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Eutanasia e D.A.T.

Aperto da doxa, 27 Febbraio 2017, 21:32:33 PM

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paul11

Citazione di: Eutidemo il 12 Marzo 2017, 15:31:49 PM
Citazione di: paul11 il 28 Febbraio 2017, 16:31:26 PM
E' il concetto di vita e la sua predicazione il problema.
Noi pensiamo ormai che bisogna essere prestanti, sani, indipendenti in un mondo che ci abitua a competere, quel mondo affascinante che la pubblicità ci propina e ci propone.
Già il depresso è un problema.
Ma soprattutto è facile dire drogato, malato psichico che non c'è più: tanto sono le famiglie a sobbarcarsene tutte le problematiche e le nascondono per vergogna, perchè a questo questa società ipocrita è arrivata: a fingere di far finta di essere sani, belli, invincibili e sempre giovani.
Perchè siamo abituati al mondo razionale dove tutto deve essere razionalizzato. ma  secondo questa cultura. malata. perchè è malata se genera questi effetti.
Accade allora che un malato di Alzheimer diventa sempre più probabile in una società che invecchia:cosa  facciamo? Quante nuove sindromi sono nate o  scoperte negli ultimi anni, quante malattie croniche e rare. Quante associazioni di malati esistono, quante retoriche del facciamo elemosina televisiva. Perchè il problema è la ricerca che trova il farmaco, e poi nuove malattie, nuove ricerche....

Ma se la persona malata si sente di peso, perchè questa cultura vigliacca ti fa sentire di peso "diciamo allora "meglio morire...."
Ma dove sono finiti  i sentimenti, cosa diavolo ci ha trasformati in questo tempo veloce dove figli e anziani, nel tempo in cui non si lavora, sono di peso a quelli che lavorano? Sono affari per baby sitter e badanti.
Ma non accorgiamo di quanto tutto è assurdo, ma dove sono le relazioni umane che sono sentimento oltre che razionallragionamento.

Il concetto di eutanasia presuppone il concetto di vita e di come intendiamo la morte.
Ascolto troppi dire " meglio morire che vivere così..." ,ma siamo davvero sicuri di quello che diciamo?
Quando la morte diventa abitudine, nei telegiornali, nei videogiochi, qualcosa si assuefà in noi.
Oggi si pratica l'aborto, ma solo un secolo fa il proletario ,vale a dire famiglie con parecchi figli e non con i redditi attuali , praticava l'economia di scala familiare" per mandare a lavorare più figli possibili e portare a casa  i soldi per l'economia familiare.
Oggi il figlio è un costo, un tempo fa un'opportunità: ma non riusciamo a capire....?
Si è capovolta la struttura socio-economica e i problemi vengono affrontati i n maniera inversa.

Ma allora significa che è l cultura, la struttura socio-economica il problema, le famiglie stesse di come ognuno è perso dentro  i fatti suoi .

Nel momento in cui si è accettato di mettere al mondo i figli, come nel Cottolengo, dobbiamo sapere che prenderci cura è un dovere.
Ed è proprio il prenderci cura che non ne abbiamo più cura. perchè per quanto una persona non sia razionale è comunque sentimento.

Ma noi stringiamo al petto cani e gatti, non più umani.
Non so se sono riuscito a farmi capire...... ma sento un forte disagio.Per molti l'aborto e l'eutanasia è stata una vittoria del diritto, per me una sconfitta sociale di una vita che non ha potuto avere opportunità e di un'altra vita che ha preferito andarsene perchè era un tormento il susseguirsi delle albe e tramonti.
Ma ribadisco , non vedo alternative alla libertà dell'autodeterminarsi.

In effetti, condivido tutte le tue perplessità.
Il concetto di eutanasia presuppone il concetto di vita e di come intendiamo la morte.
Ma siamo davvero sicuri di quello che diciamo, quando diciamo: Meglio vivere così, piuttosto che morire?"
Caro Eutidemo,
ma vale anche
siamo sicuri quando diciamo Meglio morire, che vivere così?
Ritengo che l'eutanasia abbia in sè la duplice problematizzazione: è cultura ,ma è anche esistenza..
La cultura interpreta il concetto di vita: chi dice che è  Essere che si fa Esistenza, e chi ritiene che l'Esistenza induca
solo una disponibilità di proprietà esclusivamente sua data da una libertà.
Il diritto non ha fatto altro che aggrovigliare, inviluppando i due concetti

Duc in altum!

