E' davvero sicura la riapertura dei cinema e dei teatri dal 27 marzo?

Aperto da Eutidemo, 03 Marzo 2021, 14:11:06 PM

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Eutidemo

Al riguardo, come al solito, i "mass media", semplificano un po' troppo le cose; il che, secondo me, è senz'altro opportuno per far digerire le notizie al grande pubblico (anche a prezzo di qualche imprecisione).
Però ciò può risultare deleterio:
- sia per gli operatori del settore, inducendoli ad affrontare delle spese di ristrutturazione, le quali, alla fine, potrebbero risultare del tutto inutili;
- sia per gli utenti, frustrandone le aspettative, e inducendoli ad anticipare inutilmente del denaro per le loro prenotazioni.
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L'esperienza degli impianti sciistici e degli alberghi di montagna, dovrebbe aver insegnato qualcosa a tutti.
Ovviamente, spero che tale incresciosa esperienza non si ripeta più, anzi, sono più che fiducioso che non si ripeterà; però, secondo me, è sempre bene sapere di che cosa si sta parlando, e capire bene che cosa "effettivamente" dice la normativa.
Ed infatti, un antico brocardo latino, recitava "Ignorantia legis non excusat!".
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Stando alla "bozza" del nuovo DPCM che andrà in vigore dal 6 marzo 2021 in sostituzione del decreto del DPCM del 14 gennaio 2021:
a)
Tale riapertura è prevista a due condizioni (vedi art.15) e, cioè:
-a condizione che sia comunque assicurato il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro sia per il personale, sia per gli spettatori che non siano abitualmente conviventi;
- a condizione che siano approvati i nuovi "protocolli" o "linee guida" idonei a prevenire o ridurre il rischio di contagio nel settore di riferimento, approvati dal Ministero dei beni e delle attività culturali e validati dal Comitato tecnico-scientifico, che indichino anche "il numero massimo di spettatori" per spettacoli all'aperto e di spettatori per spettacoli in luoghi chiusi, "per ogni singola sala".
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Dal combinato dei due disposti, sembra di capire che si sia in presenza di due distinti tipi di "condizione":
- la prima delle quali è CERTA sia nell'"an" sia nel "quando", poichè, se il gestore assicura nei suoi locali il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro, la prima condizione può dirsi automaticamente soddisfatta alla data prevista del 27 marzo;
- la seconda condizione, invece, non solo è INCERTA  sia nell'"an" sia nel "quando" (perchè non si sa nè se nè quando nuovi protocolli verranno "approvati" dal Ministero dei beni e delle attività culturali e  "validati" dal Comitato tecnico-scientifico), ma, per giunta, è pure di carattere sostanzialmente "potestativo", in quanto non dipende dall'attività e dalla diligenza dei gestori, bensì da quella del Ministero dei beni e delle attività culturali e del Comitato tecnico-scientifico.
Indi ragion per cui, se io fossi un gestore, non spenderei un euro prima di conoscere il contenuto di tali protocolli; sempre sperando che non vengano resi noti, per la prima volta, soltanto il venerdì 26 Marzo.
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In ogni caso, a parte il fatto che, oggi come oggi, è impossibile prevedere il contenuto specifico di tali protocolli, il DPCM prevede espressamente che essi, in ogni caso, dovranno indicare: "...anche il numero massimo di spettatori per spettacoli all'aperto e di spettatori per spettacoli in luoghi chiusi, per ogni singola sala."
Attenzione!
Stando alla lettera, sembrerebbe che, anche se il gestore ha già provveduto ad assicurare nei suoi locali il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro, questo potrebbe non essere sufficiente se, avendo così ristrutturato il suo locale, tuttavia risulterà comunque "splafonato" il cosiddetto il "numero massimo di spettatori" che verrà determinato, per ogni singola sala, dai nuovi protocolli o linee guida.
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b)
In ogni caso, la riapertura dei cinema e dei teatri dal 27 marzo 2021 (alle condizioni di cui sopra), è, sì, espressamente prevista, ma solo fino al 6 aprile 2021; ed infatti non bisogna mai trascurare l'efficacia nel tempo di una norma, la quale, di solito, viene precisata dalle "disposizioni di chiusura".
E, nel nostro caso, l'art. 55 sancisce  testualmente che le disposizioni del DPCM "si applicano dalla data del 6 marzo 2021, in sostituzione di quelle del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 14 gennaio 2021, e <<sono efficaci fino al 6 aprile 2021>>".
Il che vuol dire che in tale data le "regole del gioco" potrebbero cambiare nuovamente, sia in meglio sia in peggio; cioè, prevedendosi una nuova sospensione delle attività dei cinema e dei teatri, se il contagio dovesse prendere una piega più brutta del previsto.
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                                                         CONCLUSIONE
Sempre che io abbia correttamente interpretato le disposizioni di cui sopra (le quali, comunque, per ora le ho trovate soltanto in forma di bozza), qualcuno potrebbe pensare che i nostri governi siano gestiti da "sadici", che si divertono a torturare i poveri cittadini; reazione, questa, in buona parte comprensibile, ma, in fondo, profondamente "sciocca".
Ed infatti occorre tenere presente che, dal 31 Gennaio del 2020, noi siamo permanentemente in uno "STATO DI EMERGENZA"; per cui è inevitabile che i singoli DPCM, a prescindere da chi è al governo, non possono che avere un'efficacia relativamente breve, perchè non sono loro a determinare l'andamento della pandemia, bensì avviene "il contrario"!
Ed infatti è l'andamento della pandemia a determinare, di volta in volta, il contenuto dei vari DPCM, e non viceversa.
Ovviamente, con questo non voglio affatto dire che i provvedimenti governativi non mirino a contenere il contagio, con maggiore o minore efficacia, ma, in ogni caso, si tratta di "reazioni" ad un evento che si sviluppa, diabolicamente, per suo conto; chi mai avrebbe previsto la "variante inglese", solo qualche mese fa?
Per cui, chi è al timone della nostra barchetta, in questa procellosa bufera, non può certo prevedere in anticipo (se non con molta approssimazione) da quale direzione arriverà la prossima ondata, nè la sua violenza; quindi i passeggeri non possono lamentarsi se il capitano è costretto a "navigare di bolina", e a scartare all'ultimo momento a babordo e a tribordo, facendo ruzzolare sul ponte quelli che non hanno a disposizione un saldo punto d'appoggio.
L'importante è che riesca a mantenere la rotta, e a condurci (prima o poi) in un porto sicuro!
***
(I vaccini sono un discorso a parte)

