I bambi...ni si divertono

Aperto da Pensarbene, 10 Aprile 2023, 06:42:48 AM

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Pensarbene

Non pensate che,forse,le ombre siano davvero tali ma in veste umana?

InVerno

L'ultima volta che ho controllato l'80% degli abitati di Taiwan, divisi tra neutralisti ed indipendentisti, non voleva niente a che fare con la Cina, dico l'ultima volta perchè è una percentuale in costante crescita da quando il "serio" Whinnie è al governo. Solo il 20% era in favore di una ricongiunzione con la Cina continentale, una situazione molto simile a quella ucraina. E' "politica seria" invadere un posto dove non sei benvenuto, che tu chiami "casa" ma entri solo coi jet, e costruire finzioni politiche per alterare la realtà? Oppure è pianificazione di un genocidio? Perchè anche se conquisti l'isola di quell'80% qualcosa dovrai fartene, anche ammesso che la metà cambi idea. Forse è finita la "politica seria" con gli uiguiri e si sono liberati posti nei gulag, forse stanno diminuendo gli organi negli ospedali una volta finiti i mussulmani potrebbe essere la volta dei taiwnanesi. Devo ammettere, Whinnie ha sottovalutato l'importanza delle quinte colonne occidentali, non ha fornito nemmeno uno spunto per chi volesse supportarlo dall'Italia con gelato, niente nazisti, niente basi batteriologiche, niente devo difendermi, è un tipo molto più serio di Putin, ha messo chiaro che è un operazione squisitamente imperialistica dove dimostrerà di avercelo più duro degli americani, su questo è serio davvero e ai poveri sinofili di qua rimarrà in bocca "e allora la NATO?". Manca solo il "trademark" di tutti i politici seri, il mausoleo e la mummificazione, dove l'ha nascosto Whinnie? Lo presenterà alla fine, sostenendo che è stato voluto a furor di popolo? Il problema della "politica seria" è che a suon di censurare a casaccio tutte le opinioni che non sono la tua, rischi di censurare proprio quell'opinione che avresti dovuto ascoltare e ti avrebbe salvato la pelle. E' il caso della favola di disney che anzichè censurare era meglio avesse letto. La storia infatti inizia con i famosi protagonisti della favola, Pooh e Pimpi, casualmente somiglianti a due leader casuali, seguire le tracce di una donnola nella neve, le impronte li portano a girare lungo il bosco e si consolano l'un l'altro di averla quasi presa, manca poco si dicono i due, l'abbiamo quasi raggiunta.. non rendendosi conto che in realtà stanno girando intorno ad un albero, seguendo le loro stesse impronte e non quelle della donnola,mentre rinforzano a vicenda una finzione che li sta portando da nessuna parte. La storia è diventata nella cultura popolare sinonimo di quello che succede nelle strutture autoreferenziali e a cosa possono portare i ragionamenti circolari.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Pio

#17
La storia si fa così. Non credo che Garibaldi si preoccupava di quanti sudditi del Regno delle Due Sicilie desideravano l'unità d' Italia. Importava ai politici e intellettuali piemontesi e tanto gli bastava. Nel caso anche i taiwanesi col tempo se ne faranno una ragione e li vedremo, come cinesi, cantare l'inno della Cina , tenendosi la mano sul cuore. È sempre stato così. Sarei stato un cittadino della Repubblica veneta, ma ora invece sono cittadino italiano e vengo deriso se dico di volere l'indipendenza  dall' "Italia", giustamente. Gli stati sono stati costruiti, ingranditi o ridotti, dalle guerre. Quasi sempre senza chiedere cosa ne pensava la gente. Concordo che nel 2023 magari si dovrebbe cercare di superare queste tensioni tribali, che ci accompagnano dagli albori, ma è ingenuo crederlo, purtroppo.
Non ci abitueremo mai ai metodi ruvidi di Dio, Joseph (cit. da Hostiles film)

anthonyi

A me sembra che qui si venda la pelle dell'orso prima di averlo catturato. Ma dove sta scritto che la Cina, qualora volesse realmente cercare di invadere Taiwan, ci riesca effettivamente? 
I cinesi si dicono pronti a combattere una guerra marittima contro i più forti del mondo, i quali fanno proprio della marina il loro punto di eccellenza. Inoltre la guerra si combattere be in posizione strategica molto sfavorevole per la Cina che deve attaccare da mare chi si difende da terra. La Cina non ha molte speranze di vincere, e io spero che di questo Winnie the pooh se ne renda conto prima di sfracellarsi. 

Pio

Difendersi su un'isola è un vantaggio da un certo punto di vista, ma anche uno svantaggio. Mi piacerebbe sapere quante armi arrivano via mare all' ucraina, per esempio. Sarebbe un bel problema rifornire solo via aerea l' isola. I tedeschi non riuscirono a rifornire la sacca di Stalingrado, nonostante le basi aeree in Romania e Ucraina. Dovrebbero usate le basi giapponesi ma gli aerei da trasporto non sono caccia e farebbero una brutta fine contro l'aviazione e i missili cinesi. L'invasione stileNormandia non la vedo facile, ma lo strangolamento lento potrebbero tentare di attuarlo. Taiwan vive di esportazione.




Non ci abitueremo mai ai metodi ruvidi di Dio, Joseph (cit. da Hostiles film)

InVerno

Penso che nemmeno i più ferventi neoborbonici riuscirebbero a trarre un parallelo del genere, ma in ogni caso, Garibaldi aveva un fortissimo supporto da quello che era l'impero dominante del tempo, e sono abbastanza certo che se anzichè supporto avesse trovato la più strenua opposizione, compresa di tredici portaerei nucleari in grado di disporsi intorno alla Sicilia, avrebbe organizzato più probabilmente "la mangiata dei mille", sulle sponde di Quarto, a base di fritto misto e bagnata a vermentino, idealista si, coglione no. A tal proposito, la mia posizione chiaramente a difesa di Taiwan è fortemente idealistica, non vedo positivamente l'espandersi delle istituzioni cinesi neanche di un centimetro, figurarsi a scapito di una democrazia praticamente matura come Taiwan per dimostrare che un modello di stato dell'età del bronzo è maggiormente funzionale a suon di missili. Tuttavia, da una prospettiva puramente realista, e dimenticando per un attimo che questo costerebbe migliaia se non milioni di vite, la prospettiva dei due imperi che si scornano fino a dissanguarsi nel pacifico, è il cosidetto "best case scenario" per chi come me, vede gli imperi di qualsiasi colore meglio sottoterra che sopra, quindi, salvo che non vogliano tirare fuori in mezzo "me" e "noi", facciano pure, e grazie mille.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

anthonyi

Citazione di: Pio il 11 Aprile 2023, 10:47:11 AMDifendersi su un'isola è un vantaggio da un certo punto di vista, ma anche uno svantaggio. Mi piacerebbe sapere quante armi arrivano via mare all' ucraina, per esempio. Sarebbe un bel problema rifornire solo via aerea l' isola. I tedeschi non riuscirono a rifornire la sacca di Stalingrado, nonostante le basi aeree in Romania e Ucraina. Dovrebbero usate le basi giapponesi ma gli aerei da trasporto non sono caccia e farebbero una brutta fine contro l'aviazione e i missili cinesi. L'invasione stileNormandia non la vedo facile, ma lo strangolamento lento potrebbero tentare di attuarlo. Taiwan vive di esportazione.





Il blocco navale é certo possibile, ma Taiwan in quel caso ha gli USA alle sue spalle, insieme con qualche altra potenza Marittima del pacifico. Poi quando si fanno queste cose bisogna valutare le reazioni, e se il blocco lo subisse la Cina come ritorsione? Le merci cinesi girano per il mondo con il beneplacit degli USA, non é scontato sia sempre così in tempo di guerra. 

InVerno

Qualche tempo fa era uscito questo bellissimo long read su foreing affairs, che offre uno spaccato molto interessante su come funzioni la "politica seria", mi sono preso la briga di togliere il paywall e tradurlo in italiano, per chi avesse tempo e voglia.