**  scritto da Eutidemo:
CitazioneAnche io sono cristiano, ma, come da me argomentato nel mio TOPIC "Del suicidio", non credo che necessariamente il suicidio debba considerarsi un atto peccaminoso.
Diciamo che allora sei un "diversamente cristiano".  8)
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

jsebastianB

Citazione di: Fharenight il 06 Marzo 2017, 17:33:42 PM
L'aborto terapeutico, cioè quello consentito per salvaguardare la vita della donna è consentito dalla Chiesa, com'è consentito il non accanimento terapeutico. Ora, posso capire che l'utente Sebastian dica falsità e sciocchezze come è solito fare nei suoi giudizi sui generis verso la Chiesa, ma è grave che questo non lo sappia o lo abbia volutamente taciuto Sgiombo, un medico.



Mai e poi mai la Chiesa di Roma permette l' aborto !! Non esistono eccezioni (!) per nessun motivo !

Anche se la donna dovesse essere in pericolo di vita / la priorita'  (!)  assoluta va all' embrione !

Questi sono i relativi articoli del catechismo di santa romana chiesa: - 2272:
La cooperazione formale a un aborto costituisce una colpa grave. La Chiesa sanziona con una pena canonica di scomunica questo delitto contro la vita umana. "Chi procura l'aborto, ottenendo l'effetto, incorre nella scomunica latae sententiae" [⇒ Codice di Diritto Canonico, 1398] "per il fatto stesso d'aver commesso il delitto" [⇒ Codice di Diritto Canonico, 1398] e alle condizioni previste dal Diritto [Cf ⇒ ibid., 1323-1324]. La Chiesa non intende in tal modo restringere il campo della misericordia.
Essa mette in evidenza la gravità del crimine commesso, il danno irreparabile causato all'innocente ucciso, ai suoi genitori e a tutta la società.

- 2274 L'embrione, poiché fin dal concepimento deve essere trattato come una persona, dovrà essere difeso nella sua integrità, curato e guarito, per quanto è possibile, come ogni altro essere umano.
La diagnosi prenatale è moralmente lecita, se "rispetta la vita e l'integrità dell'embrione e del feto umano ed è orientata alla sua salvaguardia o alla sua guarigione individuale. . . Ma essa è gravemente in contrasto con la legge morale quando contempla l'eventualità, in dipendenza dai risultati, di provocare un aborto: una diagnosi. . . non deve equivalere a una sentenza di morte" [Congregazione per la Dottrina della Fede, Istr. Donum vitae, III].

http://www.vatican.va/archive/ITA0014/_P7Y.HTM

 

Quello che evidenzio dunque è la FALSITA' della tua affermazione relativa al "permesso" / eccezione di un eventuale aborto terapeutico " pur di salvare la donna "   per la chiesa ella puo' benissimo sacrificarsi _ a vantaggio del futuro nascituro !!


E dunque ti chiederei di fornire le "tue" fonti che smentirebbero questa precisa ed irrevocabile posizione della chiesa di Roma !!


Per l' eutanasia .. si sa bene la loro posizione......
http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_20090711_aborto-procurato_it.html

InVerno

Citazione di: Eutidemo il 12 Marzo 2017, 15:49:42 PM
In ogni caso, con un'iniezione di Nembutal, si evita anche il rischio di cadere in testa a qualcuno gettandosi da soli dalla finestra (come talvolta è accaduto), ovvero di causare un incidente stradale o ferroviario (come pure è accaduto).

