COVID 19 - report 0725: Analisi di scenario e dei livelli di pericolo

Aperto da Eutidemo, 08 Marzo 2020, 07:23:06 AM

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Eutidemo

RILEVAZIONE GRAFICA
CASI

DECEDUTI


ANALISI (abstract)
Si rileva graficamente un andamento "esponenziale" sia del fenomeno dei casi, sia di quello dei decessi; che risulta essere uno tra i più elevati del mondo.
Però, rispetto alla Cina, tra i 70 e i 79 anni il confronto vede l'Italia con una letalità del 5,3%, mentre la Cina ha l'8%, e tra 0 e 69 è 0,5% nel nostro paese contro l'1,3% cinese. Per quanto riguarda la letalità in generale, al 4 marzo in Italia risultava del 3,5%, mentre in Cina al 24 febbraio era del 2,3% (dati non del tutto congruenti, in quanto quelli Cinesi non sono del tutto affidabili).
Il confronto con Francia, Germania e Spagna, è evidenziato dal grafico; sempre tenendo conto del diverso numero di controlli e dei diversi protocolli di effettuazione da Paese a Paese.


VALUTAZIONE GENERALE (abstract)
Il pericolo del del contagio può essere considerato su tre livelli:
I LIVELLO: LIEVE
L'affezione può essere risolta domiciliarmente, con terapie "di base".
II LIVELLO: SERIO
L'affezione può essere risolta ospedalmente, con buone prospettive di successo, ricorrendo a terapie "intensive".
III LIVELLO: GRAVE
L'affezione può essere risolta ospedalmente, ma con scarse prospettive di successo, anche ricorrendo a terapie "intensive", perchè le condizioni del paziente risultano ormai gravemente compromesse (anche a causa dell'età e di altre patologie)

CRITICITA' (abstract)
La criticità sta nel fatto che i casi del  II livello, rischiano "scadere" nel III livello, nelle seguenti ipotesi:
a)
Carenza dei reparti di terapia intensiva.
b)
Carenza di personale sanitario idoneo.
Il governo, fortunatamente, sta prendendo provvedimenti per ovviare ad entrambi i tipi di carenza, sebbene il secondo si presenti particolarmente problematico.
Ed infatti:
- i medici e gli infermieri anziani e pensionati, potrebbero risultare riluttanti ad una riassunzione (seppur provvisoria), anche considerando il maggior rischio che corrono a causa della loro età avanzata;
- i medici e gli infermieri giovani e/o all'ultimo di specializzazione, in quanto meno esperti, è possibile che possano prestare un'assistenza di efficienza inferiore a quella necessaria (anche considerando la "novità" e la "perfidia" del virus), e, soprattutto, possono rischiare di ammalarsi anche loro.
Quest'ultimo è il rischio peggiore, non per loro che, essendo giovani, difficilmente rischiano di morire, ma perchè la cosa potrebbe innescare un "effetto a spirale"; vale a dire, ad una ulteriore sopravvenuta carenza di personale, per la contrazione della malattia da una parte più o meno consistente dello stesso.
Per cui si auspica molta cautela al riguardo, sperando nel meglio.
Resta fermo che le disposizioni sanitarie specifiche non potranno che provenire dal Comitato Scientifico, per il tramite del Ministero della Salute e della Protezione Civile!

