 08:43:01 AM
Quando andavo a scuola io (trent'anni fa) ricordo che India e Cina erano considerati paesi del terzo mondo. Adesso che l'India ha acquistato Jaguar e Range Rover (India che nel secolo scorso era una colonia del Regno Unito), e che la Cina non solo rileva ad una ad una le eccellenze italiane (squadre di calcio comprese) ma, addirittura, si è messa in pancia il debito pubblico USA, la domanda titolo di questo topic mi pare inevitabile.
E non è solo una questione economica, ma pure di giustizia sociale. Perché i diritti acquisiti dai lavoratori occidentali con anni di dure battaglie, sono spazzati via da una concorrenza sleale basata sullo sfruttamento del lavoro e sul mancato rispetto di norme ambientali e d'igiene. Concorrenza sleale che per forza di cose è incomparabilmente più efficiente. L'occidente non ha saputo opporsi, forse perché impegnativo in stupide guerre preventive (Vietnam, Iraq, Libia), ed ora chi ha profittato slealmente (slealmente secondo le nostre regole basate su inezie come dichiarazione dei diritti, umanesimo, cristianesimo) ci può comprare a prezzi di saldo. Del resto che nell'ideologia del libero mercato ci sia un bel po' di confusione mi pare evidente se, al suo interno, lo stato più ricco è una dittatura mascherata. Si chiama repubblica popolare, ma può esistere una repubblica con un solo partito?

io penso che non siano tanto i paesi cosiddetti emergenti a comprare l'occidente quanto il sistema finanziario stesso (le nazioni ancora esistono?) che avanza senza pieta (ma può il materialismo,immantestita,ego-individualista averne alcuna?) e come un pescecane che spalanca le sue fauci magia tutto quello che si trova davanti...ed e' ovvio secondo me che quando non sarà rimasto più niente da ingurgitare finirà per mangiare se stesso,tale la sua insaziabile bulimia,endemica del sistema stesso...che per la verita e' nato proprio in occidente

CitazioneVale a dire: povero nasci e povero rimarrai

ho visto un film di recente,che ho trovato davvero ben fatto e dal titolo eloquente;
gli ultimi saranno gli ultimi..se ancora non l'hai visto te lo consiglio

http://www.mymovies.it/film/2015/gliultimisarannoultimi/
Certamente il mondo è sempre più condizionato dalla finanza, la quale non cerca di creare ricchezza ma stipula assicurazioni sul futuro, cerca di eliminare il rischio con operazioni di ingegneria finanziaria, basate su scommesse, talmente complicate che alla fine nessuno sembra capirci più niente.
Purtroppo lo sforzo delle persone per migliorare le proprie condizioni viene a cozzare con la mancanza di organizzazione. Ad esempio la curva di Beveridge mostra come domanda e offerta non riescano mai ad incontrarsi del tutto efficientemente. Anche in periodi di crisi ci sono posti vacanti in professioni per cui non c'è sufficiente formazione o in cui, comunque, I sistemi di allocazione del lavoro non riescono a far incontrare domanda e offerta.
Forse bisognerebbe studiare più questi fenomeni che sempre più elaborate elucubrazioni finanziarie.
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

acquario69

Citazione di: cvc il 07 Ottobre 2016, 09:25:53 AMCertamente il mondo è sempre più condizionato dalla finanza, la quale non cerca di creare ricchezza ma stipula assicurazioni sul futuro, cerca di eliminare il rischio con operazioni di ingegneria finanziaria, basate su scommesse, talmente complicate che alla fine nessuno sembra capirci più niente.
Purtroppo lo sforzo delle persone per migliorare le proprie condizioni viene a cozzare con la mancanza di organizzazione. Ad esempio la curva di Beveridge mostra come domanda e offerta non riescano mai ad incontrarsi del tutto efficientemente. Anche in periodi di crisi ci sono posti vacanti in professioni per cui non c'è sufficiente formazione o in cui, comunque, I sistemi di allocazione del lavoro non riescono a far incontrare domanda e offerta.
Forse bisognerebbe studiare più questi fenomeni che sempre più elaborate elucubrazioni finanziarie.

