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Essi Vivono

Aperto da acquario69, 11 Luglio 2016, 03:49:40 AM

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acquario69

e' il titolo di un film di john carpenter uscito nel 1988 e forse non molti lo conoscono.
lho visto qualche anno fa e secondo me e' un colpo di genio
lo stile del film e' quello classico americano e che può dare percio l'impressione di risultare un po sempliciotto,in realtà dietro le apparenze stilistiche questo film svela a mio avviso un messaggio che corrisponde al contrario a uno "sguardo" molto acuto di come stanno effettivamente le cose,che il regista aveva già intravisto e che probabilmente all'epoca erano ancora in pochi a riconoscerlo e magari a ritenerlo troppo semplicisticamente visionario...provate pero ora a dare un occhiata più approfondìta,e forse qualche dubbio in più dovrebbe al contrario affacciarsi  

nel film vi sarebbe un certo riferimento a presunti alieni che governano più o meno occultamente il mondo,e che ha secondo me invece chiari e analoghi riferimenti a quelle lobby massoniche che non dovrebbe essere difficile oggi capire che sono proprio loro ad assumere tale ruolo..al di la percio di quello che ci viene falsamente proposto tramite pseudo governi,pseudo istituzioni pseudo democratiche eccc..in cui si continua ancora a credere direi anche molto ingenuamente.

qui sotto un paio di articoli correlati,e relativo spezzone del film...


https://www.youtube.com/watch?v=gMlDx6Jk_Ws

http://www.centrosangiorgio.com/subliminale/articoli/pagine_articoli/essi_vivono_uno_strano_film_con_un_potente_messaggio.htm


essi vivono..noi dormiamo?
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=25478

paul11

Mettiamola sulla fantascienza ,o chissà......
Sarebbe furbo che dominano sotto false sembianze umane. ma sarebbe altrettanto alienate per loro dover fingere una vita umana quando sono altro.
Non penso che siano fra noi, come noi.

A me corrisponde un'altra ipotesi che guarda caso corrisponde a quegli antichi del remoto passato.
Sono venuti per i minerali terrestri proprio perchè i loro pianeti di origine si stavano esaurendo, quello che probabilmente farà l'umanità.
Ma sempre per ipotesi di fantascienza o chissà..............dimostrerebbe che la vita intelligente è possible e compatibile con alcune caratteristiche dei pianeti nei diversi sistemi stellari.

Comunque quelli che sono al potere, quel centinaio di persone o meno che ha in mano i l settanta per cento della ricchezza mondiale, più che alieni ci hanno alienato

acquario69

Citazione di: paul11 il 12 Luglio 2016, 16:31:58 PM
Mettiamola sulla fantascienza ,o chissà......
Sarebbe furbo che dominano sotto false sembianze umane. ma sarebbe altrettanto alienate per loro dover fingere una vita umana quando sono altro.
Non penso che siano fra noi, come noi.

A me corrisponde un'altra ipotesi che guarda caso corrisponde a quegli antichi del remoto passato.
Sono venuti per i minerali terrestri proprio perchè i loro pianeti di origine si stavano esaurendo, quello che probabilmente farà l'umanità.
Ma sempre per ipotesi di fantascienza o chissà..............dimostrerebbe che la vita intelligente è possible e compatibile con alcune caratteristiche dei pianeti nei diversi sistemi stellari.

Comunque quelli che sono al potere, quel centinaio di persone o meno che ha in mano i l settanta per cento della ricchezza mondiale, più che alieni ci hanno alienato


nel film quello degli alieni vuole secondo me farne solo una metafora,così dall'ipotesi fantascientifica,si passerebbe alla realtà concreta.
i messaggi sono parecchi (l'hai letti gli articoli che ho aggiunto sotto?)
e tutti sono riscontrabilissimi a meno che non si voglia far finta di non vederli,perché oggi non penso ci sia bisogno nemmeno di quegli occhiali,talmente e' diventato tutto così evidente...le stesse "elite" non possono più nascondersi.
probabilmente per la maggior parte delle persone certe verita devono fare un po paura,e allora si sceglie di negarle,di far finta di niente..che e' appunto solo fantascienza e oltre al rifiuto ce' pure la contro reazione, 
nel film ce la scena della scazzottata che lo spiega in maniera chiarissima.

gli alieni non sono quelli del film ma l'umanità attuale

paul11

Non ci sono illuminati, c'è l'identica struttura medievale che si è saputa riciclare per secoli passando dalle finzioni del potere  politico, quindi dalla sovranità monarchica alle costituzioni repubblicane democratiche, semplicemente facendo le stesse cose che gli avi gli hanno insegnato :fare soldi sulla testa degli altri.
Se si segue ad esempio la ramificazione dei Rotchscild si scopre che finanziavano le guerre ed erano più potenti delle monarchie.
I Medici di Firenze divennero potenti finanziando ad esempio tutti i lavori pubblici di Napoli.

Questi illuminati,  ,in realtà non nascondono altro che termini come democrazie non sono mai state realtà dalla modernità alla post modernità e chi ha in mano la finanza, dagli antichi usurai ad oggi, ha sempre finanziato e quindi corrotto i poteri politici, asservendo stuoli di personaggi che oggi si chiama tecnocrazia.
I nobili nel medioevo si sposavano fra loro per non disperdere gli averi, cosi come tutt'oggi, non è sostanzialmente mutato nulla.

E' solo analizzando come le forme storicamente si riproducono seppur in contesti storici diversi che ci accorgiamo come purtroppo i 
ancora oggi i valori sono astrazioni rispetto a chi manovra davvero il potere.
Sono spietati, sono bravi a cercare persone intelligenti da consultare, proprio come i re,finanziano un fantoccio di turno, utilizzano i mass media da loro controllati ,rincoglioniscono il popolo e gli fanno scegliere quello che loro hanno già scelto.Il popolo così si illude che cambiando la faccia del politico cambi la faccia della storia.... e la chiamano democrazia....illusi.

acquario69

Citazione di: paul11 il 13 Luglio 2016, 22:08:36 PM
Non ci sono illuminati, c'è l'identica struttura medievale che si è saputa riciclare per secoli passando dalle finzioni del potere  politico, quindi dalla sovranità monarchica alle costituzioni repubblicane democratiche, semplicemente facendo le stesse cose che gli avi gli hanno insegnato :fare soldi sulla testa degli altri.
Se si segue ad esempio la ramificazione dei Rotchscild si scopre che finanziavano le guerre ed erano più potenti delle monarchie.
I Medici di Firenze divennero potenti finanziando ad esempio tutti i lavori pubblici di Napoli.

