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Crocefisso in classe?

Aperto da Eutidemo, 03 Ottobre 2019, 13:58:26 PM

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Ipazia

Citazione di: Phil il 14 Ottobre 2019, 12:29:54 PM
Ciò che intendo è di soppesare la pratica in base al suo contesto, ma non in modo indiscriminato, confondendo la pratica di pensiero ateo (teoresi) con la pratica sociale dell'antagonismo religioso. L'ateismo, fino a prova contraria, non ha una sua pratica sociale che va tutelata (a differenza delle religioni), se fosse un culto andrebbe forse difeso nelle sua necessaria ritualità pratica, ma essendo solo una negazione teoretica (argomentata, etc.) il suo piano pratico è tutto interno al pensiero. Almeno se consideriamo la differenza (perdona la ripetizione, ma sembra che non riesca a spiegarmi) fra negazione ("a") e opposizione ("anti"), fra il dire «quello non è vero» e «quello è male e va rimosso», etc.
Certo, nulla vieta che l'ateo si opponga alla religione, tuttavia, non può farlo solo in quanto ateo o perché ciò è conseguenza necessaria del suo ateismo...

Questa parte merita una confutazione più accurata. La pratica sociale religiosa costringe pure l'ateo a scoprirsi animale sociale oltre che filosofico. Quando il teista dice:"Dio proibisce il divorzio", l'ateo filosofo risponde: "Va bene, non divorziare". Ma quando il teista dice "Dio proibisce anche a te di divorziare", l'ateo filosofo si ritrova scaraventato nel sociale e se vuole divorziare deve prendere le sue brave contromisure sociali. Essendo la storia del cristianesimo costellata di queste perle libertarie (adesso è il momento dell'eutanasia, oltre al bubbone secolare del sostentamento del clero) gli atei hanno dovuto sobbarcarsi obtorto collo anche la dimensione politico-sociale dell'essere atei, trovando nell'unità di interessi e tutele il collante sociale che l'essere atei, filosoficamente, non richiede.

L'antiteismo, o meglio anticlericalismo, non è, purtroppo, nell'ambito delle società oberate da elementi teocratici, un optional filosoficamente eliminabile per la comunità (suo malgrado) degli atei. Abbondando in Italia le crociate cattoliche, non possiamo noi atei limitarci a fare Accademia.

In altri contesti, a laicità realizzata, certamente sì. E sarei la prima a felicitarmi di rimuovere quell'oneroso anti dal mio a.

Vale anche come risposta al tuo ultimo post. Molti atei possono ignorare la coazione dei precetti religiosi finché quella coazione non li tocca personalmente e allora l'a diventa anti. Coi cattolici in Italia puoi giurarci che succede spesso.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Phil

Citazione di: Ipazia il 14 Ottobre 2019, 21:38:42 PM
La pratica sociale religiosa costringe pure l'ateo a scoprirsi animale sociale oltre che filosofico.
[...]
L'antiteismo, o meglio anticlericalismo, non è, purtroppo, nell'ambito delle società oberate da elementi teocratici, un optional filosoficamente eliminabile per la comunità (suo malgrado) degli atei. Abbondando in Italia le crociate cattoliche, non possiamo noi atei limitarci a fare Accademia.
[...]
Molti atei possono ignorare la coazione dei precetti religiosi finché quella coazione non li tocca personalmente e allora l'a diventa anti.
Questo nesso anticlericalismo-ateismo non è affatto una necessità sociale dell'ateo, ma solo una possibilità; dimostrazione pratica: correggimi se sbaglio, ma il comun denominatore sociale fra te, me, baylham, etc. non è che siamo atei quindi anticlericali (almeno io), ma solo il fatto che siamo atei. Pensare che il mio sia un ateismo d'accademia, che si scolla dalla socialità finché non viene coinvolto in prima persona è un passo falso: sempre restando in topic, se ci fosse un referendum per proibire il crocifisso in classe, e "noi atei" andassimo a votare, sei sicura che almeno uno fra noi (senza fare nomi...) non voterebbe per il «no»?
Se lo facesse non avrebbe certo rinnegato il suo ateismo (giusto?), ma verrebbe classificato dai suoi "compagni atei" come non anti-clericale, se non "traditore" o peggio. Eppure magari ha solo pensato, fuori da polemiche, faziosità e "anti" vari, che quel crocifisso possa eventualmente fare più bene che male e che non bandirlo è forse il primo passo per poter poi appendere anche altri simboli (per quello che possa mai valere la cartellonistica delle pareti scolastiche...) e in fondo meglio uno spunto di riflessione in più (non considerando il crocifisso capace di miracolose lobotomie irreversibili) che uno in meno.

