Chiusura delle frontiere e spirito cristiano

Aperto da Jacopus, 11 Giugno 2018, 19:37:10 PM

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Jacopus

Per Don Quixote: non sono un esperto in teologia, ma se fosse davvero cosí il messaggio evangelico mi risulterebbe incomprensibile e auto-contraddittorio. Trattandosi di un messaggio escatologico l'ho sempre interpretato come un impulso al superamento delle pratiche terrene e non come la loro cristallizzazione. "Amare il proprio nemico mentre gli si fa la guerra" e' una posizione che qualsiasi psicologo alle prime armi qualificherebbe come sadomasochistica.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

donquixote

Citazione di: Jacopus il 18 Giugno 2018, 07:43:32 AMPer Don Quixote: non sono un esperto in teologia, ma se fosse davvero cosí il messaggio evangelico mi risulterebbe incomprensibile e auto-contraddittorio. Trattandosi di un messaggio escatologico l'ho sempre interpretato come un impulso al superamento delle pratiche terrene e non come la loro cristallizzazione. "Amare il proprio nemico mentre gli si fa la guerra" e' una posizione che qualsiasi psicologo alle prime armi qualificherebbe come sadomasochistica.

Certo che la dottrina del Vangelo è un superamento delle cose terrene ("Il mio Regno non è di questo mondo") ma superamento significa "andare oltre", al di là, non significa "ribaltamento" o "rivoluzione" delle cose terrene. L'amore predicato da Cristo non è assimilabile a quello che uno può provare nei confronti della moglie, o dei figli, o della sua automobile, o della musica o di altro; l'amore evangelico (agape) non c'entra nulla con la cosiddetta "filantropia", e dunque coloro che si servono delle parole del Vangelo per auspicare l'accoglienza indiscriminata dello straniero o sono semplicemente ignoranti oppure sono in malafede.
Non c'è cosa più deprimente dell'appartenere a una moltitudine nello spazio. Né più esaltante dell'appartenere a una moltitudine nel tempo. NGD

Jacopus

Da quello che scrivi sembra che l'amore di Cristo sia la prosecuzione della guerra con altri mezzi. Mi ricorda molto il codice amico/nemico di Schmitt, con in piu' la valvola di sicurezza dell'autodafe'. Se fosse davvero cosí il messaggio di Cristo non apporterebbe un briciolo di novita' al pensiero filosofico e filosofico-politico nella fattispecie.
Considerando che sono fra gli ignoranti mi piacerebbe conoscere meglio la dottrina dell'agape perche' a causa della mia formazione scientifica diffido di chi non spiega le sue ragioni.
Ma sono del resto abbastanza sicuro che attorno alle parole di Cristo vi sono numerose interpretazioni anche contrastanti e quindi parlare di malafede e' il primo indizio di essere appunto o in malafede o attratti da una visione integralista del cristianesimo.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

donquixote

Citazione di: Jacopus il 18 Giugno 2018, 09:27:17 AMDa quello che scrivi sembra che l'amore di Cristo sia la prosecuzione della guerra con altri mezzi. Mi ricorda molto il codice amico/nemico di Schmitt, con in piu' la valvola di sicurezza dell'autodafe'. Se fosse davvero cosí il messaggio di Cristo non apporterebbe un briciolo di novita' al pensiero filosofico e filosofico-politico nella fattispecie. Considerando che sono fra gli ignoranti mi piacerebbe conoscere meglio la dottrina dell'agape perche' a causa della mia formazione scientifica diffido di chi non spiega le sue ragioni. Ma sono del resto abbastanza sicuro che attorno alle parole di Cristo vi sono numerose interpretazioni anche contrastanti e quindi parlare di malafede e' il primo indizio di essere appunto o in malafede o attratti da una visione integralista del cristianesimo.

