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Guerra in Ucraina III

Aperto da InVerno, 21 Febbraio 2023, 13:39:02 PM

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Jacopus

CitazioneTu stai confondendo la lentezza strategica della macchina bellica ucraina con l'eventualità che questo sia il segno di un indebolimento della volontà e capacità di far la guerra da parte degli ucraini, le cose non stanno per niente così. Di un totale di 35 brigate dei vari corpi, destinate all'offensiva, l'Ucraina ne utilizza in attività solo 5, oltretutto in forma parziale e a rotazione, prima di fare valutazioni aspettiamo almeno di vederle in azione tutte, dopo, se ci saranno ancora soldati russi rimasti vivi in Ucraina, si potrà trattare.
La macchina bellica ucraina, come ogni macchina bellica moderna, è la conseguenza militare di uno stato e delle sue alleanze. Non credo possibile che uno stato, per quanto supportato, di soli 40 milioni di abitanti possa sconfiggere uno stato di 180 milioni di abitanti, per quanto corrotti, demotivati e quant'altro. Tra l'altro uno stato che non è il Congo, con tutto il rispetto per il Congo.
Penso come Niko, che la guerra se non si troverà un compromesso, durerà ancora molti anni, con vantaggi enormi a livello globale per Cina e USA e un progressivo indebolimento di Russia ed Europa.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

niko

Citazione di: sapa il 07 Luglio 2023, 11:25:19 AMCiao anthonyi, in realtà credo che gli ucraini non abbiano mai potuto soffrire di stare sotto i russi, fin dal medioevo, direi. Non appena si profilava la possibilità di separarsi, loro facevano di tutto per liberarsi da quello che, per loro, era un giogo. Quindi, a guardarci bene, è sicuramente vero che l' attuale invasione da parte dei russi è un atto illegittimo e di pura prepotenza, ma è anche vero, a mio avviso, che ci troviamo di fronte a un conflitto che affonda le sue radici nel tempo, tra avversari nervosetti di loro e di non facile soluzione. Ora, la domanda è: come fare finire, possibilmente presto, questo orrore? Si dovrà sicuramente pensare a mettere a posto quest'area geografica e credo che l'unica soluzione possibile sia quella che prevede che la Russia rinunci a qualsiasi intenzione egemonica sui territori ucraini, che non siano le cosiddette repubbliche filo-russe e la Crimea. In cambio, la pace e l'ingresso di quel che resta dell'Ucraina in Europa, non già nella Nato perchè sarebbe impossibile fare ingollare ciò a Putin. Rimane che se Vladimir Vladimirovic ci ripenserà in futuro, si troverà automaticamente in guerra con l'Europa e, quindi, anche con la Nato. Una via diplomatica va trovata, si spera che sistemi le cose al meglio, invece di creare, come già successo, solo ulteriore casino. Bisogna crederci



Io credo che la Russia accetterebbe questo tipo di pace, convenientissima per essa, ma manca il controllo russo su Kherson e altre citta' formalmente annesse alla Russia e che sono attualmente nelle mani degli ucraini; non si vede a questo punto perche' gli ucraini, che sono all'offensiva, dovrebbero rinunciare addirittura a territori che gia' controllano, solo per fare una "pace" (in realta' una sconfitta) che sarebbe il disastro per il loro governo e il loro status quo. 

Per questo dico che la guerra sara' lunga. 

Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

anthonyi

Citazione di: atomista non pentito il 07 Luglio 2023, 11:22:47 AMPerché Anthonyi ............. mi vuoi dire che per la prima volta nella storia dell'informazione usufruiamo di una informazione sull'argomento (Ucraina) non condizionata dalla posizione presa da  tutto il mondo occidentale ?  E se vuoi dirlo , speri che io ci creda ? Non sono io ad essere putiniano (tutt'altro) , sei tu che sei un guerrafondaio  INFATTI NON C'E' SULL'ARGOMENTO UN SOLO TUO INTERVENTO CHE SONDI UNA POSSIBILITA' DIVERSA DALLA GUERRA per risolvere questa situazione  e sappi che  in tutte le questioni c'e' una alternativa. Non e' che sei azionista di qualche azienda coinvolta nel "militare" ?
Ma fammi capire, contestare il fatto che vengano numerati i bambini morti, e con essi le responsabilità, vuol dire essere a favore della pace oppure a favore di putin? Per me vuol dire essere a favore di putin e disinteressarsi della morte dei bambini, per cui anche il tuo pacifismo è pacifinzione.
Per quanto mi riguarda io non ragiono nei termini di pace e guerra, perchè vi possono essere paci assai peggiori della guerra. Poi figurati che senso ha pensare che le parole su questo forum possano effettivamente condizionare l'andamento della guerra, anche se avessi azioni della Leonardo, ma quale conflitto d'interesse mai ci potra essere visto che quello che si dice qui non conta nulla.
Io con questa guerra effettivamente ci ho guadagnato, l'anno scorso, perchè quota rilevante dei miei investimenti era nel settore energia, ma non credo che le mie opinioni espresse su logos potrebbero avere mai  effetto su questi guadagni.

anthonyi

Citazione di: Jacopus il 07 Luglio 2023, 11:26:00 AM. Non credo possibile che uno stato, per quanto supportato, di soli 40 milioni di abitanti possa sconfiggere uno stato di 180 milioni di abitanti, per quanto corrotti, demotivati e quant'altro..
.
Pensa jacopus che la totalità degli strateghi militari che ci sono al mondo, al febbraio dell'anno scorso, non credeva possibile che l'ucraina resistesse oltre il mese alla potenza della macchina bellica russa, a volte la realtà ci offre evoluzioni imprevedibili.

anthonyi

Citazione di: niko il 07 Luglio 2023, 10:09:24 AM.

Anche per loro ormai e' una questione di sopravvivenza, perche' lo smacco internazionale di lasciare territorio RUSSO in mani straniere e occidentali, e di tornare a casa con la coda tra le gambe come se finora avessero scherzato proprio non se lo possono permettere, .

.


Il concetto di sopravvivenza credo sia ben chiaro ai russi, e lo hanno dimostrato quando sono fuggiti davanti al nemico nell'oblast di kharkiv, quando hanno cominciato a ritirarsi da kherson, ancora prima che putin ordinasse la ritirata, quando sono fuggiti davanti al battaglione azov nel sud di backmut, quando hanno aderito alla campagna ucraina "voglio vivere", quando sono fuggiti fuori dalla russia per non essere coscritti, quando hanno fatto carte false da militari per non essere tra quelli che vanno in guerra.
Per la sopravvivenza si fa di tutto, anche accettare lo smacco di cui parli, sperando che solo quello sia considerato una punizione sufficiente per tutti i crimini compiuti.

niko

Citazione di: anthonyi il 07 Luglio 2023, 13:11:02 PMIl concetto di sopravvivenza credo sia ben chiaro ai russi, e lo hanno dimostrato quando sono fuggiti davanti al nemico nell'oblast di kharkiv, quando hanno cominciato a ritirarsi da kherson, ancora prima che putin ordinasse la ritirata, quando sono fuggiti davanti al battaglione azov nel sud di backmut, quando hanno aderito alla campagna ucraina "voglio vivere", quando sono fuggiti fuori dalla russia per non essere coscritti, quando hanno fatto carte false da militari per non essere tra quelli che vanno in guerra.
Per la sopravvivenza si fa di tutto, anche accettare lo smacco di cui parli, sperando che solo quello sia considerato una punizione sufficiente per tutti i crimini compiuti.


Si io intendevo i governanti russi, che ormai, con tutto quello che hanno investito anche in termini di prestigio personale e credibilita', non si possono piu' permettere di perdere questa guerra sennò vanno tutti a casa, se non peggio.

Putin per primo.

Che poi la gente voglia salvare la pelle in battaglia e' normale.

Anche gli ucraini, solo che siccome anche noi siamo parte di una propaganda di guerra schierata, quando disertano e scappano loro non ce ne danno notizia, e tu, che credi a tutto quello che ti raccontano, credi di conseguenza che disertino e scappino solo i russi.



Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

flying dutchman

Mamma mia, vedo che devo andare ancora indietro!
Ora non siamo più negli anni novanta del secolo scorso, ma siamo a due secoli fa, un po' di tempo dopo la spartizione della Polonia. Quella che oggi conosciamo come Ucraina all'epoca non esisteva, nemmeno esisteva una regione o una parte di stato sovrano coincidente con i confini attuali di quel paese.
La parte occidentale dell'odierna Ucraina apparteneva all'impero asburgico e la sua capitale, Leopoli – oggi L'viv – era una città fortemente austriacata, aveva una università nella quale la lingua di insegnamento era il tedesco e una burocrazia dominata da austriaci e cechi. Insomma, tendenzialmente una piccola Praga. Una curiosità: il cantore della nostalgia asburgica, Joseph Roth, era nato a Brodny, oggi Ucraina, e aveva vissuto in quella zona fino alla giovinezza. Scriveva in tedesco come Kafka, pur non essendo tedesco, essendo il tedesco la lingua colta di quella parte del paese.
Dopo la prima guerra mondiale e dopo una guerra locale la zona di Leopoli passò alla Polonia ma, trovandosi ad est della linea Curzon, nel 1945 venne assegnata all'URSS, per far parte della Repubblica Socialista Sovietica Ucraina. Questo per far capire i forti legami della parte occidentale dell'Ucraina con la cultura, i commerci e la storia dell'Europa Centrale.
D'altra parte la Crimea è stata fino al 1784 un regno vassallo dell'impero ottomano, popolato principalmente da popolazioni tatare. Nel 1784 la Crimea fu occupata dai russi ma rimase un territorio conteso per più di settanta anni, fino alla guerra di Crimea. Nel corso degli ultimi due secoli il territorio è stato oggetto di una campagna di russificazione, che ha portato alla quasi sparizione dell'etnia tatara, oggetto anche di deportazione da parte di Stalin.
Perché tutto questo pistolotto?
Per cercare di capire le motivazioni dell'attrazione che l'Unione Europea esercita sull'Ucraina, non soltanto per ragioni economiche, ma anche per ragioni storiche e culturali. E da qui l'attrazione verso l'Occidente in genere. Attrazione non condivisa dalla parte orientale del paese, che ha invece forti legami storici e culturali con la Russia: si capisce quindi che nessuna delle due alternative, legame con l'UE o con la Russia, può essere accettata di buon grado dalla parte soccombente.
Quanto alla Crimea, rappresenta un problema nel problema, mai integrata del tutto nel sistema russo nonostante la russificazione, anche perché da sempre paese di traffici e crocevia di commerci internazionali.   

anthonyi

Citazione di: niko il 07 Luglio 2023, 14:12:21 PMSi io intendevo i governanti russi, che ormai, con tutto quello che hanno investito anche in termini di prestigio personale e credibilita', non si possono piu' permettere di perdere questa guerra sennò vanno tutti a casa, se non peggio.

Putin per primo.

Che poi la gente voglia salvare la pelle in battaglia e' normale.

Anche gli ucraini, solo che siccome anche noi siamo parte di una propaganda di guerra schierata, quando disertano e scappano loro non ce ne danno notizia, e tu, che credi a tutto quello che ti raccontano, credi di conseguenza che disertino e scappino solo i russi.




Gli ucraini hanno combattuto, resistendo e a volte vincendo, in tali condizioni di inferiorità, soprattutto di armamento, senza cedere mai, che metterli a confronto con i russi, che invece più volte sono fuggiti a gambe levate, é assolutamente ridicolo. 

niko

Citazione di: anthonyi il 07 Luglio 2023, 15:28:52 PMGli ucraini hanno combattuto, resistendo e a volte vincendo, in tali condizioni di inferiorità, soprattutto di armamento, senza cedere mai, che metterli a confronto con i russi, che invece più volte sono fuggiti a gambe levate, é assolutamente ridicolo.

