Considerazioni sulla scarcerazione di Brusca

Aperto da Eutidemo, 02 Giugno 2021, 14:39:15 PM

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Eutidemo

E' stato giusto scarcerare Brusca?
In tali casi, mi riesce sempre molto difficile riuscire a far colloquiare il mio "cervello" con la mia "pancia"; sono infatti molto "in freddo" tra di loro, e, pure quando ci riesco, vedo che non riescono nemmeno a darsi del "tu", ma soltanto del "lei"!
>:(
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Se, infatti, ascoltassi soltanto la mia "pancia", che è solita parlare sempre per prima, e a voce molto alta, la pena più adatta per Brusca mi sarebbe sembrata la cosiddetta "poena cullei" ("pena del sacco"), che era la pena inflitta, nel diritto romano, a colui che si era reso responsabile di delitti particolarmente atroci.
In tal caso, immediatamente dopo la condanna, il reo veniva tradotto in carcere con "soleae ligneae" (zoccoli di legno) ai piedi e un cappuccio di pelle di lupo in testa; il reo veniva poi frustato con "virgae sanguineae" (verghe colore del sangue) e quindi veniva cucito in un "culleus" (sacco) di cuoio impermeabile insieme ad un cane, un gallo, una vipera e una scimmia.
Infine, dopo essere stato trasportato attraverso la città su  un carro trainato da un bue nero, veniva gettato con tutto il sacco, e in piacevole compagnia, nel fiume Tevere, e "votatus ad inferos" (votato agli dei inferi).
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Quando interviene nella discussione il mio cervello, di primo acchito, non può fare a meno di osservare che, almeno sotto il mero profilo "tecnico", quella degli antichi romani non era poi una cattiva soluzione; ed infatti, a ben vedere, non la "morte in se stessa" costituisce una vera e propria "pena" (visto che, comunque, prima o poi, tocca a tutti di dover morire), bensì può costituire una vera "pena" il "modo con il quale si viene condannati a morire".
Ed invero non si può negare che la "poena cullei" risultasse un modo alquanto sgradevole di morire; ma, visto che ormai la "pena capitale" in Italia è stata abolita, è inutile discutere su quale forma di essa potrebbe ritenersi più o meno condivisibile dalla mia "pancia".
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Quanto, invece, alla "pena detentiva", l'unica attualmente esistente in Italia, mentre la mia "pancia", brontolando, certa gente vorrebbe sbatterla definitivamente in galera e poi buttare via la chiave, il mio "cervello", al riguardo, si mostra un tantino più riflessivo.
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Ed infatti, al riguardo, innanzitutto, occorrerebbe considerare parecchi aspetti della questione; soprattutto quelli concernenti le varie "funzioni della pena" (remunerativa, preventiva e rieducativa), che qui, per ragioni di spazio, non posso esaminare, ma sulle quali varrebbe la pena aprire un apposito TOPIC.
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Comunque, per quanto concerne in particolare la scarcerazione di Brusca, a differenza delle sciagurate dichiarazioni di alcuni "pseudopolitici", che farebbero molto meglio a dedicarsi all'ippica (ammesso che i cavalli accettino mai di farsi cavalcare da simili somari), ho profondamente apprezzato la molto più saggia e riflessiva dichiarazione della sorella del giudice Giovanni Falcone,  Maria Falcone, la quale ha detto: "Umanamente è una notizia che mi addolora; ma questa una legge che ha voluto mio fratello e quindi va rispettata".
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Quale legge?
La legge n.82 del 15 marzo 1991, voluta da Giovanni Falcone, il quale si era reso conto del successo  di analoghe leggi in materia di lotta alla criminalità organizzata, vigenti in Paesi più progrediti del nostro, quali:
- il  Witness Protection Program negli Usa;   
- Il  Protected Persons Service  in U.K.;
- Il Witness Protection Program  in Canada;
ecc.
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Per rimediare ad alcuni difetti di tale normativa,  il legislatore intervenne nel 2001 con una legge, la numero 45 del 13 febbraio, che non aveva certo l'obiettivo di stravolgere il sistema dei "Pentiti", ma si proponeva semplicemente di perfezionarlo, tenendo conto degli aspetti critici della nuovissima normativa, messi in luce dalla dottrina e dalla giurisprudenza.
E in effetti, la L. 45/2001 riuscì in parte nel suo intento, rimediando ad alcune problematiche esistenti in merito alla distinzione tra "momento premiale" e "momento tutorio", nonchè alla necessaria separazione trattamentale tra "pentiti" e "testimoni di giustizia".
Il legislatore è poi successivamente intervenuto con alcuni decreti, come il decreto 24 luglio 2003, n. 263, il decreto n. 161/2004, il D.M. 13 maggio 2005, n.138, ecc.,  per migliorare sempre di più un sistema che, nonostante i suoi difetti, ha indubbiamente contribuito a combattere la criminalità organizzata molto più efficacemente di quanto non avvenisse in precedenza.
Ma non è certo questo il luogo di entrare in maggiori dettagli.
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Quello che, secondo me, è certo, è che, pur con tutti i difetti che una tale legge può ancora avere (nonostante i suoi utili perfezionamenti), il numero di pericolosi criminali che sono caduti nelle mani della giustizia grazie alle "dritte" dei pentiti, è davvero notevole; per non dire addirittura "straordinario", considerato il muro di omertà che proteggeva la Mafia (e i suoi numerosi referenti politici) negli anni precedenti.
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Ora, se per la reazione emotiva alla scarcerazione di Brusca, i nostri politici facessero davvero quello che dicono, ovvero ridurre ulteriormente gli sconti di pena per chi collabora con la giustizia, diminuirebbe ovviamente l'incentivo a pentirsi; per cui, di conseguenza, riprenderebbero ad aumentare gli omicidi e gli altri crimini da parte dei criminali rimasti liberi, le cui "mene" e "collusioni" non sarebbero più rivelate dai cosiddetti "pentiti".
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Però, attenzione, in quanto, almeno secondo me:
a)
Il "beneficio premiale" non dovrebbe "mai" superare certi limiti; come, ad esempio, si vede in alcuni "serial" americani (ad es. "24"), laddove, in cambio delle loro sia pur preziose informazioni, ad alcuni efferatissimi criminali si concede addirittura l'"immunità" totale da qualsiasi pena.
A mio parere, invero, il "beneficio premiale"  non dovrebbe "mai" del tutto escludere (o ridurre eccessivamente) la cosiddetta "funzione afflittiva" della pena; in tal caso, infatti, ritengo che il vantaggio che la giustizia può trarre dall'uso dei "pentiti", sarebbe decisamente minore del disdoro e dello svantaggio.
Ma in Italia, per fortuna, non è certo così!
b)
Nel caso in cui il presunto pentito fornisse informazioni fasulle, o, addirittura, depistasse gli inquirenti (come pure è avvenuto), il "beneficio premiale" non solo dovrebbe essere revocato, ma, anzi, dovrebbe convertirsi in un più severo aggravamento della pena reclusiva.
Come, di fatto, in alcuni casi è accaduto!
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CONCLUSIONE
Per rispondere alla domanda: "E' stato giusto scarcerare Brusca?", io direi che, se la legge è stata rispettata, e se le sue rivelazioni sono servite ad evitare altre uccisioni e altri crimini, la sua liberazione, oltre che "legale", dovrebbe senz'altro considerarsi anche "giusta" (per quanto difficilmente "digeribile" dalla mia pancia).
Guai se lo Stato si fosse "rimangiato" le promesse fatte a Brusca in cambio della sua collaborazione, in quanto "pacta sunt servanda" anche con i criminali; e, questo, non tanto e non solo per una questione etica, quanto piuttosto per il "messaggio negativo" che, in tal modo, si sarebbe dato ad altri futuri collaboratori di giustizia.
Guai a non averne più a disposizione!
***