Questi illuminati,  ,in realtà non nascondono altro che termini come democrazie non sono mai state realtà dalla modernità alla post modernità e chi ha in mano la finanza, dagli antichi usurai ad oggi, ha sempre finanziato e quindi corrotto i poteri politici, asservendo stuoli di personaggi che oggi si chiama tecnocrazia.
I nobili nel medioevo si sposavano fra loro per non disperdere gli averi, cosi come tutt'oggi, non è sostanzialmente mutato nulla.

E' solo analizzando come le forme storicamente si riproducono seppur in contesti storici diversi che ci accorgiamo come purtroppo i
ancora oggi i valori sono astrazioni rispetto a chi manovra davvero il potere.
Sono spietati, sono bravi a cercare persone intelligenti da consultare, proprio come i re,finanziano un fantoccio di turno, utilizzano i mass media da loro controllati ,rincoglioniscono il popolo e gli fanno scegliere quello che loro hanno già scelto.Il popolo così si illude che cambiando la faccia del politico cambi la faccia della storia.... e la chiamano democrazia....illusi.


non credo all'idea che e' sempre andato così,e' vero la struttura si e' saputa riciclare ma a partire da un punto più o meno preciso,dove e' avvenuto un cambiamento fondamentale e che non riguarda soltanto le condizioni storiche o politiche,ma qualcosa di più "sottile"
non penso sia un caso ad esempio che la parola illuminati abbia stretta correlazione con illuminismo e questo già indica a mio parere una data precisa,da cui si sarebbe sviluppato tutto il corso della modernità e le sue concezioni che per semplificare si possono definire materialiste,(inizio del sovvertimento) che infatti conseguirà in estrema sintesi la nascita della borghesia,quindi della "democrazia" ,dell'individualismo..capitalismo,ed oggi mondialismo,globalizzazione e nuovo ordine mondiale,ma sarebbe corretto chiamarlo nuovo disordine mondiale...
gli illuminati (che esistono anche se hanno sempre agito nell'ombra) sono coloro che si sarebbero poi "coagulati" da queste forze "infere" (e sottili) come sopra descritto e che hanno e agiscono per il sovvertimento dell'ordine "naturale"
oggi e' palese perché tutto e' stato ribaltato,e si può notare facilmente nell'omologazione totale,(l'utile idiota descritto nell'articolo) e per non farla lunga,fino ad arrivare alla recente negazione delle differenze sessuali... ossia perversione che viene assunta come normalità  (per-versum = stravolgimento) 

Jacopus

Sugli illuminati non mi esprimo perche' credo sia una grande bufala. Il riferimento all'illuminismo invece non mi permette di tacere. Prima dell'illuminismo c'era l'ancien regime, con meno materialismo ma tanti altri difetti. Ne dico solo uno rispetto al quale le cosidette perversioni sessuali sono insignificanti. Un nobile poteva commettere alcuni tipi di reato come la violenza sessuale sulle proprie serve e poi scegliere un altro suo servo che fosse fustigato al suo posto. Ne dico un'altra. I contadini oltre a dover lavorare duramente avevano al collo una specie di bussollotto, la gabella e i gabellieri facevano il giro e le svuotavano del denaro che doveva contenere. Ne dico un altra.Tutti erano obbligati ad andare a messa in molte zone d'europa e nel caso cio' non si faceva si veniva processati e fustigati. L'illuminismo ha tanti difetti ma anche qualche piccolissimo pregio.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

paul11

Le famiglie che oggi detengono il potere hanno profonde radici storiche e questo chiude possibilità di potervi accedere.
E' una sorta di"sangue blu" trasposto nel capitalismo liberistico.


la differenza sta nella storia dell'emancipazione del popolo.Quel potere allora non aveva necessità di nascondersi , tutto era più chiaro e trasparente all'epoca delle monarchie.
Oggi devono necessariamente nascondersi dietro la configurazione storica delle democrazie, perchè almeno formalmente la sovranità è passata al popolo , quindi la strategia è confonderlo, plagiarlo, fargli credere di contare, manipolarlo.
quindi diviene segretezza tramite corruzioni ,collusioni con i poteri politici.

baylham

Nel mondo occidentale e non solo il potere non è militare ma economico, il che mi sembra un evidente progresso rispetto al non rimpianto passato.

Chi oggi detiene il potere economico ha discendenze molto corte, basta scorrere le classifiche annuali degli uomini più ricchi nel mondo e in Italia per verificarlo. Chi ha il potere economico è quindi un segreto di Pulcinella. La possibilità di accedervi non è affatto preclusa, certamente è preclusa alla massa della popolazione per ovvie ragioni economiche (basta studiare un manuale di economia dello sviluppo, a partire da Smith e Marx, passare per Schumpeter e finire con Piketty, per comprendere i meccanismi alla base dell'accumulazione della ricchezza). Per disperdere un grande patrimonio economico gli eredi (l'eredità, ecco un meccanismo di accumulazione pienamente accettato dalla maggioranza della popolazione) devono essere veramente sciocchi o idealisti.

Che il potere economico sia alleato con il potere politico è ovvio, le ragioni sono talmente banali, anche senza bisogno di tirare in ballo la corruzione, che però aiuta molto creando alleanze.

La maggioranza della popolazione, sia chi sta in alto che chi sta in basso, ha una uguale concezione dei valori e delle relazioni economiche e sociali, questi principi sono alla base del potere economico che è sostanzialmente impersonale.

Il film di Carpenter rappresenta benissimo l'ideologia statunitense, il suo modello culturale semplicistico, basato su un forte senso dell'individualismo, della libertà e della sua difesa aggressiva contro le istituzioni collettive malvagie che la limitano.

Per quello che precede ritengo la Massoneria un'associazione, un clan poco rilevante, alla pari con l'Opus Dei e simili organizzazioni. Dubito che abbiano qualche radicamento in Giappone, Cina, India e Arabia Saudita, dove ci saranno altre associazioni che contano.

Ritengo che l'Illuminismo sia stato uno dei movimenti più progressivi e fecondi in tutti i campi della società umana.

donquixote

Avevo visto questo film a suo tempo con un occhio ovviamente diverso da oggi, ma riguardandone qualche spezzone mi sentirei di porre solo in subordine la tesi di fondo delle lobby più o meno occulte che dominano la terra e quindi una critica alle oligarchie. Da che mondo è mondo ci sono sempre stati (almeno fra gli umani) i dominatori (pochi) e i dominati (tanti), per cui il fatto che ora si verifichi la stessa situazione non cambia di una virgola la storia. Tutt'al più si potrebbe notare che ora si vive nella ributtante ipocrisia dei dominatori che dominano facendo credere ai dominati di essere loro a comandare, ma per quanto interessante non mi sembra questo l'argomento da sottolineare.

