Dire qualcosa di sinistra

Aperto da Jacopus, 31 Luglio 2023, 23:57:24 PM

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Jacopus

Prendo lo spunto da una discussione fra destra e sinistra a Genova su come deve essere affrontato l'ordine pubblico, a fronte dell'ennesima spaccata di una vetrina con un tombino. La destra fa la destra, con aumento di vigili urbani dotati di attrezzature da gladiatori, organizzazione di pattuglioni e così via. La sinistra ribatte stigmatizzando queste scelte e proponendo al loro posto "'socialità, vivibilità urbana, maggiori occasioni culturali" (testuale). Dunque, va bene tutto contro un pensiero retrogrado e perfino controproducente da Law and Order, ma davvero sono sufficienti questi (buoni) propositi? Questa sinistra quanto è distante da quel Alain Elkann, che qualche giorno fa se la prendeva con i "lanzichenecchi", rei di non avere con sè una copia in originale della Recherche (meglio se autografata)? Ma c'è qualcuno che ancora sa dire qualcosa di sinistra a sinistra? Possibile che le cose più di sinistra degli ultimi tempi siano state promosse da un partito di scappati di casa come i 5stelle? Ma nessuno si ricorda di Giorgio La Pira, che negli anni '60 espropriava le case ai ricchi, se questi non le volevano affittare? Giorgio La Pira, un democristiano.
Probabilmente saranno altri tempi. C'è più rassegnazione in giro, fatalismo, incapacità di guardare al futuro, sempre più oscuro, ma che qualcuno gridi all'ingiustizia sociale sarebbe davvero liberatorio, invece di assistere a questo solito balletto di "buone maniere", di diritti sociali e civili. Ma cosa se ne fa un migrante, un emarginato dei diritti LGBQ? O del diritto al divorzio o del diritto alla libertà d'opinione, se la sera fa fatica a mettere in un piatto i bisogni simbolici (e magari anche quelli materiali) pompati da questa società? A volte mi sembra di essere ormai dentro il film "Brasil" di T. Gillian e mi domando dov'è la salvezza per chi cerca giustizia? Come trasmettere questo bisogno senza dover commettere nuova violenza?
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Ipazia

La sinistra ha sposato il Capitale e da allora dire qualcosa di sinistra o di destra è diventata la stessa narrazione. Il clandestino che viene a delinquere non è qualcosa di sinistra (gli manca la coscienza, cultura e determinazione rivoluzionaria: il suo modello vincente è Soumahoro e Murakatete) ma il rifiuto di un mondo che viaggia costantemente a destra. Che venga trattato in termini di nettezza urbana, privatizzata pure essa per chi la può pagare, è l'apoteosi del paradiso capitalistico.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

InVerno

Dopo Prodi la sinistra ha abbandonato la social democrazia europea per far finta di essere "sinistra americana", addirittura adottando lo stesso nome del partito americano, e predicando soluzioni non dissimili a problemi e storie diverse. L'attuale segretario, propone misure estetiche senza mai intaccare il nocciolo neoliberista, paladina di una narrativa che ha il suo nucleo in California, rappresentante cammuffata dei Proustiani è stata vista più volta in compagnia di lanzichenecchi, è giovane e cool green e lesbo. Prima di lei, Renzi, l'Elon Musk di Rignano sull'Arno, ormai deve averlo capito anche lui che è di destra, ma giurava di essere di sinistra, razzi e tunnel nella Firenze bene. I timidi funzionari di ordinaria amministrazione, Gentiloni e Letta, il fondatore Franceschini.
La destra sovranista europea ha tenuto il baricentro in europa, parla di problemi nazionali ma declinati in campo europeo, paradossalmente è più vicina alla social democrazia europea di quanto non lo sia il PD, e se ci si avvicinasse troppo, nazionalisti socialisti sappiamo chi sono.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

baylham

Qualcuno mi spiega perchè i cittadini italiani, europei, statunitensi (i cittadini dei paesi democratici occidentali) in questa fase storica preferiscono politicamente le destre più ignoranti, stupide, postfasciste, alla sinistra socialdemocratica o comunista?
Invece di tirare in ballo Marx per un inconsistente comunismo, sarebbe bene utilizzarlo per capire le dinamiche economiche e quindi politiche globali.

