Covid 19 - Proroga della chiusura degli impianti sciistici

Aperto da Eutidemo, 15 Febbraio 2021, 15:24:46 PM

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Eutidemo

La notizia mi ha molto rattristato, per due motivi:
1)
In primo luogo perchè costituisce una ulteriore "mazzata":
- sia per la nostra economia in generale, visto che possedendo noi la maggior parte delle strutture sciistiche alpine, la chiusura degli impianti sciistici costituisce un danno maggiore per noi piuttosto che per gli altri Paesi limitrofi;
- sia per lo specifico settore, che, effettivamente, si trova ora davvero in grave difficoltà
2)
In secondo luogo, perchè gli impianti si erano già costosamente attrezzati per la riapertura, e poi si sono dovuti "stoppare" di nuovo, con un ulteriore danno economico.
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Tuttavia mi rattrista anche la stupidità di alcuni commentatori televisivi, e di certi politici, i quali se la prendono con il governo (a prescindere dal suo colore) invece che con il virus.
Ed infatti, essendo privi di buon senso, e, per giunta, non avendo ben letto i relativi DPCM, tali commentatori credevano che il 15 febbraio fosse stata prevista la riapertura degli impianti, per cui hanno trovato assurdo un ripensamento all'ultimo momento.
Ma le cose non stanno affatto così!
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Ed infatti, l'ultimo DPCM, come i due precedenti:
- non aveva affatto previsto che il 15 febbraio si sarebbero potuti riaprire gli impianti (il che sarebbe stata una sciocchezza, perchè la sfera di cristallo non ce l'ha nessuno)
- aveva, invece, stabilito la chiusura degli impianti "almeno fino al 15 febbraio", salvo eventuale riapertura se, a tale data, la situazione epidemiologica fosse migliorata.
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Ma, poichè, in prossimità della scadenza di tale data la situazione epidemiologica non è affatto migliorata, ma, anzi, è gravemente peggiorata per l'"exploit" sempre più arrembante negli ultimi giorni della "variante inglese" (per non parlare di quella brasiliana e sudafricana) il governo ha giustamente prorogato la chiusura fino al 5 marzo.
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Adesso c'è solo da sperare che, in prossimità di tale prossima scadenza, la situazione migliori, e, quindi, che la chiusura non debba essere ulteriormente prorogata; ma spero che nessuno sia così sciocco da pensare che, adesso, il governo abbia già stabilito, in anticipo, che il 5 marzo gli impianti potranno riaprire!
Ed infatti non è assolutamente possibile prevederlo, perchè con questa maledetta "bestiaccia" di virus, e soprattutto con questa ultima contagiosissima variante (pericolosa pure per i bambini), non si può che navigare a vista, giorno per giorno.
E "ci andrà di lusso" se non si dovranno chiudere anche ulteriori attività, e tornare ad un "lock down" quasi totale; ma, grazie ai vaccini, spero tanto di no!
Però, chi può dirlo con sicurezza?
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P.S.
Non intendo qui discutere se fosse necessario o meno, "in generale", chiudere gli impianti sciistici; i quali, essendosi dotati di adeguate misure di prevenzione, ritenevano di poter garantire la sicurezza degli utenti.
Secondo me era comunque necessario, poichè, a prescindere dalla effettiva efficienza ed efficacia di tali misure, il problema (se mi consentite il "calembour"), era "a monte del monte"; e, cioè, negli assembramenti per raggiungere gli impianti, e farne uno uso (sperabilmente) sicuro.
Ma, come ho detto poichè ignoro sia le criticità logistiche per accedere agli impianti, sia la natura delle misure di prevenzione, sul punto non mi pronuncio; ed infatti tutti hanno il diritto ad avere una opinione, ma tutti hanno anche il dovere di avercela "informata".
E, in questo caso, la mia non lo è affatto, per cui preferisco non esprimerla! :-X
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sapa

Il problema, Eutidemo, credo sia il fatto che la gente era già negli alberghi, pronta e con gli sci già ai piedi. Alberghi, perciò, che già da giorni si erano attrezzati, per ospitare le "orde scivolanti", che adesso sono costrette a tornare a casa, con la coda tra le gambe e ben invelenite contro le Autorità. Si dirà, temo, che il vuoto esecutivo lasciato dal precedente governo non ha aiutato, la colpa ricadrà sulle spalle di Renzi, ma rimane, a mio avviso,  che l'intempestività delle ordinanze del Ministro Speranza ( e del vecchio governo giallo-rosso) sono ormai proverbiali. I tecnici dicono da settimane che vorrebbero un altro lockdown duro, come mai tutta questa gente, esercenti compresi, è corsa a riaprire? 

Ipazia

Forse perchè un paese con una sanità almeno da terzo mondo non gestisce una epidemia ormai nota da un anno con il carcere. Siamo al fallimento totale della sanità pubblica che vuole lavarsene le mani e di uno stato incapace di agire efficacemente sui focolai. Accanirsi su un'attività che può essere gestita in sicurezza come lo sci è pura demagogia totalitaria.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Eutidemo