Secondo me la questione "filosofica" più importante del film è stata appena accennata da alcuni frammenti di "prediche": i valori spirituali sono morti, sostituiti da quelli materiali; la caduta dell'uomo dal "cielo" alla "terra" si è ormai compiuta, e l'illuminismo filosofico è stato l'espressione di un "segno dei tempi" che si poteva già notare chiaramente nei secoli precedenti. Quest'ultimo, forse anche a dispetto dei "philosophes", è stato il grimaldello intellettuale che ha consentito l'acquisizione del potere temporale alla casta dei mercanti, che se ne sono serviti successivamente per colonizzare sempre di più l'immaginario collettivo ai propri fini.

Se il materialismo trionfa e se addirittura si pensa che la materia sia l'unica "sostanza" esistente è ovvio che l'uomo debba trovare la propria "felicità" in essa, ovvero nell'acquisizione e nel consumo di quanti più oggetti materiali possibile, e siccome la materia non può essere contemporaneamente di proprietà di tutti ma solo di qualcuno chi ne possiederà in quantità maggiore (o possiederà in quantità maggiore il denaro per acquisirla) avrà anche il potere sulla "felicità" degli uomini che dipenderanno da loro per poterla conseguire.

Essendo gli oggetti materiali limitati e corruttibili (ovvero si rovinano e devono essere sostituiti) non potranno mai placare in modo definitivo il bisogno umano di "felicità", e quindi l'uomo sarà costretto a trovare il modo di procurarsene sempre di ulteriori, oltre a sostituire quelli che non fanno più il loro "dovere" ovvero non procurano più "felicità" ma sono magari venuti a noia, aumentando in tal modo il potere di coloro che ne detengono il controllo e anche, nel contempo, l'infelicità umana.

L'unione fra il concetto di "felicità" dipendente da beni materiali e la loro disponibilità limitata crea inoltre le condizioni per aumentare nell'uomo una delle sue caratteristiche naturali più deteriori, l'avidità, o come si diceva una volta la "concupiscenza": questo genera uno spirito competitivo di "tutti contro tutti" che a poco a poco annulla completamente lo spirito cooperativo, perché come si nota anche nel film se ti distrai o ti rilassi un attimo c'è sempre il vicino pronto ad occupare il tuo posto.

Altri due concetti moderni da considerare e che rendono esplosiva l'attuale situazione sono la "morte di Dio" e l'affermazione dell'uguaglianza sostanziale degli uomini. Il primo porta a pensare che se Dio non esiste (o è morto, quindi non esiste più) allora l'uomo è padrone del mondo e di se stesso, per cui i bisogni umani saranno considerati prevalenti rispetto a qualunque altra considerazione ("se Dio non esiste tutto è permesso"); il secondo invece conduce all'ideologia dell'individualismo e alla conseguente ipertrofia dell'ego: se tutti siamo uguali e nessuno può essere superiore (o inferiore) a qualcun altro allora ognuno si sentirà naturalmente "più uguale" degli altri, proprio perché non ha altri punti di riferimento all'infuori di se stesso, e i riferimenti alla "legge", o alla "solidarietà", o all' "uguaglianza" o ad altri pseudovalori di questo genere hanno una presa talmente debole da crollare nel giro di pochi decenni.

Tutte le culture tradizionali avevano ben presenti i pericoli dell'esaltazione dell'ego umano e dal porre la volontà di ognuno al servizio dei propri capricci, dei propri desideri, delle proprie passioni più deteriori, e cercavano di creare un quadro per porvi un limite proponendo valori spirituali i quali, contrariamente a quelli materiali, non essendo quantificabili e divisibili possono essere teoricamente posseduti da chiunque nella massima misura senza togliere nulla a nessuno. Ma certo ci vuole fatica per reprimere i più retrivi istinti umani e far prevalere un equilibrio che ci consenta di vivere in maniera sensata e serena, e ce ne vuole molto meno invece per assecondare tali istinti. La modernità come ideologia (che comprende il materialismo, il liberalismo, l'individualismo e tutta questa serie di "ismi") ha fatto proprio questo, e per questa ragione nel giro di pochi decenni ha potuto corrompere praticamente tutto il mondo conosciuto.

Si tratteggia quindi il ritratto dell'uomo moderno: materialista, egoista, ipercompetitivo, avido, tutto teso all'accaparramento e all'accumulo, e coloro che (giustamente) si lamentano delle elite che detengono il potere e li sottomettono sono nella quasi totalità dei casi persone che al loro posto farebbero altrettanto. Sono insipienti e corrotti non meno delle elite, solo più deboli, più vigliacchi, e anziché rischiare qualcosa (o tanto) per affermare non dico un'idea di giustizia, che non conoscono, ma anche solo se stessi preferiscono "pretendere" l'elemosina di coloro che hanno, e sono ben disposti ad esaltare e idolatrare chi concede loro esplicitamente anche solo le "briciole" del tanto che hanno sottratto in maniera subdola.

Il tempo che stiamo vivendo non è ingiusto per il fatto che ora pochi hanno il potere e molti lo subiscono, ma per il fatto che innanzitutto tale potere è diventato talmente pervasivo da permeare il mondo intero, e soprattutto perchè essendo quella moderna una cultura divisiva e distruttiva (l'individualismo e l'egocentrismo spinti all'eccesso porteranno ciascuno ad avere proprie regole, una propria morale, una propria visione del mondo eccetera) e non costruttiva non potrà avere niente che le si possa opporre fino alla distruzione completa, e non sarà certo un cambio della guardia nella cabina di comando a cambiare la direzione al mondo.
Non c'è cosa più deprimente dell'appartenere a una moltitudine nello spazio. Né più esaltante dell'appartenere a una moltitudine nel tempo. NGD

paul11

#9
Non conosco nella storia, dagli antichi imperi agli USA attuali che non abbiano avuto potere economico, militare e culturale
da imporre ai dominati.
Ritenere che le classifiche dei più ricchi al mondo siano veri ,è come pensare che coloro che detengono in pugno mafia,ndrangheta, abbiano fatto la dichiarazione dei redditi e sia stata accertata per vera dalla finanza.
I conti cifrati, le società fantasma,utilizzo di  prestanome, società che controllano a scatola altre società, l'utilizzo di Paesi compiacenti come le sedicenti Caimans, sono fantasia o realtà?
Il potere economico è volutamente impersonale sul piano giuridico  proprio grazie a quel gruppo che fa di tutto per mantenere lo status quo.
Il luogo comune dell'individualismo liberista è una fantasmagoria, perchè nessuno come gli USA sa far quadrato nel momento in cui il potere del Paese fosse messo in discussione, si ricompattano tutti dai repubblicani ai democratici.Bush  ed Obama erano a braccetto pochi giorni fa  se viene messa in discussione la coesione sociale.