Sariputra

Ero più ottimista, qualche giorno fa, ma invece vedo che le misure di contenimento adottate (scuole chiuse, "zona rossa", ecc.) non producono grossi risultati. E' anche vero che non ne abbiamo la controprova. Gli ospedali si stanno frettolosamente attrezzando. Quello dove lavora il mio congiunto ha velocemente sgomberato il quarto piano, dove c'erano uffici e ambulatori vari, ricavandone quaranta posti per la terapia intensiva. Queste stanze però non sarebbero del tutto adatte,  in quanto mancanti della doppia porta, come previsto per questo uso. Ma tant'è...Si riducono e accorpano gli altri reparti per fare posto. La neurologia si vede privata di quattro stanze , ora adibite a Medicina...Si ricoverano solo i casi più gravi. Temo che ci saranno molti anziani con patologie gravi, ma non urgentissime, che dovranno fare i conti con questa 'penuria' di posti letto. Penso che, per evitare un possibile "crash" del sistema sanitario nazionale, nel caso probabile di decine di migliaia di contagiati dall'immondo morbo, si dovrà fare uno screening più severo e lasciare a casa la maggior parte dei malati giovani e molti anziani già compromessi da altre patologie; sì che "la natura faccia il suo corso" (nel 1968 la "spaziale" fece circa 20.000 morti in Italia...). Se penso che, a tre Km da dove abito, c'è un ospedale dove si fanno solo prelievi per esami del sangue e viene tenuto attivo solo un piano, per ambulatori  vari e consultorio... Intere ali sono vuote da anni, ormai inutilizzabili per l'incuria e lo sfacelo del tempo...
Il mio congiunto mi riferisce che qualche medico dell'ospedale dove lavora si è messo in malattia, perché teme di venire contagiato "dallo morbo giallo". Arrivano le ispezioni dell'Asl, ovviamente...ma cosa fare se uno/una non se la sente proprio?... :-[
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

Phil

Mi pare che un dato tanto importante quanto trascurato siano le guarigioni: monitorare il loro andamento contribuirebbe a definire meglio la situazione. Sembra che in Cina, che avendo iniziato per prima è più avanti nella "curva" di andamento del virus (anche se ovviamente tale curva dipende molto dalle contromisure attuate, dalla tempestività d'intervento, dalle infrastrutture, dalla situazione climatica, dal comportamento della popolazione, etc.) già una settimana fa i contagi quotidiani abbiano iniziato ad essere inferiori alle guarigioni, che attualmente pare si attestino circa al 70% dei casi (erano al 53% una settimana fa e al 7% il 12 febbraio).
In Italia, oltre all'impennata dei contagi e dei decessi, c'è una proporzionale impennata dalle guarigioni, sempre considerando che molti contagi sono recentissimi e non si guarisce in tempi brevissimi?
Pare che su 5883 casi accertati, finora 589 siano guariti (a fronte di 233 decessi), ma è l'andamento cronologico che sarebbe secondo me un dato interessante (in rete, dopo rapida ricerca, non l'ho trovato) e che forse aiuterebbe l'opinione pubblica ad essere più consapevole del contesto (sebbene capisco che presentare pubblicamente l'eventuale impennata delle guarigioni potrebbe innescare ulteriori comportamenti irresponsabili, forse è più saggio ammonire citando contagi e morti... meglio comunque non deviare il discorso verso tematiche troppo social-filosofiche, qui il topic è molto specifico).

Eutidemo

Ciao Sariputra.
Pure io ero più ottimista, qualche giorno fa; adesso, invece, un po' meno.

***
Venerdì, mentre ero sotto i ferri del dentista, lui mi ha raccontato che il gorno prima aveva accompagnato sua moglie in ospedale con tosse secca e febbre  a 39; però, senza farle il tampone, le hanno detto che, secondo loro non aveva il COVID 19...ma che per prudenza era meglio che per due settimane se ne stesse a casa.
Secondo me, per cautela, sarebbe stato bene che anche il mio dentista avesse fatto la stessa cosa, visto il mestiere che fa; anche se usa sempre guanti e mascherina!

***
Mi fa piacere sapere che gli ospedali si stiano frettolosamente attrezzando; però, siccome di necessità "la gatta presciolosa fa i figli ciechi", temo anche io che molte sale di terapia intensiva non potranno essere attrezzate in modo adeguato.

***
Penso anche io che, per evitare un possibile "crash" del sistema sanitario nazionale, nel caso probabile di decine di migliaia di contagiati dall'immondo morbo, si dovrà fare uno screening più severo e lasciare a casa la maggior parte dei malati giovani ed in condizioni non troppo critiche.

***
Non sono invece d'accordo sul lasciar crepare gli anziani già compromessi da altre patologie (sì che "la natura faccia il suo corso"); ed infatti, sebbene per l'INPS una cosa del genere sarebbe una manna, tuttavia mi ricorda troppo da vicino il programma nazista denominato AKTION T.

***
Quanto alla "spaziale" del 1968, io mi presi quella e pure l'"asiatica" del 1957; ma sono ancora qui!
Però temo che, stavolta, la "comare secca" non mi concederebbe un'ulteriore proroga dell'esecuzione!