O di trovarsi un appartamento riempito di gas pronto ad esplodere, come è accaduto al sottoscritto che ha avuto la fortuna di sentirne la puzza nel vano scale e chiamare i pompieri prima che saltasse l'intero palazzo.. In ogni caso questo liet motiv della fuga dalle proprie responsabilità è infantile quanto triste, posto che una legge di uno stato di diritto non dovrebbe essere nemmeno scalfita da argomentazioni simili, le sole opinioni umane che le propugnano hanno un soffocante lezzo di machismo internettiano, sembra quasi di vedere il duce sciare a petto nudo. Con quale sicurezza e arroganza si vocifera e giudica su argomenti cosi personali rimane fuori dalla mia comprensione tanto quanto la scelta del suicidio. Questo sarebbe il vantaggio di riconoscere il suicidio come libertà personale, evitare perlomeno il coro di oche starnazzanti delle vicine di case, l'infame ritornello degli sciatori a petto nudo e gli sproloqui vari. Possiamo comunicare con gli altri, questo non significa che possiamo capirli, e questo rende ardimentoso giudicarli, e questo provoca un limite, che andrebbe rispettato, perlomeno per buon gusto.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Eutidemo

Citazione di: paul11 il 12 Marzo 2017, 18:15:20 PM
Citazione di: Eutidemo il 12 Marzo 2017, 15:31:49 PM
Citazione di: paul11 il 28 Febbraio 2017, 16:31:26 PM
E' il concetto di vita e la sua predicazione il problema.
Noi pensiamo ormai che bisogna essere prestanti, sani, indipendenti in un mondo che ci abitua a competere, quel mondo affascinante che la pubblicità ci propina e ci propone.
Già il depresso è un problema.
Ma soprattutto è facile dire drogato, malato psichico che non c'è più: tanto sono le famiglie a sobbarcarsene tutte le problematiche e le nascondono per vergogna, perchè a questo questa società ipocrita è arrivata: a fingere di far finta di essere sani, belli, invincibili e sempre giovani.
Perchè siamo abituati al mondo razionale dove tutto deve essere razionalizzato. ma  secondo questa cultura. malata. perchè è malata se genera questi effetti.
Accade allora che un malato di Alzheimer diventa sempre più probabile in una società che invecchia:cosa  facciamo? Quante nuove sindromi sono nate o  scoperte negli ultimi anni, quante malattie croniche e rare. Quante associazioni di malati esistono, quante retoriche del facciamo elemosina televisiva. Perchè il problema è la ricerca che trova il farmaco, e poi nuove malattie, nuove ricerche....

Ma se la persona malata si sente di peso, perchè questa cultura vigliacca ti fa sentire di peso "diciamo allora "meglio morire...."
Ma dove sono finiti  i sentimenti, cosa diavolo ci ha trasformati in questo tempo veloce dove figli e anziani, nel tempo in cui non si lavora, sono di peso a quelli che lavorano? Sono affari per baby sitter e badanti.
Ma non accorgiamo di quanto tutto è assurdo, ma dove sono le relazioni umane che sono sentimento oltre che razionallragionamento.

Il concetto di eutanasia presuppone il concetto di vita e di come intendiamo la morte.
Ascolto troppi dire " meglio morire che vivere così..." ,ma siamo davvero sicuri di quello che diciamo?
Quando la morte diventa abitudine, nei telegiornali, nei videogiochi, qualcosa si assuefà in noi.
Oggi si pratica l'aborto, ma solo un secolo fa il proletario ,vale a dire famiglie con parecchi figli e non con i redditi attuali , praticava l'economia di scala familiare" per mandare a lavorare più figli possibili e portare a casa  i soldi per l'economia familiare.
Oggi il figlio è un costo, un tempo fa un'opportunità: ma non riusciamo a capire....?
Si è capovolta la struttura socio-economica e i problemi vengono affrontati i n maniera inversa.

Ma allora significa che è l cultura, la struttura socio-economica il problema, le famiglie stesse di come ognuno è perso dentro  i fatti suoi .

Nel momento in cui si è accettato di mettere al mondo i figli, come nel Cottolengo, dobbiamo sapere che prenderci cura è un dovere.
Ed è proprio il prenderci cura che non ne abbiamo più cura. perchè per quanto una persona non sia razionale è comunque sentimento.

Ma noi stringiamo al petto cani e gatti, non più umani.
Non so se sono riuscito a farmi capire...... ma sento un forte disagio.Per molti l'aborto e l'eutanasia è stata una vittoria del diritto, per me una sconfitta sociale di una vita che non ha potuto avere opportunità e di un'altra vita che ha preferito andarsene perchè era un tormento il susseguirsi delle albe e tramonti.
Ma ribadisco , non vedo alternative alla libertà dell'autodeterminarsi.