L'illuminismo è il padre del positivismo, ed ecco come siamo arrangiati ora.
Quella ragione che doveva conoscere,doveva dipanare, quel progresso infinito ha costruito una nebulosa di incongruenze e complessità.

citazione Donquixote
CitazioneTutte le culture tradizionali avevano ben presenti i pericoli dell'esaltazione dell'ego umano e dal porre la volontà di ognuno al servizio dei propri capricci, dei propri desideri, delle proprie passioni più deteriori, e cercavano di creare un quadro per porvi un limite proponendo valori spirituali i quali, contrariamente a quelli materiali, non essendo quantificabili e divisibili possono essere teoricamente posseduti da chiunque nella massima misura senza togliere nulla a nessuno. Ma certo ci vuole fatica per reprimere i più retrivi istinti umani e far prevalere un equilibrio che ci consenta di vivere in maniera sensata e serena, e ce ne vuole molto meno invece per assecondare tali istinti

E' vero, storicamente ha funzionato e proprio con la cultura illuministica è stato travisato, pensando che la finta scoperta della ragione(come se fino ad allora non si fosse ragionato) aprisse chissà quali scenari se non illusionistici.
Così oggi tutto appare più confuso, quando agli albori quell'illuminismo predicava chiarezza

Phil

Citazione di: donquixote il 14 Luglio 2016, 15:32:26 PM Il tempo che stiamo vivendo non è ingiusto per il fatto che ora pochi hanno il potere e molti lo subiscono, ma per il fatto che innanzitutto tale potere è diventato talmente pervasivo da permeare il mondo intero
[corsivo mio]
Mi/ti chiedo: può esserci un tempo storico "giusto"? Si può uscire dal relativismo etico(-politico), oppure il "non-giusto" è soltanto un giudizio personale... probabilmente, per chi ha il potere, i tempi sono più che giusti... e allora definirli ingiusti può connotare
Citazione di: donquixote il 14 Luglio 2016, 15:32:26 PMcoloro che (giustamente) si lamentano delle elite che detengono il potere e li sottomettono sono nella quasi totalità dei casi persone che al loro posto farebbero altrettanto. Sono insipienti e corrotti non meno delle elite, solo più deboli, più vigliacchi, e anziché rischiare qualcosa (o tanto) per affermare non dico un'idea di giustizia, che non conoscono, ma anche solo se stessi preferiscono "pretendere" l'elemosina di coloro che hanno, e sono ben disposti ad esaltare e idolatrare chi concede loro esplicitamente anche solo le "briciole" del tanto che hanno sottratto in maniera subdola

Anche la conclusione della tua analisi mi ha incuriosito :
Citazione di: donquixote il 14 Luglio 2016, 15:32:26 PMessendo quella moderna una cultura divisiva e distruttiva (l'individualismo e l'egocentrismo spinti all'eccesso porteranno ciascuno ad avere proprie regole, una propria morale, una propria visione del mondo eccetera) e non costruttiva non potrà avere niente che le si possa opporre fino alla distruzione completa
[corsivo mio]
Non sono certo di aver colto esattamente cosa intendi per "cultura divisiva", ma credo che l'uomo resti per natura "animale sociale", per cui le divisioni saranno, come da sempre, fra gruppi nutriti, perché appartenere ad un gruppo (sempre parlando molto in generale, senza voler dimenticare le minoranze) rassicura, identifica ed ha dei vantaggi "operativi". L'unico individualismo innegabile, ma non certo tipico solo dell'epoca contemporanea, è quello economico: il mio conto in banca è individuale, i miei averi sono individuali, la mia proprietà privata è individuale... ma in ambito sociale c'è da sempre, ed anche tuttora direi, la ricerca del gruppo: dalla cerchia di amici ai partiti politici, dalle associazioni sportive-culturali-ricreative alle comunità virtuali, etc. l'uomo attuale è difficile da dipingere come "diviso", individuo isolato dalla comunità d'appartenenza in virtù della sua morale egocentrica e della sua personale visione del mondo: la nostra epoca è non a caso quella dei fenomeni di massa, delle mode globali, delle tendenze che pervadono il mondo con due click, dell'imperialismo culturale... se poi intendi per "divisione", la solitudine esistenziale, non direi sia tipica solo dell'uomo contemporaneo... 

Anche sulla cultura "distruttiva"(cit.), non ho ben messo a fuoco cosa intendi: distruttiva per l'ecosistema? Indubbiamente... distruttiva di equilibri, sovrastrutture, valori precedenti? Inevitabilmente, direi; da un punto di vista storicistico, in fondo, è sempre andata così... 


P.s. Tutto questo per chiederti di spiegare meglio a cosa alludi con "cultura divisiva e distruttiva"...

acquario69

#11
nella proposta di questo argomento mi preme chiarire che non ho avanzato nessuna teoria fantascientifica,come il film potrebbe palesemente (ma secondo me,solo allegoricamente) suggerire.

so bene che da che mondo e' mondo esistono i dominatori e i dominati ma quello che a me interessava poi sottolineare era appunto il cambio di paradigma,che infatti non a caso ha avuto una svolta decisiva nell'illuminismo,ma come giustamente sottolinea donquixote questo non e' avvenuto spontaneamente e all'improvviso poiché in precedenza ve ne erano già stati altri di cambiamenti significativi che avrebbero preparato il terreno adatto.
mi sembra che siano emerse già chiare e precise descrizioni sul cosa questo abbia comportato e non posso che essere completamente d'accordo.