I concetti di Schmitt sono meramente politici (ed io peraltro non li condivido affatto) e quindi relativi mentre quelli del Vangelo (che ovviamente non si limitano alla diade amico/nemico) hanno una pretesa universale e non possono riferirsi ad una determinata "polis", ma da un lato ad ogni singolo uomo e dall'altro all'intera umanità al di là delle differenze razziali, culturali e politiche. Sono poi le interpretazioni umane delle parole dei Vangeli ad essere adattate alla vita di una polis, e se queste interpretazioni variano varierà di conseguenza l'organizzazione della stessa polis come possiamo chiaramente vedere nelle polis europee degli ultimi secoli. Per quanto concerne la dottrina dell'agape nel mio primo messaggio in questo 3d ho indicato alcuni spunti di riflessione: sulla base di quelle se interessa puoi riflettere ed esprimere le tue impressioni, e magari poi se ne discute, mentre la questione della malafede è per me evidente in alcuni casi come ad esempio in coloro che si definiscono atei o di ultrasinistra e tradizionalmente ipercritici con la Chiesa e il Cattolicesimo che ora sono diventati tutti devoti di Papa Bergoglio. O loro sbagliavano tutto prima (e allora dovrebbero fare ammenda con tutto quel che consegue), o sbaglia il Papa adesso (e visto che si sono permessi di criticare aspramente la dottrina cattolica si dovrebbe presumere che la conoscano e quindi siano in grado di evidenziare questi errori), oppure guardano solo alla loro "convenienza" ideologica o politica e quindi sono in malafede.
Non c'è cosa più deprimente dell'appartenere a una moltitudine nello spazio. Né più esaltante dell'appartenere a una moltitudine nel tempo. NGD

InVerno

Citazione di: donquixote il 18 Giugno 2018, 06:30:28 AM
Citazione di: Jacopus il 18 Giugno 2018, 00:14:17 AMIl proclama "amate i vostri nemici" si concilia benissimo con il superamento della diade amico/nemico, visto che si promuove l'amore verso il nemico.  

Per amare il mio nemico ho necessità che questo sia (e rimanga) un nemico (con tutto quel che comporta, compreso fargli la guerra), perchè se non lo fosse più non potrei ottemperare a tale comandamento. Non è stato detto "Fatevi amici i vostri nemici" bensì "amate i vostri nemici"; a me sembra la cristallizzazione degli opposti in questione e nient'affatto il suo superamento.
A me sembra che l'uso del "nemico" sia solo un estensione paradossale del soggetto "prossimo", ovvero la negazione netta di qualsiasi valutazione identificativa anzichè identitaria e\o ontologica. Ma se i paradossi avessero soluzioni logiche sarebbero banalità, perciò meglio lasciarli come sono e concentrarsi sul capire perchè il verbo amare viene posto in condizione di irrazionalità in un paradosso. In ogni caso la religione cattolica non è una religione del libro (cit. Benedetto), non a caso ne ha ben quattro, cosa che pone l'interpretazione - e perciò la relazione col prossimo - su un piano di rilievo, cosa che l'ha aiutata ad adattarsi nel tempo e provare a rimanere contemporanea (e perciò universale) e ha tralatro (in maniera spesso non accreditata) aiutato la nascita dell'illuminismo e dei moderni diritti umani di cui giustamente la Chiesa si è sempre fatta promotrice. Se si tratta solo di scegliere un punto a caso della storia e dire "questa era la Chiesa che mi piaceva" (tralaltro quella che pure giustificava le guerre) si vada indietro fino in fondo, all'agapè, ai convivi tra poveri nella regione anatolica. Ho forti dubbi che all'entrata di essi vi fosse un doganiere che ponesse l'identificazione (non l'identità) come criterio per essere considerati "nemici".Se la Chiesa perde la sua universalità alle dogane, non è più cattolica di un ONG qualsiasi. I "sinistri-atei" che vedono di buon occhio Bergoglio hanno la semplice presuzione (se si vuole) di riconoscere i giganti della storia quando passano, senza negare che il vigore di Francesco nasce anche dalla rinuncia di Benedetto, che ha chiuso per sempre le porte al passato.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