secondo me invece stanno saltando tutte le teorie economiche perché queste sono solo dogmi,invenzioni umane e che non rientrano e non possono sostituirsi con la natura stessa della Realta.

in pratica l'economia non e' una legge di natura.
dunque l'uomo non e' economia ma natura e non viceversa.

quando torneremo a rendercene finalmente conto ?!?!?!
molto probabilmente sarà ancora una volta la natura stessa a farlo per noi e a rimettere le cose a posto e solo allora capiremo

Freedom

Citazione di: acquario69 il 07 Ottobre 2016, 13:39:10 PM
secondo me invece stanno saltando tutte le teorie economiche perché queste sono solo dogmi,invenzioni umane e che non rientrano e non possono sostituirsi con la natura stessa della Realta.

in pratica l'economia non e' una legge di natura.
dunque l'uomo non e' economia ma natura e non viceversa.

quando torneremo a rendercene finalmente conto ?!?!?!
molto probabilmente sarà ancora una volta la natura stessa a farlo per noi e a rimettere le cose a posto e solo allora capiremo
Il tuo post centra l'argomento ma, forse, non coglie in profondità l'aspetto decisivo. L'economia non è una legge di natura, esattissimo. Non siamo di fronte ad una eruzione vulcanica, un terremoto, un'inondazione. Ma ad una struttura concepita e costruita da uomini.

Stesso discorso per lo sviluppo tecnologico: chi crede che sia neutrale cade in errore. Quest'ultimo deve necessariamente essere funzionale alle classi dominanti. Come tutto il resto! Come non comprendere che chi comanda decide tutto!

Perché dunque le cose stanno andando in un certo modo? Perché chi comanda vuole che vadano così. Mi sembra del tutto evidente.

La soluzione è dunque semplice e complicata al tempo stesso. Semplice perché basta attaccare e sconfiggere le classi dominanti per provocare un cambiamento. E questi qua sono in pochi, forse pochissimi. Complicato perché hanno capito la lezione impartitagli dalla storia e si sono fatti di nebbia. Chi sono? Non lo sappiamo. Conosciamo solo i loro maggiordomi (premier, ministri, banchieri centrali e, soprattutto, responsabili delle maggiori organizzazioni internazionali) ma non sappiamo chi li sburattina. Le classi dominanti hanno compreso la grande verità che se sono ignote diventa difficile andare a prenderli. Sono trasparenti e, quand'anche qualcuno di loro viene individuato (p.es. il clan Agnelli) fanno vita talmente separata e protetta che diventano, di fatto, intoccabili.

Mi viene in mente un'intervista a Mario Moretti (ex leader delle Brigate Rosse, per chi si ricorda chi erano) nella quale affermava che avevano fatto "un'inchiesta" per sequestrare Gianni Agnelli ma l'operazione era risultata impossibile per le misure di sicurezza inattaccabili con le quali era protetto. Riuscirono a prendere persino Moro ma con Agnelli (uno dei veri capi) non riuscirono.......
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

acquario69

Citazione di: Freedom il 08 Ottobre 2016, 21:02:59 PMIl tuo post centra l'argomento ma, forse, non coglie in profondità l'aspetto decisivo. L'economia non è una legge di natura, esattissimo. Non siamo di fronte ad una eruzione vulcanica, un terremoto, un'inondazione. Ma ad una struttura concepita e costruita da uomini.

Stesso discorso per lo sviluppo tecnologico: chi crede che sia neutrale cade in errore. Quest'ultimo deve necessariamente essere funzionale alle classi dominanti. Come tutto il resto! Come non comprendere che chi comanda decide tutto!

Perché dunque le cose stanno andando in un certo modo? Perché chi comanda vuole che vadano così. Mi sembra del tutto evidente.