anthonyi

Ciao eutidemo, la scarcerazione di brusca è giusta in quanto legale, perché il rispetto della legge è il massimo dell'etica laddove questo rispetto era così fortemente offeso come in Sicilia.
Essa rappresenta la principale rivalsa morale di Falcone che permette al suo assassino di uscire di galera per effetto di una legge da lui voluta e progettata.
Non dobbiamo mai dimenticare che chi sostiene la critica alla legge che premia gli infami si pone dalla stessa parte dei boss mafiosi che si manrengono ancora liggi alla legge dell'omerta.

Eutidemo


Ciao Anthony
Il tuo intervento è molto sintetico, ma, nella sua asciutta "icasticità", lo trovo molto più incisivo ed efficace del mio.
Ed infatti:
a)
Facendolo uscire di galera, in forza di una legge da lui stesso voluta e progettata, Falcone è riuscito a dare uno sonoro "schiaffo morale" postumo al suo assassino.
b)
Chi vorrebbe abolire o "castrare" la legge che premia i collaboratori di giustizia, fa indubbiamente il gioco dei boss mafiosi, i quali temono i "pentiti" come la peste.
Un saluto! :)


daniele22

Buona giornata. Da anarcoide quale sono non mi sono simpatiche nemmeno le associazioni tra fuorilegge.
Quando sento dire che la nostra costituzione è la più bella del mondo non so proprio cosa dire. Anzi, saprei benissimo cosa dire, ma sorvolo.
Quando leggo tanti articoli della costituzione più bella del mondo che si concludono con la formula salvo i casi previsti dalla legge ho detto tutto.
Senza parlare di Mattarella, parlo del popolo italiano, dato pure che le sentenze si esprimono con la formula "in nome del popolo italiano". Allora penso che il popolo italiano non abbia alcun diritto di incarcerare chichessia. Penso inoltre che se fossi un vicino di qualche vittima innocente del signor Brusca spenderei il resto della mia vita per conficcargli una pallottola nel cranio, dato che il popolo italiano ritiene giusto rimetterlo in libertà.
Infine, se lo stato ritiene di addebitare la remunerazione della pena solo sulle spalle del contravventore alla legge, allora significa che è esso stesso un fuorilegge

atomista non pentito

#4
Totalmente in accordo con Daniele22 .
Eutidemo : una sola cosa non approvo della pena "romana" : il coinvolgimento di innocenti animali. Sarebbe stato sufficiente gettare il sacco con qualche kg di pietrisco a far compagnia al "Brusca di turno"

Eutidemo

Citazione di: atomista non pentito il 03 Giugno 2021, 09:45:56 AM
Totalmente in accordo con Daniele22 .
Eutidemo : una sola cosa non approvo della pena "romana" : il coinvolgimento di innocenti animali. Sarebbe stato sufficiente gettare il sacco con qualche kg di pietrisco a far compagnia al "Brusca di turno"
Vuoi mettere la differenza!
:D

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