Si', e c'era anche la marmotta che incarta la cioccolata...
Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

InVerno

Al 500 giorni di guerra, una nota un pò più pessimistica riguardo alla possibilità di negoziati, negoziati veri e non foglie di fico, firmata Yudin.

https://meduza.io/en/feature/2023/02/25/russia-ends-nowhere-they-say

Il sociologo Grigory Yudin è stato uno dei pochi esperti russi a credere nel febbraio 2022 che uno scontro militare tra Russia e Ucraina fosse inevitabile. In un articolo pubblicato appena due giorni prima dell'invasione, Yudin ha predetto che una grande guerra si profilava nel prossimo futuro, che i russi avrebbero seguito il Cremlino nell'incolpare l'Occidente e che le sanzioni non avrebbero fatto nulla per fermare Putin, il che si è avverato. Nel febbraio 2023, la corrispondente speciale di Meduza Margarita Liutova ha parlato con Yudin del motivo per cui Putin ha bisogno di una "guerra per sempre" e di cosa potrebbe garantire l'emergere di un ampio movimento contro la guerra in Russia.

C'è un'opinione diffusa sulla politica russa contemporanea che dice che la guerra è un processo senza fine per Putin, e Putin stesso sembrava confermare l'idea nel suo recente discorso all'Assemblea federale: non ha detto nulla su come vincerà la Russia e cosa accadrà dopo. Pensi che il piano di Putin sia davvero una guerra eterna?
Sì, certo, la guerra ora è per sempre. Non ha obiettivi che possono essere raggiunti e portare alla sua fine. Continua semplicemente perché [nell'immaginazione di Putin], sono nemici e vogliono ucciderci, e noi vogliamo ucciderli. Per Putin è uno scontro esistenziale con un nemico deciso a distruggerlo.  Non dovrebbero esserci illusioni: mentre Putin è al Cremlino, la guerra non finirà. Si espanderà solo. Le dimensioni dell'esercito russo stanno aumentando rapidamente, l'economia si sta riorientando verso le armi e l'istruzione si sta trasformando in uno strumento di propaganda e preparazione alla guerra. Stanno preparando il paese per una guerra lunga e difficile.

E poi è ovviamente impossibile che Putin vinca?
È assolutamente impossibile. Nessuno ha fissato alcun obiettivo [per la guerra] o offerto alcuna definizione di vittoria.

Quindi, possiamo considerare che il punto sia la conservazione dell'autorità di Vladimir Putin?
Sono quasi la stessa cosa. Pensa al suo governo come a una guerra costante. Putin e le persone che lo circondano ci hanno detto molto tempo fa che c'è una guerra contro di noi. Alcuni hanno preferito non segnare le loro parole, ma pensano seriamente di essere in guerra da molto tempo. È solo che ora questa guerra è entrata in una fase così aggressiva, e ovviamente non c'è uscita. La guerra stessa è normale, nella loro visione del mondo. Smetti di pensare che la pace sia lo stato naturale e vedrai la situazione attraverso i loro occhi. Come disse il governatore di Khanty-Mansi [Natalya Komarova] , "La guerra è un'amica".

Il 22 febbraio 2022 hai pubblicato un articolo su openDemocracy, in cui hai descritto una grande guerra imminente e l'atteggiamento sprezzante di Putin nei confronti delle sanzioni che i paesi occidentali hanno imposto in risposta. Nella seconda metà dell'articolo, hai affermato che "la guerra con l'Ucraina sarà la più insensata di tutte le guerre della nostra storia". Pensi che la società russa abbia iniziato a rendersene conto nell'ultimo anno?
No, a mio avviso non è così. Era chiaro a molte, molte persone fin dall'inizio, ma da allora quella categoria è cresciuta a malapena. In Russia oggi trovi questo sentimento potente, ed è una di quelle rare occasioni in cui Vladimir Putin entra in contatto con una parte significativa della società. È lontano da tutti coloro che condividono le sue teorie selvagge, ma si connette con le persone. Ancora più importante, produce lui stesso questa emozione. E quell'emozione è il risentimento, un risentimento mostruoso e senza fine. Niente può placare questo risentimento. È impossibile immaginare cosa possa compensarlo. Non permette alle persone di pensare di stabilire alcun tipo di rapporti produttivi con altri paesi.
Sai, è come un bambino piccolo che si offende profondamente e poi ferisce chi lo circonda. Il danno diventa sempre più grande e, a un certo punto, inizia seriamente a distruggere la vita degli altri, oltre alla sua. Ma il bambino non ci sta pensando; non sta pensando di aver bisogno in qualche modo di costruire relazioni. Penso che il sentimento di risentimento, che ultimamente è traboccante in Russia, sia sostenuto a un livello molto alto, e non siamo ancora arrivati al punto in cui qualcuno potrebbe rendersi conto che noi [russi] abbiamo interessi normali e legittimi, e noi bisogno di raggiungerli costruendo relazioni con altri paesi nel modo giusto. C'è un buon detto in Russia: "L'acqua si porta sulle spalle dell'offeso" [intendendo, approssimativamente, che il rancore è un pesante fardello]. Ad un certo punto, capiremo che questo risentimento funziona contro di noi, che ci stiamo danneggiando a causa di esso. Ma al momento, troppi di noi vogliono essere offesi.