Riprendendo inoltre il tuo esempio:
Citazione di: Ipazia il 14 Ottobre 2019, 21:38:42 PM
Quando il teista dice:"Dio proibisce il divorzio", l'ateo filosofo risponde: "Va bene, non divorziare". Ma quando il teista dice "Dio proibisce anche a te di divorziare", l'ateo filosofo si ritrova scaraventato nel sociale e se vuole divorziare deve prendere le sue brave contromisure sociali
Tuttavia la contromisura scelta ragionata di opporsi al divieto di divorzio, si basa necessariamente sull'ateismo? O meglio, riformulo: sono a favore del divorzio (supponiamo) per antagonismo verso la chiesa, perché sono ateo, o solo perché la mia ragione non mi rende concorde con chi lo vieta, a prescindere se sia lo stato, la chiesa o altri?

Di nuovo: l'ateismo non ha valori preconfezionati, significa solo non credere in dio; pensare che gli atei interpretino le situazioni allo stesso modo o che abbiano tutti i medesimi valori o, peggio, debbano essere per forza tutti anticlericali e combattere coesi e omologati le anti-crociate, non rende minima giustizia alla pluralità di prospettive sviluppabile da una base atea (se ti fidi, da oggi, puoi dire di aver conosciuto almeno un ateo che non è anticlericale, che non voterebbe per l'abolizione del crocifisso in aula e che se un giorno rifletterà sul divorzio non baderà minimamente all'opinione in merito né della chiesa né degli altri atei... già, non ci sono più gli atei di una volta...).

davintro

mi pare evidente come, nel momento in cui si afferma la necessità del divieto di affissione di un simbolo religioso, sulla base di una determinata interpretazione del rapporto tra la religione in questione e una società laica e democratica, si operi una discriminazione verso ogni interpretazione in senso opposta, e dunque si contravvenga al principio, appunto laico, di uguali diritti, doveri e considerazione sociale, a prescindere dalle convinzioni religiose, e anche non religiose di ciascuno. La lettura atea e anticristiana del crocifisso, che poi riflette quella ben più generale e significativa su tutta l'eredità religiosa, è messa su di un piedistallo politico e giuridico, superiore rispetto a quelle alternative. L'idea di una lineare coerenza tra cristianesimo originario e intolleranze teocratiche viene posta come aprioristicamente più valida rispetto all'idea di cristiani e anche non cristiani come me, di una deviazione operata dalla chiesa storica rispetto all'essenza teologica cristiana, idea che invece è suffragata dal concetto di "trascendenza", dal fatto che un nessun potere politico mondano, compresa la stessa chiesa storica non potrebbe atteggiarsi a rappresentante di un Dio trascendente e sovrastorico, il cui Regno "non è di questo mondo", e dunque deve essere orientato a fini secolari distinti da quelli della preparazione spirituale alla Salvezza oltremondana (sul tema mi permetto di consigliare il saggio del mio professore di filosofia morale ai tempi dell'Università, "Critica della teologia politica. Da Agostino a Peterson" di Massimo Borghesi, in cui mette esaustivamente in luce come la dualità agostiniana "Città terrena/Città celeste, riferimento teologico del cristianesimo primitivo, si opponga a ogni deviazione teocratica e si ponga come laicità antelitteram). La laicità dovrebbe essere spazio libero di confronto tra queste due opposte letture, e non egemonia di una che si impone sull'altra e si pone come criterio per stabilire cosa dovrebbe essere esposto in uno spazio pubblico. La laicità non è impedire ai credenti di veder riconosciuti simboli della loro fede in uno spazio pubblico, che è anche il loro, ma quello di non pretendere alcun privilegio giuridico che ponga le loro esigenze come più importanti di quelle degli altri cittadini. Sarebbe contrario alla laicità l'obbligo di affissione del crocifisso, e l'imporlo come unico possibile simbolo religioso, ma non la sua innocua presenza, che certo non impedisce a chi prova tanto disprezzo per il simbolo a girare lo sguardo dall'altra parte, considerando quanto grandi possono essere le pareti di un'aula

anthonyi

Citazione di: Phil il 14 Ottobre 2019, 23:08:42 PM

Se lo facesse non avrebbe certo rinnegato il suo ateismo (giusto?), ma verrebbe classificato dai suoi "compagni atei" come non anti-clericale, se non "traditore" o peggio. Eppure magari ha solo pensato, fuori da polemiche, faziosità e "anti" vari, che quel crocifisso possa eventualmente fare più bene che male