In effetti, condivido tutte le tue perplessità.
Il concetto di eutanasia presuppone il concetto di vita e di come intendiamo la morte.
Ma siamo davvero sicuri di quello che diciamo, quando diciamo: Meglio vivere così, piuttosto che morire?"
Caro Eutidemo,
ma vale anche
siamo sicuri quando diciamo Meglio morire, che vivere così?
Ritengo che l'eutanasia abbia in sè la duplice problematizzazione: è cultura ,ma è anche esistenza..
La cultura interpreta il concetto di vita: chi dice che è  Essere che si fa Esistenza, e chi ritiene che l'Esistenza induca
solo una disponibilità di proprietà esclusivamente sua data da una libertà.
Il diritto non ha fatto altro che aggrovigliare, inviluppando i due concetti

"Secondo me", è sicuramente meglio morire che vivere così; tratto ampiamente tale tema nel mio "topic" DEL SUICIDIO, nel settore FILOSOFIA.
Ed invero: 
"Non è ver che sia la morte
Il peggior di tutti i mali.
È un sollievo de' mortali,
che son stanchi di soffrir!"
Ad ogni modo, il punto non è questo, bensì la libera scelta.
Ed invero, ritengo parimenti iniquo:
- sopprimere qualcuno, sia pure in disperate condizioni terminali, senza chiedere il suo parere (come spesso fanno dei, sia pure ben intenzionati, angeli della morte);
- costringere qualcuno a vivere, in disperate e dolorose condizioni terminali, se costui desidera espressamente farla finita (come spesso fanno dei, sia pure ben intenzionati, dottori).
Poichè lo Stato Etico ha fatto il suo tempo, a me sembra una cosa ovvia.
Ma, come ho detto, tratto più approfonditamente il tema nel mio "topic" DEL SUICIDIO, nel settore FILOSOFIA.

Eutidemo

Citazione di: InVerno il 12 Marzo 2017, 22:44:27 PM
Citazione di: Eutidemo il 12 Marzo 2017, 15:49:42 PM
In ogni caso, con un'iniezione di Nembutal, si evita anche il rischio di cadere in testa a qualcuno gettandosi da soli dalla finestra (come talvolta è accaduto), ovvero di causare un incidente stradale o ferroviario (come pure è accaduto).

O di trovarsi un appartamento riempito di gas pronto ad esplodere, come è accaduto al sottoscritto che ha avuto la fortuna di sentirne la puzza nel vano scale e chiamare i pompieri prima che saltasse l'intero palazzo.. In ogni caso questo liet motiv della fuga dalle proprie responsabilità è infantile quanto triste, posto che una legge di uno stato di diritto non dovrebbe essere nemmeno scalfita da argomentazioni simili, le sole opinioni umane che le propugnano hanno un soffocante lezzo di machismo internettiano, sembra quasi di vedere il duce sciare a petto nudo. Con quale sicurezza e arroganza si vocifera e giudica su argomenti cosi personali rimane fuori dalla mia comprensione tanto quanto la scelta del suicidio. Questo sarebbe il vantaggio di riconoscere il suicidio come libertà personale, evitare perlomeno il coro di oche starnazzanti delle vicine di case, l'infame ritornello degli sciatori a petto nudo e gli sproloqui vari. Possiamo comunicare con gli altri, questo non significa che possiamo capirli, e questo rende ardimentoso giudicarli, e questo provoca un limite, che andrebbe rispettato, perlomeno per buon gusto.

Bravo...avevo dimenticato la disperata forma di suicidio "clandestino" più pericolosa per gli altri: il GAS!
Comunque, tratto ampiamente tale tema nel mio "topic" DEL SUICIDIO, nel settore FILOSOFIA.

