Chi o cosa potrà salvarci?

Aperto da Jean, 08 Febbraio 2017, 19:19:35 PM

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Jean

Chi o cosa potrà salvarci?
 
Questo topic prende spunto dalla domanda di Fharenight rivolta a Donquixote  e postata in  "La bella e grande Marine Le Pen", in questa stessa sezione.

All'interno di quella discussione ne troverete il senso, stante che si riferisce alla salvezza della nostra patria, l'Italia, mentre qui la considero per quanto, umanamente, psicologicamente e spiritualmente (per chi lo avverte) esprime. 

Un senso di imminente pericolo e la ricerca di una via di salvezza.

Una domanda che probabilmente tutti prima o poi, per una o molte volte, porranno a se stessi o ad altri. 
Tuttavia per quanto s'ottenga una risposta positiva che ci sottragga a quel particolare pericolo, non sarà che per un certo tempo, visto (come mi ricorda l'amico Sariputra) che nulla è permanente.

Un altro pericolo sorgerà, un'altra malattia, incidente... per l'uomo e per tutte le sue creazioni, per la civiltà stessa che sorta sulle ceneri della precedente ha sentore si profili l'ugual destino.

Restando nell'attualità (come si propone questa sezione), restringendo la domanda ad un arco temporale limitato, diciamo i nostri giorni, quest'anno al più, e ampliandola al mondo e non solo all'Italia (diversamente sarei intervenuto nel topic citato) riporto accanto a qualche notizia delle brevi considerazioni, a voi valutarle.
 


Chi o cosa potrà salvarci?

Il popolo americano ha scelto Trump e adesso può toccar con mano la "sostanza" della sua visione dell'America e del mondo.

Il nuovo ministro dell'istruzione (converrete che l'istruzione sia alla base di una società organizzata) è questo:

Elizabeth DeVos, 59 anni, è stata fin dall'inizio la più controversa nomina del gabinetto politico di Trump. Figlia, moglie e sorella di miliardari, appartiene ad una famiglia conservatrice e fautrice del creazionismo come alternativa al darwinismo, sostiene il diritto a portare armi anche a scuola ("Possono sempre servire a difendersi dai Grizzly" ha detto durante la sua recente audizione al Senato facendo amaramente sorridere l'aula) e ha finanziato terapie anti gay. Una figura talmente estremista da essere riuscita a dividere perfino la solida maggioranza repubblicana.
Ai 48 voti contro di lei dei democratici, si sono infatti aggiunti quelli di due repubblicane, Susan Collins del Maine e Lisa Murkowski dell'Alaska che proprio non se la sono sentita di votare chi da anni propone di depotenziare la scuola pubblica in favore della privata.

Almeno per la minaccia (nelle scuole..?) causata dagli orsi è stata fornita una possibile risposta, per il resto è facile prevedere un clima sempre più incandescente.

Avesse vinto Clinton c'è chi dice saremmo già (come Nato) in rotta di collisione con la Russia (questione Siria)... forse è preferibile un altro tipo di Orso che quello sovietico... ma è tutto da vedere. 

Il presidente Trump par desideri mostrare il potere di cui dispone, il cui simbolo è quella valigia (non con i codici ma con le istruzioni per connettersi e permetterne l'uso) nera di ben 20 kg (forse schermata col piombo) che trasporta personalmente...

 

Chi o cosa potrà salvarci?

Con il terrorismo l'Europa è costretta a convivere e non è detto potrà alfine sbarazzarsene, considerato quanto si è radicato nei gangli della società. 
Chi veda solo l'ultima fase, quella realizzativa di azioni cruente, è come chi osservi l'iceberg che par distante dalla nave (il Titanic, ad esempio) ritenendosi a distanza di sicurezza. 

Nessuno può dire qual sia la distanza giusta, né come raggiungerla, perché non conosce estensione e direzione dell'invisibile massa immersa.

Ma quando accade qualcosa occorre dare una risposta.