donquixote

Citazione di: InVerno il 19 Giugno 2018, 10:03:46 AM
Citazione di: donquixote il 18 Giugno 2018, 06:30:28 AM
Citazione di: Jacopus il 18 Giugno 2018, 00:14:17 AMIl proclama "amate i vostri nemici" si concilia benissimo con il superamento della diade amico/nemico, visto che si promuove l'amore verso il nemico.
Per amare il mio nemico ho necessità che questo sia (e rimanga) un nemico (con tutto quel che comporta, compreso fargli la guerra), perchè se non lo fosse più non potrei ottemperare a tale comandamento. Non è stato detto "Fatevi amici i vostri nemici" bensì "amate i vostri nemici"; a me sembra la cristallizzazione degli opposti in questione e nient'affatto il suo superamento.
A me sembra che l'uso del "nemico" sia solo un estensione paradossale del soggetto "prossimo", ovvero la negazione netta di qualsiasi valutazione identificativa anzichè identitaria e\o ontologica. Ma se i paradossi avessero soluzioni logiche sarebbero banalità, perciò meglio lasciarli come sono e concentrarsi sul capire perchè il verbo amare viene posto in condizione di irrazionalità in un paradosso. In ogni caso la religione cattolica non è una religione del libro (cit. Benedetto), non a caso ne ha ben quattro, cosa che pone l'interpretazione - e perciò la relazione col prossimo - su un piano di rilievo, cosa che l'ha aiutata ad adattarsi nel tempo e provare a rimanere contemporanea (e perciò universale) e ha tralatro (in maniera spesso non accreditata) aiutato la nascita dell'illuminismo e dei moderni diritti umani di cui giustamente la Chiesa si è sempre fatta promotrice. Se si tratta solo di scegliere un punto a caso della storia e dire "questa era la Chiesa che mi piaceva" (tralaltro quella che pure giustificava le guerre) si vada indietro fino in fondo, all'agapè, ai convivi tra poveri nella regione anatolica. Ho forti dubbi che all'entrata di essi vi fosse un doganiere che ponesse l'identificazione (non l'identità) come criterio per essere considerati "nemici".Se la Chiesa perde la sua universalità alle dogane, non è più cattolica di un ONG qualsiasi. I "sinistri-atei" che vedono di buon occhio Bergoglio hanno la semplice presuzione (se si vuole) di riconoscere i giganti della storia quando passano, senza negare che il vigore di Francesco nasce anche dalla rinuncia di Benedetto, che ha chiuso per sempre le porte al passato.

Che il comandamento di amare i propri nemici sia un paradosso è solo ovviamente una tua opinione, ma anche se fosse solo una banale estensione del concetto di prossimo significherebbe semplicemente che bisogna amare tutti, compresi i nemici. Il fatto però che si sia posto l'accento sull'amore nei confronti del nemico è a mio avviso assai significativo e simbolico e tutt'altro che illogico e irrazionale. l'amore cristiano (tradotto in greco con il termine agape che marca una netta differenza con la philia e l'eros) è con tutta evidenza un concetto diverso dall'amore che siamo soliti identificare come sentimento di benevolenza, e dunque è su questo che bisognerebbe concentrarsi se si vuole cogliere il significato di quelle parole. Per il resto è superfluo commentare perchè se partiamo dai convivi dei primi cristiani e ripercorriamo tutta la storia della Chiesa ognuno può trovare ciò che gli sembrerà più consono alla propria sensibilità e dunque ogni discussione sarebbe inutile. Se si vuole fare riferimento alla dottrina espressa nei vangeli è meglio leggere (e capire) innanzitutto quelli, e poi eventualmente confrontare ciò che si è compreso con le interpretazioni storiche che ne sono state date per valutarne la loro conformità alla dottrina e non affidarsi al tanto criticato "principio di autorità", assegnando peraltro la patente di autorevolezza a chi di volta in volta esprime idee più conformi a quelle che già abbiamo.
Non c'è cosa più deprimente dell'appartenere a una moltitudine nello spazio. Né più esaltante dell'appartenere a una moltitudine nel tempo. NGD

