Covid-19 dove stiamo andando?

Aperto da sapa, 04 Novembre 2020, 10:47:57 AM

Discussione precedente - Discussione successiva

sapa

Non so voi, ma io sono sempre più sconcertato dai messaggi che questo governo e la politica in generale stanno mandando alla popolazione. Faccio un esempio: adesso, per giustificare le anche ovvie, nuove misure di restrizione che dovrebbero essere state firmate da Conte e diventare attive a partire da domani 5 novembre 2020, si sperticano tutti a spiegarci che tutto ciò viene fatto per limitare la progressione del contagio e consentirci di passare un Natale normale. Devo pensare che, ammesso e non concesso che con queste misure il contagio rallenti in modo significativo da qui a 30 giorni, poi ci sia "il tana libera tutti", con libertà di spostarsi per tutta Italia, di organizzare cenoni e pranzi vari in famiglia e con gli amici? Con il risultato, a questo punto, di vedere ripartire il contagio e  di dover richiudere tutto a inizio febbraio? Io capisco che si voglia tenere calma la popolazione, ma qui o si stanno raccontando delle bugie, o si naviga veramente a vista corta e limitata. In ogni caso, se da un lato si dà una speranza alla  gente, dall' altro a mio avviso si diffonde un messaggio sbagliato. Perchè il messaggio giusto, secondo me, da dare sarebbe che ci sono forti probabilità di avere a che fare con quest'emergenza fino a che non sarà disponibile il vaccino e che l'unico mezzo per limitarla è il rispetto delle norme essenziali di comportamento individuale. D'altra parte, possiamo pensare di continuare ad aprire e richiudere come stiamo facendo ancora a lungo?

viator

Salve sapa. Scusa, ma tu giaci ancora nello stadio in cui dare retta ai vaneggiamenti della italica "classe dirigente" ? Ti preoccupi circa ciò che viene deciso da un branco di irresponsabili la cui coerente funzione e ruolo è unicamente quella di mantenere il "potere" a tempo indeterminato evitando ogni e qualsiasi responsabilità che possa pesare sui loro destini politici ?.


Tutto ciò che i politici non fanno......non viene fatto per evitarne la responsabilità (leggere : altri lockdown)......mentre tutto ciò che viene da loro fatto.........lo è per evitare l'accusa degli elettori di non avere fatto nulla (leggere : provvedimenti affannosi, casinistici e contradditori a tutta manetta). Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

atomista non pentito

Concordo con Viator , "decisori" in primis incapaci ( comunque , per questo aspetto , in buona compagnia nel mondo) , irresponsabili ed incredibilmente incollati al cadreghino ( caratteristica questa piu' "mediterranea"). Non un provvedimento e' stato motivato da evidenza scientifica. Mala tempora currunt , temo "pericolosi salti" della pace sociale , spero altresi' che dalla merda nasca un fiore.
Stop

niko

Perchè il messaggio giusto, secondo me, da dare sarebbe che ci sono forti probabilità di avere a che fare con quest'emergenza fino a che non sarà disponibile il vaccino e che l'unico mezzo per limitarla è il rispetto delle norme essenziali di comportamento individuale.[/size]

[/size]
-------------------------------------------------


Le norme di comportamento individuale per limitare i danni non possono impedire il lavoro e la socialità, sennò su tempi lunghi fanno più danni di quanti ne evitino, non si può vivere di sussidio a tempo indefinito


(sussidio pagato da chi a chi, mi chiedo? Cosa determinerà il protrarsi di una gestione improduttiva e assistenzialistica dell'emergenza? Tasse più di quante già ce ne sono? Debito con l'estero e con organismi sovrannazionali che poi dovremo ripagare lavorando come schiavi? Moneta stampata dal nulla che determinerà inflazione e crollo del valore dei sussidi assistenziali stessi?)


e non si può vivere chiusi in un buco con la paura dell'altro a tempo indefinito, quindi o le norme essenziali imposte sono compatibili con la vita lavorativa e sociale, tipo Svezia, o, se proprio devono essere incompatibili con lavoro e dignità umana perché come i paesi civili non possiamo fare, meglio un modello stop and go, che un modello stop a tempo indefinito, con stop a tempo indefinito andiamo per pezze economicamente, e neghiamo lo spirito stesso dell'uomo.


I dispositivi di protezione individuale ed alcune abitudini sanitarie sono accettabili, ma un mondo dove non si può più camminare per strada, superare i confini comunali, lavorare per il pane quando si ha famiglia, incontrare chi si vuole in casa propria no, è una dittatura.