CAI XIA

Non molto tempo fa, il presidente cinese Xi Jinping stava cavalcando l'onda. Aveva consolidato il potere all'interno del Partito Comunista Cinese. Si era elevato allo stesso status ufficiale del leader iconico del PCC, Mao Zedong, e aveva eliminato i limiti del mandato presidenziale, liberandolo di guidare la Cina per il resto della sua vita. A casa si vantava di aver fatto passi da gigante nella riduzione della povertà; all'estero, ha affermato di elevare il prestigio internazionale del suo paese a nuovi livelli. Per molti cinesi, le tattiche da uomo forte di Xi erano il prezzo accettabile della rinascita nazionale. All'esterno, Xi proietta ancora fiducia. In un discorso del gennaio 2021, ha dichiarato la Cina "invincibile". Ma dietro le quinte, il suo potere viene messo in discussione come mai prima d'ora. Scartando la lunga tradizione cinese di dominio collettivo e creando un culto della personalità che ricorda quello che circondava Mao, Xi ha irritato gli addetti ai lavori del partito. Una serie di passi falsi politici, nel frattempo, ha deluso anche i sostenitori. L'inversione delle riforme economiche da parte di Xi e la sua inetta risposta alla pandemia di COVID-19 hanno infranto la sua immagine di eroe della gente comune. Nell'ombra, il risentimento tra le élite del PCC sta crescendo.

Ho avuto a lungo un posto in prima fila negli intrighi di corte del PCC. Per 15 anni sono stato professore alla Central Party School, dove ho aiutato a formare migliaia di quadri di alto rango del PCC che fanno parte della burocrazia cinese. Durante il mio incarico presso la scuola, ho consigliato la massima leadership del PCC sulla costruzione del partito, e ho continuato a farlo dopo essere andato in pensione nel 2012. Nel 2020, dopo aver criticato Xi, sono stato espulso dal partito, privato dei miei benefici pensionistici, e ha avvertito che la mia sicurezza era in pericolo. Ora vivo in esilio negli Stati Uniti, ma rimango in contatto con molti dei miei contatti in Cina. Al 20° Congresso Nazionale del Partito del PCC questo autunno, Xi si aspetta che gli venga concesso un terzo mandato quinquennale. E anche se la crescente irritazione di alcune élite di partito significa che la sua offerta non sarà del tutto incontrastata, probabilmente avrà successo. Ma quel successo porterà più turbolenze lungo la strada. Incoraggiato dal mandato aggiuntivo senza precedenti, Xi probabilmente rafforzerà ulteriormente la sua presa a livello nazionale e aumenterà le sue ambizioni a livello internazionale. Man mano che il governo di Xi diventa più estremo, le lotte intestine e il risentimento che ha già scatenato non faranno che aumentare. La competizione tra le varie fazioni all'interno del gruppo diventerà più intensa, complicata e brutale che mai. A quel punto, la Cina potrebbe sperimentare un circolo vizioso in cui Xi reagisce al percepito senso di minaccia intraprendendo azioni sempre più audaci che generano ancora più respingimenti. Intrappolato in una camera dell'eco e alla disperata ricerca di redenzione, potrebbe persino fare qualcosa di catastroficamente sconsiderato, come attaccare Taiwan. Xi potrebbe benissimo rovinare qualcosa che la Cina si è guadagnata nel corso di quattro decenni: una reputazione di leadership stabile e competente. In effetti, lo ha già fatto.

THE CHINESE MAFIA

Per molti aspetti, il PCC è cambiato poco da quando il partito ha preso il potere nel 1949. Ora, come allora, il partito esercita il controllo assoluto sulla Cina, governando le sue forze armate, la sua amministrazione e la sua legislatura. La gerarchia del partito, a sua volta, risponde al Comitato permanente del Politburo, il massimo organo decisionale in Cina. Composto da cinque a nove membri del più ampio Politburo, il Comitato permanente è guidato dal segretario generale del partito, il leader supremo della Cina. Dal 2012, quello è stato Xi. I dettagli di come opera il Comitato permanente sono un segreto gelosamente custodito, ma è risaputo che molte decisioni vengono prese attraverso la circolazione di documenti che trattano importanti questioni politiche, a margine dei quali i membri del comitato aggiungono commenti. I documenti sono scritti dai vertici dei ministeri e di altri organi di partito, nonché da esperti delle migliori università e gruppi di riflessione, e far circolare il proprio promemoria tra i membri del Comitato permanente è considerato un merito per l'istituzione di origine dello scrittore. Quando ero professore, la Central Party School fissava una quota per la produzione di tali promemoria di circa uno al mese. Gli autori i cui promemoria sono stati letti dal Comitato permanente sono stati premiati con l'equivalente di circa $ 1.500, più dello stipendio mensile di un professore. Un'altra caratteristica del sistema dei partiti è rimasta costante: l'importanza dei legami personali. Quando si tratta della propria ascesa all'interno della gerarchia del partito, le relazioni individuali, inclusa la propria reputazione familiare e il pedigree comunista, contano tanto quanto la competenza e l'ideologia. Questo è stato certamente il caso della carriera di Xi. Contrariamente alla propaganda cinese e alla valutazione di molti analisti occidentali secondo cui è cresciuto grazie al suo talento, è vero il contrario. Xi ha beneficiato immensamente delle connessioni di suo padre, Xi Zhongxun, un leader del PCC con impeccabili credenziali rivoluzionarie che ha servito per breve tempo come ministro della propaganda sotto Mao. Quando Xi Jinping era un capo del partito della contea nella provincia settentrionale di Hebei nei primi anni '80, sua madre scrisse una nota al capo del partito della provincia chiedendogli di interessarsi al progresso di Xi. Ma quel funzionario, Gao Yang, finì per divulgare il contenuto della nota durante una riunione del Comitato permanente della provincia. La rivelazione è stata motivo di grande imbarazzo per la famiglia poiché ha violato la nuova campagna del PCC contro la ricerca di favori. (Xi non dimenticherà mai l'incidente: nel 2009, quando Gao morì, rifiutò espressamente di partecipare al suo funerale, una violazione delle consuetudini dato che entrambi erano stati presidente della Central Party School.) Uno scandalo del genere avrebbe rovinato la crescita media carriera dei quadri, ma i contatti di Xi vennero in soccorso: il padre del capo del partito di Fujian era stato uno stretto confidente del padre di Xi, e le famiglie organizzarono una rara riassegnazione a quella provincia.Xi continuerebbe a fallire verso l'alto. Nel 1988, dopo uno scarso risultato alle elezioni del congresso del popolo municipale, invece di essere retrocesso dalla carica di vicesindaco, divenne capo del partito della prefettura. Una volta lì, tuttavia, Xi ha languito a causa della sua prestazione mediocre. Nel PCC, il passaggio dal livello di prefettura a quello provinciale è un grosso ostacolo e per anni non è riuscito a superarlo. Ma ancora una volta sono intervenuti i legami familiari. Nel 1992, dopo che la madre di Xi scrisse un appello al nuovo leader del partito nel Fujian, Jia Qinglin, Xi fu trasferito nella capitale provinciale. A quel punto la sua carriera è decollata.
Come tutti i quadri di livello inferiore sanno, per scalare la scala del PCC bisogna trovare un capo di livello superiore. Nel caso di Xi, questo si è rivelato abbastanza facile, dal momento che molti leader del partito tenevano in grande considerazione suo padre. Il suo primo e più importante mentore fu Geng Biao, un alto funzionario diplomatico e militare che un tempo aveva lavorato per il padre di Xi. Nel 1979 assunse il giovane Xi come segretario. La necessità di tali mecenati all'inizio ha effetti a catena decenni dopo. Funzionari di alto livello hanno ciascuno i propri "lignaggi", come gli addetti ai lavori chiamano questi gruppi di protetti, che equivalgono a fazioni de facto all'interno del PCC. In effetti, le controversie che sono inquadrate come dibattiti ideologici e politici all'interno del PCC sono spesso qualcosa di molto meno sofisticato: lotte di potere tra vari lignaggi. Un tale sistema può anche portare a reti intricate di lealtà personale. Se il proprio mentore cade in disgrazia, l'effetto è l'equivalente professionale dell'essere orfani. Gli estranei possono trovare utile pensare al PCC più come un'organizzazione mafiosa che come un partito politico. Il capo del partito è il don, e sotto di lui siedono i subcapi, o il Comitato Permanente. Questi uomini tradizionalmente si dividono il potere, ciascuno responsabile di determinate aree: politica estera, economia, personale, anticorruzione e così via. Dovrebbero anche servire come consiglieri del grande capo, consigliandolo sulle loro aree di responsabilità. Al di fuori del Comitato permanente ci sono gli altri 18 membri del Politburo, che sono i prossimi nella linea di successione per il Comitato permanente. Possono essere considerati i capi della mafia, che eseguono gli ordini di Xi per eliminare le minacce percepite nella speranza di rimanere nelle grazie del don. Come vantaggio della loro posizione, possono arricchirsi come meglio credono, sequestrando proprietà e attività commerciali senza penalità. E come la mafia, il partito usa strumenti contundenti per ottenere ciò che vuole: corruzione, estorsione, persino violenza.