paul11

Perfettamente d'accordo con Donquixote.
L'agape è utilizzato più di 300 volte nel Nuovo Testamento.
S. Paolo è fra i migliori interpreti. Risale al sacrifico del Cristo sulla croce per tutta l'umanità: stolto  e saggio, amico e nemico,
credente o non credente, è l'atto di fiducia verso l'umanità in termini universali .
E' la forma d'amore che nasce dal Padre e viene  instillato dallo Spirito Santo e incarnatosi nel Figlio sulla croce: è quindi lo spirito e il corpo.E' un amore totalizzante, "disarmante".

C'è un passo nella Didachè, uno scritto fra il 1° e il 2° sec. dopo Cristo, e forse  contemporaneo alla stesura dei vangeli  nella traduzione di M.Pesce è:
« [...] Benedite quelli che vi maledicono e pregate per i vostri nemici, digiunate poi per quelli che vi perseguitano. Quale grazia c'è, infatti, se amate quelli che vi amano? Forse non fanno lo stesso anche le genti? Voi invece comportatevi amorevolmente con quelli che vi odiano e non avrete nemico. »

InVerno

Continui a non spiegare su quale base si possa considerare il migrante un nemico, e quindi essere questo versetto in qualche modo applicabile alla situazione delle migrazioni. In che cosa dimostra la sua inimicizia, nel chiedere di essere salvato dal affogamento?  Oppure ho capito male io ed è un consiglio per i migranti? Di amare quelli che li lasciano a mare, quelli che gli sparano dalle recinzioni? Per loro sicuramente avrebbe un senso.
L'agapè è certamente diversa dalla philia e dall'eros, ma che questo la renda estensibile fino alla giustificazione della guerra o dell'omicidio è un concetto incomprensibile con il resto dei vangeli, evidentemente è un estensione gratuita. Ho tirato fuori le mense dei poveri dei primi due secoli perchè innanzitutto la religione è sempre stata una questione di polis (e queste messe-mense lo erano già) la distanza tra la polis e la "città di Dio"  è sempre sottile.
Ps. Non mi rifaccio a nessun principio di autorità rimarco solo che una Chiesa che tenta di essere "contemporanea" è una Chiesa cattolica e che rispetta le sue premesse, ed essere contemporanei significa interpretare il testo "ad oggi", compresi gli sviluppi teologici più recenti e gli ammiccamenti al mondo protestante di Bergoglio. La tradizione cattolica di soccorso ai poveri e ai bisognosi in ogni caso è millenaria e non è mai stata subalterna a documenti di identificazione e\o teorie sociopolitiche che li indicano come nemici o altro, non esiste nessun respingimento alle porte del monastero o dell'ospitale..
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

donquixote

Dove ho scritto che bisogna considerare il migrante un nemico? Questa è una tua supposizione, non certo una mia affermazione. Io ho solo detto, in conformità all'argomento del 3d, che la dottrina cristiana non esclude la categoria di nemico con quel che ne consegue, poi ogni popolo decide di volta in volta quali siano i loro nemici e quali no (condizione peraltro sempre temporanea, variabile,  mai definitiva).
Io trovo invece, al contrario di te, che l'agape evangelico sia una forma di amore universale che giustifica anche la guerra e la violenza poichè la vita si genera attraverso i conflitti (Polemos, diceva Eraclito, è padre di tutte le cose) e la dottrina cristiana non è una utopia più o meno buonista come quelle di Moro o Campanella; del resto lo stesso Gesù Cristo disse "Non sono venuto a portare la pace ma la spada; sono venuto a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera...". E se è vero che la religione è sempre stata una questione di polis i Vangeli non sono la religione ma la dottrina, ovvero solo una sua parte, seppur indispensabile. I Vangeli sono la "filosofia" sulla base della quale si struttura una religione e poi una polis, che però non può essere per svariati motivi perfettamente aderente ad essa e comunque sempre in divenire. Deve essere chiaro però che se il necessario "aggiornamento" dell'interpretazione della dottrina e quindi della struttura della religione contraddice in modo evidente il dettato della medesima allora è evidente che non si può più parlare di "adeguamento ai tempi" ma di "rivoluzione" o "ribaltamento", che è tutt'altra cosa. La tradizione cattolica di soccorso ai poveri e ai bisognosi è millenaria, ed è presente in ogni dottrina, ma se è vero che non vi sono respingimenti alle porte dei monasteri o degli ospitali questo soccorso veniva (e altrove ancora viene) effettuato in conformità all'insegnamento della parabola del Buon Samaritano.
Non c'è cosa più deprimente dell'appartenere a una moltitudine nello spazio. Né più esaltante dell'appartenere a una moltitudine nel tempo. NGD