a me sembra comunque che non debba essere precluso all'argomento il ruolo che hanno avuto ed hanno i cosiddetti "illuminati" e che vi sarebbe intorno a questo un alone di mistero che viene considerato solo come frutto della fantasia di cospirazionisti.
si e' molto probabile che poi se ne dicano tante di cose e non tutte affidabili,ma se dal principio tutto viene bollato in questa maniera,anche questo a mio avviso diventa un pregiudizio,secondo me al pari dei dominati che credono di essere loro a decidere

io credo si sia verificato che certi gruppi di persone,certe lobby come si direbbe oggi si siano comunque coagulati nel corso di tali avvenimenti presi in riferimento,non mi sembra un caso che sia stata proprio la casta dei mercanti che di seguito avrebbe assunto il potere...un potere non solo dal punto di vista "pratico".
ed e' così che sarebbe sorta una certa "elite",che diversamente da cio che accadeva prima, questa si adoperava d'ora in poi a manovrare in maniera occulta e parallela,e verso una precisa direzione,tutta incentrata sul dominio economico e più brutalmente materiale,dell'uomo sull'uomo (homo hominem lupus) il solo che infatti sarebbero riusciti a concepire ma che a differenza della massa,la loro posizione era ben diversa.
da qui non mi pare così peregrina l'idea che tali gruppi si sarebbero poi sentiti autorizzati
(quasi divinamente al pari di una fede - rovesciata? - e non più solo ideologica) nel sentirsi diversi e a mettere le basi per un folle progetto per l'intera umanità che avrebbero dovuto assoggettare completamente...a me sembra che indizi in tal senso nemmeno manchino ed oggi ci sarebbero le prove effettive (un esempio può essere la creazione dell'unione europea e come ultimamente i governi vengono decisi senza nemmeno più la facciata delle elezioni)

inoltre come non evidenziare e mettere a confronto la perfetta coincidenza di cio che tutte le Tradizioni avevano già così chiaramente profetizzato..appunto "i segni dei tempi" dove si procede a passi sempre più spediti verso il rovesciamento.
allora penso anche che da questo punto di vista queste elite non siano venute fuori per caso ma che abbiano avuto un loro ruolo,anche abbastanza preciso (non solo storico-politico) nell'ambito di tale processo

donquixote

Citazione di: Phil il 14 Luglio 2016, 23:25:31 PMMi/ti chiedo: può esserci un tempo storico "giusto"? Si può uscire dal relativismo etico(-politico), oppure il "non-giusto" è soltanto un giudizio personale... probabilmente, per chi ha il potere, i tempi sono più che giusti...


Per "giusto" intendo ovviamente "conforme a giustizia": e cos'altro è la giustizia se non "dare a ciascuno il suo"? (suum cuique tribuere) Al di là di tutte le altre considerazioni che si possono fare la proclamazione, in questo tempo, dell'uguaglianza di tutti gli esseri umani è esattamente l'opposto della giustizia, perchè chiunque può accorgersi che ognuno è diverso (sotto molteplici aspetti) da chiunque altro, e un'idea che afferma che bisogna dare le stesse cose a persone diverse persegue l'ideale dell'ingiustizia. Un tempo storico "giusto" (per quanto non assolutamente ma solo relativamente, come del resto tutto ciò che accade nel mondo del divenire) è dunque quello che persegue tendenzialmente l'ideale opposto a quello attuale. Per fare l'esempio legato all'attualità "dare a ciascuno il suo" significa non consentire che i "mercanti" possano determinare le sorti di un popolo, poichè essendo essi più di altri mossi dall'avidità e dalla ricerca del profitto non potranno certo perseguire l'interesse comune, anche magari a scapito del proprio.

Citazione di: Phil il 14 Luglio 2016, 23:25:31 PM
P.s. Tutto questo per chiederti di spiegare meglio a cosa alludi con "cultura divisiva e distruttiva"...

Ferdinand Tonnies, nel famoso saggio Gemeinschaft und Gesellschaft  scriveva:



"La teoria della società riguarda una costruzione artificiale, un aggregato di esseri umani che solo superficialmente assomiglia alla comunità, nella misura in cui anche in essa gli individui vivono pacificamente gli uni accanto agli altri. Però, mentre nella comunità essi restano essenzialmente uniti nonostante i fattori che li separano, nella società restano essenzialmente separati nonostante i fattori che li uniscono"



Le aggregazioni umane moderne, basate sulla teoria del "contratto sociale" che chiunque può sottoscrivere e che da quel momento lo consacra appartenente alla "società" di riferimento sono fondate sull'idea che il singolo individuo (libero, indipendente, autonomo ed eguale) sia più importante di tutto, e che l'unione sia solamente temporanea e strumentale al soddisfacimento di determinate esigenze dei singoli; nessuno quindi dovrà "sacrificarsi" in nome della società se non nella misura stabilita dal "contratto" sottoscritto. Tale idea, che parte dalla considerazione dell'individuo, dei suoi diritti e della sua libertà come elaborata nel XVII e XVIII secolo e codificata in opere quali quelle di Benjamin Constant (La libertà degli antichi paragonata a quella dei moderni)  e Stuart Mills (saggio sulla libertà) e portata ad esaltazione nei tempi recenti da autori influenti come Stirner (L'unico e la sua proprietà), ha depotenziato il ruolo della comunità umana rendendolo funzionale alla mera espressione individuale. Le moderne costituzioni degli stati affermano in pratica che "ciascuno è libero di esprimersi come vuole a patto che ciò non impedisca in qualche modo l'espressione di un altro" che significa poi che ognuno è libero di elaborarsi una propria filosofia di vita, una propria morale, un proprio schema di giudizio sui fenomeni eccetera, e di condividerlo o meno con altri. Dunque mentre nelle comunità l'individuo poteva esprimersi solo al loro interno e siccome esse sono animate da una visione "organica" del mondo (vedi ad esempio il famoso apologo di Menenio Agrippa), ognuno doveva mantenere il proprio ruolo compatibilmente con le proprie attitudini e capacità e la comunità stessa si occupava di riconoscerlo e valorizzarlo come funzionale al benessere complessivo della medesima. Nelle società moderne, dominate invece da una visione meccanicistica ed egualitaristica ove tutti sono fungibili come ingranaggi di un meccanismo, ognuno, indipendentemente dai talenti individuali, può "scegliere" autonomamente quale ruolo ricoprire, scontrandosi quotidianamente con la realtà di una società che necessita di 1000 persone adatte a ricoprire un certo ruolo e magari gli aspiranti sono 1.000.000, e con l'estrema concorrenza di altri che anzichè puntare sui propri talenti (che non hanno) punteranno invece sul "fascino", sul "carisma", sulla "capacità di comunicazione" e su altre "doti" del tutto aleatorie e totalmente disfunzionali al ruolo ricoperto, quindi nel complesso deteriori per l'intera società. In una aggregazione umana che non postula principi di unità su cui basarsi e riconoscersi come appartenenti a quella data aggregazione (la nostra è fondata sul "lavoro": ma che cosa significa? il lavoro è un mezzo: ma qual è il fine "sociale"? Quella tedesca è fondata sulla "dignità umana": altra locuzione che non significa nulla)  poichè ognuno è libero di organizzarsi la vita come crede e lo stato deve garantire tale diritto è facile immaginare come tendenzialmente ognuno potrà avere come punto di riferimento solamente il proprio ego e le sue esigenze, che si scontrerà quotidianamente con le esigenze degli ego altrui. Anche l'idea, anch'essa del tutto moderna, di "salvaguardia delle minoranze (culturali o addirittura di altro genere)" in quanto tali,  contribuisce per parte sua ad aumentare la confusione intellettuale perchè una società dovrebbe avere come riferimento una "verità", o ciò che crede essere tale e che deve essere condivisa dai propri appartenenti, ma il conferimento alle minoranza di una dignità intellettuale pari a quella della maggioranza non fa che contribuire ulteriormente alla distruzione culturale e allo spezzettamento della "maggioranza" in minoranze sempre più esigue che via via non avranno più alcuna "verità" come punto di riferimento ma solo i propri interessi egoistici.

