Menu principale

Crocefisso in classe?

Aperto da Eutidemo, 03 Ottobre 2019, 13:58:26 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

anthonyi

Ciao Lou, hai ragione quando dici: "La stessa storia del termine "laicus" ha subito sensi e significati differenti e, forse, anche in queste diatribe tra crocefisso sì o no si decide del senso di laico, ancora oggi, assai mutevole e in fieri nel suo significato". Il problema sta nel concetto di laicità, per qualcuno questo concetto sta nell'eliminare la fede dalla società, per me invece questo concetto sta nel separare la fede dalle istituzioni dello stato.
In questa seconda definizione poi direi di essere in accordo con i principi cristiani: "Date a Cesare quel che è di Cesare, date a Dio quel che è di Dio", anche se devo ammettere la chiesa non ha proprio rispettato questi principi nella sua storia.
Io sono d'accordo sull'eliminare i crocifissi da tutte le istituzioni pubbliche tranne una, la scuola, perché la scuola ha funzione educativa e per l'educazione la religione è necessaria.
Tu potrai considerare la mia visione edulcorata, ma prova a portarmi un solo esempio di una società umana che si è sviluppata e civilizzata senza religione e poi ne discutiamo.
Un saluto

Jacopus

#46
Per Anthony. Cosa ne pensi della Cina? Il confucianesimo infatti non è una religione ma una dottrina di vita.
Inoltre il tuo discorso non regge. Se tu lo avessi fatto nel 1600 cambiando i termini del discorso, poteva suonare così: "portami un solo esempio di società umana che si é sviluppata senza la schiavitù e poi ne discutiamo".
La distinzione fra scuola e altre istituzioni pubbliche inoltre non ha senso. La religione ha molto a che fare anche con il governo politico, con la salute, con la giustizia. Crearle questo enclave lo ritengo illogico. O il crocefisso lo mettiamo ovunque oppure in nessun luogo   che rappresenta il potere pubblico.
Il mio parere lo sai già. Il crocefisso al pari della nomina del vescovo degli insegnanti di religione é una regola che ci avvicina più ai paesi dell'islam che all'Europa.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Phil

Non credo basti un crocifisso in classe a rendere cattolica una scuola e tantomeno a renderla una scuola "legittimata"(?) dal cattolicesimo o addirittura una scuola di cattolicesimo (fra le nostre scuole e le scuole coraniche ci sono anni luce di distanza, non scherziamo please). Secondo me oggi il dibattito sul crocifisso è in ritardo di almeno mezzo secolo, nel senso che avrebbe avuto le sue ragioni fino a due generazioni fa. Probabilmente se un ragazzo "medio" leggesse i nostri discorsi, si chiederebbe come mai diamo tanta importanza a un oggetto appeso ad una parete, magari ipotizzerebbe che stiamo usando un linguaggio in codice per riferirci ad altro... e questa ipotesi si è rivelata molto plausibile: il crocifisso come pretesto per addentrarsi nel tema della laicità (che è come parlare dello spray anti-zanzare per riferirsi alla catena alimentare, ma da qualche parte bisogna pur iniziare, no?).

Considererei due presupposti (metodo)logici: un simbolo assume un valore anche in base al contesto in cui viene posto e il destinatario di una comunicazione non è mai passivo ma interpreta attivamente il messaggio.
Per quanto riguarda il secondo punto, come già accennato, credo che gli attuali destinatari del messaggio di un crocifisso in classe, siano piuttosto ciechi al suo imporsi come simbolo di una storia e una visione del mondo bimillenaria: sono altri i canali da cui ricevono i messaggi e gli input che strutturano la loro prospettiva sul mondo (famiglia, amici, media, etc.) e credo questo valga ancor più per gli adulti (giusto?). L'attuale "sensibilità semantica", in generale, ci rende (noi italiani e gli occidentali in genere) piuttosto indifferenti, ragazzi inclusi, a pacchetti di sigarette su cui sono scritte verità scientifiche con tanto di illustrazioni esplicative, siamo ormai desensibilizzati ad immagini forti ed ammonimenti che pur sappiamo essere veri e riguardare la nostra salute (non la nostra visione del mondo). Se questi messaggi non funzionano, vengono ignorati (fallendo la propria "missione" di esser segno, comunicazione, etc.), mi stupirebbe che un crocifisso, decisamente più criptico e "pedante" nel comunicare, avesse miglior fortuna (soprattutto nei casi in cui «non c'è peggior sordo...», proprio come per le sigarette).