InVerno

Ho detto a posta che non è una religione del libro, e ho chiamato in causa Benedetto come fonte "conservatrice" del pensiero ecclesiastico, ma ho letto la stessa affermazione da parte di "progressisti" quindi suppongo sia teologicamente affermata. C'è sempre un "ribaltamento" tra testo e dottrina, perchè c'è di mezzo l'interpretazione, solo le religione del libro come l'islam ritengono questa distanza nulla, e per questo motivo diverse fratellanze sono inconciliabili, ognuna di esse si arroga la distanza zero dal testo, tra significato e significante. E' vero che questo tipo di integralismo non è certo inusuale in situazioni dove la fede è stata strumentalizzata come fu nei Balcani o Irlanda recentemente, ma non sarà quella l'agapè suppongo. La lettura è sempre un ribaltamento del segno tranne che nel dogma. Quindi sta tutto in che interpretazione pensi la Chiesa possa oggi portare il messaggio di Cristo, se seguire il modello dei benedittini irlandesi che davano cure a protestanti e cattolici aiutando a terminare il conflitto, o quello di Orban, che mette le donne nel filo spinato o dei francesi che tagliano le suole delle scarpe ai bambini alla frontiera..Va da se che ognuno ha la propria idea su chi fosse questo Cristo e che a cosa gli sarebbe piaciuto assistere.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Freedom

La risposta al quesito posto dall'autore del thread è quella di donquixote. Incontrovertibile ed esaustiva.

Il problema è che non si vuole accettarne le inevitabili e ultra rivoluzionarie conseguenze. La prospettiva è radicalmente capovolta e rende la nostra permanenza su questo pianeta fuori da qualsiasi possibilità di vita così come la conosciamo e la intendiamo. Non a caso i grandi, grandissimi cristiani che hanno solcato il mondo hanno definito per esempio l'amare i nostri nemici come la perfezione, ripeto perfezione cristiana.

Niente di meno che il raggiungimento della meta promessa. Cioè la gioia eterna. Dunque il massimo risultato possibile e desiderabile da qualunque essere umano. Senziente, va da sè! 

Ma vediamone insieme le conseguenze, le inevitabili conseguenze: se lo fai ti condanni all'impossibilità di vivere. Non a caso Tommaso da Kempis parlava dell'Imitazione di Cristo. Ma cosa ti succede dunque se imiti Cristo? Ti ammazzano.  Magari non ti mettono sulla croce perchè oggigiorno tale strumento di morte non è più d'uso comune ma ci sono tantissimi modi di raggiungere l'obiettivo. Questo è l'ineludibile risultato se fai sul serio.
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

