Canfora accusato di "diffamazione" nei confronti della Meloni

Aperto da Eutidemo, 18 Aprile 2024, 13:33:33 PM

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Eutidemo

Per quanto concerne il rinvio a giudizio di Luciano Canfora con l'accusa di "diffamazione" nei confronti di Giorgia Meloni, premesso che io:
- sono sempre stato un estimatore del Prof.Canfora per le sue eccellenti lezioni di storia;
- sono sempre stato assolutamente e decisamente contrario alle idee ed alla prassi politica della Meloni;
tuttavia in questo TOPIC intendo esaminare la questione del rinvio a giudizio di Luciano Canfora "esclusivamente sotto il profilo giuridico"; per cui considererò fuori tema qualsiasi altra considerazione che non sia in linea di puro diritto.
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Al riguardo ritengo che, per dirimere "in diritto" la questione, sia opportuno far riferimento principalmente ai seguenti elementi:
- i limiti del diritto di manifestare il proprio pensiero, secondo la Sentenza n. 86 del 1974 della Corte costituzionale.
- le parole pronunciate da Canfora riguardo alla Meloni, che costituiscono il capo di accusa nei suoi confronti;
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1)
I limiti del diritto di manifestare il proprio pensiero ai sensi dell'art.21 della Costituzione.
L'art.21 della Costituzione stabilisce: "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione."
Al riguardo, però, con la Sentenza n. 86 del 1974 la Corte costituzionale ha affermato che "La previsione costituzionale del diritto di manifestare il proprio pensiero non integra una tutela incondizionata e illimitata della libertà di manifestazione del pensiero, giacché, anzi, a questa sono posti limiti derivanti dalla tutela di beni o interessi diversi che siano parimenti garantiti o protetti dalla Costituzione. E tra codesti beni ed interessi, ed in particolare tra quelli inviolabili, in quanto essenzialmente connessi con la persona umana, è l'<<onore>>".
Per cui il diritto di esprimere liberamente il proprio pensiero, non consente a nessuno di "diffamare" il prossimo; ed infatti tale condotta configura il reato di cui all'art.595 del Codice Penale, il quale sanziona  penalmente chi  offende l'altrui reputazione.
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2)
Le parole di Luciano Canfora hanno ecceduto o no i limiti del diritto di manifestare il proprio pensiero ai sensi dell'art.21 della Costituzione, costituendo, così, il reato di diffamazione nei confronti di Giorgia Meloni?
Al riguardo, ovviamente, per prima cosa, occorre conoscere, con esattezza, ciò che ha pubblicamente detto Luciano Canfora; e cioè, che Giorgia Meloni ":"...di solito  trattata come una pericolosissima mentecatta, essendo neonazista nell'animo, si è subito schierata con i neonazisti ucraini."
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Al riguardo, secondo me, occorre "scindere" la formulazione "ipotattica" di Canfora in due diverse ipotizzabili forme di "diffamazione":
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a)
Dire che Giorgia Meloni viene :"...di solito  trattata come una pericolosissima mentecatta," tecnicamente, non costituisce una "ingiuria diretta" da parte del professore, bensì soltanto "de relato"; ed infatti Canfora non afferma affatto, direttamente, che la la Meloni è una "mentecatta pericolosissima",  bensì (almeno formalmente) si limita soltanto a "riferire" che, di solito, viene trattata "da altri" come tale.
