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Caso ILVA in Tribunale

Aperto da Eutidemo, 16 Novembre 2019, 14:31:50 PM

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Eutidemo

Leggendo il testo dell'atto di citazione dell' AM InvestCo (Arcelor Mittal Invest Company), temo che, purtroppo, la Multinazionale, almeno sotto il profilo strettamente giuridico, abbia non poche frecce al proprio arco.
Però, per fortuna, secondo me non ne ha una faretra intera !
In ogni caso ho avuto modo di rilevare che l'informazione mediatica, al riguardo, è stata molto carente.
Ed infatti l'AM InvestCo non si è affatto limitata a chiedere al Tribunale Civile di Milano il mero "recesso dal contratto" in conseguenza della cancellazione dello scudo penale; in subordine, invero, ne è stata richiesta sia la "risoluzione", sia addirittura l'"annullamento" per altre svariate e numerose ragioni, delle quali, nei media, non si è parlato affatto.
Per ragioni di spazio, accennerò solo ad alcune di esse.

RECESSO DAL CONTRATTO IN CONSEGUENZA DELLA CANCELLAZIONE DELLO SCUDO PENALE
Quanto al primo aspetto, molto pubblicizzato, come è noto, il recesso è la facoltà concessa a uno dei firmatari del contratto di interrompere il rapporto giuridico, qualora si verifichino le condizioni previste da una specifica clausola contrattuale; e, questo, a prescindere da situazioni di crisi o di illeciti posti in essere da una delle due parti.
Nel caso di specie, in effetti, sia nell' OVD (Offerta Vincolante Definitiva) della l'AM InvestCo, sia nell'art. 25.9 del Contratto, la Protezione Legale -cioè il cosidetto "Scudo Penale" ereditato dalla precedente gestione commissariale-, veniva espressamente considerato un "presupposto essenziale" su cui l'Affittuario faceva esplicito affidamento; per cui, effettivamente, decadendo la Protezione Legale, o "Scudo Penale" che dir si voglia, sembra davvero che il recente Provvedimento Legislativo 2019, in base all'art. 27.5 del Contratto, abbia fatto scattare il diritto di recesso dell'affittuario...senza penali di sorta.

***
Il fatto (indubbio) che quest'ultimo abbia pretestuosamente colto la palla al balzo per piantare baracca e burattini, sotto il profilo giuridico non cambia molto; ed infatti, nel caso in cui si verifichi una clausola in base alla quale un mio inquilino acquisisce giuridicamente il diritto di recesso, il fatto che lui se ne avvalga solo perchè gli sto antipatico,  non invalida in alcun  modo il suo diritto di recedere.
Ed infatti, i "motivi" reali del recesso non hanno alcuna rilevanza in ordine alla "causa" che lo giustifica legalmente.

***
Sul fatto che lo "Scudo Penale" in sè fosse una colossale castroneria, ho già scritto abbastanza altrove; ma qui il discorso è diverso; ed infatti, se io sottoscrivo una clausola, sia pure balorda, in base alla quale un mio inquilino acquisisce giuridicamente il diritto di recesso, nel caso in cui in corso di contratto si verifichi un determinato evento previsto dalla clausola stessa (quale che esso sia), lui può benissimo andarsene,  sebbene il vero motivo sia un altro.
Per cui, sebbene lo "Scudo Penale" in sè sia una colossale castroneria, benchè sia stato molto discutibile concederlo in origine (prima ai Commissari e poi alla AM InvestCo, anche se in forme sempre diverse), adesso è stato davvero stupido toglierlo! 
Ma forse, senza quello, nessuno si sarebbe preso una simile gatta da pelare.
Questo non lo so!

