Coronavirus: o la borsa o la vita, il compromesso del diavolo.

Aperto da Eutidemo, 21 Aprile 2020, 07:24:59 AM

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Eutidemo


Checchè ne dicano i numerosi "figli della madre sempre incinta", a mio avviso è "indiscutibile" che il "lock-down" ha contribuito in modo determinante a frenare la diffusione del COVID19; e, per me, è ovvio a tal punto, che ritengo del tutto supefluo doverne spiegare ancora una volte le evidenti ragioni.
Tanto:
- chi ha un briciolo di cervello, lo capisce anche da sè, senza dover necessariamente ascoltare le spiegazioni degli epidemiologhi;
- chi ne è privo, e si affida alle farneticazioni paralogistiche di agguerriti complottisti, a volte forniti anche di titoli molto "altisonanti", non si convincerà mai della ovvia ed eclatante realtà delle cose (e della logica).
Per cui non intendo discutere con loro,  perdendo tempo a contestarne le ingannevoli e "pseudodocumentate" argomentazioni; che ciascuno si tenga le sue convinzioni, e buona fortuna a tutti! ;)

***
Io ho già ampiamente trattato  il tema qui, esponendo in dettaglio quelle che, secondo me, dovrebbero essere le modalità della "ripartenza" economica:
https://www.riflessioni.it/logos/attualita/coronavirus-la-'resurrezione'-dell'economia/
Ma, in questa sede, voglio focalizzare l'attenzione su uno specifico "dilemma".

***
Mi rivolgo, però, non ai più o meno fantasiosi complottisti, ed ai loro ferventi e "ideologicizzati" seguaci, bensì esclusivamente alla prima categoria; la quale, però, a sua volta, si divide in due sottocategorie:
a)
Chi vorrebbe ripartire il prima possibile, "a data fissa", ovviamente con le "opportune cautele";
b)
Chi, invece,vorrebbe frenare la ripartenza, "senza data fissa", fino a quando si sia certi che le "opportune cautele" ci sono davvero tutte.

***
Sono entrambe posizioni ragionevoli, che, però, perdono la loro ragionevolezza se vengono "estremizzate".
Ad esempio:
- le "opportune cautele" non possono essere improvvisate da un giorno all'altro, ma devono opportunamente rientrare in un valido e generale "protocollo", il che richiede un certo tempo;
- sebbene le "opportune cautele" non possano essere improvvisate da un giorno all'altro, tuttavia non si può neanche rinviare all'infinito la progressiva riapertura delle varie attività economiche, facendo ricorso alla strategia di Bertoldo (che ottenne di essere impiccato solo su un albero di sua scelta).
Ed infatti:
- se si eccede ad accelerare troppo i tempi della riapertura, si rischia una violenta ripresa del contagio;
-  se si eccede nel ritardare troppo i tempi della riapertura, si rischia un irrimediabile default economico.
E' un bel problema! :(

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Tale problema è aggravato da un altro aspetto; cioè quello della individuazione del momento esatto in cui la curva algoritmica della diffusione del COVID19 consente il rischio (calcolato) di una riapertura.
Ed infatti, diciamocelo fancamente: poichè non è possibile attendere la scoperta di un vaccino per riaprire, sia pur progressivamente, le varie attività, la loro riapertura, sia essa accelerata o ritardata, sia essa più o meno "cautelata", comporterà "comunque" il rischio di una più o meno intensa implementazione dei contagi e dei decessi.
Temo che la cosa sia inevitabile! :(

***
Ed infatti, misurato in "percentili" il rischio che corre un operaio "blindato" in casa sua potrebbe risultare pari, poniamo, a "3,7" (ovviamente non sarà mai pari a zero, per il rischio di contagio familiare ed altri motivi); se, invece, tale operaio torna in fabbrica, anche con tutte le migliori cautele, è ovvio che i suoi "percentili" di rischio, finchè il virus è ancora in giro, aumenteranno necessariamente (poco o tanto che sia), magari al "5,8".
Tali "percentili" di rischio, infatti, costituiscono una funzione di due variabili:
- l'R0 del contagio;
- l'efficacia delle cautele adottate (la cautela più sicura, è quella degli stiliti e degli eremiti, ma se la scegliessimo tutti, moriremmo di fame.

***
Io, ovviamente, non sono minimamente in grado di calcolare tali variabili; ma, sicuramente, sia pure con un inevitabile margine di errore, gli "epidemiologhi" sono in grado di farlo molto meglio di me.
Si possono sbagliare anche loro?
Sicuramente sì.
E' logico presumere, però, che il loro margine di errore sia inferiore a quello degli altri?
Sicuramente sì.
Per cui, secondo me:
- così come per curare un tumore non si può fare altro che affidarsi agli oncologhi (sperando di beccare quelli in gamba, e che siano il più d'accordo possibile tra di loro);
- allo stesso modo, per prevenire un rischio eccessivo di contagio, non si può fare altro che affidarsi agli epidemiologhi (sperando di beccare quelli in gamba, e che siano il più d'accordo possibile tra di loro).
L'epoca dell'"uno vale uno", è morta. ;)
Così come dovrebbe essere quella di chi auspica e propugna chiusure e riaperture a giorni alterni, solo per seguire gli umori popolari, ed avvalersene elettoralmente; visto che siamo sempre in "campagna elettorale permanente" >:(