Se la guerra al virus deve diventare la guerra all'uomo, e tale sta diventando, aprissero e chiudessero a tempi alterni, che è meglio che farci crepare tutti, e non certo di virus...


per il problema del natale non mi importa, chiudessero tutto e mantenessero lo stato d'assedio fino a dopo le feste (mi dispiacerebbe solo per il conseguente disastro per i commercianti), basta che poi riaprono...


pensare di essere al di là della fame come prospettiva di chi non mangia e della necessità di uno stile di vita umano per tutelare la mera sopravvivenza ci sta portando alla rovina, proprio come pensiero che si scontrerà con la realtà, quando vedremo che finito il pane non si possono mangiare vaccini e pillole, e che chiusi in una casa carcere senza una socialità pienamente umana e non solo familistica e lavorativa -per chi è fortunato che ancora lavora- (potrei dire non solo produttiva e riproduttiva) non si vive.


Gente che ha mutuo, affitto, macchina, per quanto tempo valuterà più importante la salute fisica davanti alla prospettiva della rovina economica nel senso vero del termine, di andare a fare il barbone?


A me fa specie molto l'idiozia di statali e pensionati che non si schierano con negozianti e piccoli imprenditori in questa situazione, non lo capiscono che i prossimi redditi a saltare sono i loro... le recenti vicende di Argentina, Grecia, ritrovarsi nel terzo mondo da un giorno all'altro, ritrovarsi coi bancomat che un bel giorno non erogano più e tanti saluti, dovrebbero pur aver insegnato qualcosa, se la gente vedesse anche solo reportage giornalistici e documentari...


quo usque tandem...
Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

Ipazia

A me fa specie l'idiozia di pensare che pensionati e statali contino qualcosa in questo paese, laddove fungono da bancomat e badanti per figli e nipoti.

Se ci sono cavalieri coraggiosi agiscano e non cerchino demagogici capri espiratori. In prima linea ci stanno gli statali in questo momento: medici, infermieri e personale sanitario.

Il problema sono piuttosto i politicanti, sempre foraggiati da sponsor con partita iva che non brillano certo per solidarietà, acume e impegno sociale.

Almeno un dato liberatorio in questa seconda fase si può registrare: scomparsa la vomitevole retorica di regime: "Andrà tutto bene", che tappezzava social, negozi, parchi e condomini.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

InVerno

Io mi sono fatto una lista "lunga così" di cose che ho rimandato e avrei dovuto fare durante il lockdown..
ora il governo non deve deludermi, perchè io è da agosto che metto cose in questa lista.. però effettivamente, non ci si capisce niente.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

sapa

Citazione di: niko il 04 Novembre 2020, 13:58:34 PM
Perchè il messaggio giusto, secondo me, da dare sarebbe che ci sono forti probabilità di avere a che fare con quest'emergenza fino a che non sarà disponibile il vaccino e che l'unico mezzo per limitarla è il rispetto delle norme essenziali di comportamento individuale.[/size]
[/size]
-------------------------------------------------

Le norme di comportamento individuale per limitare i danni non possono impedire il lavoro e la socialità, sennò su tempi lunghi fanno più danni di quanti ne evitino, non si può vivere di sussidio a tempo indefinito

(sussidio pagato da chi a chi, mi chiedo? Cosa determinerà il protrarsi di una gestione improduttiva e assistenzialistica dell'emergenza? Tasse più di quante già ce ne sono? Debito con l'estero e con organismi sovrannazionali che poi dovremo ripagare lavorando come schiavi? Moneta stampata dal nulla che determinerà inflazione e crollo del valore dei sussidi assistenziali stessi?)

e non si può vivere chiusi in un buco con la paura dell'altro a tempo indefinito, quindi o le norme essenziali imposte sono compatibili con la vita lavorativa e sociale, tipo Svezia, o, se proprio devono essere incompatibili con lavoro e dignità umana perché come i paesi civili non possiamo fare, meglio un modello stop and go, che un modello stop a tempo indefinito, con stop a tempo indefinito andiamo per pezze economicamente, e neghiamo lo spirito stesso dell'uomo.

I dispositivi di protezione individuale ed alcune abitudini sanitarie sono accettabili, ma un mondo dove non si può più camminare per strada, superare i confini comunali, lavorare per il pane quando si ha famiglia, incontrare chi si vuole in casa propria no, è una dittatura.