Ciao Phil, in effetti questa posizione si avvicina a quello che cercavo di dire io. Il crocifisso in classe va visto come funzionale all'obiettivo dell'istituzione educativa, e non comporta in alcun modo gli effetti coercitivi dei quali parla Ipazia. Legittimo il diritto degli atei di difendersi se qualcuno vuol imporre loro un'idea di bene religiosa, ma il crocifisso in classe non impone nulla ad un ateo convinto che, si presume, alla scuola c'è già stato. In realtà è proprio l'atteggiamento dell'ateo che non vuole il crocifisso in classe ad essere coercitivo perché vuole imporre ad altre persone di rinunciare ad un pezzo di educazione che potrebbe essere loro utile nella vita.
Un saluto

Freedom

Citazione di: anthonyi il 15 Ottobre 2019, 06:44:44 AM
Citazione di: Phil il 14 Ottobre 2019, 23:08:42 PM

Se lo facesse non avrebbe certo rinnegato il suo ateismo (giusto?), ma verrebbe classificato dai suoi "compagni atei" come non anti-clericale, se non "traditore" o peggio. Eppure magari ha solo pensato, fuori da polemiche, faziosità e "anti" vari, che quel crocifisso possa eventualmente fare più bene che male

Ciao Phil, in effetti questa posizione si avvicina a quello che cercavo di dire io. Il crocifisso in classe va visto come funzionale all'obiettivo dell'istituzione educativa, e non comporta in alcun modo gli effetti coercitivi dei quali parla Ipazia. Legittimo il diritto degli atei di difendersi se qualcuno vuol imporre loro un'idea di bene religiosa, ma il crocifisso in classe non impone nulla ad un ateo convinto che, si presume, alla scuola c'è già stato. In realtà è proprio l'atteggiamento dell'ateo che non vuole il crocifisso in classe ad essere coercitivo perché vuole imporre ad altre persone di rinunciare ad un pezzo di educazione che potrebbe essere loro utile nella vita.
Un saluto
In una parete pubblica non si comprende perché ci debba stare il crocifisso e non un altro simbolo religioso, massonico, politico sportivo, etc.
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

anthonyi

Citazione di: Freedom il 15 Ottobre 2019, 09:00:37 AM
Citazione di: anthonyi il 15 Ottobre 2019, 06:44:44 AM
Citazione di: Phil il 14 Ottobre 2019, 23:08:42 PM

Se lo facesse non avrebbe certo rinnegato il suo ateismo (giusto?), ma verrebbe classificato dai suoi "compagni atei" come non anti-clericale, se non "traditore" o peggio. Eppure magari ha solo pensato, fuori da polemiche, faziosità e "anti" vari, che quel crocifisso possa eventualmente fare più bene che male

Ciao Phil, in effetti questa posizione si avvicina a quello che cercavo di dire io. Il crocifisso in classe va visto come funzionale all'obiettivo dell'istituzione educativa, e non comporta in alcun modo gli effetti coercitivi dei quali parla Ipazia. Legittimo il diritto degli atei di difendersi se qualcuno vuol imporre loro un'idea di bene religiosa, ma il crocifisso in classe non impone nulla ad un ateo convinto che, si presume, alla scuola c'è già stato. In realtà è proprio l'atteggiamento dell'ateo che non vuole il crocifisso in classe ad essere coercitivo perché vuole imporre ad altre persone di rinunciare ad un pezzo di educazione che potrebbe essere loro utile nella vita.
Un saluto
In una parete pubblica non si comprende perché ci debba stare il crocifisso e non un altro simbolo religioso, massonico, politico sportivo, etc.

Freedom, io non ho argomentato contro l'apposizione di altre cose sulle pareti, delle quali si può discutere se siano educativamente utili. Quella parete serve per insegnare ai ragazzi delle cose per loro utili, e io credo che i principi del Vangelo siano la cosa più utile per vivere una buona vita, a questo poi aggiungiamo la coscienza del ruolo che ha avuto la religione cristiana nella nostra storia.
Un saluto