***
Come controbattere, sul punto, alla AM InvestCo)?
Secondo me, "forse", l'unica "chance"  è quella di ricorrere al concetto di "buona fede contrattuale".
Ed invero, a parte quanto ho scritto sui veri "motivi" e la "causa" giuridica del recesso, occorre tenere presente quanto segue:
1)
Nell'accezione soggettiva, in genere, la buona fede si atteggia a convinzione di agire in conformità al diritto ovvero a ignoranza di ledere l'altrui diritto e può comportare, a seconda dei casi, la conservazione degli effetti giuridici nei quali il soggetto aveva confidato o l'esclusione della responsabilità o di effetti negativi per il medesimo soggetto.
2)
Nella sua accezione oggettiva, invece, la buona fede si atteggia a regola di condotta, così come è espressa in una serie di norme del codice civile – quali, ad esempio, quelle previste agli artt. 1175, 1337, 1366 e 1375 c.c. – che impongono ai soggetti contraenti un obbligo di reciproca lealtà di condotta in tutte le fasi del rapporto contrattuale, a partire dal procedimento di formazione del contratto sino alla sua esecuzione.
Nel nostro caso, questo è l'aspetto più importante, in quanto  il dovere generale di buona fede in senso oggettivo comporta l'individuazione di obblighi e divieti ulteriori rispetto a quelli previsti dalla strettamente previsti dalla legge; ed invero, la Cassazione ha definito, sin dai tempi antichi, la buona fede, nell'accezione oggettiva, come un vero e proprio "dovere giuridico" e ha riconosciuto che essa, intesa in senso etico, come requisito della condotta, rappresenta uno dei cardini della disciplina legale delle obbligazioni, affermando, quindi, che la sua violazione costituisce una possibile fonte di responsabilità (cfr. fra le altre, Cass. civ., sez. II, 18 febbraio 1986, n. 960; nello stesso senso, Cass. civ., 21 maggio 1973, n. 1460).
E, a ben vedere, molti comportamenti della AM InvestCo potrebbero configurare "malafede" contrattuale.

ANNULLAMENTO DEL CONTRATTO PER DOLO.
Quanto alla "malafede", però, la AM InvestCo "ha già messo le mani avanti", ribaltando l'accusa, e chiedendo addirittura che il contratto  sia annullato per "dolo" della controparte italiana.
Ed infatti, tra le informazioni rese disponibili , al fine di concludere il Contratto, la parte italiana avrebbe "deliberatamente" descritto in maniera erronea e fuorviante alcune circostanze fondamentali relative alle condizioni di AFO2 e allo stato di ottemperanza alle Prescrizioni.
Al riguardo, in primo luogo io eccepirei che:
- l'errore dovrebbe essere "perizialmente" dimostrato dalla AM InvestCo, cosa che non mi risulta ancora fatta;
- anche qualora tale errore venisse comprovato, resterebbe tuttavia da dimostrare che esso era stato "dolosamente" deliberato ex art.1439, e non invece meramente involontario.  
Cosa che, a mio avviso, l'AM InvestCo non sarà mai in grado di dimostrare, in quanto, almeno a quanto mi risulta, non c'è niente che possa comprovare una "frode" deliberata e premeditata da parte italiana.


RISOLUZIONE DEL CONTRATTO PER ECCESSIVA ONEROSITA' SOPRAVVENUTA.
La AM InvestCo, infine (dopo una nutrita serie di altre argomentazioni sulle quali sorvolo per ragioni di spazio), chiede la risoluzione del contratto per "eccessiva onerosità sopravvenuta", in quanto l'eliminazione della Protezione Legale, cioè dello Scudo Penale,  sarebbe stato un avvenimento "straordinario" e "imprevedibile", così come previsto dall'art.1467 cc, che non rientra nell'alea normale del Contratto e che rende eccessivamente onerosa la prestazione della AM InvestCo.
Su questo punto, a mio avviso, quest'ultima ha torto marcio, in quanto la mancata conversione in legge "tel quel" di un D.L., non è affatto un avvenimento "straordinario" e "imprevedibile", in quanto:
- ciò accade continuamente;
- il D.L. è un atto del Governo, e non del Parlamento, il quale, quindi, può convertirlo in legge o meno con tutti gli emendamenti che vuole.