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Tuttavia, secondo me, tale "formulazione" risulta una sorta di "diffamazione in forma ellittica"; e, come tale, quindi, "potrebbe" essere comunque perseguita penalmente ai sensi dell'art.595 C.P.
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Ed infatti dare pubblicamente del "mentecatto" a qualcuno (sia pure indirettamente e "de relato"), non costituisce affatto una libera manifestazione del proprio pensiero nei limiti dell'art.21 della Costituzione, ma eccede chiaramente tali limiti costituendo una forma di "diffamazione" pura e semplice, anche se "guardingamente riferita ad altri".
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Al riguardo, infatti, la Corte di Cassazione sez. V Penale, 24 febbraio 21 giugno 2021, n. 24218 ha sancito che: "...l'esimente del diritto di critica postula una forma espositiva corretta, strettamente funzionale alla finalità di disapprovazione e che non trasmodi nella gratuita ed immotivata aggressione dell'altrui reputazione" (Sez. 5, n. 17243 del 19/02/2020, Lunghini, Rv. 279133 01); invece, nel caso in esame, l'imputato ha definito la persona offesa uno <<stupido>>, e, dunque, in virtù del principio di diritto appena richiamato, non ricorrono i presupposti della scriminante invocata."
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Tutto, però, sta a vedere il peso che il giudice darà alla formula "per relationem", prudentemente adottata da Luciano Canfora!
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b)
Aggiungere, poi,  che Giorgia Meloni "...essendo neonazista nell'animo, si è subito schierata con i neonazisti ucraini", costituisce invece l'espressione di un "giudizio diretto" del professore, che dall'"effetto" risale alla presunta "causa"; cioè, il fatto che la Meloni sia sia "schierata con i neonazisti ucraini", rivela che la stessa è evidentemente "neonazista nell'animo".
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Tuttavia si tratta di una affermazione ipotattica passibile di una "duplice interpretazione".
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Ed infatti:
- o Canfora intende accusare "tutti" gli Ucraini di essere dei "neonazisti", o, quantomeno, di aver scelto un "regime neonazista", ed allora, essendosi il governo italiano schierato a loro favore (come i governi di altri Paesi 141 dell'ONU), ne consegue che anche il "premier" di tale governo, almeno secondo Canfora, deve presumersi "neonazista nell'animo";
- oppure Canfora intende accusare personalmente la Meloni per essersi schierata, "in modo specifico", a favore di quei soli Ucraini che sono effettivamente dei "neonazisti", come parte dei componenti del battaglione AZOV, e quindi, per tale motivo, deve presumersi "neonazista nell'anima";
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Al riguardo l'imputato spiegherà meglio in giudizio che cosa intendeva dire, però, secondo me:
- nel primo caso avrebbe "diffamato" non soltanto la Meloni, ma anche l'intero popolo Ucraino, e i 141 Paesi del mondo che si sono schierati a suo favore, condannando a stragrande maggioranza l'aggressione della Russia (vedi nota 1);
- nel secondo caso, invece, avrebbe "diffamato" soltanto la Meloni, la quale, però, nega di essersi mai schierata "in modo specifico", a favore degli Ucraini che si dichiarano espressamente dei "neonazisti"  (vedi nota 2).
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Eutidemo