Per divisione dunque intendo l'enunciazione di "principi" che esaltano l'individualità a scapito della comunità, che inevitabilmente porteranno al non riconoscimento del proprio vicino come appartenente alla stessa collettività, anche se si parla la stessa lingua. Per "distruttiva" intendo invece una "cultura" che esaltando le pulsioni umane più deteriori (perseguimento degli interessi personali o di casta a qualunque costo, mancanza totale di rispetto verso visioni diverse dalla propria, esaltazione dell'avidità, dell'invidia e della competizione poichè funzionali al "mercato") e impostata com'è sull'idea di "crescita" esponenziale, di progresso infinito, di totale rifiuto di ogni e qualsiasi equilibrio  avrà buon gioco a distruggere in breve tempo tutte quelle culture che hanno impiegato secoli per trovare un proprio equilibrio educando i propri appartenenti a rendersi consapevoli che loro non sono i padroni del mondo e che devono rispettare le leggi della natura a cui loro si devono sottomettere e che non vanno piegate ai propri desideri. E dopo aver distrutto tutte le altre culture non potrà che distruggere se stessa, perchè nel frattempo i conflitti interni saranno diventati talmente numerosi e pervasivi da farla esplodere.

Tutto quanto sopra, coniugato con il "materialismo" di cui dicevo nel messaggio precedente, realizzerà anche la distruzione del mondo fisico; tuttavia questo si può considerare in qualche modo un epifenomeno, anche se in definitiva sarà probabilmente quello che darà il colpo di grazia alla tanto esaltata "modernità".
Non c'è cosa più deprimente dell'appartenere a una moltitudine nello spazio. Né più esaltante dell'appartenere a una moltitudine nel tempo. NGD

Phil

Citazione di: donquixote il 15 Luglio 2016, 10:31:34 AMcos'altro è la giustizia se non "dare a ciascuno il suo"?
Concordo che il "dare a ciascuno il suo" sia un'ideale normativo di giustizia (la cui "quantificazione" pone come sempre non pochi problemi di opinabilità...), ma si scontra comunque con la realtà in cui "ciascuno fa il suo"; per cui i mercanti fanno i mercanti, i politici fanno i politici, i calciatori fanno i calciatori, i criminali fanno i criminali, etc... per evitare che ciascuno persegua "il suo (interesse)" occorrerebbe una potere centrale molto invadente e direttivo, ma siamo sicuri che si rivelerebbe poi sempre un saggio padre con adeguato ed integerrimo senso della misura? Anche questa impostazione ha una sua casistica storica (e rimpiangerla ha pur sempre una sua dignità politica...).

Citazione di: donquixote il 15 Luglio 2016, 10:31:34 AMla proclamazione, in questo tempo, dell'uguaglianza di tutti gli esseri umani è esattamente l'opposto della giustizia, perchè chiunque può accorgersi che ognuno è diverso (sotto molteplici aspetti) da chiunque altro, e un'idea che afferma che bisogna dare le stesse cose a persone diverse persegue l'ideale dell'ingiustizia. Un tempo storico "giusto" (per quanto non assolutamente ma solo relativamente, come del resto tutto ciò che accade nel mondo del divenire) è dunque quello che persegue tendenzialmente l'ideale opposto a quello attuale 
La proclamazione di uguaglianza (egalitè, fraternitè, libertè) credo resti semplicemente una proclamazione ornamentale, un motto demagogico, ma in pratica, se non erro, questa uguaglianza non si concretizza spesso: davvero tutte le persone (oggettivamente diverse) ricevono le stesse "cose"(cit.)? Le disparità sociali sono piuttosto palesi (e quasi addirittura tutelate), privilegi e discriminazioni abbondano, e "la legge è uguale per tutti" suona come una frase da Bacio Perugina... 

Soprattutto se si parla di diritti, terrei d'occhio il modo concreto in cui questi aulici diritti si inseriscono nella società, spesso mortificando, nell'innestarsi, tutta la loro universalità e favorendo una sterile dissipazione di possibilità:
Citazione di: donquixote il 15 Luglio 2016, 10:31:34 AMNelle società moderne, dominate invece da una visione meccanicistica ed egualitaristica ove tutti sono fungibili come ingranaggi di un meccanismo, ognuno, indipendentemente dai talenti individuali, può "scegliere" autonomamente quale ruolo ricoprire, scontrandosi quotidianamente con la realtà di una società che necessita di 1000 persone adatte a ricoprire un certo ruolo e magari gli aspiranti sono 1.000.000 
Questo è appunto un caso in cui l'uguaglianza formale è fuorviante e, cozzando con la realtà, viene filtrata dalle reali esigenze, per cui anche se, di diritto, tutti possiamo essere farmacisti o militari o avvocati, di fatto, solo alcuni "diseguali", ed in numero necessario/richiesto, troverà collocazione (con tutte le ripercussioni degli "scartati" che aumenteranno ulteriormente la disuguaglianza sociale: disoccupazione e affini...).

Citazione di: donquixote il 15 Luglio 2016, 10:31:34 AMPer divisione dunque intendo l'enunciazione di "principi" che esaltano l'individualità a scapito della comunità, che inevitabilmente porteranno al non riconoscimento del proprio vicino come appartenente alla stessa collettività, anche se si parla la stessa lingua 
Come accennavo nel post precedente, non sottovaluterei la socialità "etologica" dell'essere umano: la solitudine dell'individualità non ha mai affascinato la massa (che pur contiene le debite eccezioni-minoranze), e una società di "superuomini (o oltreuomini) nietzschiani" mi pare improbabile, così come quella formata in maggioranza da misantropi solipsisti... magari si tratterà di appartenere ad una collettività dispersa nel territorio (e riunita dalla tecnologia), per cui il vicino-di-casa non sarà anche vicino-di-visione-del-mondo, ma la ricerca del collettivo, del branco, del gruppo, credo sia un istinto atavico inestirpabile (seppur alienabile, contestualizzabile, rivisitabile...).
Ma non voglio insistere troppo...