***
Come già ho detto, ho toccato solo alcuni punti della chilometrica citazione, senza neanche approfondirli più di tanto; che, però, penso possano essere i più interessanti (sebbene ce ne siano altri non meno importanti).

anthonyi

Ciao Eutidemo, come tu dici la faretra di AM non è piena, anche perché decidere se le variazioni normative che hanno subito sono sufficienti a legittimare il recesso (In realtà Buttafuoco ha sottolineato il fatto che AM usa la parola rescissione ad effetto intimidatorio) è cosa che spetta al giudice.
Quello che però stiamo osservando sono gli altri atteggiamenti AM, diciamo Ex-tribunale, come la dichiarazione di aver programmato la chiusura di tutti gli altiforni, e altri atti che propendono verso la chiusura delle attività. Si tratta di atti sicuramente indirizzati a creare pressione nel governo per spingerlo ad una risoluzione consensuale del contratto al fine di evitare che la "gestione" di AM in questi mesi provochi danni all'azienda. Messe così le cose io sarei del parere che un'adeguata contrattazione della chiusura del contratto sarebbe la soluzione migliore, visto che è evidente che non possono esserci condizioni di fiducia nei loro confronti per una eventuale gestione futura. In eccezione ai miei principi liberali, mi sono convinto che nel caso ILVA una gestione pubblica, almeno per completare il piano di ristrutturazione produttiva e ambientale, sia l'unica soluzione ragionevole, sono convinto che, come stanno le cose, anche l'Europa al riguardo non di creerebbe problemi. Ho anche il nome del manager pubblico al quale affidare quest'onere, Carlo Calenda, naturalmente dopo aver ripristinato lo scudo legale che non è per nulla una boiata ma è, vista la magistratura con la quale ci troviamo a che fare, assolutamente necessario.
Un saluto.

Jacopus

Ora alla disputa civile si somma, in questi giorni, quella penale, da parte delle Procure di Milano e Taranto. Non entro nel merito giudiziario. Eutidemo è molto più bravo di me. Ma di fronte ad un processo penale che potrebbe durare 10 anni e più, i responsabili, magari amministratori delegati di 60 anni, che cosa rischiano? Praticamente nulla. Lo stiamo vedendo con Atlantia, i cui responsabili sono italiani. Il processo andrà avanti per decenni e tutto si sgonfierà con il passare del tempo.
Sostanzialmente sono possibili due soluzioni:
1) In una società finanziariamente globalizzata serve una giustizia globalizzata ed effettiva, sulla scia dei tribunali internazionali, in grado di imprigionare e punire Ceo dai redditi miliardari.
2) Tornare ad una società nazionale, dove gli scambi internazionali vengano progressivamente ridotti da oneri fiscali sulle transazioni, con tutti i problemi in termini di efficienza del sistema economico che ciò comporta.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Eutidemo

Ciao Anthony :)
A dire il vero, nel suo atto di citazione, AM non usa "mai", neanche una volta,  il termine"rescissione" del contratto (che, in effetti, col caso di specie c'entra poco); usa, invece, i termini "recesso", "annullamento" e "risoluzione", in ordine alle  varie fattispecie da me menzionate e commentate (ed anche altre che non ho avuto il tempo di esaminare).

***
Quanto alla dichiarazione di AM di aver programmato la chiusura degli altiforni "non a norma", in quanto, in mancanza di scudo penale, se non lo fanno finiscono in galera,  mi sembra che effettivamente non abbiano altra scelta.
Sempre che le cose stiano davvero in questi termini (non conosco bene la situazione di fatto, ammesso che qualcuno la conosca davvero)!

***
Come dici tu, in ogni caso, si tratta di atti sicuramente indirizzati a creare pressione nel governo per spingerlo ad una risoluzione consensuale del contratto.

***
Messe così le cose, penso anche io che un'adeguata contrattazione della chiusura del contratto, forse sarebbe la soluzione migliore, visto che è ormai non c'è più un rapporto di fiducia reciproca; ed infatti, trattenere forzosamente in casa una moglie recalcitrante, e che vuole assolutamente il divorzio, non mi pare una buona idea.
Al massimo si può puntare al "divorzio per colpa"!