Le teorie economiche non si riducono ad un inconsistente neo-liberismo o comunismo, l'economia e le politiche economiche sono fortunatamente molto più varie.

atomista non pentito

Perché non esiste sinistra comunista o(tanto -) marxista .......... nei paesi ( cosiddetti) democratici occidentali , semplice

Jacopus

CitazioneQualcuno mi spiega perchè i cittadini italiani, europei, statunitensi (i cittadini dei paesi democratici occidentali) in questa fase storica preferiscono politicamente le destre più ignoranti, stupide, postfasciste, alla sinistra socialdemocratica o comunista?
Invece di tirare in ballo Marx per un inconsistente comunismo, sarebbe bene utilizzarlo per capire le dinamiche economiche e quindi politiche globali.
Le teorie economiche non si riducono ad un inconsistente neo-liberismo o comunismo, l'economia e le politiche economiche sono fortunatamente molto più varie.





ciao Baylham. Teoricamente sono d'accordo con te, tanto che il mio riferimento ideale economico-politico sarebbe la socialdemocrazia del nord-europa, quella che una volta veniva definita socialdemocrazia renana, perchè centrata sull'asse del Reno fra Francia, Germania e Benelux. Ma di fronte alla macelleria sociale che questo "molto consistente" neo-liberismo sta producendo, non posso fare altro che constatare storicamente come Marx e la sua visione della società stia tornando di attualità in un modo molto impressionante. Sono però cambiati gli attori e non c'è più una coscienza di classe, spazzata via dalla globalizzazione, e dai suoi figliocci la finanza e il monopolio dei mezzi di informazione globale. La globalizzazione stessa impone che, ammesso possibile un cambiamento, il cambiamento sia globale. Non può più sussistere una rivoluzione locale che cambi le regole del gioco "neoliberista". La cosa buffa è che questo neo-liberismo "molto consistente" finirà per distruggere sè stesso, se non si porrà un freno, che potrebbe appunto essere dato da politiche neokeynesiane o simili. Lo stiamo vedendo ora in Italia, con l'abolizione del reddito di cittadinanza, una formula che esiste in tutte le società avanzate ma che per essere più realisti del re, qui si abolisce, insieme alle solite regalìe agli evasori fiscali.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Phil