3)
Come ha giustificato e spiegato le sue parole Luciano Canfora?
A tutt'oggi, Luciano Canfora, per giustificare e spiegare le sue parole a Lilli Gruber, che gli chiedeva di spiegarle il concetto di "anima" (mentre lui, in effetti, aveva parlato di "animo) in particolare, ha testualmente esposto quanto segue:
"Viene da Lucrezio e c'è un grande pensatore liberale che si chiama Tocqueville, il quale racconta in una pagina autobiografica che il suo sentimento profondo di avversione verso la democrazia lui lo dichiara, lo definisce il <<fondo dell'anima>>.
È una metafora colta che letterati di varia epoca, il grandissimo Lucrezio e il non meno grande Tocqueville hanno adoperato per parlare dei propri sentimenti remoti, quelli che Freud chiamerebbe Es.
E potremmo adoperare secondo me, con buona fortuna, con buon successo proprio l'espressione di Tocqueville, il fondo dell'anima.
Naturalmente ognuno di noi ha un buon punto di partenza remoto, culturale, storico, biografico. Quindi io non drammatizzerei come qualcuno fa questa esperienza che fa parte di un modo letterario di esprimere, in sintesi, in un inciso di un discorso che ha un molto più ampio svolgimento. Un dettaglio che oserei collocare nel campo dell'analisi del profondo che gli scienziati chiamano psicologia".
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Al riguardo osservo quanto segue:
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a)
Il riferimento a "Lucrezio" è assolutamente "fuori luogo", e, direi, è anche "erroneo" e "non pertinente" rispetto alla specifica domanda della Gruber.
Ed infatti Lucrezio distingueva chiaramente:
- l'"animus" che è associato alla "mens", in cui risiede il "consilium", ossia la facoltà del raziocinio e del discernimento, connesso al materialistico "clinamen", cioè alla "deviazione" di traiettoria degli atomi, grazie alla quale è possibile la loro aggregazione ed in virtù della quale all'uomo è concesso il libero arbitrio;
- l'"anima", la quale,  invece, corrisponde alla vita che pervade il corpo tutto e che viene esalata per sempre nel momento in cui si muore.
Per cui Canfora non ha minimamente spiegato alla Gruber il concetto di "anima" secondo Lucrezio, bensì, semmai, il concetto di "animus" secondo tale filosofo (vedi nota 3); senza evidenziare e spiegare la differenza tra l'uno e l'altro.
In ogni caso, sia l'una (l'anima) che l'altra (l'animo), con la faccenda dell'accusa di aver diffamato la Meloni non c'entravano assolutamente niente!
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b)
Il riferimento a "Tocqueville", invece, evidentemente, si riferisce a quel passo  in cui l'autore scrive: "Amo con passione la libertà, la legalità, il rispetto dei diritti, ma non la democrazia. Questo <<il fondo dell'anima>>. Odio la demagogia, l'azione disordinata delle masse, le passioni invidiose delle classi basse, le tendenze irreligiose. La libertà è la prima delle mie passioni. Questa è la verità"(O.C., III, 2, p. 87 e ss).
Il che, ovviamente, non significa affatto che Tocqueville, nel "fondo dell'animo", cioè quasi inconsapevolmente, fosse un "precursore" del "nazismo" (come, secondo Canfora, la Meloni ne sarebbe un'"epigone"), bensì, semplicemente, che Tocqueville era fondamentalmente e del tutto "razionalmente" contrario alla "democrazia illiberale", e, cioè, fondata solo sulla "demagogia ed il populismo"; i quali, appunto, sono la "mamma" ed il "papà" dell'attuale "nazionalpopulismo".
Non era affatto contrario, ma, anzi, era il propugnatore della "democrazia liberale"; quella, cioè, che rispetta la libertà dei singoli e delle minoranze.
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c)
Quanto al fatto che il richiamo al "fondo dell'animo" sarebbe una "metafora colta" che letterati di varia epoca, il grandissimo Lucrezio e il non meno grande Tocqueville hanno adoperato per parlare dei propri "sentimenti remoti", quelli che Freud chiamerebbe "ES", secondo me Canfora,  per cercare di negare di aver insultato pubblicamente la Meloni, "se sta davero aggrappà ar fumo della pippa" (come si dice dalle mie parti).
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Però, in tal caso, come invece dicono in Veneto, "Xe pèso el tacòn del buso" (cioè "E' peggio la toppa del buco").
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Ed infatti nè Lucrezio nè Tocqueville hanno mai adoperato il termine "fondo dell'animo" per parlare dei propri "sentimenti remoti"; e, comunque, il "fondo dell'animo" non ha niente a che vedere con l"'Es" (o Id), che, secondo la teoria psicoanalitica di Sigmund Freud è quella istanza "intrapsichica" che "rappresenta la voce della natura nell'animo dell'uomo".
Ma non mi pare che le "pulsioni neonaziste" facciano parte del nostro codice genetico!
d)
Infine, sempre (non) confondendo la povera Gruber, Canfora continua a "menare il can per l'aia" sostenendo che dire a qualcuno che è "nazista nel fondo dell'anima", secondo lui, fa innocentemente "parte di un modo letterario di esprimere, in sintesi, in un inciso di un discorso che ha un molto più ampio svolgimento."
Ma, almeno giuridicamente parlando, tutto il discorso di Canfora, secondo me è la quintessenza della "fuffa"; ovvero delle "cortine fumogene"!
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3)
Come reagirà il giudice alle  suddette giustificazioni di Luciano Canfora?
Secondo me, il Giudice reagirà come Totò, dicendogli: "Ma mi faccia il piacere!"
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Quindi, secondo me, il Prof.Canfora, che è un grande conoscitore della storia, ma di diritto ne capisce quanto un maestro d'orchestra ne può capire di fisica nucleare, faccia a meno di far riferimento a Lucrezio ed a Tocqueville per cercare di "salvarsi in corner", o meglio, come si dice a Roma, di "buttarla in caciara", ma si rivolga ad un buon avvocato; il quale, secondo me, potrebbe trovare argomenti giuridici molto più convincenti e pertinenti per farlo assolvere!
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                                            AVVERTENZA
Si prega cortesemente di limitarsi a commenti ed interventi di esclusivo carattere giuridico, e non di altro genere.
Grazie!
           
