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Eutanasia e D.A.T.

Aperto da doxa, 27 Febbraio 2017, 21:32:33 PM

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doxa

Fabiano Antoniani, 40 anni, conosciuto col nome d'arte "Dj Fabo", tetraplegico e cieco a seguito di un incidente stradale, è morto in Svizzera, dove è stato costretto a farsi trasportare per non soffrire più fisicamente: "Lasciatemi morire", ha detto.
Ha chiesto ed ottenuto l'eutanasia in Svizzera perché in Italia la legge sul "testamento biologico" è ferma da due anni in Parlamento per colpa di numerosi parlamentari di diversi partiti.

In Italia l'eutanasia è ancora un reato. Anche per colpa del Vaticano il parlamento italiano non legifera su questa materia pur nella distinzione tra eutanasia e DAT: "Disposizione anticipata di trattamento"...sanitario, detto pure "testamento biologico".
Per conseguenza, ogni anno oltre 200 italiani, in vita vegetativa, sono costretti ad andare oltre confine per porre fine alle loro sofferenze (eutanasia) spendendo circa 10 mila euro.

Le DAT (differenti dall'eutanasia) permettono all'individuo di decidere quali trattamenti sanitari voler ricevere in futuro nel caso non si sia in grado di esprimere la propria volontà nella fase finale della vita. Tali disposizioni vincolano il fiduciario, pur lasciando la possibilità di modificare alcune cose.

In parlamento si continua a teorizzare dimenticando le sofferenze reali dei malati.
Secondo il sondaggio Eurispes il 78% degli italiani è favorevole all'eutanasia, però questo diritto viene negato. La Chiesa grida che la vita è sacra, che ci è data da Dio,  i non credenti replicano che la vita è soggettiva ed ognuno ha il diritto di gestirla.

Dietro queste prese di posizione ci sono due visioni della vita e della disponibilità della vita.


I medici cattolici dicono che la medicina non può intervenire nel fine vita di una persona perché non fa parte della sua missione, che è quella di salvare o curare i malati.  Inoltre affermano che nelle nazioni in cui c'è la legge non viene sancito che l'eutanasia è legale ma è soltanto depenalizzato il reato quando è praticata con determinate regole. 

SOVIET

Un argomento molto complesso, ed è difficile dare delle risposte. La questione necessiterebbe di un attento ragionamento. Però, qualsiasi ragionamento verrebbe meno ad una semplice domanda: e se in quelle condizioni ci fossi tu? A questo punto, la risposta, la scelta è soggettiva, anche se credo che molti opterebbero per l'eutanasia. In effetti, che motivo c'è di soffrire per il resto dei tuoi giorni? La vita è già amara affrontandola sani e forti, figuriamoci essendo tetraplegici o altro.
Nello Stato, si deve porre la domanda: ma decidere di morire è un diritto? 
Credo che non sia un diritto, ma dallo Stato potrebbe, comunque, arrivare una concessione ed ammettere il suicidio assistito. D'altronde, se così vuole il popolo, credo sia giusto. 
A me, comunque, personalmente l'idea non piace (perché sono cristiano), ma non nego ciò che gli altri desiderano.
La questione mi ha toccato profondamente. Ora, da filosofo semi-masochista vado nuovamente a riflettere sul senso della vita, sperando di trovare una risposta semi-soddisfacente.

doxa

#2
Ciao Soviet, dici che sei cristiano, bene, ma da "cattocomunista" è necessario che tu sappia che è la Chiesa che crea il problema, imponendo la sua ideologia anche a chi non crede, tramite suoi "emissari" nel parlamento che ostacolano l'iter della legge.

Sono anni che in Italia  si discute sugli  aspetti etici e le ricadute sociali delle decisioni sul cosiddetto "testamento biologico". Qui c'è in gioco l'assolutizzazione del principio di autodeterminazione.

L'art. 32 della nostra Costituzione afferma che "nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge" e "la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana". Allora si sbrigassero a fare questa nuova legge non "papocchiata"  riguardante il D.A.T e l'eutanasia.