anthonyi

Ciao eutidemo, in realtà noi sappiamo che anche quando sono stati aperti, cinema e teatri hanno prodotto ben poche infezioni, in particolare i teatri la cui chiusura è stato esclusivamente un danno.
La contagiosita di una data attività economica dipende anche dalle caratteristiche di chi ne usufruisce, il pubblico che va a teatro e differente da quello delle discoteche, rispetta le regole di sicurezza molto di più.
Saluto con piacere questa riapertura

sapa

Ciao Eutidemo, sono d'accordo con te che con l'aria che tira programmare riaperture di eventi pubblici non sia facile. Eppure, prima o poi dovrà accadere. Se si fosse provveduto a "mappare" i pericoli e i rischi delle varie tipologie d'attività (qualcuno dice che questi dati esistono, ma non vengono utilizzati, altri che la tracciatura è saltata quasi subito), forse qualcosa si potrebbe riaprire in relativa sicurezza, con le dovute precauzioni. Invece, solo il presunto pericolo, dovuto alla concentrazione di più persone in un ambiente limitato, induce a non riaprire, come se potessimo andare avanti ad oltranza a rimanere chiusi in casa e  a guardare eventi in differita streaming. Per continuare le loro attività, le compagnie teatrali dovranno adattarsi a registrare la performance e poi a venderla alle televisioni. Stessa cosa per il cinema, finchè non si potrà riaprire. Ovviamente, tutto il lavoro che accompagna i tour dal vivo, salta e andrà ristorato ( o "sostenuto", come si dice adesso). Che tristezza.

Eutidemo

Ciao Anthony. :)
Prima di iniziare ogni spettacolo teatrale, come è noto, gli attori e spesso anche il cast tecnico si mettono in cerchio stringendosi le mani e all'unisono gridano "Merda! Merda! Merda!".
Quest'uso scaramantico risale al XVII secolo quando il pubblico era solito andare a teatro in carrozza; per cui, la presenza di molto pubblico e quindi di molte carrozze si legava alla presenza davanti al teatro di molti escrementi lasciati dai cavalli.
Ed infatti, quanto più erano abbondanti i gioiellini dei quadrupedi davanti al teatro dopo lo spettacolo, tanto maggiore era stata la ressa del pubblico all'entrata e all'uscita del teatro.
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Ti ho raccontato questo aneddoto, per mettere in evidenza il fatto che il rischio maggiore dei teatri (e dei cinema) si verifica nell'"assembramento" che naturalmente si verifica all'entrata e all'uscita, sia sui marciapiedi antistanti, sia nell'androne del teatro (anche durante gli intervalli); ed infatti, a differenza dei supermercati e dei negozi, nei quali la gente affluisce "alla spicciolata" tutto il giorno, durante il periodo di apertura, nei teatri (e nei cinema), si entra tutti insieme a un determinato orario, ed è questo che può essere pericoloso.
Il pericolo, cioè, secondo me è più nel collo che nell'interno della bottiglia!
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Inoltre le misure di distanziamento in un cinema e in un teatro proteggono soprattutto dai "droplets", ma molto meno dagli "aerosol", a meno che tutti non si tengano la mascherina durante lo spettacolo; il che mi sembra alquanto  improbabile, e comunque, al buio, non è certo una cosa controllabile dai gestori del locale.
Rispetto ai teatri, invece, secondo me, i cinema presentano un ulteriore problema; ed infatti non mi sembra credibile che dopo ogni spettacolo vengano disinfettati i braccioli delle poltrone, i quali, in tal modo, diventano un veicolo ideale per il virus.
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Però è vero, come dici tu, che il pubblico che va a teatro e differente da quello delle discoteche (e, forse, anche dei cinema), perchè, probabilmente, rispetta le regole di sicurezza molto di più.
Speriamo che sia sufficiente!
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Quanto al fatto che,  anche quando sono stati aperti, cinema e teatri hanno prodotto ben poche infezioni, secondo me questo non è un dato facilmente accertabile; ed infatti un dato del genere è statisticamente verificabile solo nel caso della presenza "stabile" di più persone in un determinato ambiente (scuole, prigioni, RSA ecc.), ma non certo nel caso della presenza "estemporanea" di più persone in vari teatri ed in vari cinema nel corso di diversi giorni e settimane.
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Comunque, anche io saluto con piacere questa riapertura, sebbene non penso che ne usufruirò personalmente;  ed infatti, stare due o tre ore seduto con una mascherina in faccia, per me sarebbe una tortura (anche se fosse possibile toglierla, io me la terrei lo stesso).
Peraltro, per quanto riguarda i cinematografi, passione della mia gioventù (ci andavo più volte a settimana), da circa dieci anni prima del COVID non mi ci recavo ormai più; ed infatti, da quando è possibile vedere qualsiasi film "on demand" sul PC, non capisco la necessità di restare bloccato al buio due o tre ore in un locale affollato, e, per giunta, a pagamento (oltre ad essere assordato da un audio non regolabile, e, talvolta, a una distanza troppo vicina o troppo lontana).
Quanto alle vantate dimensioni del "grande schermo", almeno per me, si tratta di una "bufala"; ed infatti la "grandezza dello schermo" è relativa alla distanza dell'occhio, per cui un monitor da 21 pollici alla distanza di un metro, è più "grande" di uno schermo di 2100 pollici alla distanza di venti metri.
Il teatro, invece, è un'altra cosa!
Ma queste sono soltanto considerazioni personali!
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Un saluto! :)
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Eutidemo