Ciao Sapa. :)
Posso senz'altro comprendere la gente che  era già negli alberghi, pronta e con gli sci già ai piedi; nonchè gli alberghi che, perciò, che già da giorni si erano attrezzati, per ospitare le _"orde scivolanti"_, che adesso sono costrette a tornare a casa, con la coda tra le gambe e invelenite contro le Autorità.
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E posso anche capire chi ancora non era arrivato in albergo, ma aveva già pagato una qualche forma di "anticipo"; ed infatti, dopo la  prenotazione la maggior parte degli albergatori, soprattutto adesso, in tempo di COVID19, chiede un anticipo a titolo di "caparra".
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Al riguardo, non molti sanno che:
- se è stata versata una "caparra penitenziale", ai sensi dell'articolo 1386 del codice civile,  l'albergatore la può trattenere nel caso di disdetta.
. se, invece, è stata versata una "caparra confirmatoria", ai sensi dell'articolo 1385 del codice civile, oltre a trattenersi l'acconto, l'albergatore potrebbe richiedere il pagamento dell'intero corrispettivo del soggiorno prenotato o del maggior danno subito (se non viene specificato nulla, secondo la prevalente giurisprudenza, si dovrebbe trattare della caparra confirmatoria).
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Per cui, ad un mio amico che intendeva prenotare un albergo di montagna per l'ultima settimana di febbraio ("erroneamente" credendo che per il 15 di febbraio fosse stata già prevista la riapertura delle piste da sci), io manifestai il mio vivo "dissenso", in quanto già dall'inizio del mese, vista la brutta aria che tirava circa questo maledetto contagio, io temevo che la chiusura sarebbe stata quasi sicuramente prorogata.
In ogni caso, lo sconsigliai vivamente di versare anticipi a qualsiasi titolo; o, semmai, soltanto a titolo di "acconto"; ed infatti, l'"acconto" conferma la volontà del cliente e nel caso di disdetta lo stesso cliente ha il diritto alla restituzione (ammesso che ci riesca).
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A quel punto, visto che io gli avevo spiegato che per il 15 di febbraio non era stata affatto prevista la riapertura delle piste da sci, ma che, molto probabilmente, come già accaduto in passato, la chiusura sarebbe stata prorogata alla scadenza, lui ha rinunciato.
Chi, invece, "a suo rischio e pericolo", ha preferito prenotare o, addirittura, già recarsi negli Alberghi, poi non può lamentarsi che la chiusura sia stata prorogata; ed infatti, sebbene a causa del cambio di governo tale proroga sia "formalmente" avvenuta "in zona Cesarini", tale decisione, vista la preoccupante situazione sanitaria, era già nell'aria da settimane.
Molte autorevoli personalità, sia scientifiche che governative, l'avevano predetta, come ho avuto modo di sentire con le mie orecchie!
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Al riguardo, peraltro, c'è da rilevare che gli albergatori:
- potranno regolarmente fruire della clientela già arrivata, la quale, anzi, visto che non potrà andare a sciare, "consumerà" molto di più quello che l'albergo ha da offrire (a pagamento);
- potranno lecitamente trattenersi le caparre penitenziali e confirmatorie, pretendendo per queste ultime anche la tariffa per il soggiorno non fruito.
In tale seconda ipotesi, a ben vedere, facendo il calcolo tra costi e benefici, forse molti alberghi, con la proroga delle chiusure degli impianti, potrebbero addirittura "guadagnarci"; e, questo, a spese degli  "clienti anticipanti a vuoto" per un servizio non fruito.
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Chi invece ci rimetterà di sicuro, sono:
- i clienti di cui sopra;
- gli impianti di risalita.
Questi ultimi, invero, subendo un gravissimo danno dalla (sia pur giustificatissima) proroga, secondo me dovrebbero ricevere indennizzi più di tutti gli altri; e dovrebbero riceverlo in tempo reale, per evitare che molte imprese falliscano, e che i loro dipendenti finiscano senza impiego (sebbene credo si tratti di impieghi solo stagionali).
Per gli alberghi, invece, secondo me bisognerebbe verificare caso per caso.
Un saluto! :)

Eutidemo

Prima di chiudere le mie considerazioni al riguardo, vi voglio raccontare un aneddoto.
Tanti anni fa, da giovane, spesso mi trovavo in attrito con mia moglie perchè lei, la sera, voleva uscire per andare a cena fuori; mentre io, invece, di solito preferivo restare a casa, e le dicevo "...aspetta, chè vedo se riesco a finire di lavorare per tempo, e poi ti dico se me la sento di uscire o se sono troppo stanco!"
Lei, avendo capito l'antifona, a una cert'ora, senza dirmi niente, cominciava a truccarsi ed agghindarsi, e poi, alla fine, mi si presentava davanti tutta "in tiro" e pronta per uscire!
E quando io le dicevo che non ne avevo la benchè minima voglia, lei furbescamente replicava: "E che diamine, me lo potevi dire prima che perdessi tutto 'sto tempo a prepararmi; adesso che, ormai, sono tutta pronta, con che coraggio te la senti di dirmi che dobbiamo restare a casa?"
Al che, o io cedevo, o lei si vendicava con insopportabile geremiadi, e/o con piccoli ricattucci!
Ovviamente non intendo certo dire che tutti gli operatori sciisitici, pur immaginando benissimo che molto probabilmente la chiusura sarebbe stata prorogata a causa della "variante inglese", abbiano "fatto finta" di aver speso un sacco di soldi per essere pronti a riaprire, al fine:
- o di forzare la mano al governo, per costringerlo alla riapertura;
- ovvero per chiedere il risarcimento dei presunti danni se non ci fossero riusciti
Capiamoci bene: non intendo assolutamente dire questo!
Però, almeno "in alcuni casi", soprattutto quando la presunta spesa non viene analiticamente documentata, il sospetto mi viene; e comunque, sul fatto che tutti ci "marcino" un po', non nutro, invece, dubbio alcuno!

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