Il principio di autodeterminazione è collegato al processo di emancipazione dell'individuo anche dalla tutela religiosa. L'affermazione dell'assoluta autonomia della persona umana nello scenario della vita ha per me laico, limitazioni dalle leggi dello Stato non dai precetti religiosi, che invece vengono accolti e rispettati dai devoti.

Secondo la Chiesa nessuno può disporre a suo piacimento di un bene/valore per sua natura originario e indisponibile, quale è quello della vita. Questa convinzione si fonda per chi crede che la sua vita gli sia stata da Dio e Lui solo ne può decidere, ma  perché deve valere anche per chi non crede ? Un prete mi risponderebbe che  se la vita non fosse un valore indisponibile tutti saremmo esposti all'arbitrio di chi volesse farsene padrone. Io non lo credo !

La "Nuova carta degli operatori sanitari", presentata il 6 febbraio scorso (2017), ricorda in proposito che "tutelare la dignità del morire" significa "rispettare il malato nella fase terminale della vita", escludendo sia di "anticipare la morte" con l'eutanasia, sia di "dilazionarla con il cosiddetto accanimento terapeutico". Queste sono le affermazioni che costringono i malati terminali ad andare all'estero per smettere la sofferenza da malattia.

Jacopus

#3
Uno stato di diritto non teocratico e non "teocratico mascherato" dovrebbe garantire il diritto a disporre della propria vita secondo protocolli e normative rigorose esattamente come accade con l'aborto. Ed infatti quasi tutti i paesi occidentali si sono dotati di una normativa su questa materia. La guerra che la Lega sta facendo contro questa battaglia civile e' in proposito curiosa. Infatti  alla fine si dimostra alleata della stessa mentalita' islamica che tende a non separare i precetti religiosi da quelli civili. Alla faccia del rispedire i maomettani sui loro cammelli. Abbiamo anche fra i lumbard doc dei validi maomettani che si vestono di verde, non a caso il colore simbolico dell'islam.
Sono piu' coerenti i difensori cattolici che almeno vedono nel dolore terreno la giusta retribuzione per ascendere in paradiso.
Al di la' di questa nota di colore la tematica e' complessa e per certi versi simile a quella sull'aborto.
Sono del parere che l'aborto debba essere permesso in modo regolamentato ma che debbano anche esservi dei potenti strumenti economici, di sostegno, preventivi affinche' non si giunga all'aborto. Lo stesso criterio dovrebbe essere adottato per le procedure di fine vita.
Ultimo sarcasmo: e' davvero buffo come nel corso della vita, se non abbiamo le maniglie giuste, possiamo essere sfanculati ad libitum e quando diciamo " basta" con delle serie motivazioni ci si viene a dire: "nooo .... guarda, la tua vita e' troppo preziosa"!
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

doxa

Jacopus, sono d'accordo con te.
La Chiesa cattolica  non accetta il suicidio razionale. Nei suoi insegnamenti ribadisce la sacralità della vita e considera il suicidio un peccato grave che vanifica il progetto divino sull'uomo. Nel passato negava le esequie religiose ai suicidi per dissuadere dal compiere il tragico gesto. Nel nostro tempo, invece, il Vaticano per non rimanere emarginato ha disposto che la Chiesa nella sua funzione pastorale, celebri i funerali religiosi dei suicidi.

Idem con la cremazione dei corpi. Nel 1886 la Chiesa condannò esplicitamente la cremazione, consapevole che avrebbe condotto a una laicizzazione della cerimonia funebre. Per tale motivo l'incinerazione era diventata una delle bandiere ideologiche della massoneria.
Il divieto canonico posto dal decreto della Congregazione del Santo Uffizio il 12 maggio 1866,  fu confermato successivamente da papa Leone XII.

Dopo circa cento anni e le trasformazioni socio-culturali, la Chiesa con le sue "piroette" si adeguò per non perdere "clienti" e nel 1963 concesse il permesso di ricorrere alla cremazione, ribadendo che la pratica propria dei cristiani è l'inumazione, la sepoltura nella terra, prassi idonea per esprimere la fede nella risurrezione della carne.

Duc in altum!