Eutidemo

Citazione di: Duc in altum! il 12 Marzo 2017, 18:47:14 PM
**  scritto da Eutidemo:
CitazioneAnche io sono cristiano, ma, come da me argomentato nel mio TOPIC "Del suicidio", non credo che necessariamente il suicidio debba considerarsi un atto peccaminoso.
Diciamo che allora sei un "diversamente cristiano".  8)

Diciamo, piuttosto, che sono "diversamente cattolico".
Dal mio punto di vista, infatti, "diversamente cristiana" è la Chiesa Cattolica; a cominciare dai fatti più banali.
Ad esempio, Gesù disse espressamente: "Non chiamate nessuno "padre" sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo." (Matteo 23).
E, dal contesto, si capisce chiaramente che non si riferiva ai "padri" biologici, sebbene proprio ai "sedicenti" "padri" sacerdotali (*); cioè ai Farisei, di cui, facendosi chiamare "padri", gli attuali sacerdoti cattolici (specie quelli che girano in "limousine" vestiti di porpora)  si dichiarano palesemente dei degni epigoni.
"Diversamente cristiani", perciò, sono LORO per primi; anche per fatti molto meno banali (purtroppo).
Sebbene non tutti, a dire il vero.

(* Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito. 5 Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filattèri e allungano le frange; 6 amano posti d'onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe 7 e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare "rabbì" dalla gente. 8 Ma voi non fatevi chiamare "rabbì", perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli. 9 E non chiamate nessuno "padre" sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. 10 E non fatevi chiamare "maestri", perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo. 11 Il più grande tra voi sia vostro servo; 12 chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato.
13 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci. )
 

Duc in altum!

@Eutidemo

E' inutile che cambi discorso, il suicidio è peccato (leggasi mancanza di amore) per qualsiasi pratica filo-cristiana, giacché la vita è un dono di Dio. Quindi puoi definirti cristiano quanto vuoi, questo è un tuo dilemma, io ho semplicemente confutato alla tua personale interpretazione sul suicidio o eutanasia.

Pace & Bene
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

donquixote

Citazione di: Duc in altum! il 13 Marzo 2017, 09:52:47 AM@Eutidemo E' inutile che cambi discorso, il suicidio è peccato (leggasi mancanza di amore) per qualsiasi pratica filo-cristiana, giacché la vita è un dono di Dio. Quindi puoi definirti cristiano quanto vuoi, questo è un tuo dilemma, io ho semplicemente confutato alla tua personale interpretazione sul suicidio o eutanasia. Pace & Bene

Se la vita è un dono di Dio lo è anche la morte, e se si giustifica e addirittura si incoraggia il fatto di porre sotto il controllo medico la vita con tutta la tecnica e la tecnologia odierne non ci si può poi lamentare se l'uomo vorrà controllare e "medicalizzare" anche la morte.
Non c'è cosa più deprimente dell'appartenere a una moltitudine nello spazio. Né più esaltante dell'appartenere a una moltitudine nel tempo. NGD

Sariputra

#54
Citazione di: Eutidemo il 13 Marzo 2017, 06:38:17 AM
Citazione di: Duc in altum! il 12 Marzo 2017, 18:47:14 PM** scritto da Eutidemo:
CitazioneAnche io sono cristiano, ma, come da me argomentato nel mio TOPIC "Del suicidio", non credo che necessariamente il suicidio debba considerarsi un atto peccaminoso.
Diciamo che allora sei un "diversamente cristiano". 8)
Diciamo, piuttosto, che sono "diversamente cattolico". Dal mio punto di vista, infatti, "diversamente cristiana" è la Chiesa Cattolica; a cominciare dai fatti più banali. Ad esempio, Gesù disse espressamente: "Non chiamate nessuno "padre" sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo." (Matteo 23). E, dal contesto, si capisce chiaramente che non si riferiva ai "padri" biologici, sebbene proprio ai "sedicenti" "padri" sacerdotali (*); cioè ai Farisei, di cui, facendosi chiamare "padri", gli attuali sacerdoti cattolici (specie quelli che girano in "limousine" vestiti di porpora) si dichiarano palesemente dei degni epigoni. "Diversamente cristiani", perciò, sono LORO per primi; anche per fatti molto meno banali (purtroppo). Sebbene non tutti, a dire il vero. (* Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito. 5 Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filattèri e allungano le frange; 6 amano posti d'onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe 7 e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare "rabbì" dalla gente. 8 Ma voi non fatevi chiamare "rabbì", perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli. 9 E non chiamate nessuno "padre" sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. 10 E non fatevi chiamare "maestri", perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo. 11 Il più grande tra voi sia vostro servo; 12 chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato. 13 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci. )  