Probabilmente, oggi, il crocefisso sta vivendo nelle aule il passaggio semiotico dall'esser simbolo all'esser decorazione o elemento strutturale di default come fosse un cartello «vietato fumare» (non lo dico per blasfemia, ma perché mi sembra una constatazione piuttosto fattuale). Vederlo in un'aula e percepire un suo qualche "potere" sociologico o propagandistico o dottrinale, significa tornare ai tempi di guelfi e ghibellini; rievocazione storica di sicuro interesse ma da non confondere con l'attualità. Per tutelare il valore simbolico del crocifisso bisognerebbe ridurne l'esposizione in spazi che ne svalutano il senso, una volta preso atto dell'indifferenza che suscita: se metto un marchio/logo/simbolo ovunque ed esso non sortisce effetto (o l'effetto contrario), lo sto solo depotenziando.

Qui si innesta il primo presupposto di cui sopra: il contesto. Nelle aule, i docenti parlano indisturbati anche di/da prospettive laiche, di evoluzionismo e di preservativi, alcuni di loro sono atei e non vengono certo licenziati, alcuni ragazzi (a ricreazione e non) bestemmiano "serenamente" e tutto scorre come se quel crocifisso non ci fosse... in quanti, ad esempio, lo guardano e si fanno un segno della croce? Viene mai detta una preghiera di fronte a quel crocifisso? Qualcuno dirà «ci mancherebbe, non siamo mica in chiesa!» e forse è proprio questo il punto (che dimostra di come il crocifisso sia un falso problema e non sia paragonabile alla leggera al ruolo di altri simboli in altre culture): fuori dalle chiese, i crocifissi (non quelli indossati) sono arte, commemorazione, etc. ma oggi non marcano più alcun territorio ideologico, né nelle scuole né altrove (se non negli animi di chi, per amor di antagonismo, cerca un pretesto per appellarsi alle nefandezze del clero, seguendo la già citata adolescenziale psicologia inversa). Persino nei tribunali, la presenza di un crocifisso è ininfluente perché la legge applicata è poi di fatto e di diritto quella scritta dall'uomo; si giura di dire la verità (seppur, se non sbaglio, da quasi un quarto di secolo non si scomoda più la divinità), tuttavia se poi viene scoperta una menzogna, non si risolve tutto con una sincera confessione in chiesa, ma se ne valutano le conseguenze nell'al di qua del tribunale terreno.

Sono spesso gli atei (o meglio gli "antitei"), a vedere nel crocifisso un messaggio ingombrante e condizionante il suo contesto di esposizione quando, fino a prova contraria, la sua presenza è oggi quasi irrilevante perché viene sistematicamente ignorata (seconda premessa) e "marca il territorio" (prima premessa) come lo può marcare, mi si conceda l'esempio banale, un dizionario di inglese su una scrivania (senza che essa diventi per questo territorio del commonwealth): in entrambi i casi se il "marchio" non ci fosse, si vedrebbe sicuramente la differenza (il vuoto su parete e tavolo) e si perderebbe un'occasione per polemizzare (magari nonostante lo strato di polvere dimostri come quel dizionario non sia stato utilizzato e quindi non abbia contribuito attivamente alla "colonizzazione anglofona").

Secondo me, il pensiero laico, finché pensa che il crocefisso in classe sia un fattore rilevante o abbia un valore simbolico discriminatorio, non è davvero laico, almeno se per «laico» intendiamo quell'approccio che non dovrebbe chiudersi in una prospettiva dogmatica, ma tantomeno chiudere la possibilità di esprimere pubblicamente prospettive (non necessariamente tutte quelle possibili in egual misura, non siamo in "campagna elettorale teologica"), sempre secondo le leggi vigenti ovviamente (tutte inevitabilmente dogmatiche, ma non andiamo off topic). Che in Italia la prospettiva più in voga, per motivi storici e culturali, e quindi inevitabilmente anche la più simboleggiata, sia il cristianesimo, non dovrebbe (s)paventare la minaccia di un'ingerenza ideologica dello "stato pontificio" nei processi educativi, situazione che sarebbe certamente non laica ma che mi pare tuttavia piuttosto inattuale e fantasmatica (al contrario di quanto possa far pensare talvolta il dibattito sul crocifisso).