***
Quanto al fatto che il  tuo congiunto ti riferisce che qualche medico dell'ospedale dove lavora si è messo in malattia, perché teme di venire contagiato "dallo morbo giallo"; è proprio quello che io paventavo nel mio topic iniziale.

Un saluto!

Eutidemo

Ciao Phil
Hai centrato perfettamente il problema osservando che l'andamento della curva dipende molto:
- dalle contromisure attuate;
- dalla tempestività d'intervento;
- dalle infrastrutture;
- dalla situazione climatica;
- dal comportamento della popolazione.

***
A quanto mi risulta, però, non mi sembra che si sia trascurato il dato delle guarigioni; il quale viene monitorato giorno per giorno, e che, per fortuna, risulta positivo.

***
Il guaio è che, secondo me c'è:
- chi si ammala e guarisce senza neanche essersi reso conto di aver avuto il COVID 19;
- chi muore di un COVID 19 non diagnosticato.

***
Ed invero, anche in Italia, oltre all'impennata dei contagi e dei decessi, c'è stata una proporzionale impennata dalle guarigioni; sebbene con un tasso ancora non ottimale.
Forse, proprio considerando che molti contagi sono recentissimi e che non si guarisce in tempi brevissimi.

***
Anche a me risulta che su 5883 casi accertati, finora:
- 589 siano guariti;
- 233 sono morti.

***
L'andamento cronologico non l'ho trovato in rete neanche io;  però, secondo me, anche quello risulterebbe non abbastanza significativo.
Ed infatti, per effettuare un riscontro veramente efficace, bisognerebbe collegare temporalmente ciascuna guarigione:
- al momento in cui è insorta l'infezione specifica da cui essa è derivata (cosa quasi impossibile);
- quantomeno al momento in cui l'infezione specifica da cui essa è derivata è stata "accertata" (cosa possibile, ma molto meno significativa).

***
Sono d'accordo con te che, tale informazione:
- forse aiuterebbe l'opinione pubblica ad essere più consapevole del contesto;
- o forse l'indurrebbe ad essere troppo trascurata.

***
La  cosa più importante, infatti, secondo me, non è cercare di evitare la "paura", in quanto, in certi casi, è molto salutare avercela e farsene condizionare; per esempio gettandosi subito a terra se si sentono fischiare attorno le pallottole!
La cosa importante, invece, è di saperla controllare per farne il giusto uso, in modo da poter gestire nel modo migliore un pericolo "reale".
Il mio sergente istruttore diceva: "l'uomo che non ha paura è un uomo morto!"☺

Un saluto!


Sariputra

Dagli ultimi dati di stasera si direbbe una mortalità intorno al 5%. Molto , molto alta. Bisognerebbe avere un quadro dell'età media dei malati per capire meglio... :(
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

anthonyi

Citazione di: Sariputra il 08 Marzo 2020, 18:39:34 PM
Dagli ultimi dati di stasera si direbbe una mortalità intorno al 5%. Molto , molto alta. Bisognerebbe avere un quadro dell'età media dei malati per capire meglio... :(
Ciao Sari, infatti la mortalità è più alta di quella Cinese, anche se dal confronto per classi di età la mortalità è più bassa da noi. La mortalità è alta perché noi abbiamo molti più malati anziani che giovani.

anthonyi

Citazione di: Eutidemo il 08 Marzo 2020, 12:13:22 PM


***
Non sono invece d'accordo sul lasciar crepare gli anziani già compromessi da altre patologie (sì che "la natura faccia il suo corso"); ed infatti, sebbene per l'INPS una cosa del genere sarebbe una manna, tuttavia mi ricorda troppo da vicino il programma nazista denominato AKTION T.

Ciao Eutidemo, è un criterio normalmente utilizzato in caso di guerra, si sceglie di salvare tutti quelli che possono essere salvati. In condizioni di risorse limitate, se devo scegliere se salvare un paziente molto problematico o due pazienti meno problematici, e meglio salvarne due che uno.