Se pensiamo a quello che è diventato il cristianesimo attuale e quello che è invece l'insegnamento di Yeoshwa ci domandiamo: "cosa è rimasto" o "cosa è diventato" ? Ma la stessa riflessione si può fare per tutte le religioni storiche. Qual'era il Dharma autentico del Buddha e cosa è diventato il 'buddhismo' attuale?
Nel caso del 'buddhismo' si sta lentamente sviluppando però un tentativo di ritorno, di riscoperta dell'insegnamento originale. Quello che è interessante è che il rinnovamento nasce e si consolida in Occidente, tanto che, cosa che penso non tutti sappiano, l'interpretazione ufficiale , per es. dei Thera meridionali, che si studia nelle scuole del sud-est asiatico, è l'interpretazione 'occidentale' si può dire ( e questo è particolarmente curioso e interessante...). Infatti per capire l'interpretazione data te la devi studiare, per esempio, sui testi di Nyanaponikha Mahathera, al secolo Sigmund Feniger, tedesco, e se vuoi una seria traduzione del canone Pali non puoi prescindere dall'opera di K.E.Neumann. Gli studiosi occidentali  che hanno abbracciato esistenzialmente il sentiero sono più liberi da tutte le incrostazioni culturali, fideistiche e storico-politiche che si erano ammassate sul corpo della dottrina. Credo che qualcosa di analogo stia germinando, ma ancora solo come embrione, nel cristianesimo povero del terzo mondo, in certe esperienze africane e sudamericane. Nel caso del buddhismo l'apporto ( quello serio s'intende) delle forze nuove 'occidentali' sta risultando decisivo e si osserva un rifiorire di esperienze di autentico dharma buddhista. Forse una cosa simile, con altre modalità ovviamente, si imporrà nel cristianesimo dando nuova linfa. Penso che ne abbia bisogno...

P.S. Ovviamente questa riflessione non c'entra nulla con il tema...chiedo venia...
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

Eutidemo

Citazione di: Duc in altum! il 13 Marzo 2017, 09:52:47 AM
@Eutidemo

E' inutile che cambi discorso, il suicidio è peccato (leggasi mancanza di amore) per qualsiasi pratica filo-cristiana, giacché la vita è un dono di Dio. Quindi puoi definirti cristiano quanto vuoi, questo è un tuo dilemma, io ho semplicemente confutato alla tua personale interpretazione sul suicidio o eutanasia.