Jacopus

Per Phil. Condivido molto di quello che hai detto, che conferma a mio parere la necessità dell'abolizione del crocifisso anche in una prospettiva cattolica "profonda".
Quel segnale sulla parete infatti é la conferma che il cattolicesimo, in Italia, è una copertina patinata e moralistica di un libro pornografico (basti pensare ai cattolici che augurano la morte per annegamento ai disperati).
Ciò che va tolta é l'ipocrisia di quel segnale e la simbologia giustificatoria, per quanto sbiadita, che richiama.
Ps: so bene che le madrasse sono un'altra cosa, ma anche le scuole francesi sono un'altra cosa e vorrei un piccolo passo verso la Francia (ma sono anche d'accordo che é preferibile una scuola efficiente con crocifisso piuttosto che una scuola con soffitto pericolante e senza crocifisso).
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

anthonyi

Citazione di: Jacopus il 10 Ottobre 2019, 07:47:25 AM
Per Anthony. Cosa ne pensi della Cina? Il confucianesimo infatti non è una religione ma una dottrina di vita.
Inoltre il tuo discorso non regge. Se tu lo avessi fatto nel 1600 cambiando i termini del discorso, poteva suonare così: "portami un solo esempio di società umana che si é sviluppata senza la schiavitù e poi ne discutiamo".
La distinzione fra scuola e altre istituzioni pubbliche inoltre non ha senso. La religione ha molto a che fare anche con il governo politico, con la salute, con la giustizia. Crearle questo enclave lo ritengo illogico. O il crocefisso lo mettiamo ovunque oppure in nessun luogo   che rappresenta il potere pubblico.
Il mio parere lo sai già. Il crocefisso al pari della nomina del vescovo degli insegnanti di religione é una regola che ci avvicina più ai paesi dell'islam che all'Europa.

Ciao Jacopus, cosa c'è di illogico nel differenziare tra istituzioni che hanno a che fare con persone adulte, che fanno liberamente le loro scelte, e istituzioni che hanno a che fare con persone che devono essere educate, per le quali qualcuno deve fare scelte educative.
Naturalmente le scelte educative si fanno nell'interesse di chi deve essere educato e il mio parere è che l'educazione religiosa sia un'opportunità che poi gli educati possono scegliere se valorizzare o meno.
Permettimi poi di dire che l'esempio della schiavitù non c'entra, è importante capire cosa c'è nel sistema culturale, quali sono le credenze di una società.
Il caso della Cina, non c'è dubbio, è interessante, anche li comunque abbiamo un peso della tradizione (forse anche eccessivo) che ha trasmesso i contenuti del passato a tutte le generazioni successive, ed è in fondo quello che dico io dall'inizio, il crocifisso da noi ci deve stare perché è la nostra storia.
Un saluto

anthonyi

Ciao Phil, ma se la presenza del crocifisso è così irrilevante come tu dici, allora perché ci sono tutte queste discussioni ? La verità è che quella presenza non è per nulla irrilevante, e che tutti quelli che si sentono infastiditi dalla sua presenza dovrebbero interrogarsi sulle motivazioni profonde di questo "senso di fastidio".
Un saluto

Phil

Citazione di: anthonyi il 10 Ottobre 2019, 14:19:49 PM
Ciao Phil, ma se la presenza del crocifisso è così irrilevante come tu dici, allora perché ci sono tutte queste discussioni ?
Sono proprio queste discussioni a renderla rilevante, o meglio, a far sembrare che lo sia. La sua rilevanza è quasi nulla poiché gli effetti della sua presenza (come ho ricordato sopra) sono piuttosto scialbi se non addirittura assenti. Ciò tuttavia non impedisce che quel simbolo sia strumentalizzato per discorsi inattuali, per ridondanti polemiche fra fazioni o per alimentare falsi problemi (rischio crescente in modo proporzionale all'aumento della "comunicazione indiscriminata", come sui social).

In generale, credo che il proliferare di discussioni su un tema, non sia sufficiente a decretarne la serietà o la fondatezza; per restare nell'ambito, direi che si può dibattere a lungo anche sul "sesso degli angeli" senza che ciò diventi per questo una questione effettivamente rilevante.