Premesso che non ho coscienza né ideologia politica (sebbene chi ce l'ha potrà assegnarmene una "d'ufficio", poiché chi ragiona a quadrati fa quadrare sempre anche i cerchi), mi pare, dall'esterno di un quasi offtopic, che la valutazione della soluzione ad un problema sociale non debba necessariamente ricadere nella pregiudizievole "cromatologia" (direbbe Fusaro) o nell'opposizione destra/sinistra (o ciò che ne resta), ma talvolta ricada "semplicemente" nella logica e/o nel buon senso (comune, o meno). Senza proiettare la piramide di Maslow sulla dimensione sociale, credo sia lampante che anche fra i diritti civili e sociali ci sia una gerarchia di priorità e importanza piuttosto condivisibile. Nel caso citato, ad esempio, di fronte all'aggressione fisica ad un negozio (con tutto ciò che comporta), se qualcuno propone la deterrenza del maggior controllo territoriale e qualcun altro propone di agire sulle cause sociali del gesto, uno dei due non ha ben chiara la fattibilità della propria proposta (prima ancora che la sua efficacia ed efficienza, criteri che per una politica pragmatica, non solo affabulatoria, credo non siano da sottovalutare). Non è tanto questione di destra o sinistra, di valori o programmi, di buoni e cattivi, quanto piuttosto di senso della realtà e problem solving.
Per quanto riguarda il polverone suscitato da A. Elkann, esso è passato anche sul mio schermo; costui, a causa di un articolo, che a mio giudizio definire innocuo è riduttivo (questo), è stato eletto bersaglio dalla velleitaria "cancel culture da ombrellone" dei radicalchic perché è chic e, in quanto tale, ha amici, anzi parenti chic che lo coprono nel suo essere "radicale" e tranchant nei giudizi (che «lanzichenecchi» sia appellativo fra i più spietati e classisti mai apparsi su carta stampata? Per fortuna che c'è l'online) e quindi può essere capro espiatorio per le frecciate di chi si sente "diversamente radicale"? Nella mia insensibilità politica, posso godermi i giochi di parole estivi per quello che sono e non animarmi troppo quando qualcuno descrive, limitando al minimo i giudizi personali (perché oltre alla rievocazione dei lanzichenecchi, il resto è scritto dall'autore con guanti più delicati del lino che indossava), un "salto generazionale" piuttosto evidente e già consolidato, quasi al punto da essere banale. Quello che invece mi lascia perplesso, probabilmente proprio a causa della suddetta ingenuità politica, è che «classista» sia usato in modo dispregiativo riferito al contenuto dell'articolo, come riportato nella mail redazione di richiamo all'identità del giornale in questione: «ci dissociamo dai contenuti classisti contenuti nello scritto» (cit.). Se lo scrittore fosse stato vestito in tuta, avesse avuto in mano «la gazzetta dello sport» e avesse usato epiteti decisamente meno dotti per definire i suoi inopportuni compagni di viaggio, l'articolo sarebbe stato meno classista? Oppure se fosse stato un anziano "compagno" (per cause di forza maggiore catapultato in prima classe, suo malgrado) a scrivere l'articolo, perché quel gruppo di ragazzi borghesi (v. iPhone, prima classe, vacanze pagate, etc.) lo disturbava nella lettura de «Il Manifesto», apostrofandoli con appellativi magari da osteria, sarebbe diventato un articolo meno classista? Oppure se fosse stata una dottoranda che... va bene, credo si sia capito cosa intendo.
Se così fosse, significherebbe che l'aspetto esecrabile dell'articolo originale non è il lamentarsi sobriamente dello "scontro" (sebbene a senso unico, quindi "invasione" più che scontro) fra generazioni, ma il fatto che l'autore abbia dichiarato "colpevolmente" le sue letture, il suo abbigliamento, il suo sentirsi alieno a discorsi ed atteggiamenti di chi ha forse nemmeno un quarto dei suoi anni; in breve: il suo evidente appartenere ad un'altra "classe". Cosa ci sia di deprecabile in questa innegabile e prevedibile differenza (di quelle da non tutelare? Aborriamo e aboliamo dunque Proust, il lino e la stilografica dalla prima classe? Vietiamo ai giornalisti di scrivere sui gap generazionali usando termini "ingiuriosi" come «lanzichenecchi»?) o nel sentirsi "marziano" rispetto a "presenze" adolescenziali e invadenti (per tono di voce, etc.), mi sfugge, ma sicuramente è la mia solita "carenza di politica" nel sangue a rendermi cieco di fronte a certi metri di giudizio (che magari sono gli stessi che propongono di scongiurare il lancio di tombini migliorando la «vivibilità urbana», che è come proporre di evitare i contagi debellando la malattia, ossia dichiarando il risultato come strumento per il raggiungimento del risultato stesso).

anthonyi

E che vuol dire "dire qualcosa di sinistra"? A sinistra ci sono molte visioni alternative del sistema economico. Di solito chi dice questo parte da una pretesa egemonia, che era quella dell'ideologia marxiana, e che oggi credo abbia anche poco sostegno nel residuo elettorato di sinistra. Jacopus dice che le riforme fatte da Renzi sul lavoro sono di destra perché non coincidono con la sua visione della sinistra, anche se queste riforme hanno dato lavoro, e migliorato la qualità concreta del lavoro di tanti lavoratori. Ma dove sta scritto che il pensiero di sinistra é un monolite immutabile?
Perché questo pensiero deve restare ancorato ad una retorica antiliberale?
Il volere la messa all'asta delle concessioni balneari é di destra o di sinistra?
E chi si oppone a questo é di destra o di sinistra?
La sinistra é progressismo, é il volere l'applicazione di soluzioni nuove ai problemi, se rimane ancorata al tradizionalismo degli errori fatti in passato nell'interpretare la realtà, dal pensiero di sinistra che sinistra é? 