In Francia, (paese che adoro per diversi motivi e critico per altri, come tutti i paesi... non ritenendo esista quello perfetto accetto di star nel mio, qualunque cosa succeda) è in corso la campagna elettorale dove il tema della sicurezza è preminente.

Al riguardo la candidata Le Pen pone sulla scheda le sue convinzioni, arruolando tra le sue fila chi (e cosa...) secondo lei può salvare la nazione.

Oggi in merito alla brutale sodomizzazione patita da un suo concittadino si legge

Marine Le Pen condanna con decisione le proteste nella banlieue di Aulnay-Sous-Bois, seguite alle violenze perpetrate da quattro poliziotti ai danni del 22enne di colore Théo. La leader del Front National, che nel pomeriggio ha visitato diversi commissariati dell'hinterland parigino, afferma che il suo "principio di base è quello di sostenere la polizia".

Certamente la polizia francese è messa a dura prova, il 26 ottobre 2016 si leggeva

Polizia francese in rivolta: «Non ne possiamo più, vogliamo Marine Le Pen»

Prima i jihadisti, poi i manifestanti violenti, infine le banlieue: la polizia francese, sull'orlo di una crisi di nervi fra lavoro straordinario e rischi che aumentano ogni giorno, è esasperata. Da due notti manifesta, a sorpresa, con sirene e lampeggianti. Chiede le dimissioni dei capi, vuole un'organizzazione più umana dei turni di lavoro ma soprattutto pretende maggiore sicurezza e tutela.

Da un aspirante presidente forse sarebbe stata opportuna anche qualche parola sul principio di base della giustizia e dell'uguaglianza di fronte alla legge, condannando il gesto e le singole responsabilità (non certo l'istituzione). 

Se non ha ritenuto di farlo è per scelta, non essendo ammissibile a tale livello la dimenticanza.


Questi due esempi di "uomini e donne forti" sono auspicati da chi pensa che sia una questione di muscoli, di sbattere i possenti pugni sulla parte emersa dell'icerberg per distruggerlo, come i cancri che affiorano in superficie... dicono occorra asportar tutto e di più altrimenti anche una singola cellulina sfuggita potrebbe formar metastasi da un'altra parte.

Anche in Italia si parla (e molti auspicano) dell'uomo forte... ditene uno di convincente, che sia maggiormente preoccupato della sopravvivenza del paziente prima che della riuscita dell'operazione...
 


Chi o cosa potrà salvarci?

L'arte, secondo Tzvetan Todorov, poteva salvare il mondo. O almeno contribuire a spegnere lo scontro di civiltà. È per questo che il filosofo, scomparso a Parigi a 77 anni, dopo una malattia, sosteneva che gli artisti fossero anche maestri del pensiero e di vita.

.........

L'indagine di Todorov lungo le vie della bellezza continua con il fondamentale La pittura dei lumi, dove il filosofo di origine bulgara utilizza le immagini e i percorsi di vita di artisti come Watteau, Goya, Chardin, Hogarth e gli italiani Tiepolo, Magnasco e Piranesi per dimostrare come questi maestri siano stati fondatori di un'identità e di un pensiero comune europeo, prima del tempo.

Un'analisi, questa, che Todorov approfondisce in particolare attraverso la figura unica di Francisco Goya. Al pittore spagnolo, vissuto tra Settecento e Ottocento, dedica infatti una monografia in cui lo paragona per la forza delle idee a Goethe e a Dostoevskij. Perché è un artista che "non propone rimedi, si accontenta di esplorare la condizione umana". Non cerca di imporre, "si limita a proporre. I suoi valori rimangono quelli di tutti: verità, giustizia, ragione, libertà".

La verità di Goya vivrà, "ma a condizione di non dimenticare i mostri crudeli". Gli stessi che lo spagnolo aveva raffigurato nei Disastri della guerra e nelle Pitture Nere.