InVerno

Citazione di: Freedom il 22 Giugno 2018, 21:52:11 PMMa vediamone insieme le conseguenze, le inevitabili conseguenze: se lo fai ti condanni all'impossibilità di vivere. Non a caso Tommaso da Kempis parlava dell'Imitazione di Cristo. Ma cosa ti succede dunque se imiti Cristo? Ti ammazzano.  Magari non ti mettono sulla croce perchè oggigiorno tale strumento di morte non è più d'uso comune ma ci sono tantissimi modi di raggiungere l'obiettivo. Questo è l'ineludibile risultato se fai sul serio.
Quando Dostoevskij fa rinascere Cristo in Spagna, non lo fa imprigionare e crocifiggerere dai moderni romani, ma da un inquisitore, un integralista che randella le dita dei poveracci con le frasi del vangelo (e con ben di peggio), così zelota al suo "dovere", così perverso nell'accettare la guerra, la infligge anche contro Cristo stesso sottoforma di tortura... e lui in silenzio lo bacia.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Socrate78

#72
 Forse sembrerò razzista, mi accuserete magari di esserlo, ma io credo che i migranti, a prescindere dalla religione, siano lo strumento inconsapevole di un progetto geniale e diabolico che va combattuto: il progetto si chiama "Piano kalergi" e prevede la sostituzione delle identità dei popoli europei con un "meticciato" culturale in cui non esistono più valori precisi di riferimento, poiché mescolando le culture si ottiene di fatto la confusione delle identità originarie, si relativizzano e quindi si indeboliscono le rispettive convinzioni. Il multiculturalismo è un inganno, ha nel meticciato la sua espressione, e cioè si qualifica per un NON ESSERE PIU', non essere più né cristiano né musulmano, non essere NIENTE in fondo. Ed ecco allora che una popolazione senza valori culturali ed etici di riferimento è più governabile e manipolabile, è lo stesso meccanismo del lavaggio del cervello, si distrugge ciò che c'era prima per immettere nuovi ideali modellati su chi ha il potere.  La Germania è la nazione artefice di questo progetto perché è la sede dei poteri forti, infatti è per questo che la Merkel vuole imporre all'UE una politica comune in cui tutte le nazioni europee accolgono questi migranti, proprio perché i poteri forti politici ed economici vogliono il meticciato per governare meglio i popoli e renderli schiavi. Tutti questi migranti sono il cavallo di Troia che sancirà la distruzione dell'identità culturale europea, ma anche di quella dei migranti se è per questo, si vuole lavare il cervello di ognuno e spogliarlo lentamente delle sue credenze, delle sue certezze divenute scomode.
L'Ungheria è da ammirare come la Polonia per la loro volontà di non accogliere migranti.

Phil

Citazione di: Socrate78 il 23 Giugno 2018, 22:26:06 PM
Il multiculturalismo è un inganno, ha nel meticciato la sua espressione, e cioè si qualifica per un NON ESSERE PIU', non essere più né cristiano né musulmano, non essere NIENTE in fondo. Ed ecco allora che una popolazione senza valori culturali ed etici di riferimento è più governabile e manipolabile, è lo stesso meccanismo del lavaggio del cervello, si distrugge ciò che c'era prima per immettere nuovi ideali modellati su chi ha il potere.
Sarei un po' più cauto: lavare il cervello può significare anche ripulirlo da incrostazioni e renderlo più limpido... e un cervello lavato, se funzionante, può fare maggiore opposizione di un cervello impolverato  ;)

Secondo me, non si può essere "niente": non si può non avere una visione del mondo, per quanto personale, o estemporanea, o confusa. La contaminazione non è una eliminazione del "vecchio" che lascia uno spazio vuoto, è un mischiare gli ingredienti (anche aggiungendone di nuovi) che dà un risultato meno "standard" e prevedibile (per quanto ogni novità possa talvolta essere associata ad un iniziale brivido di disagio).