***
Quanto ad una nazionalizzazione dell'ILVA, invece, personalmente non sarei molto propenso; però, non trovandosi altre soluzioni, mi rendo conto che, forse, potrebbe diventare una scelta obbligata.

***
Quanto allo "scudo penale", ribadisco che è stata una boiata pazzesca concederlo, come è stato fatto, ad un'unica azienda; tra l'altro sarebbe inutile, perchè la Corte Costituzionale lo annullerebbe, e saremmo da capo a dodici.
Sarebbe invece ottima cosa farne una ESIMENTE GENERALE, per tutte le aziende che si trovino in analoghe condizioni.

***
Ad esempio, l'art.452 bis CP, stabilisce (giustamente), che è punito con la *reclusione da due a sei anni e con la multa da euro 10.000 a euro 100.000 chiunque abusivamente cagiona una compromissione o un deterioramento significativi e misurabili:
- delle acque o dell'aria, o di porzioni estese o significative del suolo o del sottosuolo;
- di un ecosistema, della biodiversità, anche agraria, della flora o della fauna.
Secondo me, a tale giustissima norma, bisognerebbe però aggiungere un comma del seguente tenore:
"La fattispecie criminosa di cui al comma precedente, tuttavia, non si configura qualora la compromissione o il deterioramento dell'ambiente in questione, siano provvisoriamente posti in essere:
a)
Per ragioni di necessità tecnica, qualora la brusca interruzione di una attività inquinante:
- potrebbe provocare un danno immediato peggiore  dell'inquinamento stesso (come nel caso dello spegnimento alla "bruttidio" di un altoforno);
- potrebbe impedire un'opera di risanamento necessaria dell'impianto.
b)
In adempimento di uno specifico provvedimento legislativo o regolamentare."

Un saluto :)

Eutidemo

Ciao Jacopus :)
Circa l'inziativa della Procura di Milano, so soltanto che è stato aperto un fascicolo sulla decisione assunta da ArcelorMittal di recedere dal contratto di fitto finalizzato all'acquisto del complesso aziendale ex Ilva.
In particolare, il procuratore capo di Milano Francesco Greco, avrebbe emesso una  nota stampa, in cui è scritto: "Ravvisando un preminente interesse pubblico relativo alla difesa dei livelli occupazionali, alle necessità economico-produttive del  paese, agli obblighi del processo di risanamento ambientale, ha deciso di esercitare il diritto/dovere di intervento, previsto dall'ultimo comma dell' art.70 del codice di procedura civile nella causa di rescissione del contratto di affitto d'azienda promossa dalla società ArcelorMittal Italia contro l'Amministrazione Straordinaria dell'Ilva".
Sinceramente, non capisco proprio che cosa intenda fare il Procuratore Greco, in quanto la Procura della Repubblica è competente solo in materia di REATI, e non certo di "interesse pubblico relativo alla difesa dei livelli occupazionali, alle necessità economico-produttive del  paese, agli obblighi del processo di risanamento ambientale".
Ed infatti, agli amministratori della AM non viene imputato, neanche ipoteticamente, alcun REATO, ma si è semplicemente aperto il cosiddetto "fascicolo a modello 45 per fatti non costituenti notizie di reato", al mero fine di verificare la "eventuale" sussistenza di ipotesi di reato con conseguente delega al  Nucleo di Polizia Economia e Finanziaria della Guardia di Finanza di Milano per gli accertamenti preliminari.
A mio avviso, sebbene da italiano io possa "patriotticamente" condividere tale "mossa", secondo me, però, oggettivamente, essa non ha alcun fondamento giuridico (almeno per ora); si tratta di una mera "mossa intimidatoria" nei confronti dell'AM.

***
Diversamente dalla procura di Milano, il fascicolo d'indagine avviato dal procuratore di Taranto, Carlo Maria Capristo (che, però, è a carico di ignoti e non di AM), ipotizza la commisione di uno specifico reato; il che ha "molto" più senso.
Si tratta della violazione prevista dall'art.499 del Codice penale, che punisce la: "'distruzione di materie prime o di prodotti agricoli o industriali ovvero di mezzi di produzione"; in effetti, si tratta dello stesso reato denunciato dai commissari Ilva nell'esposto presentato in Procura a Taranto dopo il disimpegno di ArcelorMittal, ma la Procura, almeno per ora, procede contro ignoti.