SHARING IS CARING

Sebbene il potere delle connessioni personali e la flessibilità delle regole formali siano rimasti costanti sin dalla fondazione della Cina comunista, una cosa è cambiata nel tempo: il grado in cui il potere è concentrato in un solo uomo. Dalla metà degli anni '60 in poi, Mao aveva il controllo assoluto e l'ultima parola su tutte le questioni, anche se esercitava il suo potere in modo episodico ed era ufficialmente solo il primo tra pari. Ma quando Deng Xiaoping divenne il leader de facto della Cina nel 1978, intaccò la dittatura individuale di Mao. Deng ha limitato la presidenza cinese a due mandati quinquennali e ha stabilito una forma di leadership collettiva, consentendo ad altri funzionari - prima Hu Yaobang e poi Zhao Ziyang - di servire come capo del partito, anche se è rimasto il potere dietro il trono. Nel 1987, il PCC ha deciso di riformare il processo di selezione dei membri del Comitato Centrale, il supervisore nominale del partito e l'organo da cui vengono scelti i membri del Politburo. Per la prima volta, il partito ha proposto più candidati che seggi: elezioni difficilmente democratiche, ma un passo nella giusta direzione. Anche l'endorsement di Deng non poteva garantire il successo: per esempio, Deng Liqun, un ideologo maoista che Deng Xiaoping aveva promesso di promuovere al Politburo, non riuscì a ottenere voti sufficienti e fu costretto a ritirarsi dalla vita politica. (Vale la pena notare che quando il Comitato Centrale tenne un'elezione nel 1997, Xi riuscì a malapena a passare. Aveva il minor numero di voti tra tutti quelli selezionati per aderire, riflettendo un disgusto generale all'interno del partito per i "principi", discendenti dei massimi leader del PCC che è cresciuto grazie al nepotismo piuttosto che al merito.) Cercando di evitare il ripetersi della disastrosa Rivoluzione Culturale, quando la propaganda maoista raggiunse il suo apogeo, Deng cercò anche di impedire a qualsiasi leader di formare un culto della personalità. Già nel 1978, uno studente della Central Party School che era un caro amico di famiglia notò durante una gita scolastica in un allevamento di maiali nella periferia di Pechino che gli oggetti che Hua Guofeng aveva usato durante una visita di ispezione: una borsa dell'acqua calda, una tazza da tè - erano esposti in una teca di vetro, come se fosse un santuario religioso. Il mio amico ha scritto a Hua criticando l'adorazione personale e Hua ha fatto rimuovere il display. Nel 1982, i leader cinesi arrivarono al punto di scrivere nella costituzione del partito un divieto dei culti della personalità, che consideravano particolarmente pericolosi. Deng era disposto a spingersi solo fino a un certo punto nella condivisione del potere, e costrinse Hu e Zhao successivamente quando entrambi si dimostrarono troppo politicamente liberali. Ma il successore di Deng, Jiang Zemin, ha approfondito le riforme politiche. Jiang ha istituzionalizzato il suo gruppo di consiglieri per operare più come un ufficio esecutivo. Ha chiesto consiglio a tutti i membri del Comitato permanente, che ora prendeva decisioni a maggioranza dei voti, e ha diffuso ampiamente le bozze dei discorsi. Jiang ha anche reso le elezioni del Comitato Centrale leggermente più competitive aumentando il rapporto tra candidati e seggi. Anche i principini, compreso uno dei figli di Deng, persero le elezioni. Quando Hu Jintao è subentrato a Jiang nel 2002, la Cina si è mossa ancora di più verso una leadership collettiva. Hu ha governato con il consenso dei nove membri del Comitato permanente, una cricca nota come "i nove draghi che controllano l'acqua". C'erano degli svantaggi in questo approccio egualitario. Un singolo membro del Comitato permanente potrebbe porre il veto a qualsiasi decisione, alimentando la percezione di Hu come un leader debole incapace di superare lo stallo. Per quasi un decennio, le riforme economiche iniziate sotto Deng si sono bloccate. Ma c'erano anche dei lati positivi, poiché la necessità di consenso impediva decisioni imprudenti. Quando la SARS è esplosa in Cina durante il suo primo anno in carica, ad esempio, Hu ha agito con prudenza, licenziando il ministro della Sanità cinese per aver coperto l'entità dell'epidemia e incoraggiando i quadri a riferire le infezioni in modo veritiero. Hu ha anche cercato di espandere l'uso dei limiti di termine. Sebbene abbia incontrato resistenza quando ha cercato di istituire limiti di mandato per i membri del Politburo e del suo Comitato permanente, è riuscito a introdurli a livello provinciale e ministeriale e al di sotto di esso. Con maggior successo, Hu stabilì un processo senza precedenti in base al quale la composizione del Politburo veniva scelta per la prima volta da un voto dei membri più anziani del partito. Ironia della sorte, è stato attraverso questo sistema quasi democratico che Xi è salito ai vertici del potere. Nel 2007, in una riunione allargata del Comitato centrale, i circa 400 leader più importanti del PCC si sono riuniti a Pechino per votare raccomandando quali funzionari a livello ministeriale da un elenco di 200 dovrebbero entrare a far parte del Politburo di 25 membri. Xi ha ricevuto di più. Il fattore decisivo, sospetto, non è stato il suo record come capo del partito di Zhejiang o Shanghai, ma il rispetto che gli elettori nutrivano per suo padre, insieme all'approvazione di (e alle pressioni di) alcuni anziani chiave del partito. In un'analoga elezione consultiva cinque anni dopo, Xi ha ottenuto il maggior numero di voti e, con il consenso dei leader uscenti, è salito al vertice della piramide. Si mise rapidamente al lavoro annullando decenni di progressi sulla leadership collettiva.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

InVerno

PARTY OF ONE?