A volte si sottovaluta il fatto (o l'interpretazione) che non avere un popolo con chiari valori etici o una cultura ben definita, significa, per i politici che volessero assoggettarlo, anche non avere elementi su cui fare leva: ad esempio (banalizzo molto), se il popolo è molto credente si farà leva sulla fede, se è "chiuso" e orgoglioso si farà leva sul nazionalismo, se è spaventato si farà leva sul populismo, se è avido si farà leva sull'economia, etc. tuttavia se il popolo è multiculturale, eterogeneo, "fluido", su cosa si farà leva per vincere elezioni, circuirlo o tenerlo in scacco?
Prova a pensare di essere un aspirante demagogo (o "dittatore non violento"); probabilmente la prima informazione che vorresti avere è sull'identità culturale del popolo che vuoi asservire, per sapere quali "tasti" occorre toccare (e come) per parlare alle loro "pance", ai loro ideali, ai loro retaggi, etc. Se hai di fronte una società multiculturale e "multivaloriale", ciò è decisamente più difficile... così come è difficile che ci sia una maggioranza netta da ingraziarsi...

Nella mia ignoranza politica, mi pare che il cambio di paradigma, dai partiti con ideali (sulla carta) granitici ai movimenti (sulla carta) meno ideologizzati, possa essere letto non (solo) come uno sgretolarsi delle politiche novecentesche, ma piuttosto come un ricombinarsi più dinamico di idee e visioni del mondo (e se non si conoscono esattamente i gusti del pesce, non è facile preparare l'esca).

Sariputra

Citazione di: Phil il 24 Giugno 2018, 11:51:56 AM
Citazione di: Socrate78 il 23 Giugno 2018, 22:26:06 PMIl multiculturalismo è un inganno, ha nel meticciato la sua espressione, e cioè si qualifica per un NON ESSERE PIU', non essere più né cristiano né musulmano, non essere NIENTE in fondo. Ed ecco allora che una popolazione senza valori culturali ed etici di riferimento è più governabile e manipolabile, è lo stesso meccanismo del lavaggio del cervello, si distrugge ciò che c'era prima per immettere nuovi ideali modellati su chi ha il potere.
Sarei un po' più cauto: lavare il cervello può significare anche ripulirlo da incrostazioni e renderlo più limpido... e un cervello lavato, se funzionante, può fare maggiore opposizione di un cervello impolverato ;) Secondo me, non si può essere "niente": non si può non avere una visione del mondo, per quanto personale, o estemporanea, o confusa. La contaminazione non è una eliminazione del "vecchio" che lascia uno spazio vuoto, è un mischiare gli ingredienti (anche aggiungendone di nuovi) che dà un risultato meno "standard" e prevedibile (per quanto ogni novità possa talvolta essere associata ad un iniziale brivido di disagio). A volte si sottovaluta il fatto (o l'interpretazione) che non avere un popolo con chiari valori etici o una cultura ben definita, significa, per i politici che volessero assoggettarlo, anche non avere elementi su cui fare leva: ad esempio (banalizzo molto), se il popolo è molto credente si farà leva sulla fede, se è "chiuso" e orgoglioso si farà leva sul nazionalismo, se è spaventato si farà leva sul populismo, se è avido si farà leva sull'economia, etc. tuttavia se il popolo è multiculturale, eterogeneo, "fluido", su cosa si farà leva per vincere elezioni, circuirlo o tenerlo in scacco? Prova a pensare di essere un aspirante demagogo (o "dittatore non violento"); probabilmente la prima informazione che vorresti avere è sull'identità culturale del popolo che vuoi asservire, per sapere quali "tasti" occorre toccare (e come) per parlare alle loro "pance", ai loro ideali, ai loro retaggi, etc. Se hai di fronte una società multiculturale e "multivaloriale", ciò è decisamente più difficile... così come è difficile che ci sia una maggioranza netta da ingraziarsi... Nella mia ignoranza politica, mi pare che il cambio di paradigma, dai partiti con ideali (sulla carta) granitici ai movimenti (sulla carta) meno ideologizzati, possa essere letto non (solo) come uno sgretolarsi delle politiche novecentesche, ma piuttosto come un ricombinarsi più dinamico di idee e visioni del mondo (e se non si conoscono esattamente i gusti del pesce, non è facile preparare l'esca).

Beh!..Se prendiamo una delle società multietniche per eccellenza, gli Stati Uniti, non direi proprio che il tuo ragionamento funzioni molto... ;)
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

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