Se la guerra al virus deve diventare la guerra all'uomo, e tale sta diventando, aprissero e chiudessero a tempi alterni, che è meglio che farci crepare tutti, e non certo di virus...

per il problema del natale non mi importa, chiudessero tutto e mantenessero lo stato d'assedio fino a dopo le feste (mi dispiacerebbe solo per il conseguente disastro per i commercianti), basta che poi riaprono...

pensare di essere al di là della fame come prospettiva di chi non mangia e della necessità di uno stile di vita umano per tutelare la mera sopravvivenza ci sta portando alla rovina, proprio come pensiero che si scontrerà con la realtà, quando vedremo che finito il pane non si possono mangiare vaccini e pillole, e che chiusi in una casa carcere senza una socialità pienamente umana e non solo familistica e lavorativa -per chi è fortunato che ancora lavora- (potrei dire non solo produttiva e riproduttiva) non si vive.

Gente che ha mutuo, affitto, macchina, per quanto tempo valuterà più importante la salute fisica davanti alla prospettiva della rovina economica nel senso vero del termine, di andare a fare il barbone?

A me fa specie molto l'idiozia di statali e pensionati che non si schierano con negozianti e piccoli imprenditori in questa situazione, non lo capiscono che i prossimi redditi a saltare sono i loro... le recenti vicende di Argentina, Grecia, ritrovarsi nel terzo mondo da un giorno all'altro, ritrovarsi coi bancomat che un bel giorno non erogano più e tanti saluti, dovrebbero pur aver insegnato qualcosa, se la gente vedesse anche solo reportage giornalistici e documentari...

quo usque tandem...
Sono d'accordo sul quo usque tandem. Io, però, non stavo riflettendo   se sia meglio un  lockdown generale o un semplice stop and go, piuttosto mettevo l'accento sul fatto che, secondo me, alla popolazione bisognerebbe dire le cose come stanno e cioè che difficilmente si potrà eradicare questo virus ormai diffuso in  tutto il mondo. I comportamenti individuali saranno e sono di fatto l'unica strada per rendere quantomeno di proporzioni accettabili la convivenza con il virus. Comportamenti e precauzioni elementari (lavarsi le mani, uso delle mascherine in luoghi chiusi dove il distanziamento non è possibile,distanziamenti obbligatori sui mezzi pubblici, adeguata cautela con i soggetti fragili,  utilizzo delle tecnologie digitali per l'espletamento di attività che non necessitano della presenza fisica ecc...) che non sono nemmeno così difficili da adottare.  Io mi aspetto da autorità pubbliche che ci siano controlli adeguati sull'applicazione delle norme di prevenzione, non chiusure generalizzate di interi settori, coprifuoco e autocertificazioni di carta. Altro che parlare di Natale, qui se andiamo avanti così sarà 3 volte natale e festa tutto il giorno  e anche i preti potranno sposarsi ma soltanto a una certa età, come cantava il piccolo-grande Lucio Dalla in "Caro amico ti scrivo". Stiamo andando verso una catastrofe. Mi sento molto Cassandra.... :(

niko

Citazione di: Ipazia il 04 Novembre 2020, 14:50:10 PM
A me fa specie l'idiozia di pensare che pensionati e statali contino qualcosa in questo paese, laddove fungono da bancomat e badanti per figli e nipoti.

Se ci sono cavalieri coraggiosi agiscano e non cerchino demagogici capri espiratori. In prima linea ci stanno gli statali in questo momento: medici, infermieri e personale sanitario.

Il problema sono piuttosto i politicanti, sempre foraggiati da sponsor con partita iva che non brillano certo per solidarietà, acume e impegno sociale.

Almeno un dato liberatorio in questa seconda fase si può registrare: scomparsa la vomitevole retorica di regime: "Andrà tutto bene", che tappezzava social, negozi, parchi e condomini.




Io dicevo che gli statali e i pensionati saranno i prossimi a saltare, perché a un certo livello di crisi economica gli stipendi e le pensioni non sono garantiti per nessuno, perciò chi ancora lavora e ha un reddito, farebbe bene a solidarizzare con chi non lo ha più, nel suo stesso interesse, altroché retorica dei medici eroi...