Di chi si risentono Vladimir Putin e la società russa? Il mondo intero? L'ovest? Gli Stati Uniti?
[Si risentono] per un ordine mondiale che sembra ingiusto e, di conseguenza, chiunque si assuma la responsabilità di essere "superiore" in questo ordine mondiale, ovvero gli Stati Uniti d'America. Ricordo sempre qualcosa che Putin ha detto a metà del 2021. Ha detto , del tutto non provocato, che non c'è felicità nella vita. È un'affermazione forte per un leader politico, che ovviamente non deve portare le persone in paradiso, ma dovrebbe in teoria migliorare le loro vite.
Ma è come se dicesse: "Non c'è felicità nella vita. Il mondo è un posto cattivo, ingiusto, difficile, dove l'unico modo per esistere è lottare costantemente, combattere e, al limite, uccidere.  Il risentimento verso il mondo esterno è profondamente radicato in Russia e viene proiettato sugli Stati Uniti, che sembrano responsabili del mondo. Ad un certo punto, gli Stati Uniti si sono davvero assunti la responsabilità del mondo, non del tutto con successo. E vediamo che il risentimento di cui sto parlando non è sicuramente solo in Russia (dove ovviamente esiste in una forma catastrofica e orribile). Una parte significativa del mondo ha lamentele fondate sull'attuale ordine mondiale e contro gli Stati Uniti, che si sono assunti la responsabilità, sono diventati un egemone e hanno beneficiato dell'ordine mondiale in molti modi. Vediamo che parti del mondo che sono inghiottite da questo risentimento sono più comprensive nei confronti di Vladimir Putin. Non direi che questa comprensione diventi sostegno, semplicemente perché Putin non offre nulla [al mondo]. Putin vuole fare le stesse cose per le quali critica gli Stati Uniti. Quindi sostenerlo è difficile, ma molti vogliono unirsi al risentimento.

Il risentimento è radicato nella società russa da prima di Putin, negli anni Novanta? O è stato coltivato sotto Putin?
Ci sono alcuni motivi di risentimento [nella società russa]. È legato al ruolo istruttivo assunto dagli Stati Uniti e da alcune parti dell'Europa occidentale. Ideologicamente, [quel ruolo] è stato inquadrato in termini di teoria della modernizzazione, che diceva che ci sono paesi sviluppati e paesi in via di sviluppo, e i paesi sviluppati - gentilmente e solidali - insegneranno a quelli in via di sviluppo: "Ragazzi, dovreste essere organizzati così. " In generale, a nessuno piace ricevere lezioni. Soprattutto un grande paese che ha il suo passato imperiale. In effetti, la situazione che si è sviluppata negli anni '90 era molto più complicata. [Dopo il crollo dell'URSS,] la Russia è stata invitata a unirsi a tutta una serie di importanti club internazionali e la Russia ha influenzato le decisioni su questioni globali chiave. Ma quel tono istruttivo [in relazione alla Russia] c'era. Fu il risultato di un profondo errore ideologico: nelle condizioni del crollo del progetto socialista, sembrava [a molti] che ci fosse un solo percorso corretto, la famosa "fine della storia". Quindi, c'erano i presupposti per il risentimento, ma c'erano anche i presupposti per altre emozioni. C'erano [anche] molte narrazioni contrastanti [sul significato del crollo dell'URSS per i suoi cittadini]. Uno sosteneva che fosse una rivoluzione popolare , un momento glorioso nella storia russa e nella storia di altre nazioni, perché riuscirono a prendere il controllo di un regime odioso e tirannico. Tale concezione, ovviamente, non porta al risentimento. Ma Putin ha scelto il risentimento. In parte, probabilmente, per le sue qualità personali. E il risentimento è contagioso. È un'emozione conveniente: ti senti sempre, prima di tutto, nel giusto, e in secondo luogo, ti senti immeritatamente calpestato.