Freedom

#96
Citazione di: anthonyi il 15 Ottobre 2019, 13:34:40 PM
Freedom, io non ho argomentato contro l'apposizione di altre cose sulle pareti, delle quali si può discutere se siano educativamente utili. Quella parete serve per insegnare ai ragazzi delle cose per loro utili, e io credo che i principi del Vangelo siano la cosa più utile per vivere una buona vita, a questo poi aggiungiamo la coscienza del ruolo che ha avuto la religione cristiana nella nostra storia.
Un saluto
Non si tratta delle qualità educative del cristianesimo o del ruolo avuto da quest'ultimo nella storia. Anche perché molte persone, sono convinte che nella bilancia della giustizia il cristianesimo pesi di più dalla parte del male. Per me costoro hanno torto ma, mi pare incontrovertibile, vanno rispettati. Comunque, in ogni caso, si tratta di chi stabilisce cosa. Tu pensi che il Vangelo sia la cosa più utile per vivere una buona vita. Io, per esempio, penso la stessa cosa. Ma cosa pensano Tizio, Caio e Sen Pronio?

Come si può andare contro il Vangelo stesso, concentrato di amore ma, anche, di libertà, obbligando Tizio, Caio e Sen Pronio a guardare il crocifisso? Qualcuno ha scritto che ci si può girare dall'altra parte ma non è un argomento serio. Le ragioni sono intuitive.

O creiamo una commissione nazionale che decida cosa appendere alle pareti (al di là delle specificità: cartine geografiche o attinenti all'educazione nelle scuole; vademecum, etc. sulla salute negli ospedali) o non appendiamo niente.
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

baylham

Citazione di: Phil il 14 Ottobre 2019, 23:08:42 PM
Di nuovo: l'ateismo non ha valori preconfezionati, significa solo non credere in dio; pensare che gli atei interpretino le situazioni allo stesso modo o che abbiano tutti i medesimi valori o, peggio, debbano essere per forza tutti anticlericali e combattere coesi e omologati le anti-crociate, non rende minima giustizia alla pluralità di prospettive sviluppabile da una base atea (se ti fidi, da oggi, puoi dire di aver conosciuto almeno un ateo che non è anticlericale, che non voterebbe per l'abolizione del crocifisso in aula e che se un giorno rifletterà sul divorzio non baderà minimamente all'opinione in merito né della chiesa né degli altri atei... già, non ci sono più gli atei di una volta...).

L'ateismo non ha valori preconfezionati, significa solo non credere in Dio. Perfetto, accetto questa tesi.
Allora l'ateismo non ha nulla da dire, non entra in discussione con l'apposizione di un qualunque simbolo religioso sulle pareti di una scuola, classe.
Allora possiamo discutere dell'obbligo di apposizione di un simbolo religioso all'interno di una classe, scuola indipendentemente dal teismo-ateismo?
Stiamo discutendo di uno spazio pubblico, dove una legge obbliga lo Stato ad apporre un simbolo di una religione.
Non mi interessa il teismo-ateismo, non mi interessa il significato del simbolo, non mi interessa la rilevanza o irrilevanza, non c'è un motivo giusto, valido per cui uno Stato debba imporre l'obbligo di un simbolo religioso in un edificio pubblico. E' una condizione orwelliana: "tutti gli animali sono uguali, ma qualcuno è più uguale degli altri".
Se gli studenti della scuola, classe decidono autonomamente, senza alcun obbligo, di apporre i loro simboli religiosi sulle pareti della scuola, aula ,per me sono liberi di farlo.
Ribadisco, la questione del crocifisso non ha quindi nulla a che fare con la religiosità o l'antireligiosità, è una questione di giustizia, di uguaglianza.

viator

Salve. Sono sicuro che se questa discussione si chiudesse e dopo due mesi qualcuno decidesse di aprirne un'altra sullo stesso argomento, quest'ultima godrebbe dello stesso oceanico successo di partecipazione della presente e delle analoghe che l'hanno in passato preceduta.
E' inutile : troppo ghiotto, troppo partigianesco, troppo dialetticamente giostrabile.

Abbiamo in questo caso una precisa simbologia di parte utilizzata per promuovere una visione del mondo (quella fideistica) di parte.
Basta ciò per rendere iniqua l'imposizione o la semplice tolleranza di questo tipo di simbologie in ambienti di proprietà o funzione pubblica. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Phil

Citazione di: baylham il 15 Ottobre 2019, 15:47:43 PM
Allora possiamo discutere dell'obbligo di apposizione di un simbolo religioso all'interno di una classe, scuola indipendentemente dal teismo-ateismo?
Direi che possiamo e forse lo stiamo già facendo: nel riflettere sulla questione, credo che alcuni di noi non si pongano il problema filosofico dell'aderenza ai dettami delle proprie credenze religiose (o non religiose), ma solo della legittimità o meno di tale simbolo (e se per caso un ateo e un credente si trovano in accordo su questo tema, non credo sia una vergogna per nessuno dei due).