quanta gente viveva di turismo, di commercio, di arte e adesso è alla canna del gas... bisogna tornare a produrre, l'assistenzialismo a tempo indefinito non è una soluzione in primis perché crea debito, inflazione e aumento della pressione fiscale, quindi la tragedia dei milioni di persone spesso con famiglia che oggi non possono più lavorare la pagheremo tutti di tasca nostra, non la pagheranno certo i politici, secondariamente le persone licenziate che ora vivono di welfare non saranno riassunte alle stesse condizioni nella jungla neoliberista che verrà dopo questa crisi, aver perso il lavoro non è solo un danno lucro cessante, è un danno per il futuro, perché non lo si ritroverà a condizioni decenti, la fame aumenterà le pretese degli sfruttatori in un circolo vizioso, danni per l'istruzione perché chi non può studiare sarà ignorante, mercato immobiliare distrutto, prezzi al consumo che aumentano, la tragedia non è solo sanitaria e io volevo dire che quelli che hanno ancora la fortuna di avere un lavoro e un reddito dovrebbero solidarizzare con quelli che non lo hanno più, non solo in senso umano, ma anche nel loro stesso interesse per la fine che sta facendo il paese stritolato da misure sanitarie che andrebbero bene contro la peste per una malattia che la peste non è, situazione che trascinerà giù tutti, arriveremo a condizioni di vita così disastrose che toccheranno anche chi ancora lavora e non è alla frutta, bisognerebbe capirlo, e invece ognuno si guarda il suo orticello, e continuiamo con la retorica dei medici eroi...
Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

Ipazia

#8
Concordo che la paranoia sia alle stelle, messa in orbita ad arte da una dirigenza politica, amministrativa e tecnico-scientifica che ogni giorno di più rivela la propria inadeguatezza, ma non fino al punto di fare morire di fame le partite Iva e bloccare la produzione. Anzi mi pare che la produzione sarà l'ultima attività economica a fermarsi e dalla produzione arriva tutto.

Il covid già nella prima fase ha rilanciato i negozi essenziali di quartiere a danno della grande distribuzione che comunque ha le spalle grosse per riprendersi.

Prosperano alla grande le aziende-stato web, bigpharma e chi gravita intorno al business salute, ma pensionati e statali ci possono contrapporre nulla e si ritorna alla inadeguatezza di una classe politica globalizzata sempre più balbettante di fronte ai moderni padroni del vapore.

Soffre indubbiamente il terziario commerciale, arte e turismo, ma ovunque in Europa gli aiuti di stato non sono mancati e questa è concreta solidarietà sociale. Forse anche maggiore di quando il mercato va a gonfie vele sulla guerra tra - e sfruttamento dei - poveri.
.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

niko

#9
Citazione di: Ipazia il 04 Novembre 2020, 18:23:13 PM
Concordo che la paranoia sia alle stelle, messa in orbita ad arte da una dirigenza politica, amministrativa e tecnico-scientifica che ogni giorno di più rivela la propria inadeguatezza, ma non fino al punto di fare morire di fame le partite Iva e bloccare la produzione. Anzi mi pare che la produzione sarà l'ultima attività economica a fermarsi e dalla produzione arriva tutto.

Il covid già nella prima fase ha rilanciato i negozi essenziali di quartiere a danno della grande distribuzione che comunque ha le spalle grosse per riprendersi.

Prosperano alla grande le aziende-stato web, bigpharma e chi gravita intorno al business salute, ma pensionati e statali ci possono contrapporre nulla e si ritorna alla inadeguatezza di una classe politica globalizzata sempre più balbettante di fronte ai moderni padroni del vapore.

Soffre indubbiamente il terziario commerciale, arte e turismo, ma ovunque in Europa gli aiuti di stato non sono mancati e questa è concreta solidarietà sociale. Forse anche maggiore di quando il mercato va a gonfie vele sulla guerra tra - e sfruttamento dei - poveri.
.


Sì guarda, come avevo fatto a non notarlo prima, i negozi essenziali di quartiere stanno andando benissimo (soprattutto ne aprono tanti, mica ne chiudono...), la grande distribuzione dove non sta guadagnando niente da questa situazione, grazie alla produzione che continua a funzionare e ai trasporti  in senso stretto, tipo industriale energia trasporti e primario, arriva in città tutto quindi di che ci lamentiamo, qualcosa di cibo e vestiti alla caritas troveremo sempre...


fermare la produzione non è in discussione, peccato che a marzo hanno fatto pure quello e nulla mi fa escludere che potrebbero rifarlo... Il pil soprattutto, testimonia come la produzione in senso lato stia andando bene, e come quelli attualmente che sono col culo parato ci resteranno ancora a lungo.


soprattutto quelli che hanno perso il lavoro o l'attività fanno salti di gioia grazie ai solidalissimi, solleciti e realmente proporzionati a quanto perso aiuti che stanno ricevendo (e che saranno pagati con lacrime e sangue da tutti) perché sanno bene che lo ritroveranno il lavoro, come e meglio di prima, che avranno i soldi e le condizioni per riaprire, che le tasse ordinarie i pignoramenti, i mutui, gli affitti saranno sospesi eccetera...


ma anche come mercato immobiliare e disponibilità al consumo di merci e servizi, devo dire che far lavorare e studiare tutti da casa con internet e il computer genera lo stesso indotto, la stessa circolazione di ricchezza di quando si raggiungeva il posto di studio o di lavoro fisicamente, se ne accorge soprattutto chi ha qualcosa di abitativo da dare in affitto...


