COVID19 - La mancata "zona rossa" di Alzano e Nembro

Aperto da Eutidemo, 13 Giugno 2020, 12:01:34 PM

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Eutidemo

Come è noto, la Procura della Repubblica di Bergamo ha aperto un'inchiesta per la mancata costituzione della zona rossa nei Comuni di Nembro e Alzano Lombardo; e, a tal fine, ha interrogato,  come "persone informate dei fatti", il premier Conte, il ministro della Sanità Speranza, la ministra dell'Interno Luciana Lamorgese, il governatore della Lombardia Attilio Fontana e l'assessore al Welfare lombardo Giulio Gallera.

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Nessuno di costoro, per adesso, è stato ancora penalmente inquisito.
In tal caso, secondo alcuni, il reato ipotizzabile, scaturirebbe dal combinato disposto delle seguenti disposizioni penali:
- l'art.438 C.P., che punisce gravemente "chiunque cagiona un'epidemia mediante la diffusione di germi patogeni".
- l'art. 452 C.P., che punisce meno gravemente: "chiunque commette, per colpa, alcuno dei fatti preveduti dall'art.438".
In questo caso, in effetti, nessuno dei soggetti di cui sopra ha materialmente "commesso" il reato in questione, impegnandosi a diffondere il virus come un "untore"; però, uno o più di costoro, potrebbero avere colposamente "omesso" di prendere i provvedimenti necessari per evitare che il virus si diffondesse per conto suo.

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A volte, infatti, la legge impone l'obbligo di compiere una determinata azione: per cui, omettere di porre in essere la condotta doverosa, può voler dire commettere un reato.
Il che dà luogo al cosiddetto "reato omissivo", che è l'illecito posto in essere da un soggetto che, pur avendo l'obbligo di compiere una determinata azione, invece, rimane inerte.
Il reato omissivo può essere:
a)
"Proprio" quando la semplice omissione del soggetto è sufficiente per ritenere quest'ultimo penalmente responsabile di quanto accaduto (ad esempio l'omissione di soccorso).
b)
"Improprio", quando è invece richiesto che dall'omissione del responsabile derivi un evento che la legge mira ad evitare (come nel caso della procurata diffusione del contagio).

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Nel caso di specie, però, secondo me si dovrebbe più propriamente parlare di "reato commissivo mediante omissione» (cioè di reato omissivo improprio); ed infatti, l'art.40 comma 2 del Codice Penale  stabilisce che "non impedire un evento, che si ha l'obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo".

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Chi, dunque, aveva il potere-dovere di impedire la diffusione del contagio,   "istituendo" le cosiddette zone rosse?
La Regione Lombardia o il Governo?
Al riguardo, secondo me, occorre rifarsi:
- all'art.6 della Legge n. 833 del 1978 (quella istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale), la quale sancisce  che sono di competenza dello Stato sia la profilassi delle malattie infettive per le quali sono imposte misure quarantenarie, sia gli interventi contro le epidemie;
- all'articolo 7 della stessa legge, la quale stabilisce che (dallo Stato) è delegato alle regioni l'esercizio delle funzioni specificate all'articolo 6.

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In questo caso, la delega indubbiamente c'era, con conseguente ipotetica "colpa" della Regione Lombardia.
Tuttavia, in via di principio:
- se è indubbiamente vero che il delegato (cioè la Regione) non poteva rimanere inerte nell'adempimento dei potere-dovere conferitogli, dovendo esercitare i compiti ad essa assegnati in caso di epidemie;
- è anche vero, però, che il delegante (cioè il Governo), in caso di inerzia dello stesso delegato (cioè la Regione), avrebbe avuto il potere-dovere di  esercitare il suo potere sostitutivo.