Sariputra

Sono piuttosto d'accordo con gi interventi di @Phil. Attualmente il simbolo della croce è piuttosto svuotato di significato nella nostra cultura postmoderna e in ogni caso poco avvertito dalla maggioranza degli studenti (salvo eccezioni...). Anche i ragazzi che vanno a scuola indossando il velo o il turbante sikh probabilmente lo fanno perché costretti dai loro genitori e, per non sentirsi dei 'diversi', ne farebbero a meno...
Un crocefisso non è un simbolo di potere. E' il simbolo di chi si riconosce in un particolare credo religioso. Il crocefisso non è proprietà di nessuna chiesa, di nessuna istituzione religiosa, di nessun consacrato. Il più misero e pezzente dei credenti può portarlo al collo con lo stesso diritto del papa o del pope o di una pastora protestante (forse anche con più diritto, visto che il nucleo di questa religione è un messaggio di salvezza per tutti i poveri, di qualunque povertà si tratti: economica, sociale, mentale, spirituale, ecc.). Anni fa seppellivo ogni coniglio morto mettendoci sopra, per far piacere a mia figlia piccola, una croce in legno... Il fatto che sia stato strumentalmente usato per secoli anche come simbolo di potere temporale non è responsabilità del crocefisso in quanto tale e del suo autentico significato, e nemmeno dei 'poveri' cristiani stessi, che spessissimo sono stati essi stessi vittime di questo potere. Va tolto dalle aule? E i ragazzi cosa ne dicono? Gli da fastidio? O non se ne accorgono manco? E' forse più un problema ideologico dei loro genitori? Perchè si vogliono eliminare tutti i simboli religiosi come se questi, invece che proprietà di coloro che credono o hanno creduto nel loro significato, fossero invece il simbolo della malvagità di chi li ha sfruttati? Se io devo sopportare la vista pubblica della sede di un partito politico con tanto di stemma bene esposto, in cui altri credono, allora altri dovrebbero avere la cortesia di sopportare la vista di un'immagine sacra (un crocefisso, una statuetta del Buddha, un frontespizio del Corano, ecc.) a cui loro simili credono. Se appendere qualcosa ad un muro può sembrare 'impositivo' allora si lasci alla libertà di ogni studente esporre sul proprio banco, se lo desidera e lo ritiene opportuno, i simboli sacri in cui ripone le sua fiducia. Così come vestiti, copricapi, abbigliamento tipico, ecc. dovrebbero rientrare nella libertà di ognuno (naturalmente con dei limiti dati dalla necessità della sicurezza..)...
Concordo quindi con @davintro: più libertà è sempre preferibile a meno libertà. Le pareti delle aule scolastiche sono grandi...ci stanno diverse immagini sacre. Si dovrebbe promulgare l'ennesima legge che dice: ogni credente di qualunque religione ha il diritto di avere la propria immagine sacra esposta (non necessariamente su di un muro..)., purché questa non offenda la decenza ed entro determinate misure . Questo avrebbe anche l'effetto di incuriosire i ragazzi verso altre forme di spiritualità e magari approfondirne la conoscenza, con effetti benefici sull'intelligenza e la maturazione di quel senso di tolleranza che spesso viene a mancare. Se il mio amico e compagno di banco espone la sua statuetta vicino al mio crocefisso capisco che il semplice credere in questo o quello non ci fa migliori o peggiori...
E' comunque l'ultimo dei problemi della scuola pubblica italiana...Il problema vero è la qualità degli insegnanti, quasi sempre pessima, visto che si entra per graduatorie e per titoli e non per provata capacità ad insegnare (salvo eccezioni che fanno addirittura 'innamorare' i ragazzi di materie anche ostiche...).
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

baylham

Il contrasto sull'obbligo del crocefisso in classe non è affatto irrilevante perché il simbolo è ininfluente. 
Il conflitto sul simbolo è a sua volta il simbolo del conflitto religioso, sociale, politico, ideologico che è in atto, quotidianamente, in Italia, in Occidente come nelle altre civiltà umane. Dopo  o prima del crocefisso viene l'ora di religione, la selezione degli insegnanti di religione, l'8 per mille, il suicidio assistito, l'eutanasia, l'aborto, i servizi sociali, la sessualità ...
Si tratta della concorrenza, competizione, selezione ideale, culturale che informa la società, qualunque società.

Le formule "libera Chiesa in libero Stato" o "date a Cesare quel che è di Cesare, a Dio quel che è di Dio" sono espressioni di un compromesso provvisorio, socialmente riconosciuto, ma strutturalmente instabile perché non c'è separazione tra ciò che è religioso e ciò che non lo è.