Quando Xi ha preso le redini, molti in Occidente lo hanno salutato come un Mikhail Gorbaciov cinese. Alcuni immaginavano che, come l'ultimo leader dell'Unione Sovietica, Xi avrebbe abbracciato riforme radicali, allentando la presa dello Stato sull'economia e democratizzando il sistema politico. Quella, ovviamente, si è rivelata una fantasia. Invece, Xi, devoto studente di Mao e altrettanto desideroso di lasciare il segno nella storia, ha lavorato per stabilire il suo potere assoluto. E poiché le precedenti riforme non sono riuscite a porre veri controlli ed equilibri sul leader del partito, ci è riuscito. Ora, come sotto Mao, la Cina è uno spettacolo personale. Una parte del complotto di Xi per consolidare il potere era risolvere quella che definiva una crisi ideologica. Internet, ha detto, era una minaccia esistenziale per il PCC, avendo fatto perdere al partito il controllo delle menti delle persone. Quindi Xi ha represso blogger e attivisti online, censurato il dissenso e rafforzato il "grande firewall" cinese per limitare l'accesso ai siti web stranieri. L'effetto è stato quello di strangolare una nascente società civile ed eliminare l'opinione pubblica come controllo su Xi. Un altro passo che ha compiuto è stato lanciare una campagna anticorruzione, inquadrandola come una missione per salvare il partito dall'autodistruzione. Poiché la corruzione era endemica in Cina, con quasi tutti i funzionari un potenziale bersaglio, Xi è stato in grado di utilizzare la campagna come epurazione politica. I dati ufficiali mostrano che da dicembre 2012 a giugno 2021, il PCC ha indagato su 393 quadri dirigenti al di sopra del livello provinciale e ministeriale, funzionari che spesso vengono preparati per posizioni di vertice, nonché 631.000 quadri a livello di sezione, fanti che attuano le politiche del PCC a livello di base. L'epurazione ha intrappolato alcuni dei più potenti funzionari che Xi considerava minacciosi, tra cui Zhou Yongkang, ex membro del Comitato permanente e capo dell'apparato di sicurezza cinese, e Sun Zhengcai, un membro del Politburo che molti vedevano come un rivale e potenziale successore di Xi .Significativamente, coloro che hanno aiutato Xi a salire sono rimasti intatti. Jia Qinglin, capo del partito del Fujian negli anni '90 e infine membro del Comitato permanente, è stato determinante nell'aiutare Xi a scalare i ranghi del potere. Anche se c'è motivo di credere che lui e la sua famiglia siano eccessivamente corrotti - i Panama Papers, il tesoro di documenti trapelati da uno studio legale, hanno rivelato che sua nipote e suo genero possiedono diverse società offshore segrete - non sono stati catturati nella campagna anticorruzione di Xi. Le tattiche di Xi non sono sottili. Come ho appreso da un membro del partito di cui non posso fare il nome per paura di metterlo nei guai, intorno al 2014 gli uomini di Xi si sono rivolti a un funzionario di alto rango che aveva apertamente criticato Xi e lo ha minacciato di un'indagine per corruzione se non si fosse fermato. (Ha zitto.) Nel perseguire i loro obiettivi, i subordinati di Xi spesso fanno pressioni sui familiari e sugli assistenti dei funzionari. Wang Min, il capo del partito della provincia di Liaoning, che conoscevo bene dai tempi in cui ero studente alla Central Party School, è stato arrestato nel 2016 sulla base delle dichiarazioni del suo autista, il quale ha affermato che mentre era in macchina, Wang si era lamentato con un compagno di viaggio sull'essere ignorato per la promozione. Wang è stato condannato all'ergastolo, con una delle accuse di resistenza alla leadership di Xi.
Dopo aver espulso i suoi rivali dalle posizioni chiave, Xi ha installato la sua gente. Il lignaggio di Xi all'interno del partito è noto come "Nuovo esercito di Zhijiang". Il gruppo è composto dai suoi ex subordinati durante il suo periodo come governatore delle province di Fujian e Zhejiang e persino compagni di classe universitari e vecchi amici che tornano alle scuole medie. Da quando ha assunto il potere, Xi ha rapidamente promosso i suoi accoliti, spesso oltre il loro livello di competenza. Il suo compagno di stanza dai tempi dell'Università Tsinghua, Chen Xi, è stato nominato capo del Dipartimento dell'Organizzazione del PCC, una posizione che viene con un posto nel Politburo e il potere di decidere chi può salire nella gerarchia. Eppure Chen non ha qualifiche rilevanti: i suoi cinque immediati predecessori avevano esperienza con gli affari di partito locali, mentre ha trascorso quasi tutta la sua carriera alla Tsinghua University.Xi ha annullato un'altra importante riforma: "la separazione tra partito e stato", uno sforzo per ridurre il grado in cui i quadri di partito guidati dall'ideologia interferivano con le decisioni tecniche e manageriali nelle agenzie governative. Nel tentativo di professionalizzare la burocrazia, Deng ei suoi successori tentarono, con vari gradi di successo, di isolare l'amministrazione dall'interferenza del PCC. Xi ha fatto marcia indietro, introducendo una quarantina di commissioni di partito ad hoc che finiscono per dirigere le agenzie governative. A differenza dei suoi predecessori, ad esempio, ha una sua squadra per gestire le questioni relative al Mar Cinese Meridionale, scavalcando il ministero degli Esteri e l'Amministrazione statale oceanica.
L'effetto di queste commissioni è stato quello di sottrarre un potere significativo al capo del governo cinese, il premier Li Keqiang, e trasformare quella che una volta era una posizione di co-capitano in una spalla. Il cambiamento può essere visto nel modo in cui Li si comporta nelle apparizioni pubbliche. Mentre i due immediati predecessori di Li, Zhu Rongji e Wen Jiabao, erano rispettivamente fianco a fianco con Jiang e Hu, Li sa di dover mantenere le distanze da Xi, come per enfatizzare il differenziale di potere. Inoltre, in passato le comunicazioni ufficiali e i media statali facevano riferimento al "sistema Jiang-Zhu" e al "sistema Hu-Wen", ma quasi nessuno oggi parla di un "sistema Xi-Li". C'è stato a lungo un tira e molla tra il partito e il governo in Cina, quello che gli addetti ai lavori chiamano la lotta tra il "Cortile Sud" e il "Cortile Nord" di Zhongnanhai, il complesso imperiale che ospita le sedi di entrambe le istituzioni. Ma insistendo affinché tutti lo considerino la massima autorità, Xi ha esacerbato le tensioni. Xi ha anche cambiato la dinamica all'interno del Comitato permanente. Per la prima volta nella storia del PCC, tutti i membri del Politburo, anche quelli del Comitato permanente, devono riferire direttamente al capo del partito presentando rapporti periodici a Xi, che rivede personalmente le loro prestazioni. È finito il cameratismo e la quasi uguaglianza tra i membri del Comitato permanente che una volta prevaleva. Come mi ha detto un ex funzionario di Pechino, uno dei sette membri del comitato - Wang Qishan, vicepresidente cinese e alleato di lunga data di Xi - ha brontolato con gli amici che la dinamica tra Xi e i membri minori è quella di un imperatore e dei suoi ministri . Il cambiamento più sfacciato che Xi ha introdotto è quello di rimuovere il limite del mandato presidenziale cinese. Come ogni leader supremo da Jiang in poi, Xi ricopre contemporaneamente tre posizioni: presidente della Cina, leader del partito e capo dell'esercito. Sebbene il limite di due mandati quinquennali si applicasse solo al primo di questi tre incarichi, a cominciare da Hu, era inteso che dovesse applicarsi anche agli altri due per consentire alla stessa persona di ricoprire tutti e tre gli incarichi. Ma nel 2018, per volere di Xi, il legislatore cinese ha modificato la costituzione per eliminare il limite del mandato presidenziale. La giustificazione era ridicola. L'obiettivo dichiarato era quello di rendere la presidenza coerente con le posizioni di partito e militari, anche se l'ovvia riforma sarebbe stata l'opposto: aggiungere limiti di mandato a quelle posizioni.
Poi c'è il culto della personalità. Anche se il divieto di tali culti rimane nella costituzione del partito, Xi ei suoi vice hanno chiesto un grado di lealtà e ammirazione per il leader che non si vedeva dai tempi di Mao. Sin dal 2016, quando Xi è stato dichiarato "leader centrale" del partito (un termine mai dato al suo predecessore, Hu), Xi si è posizionato di fronte ai membri del Comitato permanente nei ritratti ufficiali. I suoi ritratti sono appesi ovunque, in stile Mao, negli uffici governativi, nelle scuole, nei luoghi religiosi e nelle case. Secondo Radio France Internationale, i subordinati di Xi hanno proposto di rinominare la Tsinghua University, la sua alma mater e la migliore scuola cinese, Xi Jinping University. Hanno persino sostenuto di appendere la sua foto accanto a quella di Mao in piazza Tiananmen. Sebbene nessuna delle due idee sia andata da nessuna parte, Xi è riuscito a far sancire il pensiero di Xi Jinping nella costituzione del partito nel 2017 – unendosi a Mao come unico altro leader la cui ideologia è stata aggiunta al documento mentre era in carica – e nella costituzione dello stato l'anno successivo. In un lungo articolo pubblicato su Xinhua, l'organo mediatico statale, nel 2017 un propagandista ha incoronato Xi con sette nuovi titoli in stile nordcoreano che avrebbero fatto arrossire i suoi predecessori post-Mao: "leader rivoluzionario", "lavoratore diligente per il popolo felicità", "capo architetto della modernizzazione nella nuova era" e così via. All'interno del partito, il lignaggio di Xi sta portando avanti una feroce campagna insistendo affinché gli sia permesso di rimanere al potere per portare a termine ciò che ha iniziato: vale a dire, "il grande ringiovanimento della nazione cinese". Man mano che i loro sforzi si intensificano, il loro messaggio viene semplificato. Ad aprile, i funzionari del partito nel Guangxi hanno proposto un nuovo slogan: "Sostieni sempre il leader, difendi il leader e segui il leader". Facendo eco al "librettino rosso" di Mao, hanno anche pubblicato una raccolta tascabile di citazioni di Xi e hanno invitato i cittadini a memorizzarne il contenuto. Xi sembra posizionarsi non solo come un grande leader del partito, ma come un moderno imperatore.