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Per cui, secondo me:
a)
"De iure" sono ipoteticamente colpevoli entrambe le istituzioni (o meglio, i loro responsabili "persone fisiche"), in quanto:
- la Regione Lombardia aveva il potere-dovere di istituire la "zona rossa" nei comuni del bergamasco (come hanno fatto altre Regioni, in casi analoghi);
- il Governo, dal canto suo, aveva il potere-dovere di sostituirsi alla stessa regione Lombardia, nel caso di sua inerzia.
b)
"De facto", tuttavia, visto che, ovviamente, la responsabilità penale è personale, e considerato che, all'epoca, "NESSUNO" aveva ancora davvero ben chiaro che pesci prendere, secondo me, responsabilità morali e politiche a parte, è molto dubbio che qualcuno possa risultare penalmente imputabile.

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Ed invero, ai sensi dell'art.47 C.P., l'errore sul "fatto" che costituisce il reato esclude la punibilità dell'agente; e, in questo caso, il "fatto", cioè la gravità ed il meccanismo diffusivo del virus, non era ben chiaro a nessuno, a cominciare dai virologhi e dagli epidemiologhi.
E' vero che, sempre l'art.47 C.P., stabilisce che,  se si tratta di errore determinato da "colpa", la punibilità non è esclusa, quando il fatto è preveduto dalla legge, come delitto colposo (come in questo caso fa l'art. 452 C.P); però, il successivo art.48 C.P. prevede pure che, se l'errore sul "fatto" che costituisce il reato è determinato da terzi, dovrebbero essere tali terzi a risponderne e non gli "agenti" (rectius, gli'"omittenti"), a cominciare, appunto, da quei virologhi che dichiaravano pubblicamente che si trattava di una "innocua influenzola".

***
Di fronte a tali "qualificate" dichiarazioni di alcuni notissimi esperti in materia, nonchè di fronte alla resistenza dei comparti produttivi a "chiudere bottega" (spalleggiati, in questo, anche da alcune forze politiche), a mio parere la "titubanza" a chiudere le "zone rosse", sia da parte del Governo, sia da parte della Regione, se non "giustificabile", dovrebbe considerarsi quantomeno "comprensibile"; ed infatti, una eventuale interruzione dell'attività produttiva nella "zona rossa" solo  a causa di quella che, poi, poteva rivelarsi solo un'innocua "influenzola", avrebbe potuto comportare sia per il Governo che per la Regione una responsabilità per danni ovvero l'accusa di aver "cagionato un grave nocumento alla produzione nazionale."
Come suol dirsi, cioè, "del senno di poi sono piene le fosse!"
;)

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Per concludere, comunque, a mio (molto opinabile) parere, sotto il profilo penale tutto si ridurrà a stabilire:
a) a chi sia imputabile l'evento dannoso: Governo, Regione, o entrambi, come io ritengo "teoricamente" più plausibile.
b) se tale evento dannoso sia dovuto a "colpa" specifica di "qualcuno" (persona fisica) sotto il profilo "penale"; che, ovviamente, è un po' diverso da quello "politico", "amministrativo" e "civile".

***
A tale riguardo, sotto il profilo penale, la  definizione di "colpa" si ricava dal secondo capoverso dell'art. 43 c.p., che così dispone: "...il reato è colposo, o contro l'intenzione, quando l'evento, anche se preveduto, non è voluto dall'agente e si verifica a causa di negligenza o imprudenza o imperizia, ovvero per l'inosservanza di leggi, regolamenti, ordini o discipline".

***
Al riguardo, esistono svariatissime teorie sulla ricorrenza del requisito della colpa, che non è certo qui possibile esaminare neanche sommariamente:
- la teoria della prevedibilità;
- la teoria della pericolosità della condotta;
- la teoria dell'evitabilità dell'evento;
- la teoria di Antolisei (che è quella che ho studiato io all'Università);
- la teoria eclettica.
Per cui, vista la varietà delle opinioni in materia, resta solo da vedere per quale di tali teorie propenderà la Procura di Bergamo!