Pace & Bene

Dove sta scritto che è "in ogni caso" peccat?
Al riguardo, in effetti, in nessun punto del Vangelo (e della Bibbia in generale, se non mi sbaglio) è espressamente proibito il "suicidio" in quanto tale, nè è considerato "peccato"; il suicidio di Giuda, infatti, viene deprecato non tanto in sè e per sè, ma perchè -suicidandosi- Giuda manifestò di non  credere che Gesù lo avrebbe perdonato per il suo tradimento (come invece fece Pietro, che anche lui lo aveva tradito).
Semmai, mediatamente, il divieto di suicidio dovrebbe intendersi implicito nel 5° Comandamento ( «Non uccidere»); e qui il discorso, secondo me, comincia a farsi interessante.
Ed infatti, citando Matteo 22,35-40: "... uno di loro, dottore della legge, gli domandò, per metterlo alla prova:  «Maestro, qual è, nella legge, il gran comandamento?» E Gesù rispose: «"Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente". Questo è il grande e il primo comandamento.  Il secondo, simile a questo, è: "Ama il tuo prossimo come te stesso". Da questi due comandamenti dipendono tutta la legge e i profeti»."
Non so se qualcuno si è accorto che, in sostanza, Gesù, così dicendo, anticipa la distinzione che Emanuele Kant faceva tra "imperativi ipotetici" ed "imperativi categorici": i primi, in sostanza,   possono tradursi in "se vuoi A devi fare B" , i secondi in "è A che devi comunque perseguire, a prescindere da B".
Secondo la mia interpretazione della Bibbia, quindi:
- i dieci comandamenti debbono considerarsi soltanto "imperativi ipotetici" (prescrizionali);
i due comandamenti di Gesù, invece, costituiscono i soli veri "imperativi categorici" alla realizzazione dei quali i primi sono meramente strumentali.
"Ama e fai ciò che vuoi" è una delle frasi più celebri di sant'Agostino, ispirata da San Paolo.
In effetti, anche la Chiesa Cattolica (sia pure non espressamente) aderisce a questa mia esegesi.
Al riguardo, ad esempio, ricordo soltanto la dottrina cattolica sul "Tirannicidio"; la quale, sotto tale aspetto, ritenne -e tutt'ora ritiene- l'"omicidio" addirittura un "punto in più" per guadagnarsi il Paradiso, nel caso in cui esso sia "strumentale" per ottenere un bene superiore.
Solo per citare  il più illustre teologo cattolico, Tommaso d'Aquino, costui, nel "commento alle Sentenze di Pietro Lombardo" non considera affatto peccato, bensì eccellente merito, quello di "...colui che libera il suo Paese uccidendo un tiranno."; non a caso Stauffenberg, che tentò invano di uccidere Hitler, era un fervente cattolico.
Se ne desume, quindi, che, il V comandamento (non uccidere), non costituisce affatto un imperativo "categorico", bensì uno meramente "ipotetico"; e lo stesso vale per il "suicidio", come il meno sta al più.
Al riguardo, infatti, riferirò un aneddoto, vissuto personalmente da mio nonno nella prima guerra mondiale; un suo commilitone si gettò su una granata lanciata dagli Austriaci nel loro nido di mitragliatrici, facendone scudo col suo corpo, al fine di evitare che, esplodendo, essa potesse uccidere o ferire i suoi compagni.
Tecnicamente fu un "suicidio", perchè sia lui che mio nonno (che, a sua differenza, lo fece), si sarebbero comunque potuti salvare, abbassandosi sotto il rivellino retrostante l'affusto, mentre gli altri tre nella buca non avrebbero avuto alcuno scampo; ma non dubito affatto che quel generoso soldato, gettandosi suicidamente sulla bomba, sia andato dritto in Paradiso!
Ed infatti, Gesù disse pure:  " ....non esiste un amore così grande, come quello di chi dona la sua vita per salvare quella dei suoi amici"(Giovanni 15,13).
In altre parole, quello che conta non è l'atto in sè (omicidio, suicidio ecc.), bensì il contesto, le sue motivazioni, ed il modo e il fine per cui lo si compie!
Quello solo importa!
Premesso quanto sopra, ovviamente, questo non significa AFFATTO giustificare qualunque tipo di suicidio; ed infatti, a mio avviso tale atto può essere determinato anche da motivi, per così dire, non solo non meritori...ma addirittura disdicevoli.
Ad esempio, a mio parere, se un imprenditore, per evitare il presunto "disonore" derivante da un fallimento economico, oppure da una condanna penale, si toglie la vita, lasciando a piangerlo la moglie e dei figli ancora bambini, indubbiamente commette un atto assolutamente riprovevole e da condannare; cioè, religiosamente parlando, commette un vero "peccato".
Sebbene, sarà sempre Dio a giudicare al riguardo...non certo io (nè nessun altro).
Tra il "suicidio meritevole" (quello del soldato del mio esempio), e quello del "suicidio condannabile" (quello dell'imprenditore), esiste però una vastissima gamma di ipotesi diverse, che andrebbero valutate caso per caso.
Quello che qui intendevo evidenziare, come, in via di principio, l'atto del "suicidio" non sia "in sè e per sè" condannabile, neanche alla luce delle sacre scritture.
Ovviamente (sempre che uno ci creda) ciascuno può interpretarle come crede; anche la Chiesa, ovviamente.
Però mi sembra norma di elementare buon senso, e di  logica, non riconoscere alcun valore ad una procura, firmata dal solo procuratore (o sedicente tale); quale, appunto, è la Chiesa Cattolica, che ha lo stesso diritto di interpretare Bibbia e Vangelo di quello che ho io...fino a prova contraria.
Ma, questo, è un altro discorso!

Duc in altum!

