Chiuso definitivamente il caso Tizzani

Aperto da Eutidemo, 26 Aprile 2023, 07:13:58 AM

Discussione precedente - Discussione successiva

Eutidemo

Antonio Tizzani, l'ex ferroviere 68enne di Seriate accusato dell'omicidio della moglie Gianna del Gaudio, avvenuto nelle loro villetta la notte tra il 26 ed il 27 agosto 2016, qualche settimana fa è stato assolto in via definitiva; ed infatti la Procura ha deciso di non fare ricorso in Cassazione, e, quindi il verdetto di non colpevolezza emanato in Appello l'ottobre scorso, diventa così definitivo.
***
Per cui, come dicevano gli antichi giuristi: "Res iudicata facit de albo nigrum, originem creat, aequat quadrata rotundis, naturalia sanguinis vincula et falsum in verum mutat" ("La cosa giudicata cambia il bianco in nero, crea un punto di partenza, eguaglia le cose quadrate a quelle rotonde, trasforma i vincoli di sangue naturali e il falso in vero").
Ovvero, come dicono i "croupier" : "Les jeux sont faits, rien ne va plus" (ormai i giochi sono fatti, nulla va più).
Almeno per quanto riguarda l'imputato assolto!
***
Ciononostante, io nutro ancora qualche dubbio circa la "ricostruzione dei fatti" da parte di Antonio Tizzani.
Anche considerando:
- alcuni passi della sua deposizione;
- alcune testimonianze dei vicini;
- alcuni elementi oggettivi della scena del crimine.
.
RICOSTRUZIONE DEI FATTI SECONDO TIZZANI
La deposizione di  Tizzani testualmente fu la seguente: "Dopo che ci hanno salutato Mario e Alessandra (uno dei suoi figli e la nuora che erano rimasti a cena), io sono uscito per innaffiare il giardino che dà sulla piazza, che non è raggiunto dall'impianto di irrigazione, mentre lei è rimasta a lavare i piatti. Dopo 20/25 minuti sono rientrato e ho chiesto a Gianna: "A che punto sei?", ma ho visto un uomo incappucciato chinato sulla borsa di mia moglie, stava frugando all'interno. Ho urlato: "Chi sei?". Quello è scappato dalla porta sul retro, io l'ho inseguito e ho visto una chiazza di sangue sul pavimento. "Gianna, che è successo?", ho gridato. Lei era là, a terra. Ho cominciato a imprecare, poi ho chiamato il 118. Non ho sentito urla o voci."
Successivamente a tale sua deposizione, tra le varie ulteriori domande a cui fu sottoposto Tizzani, ci fu anche questa: "Come mai non è riuscito a vedere in faccia l'intruso che rovistava nella borsa di sua moglie?"
E lui testualmente rispose: "Non sono riuscito a vederlo in faccia, perché era di spalle".
***
Al riguardo, osservo quanto segue:
.
1)
Studiando con la S.A. ("Statement Analysis") la statistica dei contenuti verbali degli interrogatori è risultato che, mediamente, se l'interrogato è sincero:
- il 25% delle parole pronunciate da lui pronunciate sono dedicate all'introduzione dell'evento ("pre-evento");
-  il 75% alla descrizione dell'evento;
La risposta di Tizzani, invece, è di circa 110 parole:
- più dell'80% delle quali gli sono servite per introdurre l'evento (il "pre-evento"):
- il 4,5% per descrivere l'evento ("Lei era a terra");
- il 15% per raccontare quello che fece in seguito.
Tali percentuali si discostano fortemente da quelle che caratterizzano le risposte di chi racconta la verità; ed infatti, statisticamente, l'85% dei soggetti che non dicono il vero si dilungano nell'introduzione, proprio come ha fatto Tizzani.
.
2)
"Dopo che ci hanno salutato Mario e Alessandra, io sono uscito per innaffiare il giardino che dà sulla piazza, che non è raggiunto dall'impianto di irrigazione"
Con tali superflue precisazioni, Tizzani, senza che la PM glielo abbia chiesto, spiega la ragione per la quale uscì ad annaffiare il giardino che dà sulla piazza; cioè, "divaga". 
Il fatto che un soggetto fornisca spontaneamente dei "perché" superflui, secondo la "Statement Analysis"  rappresenta una "criticità" nel suo racconto; ed infatti ci rivela che chi parla desidera condurre il proprio interlocutore in una precisa direzione, deviare dall'argomento principale, dilungarsi, e uscire dal seminato.
.
3)
"Dopo 20/25 minuti sono rientrato e ho chiesto a Gianna: "A che punto sei?""
Se il soggetto è sincero, e parla spontaneamente, senza le remore e le cautele di chi sta raccontando fandonie, in genere dirà "dopo 20 minuti circa"; ma difficilmente dirà "dopo 20/25 minuti", cercando di apparire più "circostanziato" e "puntuale" del necessario!
.
4)
"Ma ho visto un uomo incappucciato chinato sulla borsa di mia moglie, che stava frugando all'interno."
Il che è molto poco plausibile; ed infatti un ladro (che per giunta ha ucciso la vittima), non si ferma certo a frugare dentro la sua borsa, ma se la prende così com'è e se la porta via di corsa.
Inoltre, le telecamere, in un raggio di 300 metri nella zona della villetta teatro del delitto, non hanno ripreso nessun uomo in fuga con un cappuccio sulla testa.
.
5)
"Ho urlato: "Chi sei?"
Altra strana esclamazione!
Ed infatti, in una situazione del genere:
- o salti direttamente addosso al ladro, che è di spalle e, quindi, ancora non ti ha visto;