Temo veramente che ci sveglieremo troppo tardi, e che l'isolamento sociale imposto darà alla testa a troppe persone, che se lo faranno piacere...


Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

InVerno

Sembra che il virus sia mutato nei visoni in Danimarca, per evitare che virus mutato contagi l'uomo e metta a rischio l'efficacia del vaccino, 15 milioni di visoni potrebbero essere soppressi.

https://www.theguardian.com/environment/2020/nov/04/denmark-announces-cull-of-15-million-mink-over-covid-mutation-fears
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Ipazia

Spiace per i visoni, ma che li allevano a fare ?

Invece di lanciare geremiadi al vento penso convenga interrogarsi sul tipo di evoluzione socioeconomica che la pandemia sta assecondando e sulle forme economiche che sta mettendo in seria crisi. La spinta all'informatizzazione era in atto già prima (incluse le università on line); la pandemia ne ha drammaticamente mostrato l'ineluttabilità. Anche lo show business concedeva alla diretta solo nicchie già insidiate fin dall'avvento del cinema e ancor più con la televisione. Nicchie per lo più cariche della mitologia dei soldi da sfoggiare nelle prime e sui tappeti rossi.

Turismo e ristorazione sono effettivamente molto penalizzati ma anche prima risentivano fortemente dei cicli economici sfavorevoli. Si riprenderanno alla grande, perchè passata la pandemia possono fruire dei un trend turistico di paesi emergenti che contano centinaia di milioni di potenziali clienti per il belpaese che, anche per questo, conviene salvaguardare sul piano ambientale e monumentale, uniche nostre ricchezze non delocalizzabili.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

InVerno

Alla fine della seconda guerra mondiale (è un paragone estremo, ma piace a molti) qualcuno si accorse che a tassare i poveri ne avrebbero ottenuto meno di un piatto di lenticchie, devastati come erano. Per ricostruire fù necessario tassare le rendite da capitale e i ricchi, i soldi così ottenuti non solo ricostruirono i paesi, ma diedero vita alla classe media moderna e segnarono definitivamente la fine dell'aristocrazia. In tempi dove l'aristocrazia è di ritorno, la classe media sta scomparendo, e a tassare i poveri si può ottenere solo delle cartelle esattoriali inevase, converebbe forse che qualcuno si desse una svegliata. Ma ho come il sospetto che sia ancora presto, c'è ancora da spremere, e spremeranno.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

niko

Citazione di: Ipazia il 05 Novembre 2020, 19:36:15 PM
Spiace per i visoni, ma che li allevano a fare ?

Invece di lanciare geremiadi al vento penso convenga interrogarsi sul tipo di evoluzione socioeconomica che la pandemia sta assecondando e sulle forme economiche che sta mettendo in seria crisi. La spinta all'informatizzazione era in atto già prima (incluse le università on line); la pandemia ne ha drammaticamente mostrato l'ineluttabilità. Anche lo show business concedeva alla diretta solo nicchie già insidiate fin dall'avvento del cinema e ancor più con la televisione. Nicchie per lo più cariche della mitologia dei soldi da sfoggiare nelle prime e sui tappeti rossi.

Turismo e ristorazione sono effettivamente molto penalizzati ma anche prima risentivano fortemente dei cicli economici sfavorevoli. Si riprenderanno alla grande, perchè passata la pandemia possono fruire dei un trend turistico di paesi emergenti che contano centinaia di milioni di potenziali clienti per il belpaese che, anche per questo, conviene salvaguardare sul piano ambientale e monumentale, uniche nostre ricchezze non delocalizzabili.




Informatizzazione e telematizzazione massiva del terziario e dei servizi altro non è che delocalizzazione neoliberista di questi servizi fondamentali con altri mezzi, e delocalizzazione significa sempre e comunque fame nera per l'indotto, e sempre e comunque scadimento abissale del servizio offerto.