Opere che ricordano a Todorov il mondo di oggi e i pericoli derivanti dagli scontri di civiltà nati da nuovi fondamentalismi e nazionalismi.
L'arte può, ancora una volta, mettere in guardia da quel sonno della ragione che genera mostri.
 
http://www.repubblica.it/cultura/2017/02/07/news/todorov_e_l_arte_come_antidoto_allo_scontro_di_civilta_-157805192/
 

Non sono a tal punto ingenuo da sposar appieno la tesi di Todorov ma dovendo appoggiar qualcosa preferisco ciò che mi permetta subito un assaggio di come potrebbe essere (e quasi sicuramente non sarà mai) che non la promessa che alla fine della guerra ci sarà pane e sicurezza per tutti... quelli che avran compiuto la scelta giusta.

Ci son conflitti tra Stati, tra religioni, tra politici... e nella vita quotidiana degli uomini, per i più diversi motivi...

Quel "momentum" , retaggio da un lontano passato ben presente nell'inconscio (e quindi, purtroppo, nel conscio...) si protrarrà nel futuro sin quando non avrà esaurito la sua spinta inerziale.

I mostri crudeli son dentro di noi, per sfidar a duello quelli altrui cosa faremo?

Chiederemo l'aiuto ai nostri? Quale il prezzo da pagare?

Duc in altum!

**  scritto da Jean:
CitazioneChi o cosa potrà salvarci?
Beh,  non so in generale, ma a qualcuno, nella sempre più diffusa epidemia corrompente della società di individui, forse il suicidio.