Citazione di: donquixote il 15 Luglio 2016, 10:31:34 AMPer "distruttiva" intendo invece una "cultura" che esaltando le pulsioni umane più deteriori (perseguimento degli interessi personali o di casta a qualunque costo, mancanza totale di rispetto verso visioni diverse dalla propria, esaltazione dell'avidità, dell'invidia e della competizione poichè funzionali al "mercato") [...] avrà buon gioco a distruggere in breve tempo tutte quelle culture che hanno impiegato secoli per trovare un proprio equilibrio [...] E dopo aver distrutto tutte le altre culture non potrà che distruggere se stessa, perchè nel frattempo i conflitti interni saranno diventati talmente numerosi e pervasivi da farla esplodere
[corsivi miei]
Questa parabola storica (sviluppo interno unitario, espansione esterna, soppressione della diversità/esportazione dei modelli, ampliamento-dispersione, implosione-frammentazione), converrai, non è tipica solo della società contemporanea: è esattamente quella di ogni impero (leggendola mi è subito venuto in mente l'impero romano); alcune caratteristiche di cui viene colpevolizzato l'uomo moderno, quasi fosse una forma corrotta dell'uomo dei secoli precedenti, credo siano piuttosto tipiche dell'uomo in quanto tale (praticamente i famigerati sette peccati capitali), da almeno duemila anni ad oggi; anche se, inevitabilmente, sono cambiate le forme, gli spazi e i tempi, con cui l'uomo asseconda i propri vizi...

paul11

Citazione di: donquixote il 15 Luglio 2016, 10:31:34 AM
Citazione di: Phil il 14 Luglio 2016, 23:25:31 PMMi/ti chiedo: può esserci un tempo storico "giusto"? Si può uscire dal relativismo etico(-politico), oppure il "non-giusto" è soltanto un giudizio personale... probabilmente, per chi ha il potere, i tempi sono più che giusti...
Per "giusto" intendo ovviamente "conforme a giustizia": e cos'altro è la giustizia se non "dare a ciascuno il suo"? (suum cuique tribuere) Al di là di tutte le altre considerazioni che si possono fare la proclamazione, in questo tempo, dell'uguaglianza di tutti gli esseri umani è esattamente l'opposto della giustizia, perchè chiunque può accorgersi che ognuno è diverso (sotto molteplici aspetti) da chiunque altro, e un'idea che afferma che bisogna dare le stesse cose a persone diverse persegue l'ideale dell'ingiustizia. Un tempo storico "giusto" (per quanto non assolutamente ma solo relativamente, come del resto tutto ciò che accade nel mondo del divenire) è dunque quello che persegue tendenzialmente l'ideale opposto a quello attuale. Per fare l'esempio legato all'attualità "dare a ciascuno il suo" significa non consentire che i "mercanti" possano determinare le sorti di un popolo, poichè essendo essi più di altri mossi dall'avidità e dalla ricerca del profitto non potranno certo perseguire l'interesse comune, anche magari a scapito del proprio.
Citazione di: Phil il 14 Luglio 2016, 23:25:31 PMP.s. Tutto questo per chiederti di spiegare meglio a cosa alludi con "cultura divisiva e distruttiva"...
Ferdinand Tonnies, nel famoso saggio Gemeinschaft und Gesellschaft scriveva: "La teoria della società riguarda una costruzione artificiale, un aggregato di esseri umani che solo superficialmente assomiglia alla comunità, nella misura in cui anche in essa gli individui vivono pacificamente gli uni accanto agli altri. Però, mentre nella comunità essi restano essenzialmente uniti nonostante i fattori che li separano, nella società restano essenzialmente separati nonostante i fattori che li uniscono" Le aggregazioni umane moderne, basate sulla teoria del "contratto sociale" che chiunque può sottoscrivere e che da quel momento lo consacra appartenente alla "società" di riferimento sono fondate sull'idea che il singolo individuo (libero, indipendente, autonomo ed eguale) sia più importante di tutto, e che l'unione sia solamente temporanea e strumentale al soddisfacimento di determinate esigenze dei singoli; nessuno quindi dovrà "sacrificarsi" in nome della società se non nella misura stabilita dal "contratto" sottoscritto. Tale idea, che parte dalla considerazione dell'individuo, dei suoi diritti e della sua libertà come elaborata nel XVII e XVIII secolo e codificata in opere quali quelle di Benjamin Constant (La libertà degli antichi paragonata a quella dei moderni) e Stuart Mills (saggio sulla libertà) e portata ad esaltazione nei tempi recenti da autori influenti come Stirner (L'unico e la sua proprietà), ha depotenziato il ruolo della comunità umana rendendolo funzionale alla mera espressione individuale. Le moderne costituzioni degli stati affermano in pratica che "ciascuno è libero di esprimersi come vuole a patto che ciò non impedisca in qualche modo l'espressione di un altro" che significa poi che ognuno è libero di elaborarsi una propria filosofia di vita, una propria morale, un proprio schema di giudizio sui fenomeni eccetera, e di condividerlo o meno con altri. Dunque mentre nelle comunità l'individuo poteva esprimersi solo al loro interno e siccome esse sono animate da una visione "organica" del mondo (vedi ad esempio il famoso apologo di Menenio Agrippa), ognuno doveva mantenere il proprio ruolo compatibilmente con le proprie attitudini e capacità e la comunità stessa si occupava di riconoscerlo e valorizzarlo come funzionale al benessere complessivo della medesima. Nelle società moderne, dominate invece da una visione meccanicistica ed egualitaristica ove tutti sono fungibili come ingranaggi di un meccanismo, ognuno, indipendentemente dai talenti individuali, può "scegliere" autonomamente quale ruolo ricoprire, scontrandosi quotidianamente con la realtà di una società che necessita di 1000 persone adatte a ricoprire un certo ruolo e magari gli aspiranti sono 1.000.000, e con l'estrema concorrenza di altri che anzichè puntare sui propri talenti (che non hanno) punteranno invece sul "fascino", sul "carisma", sulla "capacità di comunicazione" e su altre "doti" del tutto aleatorie e totalmente disfunzionali al ruolo ricoperto, quindi nel complesso deteriori per l'intera società. In una aggregazione umana che non postula principi di unità su cui basarsi e riconoscersi come appartenenti a quella data aggregazione (la nostra è fondata sul "lavoro": ma che cosa significa? il lavoro è un mezzo: ma qual è il fine "sociale"? Quella tedesca è fondata sulla "dignità umana": altra locuzione che non significa nulla) poichè ognuno è libero di organizzarsi la vita come crede e lo stato deve garantire tale diritto è facile immaginare come tendenzialmente ognuno potrà avere come punto di riferimento solamente il proprio ego e le sue esigenze, che si scontrerà quotidianamente con le esigenze degli ego altrui. Anche l'idea, anch'essa del tutto moderna, di "salvaguardia delle minoranze (culturali o addirittura di altro genere)" in quanto tali, contribuisce per parte sua ad aumentare la confusione intellettuale perchè una società dovrebbe avere come riferimento una "verità", o ciò che crede essere tale e che deve essere condivisa dai propri appartenenti, ma il conferimento alle minoranza di una dignità intellettuale pari a quella della maggioranza non fa che contribuire ulteriormente alla distruzione culturale e allo spezzettamento della "maggioranza" in minoranze sempre più esigue che via via non avranno più alcuna "verità" come punto di riferimento ma solo i propri interessi egoistici. Per divisione dunque intendo l'enunciazione di "principi" che esaltano l'individualità a scapito della comunità, che inevitabilmente porteranno al non riconoscimento del proprio vicino come appartenente alla stessa collettività, anche se si parla la stessa lingua. Per "distruttiva" intendo invece una "cultura" che esaltando le pulsioni umane più deteriori (perseguimento degli interessi personali o di casta a qualunque costo, mancanza totale di rispetto verso visioni diverse dalla propria, esaltazione dell'avidità, dell'invidia e della competizione poichè funzionali al "mercato") e impostata com'è sull'idea di "crescita" esponenziale, di progresso infinito, di totale rifiuto di ogni e qualsiasi equilibrio avrà buon gioco a distruggere in breve tempo tutte quelle culture che hanno impiegato secoli per trovare un proprio equilibrio educando i propri appartenenti a rendersi consapevoli che loro non sono i padroni del mondo e che devono rispettare le leggi della natura a cui loro si devono sottomettere e che non vanno piegate ai propri desideri. E dopo aver distrutto tutte le altre culture non potrà che distruggere se stessa, perchè nel frattempo i conflitti interni saranno diventati talmente numerosi e pervasivi da farla esplodere. Tutto quanto sopra, coniugato con il "materialismo" di cui dicevo nel messaggio precedente, realizzerà anche la distruzione del mondo fisico; tuttavia questo si può considerare in qualche modo un epifenomeno, anche se in definitiva sarà probabilmente quello che darà il colpo di grazia alla tanto esaltata "modernità".