#5
**  scritto da altamarea:
CitazioneCiao Soviet, dici che sei cristiano, bene, ma da "cattocomunista" è necessario che tu sappia che è la Chiesa che crea il problema, imponendo la sua ideologia anche a chi non crede, tramite suoi "emissari" nel parlamento che ostacolano l'iter della legge.
Pura speculazione spicciola, in Italia il parlamento, questo parlamento, ha fatto legge l'unione tra le coppie di fatto omosessuali, per non parlare del fatto che sempre in Italia si può abortire o divorziare h24.
L'ideologia imposta è al contrario!

Anche se per i principi evangelici la Chiesa ammonisce queste decisioni personali, il problema è che l'eutanasia ancora non produce un bel cospicuo numero di voti, quindi il problema è l'opportunismo dei laicisti e dei cattolici da salotto parlamentari e non la dottrina della Chiesa (infatti non è che perché legge Essa sia scesa a compromessi con l'aborto ecc. ecc.), tempo 3-5 anni e vedrai come il suicidio-assistito sarà regolarizzato giuridicamente anche in Italia. Facendo credere, ideologicamente, che è cosa buona e giusta. Amen e così sia.
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

donquixote

Come al solito (e come sottolinea giustamente Duc) si tira in ballo la Chiesa per giustificare uno stato e un Parlamento che che non vogliono decidere. La Chiesa conta pochissimo di questi tempi (ed è peraltro presente anche in tutti i paesi europei che hanno leggi di questo genere) e il pontificato di Francesco va inoltre nella direzione di una sempre più decisa "laicizzazione" della dottrina sociale. Condivido quindi la visione di Duc secondo la quale se non subito al massimo fra qualche anno una legge del genere ci sarà anche in Italia, e personalmente trovo molto triste che la Chiesa Cattolica, che un tempo era molto più seria di quella di oggi, si sia ridotta a combattere battaglie di retroguardia e già perse in partenza come quelle sulle unioni civili o questa sul "fine vita" che oltre ad essere oggettivamente antistoriche non hanno più alcuna connessione con i principi dottrinali che dovrebbe custodire e tramandare ma che invece ha progressivamente svuotato di senso.
Ma a parte questo sarebbe interessante conoscere i "principi" laici secondo i quali è giusto che uno stato conceda ai cittadini il diritto di praticare il suicidio assistito. Se questo principio, come pare, è la libertà del cittadino di disporre della propria vita e quindi di decidere quando ritiene che questa non sia più degna di essere vissuta e quindi lo stato deve intervenire a garantire il "libero diritto alla morte" allora se lo si fa non si deve porre alcun limite a questo diritto. Se la decisione spetta al cittadino allora chi meglio di qualcuno nel pieno possesso delle proprie facoltà fisiche e mentali e nella piena capacità di intendere e volere può decidere se continuare a vivere o meno se decide che per qualche ragione la sua vita non è più degna di essere vissuta? Perchè mai si dovrebbe limitare questo diritto solo a coloro che sono in condizioni più o meno disperate e sicuramente le loro facoltà di intendere e volere sono quantomeno alterate? Perchè far decidere i medici, o i giudici, o i parenti, o qualsiasi altra "autorità"? Qualche tempo fa si è suicidato un signore che aveva perso quasi duecentomila euro di obbligazioni di una di quelle banche tristemente famose di questi tempi: questo signore era sano, non moriva affatto di fame, aveva una pensione di oltre 2000 euro al mese, eppure quei duecentomila euro (che non gli servivano altrimenti non li avrebbe investiti) erano evidentemente la sua ragione di vita: se non avesse avuto il fegato di "fare da sé" lo stato avrebbe dovuto garantirgli un "aiutino"?  Si abbia almeno il coraggio di portare fino in fondo il discorso sulla libertà di autodeterminazione e non creare ulteriori gabbie che lo limitino, se questo è il principio da seguire per redigere le norme di legge. E non si capisce come mai, ad esempio, se la libertà di autodeterminazione dell'individuo deve essere considerato un diritto da garantire allora esistono leggi che impongono l'uso delle cinture di sicurezza in auto o del casco in moto. Se il rischio è solo mio perchè mai non posso assumermelo? Ed è abbastanza paradossale che quel personaggio di cui si parla in questo caso pare abbia preteso dai suoi amici e parenti, prima di morire, la promessa che avrebbero sempre allacciato le cinture di sicurezza; lui voleva avere la libertà di morire ma non concedeva ad altri quella di allacciarsi o meno le cinture: mirabile esempio di coerenza. Senza contare che personalmente trovo di una inaccettabile violenza il fatto che quando lo stato si deve occupare di "garantire" un diritto significa che lo deve fare usando i soldi di tutti i cittadini, anche di quelli fermamente contrari a pratiche come l'aborto, la fecondazione assistita o l'eutanasia. Un conto è concedere la possibilità legale di praticare l'aborto o l'eutanasia, altro è pagarlo con i soldi di tutti, anche di quelli che magari a causa di un "errore" mantengono a fatica dei figli solo perchè si sono assunti sino in fondo la responsabilità di quell'errore e delle sue conseguenze mentre altri che non lo fanno, come quel signore che è morto ieri e che è rimasto vittima di un incidente da lui stesso causato, vengono addirittura definiti "eroi".
Non c'è cosa più deprimente dell'appartenere a una moltitudine nello spazio. Né più esaltante dell'appartenere a una moltitudine nel tempo. NGD