EMPEROR WITH NO CLOTHES

Più un sistema politico è incentrato su un singolo leader, più contano i difetti e le peculiarità di quel leader. E nel caso di Xi, il leader è dalla pelle sottile, testardo e dittatoriale. Queste qualità erano evidenti anche prima che entrasse in carica. Nel 2008 Xi è diventato presidente della Central Party School, dove insegnavo. In una riunione di facoltà l'anno successivo, il funzionario numero due della scuola comunicò la minaccia di Xi agli insegnanti che "non avrebbe mai permesso loro di mangiare dalla scodella di riso del partito mentre tentavano di rompere la pentola del partito", il che significava prendere la paga del governo mentre con discrezione criticando il sistema. Arrabbiato per l'assurda idea di Xi che fosse il partito, non i contribuenti cinesi, a finanziare lo stato, ho risposto dal mio posto. "Da quale ciotola di riso mangia il Partito Comunista?" chiesi ad alta voce. "Il Partito Comunista mangia dalla ciotola di riso della gente, ma rompe la pentola ogni giorno". Nessuno mi ha denunciato; i miei colleghi professori erano d'accordo con me. Una volta in carica, Xi si è dimostrato riluttante a tollerare le critiche. Xi utilizza le riunioni del Comitato permanente e del Politburo non come un'opportunità per elaborare politiche ma come un'opportunità per tenere monologhi di ore. Secondo i dati ufficiali, tra novembre 2012 e febbraio 2022, ha convocato 80 "sessioni collettive di studio", in cui ha parlato a lungo su un determinato argomento davanti al Politburo. Rifiuta qualsiasi suggerimento dei subordinati che pensa lo farà sembrare cattivo. Secondo un vecchio amico di Wang Qishan, che come membro del Comitato permanente durante il primo mandato di Xi faceva parte della cerchia ristretta, Wang una volta propose che il "regolamento in otto punti" di Xi, un elenco di requisiti per i membri del partito, fosse reso ufficiale regola del partito. Ma anche questo suggerimento piuttosto servile è stato considerato un affronto da Xi perché non l'aveva inventato lui stesso, e ha rimproverato Wang sul posto.
Xi è anche un micromanager. Agisce come "presidente di tutto", come hanno notato molti analisti. Nel 2014, ad esempio, ha emanato istruzioni sulla protezione ambientale 17 volte: un notevole grado di ingerenza, dato tutto ciò che ha nel piatto. Deng, Jiang e Hu hanno riconosciuto che amministrare un paese vasto come la Cina richiede di tenere conto delle complessità locali. Hanno sottolineato che i quadri a tutti i livelli dovrebbero prendere istruzioni dal Comitato Centrale del PCC, ma adattarle a situazioni specifiche secondo necessità. Tale flessibilità era cruciale per lo sviluppo economico, poiché dava ai funzionari locali spazio per innovare. Ma Xi insiste affinché le sue istruzioni vengano seguite alla lettera. Conosco un capo partito di contea che nel 2014 ha cercato di creare un'eccezione alle nuove regole del governo centrale sui banchetti perché la sua contea aveva bisogno di ospitare delegazioni di investitori stranieri. Quando Xi ha saputo del tentativo di innovazione, si è infuriato, accusando il funzionario di "parlare male della politica del Comitato centrale del PCC": un'accusa grave che, a seguito di questo incidente, è stata successivamente codificata nel regolamento disciplinare del partito ed è punibile per espulsione. Il PCC aveva una lunga tradizione, che risale a Mao, in cui i quadri potevano scrivere al capo supremo con suggerimenti e persino critiche, ma coloro che hanno osato provarlo con Xi all'inizio del suo mandato hanno imparato la lezione. Intorno al 2017, Liu Yazhou, generale dell'Esercito popolare di liberazione e genero di un ex presidente, ha scritto a Xi raccomandando alla Cina di invertire la sua politica nello Xinjiang e cessare di radunare i membri della minoranza uigura. È stato avvertito di non parlare male delle politiche di Xi. Il rifiuto di Xi di accettare tale consiglio rimuove un importante metodo di autocorrezione. Perché, a differenza dei suoi predecessori, Xi è così contrario ai consigli degli altri? Parte del motivo, sospetto, è che soffre di un complesso di inferiorità, sapendo di essere scarsamente istruito rispetto ad altri alti dirigenti del PCC. Anche se ha studiato ingegneria chimica alla Tsinghua University, Xi ha frequentato come "operaio-contadino-soldato", una categoria di studenti ammessi negli anni '70 sulla base dell'affidabilità politica e del background di classe, non dei loro meriti accademici. Jiang e Hu, al contrario, si sono guadagnati un posto all'università attraverso esami altamente competitivi. Nel 2002, quando Xi era un quadro di provincia, ha conseguito un dottorato in teoria marxista, sempre a Tsinghua, ma come ha documentato il giornalista britannico Michael Sheridan, la dissertazione di Xi era piena di casi di sospetto plagio. Come so dai miei tempi alla Central Party School, i funzionari di alto rango affidano abitualmente i loro compiti scolastici agli assistenti mentre i loro professori chiudono un occhio. In effetti, all'epoca in cui avrebbe completato la sua dissertazione, Xi ricopriva l'intenso incarico di governatore del Fujian.



Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

InVerno

MR. WRONG

In qualsiasi sistema politico, il potere incontrollato è pericoloso. Distaccato dalla realtà e liberato dalla costrizione del consenso, un leader può agire in modo avventato, attuando politiche poco sagge, impopolari o entrambe le cose. Non sorprende quindi che lo stile di governo saputello di Xi abbia portato a una serie di decisioni disastrose. Il tema comune è l'incapacità di cogliere l'effetto pratico delle sue direttive. Considera la politica estera. Rompendo con il detto di Deng secondo cui la Cina "nasconde la sua forza e aspetta il suo momento", Xi ha deciso di sfidare direttamente gli Stati Uniti e perseguire un ordine mondiale incentrato sulla Cina. Questo è il motivo per cui si è impegnato in comportamenti rischiosi e aggressivi all'estero, militarizzando il Mar Cinese Meridionale, minacciando Taiwan e incoraggiando i suoi diplomatici a impegnarsi in uno stile abrasivo di politica estera noto come diplomazia del "Guerriero Lupo". Xi ha formato un'alleanza de facto con il presidente russo Vladimir Putin, allontanando ulteriormente la Cina dalla comunità internazionale. La sua Belt and Road Initiative ha generato una crescente resistenza mentre i paesi si stancano del debito e della corruzione associati. Le politiche economiche di Xi sono altrettanto controproducenti. L'introduzione delle riforme del mercato è stata una delle conquiste distintive del PCC, consentendo a centinaia di milioni di cinesi di sfuggire alla povertà. Ma quando Xi è salito al potere, è arrivato a vedere il settore privato come una minaccia al suo governo e ha rilanciato l'economia pianificata dell'era maoista. Ha rafforzato le imprese statali e stabilito organizzazioni di partito nel settore privato che dirigono il modo in cui vengono gestite le imprese. Con il pretesto di combattere la corruzione e far rispettare la legge antitrust, ha saccheggiato beni di società private e imprenditori. Negli ultimi anni, alcune delle società più dinamiche della Cina, tra cui Anbang Insurance Group e il conglomerato HNA Group, sono state effettivamente costrette a cedere il controllo delle loro attività allo stato. Altri, come il conglomerato Tencent e il gigante dell'e-commerce Alibaba, sono stati messi in ginocchio attraverso una combinazione di nuove normative, indagini e multe. Nel 2020, Sun Dawu, il miliardario proprietario di un conglomerato agricolo che aveva criticato pubblicamente Xi per la sua repressione degli avvocati per i diritti umani, è stato arrestato con false accuse e presto condannato a 18 anni di carcere. La sua attività è stata venduta a una società statale costituita frettolosamente in un'asta fittizia per una frazione del suo valore reale. Com'era prevedibile, la Cina ha visto la sua crescita economica rallentare e la maggior parte degli analisti ritiene che rallenterà ancora di più nei prossimi anni. Sebbene siano in gioco diversi fattori, tra cui le sanzioni statunitensi contro le società tecnologiche cinesi, la guerra in Ucraina e la pandemia di COVID-19, il problema fondamentale è l'interferenza del PCC nell'economia. Il governo si intromette costantemente nel settore privato per raggiungere obiettivi politici, un comprovato veleno per la produttività. Molti imprenditori cinesi vivono nella paura che le loro attività vengano sequestrate o che loro stessi vengano arrestati, difficilmente il tipo di mentalità incline all'innovazione. Ad aprile, mentre le prospettive di crescita della Cina peggioravano, Xi ha ospitato una riunione del Politburo per svelare il suo rimedio ai problemi economici del paese: una combinazione di riduzioni fiscali, riduzioni delle tasse, investimenti infrastrutturali e allentamento monetario. Ma poiché nessuna di queste proposte risolve il problema di fondo dell'eccessivo intervento statale nell'economia, sono destinate a fallire. Da nessuna parte il desiderio di controllo di Xi è stato più disastroso che nella sua reazione al COVID-19. Quando la malattia si è diffusa per la prima volta nella città di Wuhan nel dicembre 2019, Xi ha nascosto al pubblico informazioni al riguardo nel tentativo di preservare l'immagine di una Cina fiorente. I funzionari locali, nel frattempo, erano paralizzati. Come il sindaco di Wuhan, Zhou Xianwang, ha ammesso il mese successivo alla televisione di stato, senza l'approvazione dall'alto, non era stato in grado di rivelare pubblicamente l'epidemia. Quando otto coraggiosi professionisti della salute hanno denunciato l'accaduto, il governo li ha arrestati e messi a tacere. Uno degli otto ha poi rivelato di essere stato costretto a firmare una falsa confessione. La tendenza di Xi a microgestire ha anche inibito la sua risposta alla pandemia. Invece di lasciare i dettagli della politica al team sanitario del governo, Xi ha insistito per coordinare lui stesso gli sforzi della Cina. In seguito, Xi si sarebbe vantato di aver "comandato personalmente, pianificato la risposta, supervisionato la situazione generale, agito con decisione e indicato la via da seguire". Nella misura in cui questo era vero, non era per il meglio. In effetti, la sua interferenza ha portato a confusione e inerzia, con i funzionari sanitari locali che hanno ricevuto messaggi contrastanti da Pechino e si sono rifiutati di agire. Come ho appreso da una fonte del Consiglio di Stato (la principale autorità amministrativa cinese), il premier Li Keqiang ha proposto di attivare un protocollo di risposta alle emergenze all'inizio di gennaio 2020, ma Xi ha rifiutato di approvarlo per paura di rovinare le celebrazioni del capodanno cinese in corso. Quando la variante Omicron del virus è esplosa a Shanghai nel febbraio 2022, Xi ha scelto ancora una volta un modo sconcertante per rispondere. I dettagli del processo decisionale mi sono stati trasmessi da un contatto che lavora presso il Consiglio di Stato. In un incontro online di circa 60 esperti di pandemia tenutosi poco dopo l'inizio dell'epidemia, tutti hanno concordato sul fatto che se Shanghai avesse semplicemente seguito le ultime linee guida ufficiali, che hanno allentato i requisiti di quarantena, allora la vita in città potrebbe continuare più o meno come al solito. Molti dei funzionari del partito e della sanità della città erano d'accordo con questo approccio. Ma quando Xi ne ha sentito parlare, è diventato furioso. Rifiutandosi di ascoltare gli esperti, ha insistito per far rispettare la sua politica "zero COVID". Alle decine di milioni di residenti di Shanghai è stato proibito uscire, anche per fare la spesa o ricevere cure mediche salvavita. Alcuni sono morti alle porte degli ospedali; altri sono balzati verso la morte dai loro condomini.
Proprio così, una città moderna e prospera è stata trasformata nel luogo di un disastro umanitario, con persone che muoiono di fame e bambini separati dai loro genitori. Un leader più aperto all'influenza o soggetto a maggiori controlli probabilmente non avrebbe attuato una politica così draconiana, o almeno avrebbe corretto rotta una volta che i suoi costi e la sua impopolarità fossero diventati evidenti. Ma per Xi tornare indietro sarebbe stata un'impensabile ammissione di errore.