Provare a portare armi e bagagli mezza Italia che fa cultura, arte, università, intrattenimento e sport (ma in realtà, stesso discorso di potrebbe fare per ogni lavoro nel settore dei servizi) nel fantastico mondo di internet, e pensare che i cittadini fruiscano del servizio connettendosi e sia tutto uguale, non è diverso dal provare a portare mezza Italia che fa cultura, arte, intrattenimento e sport in Nepal o in Thailandia, sia per quello che di conseguenza succede a tutto l'indotto di questi servizi "lasciato indietro" dallo spostamento senza più nulla a cui fare da indotto, sia per quello che di conseguenza succede alla qualità e alla fruibilità dei servizi stessi: la telematizzazione è una delocalizzazione, e si porta dietro tutte le logiche conseguenze di una delocalizzazione, ma di proporzioni enormemente più grandi di tutte le delocalizzazioni che abbiamo visto fino ad ora.


Un'università non è fatta di soli professori e studenti, e uno stadio o uno spazio concerti non è fatto di soli sportivi, grandi artisti e un pubblico pagante. Questi sono le componenti formali minime del servizio e dunque le componenti che si possono "spostare su internet", o comunque altrove, e in vario senso e modo "virtualizzare", ma bisogna pensare un'attimo a quanta altra gente deve lavorare e offrire servizi sul mercato perché una grande università, o un grande stadio esista fisicamente a prescindere dall'immagine stereotipata minima che ne abbiamo, e tutta questa gente non è delocalizzabile, e da una delocalizzazione non può che prendersela in quel posto, e per dare un'idea voglio fare un elenco:


pulitori, facchini, tecnici, custodi, raccattapalle, burocrazia, sicurezza, uffici, bar, ristoranti, rivenditori di biglietti, trasporti, quartieri di studenti che diventeranno quartieri fantasma, proprietari di case che affittavano a studenti, librerie, fornitori di arredo, manutenzione, fornitori di energia...


insomma penso di essere stato chiaro: la delocalizzazione non risolve i problemi, la delocalizzazione è fame per la comunità che la subisce e viene delocalizzata, e tutta questa migrazione della vita su internet non è la soluzione al problema temporaneo di un virus, è un'immensa delocalizzazione che pagheremo con lacrime e sangue di milioni di persone che non avranno più reddito e lavoro.


La qualità poi in senso assoluto ed umano dell'arte, dello sport e della cultura migrati su internet ci rallegreranno lo spirito, e costruiranno il nostro futuro più a lungo termine (architetti, medici, giuristi, economisti, ingegneri, scienziati, che avranno la loro brava laurea presa su internet accendendo la telecamerina formeranno la classe dirigente e intellettuale della nuova utopia).







Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

sapa

Purtroppo, mi trovo d'accordo con i pensieri espressi da Niko e con la sua visione pessimista. Qui non si tratta di fare geremiadi, lo sconcerto e la paura per il futuro nascono dalla consapevolezza che difficilmente lo Stato potrà continuare a finanziare e sostenere ancora a lungo le attività chiuse e i lavoratori che conseguentemente si trovano senza fonti di reddito. I numeri sono impietosi: oltre il 10% il rapporto deficit/pil e oltre il 150% il rapporto debito/pil. E il fatto è che, se questo Governo non brilla, le opposizioni appaiono quasi  deleterie: oggi sentivo per radio un ex sottosegretario all'economia del governo giallo-verde, in area Lega, lamentarsi che abbiamo fatto poco scostamento di bilancio e che i 100 e passa miliardi a debito messi in campo da Gualtieri avrebbero dovuto essere molti di più, perchè tanto tutti sanno che, finita la pandemia, i debiti fatti per fronteggiare la crisi sanitaria saranno, a suo dire, cancellati. Sì, certo....Abbiamo assistito a una "trattativa" impressionante, in preparazione all'ultimo DPCM, tra Governo e Regioni, con alcune regioni del Nord, alle prese con indici di contagio fuori controllo, che prima chiedevano il lockdown nazionale e poi adesso si lamentano che ad essere messe  in lockdown sono solo loro, come in fondo è logico che sia ed avrebbe dovuto essere anche nel primo lockdown, quello di marzo. Anche se, a dir il vero, non è chiaro perchè Milano sia chiusa e Napoli no. Probabilmente, conoscendo De Luca, si è inteso lasciare "il lavoro sporco" tutto a lui. Siamo messi così, facciamoci coraggio e pensiamo pure al Natale.

Discussioni simili (5)