jsebastianB

Citazione di: Duc in altum! il 28 Febbraio 2017, 07:09:29 AM

Pura speculazione spicciola, in Italia il parlamento, questo parlamento, ha fatto legge l'unione tra le coppie di fatto omosessuali, per non parlare del fatto che sempre in Italia si può abortire o divorziare h24. -  L'ideologia imposta è al contrario !

tempo 3-5 anni e vedrai come il suicidio-assistito sarà regolarizzato giuridicamente anche in Italia. Facendo credere, ideologicamente, che è cosa buona e giusta. Amen e così sia.

Il catto-cristianesimo  è sempre all' avanguardia nell' ostacolare le scelte individuali.

Quanto al sacro principio della vita, essendo essa ( secondo loro, ovviamente ) dono dell' Elargitore celeste.. solo (!) il credente deve attenersi alla sua dottrina, ovvero patire fino all' estremo per l' espiazione dei suoi peccati. In tal modo egli otterrebbe - Dopo - il fantastico gran premio finale.. eccc..
 
Ma chi di "quel" loro dio (!) se ne fotte ?
Purtroppo deve subire l' arroganza di questo clero malvagio.. quello stesso che nei secoli passati sia della vita che della dignita' umana non mostrava alcuna considerazione ! Allo sfortunato ( sedicente ) "impenitente" di turno la santa ekklesia mostrava invece quanto fosse spietata, crudele, sanguinaria e disumana - NON esitatando  ad arrostire chiunque "osava" contestare la sua (pesudo) verita', alla faccia del comandamento divino:  Non uccidere !!

E comunque, su questo specifico tema ( come per la altre lotte "civili"), si rassegnino le gerarchie del sinedrio della croce.. è solo questione di tempo ma - alla fine - passera'. Non c'è "cristo" che tenga !  
                              ---------------------------

Che poi il devoto Ducin Alto scrive ed esprime il suo pensiero ( Facendo credere, ideologicamente, che è cosa buona e giusta. Amen e così sia.)
- buon per lui - che espii serenamente i suoi peccati e confidi nel suo "dio", Di certo nessuno gli impedira' la sua (giusta) scelta //  alleluja, alleluja

baylham

Dal punto di vista economico per la collettività, l'aborto, il suicidio assistito, l'eutanasia sono convenienti, non sconvenienti, per cui è ragionevole che il costo sia pubblico.

Sconveniente è invece la libertà di coscienza dei ginecologi antiabortisti nelle strutture sanitarie pubbliche.