Citazione di: baylham il 15 Ottobre 2019, 15:47:43 PM
non c'è un motivo giusto, valido per cui uno Stato debba imporre l'obbligo di un simbolo religioso in un edificio pubblico
Concordo, infatti non sono né a favore dell'obbligo né a favore del divieto, ma a favore della possibilità di scegliere se e cosa appendere.

Citazione di: baylham il 15 Ottobre 2019, 15:47:43 PM
Se gli studenti della scuola, classe decidono autonomamente, senza alcun obbligo, di apporre i loro simboli religiosi sulle pareti della scuola, aula ,per me sono liberi di farlo.
Concordo anche qui, infatti
Citazione di: Phil il 04 Ottobre 2019, 12:53:18 PM
si potrebbe persino lasciare autonomia alle scuole nel far votare democraticamente ai genitori degli iscritti cosa (e se) appendere nelle classi

anthonyi

Ciao Freedom, è evidente che nelle decisioni politiche sul funzionamento delle scuole ci sono delle commissioni che decidono, ed è evidente che la logica maggioritaria per queste cose determina quello che gli studenti devono vedere e devono studiare, costringendoli a stare a scuola quando loro preferirebbero probabilmente andare a zonzo. Queste costrizioni non sono reputate una limitazione della libertà degli studenti, ma un incremento delle loro opportunità, e allora perché solo per un piccolo crocifisso al centro dell'aula tanto rumore? I tizio caio e sempronio a cui ti riferisci sono ragazzi, non hanno una loro opinione perché la loro opinione se la debbono ancora formare, e come se la possono formare se nessuno gli trasmette concetti spirituali. In assenza di concetti spirituali cresceranno solo con la percezione della realtà materiale, diventando naturalmente atei, ma senza che gli sia stata data l'opportunità di scegliere una via spirituale.
Un saluto

Jacopus

#101
Per Anthony. Pensare che solo all'ombra del crocifisso o di qualsiasi religione possa prosperare una visione spirituale mi sembra coerente con la visione totalitaria del cattolicesimo.
Piuttosto mi preoccupa la percezione di questi studenti, che impareranno a vedere questa imposizione come un vetusto feticcio, messo lì per salvare le apparenze barocche di questo paese. Oppure ad un altro livello per imporre una visione preferenziale del mondo.
I discorsi sulla moltiplicazione dei simboli da appendere sono assolutamente poco seri e forieri di discussioni infinite.
Ma il nocciolo della questione é sempre lo stesso: le pareti pubbliche di uno stato laico possono riconoscere legittimità e status superiore solo alla bandiera italiana. Per quanto questo dibattito sia anche um esercizio di stile, esso configura anche le sembianze di una lotta sui significati fondativi del nostro stare insieme, di una collettività e le posizioni di ognuno di noi non sono indifferenti anche se non muteranno certo la ( triste) realtà.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

viator

Salve Anthony. Citandoti : "Queste costrizioni non sono reputate una limitazione della libertà degli studenti, ma un incremento delle loro opportunità, e allora perché solo per un piccolo crocifisso al centro dell'aula tanto rumore? I tizio caio e sempronio a cui ti riferisci sono ragazzi, non hanno una loro opinione perché la loro opinione se la debbono ancora formare, e come se la possono formare se nessuno gli trasmette concetti spirituali. In assenza di concetti spirituali cresceranno solo con la percezione della realtà materiale, diventando naturalmente atei, ma senza che gli sia stata data l'opportunità di scegliere una via spirituale.".
Tutto normale quindi. Vedi e tratti solo la versione che piace a te.

Provo a riscrivere la versione speculare delle tue opinioni, e sarai costretto ad accorgerti che l'una versione è perfettamente equivalente all'altra :
"Queste costrizioni non sono da reputare una limitazione della libertà degli studenti, ma un incremento delle loro opportunità-facoltà, e allora perchè solo per un piccolo simbolo di FALCE e MARTELLO al centro dell' aula tanto rumore? I tizi Caio e Sempronio cui ti riferisci sono ragazzi, non hanno una loro opinione perchè la loro opinione se la debbono ancora formare, e come se la possono formare se nessuno gli trasmette concetti TRATTI dal MATERIALISMO STORICO? In assenza di concetti MATERIALISTICI cresceranno SENZA la percezione della CONCRETEZZA dei FATTI MATERIALI, diventando degli STERILI SPIRITUALISTI e SOGNATORI, quindi senza che gli sia stata data l'opportunità di scegliere UNA VISIONE CORRETTAMENTE MECCANICISTICA che consenta loro di muoversi proficuamente nella realtà.".