N. B. = penso, che le recriminazioni di Michele coinvolgono tutto e tutti (me per primo).


Uno spaccato del XXI secolo: Lettera di Michele, morto suicida 30enne

"Ho vissuto (male) per trent'anni, qualcuno dirà che è troppo poco. Quel qualcuno non è in grado di stabilire quali sono i limiti di sopportazione, perché sono soggettivi, non oggettivi. Ho cercato di essere una brava persona, ho commesso molti errori, ho fatto molti tentativi, ho cercato di darmi un senso e uno scopo usando le mie risorse, di fare del malessere un'arte.
Ma le domande non finiscono mai, e io di sentirne sono stufo. E sono stufo anche di pormene. Sono stufo di fare sforzi senza ottenere risultati, stufo di critiche, stufo di colloqui di lavoro come grafico inutili, stufo di sprecare sentimenti e desideri per l'altro genere (che evidentemente non ha bisogno di me), stufo di invidiare, stufo di chiedermi cosa si prova a vincere, di dover giustificare la mia esistenza senza averla determinata, stufo di dover rispondere alle aspettative di tutti senza aver mai visto soddisfatte le mie, stufo di fare buon viso a pessima sorte, di fingere interesse, di illudermi, di essere preso in giro, di essere messo da parte e di sentirmi dire che la sensibilità è una grande qualità.
Tutte balle. Se la sensibilità fosse davvero una grande qualità, sarebbe oggetto di ricerca. Non lo è mai stata e mai lo sarà, perché questa è la realtà sbagliata, è una dimensione dove conta la praticità che non premia i talenti, le alternative, sbeffeggia le ambizioni, insulta i sogni e qualunque cosa non si possa inquadrare nella cosiddetta normalità. Non la posso riconoscere come mia. Da questa realtà non si può pretendere niente. Non si può pretendere un lavoro, non si può pretendere di essere amati, non si possono pretendere riconoscimenti, non si può pretendere di pretendere la sicurezza, non si può pretendere un ambiente stabile.
A quest'ultimo proposito, le cose per voi si metteranno talmente male che tra un po' non potrete pretendere nemmeno cibo, elettricità o acqua corrente, ma ovviamente non è più un mio problema. Il futuro sarà un disastro a cui non voglio assistere, e nemmeno partecipare. Buona fortuna a chi se la sente di affrontarlo. Non è assolutamente questo il mondo che mi doveva essere consegnato, e nessuno mi può costringere a continuare a farne parte. È un incubo di problemi, privo di identità, privo di garanzie, privo di punti di riferimento, e privo ormai anche di prospettive.
Non ci sono le condizioni per impormi, e io non ho i poteri o i mezzi per crearle. Non sono rappresentato da niente di ciò che vedo e non gli attribuisco nessun senso: io non c'entro nulla con tutto questo. Non posso passare la vita a combattere solo per sopravvivere, per avere lo spazio che sarebbe dovuto, o quello che spetta di diritto, cercando di cavare il meglio dal peggio che si sia mai visto per avere il minimo possibile. Io non me ne faccio niente del minimo, volevo il massimo, ma il massimo non è a mia disposizione. Di no come risposta non si vive, di no si muore, e non c'è mai stato posto qui per ciò che volevo, quindi in realtà, non sono mai esistito. Io non ho tradito, io mi sento tradito, da un'epoca che si permette di accantonarmi, invece di accogliermi come sarebbe suo dovere fare.
Lo stato generale delle cose per me è inaccettabile, non intendo più farmene carico e penso che sia giusto che ogni tanto qualcuno ricordi a tutti che siamo liberi, che esiste l'alternativa al soffrire: smettere. Se vivere non può essere un piacere, allora non può nemmeno diventare un obbligo, e io l'ho dimostrato. Mi rendo conto di fare del male e di darvi un enorme dolore, ma la mia rabbia ormai è tale che se non faccio questo, finirà ancora peggio, e di altro odio non c'è davvero bisogno. Sono entrato in questo mondo da persona libera, e da persona libera ne sono uscito, perché non mi piaceva nemmeno un po'. Basta con le ipocrisie.
Non mi faccio ricattare dal fatto che è l'unico possibile, io modello unico non funziona. Siete voi che fate i conti con me, non io con voi. Io sono un anticonformista, da sempre, e ho il diritto di dire ciò che penso, di fare la mia scelta, a qualsiasi costo. Non esiste niente che non si possa separare, la morte è solo lo strumento. Il libero arbitrio obbedisce all'individuo, non ai comodi degli altri. Io lo so che questa cosa vi sembra una follia, ma non lo è. È solo delusione. Mi è passata la voglia: non qui e non ora. Non posso imporre la mia essenza, ma la mia assenza sì, e il nulla assoluto è sempre meglio di un tutto dove non puoi essere felice facendo il tuo destino.
Perdonatemi, mamma e papà, se potete, ma ora sono di nuovo a casa. Sto bene. Dentro di me non c'era caos. Dentro di me c'era ordine. Questa generazione si vendica di un furto, il furto della felicità. Chiedo scusa a tutti i miei amici. Non odiatemi. Grazie per i bei momenti insieme, siete tutti migliori di me. Questo non è un insulto alle mie origini, ma un'accusa di alto tradimento.

P.S. Complimenti al ministro Poletti. Lui sì che ci valorizza a noi stronzi.
Ho resistito finché ho potuto."
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

InVerno

Sono i vari Michele sparsi per il mondo, quella generazione compressa e costretta alla nullità dalla generazione precedente. Persino nell'america fallita di Trump, l'opinione di quella generazione fa tirare un sospiro di sollievo. E l'Europa che aveva saggiamente innestato il seme dell'Erasmus ma non ne ha mai visti i frutti. Purtroppo è una generazione che sta diventando vecchia a sua volta senza aver avuto la possibilità di incidere, una generazione che ha sopportato il precariato esistenziale e quindi riesce a sopportare anche i famosi "dinosauri da distruggere". Come potrebbe ribellarsi Michele se a costringerlo a quella vita è uno come lui, se a fargli il colloquio è un altro precario? e il vero mandante è offuscato da una coltre di fumo. Sarà davvero Poletti? o sarà un altro? Il trasformismo delle elite e la guerra tra poveri rende ciechi,e un cieco può solo sparare a se stesso. Michele si affida alla storia per avere giustizia, e l'avrà. Ma quelli che oggi invocano le armi nelle scuole e ai confini, i manganelli contro gli straccioni e il carcere per i dormiglioni, presto si accorgeranno di aver messo in mano le pistole ai vari Michele del mondo.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

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