***
In entrambi i casi, comunque, non si sa nemmeno se ci sarà un processo!

***
Quanto alla tua osservazione che, in una società finanziariamente globalizzata servirebbe una giustizia globalizzata ed effettiva, sulla scia dei tribunali internazionali, in grado di processare e punire i Ceo delle MULTINAZIONALI dai redditi miliardari, teoricamente sarei perfettamente d'accordo anche io; anzi, secondo me, sarebbe "indispensabile", ma, per ora, purtroppo, mi sembra una cosa molto difficilmente "realizzabile".
Quanto, invece, a tornare ad una società nazionale "chiusa", dove gli scambi internazionali vengano progressivamente ridotti da oneri fiscali sulle transazioni, con tutti i problemi in termini di efficienza del sistema economico che ciò comporterebbe, sono assolutamente contrario; sarebbe come tornare ad un nuovo disastroso medio evo economico, che porterebbe fame e carestia in tutto il mondo.
Un saluto :)

anthonyi

Citazione di: Eutidemo il 17 Novembre 2019, 11:42:21 AM

Quanto, invece, a tornare ad una società nazionale "chiusa", dove gli scambi internazionali vengano progressivamente ridotti da oneri fiscali sulle transazioni, con tutti i problemi in termini di efficienza del sistema economico che ciò comporterebbe, sono assolutamente contrario; sarebbe come tornare ad un nuovo disastroso medio evo economico, che porterebbe fame e carestia in tutto il mondo.
Un saluto :)

Eutidemo, con il clima sovranista che c'è in giro fare affermazioni del genere può essere pericoloso, vabbè che siamo nella nicchia di Logos e la massa non si accorge di noi.
Riguardo poi alla rescissione sarei proprio curioso di sapere Buttafuoco dove l'ha trovata.
Un saluto

myfriend

Citazione di: anthonyi il 16 Novembre 2019, 15:09:37 PM
Ciao Eutidemo, come tu dici la faretra di AM non è piena, anche perché decidere se le variazioni normative che hanno subito sono sufficienti a legittimare il recesso (In realtà Buttafuoco ha sottolineato il fatto che AM usa la parola rescissione ad effetto intimidatorio) è cosa che spetta al giudice.
Quello che però stiamo osservando sono gli altri atteggiamenti AM, diciamo Ex-tribunale, come la dichiarazione di aver programmato la chiusura di tutti gli altiforni, e altri atti che propendono verso la chiusura delle attività. Si tratta di atti sicuramente indirizzati a creare pressione nel governo per spingerlo ad una risoluzione consensuale del contratto al fine di evitare che la "gestione" di AM in questi mesi provochi danni all'azienda. Messe così le cose io sarei del parere che un'adeguata contrattazione della chiusura del contratto sarebbe la soluzione migliore, visto che è evidente che non possono esserci condizioni di fiducia nei loro confronti per una eventuale gestione futura. In eccezione ai miei principi liberali, mi sono convinto che nel caso ILVA una gestione pubblica, almeno per completare il piano di ristrutturazione produttiva e ambientale, sia l'unica soluzione ragionevole, sono convinto che, come stanno le cose, anche l'Europa al riguardo non di creerebbe problemi. Ho anche il nome del manager pubblico al quale affidare quest'onere, Carlo Calenda, naturalmente dopo aver ripristinato lo scudo legale che non è per nulla una boiata ma è, vista la magistratura con la quale ci troviamo a che fare, assolutamente necessario.
Un saluto.
Carlo Calenda?
PRoprio quello che ha organizzato la finta cessione a AM che, in realtà, aveva lo scopo di portarsi via i clienti e poi chiudere l'impianto?
Carlo Calenda...il macellaio messo lì proprio per favorire la chiusura delle aziende in crisi?
Quel Carlo calenda che ha curato la cessione di MErcatone Uno ad una azienda con un capitale sociale di due noccioline e con una sede fantasma a Malta?