Forse per analisi un pò diverse, ma arrivo anch'io a queste conclusioni.
Il problema nasce dal logos greco,dividendo astrazione e materia, ponendo l'uomo continuamente alla ricerca di una verità ora fra questi estremi. Il problema culturale nasce da lì e continua tuttora. Prima l'uomo era corpo fisico abitato dal soffio della vita, i due aspetti convivevano e non da"separati in casa" .
Quando sostieni che i concetti valoriali non sono nella realtà, è proprio questo il problema del logos, hanno proseguito persino nella cultura scientifica,nella modernità a separare la teoria dalla pratica in cui la conoscenza esperienziale umana continua a circolo chiuso a portare continue esperienze che modifcano le teorie ,ma senza mai poter mutare il modello che diventa enorme e complesso.L'individuo era in comunità, la comunità divenne società, il contratto sociale divenne stato politico in Hegel .
Si è perseguito il medesimo errore portandolo ad un livello di complessità maggiore.
Sono perfettamente d'accordo, la comunità è l'equilibrio ami sura d'uomo anche per l'individuo e solo fino a questa misura funziona la morale e l'etica perchè vige il controllo sociale dove tutti si conoscono, dove un tempo vi era il forno comune, il pozzo comune, i sentieri comuni, i riti comuni, le preghiere comuni. L'errore è pensare che la forma antiquata debba mutare per la tecnologia, errato. La tecnologia può aiutare ad avvicinare spazi incolmabili a dialogare per comunità e non questa globalizzazione che pialla l'umanità standardizzandola dentro un modello scientifico.
Sono ancora d'accordo per un aspetto perspicace:"nessuno sa più stare al suo posto"
Fino agli anni Cinquanta, primi anni dei Sessanta i cortili della case aringhiera erano colme di persone che solidarizzavano.
Il boom economico ha creato l'illusione individualistica per cui tutti i figli dei poveri sarebbero diventati ricchi.
Non avevano capito che invece avrebbero dovuto fare l'inverso, distribuire meglio le ricchezze sociali.
La meritorcrazia è una farsa storica, perchè l'importante nella grande kermesse è che tutti siano contro tutti.
Hanno insegnato che vince il furbo, raccomandato, venditore di fumo, asservito al più potente, menefreghista di un etica sociale.
Questo tipo di socialità ha insegnato che non c'è limite, dove prima esisteva un tabù sociale, quello del rispetto della persona a prescindere dallo status sociale. Rotto il limite, spacciata per libertà senza responsabilità, un nugolo di umani prostituiti alle tecnocrazie del privato e del pubblico statale hanno formalizzato un ordinamento basato sulla possiblità della mobilità sociale verticale, cioè puoi diventare ricco se sei furbo e spietato senza remore.
Ma attenzione all'errore di pensare che dignità, fratellanza.solidarietà,uguaglianza siano da sempre astrazioni, è proprio la cultura che ha separato spirito ed etica dalla materialità e dei desideri senza limiti, che volutamente ha reso indeterminabili nel concreto della vita quei valori, è come se avessero detto" credi a dei principi impossibili? Vivi invece fregandotene di quelle cose inarrivabili, guarda il paese dei balocchi, prendili se vuoi", Così hanno prostituito un'umanità.
Questo è il gioco degli illuminati a prescindere se esistano o meno.Hanno ridotto l'uomo e la sua umanità,facendogli vomitare l'anima, a un animale intelligente,Ma questa intelligenza è incapace di equilibrare  il concreto materiale l'astratto dello spirito, dell'anima,non sa coagularli, per cui accumula continuamente conoscenze senza poter dare una ragione di senso alla sua esistenza.