Hai detto più di una volta che Putin non si fermerà all'Ucraina. Cosa prevedi esattamente? Moldavia, Stati baltici, una guerra autodistruttiva con gli Stati Uniti?
La sua visione del mondo non vede confini. Questa formula è diventata una linea praticamente ufficiale: la Russia non finisce da nessuna parte. Questa è la definizione standard di un impero perché un impero non riconosce confini. Ricorderò a tutti l' ultimatum [di Putin ] [a Stati Uniti e NATO] nel dicembre 2021: è chiarissimo, dice in chiaro che tutta l'Europa orientale è la sfera di influenza di Vladimir Putin. Come andrà a finire, che ciò significhi o meno una perdita formale di sovranità, che differenza fa? E questa zona comprende senza dubbio la Germania dell'Est, proprio perché Putin ne ha ricordi personali. È davvero difficile per me immaginare che pensi veramente a quel territorio come non suo. Putin intende assolutamente ripristinare la zona del Patto di Varsavia . Sento spesso: "È irrazionale. È insensato. Non c'è possibilità che ciò accada! Non molto tempo fa, la gente diceva esattamente la stessa cosa sull'Ucraina . Hanno detto la stessa cosa anche più recentemente sulla Moldavia , e ora sentiamo dire che la leadership della Moldavia , dell'Ucraina e degli Stati Uniti ritiene che la Moldavia sia in grave pericolo. Abbiamo già visto che la Moldova rientrava nei piani dell'attuale operazione militare; semplicemente non è ancora arrivato. La strategia generale della Russia è qualcosa del genere: mordiamo un pezzo, poi quel pezzo sarà riconosciuto come legittimo, e nella fase successiva, sulla base di quel riconoscimento, potremo prendere qualcos'altro. [Secondo la logica di questa strategia,] abbatteremo, all'incirca, l'Ucraina orientale, con l'aiuto di una sorta di tregua. Presto inizieremo a sentire voci dall'Europa che dicono: "Beh, dopotutto era la loro terra. Tutti erano d'accordo, va bene. Bene, aspetta un attimo. Se è la "loro" terra - terra russa - perché la gente parla russo, allora che dire dell'Estonia orientale? Potresti dire: "Ma l'Estonia è nella NATO!" Ma la NATO combatterà per l'Estonia? Putin è assolutamente sicuro che se la durabilità dell'articolo 5 del Trattato del Nord Atlantico [l'articolo che garantisce la difesa collettiva] verrà messa alla prova al momento giusto, la NATO crollerà.
Per essere chiari, non vedo quello di cui sto parlando come la possibilità più probabile. Sto descrivendo la strategia di Putin, ma Putin non governa il mondo. Otterrà quanto gli è permesso di ottenere. Ma uno scenario del genere non è impossibile da immaginare.


È facile immaginare che Putin e il suo team abbiano avuto tali opinioni, diciamo, il 24 febbraio 2022. Ma è passato un anno e l'Occidente non è crollato e anzi sta fornendo all'Ucraina un notevole sostegno . Gli eventi di quest'anno, inclusi i risultati della campagna militare russa, potrebbero aver influenzato le percezioni che hai appena descritto?
Potevano, e sicuramente l'hanno fatto. L'intero anno ha mostrato a [Putin] che, dal momento che l'Occidente si è impossessato dell'Ucraina, indica chiaramente che è una regione chiave e [l'Occidente] stava pianificando un attacco contro di lui proprio da lì. A parte questo, [secondo Putin] è positivo che i problemi di quest'anno siano venuti alla luce prima della vera guerra, che la leadership russa considera inevitabile. Sarebbe molto peggio [secondo la loro logica] portare un tale esercito in una [futura] grande guerra. Quindi, tutto ciò che accade rafforza Putin, ai suoi stessi occhi. Hanno preparato questa guerra per molti anni. Sarebbe strano se ci entrassero con un solo piano. [La logica di Putin è questa:] "Sì, le cose non sono andate tutte secondo lo scenario migliore – nessun problema, andremo avanti. Siamo pronti a versare tutto il sangue necessario su questo, e loro no. Non sto dicendo che tali tattiche avranno successo. In effetti, penso che la logica di Putin lo condanni alla sconfitta e che inconsciamente voglia perdere. La domanda è quante persone moriranno prima che ciò accada. Ma se vogliamo fare previsioni, dobbiamo capire la logica secondo cui [le persone al potere in Russia] operano.