iano

#8
Riflettevo su quanto sia inappropriato il termine ''multinazionale'' che sembrerebbe una entità nazionale rafforzata dal contenere diverse nazioni.
Ma il filo che ancora lega le multinazionali alle nazioni è il doversi scegliere un domicilio fiscale, che le nazioni si contendono giocando al ribasso, finché il filo diventerà sottile fino a spezzarsi.
Cosa ne sarà allora delle nazioni che non potranno più riscuotere tasse?
Le più previdenti cercheranno di trasformarsi in ''multinazionali'' in un revival aggiornato e corretto del colonialismo.
Ognuno in diversa misura siamo tutti nazionalisti, anche solo in misura residuale,  magari solo quando gioca la squadra nazionale.
Ora che il partito nazionalista è al governo in Italia dobbiamo però guardare in faccia la realtà, di questi signori eletti si dagli italiani, ma ancor prima autoelettesi rappresentati di italianità, col rischio che anche quel residuo di nazionalismo che resisteva sparisca.
Mi pare, forse mi sbaglio, che se non c'è più niente da dire di sinistra, come abbiamo fin qui constatato, la destra al governo scoprirà che ciò che di destra può dirsi apparirà anch'esso sempre più svuotato di consistenza.
Sono partiti ripetendo i loro slogan per abitudine, ma loro stessi non ricordano più cosa significhino, se hanno ancora un attinenza con la realtà, se mai l'abbiano avuta.
Slogan che possono ancora esaltere la gioventù, da trasformare poi in un gruppo simil Wagner per andare a prendersi la propria fetta di torta, con le buone o con le cattive, come sempre è stato, se di gioventù ce ne fosse ancora.
Questo mi sembra il programma della Meloni, degna erede di Fini, cioè di ciò che di più presentabile la destra abbia mai proposto, ma il primo a non credere negli italiani, ricordiamolo, era Mussolini e in tal senso era un perfetto italiano.
Ora si riprenderà il discorso interrotto da Mussolini. Una campagna pubblicitaria a reti unificate ci sommergerà finché non ci trasformeremo in ciò che la Meloni intende per ''essere italiani''.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Ipazia

#9
Citazione di: baylham il 01 Agosto 2023, 12:00:32 PMQualcuno mi spiega perchè i cittadini italiani, europei, statunitensi (i cittadini dei paesi democratici occidentali) in questa fase storica preferiscono politicamente le destre più ignoranti, stupide, postfasciste, alla sinistra socialdemocratica o comunista?
Invece di tirare in ballo Marx per un inconsistente comunismo, sarebbe bene utilizzarlo per capire le dinamiche economiche e quindi politiche globali.

Le teorie economiche non si riducono ad un inconsistente neo-liberismo o comunismo, l'economia e le politiche economiche sono fortunatamente molto più varie.


Elementare Watson: perché preferiscono l'originale alla copia fedifraga. Poi va detto che anche la destra conta balle a livello industriale quando si dichiara sovranista e bacia pantofole straniere, ma sul servire i padroni è più  trasparente della sinistra e quello che resta dell'elettorato, sempre più minoritario e filopadronale rispetto all'elettorato teorico, premia il differenziale di coerenza.

Dopo Meloni mi sa che anche a destra (immigrazione clandestina, legalità,  sovranità nazionale) le chiacchiere stanno a zero, e prevedo un ulteriore calo di chi si umilia a votare l'intero cucuzzaro politicante cialtrone.

L'area del dissenso e dell'alternativa anticapitalistica è tutta nella fascia dell'astensione a questo punto della storia.

Dopo l'89 era perfino prevedibile. Il padrone ha vinto e non resta che sperare nella sua  implosione, prima che nuove leve rivoluzionarie rilancino il processo di liberazione autonomamente.

Le giullarate M5S sono state il canto del cigno della sinistra elettorale e torna alla mente un ritornello sessantottino: "lo stato borghese si abbatte e non si cambia"

A cambiarlo ci abbiamo provato in tutti i modi e il risultato è ancora più fallimentare del socialismo reale. Oggi dobbiamo subire pure le bourla e le prediche dei "filantropi" miliardari.

Adda venì l'atomica. E non ci pensiamo più.

pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

iano

Succederà nel nuovo mondo che si profila che qualcuno si lasci ''circuire'' ancora da un nuovo Capitale, da una nuova Bibbia?
Non credo, se in forma residuale ancora quelli cerchiamo di resuscitare.
Non abbiamo ancora preso coscienza di essere vissuti sotto la dittatura di una pur pluralista scrittura, capace di affascinarci fino a farci suo strumento.
Una versione globalizzata, nero su bianco, dell'imbonitore di piazza.
Dentro a questa fascinazione ancora nuotiamo come pesci, ignari del mare.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

anthonyi

Citazione di: Ipazia il 01 Agosto 2023, 15:46:30 PML'area del dissenso e dell'alternativa anticapitalistica è tutta nella fascia dell'astensione a questo punto della storia.

 


Mi sembri pannella che invitava a non votare e poi diceva che i non voti sono tutti suoi. 
Dove sta scritto che l'astensione é "anticapitalismo" (qualunque sia il significato di questo), o dissenso.
E' invece un atto di indifferenza verso la politica e di valutazione della sostanziale equivalenza di tutti i contendenti. 