Lou

Citazione di: Phil il 10 Ottobre 2019, 15:29:09 PM
Citazione di: anthonyi il 10 Ottobre 2019, 14:19:49 PM
Ciao Phil, ma se la presenza del crocifisso è così irrilevante come tu dici, allora perché ci sono tutte queste discussioni ?
Sono proprio queste discussioni a renderla rilevante, o meglio, a far sembrare che lo sia. La sua rilevanza è quasi nulla poiché gli effetti della sua presenza (come ho ricordato sopra) sono piuttosto scialbi se non addirittura assenti. Ciò tuttavia non impedisce che quel simbolo sia strumentalizzato per discorsi inattuali, per ridondanti polemiche fra fazioni o per alimentare falsi problemi (rischio crescente in modo proporzionale all'aumento della "comunicazione indiscriminata", come sui social).

In generale, credo che il proliferare di discussioni su un tema, non sia sufficiente a decretarne la serietà o la fondatezza; per restare nell'ambito, direi che si può dibattere a lungo anche sul "sesso degli angeli" senza che ciò diventi per questo una questione effettivamente rilevante.
Bene, se effettivamente irrilevante, appendiamo l'orologio. Non capisco il fatto di osteggiare un muro scevro da alcun credo. Ripeto, mi fa pensare non sia così irrilevante allora. Come fa notare anfhony che ne ricerca in un certo qual modo una sua irrinunciabilità.
Comprendo il punto di vista che esprimi e l'analisi, ma non li condivido: i simboli per loro natura, più o meno svuotati che siano, non sono solo forieri di una ricezione attiva, ma anche passiva da parte dei destinatari. L' habitus che si viene a creare è che quel simbolo e non un altro sia, rispetto agli altri, degno di essere esposto, una esposizione scontata, ovvia, nota. Che pertanto non la rende conosciuta. Eppure i simboli agiscono e non sono neutri.
L'occasione per confrontarsi con le simbologie messe in atto dalle varie credenze la scuola pubblica laica la sostiene già, permettendo a tutti gli allievi di indossare e mangiare ciò che le loro credenze, religioni e confessioni tramandano ed è tra queste relazioni e in questo contesto che si instaura la eventuale tolleranza, la eventuale critica e la eventuale crescita rispetto alle differenti credenze. Ostentare d'ufficio su un muro di una scuola pubblica un crocefisso, forse sì, come ben dici è una opera di decontestualizzazione impropria che non provoca fastidio, almeno a me che da piccola sgranava rosari su rosari all'asilo di suore, ma mi pare, detta papale papale, che marchiare aule di un credo sugli altri non sia sintomo di laicità.
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

Lou

@sari
La libertà è abbastanza tutelata nella scuola pubblica, ognuno può andare con copricapo, ma non con le minigonne, puoi andare con crocefisso appeso al collo, ma non pantaloncini se sei femmina, se sei maschio van bene, insomma alla libertà di credo e di culto ci siamo arrivati, un velo è decoroso, la minigonna o il pantaloncino alla ragazza no, troppo profana per il pubblico decoro, scolastico.;) Del resto non siamo mica in spiaggia, ma nemmemo in chiesa o in moschea, a dirla tutta. I simboli di emancipazione, ok molto profani ammettiamolo, stan fuori. E su sto muro bianco decadente tra crocefissi e orologi, non Si può togliere quel chiodo e proiettare quadri? Fotografie? Volti? Notizie?
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

Phil

Citazione di: baylham il 10 Ottobre 2019, 18:23:38 PM
Il contrasto sull'obbligo del crocefisso in classe non è affatto irrilevante perché il simbolo è ininfluente.
Il conflitto sul simbolo è a sua volta il simbolo del conflitto religioso, sociale, politico, ideologico che è in atto, quotidianamente
Perché deviare (e alienare) il conflitto fra posizioni verso un conflitto fra (meta)simboli? Non è meglio esplicitare il conflitto sui temi concreti? Quando un insegnante parla di evoluzionismo, di preservativi, etc. non parla di simboli e svolge la sua funzione educativa; diventa dunque irrilevante qualunque simbolo sia appeso dietro la sua cattedra.
Fare del crocifisso il pomo della discordia, sperando che iniziando da quello poi seguiranno altre modifiche, significa, secondo me, confondere il simbolo con le norme che esso simboleggia: che cosa vogliamo modificare fra i due? Possono esserci dieci simboli appesi o nessuno, e l'8 per mille, la selezione dei docenti di religione, etc. non averne necessariamente la minima ripercussione. Ricordavo i tribunali: se lì il crocifisso c'è, la legge che vige è solo quella dell'uomo: oggi la norma non si confonde con il simbolo.