***
Senza addentrarmi in nessuna di tali teorie generali, nè in quella da me preferita, se mi è concesso di azzardare una specifica ipotesi esegetica con riferimento al caso specifico, ritengo che, così come, nel  giudicare della condotta migliore per fermare  una invasione di "extraterrestri", non avrebbe alcun senso parlare di "negligenza,  imprudenza, imperizia, ovvero inosservanza di leggi, regolamenti, ordini o discipline", allo stesso modo -almeno in parte-, secondo me non ha molto senso parlarne con riguardo alla condotta migliore per contrastare un virus come il COVID19; il quale, rispetto ad analoghe passate epidemie e pandemie dell'ultimo secolo ("Spagnola" a parte), si è "operativamente" manifestato molto diverso, insidioso, contagioso e virulento...pur appartenendo ad una tipologia già nota.
Tanto è vero che praticamente "TUTTI" i governi del mondo (con qualche rarissima eccezione), sono stati presi, come suol dirsi, con le "brache calate"; e non pochi hanno reagito molto peggio e più tardi del nostro!

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Ciò premesso, salvo che nel corso delle indagini emergano gravi e specifiche forme di "colpa" imputabili a singoli individui in base a quanto specificamente previsto dal secondo capoverso dell'art. 43 c.p., a mio avviso, almeno "rebus sic stantibus" ed in base alle notizie in mio possesso, non mi pare che ci sia nessuna specifica persona "penalmente" responsabile; nè il premier Conte, nè il ministro della Sanità Speranza, nè la ministra dell'Interno Luciana Lamorgese, nè il Governatore della Lombardia Attilio Fontana, nè l'assessore al Welfare lombardo Giulio Gallera.
Ma questa è solo la mia molto opinabile opinione, che potrebbe risultare:
- fondata su notizie incomplete o inesatte;
- comunque fallace nella sua impostazione giuridica.
Per cui, prendetela con "cautissimo" beneficio d'inventario! ;)

sapa

Concordo sul concorso di colpe ,secondo il modello "de iure", delle istituzioni centrali e locali, non sull'assenza di colpe sulla faccenda delle zone rosse in Lombardia e direi, in senso lato, sull'approccio avuto. Lo dico per l'ennesima volta: in febbraio girava sui media nazionali lo spot istituzionale di Mirabella "....il contagio non è affatto facile!" e, se non ricordo male, a Milano era in voga il #milanononsiferma, per citare due delle più clamorose topiche prese da governanti e amministratori locali. Ora, chi aveva messo in mano al prode Mirabella il testo che ha così ben recitato? Se, come dice giustamente Eutidemo, nessuno conosceva la portata di quanto sarebbe successo, perchè diffondere messaggi rassicuranti? Non c'era mica l'obbligo di parlare, non sapendo e non capendo. Per me, qui si vede la negligenza, la superficialità e l'incapacità. Che, se non daranno luogo a sentenze giuridiche, almeno dovrebbero essere stigmatizzate e non lasciate cadere nel dimenticatoio, alla voce "poteva capitare a chiunque".

Eutidemo


Ciao Sapa. :)
Hai ragione!
Secondo me, se non si sa ancora bene se un fenomeno sia più o meno pericoloso, diffondere messaggi rassicuranti è molto pericoloso.
Ed infatti, almeno per come la vedo io:
- è meglio allertarsi un po' troppo, magari inutilmente e pure provocando qualche danno collaterale;
- piuttosto che allertarsi troppo poco, rischiando il verificarsi di danni ben più gravi e devastanti.


***
In ogni caso, come giustamente osservi tu, "non c'era mica l'obbligo di parlare, non sapendo e non capendo bene cosa stava realmente accadendo";  meglio perdere l'occasione di dire una cosa intelligente, piuttosto che dire una cosa idiota.