Ahahahahah  ;D

Altro che "consapevolezza"...qui bisogna ricominciare dalla prima elementare.  ;D
Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.

anthonyi

Citazione di: myfriend il 18 Novembre 2019, 19:45:12 PM
Citazione di: anthonyi il 16 Novembre 2019, 15:09:37 PM
Ciao Eutidemo, come tu dici la faretra di AM non è piena, anche perché decidere se le variazioni normative che hanno subito sono sufficienti a legittimare il recesso (In realtà Buttafuoco ha sottolineato il fatto che AM usa la parola rescissione ad effetto intimidatorio) è cosa che spetta al giudice.
Quello che però stiamo osservando sono gli altri atteggiamenti AM, diciamo Ex-tribunale, come la dichiarazione di aver programmato la chiusura di tutti gli altiforni, e altri atti che propendono verso la chiusura delle attività. Si tratta di atti sicuramente indirizzati a creare pressione nel governo per spingerlo ad una risoluzione consensuale del contratto al fine di evitare che la "gestione" di AM in questi mesi provochi danni all'azienda. Messe così le cose io sarei del parere che un'adeguata contrattazione della chiusura del contratto sarebbe la soluzione migliore, visto che è evidente che non possono esserci condizioni di fiducia nei loro confronti per una eventuale gestione futura. In eccezione ai miei principi liberali, mi sono convinto che nel caso ILVA una gestione pubblica, almeno per completare il piano di ristrutturazione produttiva e ambientale, sia l'unica soluzione ragionevole, sono convinto che, come stanno le cose, anche l'Europa al riguardo non di creerebbe problemi. Ho anche il nome del manager pubblico al quale affidare quest'onere, Carlo Calenda, naturalmente dopo aver ripristinato lo scudo legale che non è per nulla una boiata ma è, vista la magistratura con la quale ci troviamo a che fare, assolutamente necessario.
Un saluto.
Carlo Calenda?
PRoprio quello che ha organizzato la finta cessione a AM che, in realtà, aveva lo scopo di portarsi via i clienti e poi chiudere l'impianto?
Carlo Calenda...il macellaio messo lì proprio per favorire la chiusura delle aziende in crisi?
Quel Carlo calenda che ha curato la cessione di MErcatone Uno ad una azienda con un capitale sociale di due noccioline e con una sede fantasma a Malta?

Ahahahahah  ;D

Altro che "consapevolezza"...qui bisogna ricominciare dalla prima elementare.  ;D

Ciao myfriend, per l'ILVA è stata fatta una gara internazionale, anche perché obbligatoria per legge. Se critichi l'assegnazione ad AM allora dovresti prendertela con l'avvocatura dello stato che, quando Calenda voleva permettere a Jindall di rilanciare sconsigliò dal farlo per il rischio di una causa con AM. Naturalmente è vero che AM è in conflitto d'interessi, ma visto che sei così bravo spiegaci tu qual' era l'alternativa.
Lo stesso discorso vale per Mercatone Uno, ma vale anche per l'ex stabilimento FIAT in Sicilia, e per la Embraco, l'economia aziendale è il mondo del possibile nel quale per far tirare avanti un'industria si accetta di accordarsi con chiunque, l'alternativa è quella di chiudere e mettere i lavoratori per la strada (E io non escludo che in certi casi questa sia la soluzione migliore).
Comunque se tu hai alternative migliori, visto che sei tanto bravo, siamo tutt'orecchi.
Prima di criticare Calenda, che prima di entrare in politica era manager della Ferrari (E guadagnava sicuramente molto di più di quello che ha poi guadagnato da ministro) ed escludo che in un'azienda di prestigio mondiale come quella prendano incompetenti, cerca di capire chi è.
Un saluto