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Una volta che gli epidemiologhi abbiano detto la loro (sperando che siano abbastanza concordi e che ci abbiano azzeccato), poi si tratta solo di decidere quando "il gioco vale la candela", e la "spesa l'impresa"; il che è compito della politica.
Ma anche questa non sarà certo una scelta facile, perchè accettare un sia pur inevitabile rischio di decessi per evitare il default economico, è molto arduo; ma, ovviamente, è una decisione che va presa.
Le modalità progressive, secondo me, le ho esposte qui; con tutto il resto.
https://www.riflessioni.it/logos/attualita/coronavirus-la-'resurrezione'-dell'economia/

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Un augurio di buona salute a tutti, e soprattutto a chi si accinge a riprendere a lavorare! ;)


NOTA
Il correttore mi dà come errato il plurale in "loghi", che io preferisco per gusto personale; la questione è controversa, ma mi pare che, almeno secondo la Crusca, io non sia in errore.
https://accademiadellacrusca.it/it/consulenza/plurale-dei-nomi-in-co-e-go/39

















Ipazia

Teoricamente è possibile lavorare in sicurezza. Nella pratica, i morti sul lavoro dimostrano che è una teoria assai labile e perforabile. Il covid19 aggiunge un fattore di rischio assai insidioso e molto più difficile da trattare bipartizan. Prova ne siano gli operatori delle RSA che prima venivano diffidati a non usare le mascherine e ora sono sospesi per aver denunciato le politiche criminali dei loro padroni. La magistratura ? Altro punto di domanda grande come l'Everest. L'Italia è il paese dell'im(m)(p)unità dei potenti, per cui, ammesso e non concesso che paghino per i loro crimini, i tempi biblici delle procedure giuridiche italiane sono tali da non lasciare addito ad alcuna Speranza. E nel frattempo i potenti criminali continuano a comandare, sospendere, licenziare e delinquere.  Altra conferma raccapricciante è che a fermare le fabbriche lombarde della morte non siano stati i governati locali o nazionali, ma gli operai e i sindacati con le pezze al culo che contano quel che si sa. Solo quando i P.S. ospedalieri sono stati sommersi fino a scoppiare sono intervenuti i "decisori". Ma a quel punti decine di migliaia di buoi erano usciti dalla stalla impestando tutto il paese.

Possiamo pensare che questi dirigenti economici e politici, con l'ausilio dei disjecta membra neuronali degli esperti, ci possano garantire una convivenza tranquillizzante col virus ? Solo il diavolo prossimo venturo lo sa.

Quello che noi sappiamo è il distanziamento fisico, che ognuno attuerà a suo rischio e pericolo. Se se lo può permettere. Per gli altri che Dio (che non c'è ed è comunque un dio minore) glieli mandi buona.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Eutidemo

#2

Ciao Ipazia. :)
A mio parere, le tue considerazioni sono più che condivisibili!

***
Ed invero, effettivamente, a prescindere dal COVID19, in teoria oggi esistono evolutissime tecnologie per lavorare in sicurezza (maschere da saldature, guanti isolanti ecc.); nella pratica, però, i morti sul lavoro dimostrano che è una teoria assai labile e perforabile.

***
Ricordo, infatti, che nel 2018, a fronte di circa 645mila denunce di infortuni in Italia, i casi mortali sono stati 1.218; una settantina in più rispetto al 2017, con una crescita annua del 6%.Tra gennaio e novembre del 2019 (ultimi dati certi) le morti hanno sfiorato soglia 1.000.Ed il 2020?
Incrociamo le dita!

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Ed infatti, come giustamente scrivi tu, il covid19, ai rischi preesistenti,  aggiunge un ulteriore fattore di rischio assai insidioso e molto più difficile da trattare, sia politicamente che sindacalmente; anche perchè, sebbene i casi siano i più disparati, in genere, almeno nelle grandi imprese, il rischio dell'imprenditore e dei dirigenti al sicuro nei loro uffici, è oggettimante minore di quello dei lavoratori.

***
Quanto alle RSA, stendiamo un velo pietoso, fino all'esito delle indagini.

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Quanto alla magistratura, in parte hai ragione, però non ti dimenticare la fine che ha fatto il CELESTE, re della sanità lombarda (Formigoni); la Cassazione lo ha condannato in via definitiva a 5 anni e 10 mesi per corruzione nel processo per il crac delle fondazioni Maugeri e San Raffaele.
Per fortuna, non sempre volano solo gli stracci; che, però, purtroppo restano sempre la maggioranza!

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Quanto ad essere tranquilli che questi dirigenti economici e politici, con l'ausilio degli esperti, ci possano garantire una convivenza tranquillizzante col virus,  condivido il tuo punto interrogativo; spero solo che Dio ce la mandi buona!