SOVIET

Citazione di: donquixote il 28 Febbraio 2017, 10:54:59 AMSe questo principio, come pare, è la libertà del cittadino di disporre della propria vita e quindi di decidere quando ritiene che questa non sia più degna di essere vissuta e quindi lo stato deve intervenire a garantire il "libero diritto alla morte" allora se lo si fa non si deve porre alcun limite a questo diritto. Se la decisione spetta al cittadino allora chi meglio di qualcuno nel pieno possesso delle proprie facoltà fisiche e mentali e nella piena capacità di intendere e volere può decidere se continuare a vivere o meno se decide che per qualche ragione la sua vita non è più degna di essere vissuta? Perchè mai si dovrebbe limitare questo diritto solo a coloro che sono in condizioni più o meno disperate e sicuramente le loro facoltà di intendere e volere sono quantomeno alterate? Perchè far decidere i medici, o i giudici, o i parenti, o qualsiasi altra "autorità"?  


Spero abbia citato bene la risposta di Donquixote.
A mio parere, questo è uno dei nodi centrali della discussione.
La domanda che subito mi viene in mente: come si fa a decidere quando la vita non è più degna di essere vissuta? Non è forse soggettiva la risposta? Ma lo Stato deve dare una risposta che valga per tutti. Poniamo il caso che lo Stato decida, ad esempio, di approvare una eutanasia per tutti coloro che non vogliono vivere più, sia per problemi fisici che di qualsiasi altro genere. A questo dovrebbe aggiungersi un supporto psicologico per tutti coloro che vogliano decidere di suicidarsi, che ponga la domanda: è davvero l'unica soluzione? Stiamo aiutando realmente le persone, o stiamo condannando anche chi poteva ancora vivere dignitosamente, ma in quel momento aveva un sì grande sconforto da decidere l'ultimo suo gesto?
E poi, con cosa attribuiamo valore alla vita? Al divertimento, al denaro, ai vizi? A cosa lo attribuite voi il valore della vita, tale da essere degna di essere vissuta (sempre se un valore venga attribuita ad essa)?

Tal mi fa riflettere, il come si venga al mondo. Nel pianto e nel dolore. Così, la nostra vita è permeata dal dolore, è una compagna di viaggio, nel nostro percorso. 

La vita è un pendolo che oscilla tra la noia e il dolore.

donquixote

Citazione di: baylham il 28 Febbraio 2017, 12:00:23 PMDal punto di vista economico per la collettività, l'aborto, il suicidio assistito, l'eutanasia sono convenienti, non sconvenienti, per cui è ragionevole che il costo sia pubblico. Sconveniente è invece la libertà di coscienza dei ginecologi antiabortisti nelle strutture sanitarie pubbliche.

Magari se argomentassi le tue affermazioni sarebbero più comprensibili a tutti, oltre che più conformi al regolamento del forum
Grazie
Non c'è cosa più deprimente dell'appartenere a una moltitudine nello spazio. Né più esaltante dell'appartenere a una moltitudine nel tempo. NGD

paul11

Su questa tematica sono fortemente combattuto, ma ne vedo contraddizioni e Donquixote ne ha posto una molto importante che Riguarda la teoria dello Stato della mai sciolta dialettica fra pubblico e privato e ogni Stato ha fatto delle scelte sue.

La prima contraddizione è perchè allora salvano neonati i con grossi problemi sapendo che  li avranno per tutta la vita i?
la seconda è perchè non ci danno una siringa con il principio attivo ad uso privato senza intervento di nessuno?
dall''altra parte la libertà indiviidual di autodeterminarsi: quì sì, ma perchè in altri campi sociali no?

Sullo Stato...beh quando ha il monopolio delle sigarette e fattura, ma mette sul pacchetto figure orripilanti,
quando prende soldi dalle macchinette mangiasoldi, ma negli ospedali però ci sono centri per guarire dall'assuefazione.... abbiamo capito il ruolo dello Stato post-moderno.

Lascerei davvero all'autodeterminazione del singolo la possibilità dell'eutanasia, perchè è impossibile sapere la sofferenza e il dolore soggettivo che è fisico e psichico.

Ma mi chiedo anche, ma la tecnologia ci sta aiutando o ci sta creando anche quì problemi. salviamo tutti  i neonati, possiamo prolungare la vita. ma la vita di un malato o anche di un anziano sta diventando "peso" alla famiglia, ai soldi dello Stato.

Non capisco il concetto di vita.

Avverto una dissonanza fra vita e fase finale della morte. ma quando non c'era questa tecnologia, come moriva nel passato l'umanità?