Eutidemo

Citazione di: anthonyi il 08 Marzo 2020, 21:49:10 PM
Citazione di: Eutidemo il 08 Marzo 2020, 12:13:22 PM


***
Non sono invece d'accordo sul lasciar crepare gli anziani già compromessi da altre patologie (sì che "la natura faccia il suo corso"); ed infatti, sebbene per l'INPS una cosa del genere sarebbe una manna, tuttavia mi ricorda troppo da vicino il programma nazista denominato AKTION T.

Ciao Eutidemo, è un criterio normalmente utilizzato in caso di guerra, si sceglie di salvare tutti quelli che possono essere salvati. In condizioni di risorse limitate, se devo scegliere se salvare un paziente molto problematico o due pazienti meno problematici, e meglio salvarne due che uno.

Questo è verissimo...però, per fortuna, non siamo in guerra.
In ogni caso, COVID19 a parte, in casi estremi, ad esempio, se c'è solo un'attrezzatura da usare urgentemente per un paziente gravissimo o un altro, da sempre si sceglie il paziente più giovane.
Il che mi sembra atroce, ma logico!


anthonyi

Comunque hai fatto caso, Eutidemo, che questo COVID19 è un virus procapitalista. Ammazza i vecchietti improduttivi, facendo risparmiare tanti soldi in cure e pensioni, ma non si accanisce contro i più giovani, che sono forza lavoro. 

Eutidemo

Citazione di: anthonyi il 09 Marzo 2020, 15:47:39 PM
Comunque hai fatto caso, Eutidemo, che questo COVID19 è un virus procapitalista. Ammazza i vecchietti improduttivi, facendo risparmiare tanti soldi in cure e pensioni, ma non si accanisce contro i più giovani, che sono forza lavoro.
Mi sembrerebbe una motivazione indubbiamente "logica"; ma, forse, un po' troppo "perfida" persino per il più spregiudicato dei capitalisti!
Roba da Aktion T4!

Ipazia

Ma non per il più fondamentale dei suoi desideri. Il mitragliamento a palle incatenate contro quota 100 la dice lunga su questa visione del mondo.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Sariputra


Questo articolo spiega bene che la scelta su chi curare si comincia  già a fare negli ospedali:




"Sta già succedendo: in alcuni ospedali si è già costretti a scegliere a chi dare la priorità in terapia intensiva perché siamo in uno scenario che può essere assimilato alla medicina di guerra o delle catastrofi". Marco Vergano, medico anestesista rianimatore al San Giovanni Bosco di Torino, è tra i redattori delle raccomandazioni in 15 punti rivolte a migliaia di colleghi dalla SIAARTI (Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva).


In una di queste c'è scritto che "può rendersi necessario porre un limite di età all'ingresso in Terapia Intensiva. Non si tratta di compiere scelte meramente di valore, ma di riservare risorse che potrebbero essere scarsissime a chi in primis ha più probabilità di sopravvivenza".
In concreto, chiarisce all'AGI il rappresentante della Società Scientifica, "la polmonite da Covid-19 ha un decorso più breve e più benigno in chi è più giovane e sano: se un paziente ultranovantenne, ma potrebbe essere anche un ultrasettantenne con plurime patologie" si presenta al pronto soccorso con una polmonite da Coronavirus "lo si sottopone a terapia farmacologica e ossigenoterapia, ma se quest'ultima non basta e l'insufficienza respiratoria progredisce, non lo si dovrebbe ricoverare in Terapia Intensiva".


"Su quanto si possa essere trasparenti nel comunicare questa scelta è difficile dirlo: la comunicazione è un dovere deontologico, ma è logico che chi è dispnoico non sempre è in grado di comprendere e il medico potrebbe avere tutto l'onere della scelta".


Senza terapia intensiva, questo tipo di paziente "magari guarisce; ma se dovesse peggiorare, morirebbe. Ovviamente con le cure palliative del caso, oggetto di uno dei punti delle raccomandazioni".


Sono "scelte a volte inevitabili - esemplifica il medico - che compie ad esempio chi arriva dov'è esplosa una bomba in uno scenario bellico, dove può succedere che porti in sala operatoria un bambino e magari non suo nonno. Abbiamo scritto queste raccomandazioni sapendo che in una zona rossa, nei prossimi giorni, alcuni nostri familiari potrebbero rimanere fuori dalla terapia Intensiva.