La soluzione è dunque semplice e complicata al tempo stesso. Semplice perché basta attaccare e sconfiggere le classi dominanti per provocare un cambiamento. E questi qua sono in pochi, forse pochissimi. Complicato perché hanno capito la lezione impartitagli dalla storia e si sono fatti di nebbia. Chi sono? Non lo sappiamo. Conosciamo solo i loro maggiordomi (premier, ministri, banchieri centrali e, soprattutto, responsabili delle maggiori organizzazioni internazionali) ma non sappiamo chi li sburattina. Le classi dominanti hanno compreso la grande verità che se sono ignote diventa difficile andare a prenderli. Sono trasparenti e, quand'anche qualcuno di loro viene individuato (p.es. il clan Agnelli) fanno vita talmente separata e protetta che diventano, di fatto, intoccabili.

Mi viene in mente un'intervista a Mario Moretti (ex leader delle Brigate Rosse, per chi si ricorda chi erano) nella quale affermava che avevano fatto "un'inchiesta" per sequestrare Gianni Agnelli ma l'operazione era risultata impossibile per le misure di sicurezza inattaccabili con le quali era protetto. Riuscirono a prendere persino Moro ma con Agnelli (uno dei veri capi) non riuscirono.......

chissa se mario moretti non era anche lui un infiltrato messo li dalla CIA...tra l'altro secondo me le stesse BR,o terrorismo di destra o sinistra che fu' era manovrato per gli stessi scopi,come ieri e' successo con bin laden ed oggi con l'ISIS....per me stessa procedura,cambiano gli scenari,cambiano gli attori ma la regia e' sempre la stessa.

ma per rientrare nell'argomento e sul dominio degli invisibili (che forse tanto invisibili cominciano a non esserlo più) io credo che il vero modo per stanarli non sta nel cercarli fuori di noi tanto quanto dentro di noi...detto così può sembrare un po strano il concetto,il punto e' che ci dovremmo noi per primi decondizionare,e' quindi innanzitutto una questione di mentalità,e del nostro stesso immaginario e della nostra stessa visione del mondo e non solo del mondo.
perché infatti e' diventato tutto così invisibile ma anche evanescente?! proprio e innanzitutto  perché i primi a non "vedere" siamo noi e questo e' chiaro (almeno per me) che fa appunto parte essenziale di tale condizionamento che ci ha appunto portati a questo.
i primi ad essere invisibili siamo proprio noi..arrivi a capire cosa sto cercando di dire e dove sarebbe la vera assurdità?!

se per ipotesi un numero sempre maggiore rifiutasse veramente questo sistema allora credo che le cose cambierebbero per davvero.
ma il nostro vero nemico sta proprio nella nostra testa che e' stata riempita (e non a caso) di spazzatura per troppo tempo,per cui i valori si sono rovesciati e andrebbero solo recuperati ma il punto (secondo me drammatico) e' che non vengono più compresi ed anzi sovvertiti per l'appunto..allora ecco che si da ancora credito a delle ideologie ma che queste rientrano tutte e senza eccezioni allo stesso paradigma e di nuovo si ritorna punto e capo.
non si tratta quindi di eliminare le ingiustizie (tanto per fare un esempio) o di darsi da fare per questo,che sarebbe del tutto insufficiente ma anche controproducente ma di una forma mentis che sta proprio agli antipodi di quella attuale,dominata appunto dal materialismo,dall'individualismo e così via passando per l'utilitarismo,l'economicismo,il produttivismo,il consumismo,del mito del lavoro, e altre inevitabili conseguenze di questa che e' la nostra attuale visione ristretta,da autentici miopi e che e' penetrata talmente in noi come se fosse diventata ormai la nostra stessa pseudo-natura (che e' ovviamente e completamente falso) e finche continueremo ad avere questa mentalità non faremo altro che essere l'alimento stesso di cui si nutre il mostro (invisibile) che ci sta a sua volta divorando..


tempo fa ho letto un proverbio che dice:
"quando si ha in testa un martello,tutti i problemi hanno forma di chiodo"