AZIONE REAZIONE

La leadership del PCC non è mai stata un monolite. Come disse una volta Mao: "Ci sono partiti al di fuori del nostro partito, e ci sono fazioni all'interno del nostro partito, e questo è sempre stato così". Il principale principio organizzativo di queste fazioni sono i legami personali, ma questi gruppi tendono a schierarsi su un continuum da sinistra a destra. In altre parole, sebbene la politica cinese sia in gran parte personalistica, ci sono differenze reali sulla direzione della politica nazionale e ogni lignaggio tende ad associarsi alle idee del suo progenitore. A sinistra ci sono coloro che rimangono fedeli al marxismo ortodosso. Questa fazione dominava il partito prima dell'era Deng e sostiene la continuazione della lotta di classe e della rivoluzione violenta. Include sottofazioni che prendono il nome da Mao, Chen Yun (che era il secondo funzionario più potente sotto Deng), Bo Xilai (un ex membro del Politburo che fu messo da parte e imprigionato prima che Xi prendesse il potere) e Xi stesso. A livello di base, la sinistra comprende anche un piccolo contingente politicamente impotente di studenti universitari marxisti, oltre a lavoratori licenziati a seguito delle riforme di Deng. Il centro è costituito principalmente dai discendenti politici di Deng. Poiché la maggior parte dei quadri di oggi sono stati addestrati sotto di lui, questa è la fazione che domina la burocrazia del PCC. I centristi sostengono riforme economiche a tutto campo e riforme politiche limitate, tutte con l'obiettivo di garantire il governo permanente del partito. Al centro c'è anche un gruppo discendente da due alti funzionari in pensione, Jiang e Zeng Qinghong (un ex vicepresidente), nonché un gruppo chiamato Youth League Faction, composto da sostenitori dell'ex leader del partito Hu Jintao e dell'attuale premier Li . Infine ci sono le sottofazioni a destra, che nel contesto cinese significano liberali che sostengono un'economia di mercato e una forma più morbida di autoritarismo (o anche, in alcuni casi, democrazia costituzionale). Questo campo, a cui appartengo, è il meno potente dei tre. Include seguaci di Hu Yaobang e Zhao Ziyang, leader del partito sotto Deng. Probabilmente include anche Wen Jiabao, che è stato il premier cinese dal 2003 al 2013 e esercita ancora influenza. Quando gli è stato chiesto della sua spinta per la riforma politica in un'intervista del 2010, Wen ha risposto: "Non mi arrenderò fino all'ultimo giorno della mia vita". Xi affronta la crescente opposizione di tutte e tre le fazioni. La sinistra, sebbene inizialmente favorevole alle sue politiche, ora pensa che non sia andato abbastanza lontano nel rilanciare le politiche di Mao, con alcuni che si sono disincantati dopo che ha represso il movimento operaio. Il centro è risentito per l'annullamento delle riforme economiche da parte di Xi. E la destra è stata completamente messa a tacere dall'eliminazione da parte di Xi anche del minimo dibattito politico.
Scorci di queste divisioni possono essere visti nel Comitato permanente. Un membro, Han Zheng, è ampiamente percepito come un membro della fazione di Jiang. Li in particolare sembra divergere da Xi, e sta scoppiando una lite tra i funzionari. Li si oppone da tempo silenziosamente alla politica zero-COVID di Xi, sottolineando la necessità di riaprire le attività e proteggere l'economia. A maggio, dopo che Li ha detto a 100.000 quadri del partito in una conferenza online che l'economia era in condizioni peggiori del previsto, gli alleati di Xi hanno lanciato un contrattacco. A Xinhua, lo hanno difeso argomentando: "Le prospettive di sviluppo economico della Cina saranno decisamente migliori". Come simbolo della loro resistenza alla politica COVID di Xi, Li e il suo entourage si rifiutano di indossare maschere. Ad aprile, durante un discorso nella città di Nanchang, è stato possibile vedere gli aiutanti di Li chiedere ai partecipanti di togliersi le mascherine. Finora, Li ha preso l'imperiosità di Xi sedendosi, acconsentendo sempre per necessità. Ma potrebbe presto raggiungere un punto di rottura. L'indignazione a livello di élite si sta replicando più in basso nella burocrazia. All'inizio del mandato di Xi, quando iniziò a rimescolare il potere, molti nella burocrazia divennero scontenti e disillusi. Ma la loro resistenza era passiva, espressa attraverso l'inazione. I quadri locali si sono presi un congedo per malattia in massa o hanno escogitato scuse per bloccare le iniziative anticorruzione di Xi. Alla fine del 2021, la commissione disciplinare del PCC ha annunciato che nei primi dieci mesi di quell'anno aveva rilevato 247.000 casi di "attuazione inefficace delle importanti istruzioni di Xi Jinping e del Comitato centrale". Durante il blocco di Shanghai, tuttavia, la resistenza è diventata più evidente. Sui social media, i funzionari locali hanno criticato apertamente la politica zero-COVID. Ad aprile, i membri del comitato dei residenti di Sanlin Town, un quartiere di Shanghai, si sono dimessi collettivamente, lamentando in una lettera aperta di essere stati chiusi nei loro uffici per 24 giorni senza avere accesso alle loro famiglie. Ancora più preoccupante per Xi, l'insoddisfazione dell'élite si sta ora diffondendo al grande pubblico. In uno stato autoritario, è impossibile misurare con precisione l'opinione pubblica, ma le dure misure COVID di Xi potrebbero avergli fatto perdere l'affetto della maggior parte dei cinesi. Una prima nota di dissenso è arrivata nel febbraio 2020, quando il magnate immobiliare Ren Zhiqiang lo ha definito un "pagliaccio" per aver pasticciato nella risposta alla pandemia. (Dopo un giorno di processo, Ren è stato condannato a 18 anni di carcere.) Le piattaforme di social media cinesi sono inondate di video in cui la gente comune implora Xi di porre fine alla sua politica zero-COVID. A maggio, un gruppo che si autodefinisce "Comitato autonomo di autosalvataggio di Shanghai" ha pubblicato un manifesto online intitolato "Non essere schiavo, salva te stesso". Il documento invitava i residenti della città a combattere il blocco e formare organi di autogoverno per aiutarsi a vicenda. Sui social, alcuni cinesi hanno proposto sarcasticamente che il piano più efficace per combattere la pandemia sarebbe quello di convocare il 20° Congresso Nazionale il prima possibile per impedire a Xi di restare al potere. Nel frattempo, nonostante le affermazioni di Xi di aver sconfitto la povertà, la maggior parte dei cinesi continua a lottare per sbarcare il lunario. Come ha rivelato Li nel 2020, 600 milioni di persone in Cina, circa il 40% della sua popolazione, guadagnavano a malapena 140 dollari al mese. Secondo i dati ottenuti dal South China Morning Post, quotidiano di Hong Kong, tra gennaio e novembre 2021 hanno chiuso circa 4,4 milioni di piccole imprese, più di tre volte il numero di nuove imprese registrate nello stesso periodo. Di fronte a una crisi finanziaria, i governi locali sono stati costretti a tagliare gli stipendi statali, a volte fino al 50%, inclusa la retribuzione degli insegnanti. Probabilmente ricorreranno alla ricerca di nuovi modi per saccheggiare la ricchezza dal settore privato e dai comuni cittadini, generando a loro volta ancora più miseria economica. Dopo quattro decenni di apertura, la maggior parte dei cinesi non vuole tornare ai tempi di Mao. All'interno dell'élite del PCC, molti sono risentiti per l'interruzione della tradizionale distribuzione del potere da parte di Xi e pensano che le sue politiche sconsiderate stiano mettendo a repentaglio il futuro del partito. Il risultato è che per la prima volta dalle proteste di piazza Tiananmen del 1989, il leader cinese sta affrontando non solo il dissenso interno, ma anche un'intensa reazione popolare e un rischio reale di disordini sociali.
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FIVE MORE YEARS?

Covare risentimento è una cosa, ma agire di conseguenza è un'altra. I membri delle alte sfere del partito sanno che possono sempre essere accusati di corruzione, quindi hanno pochi incentivi a manovrare contro Xi. Si presume che la sorveglianza ad alta tecnologia sia così pervasiva che le élite di partito, compresi i leader nazionali in pensione, non osano comunicare tra loro al di fuori degli eventi ufficiali, anche su questioni banali. Il pubblico, dal canto suo, tace, trattenuto dalla censura, dalla sorveglianza e dalla paura dell'arresto. Ecco perché gli oppositori di Xi sono concentrati sull'unica via legale per rimuoverlo: negargli un terzo mandato come leader del partito al prossimo Congresso nazionale. Forse intuendo la crescente delusione, Xi ha fatto tutto il possibile per ribaltare il campo di gioco a suo favore. Il collegio elettorale più importante, ovviamente, è quello dei suoi colleghi membri del Comitato permanente, che alla fine hanno la massima voce in capitolo sulla sua permanenza in carica, in parte a causa del loro controllo sui membri della legislatura cinese. Probabilmente Xi ha fatto il possibile per assicurarsi il sostegno dei membri del Comitato permanente, dalla promessa che rimarranno al potere alla promessa di non indagare sulle loro famiglie.
Quasi altrettanto importante è l'esercito, dal momento che negare a Xi un terzo mandato richiederebbe probabilmente il sostegno dei generali. I propagandisti ricordano abitualmente ai cinesi che "il partito comanda la pistola", ma i leader cinesi si rendono conto che in verità la pistola è sempre puntata alla testa del partito. Sebbene Xi abbia costantemente sostituito i generali cinesi nel corso degli anni con i suoi stessi uomini, la retorica dei funzionari militari oscilla ancora tra l'enfatizzazione della lealtà personale a Xi e la lealtà istituzionale alla Commissione militare centrale, l'organismo, guidato da Xi, che li sovrintende.
In un potenziale segno di persistente opposizione all'interno dei ranghi, lo scorso dicembre ho appreso da molti dei miei contatti in Cina che Liu, l'ufficiale militare che Xi aveva rimproverato per aver criticato la politica sugli uiguri, era scomparso insieme a suo fratello minore, anche lui generale . Le case di entrambi i fratelli sono state perquisite. La notizia ha sconvolto l'esercito, poiché in quanto genero di un ex presidente, Liu sarebbe stato normalmente considerato intoccabile. Ma detenendo lui e suo fratello, Xi aveva lanciato il suo più forte avvertimento ai principi e ai vertici dell'Esercito popolare di liberazione affinché si mettessero in riga.
Xi ha anche intensificato la sua presunta campagna anticorruzione. Nella prima metà del 2022, il governo ha punito 21 quadri a livello provinciale e ministeriale o superiore e 1.237 quadri a livello distrettuale e dipartimentale. C'è stata una netta attenzione alle agenzie di sicurezza e di intelligence. A gennaio, la televisione di stato cinese ha mandato in onda una confessione di Sun Lijun, un tempo alto funzionario della sicurezza, che era stato accusato di corruzione e ora rischia l'esecuzione. Il suo peccato, secondo il massimo organo disciplinare del partito, era di aver "formato una cabala per assumere il controllo di diversi dipartimenti chiave", "covato ambizioni politiche enormemente gonfiate" e aveva "qualità politiche malvagie". A marzo, Fu Zhenghua, che come viceministro della pubblica sicurezza era stato il capo di Sun, è stato anch'egli accusato di corruzione, rimosso dall'incarico ed espulso dal PCC. Il messaggio era chiaro: obbedisci o rischi di cadere. Aggiungendo ulteriori livelli di assicurazione alla sua ricerca di un terzo mandato, Xi ha lanciato una velata minaccia ai quadri del partito in pensione. Gli anziani del partito hanno esercitato a lungo un enorme peso nella politica cinese; sono state le élite in pensione a cacciare Zhao nel 1989, per esempio. A gennaio, Xi ha preso di mira direttamente questo gruppo, annunciando che il governo avrebbe "ripulito la corruzione sistemica ed eliminato i rischi nascosti" indagando retroattivamente sugli ultimi 20 anni di vita dei quadri. E a maggio il partito ha inasprito le linee guida per i quadri in pensione, avvertendoli "di non discutere apertamente le politiche generali del Comitato centrale del partito, di non diffondere commenti politicamente negativi, di non partecipare alle attività delle organizzazioni sociali illegali, e non usare la loro precedente autorità o posizione influenza per cercare benefici per se stessi e per altri, e per opporsi risolutamente e resistere a ogni tipo di pensiero sbagliato".
Xi ha anche cercato di garantire il sostegno dei 2.300 delegati del PCC invitati a partecipare al Congresso nazionale, due terzi dei quali sono funzionari di alto livello provenienti da tutto il Paese e un terzo dei quali sono membri ordinari che lavorano a livello di base. I delegati sono stati attentamente selezionati per la loro lealtà a Xi. E per evitare sorprese al congresso, un divieto di "attività non organizzative" vieta loro di mescolarsi al di fuori delle riunioni formali di piccoli gruppi delle loro delegazioni provinciali, limitando la loro capacità di organizzarsi contro una particolare politica o leader.
Nei mesi che precedono il congresso, le lotte interne furtive del PCC probabilmente si intensificheranno. Xi potrebbe ordinare più arresti e più processi a funzionari di alto rango, e i suoi critici potrebbero far trapelare più informazioni e diffondere più voci. Contrariamente alla saggezza convenzionale tra gli analisti occidentali, potrebbe non aver bloccato un terzo mandato. I proliferanti oppositori di Xi potrebbero riuscire a farlo uscire dall'incarico, a condizione che convincano un numero sufficiente di membri del Comitato permanente che ha perso il sostegno dei ranghi del PCC o persuadano gli anziani del partito a intervenire. E c'è sempre la possibilità che una crisi economica o un diffuso malcontento sociale possano rivoltargli contro anche alleati coraggiosi. Nonostante tutto questo, il risultato più probabile questo autunno è che Xi, dopo aver così truccato il processo e intimidito i suoi rivali, ottenga il suo terzo mandato come leader del partito e, con esso, il diritto di continuare come presidente e capo dell'esercito per un altro termine. E proprio così, l'unica riforma politica significativa fatta dopo il governo di Deng andrà in fumo.