E' strano abbiamo perso il tempo "del lasciarsi andare",  del distacco, persino alcuni animali sentono la fine e si allontanano.....

jsebastianB

Citazione di: paul11 il 28 Febbraio 2017, 14:03:45 PMLa prima contraddizione è perchè allora salvano neonati i con grossi problemi sapendo che  li avranno per tutta la vita i?
la seconda è perchè non ci danno una siringa con il principio attivo ad uso privato senza intervento di nessuno?
dall''altra parte la libertà indiviidual di autodeterminarsi: quì sì, ma perchè in altri campi sociali no?
 

Condivido.. e ti chiedo: 
- non hai mai avuto occasione di passare per Torino - e visitare ( quando lo permettono.. ) alcuni reparti del Cottolengo ?
E' un mare di indescrivibile, inenarrabile  sofferenza ! 
- Vi sono bimbi "microcefali", altri che emettono " rantoli "   TUTTO il giorno, altri costretti a passare la loro giornata (!) nel letto per la loro incapacita' di movimento.. ( senza arti ! ),  altri con visi che straziano il cuore per la loro Non-espressione umana.. eccc.. eccc...

Alcuni sono nati - quando le loro madri "sapevano" ( dagli esami diagnostici) che il feto presentava gravissime anomalie e sicuramente sarebbero nati deformi, ma - come credenti nel loro "dio" monoteista ( anzi trinitario)  - hanno portato a termine la gravidanza ! 
MA ecco la vigliaccheria: li hanno "scaricati" !! 
Non era molto meglio allora impedire ( a tutti i costi - con qualsiasi mezzo) quella sfortunata nascita di un essere che NON E' ??   - -   Anche questo non è un problema ? 
Dunque non tanto di aver la siringa in mano - quanto piu' importante è evitare assolutamnete nascite orribili ( proprio grazie ai nuovi strumenti che mette a disposizione la tecnologia ). 

E perchè mai - solo in Belgio - ora è possibile, ai bimbi affetti da un' indicibile sofferenza, liberarli da questo inferno ! anche se i membri del sacro collegio hanno tuonato perchè offende ( secondo loro..) il grande Elargitore della vita. 
Buffo che proprio i successori del grande " Torquemada "   ( gli stregoni del sacro) abbiano  riproposto quelle loro (stancanti) litanie.. 
Perchè di questo problema _ dei bimbi nati deformi _ si tace.. quasi fosse un tabu' ??      
 

paul11

E' il concetto di vita e la sua predicazione il problema.
Noi pensiamo ormai che bisogna essere prestanti, sani, indipendenti in un mondo che ci abitua a competere, quel mondo affascinante che la pubblicità ci propina e ci propone.
Già il depresso è un problema.
Ma soprattutto è facile dire drogato, malato psichico che non c'è più: tanto sono le famiglie a sobbarcarsene tutte le problematiche e le nascondono per vergogna, perchè a questo questa società ipocrita è arrivata: a fingere di far finta di essere sani, belli, invincibili e sempre giovani.
Perchè siamo abituati al mondo razionale dove tutto deve essere razionalizzato. ma  secondo questa cultura. malata. perchè è malata se genera questi effetti.
Accade allora che un malato di Alzheimer diventa sempre più probabile in una società che invecchia:cosa  facciamo? Quante nuove sindromi sono nate o  scoperte negli ultimi anni, quante malattie croniche e rare. Quante associazioni di malati esistono, quante retoriche del facciamo elemosina televisiva. Perchè il problema è la ricerca che trova il farmaco, e poi nuove malattie, nuove ricerche....

Ma se la persona malata si sente di peso, perchè questa cultura vigliacca ti fa sentire di peso "diciamo allora "meglio morire...."
Ma dove sono finiti  i sentimenti, cosa diavolo ci ha trasformati in questo tempo veloce dove figli e anziani, nel tempo in cui non si lavora, sono di peso a quelli che lavorano? Sono affari per baby sitter e badanti.
Ma non accorgiamo di quanto tutto è assurdo, ma dove sono le relazioni umane che sono sentimento oltre che razionallragionamento.