Pensi che qualcosa possa far dubitare Putin delle proprie percezioni sul mondo?
No niente.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

InVerno

Quando abbiamo discusso l'argomento di questa conversazione prima dell'intervista, hai commentato lo stato attuale della società russa, la sua atomizzazione e l'azione collettiva bloccata, e hai notato che una conversazione come questa può effettivamente rafforzare la sensazione di impotenza appresa, cosa che non hai fatto t voglio fare. Ci sono modi per parlare alla società che non alimentino questo senso di impotenza?
Se l'emozione principale in Russia è il risentimento, allora l'effetto principale su cui tutto è costruito ora è la paura. È paura esistenziale: paura dell'ira di una persona specifica, o paura della guerra, o paura astratta del caos. La paura è sconfitta dalla speranza. Questo è l'effetto opposto. Bisogna dare speranza alle persone. In questo senso, le accuse [contro il popolo russo] assolutamente comprensibili e fondate sono politicamente miopi. Di nuovo: sono comprensibili, fondate e legittime, ma sono politicamente miopi.  La domanda è come dare speranza alle persone in questa situazione. La speranza è legata alla dimostrazione che tutto può essere diverso, che la Russia può essere organizzata diversamente. La verità è che, finché [i russi] non si rendono conto di essere in un vicolo cieco, non c'è molta motivazione per ascoltare queste cose, perché fanno paura. È collegato a una sfida allo status quo. E questo è abbastanza minaccioso da convincere la gente a non farsi coinvolgere.
In Russia ogni discorso normativo è stato spento. È stato difficile per molto tempo chiedersi come dovrebbe essere organizzata la società, come farlo in modo equo, onesto e bene. Alcuni anni fa, gli intervistati [a un sondaggio sociologico che ho condotto] hanno risposto: "In Russia? Non c'è modo." Questa è la soppressione del discorso normativo, ma ce ne sarà una richiesta, inevitabilmente, quando le persone si renderanno conto di essere in un vicolo cieco. In questa situazione, è importante che le persone abbiano speranza.

Hai presentato il discorso che si sente più spesso sulla cultura russa in questo momento: che è imperiale, che ha generato e nutrito una mentalità da schiavo...
Penso che la cultura russa abbia un grande elemento imperiale ed è giunto il momento di affrontarlo. Il crollo di un impero è un buon momento per farlo. Estinguerà la cultura russa? No. Potrebbe anche non estinguere le opere di un determinato autore. Riesci a trovare idee imperiali nel lavoro di un determinato autore? Puoi e devi. Perché la necessità di rifiutare completamente o accettare completamente? Non sposerai nessuno e farai voto di amore incondizionato.
La cultura si sviluppa rielaborando se stessa, anche criticando se stessa. Ma la critica non può essere un rifiuto totale.
La cultura stessa fornisce le posizioni da cui partire per criticarla. Non c'è niente di umiliante in questo; non c'è alcun problema nel vedere [idee imperiali] nella cultura russa, isolarla ed esaminare come è collegata ad altri elementi.

Puoi fare un esempio di una ricetta per la saggezza e la speranza all'interno della cultura russa?
Ebbene, il classico critico dell'imperialismo nella storia del pensiero politico è Vladimir Lenin. Fu Lenin a parlare di "grande sciovinismo russo" in relazione all'Ucraina, e attaccò l'imperialismo in altri paesi. Oggi, nelle università di tutto il mondo, lo studio dell'imperialismo inizia con Lenin. La Russia ha anche dato al pensiero politico globale la capacità di pensare al di là dello stato: Mikhail Bakunin, Leo Tolstoy, Peter Kropotkin e per certi versi anche Lenin. L'elenco continua. La Russia non ha dato origine a un pensatore statista o centralista significativo. Tutte le idee sulla centralizzazione in Russia vengono importate. Le idee sulla libertà, l'aiuto reciproco e la dignità vanno nella direzione opposta.