XI UNBOUND

Cosa poi? Xi senza dubbio vedrà la sua vittoria come un mandato per fare tutto ciò che vuole per raggiungere l'obiettivo dichiarato del partito di ringiovanire la Cina. Le sue ambizioni raggiungeranno nuove vette. In un futile tentativo di rinvigorire l'economia senza potenziare il settore privato, Xi raddoppierà le sue politiche economiche stataliste. Per mantenere la sua presa sul potere, continuerà a eliminare preventivamente ogni potenziale rivale e a rafforzare il controllo sociale, facendo assomigliare sempre di più la Cina alla Corea del Nord. Xi potrebbe anche provare a rimanere al potere ben oltre un terzo mandato. Un Xi incoraggiato potrebbe benissimo accelerare la sua militarizzazione delle aree contese del Mar Cinese Meridionale e tentare di conquistare con la forza Taiwan. Mentre continua la ricerca del dominio della Cina, favorirà il suo isolamento dal resto del mondo.
Ma nessuna di queste mosse farebbe sparire magicamente il malcontento all'interno del partito. L'impresa di ottenere un terzo mandato non placherebbe coloro all'interno del PCC che si risentono per il suo accumulo di potere e rifiutano il suo culto della personalità, né risolverebbe il suo crescente problema di legittimità tra la gente. In effetti, le mosse che probabilmente farebbe in un terzo mandato aumenterebbero le probabilità di guerre, disordini sociali e crisi economiche, esacerbando le lamentele esistenti. Anche in Cina, per rimanere al potere ci vuole più della pura forza e dell'intimidazione; le prestazioni contano ancora. Mao e Deng guadagnarono la loro autorità attraverso i successi: Mao liberando la Cina dai nazionalisti e Deng aprendola e scatenando un boom economico. Ma Xi non può indicare trionfi così concreti. Ha meno margine di errore.
L'unico modo praticabile per cambiare rotta, per quanto posso vedere, è anche il più spaventoso e mortale: un'umiliante sconfitta in una guerra. Se Xi dovesse attaccare Taiwan, il suo obiettivo più probabile, ci sono buone probabilità che la guerra non vada come previsto e Taiwan, con l'aiuto americano, sarebbe in grado di resistere all'invasione e infliggere gravi danni alla Cina continentale. In tal caso, le élite e le masse abbandonerebbero Xi, aprendo la strada non solo alla sua caduta personale, ma forse anche al crollo del PCC così come lo conosciamo. Come precedente, si dovrebbe risalire al diciottesimo secolo, quando l'imperatore Qianlong fallì nella sua ricerca di espandere il regno della Cina all'Asia centrale, alla Birmania e al Vietnam. Com'era prevedibile, la Cina subì una sconfitta mortificante nella prima guerra sino-giapponese, ponendo le basi per la caduta della dinastia Qing e dando il via a un lungo periodo di sconvolgimenti politici. Gli imperatori non sono sempre per sempre.


Fine.

La politica seria, mica torte in faccia ;)
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Ipazia

#26
Ma ce lo vedi il bibitaro o la borgatara, baciatori di pantofole imperiali, districarsi in tutto questo bailamme. Xi ha le stimmate dell'epurato dalla rivoluzione culturale (il padre) ed è ripartito da (sotto)zero in una comune agricola rieducativa. Altra razza politica, decisamente.

Non credo farà passi azzardati, e neppure i suoi successori. Attenderà, lungo il fiume, di veder passare il cadavere del suo (e non solo suo) nemico. Come insegnò il grande timoniere, che creò questo strano Stato dalle molte facce che amministra 1,6 volte la popolazione dell'intera NATO ed è passato dal medioevo all'hitech in poco più di mezzo secolo.

Nelle guerre Nato e covidemia abbiamo visto anche qui chi realmente comanda questa parte del mondo e che libertà di dissenso e comportamenti oppositivi ci sia. Ricatti su ricatti: di ciò è fatta la politica ovunque. Da parte di chi vive fin dalla nascita in una colonia USA, non mi sento proprio di poter fare i conti in casa d'altri. Prima dovrei liberare la mia.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

anthonyi

Citazione di: Ipazia il 11 Aprile 2023, 18:49:52 PMNon credo farà passi azzardati, e neppure i suoi successori. Attenderà, lungo il fiume, di veder passare il cadavere del suo (e non solo suo) nemico. Come insegnò il grande timoniere, che creò questo strano Stato dalle molte facce che amministra 1,6 volte la popolazione dell'intera NATO ed è passato dal medioevo all'hitech in poco più di mezzo secolo.












Eppure sembra proprio che l'antica filosofia cinese Xi se la sia dimenticata. Ogni volta che gli americani fanno una visita di troppo a Taipei sente questo bisogno compulsivo di mostrare i muscoli, di far vedere quanto é forte, senza rendersi conto che così asseconda la strategia americana indirizzata a far scoprire le sue dotazioni militari, per poterle meglio studiare. 

InVerno

Citazione di: Ipazia il 11 Aprile 2023, 18:49:52 PMCome insegnò il grande timoniere, che creò questo strano Stato dalle molte facce che amministra 1,6 volte la popolazione dell'intera NATO ed è passato dal medioevo all'hitech in poco più di mezzo secolo.
Se fosse rimasto in mano al "timoniere" e alle sue idee miracolose forse a quest'ora la NATO avrebbe il doppio degli abitanti della Cina, fortunatamente per i cinesi, da Deng in poi il culto della personalità verso i "futuri possessori di mausoleo" è stato ridotto progressivamente (reso illegale in realtà) per una maggiore concertazione e il rafforzamento di contropoteri..e i risultati si sono immediatamente visti, ma ora che è tornato di nuovo in mano ad un timoniere, che bontà sua è stato nella comune agricola (forse potrei candidarmi anche io), i milioni di morti stanno per tornare sulle pagine di wikipedia della Cina. E' strano che non si riesca ancora a vedere il nesso biunivoco, abbiamo avuto tempo da Hammurabi, ma ancora non lo abbiamo capito. Riproviamo dai, questa volta andrà diversamente, son sicuro. 
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

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