Citazione di: baylham il 10 Ottobre 2019, 18:23:38 PM
Dopo  o prima del crocefisso viene l'ora di religione, la selezione degli insegnanti di religione, l'8 per mille, il suicidio assistito, l'eutanasia, l'aborto, i servizi sociali, la sessualità ...
Forse è un "piano inclinato" un po' troppo forzato, basato sul ruolo forte del simbolo tipico, come dicevo, di un paio di generazioni fa; le nuove generazioni stanno imparando a distinguere il dito dalla luna e "noi vecchi" siamo qui a discutere sulla manicure.

Citazione di: baylham il 10 Ottobre 2019, 18:23:38 PM
Si tratta della concorrenza, competizione, selezione ideale, culturale che informa la società, qualunque società.
Non rilevo (ma magari sbaglio) che quel simbolo in sé sia minimamente (in)formativo per chi frequenta quelle aule, né al di qua né al di là della cattedra. Sulle tematiche (non simboliche) sopra citate, l'informazione di oggi mi pare piuttosto libera e plurale (almeno nei paesi con il crocifisso), con buona pace dei simboli monotematici e monoteisti che abbiamo ereditato dal nostro passato. Oggi (e ormai da tempo) sono gli schermi a gestire le informazioni e le rispettive influenze, non più le pareti...


P.s.
Citazione di: Lou il 10 Ottobre 2019, 18:28:31 PM
Bene, se effettivamente irrilevante, appendiamo l'orologio. Non capisco il fatto di osteggiare un muro scevro da alcun credo.
Non lo osteggio affatto, anzi:
Citazione di: Phil il 04 Ottobre 2019, 12:53:18 PM
mi pare più sensato lasciar libertà di decorazione delle pareti scolastiche (tranne simboli macabri, pornografici, violenti etc.), lasciando che siano poi i genitori a scegliere se mandare il proprio figlio alla scuola che ha appeso il crocefisso, o la falce e martello, o la foto del presidente, o una testa di cinghiale, o l'aglio contro i vampiri, o semplicemente l'orologio.
Più che il divieto di appendere simboli, lascerei la possibilità di metterne a piacimento (tranne suddette eccezioni), il che non nega la possibilità di non metterne nessuno; nel mio piccolo, così intendo il pensiero laico.

Lou

#57
Re Ps: vada per il criterio del "a piacimento" plurale, molto più ragionevole del mero a piacimento "d'ufficio".
Però una nota , @phil:
"(tranne simboli macabri, pornografici, violenti etc.)"

non ti pare violento il simbolo del crocefisso? Croce, arma del delitto e giustiziato sofferente? Non mi pare che la violenza sia esente da questo simbolo. Anzi, tutt'altro.
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

Phil

Non so quali siano le norme vigenti in materia di censura di immagini violente in luogo frequentato da minori (a questo mi riferivo con l'elenco e l'«etc.»), quindi ti do la mia opinione spiccia personale: non credo il crocifisso rappresenti un'immagine così violenta da risultare scabrosa per bambini e ragazzi (che potrebbero vederla a tinte ben più drammatiche nei crocifissi in chiesa o altrove), in fondo è un uomo pudicamente coperto con le braccia aperte; rispetto ad immagini trasmesse in tv o nei videogiochi (sorvoliamo sul web) credo si tratti di una violenza decisamente poco conturbante (classificabile "pegi3"), quindi non da censurare (secondo me).

anthonyi

Citazione di: Lou il 10 Ottobre 2019, 22:00:54 PM
Re Ps: vada per il criterio del "a piacimento" plurale, molto più ragionevole del mero a piacimento "d'ufficio".
Però una nota , @phil:
"(tranne simboli macabri, pornografici, violenti etc.)"

non ti pare violento il simbolo del crocefisso? Croce, arma del delitto e giustiziato sofferente? Non mi pare che la violenza sia esente da questo simbolo. Anzi, tutt'altro.

Per chi non sa nulla di quello che significa quella crocifissione sicuramente può apparire violento. Se però sai quello che significa, e cioè un grande atto d'amore, puoi solo scegliere se accettarlo o rifiutarlo.