Nel ragionare di argomenti come quello presente secondo me occorre SEMPRE osservare il massimo distacco tra le diverse tesi, invece di privilegiare pregiudizialmente quelle che abbiamo succhiato assieme al latte materno. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

anthonyi

No viator, non c'è versione speculare, il rapporto con la materialità lo viviamo tutti perché siamo nella materia. Il Teismo è un'idea e quindi deve essere trasmesso e spiegato, l'Ateismo è una non idea, un vuoto teorico rispetto alla spiritualità, è l'affermazione che esiste solo questo mondo materiale.
Il raffronto con falce e martello, poi, non è appropriato, il concetto corretto correlativo sarebbe l'anarchia, il non stato messo in contrapposizione con lo stato. Anche per rispondere a Jacopus, cosa direbbe un anarchico di fronte all'esposizione in classe della bandiera italiana ? E un separatista veneto ?
Questo per dire che quando si riporta la parola STATO si definiscono dei termini a priori, per cui quella parola non è più neutrale.
E quindi l'idea di uno stato laico al di sopra di tutto è puramente illusoria, frutto di una visione del mondo che poi è contraddetta dalla realtà, perché lo stato è fatto di uomini definiti storicamente e quindi quello stato è nella storia.
Che poi in quello stato tu puoi definire la SEPARAZIONE tra stato e religione, separazione che anch'io in quanto laico auspico, ma non puoi cancellare la religione, cosa che invece auspicano coloro che vogliono togliere il crocifisso dalle scuole, sulla base della falsa argomentazione che quello è uno spazio pubblico. Se infatti fosse vero che in tutti gli spazi pubblici non ci possono essere croci allora bisognerebbe eliminare tutte le croci che si affacciano su strade e piazze, e quelle nei cimiteri. Nei paesi musulmani è così, dove ti è permesso tu puoi fare una chiesa, ma nulla all'esterno deve indicare che si tratta di una chiesa, se quello è il vostro ideale ...
Un saluto

Freedom

Citazione di: anthonyi il 15 Ottobre 2019, 19:55:07 PM
Ciao Freedom, è evidente che nelle decisioni politiche sul funzionamento delle scuole ci sono delle commissioni che decidono, ed è evidente che la logica maggioritaria per queste cose determina quello che gli studenti devono vedere e devono studiare, costringendoli a stare a scuola quando loro preferirebbero probabilmente andare a zonzo.
La scelta più importante, quella originaria di andare a scuola (secondaria superiore ed Università) è del tutto libera. Poi è evidente che ci si deve sottoporre ad una disciplina non sempre piacevole. Così come per le attività sportive ed, in generale, per qualsivoglia disciplina (lo dice la parola stessa), anche scientifica e, addirittura, artistica.
Citazione di: anthonyi il 15 Ottobre 2019, 19:55:07 PM
e allora perché solo per un piccolo crocifisso al centro dell'aula tanto rumore? I tizio caio e sempronio a cui ti riferisci sono ragazzi, non hanno una loro opinione perché la loro opinione se la debbono ancora formare, e come se la possono formare se nessuno gli trasmette concetti spirituali.
Anche per me non è una diatriba meritevole di tutta l'attenzione che ha ricevuto. Pur tuttavia, la pignoleria forse piccineria dei tempi attuali non mette a fuoco, a mio modesto avviso, le priorità spirituali, sociali, politiche ed economiche. Però i concetti spirituali trasmessi ai ragazzi dovrebbero riguardare l'universalità delle cose. Quindi tutte le tre monoteiste, le politeiste, tutti i buddismi, la massoneria (comprensiva di alchimia e cabala), la spiritualità anarchica, la spiritualità, non è un ossimoro! atea, insomma le cose ai ragazzi vanno presentate complete. A tutto tondo!
Citazione di: anthonyi il 15 Ottobre 2019, 19:55:07 PMIn assenza di concetti spirituali cresceranno solo con la percezione della realtà materiale, diventando naturalmente atei, ma senza che gli sia stata data l'opportunità di scegliere una via spirituale.
Un saluto
Questo non è vero: lo spirito soffia dove vuole. E nulla lo può fermare.
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.