***
Un saluto :)


anthonyi

Ciao Eutidemo, sembra che Conte si sia presa in carico tutta la responsabilità, a differenza di Fontana e Gallera che sono campioni dello scaricabarile. Siccome reputo sia una persona con buone competenze giuridiche credo abbia i suoi punti di forza. Le zone rosse servono per impedire all'epidemia di allargarsi, di uscire al di fuori dell'area circoscritta, ora sfido chiunque a dimostrare che al di fuori di Alzano e Nembro l'epidemia non fosse già arrivata.

sapa

Citazione di: Eutidemo il 13 Giugno 2020, 14:46:36 PM

Ciao Sapa. :)
Hai ragione!
Secondo me, se non si sa ancora bene se un fenomeno sia più o meno pericoloso, diffondere messaggi rassicuranti è molto pericoloso.
Ed infatti, almeno per come la vedo io:
- è meglio allertarsi un po' troppo, magari inutilmente e pure provocando qualche danno collaterale;
- piuttosto che allertarsi troppo poco, rischiando il verificarsi di danni ben più gravi e devastanti.


***
In ogni caso, come giustamente osservi tu, "non c'era mica l'obbligo di parlare, non sapendo e non capendo bene cosa stava realmente accadendo";  meglio perdere l'occasione di dire una cosa intelligente, piuttosto che dire una cosa idiota.


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Un saluto :)
Perfetto, Eutidemo, ma io sono anche convinto che, se ci si fosse allertati un po' di più in febbraio, quando dalla Cina arrivavano segnali allarmanti, invece di diffondere messaggi rassicuranti, probabilmente il virus avrebbe cavalcato meno in libertà e, probabilmente, invece di fermare l'intera Italia per settimane, sarebbe bastato "rallentare" il paese e il virus, evitando lo sconquasso economico che, ahimè, sono convinto vedremo tra qualche mese. Perchè un conto è rallentare, un altro fermarsi.

sapa

In ogni caso, ho sentito poco fa al TG4 un economista meravigliarsi e inveire contro la magistratura bergamasca, perchè, a suo dire, prima di cercare le colpe bisognerebbe lasciar depositare il polverone. "Questo è un periodo in cui dovrebbe prevalere la concordia nazionale", ha aggiunto. Perchè adesso tutte le colpe sono della magistratura. Ma io mi chiedo: se dei liberi cittadini, che hanno avuto in casa delle vittime "certificate" Covid-19, decidono di fare un esposto in Procura, i magistrati dovrebbero rifiutarsi di procedere, finchè il polverone si è depositato? Ma come siamo messi, in sto paese? Boh.

Ipazia

#6
L'anomalia assassina di Alzano e Nembro si chiama #Bergamoisrunning e la sua firma si trova(va) su YouTube.

Anomalia rispetto ai casi di Vo Euganeo e Codogno dove in condizioni analoghe, precedenti quelle dello hinterland industriale bergamasco (680 milioni fatturato annuo), la zona rossa venne attuata.

I padroni del vapore hanno deciso e i politicanti di tutti i colori a Roma, Milano e Bergamo si sono adeguati.

Malgrado l'indagine in corso dubito ci sarà un giudice a Berlino. Siamo in Italia e Berlino non v'é.
.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Eutidemo

#7

AGGIORNAMENTO
Su alcuni quotidiani, giorni fa, era apparsa la notizia che il procuratore aggiunto di Bergamo, Maria Cristina Rota, aveva dichiarato che la zona rossa era responsabilità di Roma e non della Lombardia.
Successivamente, però, la stessa ha così smentito tali notizie di stampa: "No! Io avevo detto soltanto  che dalle dichiarazioni che avevamo in atto in quel momento (cioè quelle di Fontana e Gallera), c'era quella dichiarazione".
Per cui, se ho ben capito, il procuratore si era limitata semplicemente a riferire la tesi di  Fontana e Gallera in sede di interrogatorio, ma non l'aveva certo fatta sua; cosa, questa, che, in verità, sarebbe stata davvero assolutamente "impropria", per un magistrato che ancora deve pronunciarsi giurisdizionalmente in merito all'inchiesta in corso!

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