Il peso è inevitabile, ma queste raccomandazioni possono essere una sorta di consolazione per molti colleghi. Per chi è costretto a compiere scelte di questo tipo, sapere che la tua Società Scientifica ti supporta è una forma di sostegno. I medici stanno lavorando 24 ore al giorno e sono stremati. Poi, a tutela di tutti, è previsto che queste decisioni siano collegiali e chi è indeciso può chiedere una seconda opinione. Questo documento, anzi, limita potenziali eccessi di limitazioni alla terapia intensiva proprio perché stabilisce dei criteri".


Sulla reazione a questi punti, il medico dice: "Sui social, per quel poco che ho visto, la maggioranza dei colleghi è d'accordo nel definirle magari 'inquietanti e dure, ma necessarie. Le raccomandazioni non sono comunque vincolanti, non sono linee guida". "Abbiamo iniziato a scriverle lunedì scorso - spiega Vergano - quando l'Unità di Crisi lombarda ha iniziato a presagire una possibile catastrofe sanitaria".


"All'inizio la soglia dell'accesso alla terapia intensiva può essere bassa" - cosi' il medico ricostruisce come si può arrivare al punto in cui siamo - "posso ammettere quasi tutti, ma la settimana dopo mi trovo tutti i pazienti della settimana prima che non sono ancora guariti. L'afflusso intanto è triplicato e, mentre i primi che ho ricoverato sono anziani perché spesso sono i primi ad ammalarsi in quanto più fragili, poi mi trovo con pazienti magari piu' giovani e sani per i quali però non ho posto. Anche se ho aumentato i letti intensivi con sforzi sovrumani, chiudendo interi blocchi operatori. In quel caso interviene la rete, si cercano altri ospedali dove mandarli ma a un certo punto non si trovano altri posti, anche la rete è satura.


Può succedere quindi che muoiano i pazienti rimasti fuori dalla Terapia Intensiva, ma che muoiano anche i primi che ho ricoverato, che spesso sono troppo deboli per sopravvivere. In questi giorni, ci sono ospedali con pazienti intubati fuori dalle unità intensive, talvolta negli studi medici, ovunque ci sia ossigeno. Sono scelte complesse ed emotivamente pesanti. Ma è un po' come succede con la medicina dei trapianti, dove purtroppo le persone possono morire in attesa di un organo perché gli organi sono allocati non solo a chi è iscritto da piu' tempo in lista, ma a chi ha la maggior probabilità di sopravvivere con quel trapianto".


A chi critica questa medicina che è costretta a scegliere chi vive o muore, il medico ribatte: "è la straordinarietà della situazione a renderlo inevitabile, perché se così non fosse morirebbero molte più persone. E' una scelta talvolta drammatica, ma che permette di massimizzare i benefici per il maggior numero di persone".
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

Ipazia

Se il fattore di scelta deve essere la bombola di ossigeno e una macchina non certo stratosferica come un respiratore vuol dire che il SSN è alla frutta e la salute non è più un diritto costituzionale. Il che rende ancora più assurdo un paese che tiene dei vegetali umani attaccati a macchine per decenni per puro bigottismo e business.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

anthonyi

Citazione di: Ipazia il 09 Marzo 2020, 22:33:36 PM
Se il fattore di scelta deve essere la bombola di ossigeno e una macchina non certo stratosferica come un respiratore vuol dire che il SSN è alla frutta e la salute non è più un diritto costituzionale. Il che rende ancora più assurdo un paese che tiene dei vegetali umani attaccati a macchine per decenni per puro bigottismo e business.
Io invece direi, Ipazia, che il SSN mai come oggi ha dimostrato di essere tra i migliori del mondo. Non credo che in nessun paese del mondo siano predisposte le centinaia di migliaia di posti in terapia intensiva che sarebbero necessarie in caso di pandemia, e sono convinto che se il nostro sistema le avesse predisposte preventivamente in tanti in Italia, forse anche te, avrebbero gridato allo spreco delle risorse pubbliche.
Riguardo ai vegetali umani, poi, non sono così differenti da quei vecchietti novantenni che il COVID19 sembra così efficacemente capace di togliere di mezzo, per cui non vedo per te il problema nel caso in cui i posti dovessero mancare, meglio così no !

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