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Sono anche d'accordo sul fatto che il distanziamento fisico, col supporto di ulteriori cautele di protezione ed igieniche, resta in ogni caso la migliore garanzia di non beccarsi il COVID19; nè le altre malattie contagiose, che non vanno mai dimenticate.

***
Un saluto! :)


iano

Il personale sanitario sarà pure eroico , ma in effetti sta facendo il suo dovere, anche se non nelle condizioni ottimali. Eroico nella misura in cui ,consapevole di essere mandato al massacro ,non si rifiuta , potendolo fare. Accettano , sostanzialmente , il rischio di morire , oltre il giusto per obiettivi scellerati motivi, facendo il loro dovere.
Sarebbe bello poter descrivere in modo altrettanto lineare la posizione degli altri lavoratori coinvolti nell'altrettanto importante catena di sussistenza economica.
Ma non è così.
Il problema non è quello di essere celebrati come eroi , ma essere certi di accettare il rischio di morire per un buon motivo.
Se si riuscisse a risolvere questo problema , allora tutto andrebbe bene , comunque andasse.

Ma temo che ogni lavoratore che sostiene l'economia sarà messo nelle condizioni di scegliere soggettivamente fra la propria propria vita e la propria sussistenza economica.
Cioè di fatto una situazione fuori controllo .
È certo che nella fase 2 ci sarà una risalita di contagiati e di morti.
Ma sarà difficile individuare precisamente le cause specifiche di questo aumento , alle quali sarà difficile quindi rimediare , col rischio concreto di una nuova richiusira.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Ipazia

Citazione di: iano il 23 Aprile 2020, 00:23:29 AM
Ma sarà difficile individuare precisamente le cause specifiche di questo aumento , alle quali sarà difficile quindi rimediare , col rischio concreto di una nuova richiusira.

Sarà difficile solo nel caso che nella fattoria degli animali italiani prevalga il principio: Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri (cit). Principio che ha già causato la prima catastrofe lombarda e permesso a tutta la macchina dirigente (politicanti, espertoni, cortigiani e sbirri) di affossare la verità.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

sapa

Citazione di: Eutidemo il 21 Aprile 2020, 07:24:59 AM

.
Ed infatti:
- se si eccede ad accelerare troppo i tempi della riapertura, si rischia una violenta ripresa del contagio;
-  se si eccede nel ritardare troppo i tempi della riapertura, si rischia un irrimediabile default economico.
E' un bel problema! :(


In realtà, per me queste 2 legittime domande andrebbero modificate:- se si eccede ad accelerare i tempi della riapertura, si rischia di trascurare delle norme di sicurezza e prevenzione e quindi una violenta ripresa del contagio- se si eccede nel ritardare troppo i tempi di riapertura, si rischia di trovarsi delle ammucchiate sui marciapiede e quindi ancora una violenta ripresa del contagio.Più  tempo si aspetta a "liberare" le persone/attività  e più ampia sarà la traiettoria del rimbalzo. Già da domani, 4 maggio, io mi aspetto un deciso aumento dei comportamenti scorretti o al limite. Del resto, io stesso, lo ammetto,  dopo giorni e giorni passati a lavarmi le mani, a rifuggire le strette di mano (peraltro ormai impensabili da tutti), a distanziarmi, a mascherarmi come Jesse James e a disinfettarmi dopo aver toccato qualsiasi cosa all'esterno di casa, sto perdendo "smalto" e mi accorgo di essere in progressivo cedimento. Per questo, pre-sentendo queste, secondo me, abbastanza normali conseguenze, ho accettato le prime 2 settimane di chiusura per decreto con rassegnazione, convinto che dopo 2 settimane di sta sbobba, io per primo e, penso, anche molti altri ne saremmo usciti "imparati" e avremmo cercato in tutti i modi di tenere alta l'attenzione. Immedesimandomi nel ruolo di " governante", cioè di colui che governa un popolo e non di colui/colei che rigoverna una casa, e dovessi prendere decisioni dure e impopolari, cercherei di far presto e con mira chirurgica: 2 settimane di distanziamento totale, ma proprio totale, di tutta la zona infetta e poi, se funziona, può bastare, le persone dovrebbero aver capito. Vogliono altre settimane di clausura, o cominciano a stare attente? dopo aver visto ciò che può succedere, secondo me stanno attente, anche se permetti loro di uscire. Fatte le dovute eccezioni, chiaramente qualcuno che non sta capito ci sarà sempre.
Il problema del "default economico" è la conseguenza dei tempi e dei modi del contagio. Più si prolungano i tempi, più severo sarà il dissesto economico. Fermo restando che, penso sia ormai chiaro a tutti, prima di poter dichiarare l'Italia e l'Europa covid-19 free, occorrerà aspettare il 2021, se non il 2022.A margine di tutto ciò, io avrei anche sperato che la pandemia avrebbe stimolato  un ripensamento generale del modello di sviluppo che stiamo perseguendo, ma non credo che lo vedrò. Ragion per cui, fatta salva la volontà di  non nuocere a nessuno, mi preoccupo del mio particulare e mi tengo le poche, ma sicure, consapevolezze che questa orribile storia mi ha procurato.

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