#56
**  scritto da Eutidemo:
CitazionePerò mi sembra norma di elementare buon senso, e di  logica, non riconoscere alcun valore ad una procura, firmata dal solo procuratore (o sedicente tale); quale, appunto, è la Chiesa Cattolica, che ha lo stesso diritto di interpretare Bibbia e Vangelo di quello che ho io...fino a prova contraria.
Come volevasi dimostrare: secondo la tua personale interpretazione. Quindi sei cristiano tanto quanto Renzi sostiene di essere cattolico (o addirittura di sinistra).
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

Duc in altum!

**  scritto da donquixote:
CitazioneSe la vita è un dono di Dio lo è anche la morte
Ma la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo;
e ne fanno esperienza coloro che gli appartengono. (Sap 2,24)

Mi dispiace @donquixote, non stiamo parlando (o non abbiamo fede) dello stesso Dio.
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

donquixote

Citazione di: Duc in altum! il 13 Marzo 2017, 12:32:52 PM** scritto da donquixote:
CitazioneSe la vita è un dono di Dio lo è anche la morte
Ma la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo; e ne fanno esperienza coloro che gli appartengono. (Sap 2,24) Mi dispiace @donquixote, non stiamo parlando (o non abbiamo fede) dello stesso Dio.

Stiamo parlando della stessa cosa solo che non la interpretiamo nello stesso modo. Se la morte è opera del diavolo allora tutti i papi e i santi della storia sono stati "carpiti" dal diavolo, e non ha senso parlare di un morto dicendo "è tornato alla casa del Padre" ma si dovrebbe dire "è stato portato via dal diavolo" (che in attesa del "Giudizio Universale" se lo tiene ben stretto)

La citazione dal Libro della Sapienza dice chiaramente che fanno esperienza della morte coloro che già appartengono al diavolo, quindi coloro che "vedono" la morte come un male in sé e non come un necessario complemento della vita.
Non c'è cosa più deprimente dell'appartenere a una moltitudine nello spazio. Né più esaltante dell'appartenere a una moltitudine nel tempo. NGD

Duc in altum!

#59
**  scritto da donquixote:
CitazioneStiamo parlando della stessa cosa solo che non la interpretiamo nello stesso modo. Se la morte è opera del diavolo allora tutti i papi e i santi della storia sono stati "carpiti" dal diavolo, e non ha senso parlare di un morto dicendo "è tornato alla casa del Padre" ma si dovrebbe dire "è stato portato via dal diavolo" (che in attesa del "Giudizio Universale" se lo tiene ben stretto)

Beh, in attesa della Parusia, e quindi del secondo e definitivo giudizio per i già morti, non penso che la tua riflessione sia tanto lontana dalla verità, basti pensare al Purgatorio.
Meno per i morti in "santità", non dimentichiamo che a Dio tutto è possibile, quindi salvare una volte per tutte, già al primo processo, chi Lui pensi ne sia degno.

La mia meditazione, ritornando alla discussione, non è se suicidarsi sia un bene o un male (per me, lo sapete, se si ferma Iddio innanzi al libero arbitrio, come potrei permettermi io di andare oltre), ma che avrei dei seri dubbi riguardo alla genuinità della fede (cristiana) di chiunque affermasse di essere cristiano eppure si suicidasse. Non c'è alcuna circostanza che possa giustificare qualcuno cristiano che prenda la propria vita.
"...è chiaro qui si parla di soggetti che intenzionalmente e lucidamente fanno tale gesto, non di coloro che lo fanno sotto pressioni morali, psichiche, di malattie, ecc. per questi dobbiamo giustamente invocare la misericordia di Dio. Solo Lui è stato capace di trasformare la morte in vita eterna..." - (padre Athos Turchi, docente di filosofia alla Facoltà Teologica dell'Italia centrale)


CitazioneLa citazione dal Libro della Sapienza dice chiaramente che fanno esperienza della morte coloro che già appartengono al diavolo, quindi coloro che "vedono" la morte come un male in sé e non come un necessario complemento della vita.
Benissimo, quindi se è un naturale compimento della vita, convieni con me che alterare, adulterare, la naturalità delle cose, diviene un po' come volersi sostituire a Dio, creatore della perfezione nella natura?


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P.S. = non ha senso parlare di un morto dicendo "è tornato alla casa del Padre" giacché quando mai c'era stato prima?  :D  ;)  :D
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

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