InVerno

Citazione di: anthonyi il 16 Novembre 2019, 15:09:37 PMIn eccezione ai miei principi liberali, mi sono convinto che nel caso ILVA una gestione pubblica, almeno per completare il piano di ristrutturazione produttiva e ambientale, sia l'unica soluzione ragionevole
Un saluto.
E' un eccezione teorica, perchè per quanto riguarda la pratica, la socializzazione delle perdite dei "too big to fail" è la norma. Paga pantalone, perchè chissà che fine hanno fatto i soldi dei Riva e dove si sono spostati nel "mondo globale", Bahamas, Jersey, Lussemburgo, Curacao, Zurigo...? Tutti e 5? Che meraviglia...
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

anthonyi

Citazione di: InVerno il 19 Novembre 2019, 16:56:30 PM
Citazione di: anthonyi il 16 Novembre 2019, 15:09:37 PMIn eccezione ai miei principi liberali, mi sono convinto che nel caso ILVA una gestione pubblica, almeno per completare il piano di ristrutturazione produttiva e ambientale, sia l'unica soluzione ragionevole
Un saluto.
E' un eccezione teorica, perchè per quanto riguarda la pratica, la socializzazione delle perdite dei "too big to fail" è la norma. Paga pantalone, perchè chissà che fine hanno fatto i soldi dei Riva e dove si sono spostati nel "mondo globale", Bahamas, Jersey, Lussemburgo, Curacao, Zurigo...? Tutti e 5? Che meraviglia...

Certamente Inverno, il mio è un discorso teorico e che si fonda su una valutazione teorica che non è quella, l'acciaio di base è un prodotto strategico, e in caso di chiusura dell'ILVA non solo l'Italia, ma l'Europa stessa potrebbe essere messa più facilmente sotto ricatto. Riguardo poi ai soldi dei Riva non posso fare a meno di notare i livelli ai quali può arrivare l'odio ideologico, dal mio punto di vista c'è una famiglia di imprenditori che hanno preso un'impresa a livello fallimentare nel 1995 e bene o male l'hanno fatta funzionare, hanno garantito lavoro agli operai e alle altre imprese, tasse pagate, il mantenimento di un certo benessere alla città di Taranto. Probabilmente non hanno avuto una sufficiente "sensibilità ecologica", ma non è che erano in contrasto con le istituzioni le quali non sono mai state molto chiare nel definire gli obblighi ecologici di ILVA. A un certo punto un magistrato si sveglia e, sull'onda della pressione popolare, e forse proprio per cavalcarla (Abbiamo una strana propensione dei magistrati che si sono occupati di ILVA a sfruttare la notorietà acquisita per entrare in politica) danneggia quell'impresa strategica (E quindi danneggia tutti noi italiani) e distrugge quella famiglia di imprenditori il cui patron muore di crepacuore prima di aver visto la fine di quella operazione al massacro.
Tu mi dirai "Ma l'ILVA ha ucciso delle persone", certamente lo ha fatto come tutte le attività industriali, come tutti i tubi di scappamento delle automobili che guidiamo, e allora ti domando: "Ma tu ti senti in colpa per il bambino che potrebbe ammalarsi e morire per effetto dei fumi dell'automobile che tu guidi ?" "Tu ti senti di esprimere una condanna nei confronti di tutti coloro che guidano veicoli perché tutti insieme producono decine di migliaia di malati, e migliaia di morti, eppure questi complessivamente sono molti di più dei morti che sono stati calcolati come effetto dell'inquinamento di ILVA.
Perché non condanni te stesso (se usi un veicolo), non condanni gli altri guidatori, ma condanni i Riva ? Perché sono PADRONI e quindi comunque devono subire il tuo odio ideologico a priori, indipendentemente da una sentenza definitiva che ancora oggi non c'è.
Un saluto

InVerno

#10
Purtroppo i cosidetti "socialisti" ci sono di mezzo tanto quanto i patrioti delle Cayman, non ho un odio ideologico contro i "padroni", è un matrimonio che ha fatto danni in tutto il mondo, prendersela con la moglie o col marito è solo questione di gusti, c'è chi si sente più tradito da uno o dall'altro, personalmente io ce l'ho con il matrimonio in sè, che come diceva un arci-italiano, "non s'avea da fare". La magistratura arriva quando i ponti sono già caduti, gli altoforni hanno già ammazzato, l'acqua è già a SanMarco, la marmitta era già bucata. La magistratura è come l'autopsia, io sono per la prevenzione. Anche tu a quanto pare, prevedi già che cosa succederà con un altro privato, vai con la nazionalizzazione..dipende se si paga di più oggi o nel 95.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

anthonyi

Citazione di: InVerno il 19 Novembre 2019, 22:21:56 PM
..dipende se si paga di più oggi o nel 95.