- oppure, se sei trattenuto dalla paura, gli gridi "Che fai?", non certo "Chi sei?".
Ed infatti, in quel momento, ti interessa quello che sta facendo, e non certo la sua identità.
.
6)
"Quello è scappato dalla porta sul retro, io l'ho inseguito e ho visto una chiazza di sangue sul pavimento. "Gianna, che è successo?", ho gridato. Lei era là, a terra. Ho cominciato a imprecare, poi ho chiamato il 118."
Il che non è molto verosimile, in quanto, una volta vista la moglie stesa in terra, la prima cosa che uno fa è chinarsi su di lei e cercare di soccorrerla, e non certo mettersi ad imprecare.
Solo dopo aver constatato la gravità del suo stato, si telefona al 118.
.
7)
"Non ho sentito urla o voci!"
Di chi, visto che la mogliere era morta il ladro fuggito?
Evidentemente Tizzani si riferisce ai momenti precedenti l'omicidio, prima che lui entrasse in casa; però questa sua "posticipazione dichiaratoria" è molto sospetta.
.
8 )
"Non sono riuscito a vederlo in faccia, perché era di spalle".
Tale dichiarazione potrebbe sembrare in contrasto con quella di cui al punto 4), dove Tizzani aveva detto di aver visto un "uomo incappucciato" chinato sulla borsa di sua moglie.
Ma, forse, intendeva dire che aveva il cappuccio solo sulla testa, col volto scoperto; anche se non poteva saperlo, perchè il volto dice di non averlo visto  perché era di spalle.
.
***
Nessuna delle considerazioni di cui sopra, prese singolarmente, costituiscono la "prova" che Tizzani mentisse; però, prese tutte insieme, secondo me, lo lasciano fortemente "sospettare".
Soprattutto la numero 4), perchè un ladro (che per giunta ha ucciso la vittima), non si ferma certo a frugare dentro la sua borsetta, ma se la prende così com'è e se la porta via di corsa;
***
.
RICOSTRUZIONI TESTIMONIALI
Al riguardo, risulta che:
.
1)
Il figlio Mario e la sua compagna, che erano stati a cena a casa di Antonio e Gianna, avevano lasciato la loro abitazione all'incirca verso le ore 0,00 (mezzanotte); così come risulta da una telecamera che ha ripreso il loro passaggio in una strada poco lontano intorno alle 00:13 .
.
2)
I vicini hanno riferito di aver udito delle urla provenienti da casa Tizzani e riferibili ad un "litigio" tra i coniugi poco dopo le ore  00:10.
.
3)
I vicini hanno poi riferito che, dopo l'omicidio (chiunque lo abbia commesso), Tizzani imprecò, ma non chiese aiuto.
Ecco due stralci testuali delle testimonianze dei vicini:
- "Ho sentito delle urla maschili dopo le 00.30, ma (Tizzani) non chiedeva aiuto, imprecava solamente";
- "Era sicuramente la voce di Antonio perché poi siamo usciti e l'abbiamo visto."
.
3)
Tizzani chiamò il 118 alle 00.43; quindi un po' in ritardo circa il momento in cui dice di aver trovato la moglie stesa in terra in una pozza di sangue.
.
ELEMENTI OGGETTIVI
In orari imprecisati dopo il delitto:
.
1)
L'autore dell'omicidio si lavò le mani nel lavandino del bagno, ove i RIS hanno "repertato" il sangue della vittima (che era stata uccisa in cucina);
.
2)
L'autore dell'omicidio, o chi voleva coprirlo, mise l'arma del delitto nel sacchetto delle mozzarelle e lo nascose in una siepe poco distante dalla scena del crimine.
Riguardo a tali due elementi oggettivi, ritengo molto poco probabile che un ladro, divenuto assassino occasionale, perda tempo a lavarsi le mani nella casa della vittima, col marito che sta innaffiando fuori in giardino; e trovo ancora meno probabile che abbia messo l'arma del delitto nel sacchetto delle mozzarelle, per poi nasconderlo in una siepe poco distante dalla scena del crimine.
Non ha senso!
***
.
***
Allora possiamo ipotizzare che l'assassino era Tizzani?
Non necessariamente!
***
.
***
Ed infatti un vicino ha pure dichiarato quanto segue: "Ho sentito delle urla maschili dopo le 00.30, ma non chiedeva aiuto, imprecava solamente." Il che è un po' "atipico" per un assassino!
E poi, più vicini concordemente: "Era sicuramente la voce di Antonio, perché poi siamo usciti e l'abbiamo visto. Continuava a imprecare e poi chiamava: "Paolo Paolo" (che è il nome dell'altro suo figlio), ma non ha mai chiesto aiuto, diceva: "Dio! Dio! Dio!". Ma una frase che mi è rimasta impressa, diceva: "Ti ho visto, ti ho visto!""
***
.
***
Quindi, forse Tizzani ha visto e riconosciuto l'assassino, ma si è inventato tutta la sua poco plausibile storia per proteggerlo?
Probabilmente non lo sapremo mai!
L'unica cosa che "mi sembra"" di poter escludere, è quella del ladro assassino occasionale.
***
.
P.S.
Purtroppo non ho potuto leggere le sentenze, e, su INTERNET, ho trovato vari e diversi resoconti dell'evento; i quali non sono tutti perfettamente collimanti tra di loro e con quanto da me riportato in base ad uno di essi (che mi è sembrato il più affidabile).
Inoltre vengono riportate numerose ulteriori notizie ed informazioni, che io non ho riferito per non complicare troppo la vicenda.
Per cui, quanto ho scritto, va preso con cautissimo beneficio d'inventario.

Discussioni simili (5)