Ciao Sapa. :)
Il tuo ragionamento sarebbe perfettamente condivisibile, se, sventuratamente, l'emergenza epidemica dovesse durare per sempre; ed infatti, come giustamente scrivi, sarebbe davvero inconcepibile dover "andare avanti ad oltranza (sine die) a rimanere chiusi in casa e  a guardare eventi in differita streaming".
Ma poichè, per fortuna, non è così, sono d'accordo con te soltanto in parte.
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Ed infatti, laddove si è già riusciti a vaccinare una parte consistente della popolazione (ad esempio in UK e, soprattutto, in Israele), la pandemia si è subitaneamente contratta, ed in modo drastico; per cui è ragionevole supporre che, presto o tardi, questo accadrà un po' dovunque, così come è accaduto per "tutte" le altre pandemie.
Considerato questo, trovo eccessiva questa "fregola di spettacolo" (peraltro surrogabile in TV o online), come se non andare al cinema o al teatro per qualche mese -o anche per un anno o due- fosse una questione di vita o di morte!
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Però, sebbene io non comprenda minimamente le esagerate lamentele degli utenti di certe attività "circenses",  capisco invece in pieno l'angoscia degli operatori del settore; i quali, effettivamente, rischiano la "morte" delle loro attività, se, in qualche modo, sia pure con le massima cautele, non si consente loro di riaprire.
Pertanto, sebbene, dovendo scegliere, per me è preferibile la "morte" di cento aziende piuttosto che la "morte" di una sola persona, tuttavia la cosa migliore è cercare, per quanto si può, di evitare entrambe le cose; per cui, a mio parere, una "molto cauta" riapertura di determinate attività, è senz'altro condivisibile.
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Hai peraltro ragione nel ritenere che "se si fosse provveduto a "mappare" i pericoli e i rischi delle varie tipologie d'attività forse qualcosa si sarebbe potrebbe riaprire in relativa sicurezza, con le dovute precauzioni."
Però io non "scaricherei" le colpe solo su chi ci governa; ed infatti l'APP IMMUNI, che che era stata approntata dal precedente governo proprio per "mappare" i luoghi e le occasioni del contagio è stata "scaricata" solo dal 20% degli italiani (in sei mesi meno di 85mila notifiche).
Chi non ha "scaricato" l'APP IMMUNI ha quindi meno di tutti ragione di "scaricare" le colpe su terzi!
In ogni caso, come diceva Seneca: "E' segno di saggezza non scaricare le colpe sugli altri, bensì, in primo luogo, su se stessi; però è ancora più saggio rifuggire entrambe le cose, quando ciò avviene è determinato principalmente dal Fato!"
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Ora, sebbene io non condivida del tutto tale assunto, tuttavia trovo un po' strano, quando ci si trova sotto le bombe,  di prendersela con la contraerea piuttosto che con i bombardieri; ed infatti, sebbene  sia più che giusto criticare una contraerea inadeguata, secondo me, sarebbe molto più logico riservare il nostro "odio" alle bombe, piuttosto che a chi, come meglio può, cerca di fare in modo che ce ne piovano in testa il meno possibile!
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Un saluto! :)
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