InVerno

Citazione di: Phil il 01 Agosto 2023, 13:32:16 PMPer quanto riguarda il polverone suscitato da A. Elkann, esso è passato anche sul mio schermo; costui, a causa di un articolo, che a mio giudizio definire innocuo è riduttivo (questo), è stato eletto bersaglio dalla velleitaria "cancel culture da ombrellone" dei radicalchic perché è chic e, in quanto tale, ha amici, anzi parenti chic che lo coprono nel suo essere "radicale" e tranchant nei giudizi (che «lanzichenecchi» sia appellativo fra i più spietati e classisti mai apparsi su carta stampata?
L'articolo è innocuo come tutti gli altri, il giorno dopo ci si incarta le uova, questo sembra specialmente adatto allo scopo. E' classista perchè non ha nessun contenuto se non quello di rimarcare l'esistenza di una classe, non indugia in riflessioni, descrive unicamente un confine immaginario con la sua stilografica, un confine asfissiante, intollerabile, quasi detestabile, salvo che poi il treno arriva e lui finalmente può scendere dalla carrozza prima di aver sentito il treno fischiare ed essere diventanto anche lui, uno nessuno centomila, presumibilmente dopo essere stato derubato della penna magica. Quello che contesterei, al massimo, è l'uso di "classista" come peggiorativo, quando in realtà è l'unico merito dello scritto, essere autenticamente e sfacciatamente classista, senza sicumere pedagogiche, compassione umana, sarcasmo o prospettiva maieutica, l'autore è semplicemente annichilito nel vedere un treno di persone che assomigliano tutte inesorabilmente.... a suo figlio Lapo, il lanzichenecco vestito di lino, cresciuto a Proust e stilografica. Sarebbe davvero emozionante se di questi articoli ne uscissero ogni giorno, che tutta l'aristocrazia italiana tenesse una posta del cuore per quando si sente sola e incompresa.

Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Pio

#13
Le crisi economiche e sociali spingono sempre un vento di destra. La gente si illude che l'uomo,/donna forte arrivi e risolva, spazzando via, tutta quella melassa di sinistra che sembra creme caramelle fatta con l'aspartame. Lo abbiamo già visto tra le due guerre in Europa, con l'avvento di regimi di destra estrema o più o meno moderata. D'altronde la gente, quando il vater è pieno di merda, tira lo sciacquone sperando che scenda tutta; non si mette a lavorar di fino con lo scopino, rovistando tra la merda, per vedere quella che si può tenere. Che poi invece che scendere, quando si tira lo sciacquone, si intasi tutto e addirittura salga.. beh, non dipende certo dalle ingenue speranze di cambiamento della gente "comune" (ormai un po' dappertutto la gente meno ricca vota a destra. Ed è paradossale che siano le classi abbienti a votate a sinistra. Marx si starà rivoltando nella tomba). Uso il termine classi, ma ormai penso che sia corretto  parlare di gruppi egemoni.
Non ci abitueremo mai ai metodi ruvidi di Dio, Joseph (cit. da Hostiles film)

bobmax

Sono convinto che per cercare di comprendere cosa sta avvenendo, occorra guardare con più attenzione le singole persone con cui abbiamo a che fare.
Amici, parenti, semplici conoscenti, anche chi incontri fortuitamente e con cui hai occasione di scambiare qualche parola.
Osservandoli, potrai forse cogliere cosa conta per loro, cosa credono abbia valore.

Però al di là di eventuali dichiarazioni di facciata.
A cosa tiene, per davvero, colui che ho qui davanti?

In questa prospettiva, ho riscontrato come le differenze, tra chi si ritiene più a sinistra piuttosto che a destra, diventino secondarie.

Magari chi propende per la sinistra è di solito più altruistico, di chi tende invece a destra, ma si tratta spesso di differenze marginali.
Perché vi è invece una caratteristica che prescinde dallo tendenza politica, ed è questa ad essere la causa principale che influisce sui comportamenti.

Vi è infatti chi crede nella Verità e chi no. Chi è convinto in un Bene superiore e chi viceversa ritiene che non vi sia alcun valore superiore, anche se spesso non lo ammette neppure a se stesso.

Ossia tra chi affronta il nichilismo e chi ne è succube.

Perché è il nichilismo che sta avanzando.
E l'infezione non distingue tra destra o sinistra.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

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