Non ha alcun senso confrontare il 95 con l'oggi, supponendo di aver sostenuto costi per la gestione pubblica dal 95 al 2012 ti troveresti comunque di fronte alla situazione oggi di sostenere i costi di una gestione pubblica nel 2019.
Naturalmente è vero che una gestione pubblica nel 2019 sarebbe costosa, ma a causa del fatto che il mercato è cambiato al punto tale da rendere la gestione non profittevole per nessun operatore privato, nessuno esclude comunque che le cose possano cambiare e che l'evoluzione dei mercati la renda di nuovo profittevole.
Il problema dei magistrati italiani, invece, è che a volte si mettono a fare l'autopsia al malato prima che sia morto, e magari contribuiscono ad ammazzarlo (Il malato naturalmente è l'ILVA). Non c'è nessun paese al mondo, al di fuori dell'Italia, nel quale un magistrato blocca un miliardo e 300 milioni di Euro di merci a norma (Quindi non merci contraffatte o dannose) dichiarando che sono "corpo di reato" senza essere poi ricoverato nel più vicino centro di igiene mentale.
Un saluto

InVerno

#12
Ha senso confrontare il 95 ad oggi per capire se l'Ilva coi Riva ha perso di valore o ne ha guadagnato, al di la di del valore di mercato. Detto questo, fù un socio di minoranza dei Riva (un libero imprenditore, uomo del fare) a non firmare il bilancio dell'azienda motivando che mentre gli operai erano in cassa integrazione i Riva spostavano le somme alle Cayman. Non so nemmeno se la magistratura se ne sia interessata, certe cose sono totalmente legali.
Hai visto che anche la magistratura americana ora si interessa di autopsie? Pare che un altro uomo del fare che se non sbaglio ti stava simpatico, tale Marchionne, avesse corrotto i sindacati con delle belle mazzette. Nel caso di Marchionne si tratterrebbe di autopsia in piena regola, ma altri tre sono già in galera, nella terra della libera impresa.. Oggi comunque apprendiamo che Calenda ha aperto un partito, perciò dubito si presterà alla tua operazione, un loculo vicono a Montezemolo\DellaValle\Passera\Briatore e altri uomini del fare che generosamente si erano prestati alla politica...
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

anthonyi

Ciao Inverno, infatti la mia speranza è proprio che Calenda possa essere distratto da questo obiettivo. Calenda è un ottimo manager ma conosce poco la politica italiana, anche se devo dire sa approcciarsi bene al pubblico, e quindi in un contesto politico organizzato da qualcun altro potrebbe portare molta acqua. Ma così come sta facendo, con un partitino isolato, finisce solo per mettere i bastoni tra le ruote al progetto di Renzi.
Riguardo al caso Marchionne, anche nel caso fosse vero che ha dovuto "oliare le ruote" con qualche sindacalista (Cosa possibile visto che rispetto alla tradizionale rigidità delle Union del settore negli Stati Uniti gliene hanno concesse tante) nulla toglie alla grandezza di quella ristrutturazione industriale che ha permesso a tanti lavoratori di mantenere il lavoro, agli azionisti di FIAT (Tra i quali, aimè, io non c'ero) di avere ottimi guadagni e agli americani di avere la dimostrazione che lo stato può intervenire nell'economia senza sprecare soldi.
Comunque anche se a te la cosa scandalizza, portare soldi alle Cayman non è in sé illecito, neanche se ci sono operai in CIG. Certo anch'io avrei preferito al posto dei Riva un imprenditore come Ferrero, tutta dedizione all'industria, e di portare la produzione all'estero non se ne parla ma come dicevo l'economia aziendale è il mondo del possibile.
Un saluto

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