Il concetto di eutanasia presuppone il concetto di vita e di come intendiamo la morte.
Ascolto troppi dire " meglio morire che vivere così..." ,ma siamo davvero sicuri di quello che diciamo?
Quando la morte diventa abitudine, nei telegiornali, nei videogiochi, qualcosa si assuefà in noi.
Oggi si pratica l'aborto, ma solo un secolo fa il proletario ,vale a dire famiglie con parecchi figli e non con i redditi attuali , praticava l'economia di scala familiare" per mandare a lavorare più figli possibili e portare a casa  i soldi per l'economia familiare.
Oggi il figlio è un costo, un tempo fa un'opportunità: ma non riusciamo a capire....?
Si è capovolta la struttura socio-economica e i problemi vengono affrontati i n maniera inversa.

Ma allora significa che è l cultura, la struttura socio-economica il problema, le famiglie stesse di come ognuno è perso dentro  i fatti suoi .

Nel momento in cui si è accettato di mettere al mondo i figli, come nel Cottolengo, dobbiamo sapere che prenderci cura è un dovere.
Ed è proprio il prenderci cura che non ne abbiamo più cura. perchè per quanto una persona non sia razionale è comunque sentimento.

Ma noi stringiamo al petto cani e gatti, non più umani.
Non so se sono riuscito a farmi capire...... ma sento un forte disagio.Per molti l'aborto e l'eutanasia è stata una vittoria del diritto, per me una sconfitta sociale di una vita che non ha potuto avere opportunità e di un'altra vita che ha preferito andarsene perchè era un tormento il susseguirsi delle albe e tramonti.
Ma ribadisco , non vedo alternative alla libertà dell'autodeterminarsi.

baylham

Citazione di: donquixote il 28 Febbraio 2017, 12:39:48 PM
Citazione di: baylham il 28 Febbraio 2017, 12:00:23 PMDal punto di vista economico per la collettività, l'aborto, il suicidio assistito, l'eutanasia sono convenienti, non sconvenienti, per cui è ragionevole che il costo sia pubblico. Sconveniente è invece la libertà di coscienza dei ginecologi antiabortisti nelle strutture sanitarie pubbliche.

Magari se argomentassi le tue affermazioni sarebbero più comprensibili a tutti, oltre che più conformi al regolamento del forum
Grazie

Non intendevo mettere in primo piano la considerazione economica di queste scelte, ma sgombrare il campo dalla tua contraria valutazione. Ripeto che dal punto di vista economico lo Stato, la collettività, ha un risparmio di risorse economiche da queste pratiche che più che compensano il costo sostenuto.

Partiamo dal caso specifico di Fabiano Antoniani, quanto sarebbe costato il suo mantenimento in vita al servizio sanitario ed assistenziale pubblico?
Quanto costa al servizio sanitario ed assistenziale pubblico la cura palliativa di un malato terminale o in gravi condizioni di salute o di un depresso?
Cinicamente il costo del suicidio assistito, dell'eutanasia è limitato, conveniente per lo Stato appunto.

Sull'aborto la questione economica è più complessa, mi limito al fatto che il valore della vita umana si è svalutato con la crescita abnorme della popolazione, c'è una fortissima concorrenza sulle risorse. Basta leggere alcuni interventi su questo forum, rappresentativi degli sviluppi politici in corso, per capirlo.
Un'azienda ospedaliera laziale ha assunto due ginecologi per praticare l'aborto. Subito dopo l'assunzione i due ginecologi potrebbero far valere il diritto all'obiezione di coscienza e l'azienda pubblica dovrebbe rivolgersi altrove con aggravio di costi per continuare il servizio. Penso che l'obiezione di coscienza debba comportare un sacrificio personale per chi la pratica, non per la collettività.

Sul tema, la libertà individuale mi è cara, soprattutto se non è in conflitto con la libertà degli altri. Il suicidio assistito, l'eutanasia, l'aborto non hanno questo contrasto. Posso comprendere e accettare il desiderio di morire di fronte alla sofferenza del vivere, il desiderio di pace. Non c'è alcuna contraddizione con l'aiuto solidale e premuroso verso chi invece vuole vivere anche soffrendo.

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