Cosa ne pensi del divario tra chi ha lasciato la Russia e chi è rimasto?
Mi sembra che tutti noi, e il nostro paese, siamo nei guai. Sarebbe bello se tutti coloro che ora sono fuori dalla Russia pensassero a come aiutare coloro che sono in Russia. E se tutti in Russia pensassero a come aiutare chi soffre lontano. Ce la faremo, ma possiamo farcela solo insieme. Solo insieme.


[tradotto automaticamente]
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Ipazia

#461
Ha appena sfiorato la questione che invece è cruciale: L'impero americano. Ormai l'hanno capito tutti quelli che ne subiscono sgradevolmente il dominio e si alleerebbero anche col diavolo per la sua dissoluzione. Poi ci sono i servi e leccapiedi del fortino Nato, a cui l'unico potere rimasto, putrefatta la retorica libertaria e arrancando economia e finanza, è quello militare. E si ritorna al primo motore immoto della guerra globale.

Può spiacere assai, ma l'imperialismo egemone non si abbatte con le marce per la pace, ma con le armi: questo lo sapeva anche Lenin. Purchè siano puntate nella giusta direzione, cosa su cui post girotondini e arcobalenati vari hanno le idee assai confuse.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

InVerno

In realtà dice tutto quello che serve dire, il resto è prosopopea, la Russia di Putin non offre nulla di alternativo, e se fosse al loro posto farebbe le stesse cose. Un moderato, Yudin. Io direi che offre la metastasi di tutto ciò che gli europei non sopportano degli USA, e fosse al loro posto farebbe di molto peggio. Logico è, per chiunque non sia accecato dal risentimento, e si affidi alla saggia citazione che ho in firma, capire la propria posizione. Tu non hai idea di quanti turbopatrioti russi sono scappati in america all'inizio del conflitto, per far partorire le proprie mogli in america e avere figli con cittadinanza americana. Almeno altrettanti di quanti circolano ancora tra Parigi e Londra e mandano i loro figli a studiare a Cambridge in Maserati, anche loro in televisione berciano berciano, ma farebbero carte false per il tuo passaporto, che comunque tu non gli vorresti dare in cambio del loro. Il limite del risentimento è proprio questo, pars destruens tanta, pars costruens nessuna. Quello che è in realtà importante di questa intervista, è che Yudin a mio avviso capisce benissimo il modus vivendi dell'estabilishment russo, e non è certo l'unico, stesse cose direbbero sia le opposizioni che i turbopatrioti. Gli unici che credono alla fattibilità a lungo termine di un negoziato che riporti il "business at usual", sono quelli, spesso europei, che la Russia di Putin non la vogliono proprio capire, ma ne hanno una versione tutta loro con cui fanno trattati armistizi, credono si calmerà con una fetta di torta, mentre quel risentimento non sarà mai soddisfatto, se non nella tomba dei suoi protagonisti.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Ipazia

Come hai messo in firma: non si fugge da un inferno, approdando in un altro. Fossi russa mi sarei creata lì la mia nicchia, come me la sono creata in Italia, senza sposare l'ideologia nazionalista russa come non ho sposato l'ideologia servile Nato italiana. Anche i fuoriusciti russi e i "profughi-naufraghi" hanno capito che il paradiso non esiste.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

anthonyi

Citazione di: Ipazia il 10 Luglio 2023, 06:33:08 AMCome hai messo in firma: non si fugge da un inferno, approdando in un altro. Fossi russa mi sarei creata lì la mia nicchia, come me la sono creata in Italia, senza sposare l'ideologia nazionalista russa come non ho sposato l'ideologia servile Nato italiana. Anche i fuoriusciti russi e i "profughi-naufraghi" hanno capito che il paradiso non esiste.
Solo che tu, in Italia, non stai solo chiusa nella tua nicchia, ma ti permetti anche di lamentarti pubblicamente e di criticare la Nato e l'italia, a differenza della tua omologa russa che, dalla sua nicchia, non si può lamentare certamente. 

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