(Nota 1)
Dei 193 paesi membri dell'ONU sono 141 i Paesi che hanno votato a favore della condanna dell'aggressione Russa; cinque i contrari (Russia, Bielorussia, Eritrea, Corea del Nord, Siria) e 35 gli astenuti, tra cui Cina e India.
(Nota 2)
Semmai la Meloni, potrebbe essere sospettata di simpatie neonaziste per la proprietà transitiva, avendo inserito nelle liste elettorali per il Comune di Roma del 2016, una certa Irina Osipova; la quale era amica del "criminale neonazista" Andrea Palmeri ricercato dall'INTERPOL, il quale reclutava "mercenari neonazisti" in Italia per combattere in Ucraina al soldo di Putin.
Il che rivela anche in modo inequivoco che anche non pochi combattenti russi sono senz'altro "neonazisti"; alcuni persino ufficialmente decorati da Putin, come il colonnello Utkin.
           
(Nota 3) :
"Primum <<animum>> dico, mentem quam saepe vocamus, in quo consilium vitae regimenque locatum est, esse hominis partem nilo minus ac manus et pes; nunc <<animam>> quoque ut in membris cognoscere possis esse neque harmonia corpus sentire solere, principio fit uti detracto corpore multo saepe tamen nobis in membris vita moretur!"

Ipazia

Est modus in rebus, e purtroppo Canfora, pur dicendo cose vere, ha usato un modus extra rebus. Penso se la caverà con poco, ma per la prossima volta gli consiglierei un linguaggio che dica le stesse cose, mettendo in difficoltà la destinataria di fronte alla volontà di denunciare:

".... di solito  trattata come una nullità politica, essendo fascista nell'anima, si è subito schierata con i neonazisti ucraini."

Irrilevante il fatto che l'abbiano fatto pure gli stati vassalli di chi ha ereditato il mito nazista del Reich. Nel caso specifico, al vassallaggio si unisce l'unio mystica ideologica e il comune desiderio di riscossa su Stalingrado.

Cambia poco rispetto all'entusiasmo Davos di Schlein e italiche accozzaglie filoamericane di dx e sx , che avrebbero fatto altrettanto, ma centrava il bersaglio dell'anima, senza offesa alcuna. Con irreprensibile riferimento alla storia politica della destinataria.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

iano

Citazione di: Ipazia il 18 Aprile 2024, 16:10:19 PMEst modus in rebus, e purtroppo Canfora, pur dicendo cose vere, ha usato un modus extra rebus. Penso se la caverà con poco, ma per la prossima volta gli consiglierei un linguaggio che dica le stesse cose, mettendo in difficoltà la destinataria di fronte alla volontà di denunciare:


Di fatto stai facendo lo stesso errore senza tema di essere denunciata non essendo pubblicamente esposta, e quanto più ci si espone tanto più è probabile sbagliare.
Il punto è che la meloni ha rotto per quel che sento dire una prassi consolidata per cui chi si trova nella sua posizione evita di denunciare, quando diversamente lo farebbe.
La frase di Canfora: :"...di solito  trattata come una pericolosissima mentecatta, essendo neonazista nell'animo, si è subito schierata con i neonazisti ucraini." lede l'onore della Meloni al punto di giustificare la rottura di una prassi consolidata?
E' proprio quello che la Meloni ci vuole dire, e così ce l'ha detto, e la rottura della prassi vale come una sottolineatura di quel che ci dice.
A questo punto quindi mi aspetterei che a suo maggiore onore ritiri la denuncia, perchè non possa essere interpretata a sua volta come un errore, che cioè il presidente del consiglio non ci tenga a presentarsi come il primo fra i tolleranti, perchè questo credo sia lo scopo della suddetta prassi che la Meloni ha rotto.
Mostrasi cioè superiori a quel che in effetti si è per onorare il ruolo istituzionale rivestito.
In un modo o nell'altro c'è un problema di onore.
C'è solo da capire se per la Meloni vale più il suo personale onore  o quello della  figura istituzionale che ricopre.
E' onorevole che la Meloni si consideri superiore al ruolo che riveste derogandovi?
Bene sarebbe quindi per la Meloni ritirare la denuncia, mostrando così il suo lato umano, dato che il rivestire un alto ruolo istituzionale non ci rende immuni agli errori, in quanto uomini.
Lo stesso vale per Canfora, per il ruolo non istituzionale, ma positivo che ricopre dentro la nostra diffusa considerazione, ma in questi casi il primo passo dovrebbe farlo il più forte, cioè la Meloni, a cui poi Canfora non potrebbe non accodarsi.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Eutidemo

#4
Ciao Ipazia. :)
Hai ragione, in quanto, semmai, Canfora avrebbe dovuto accusare la Meloni di "essere fascista nell'animo", e non di "essere neonazista nell'animo"; ed infatti c'è una certa differenza, per quanto minima, tra le due cose.
Vedi, al riguardo, la CASSAZIONE PENALE (SEZ. V) - SENTENZA 8 GENNAIO 2010, N. 19449.
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Un cordiale saluto! :)
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Eutidemo

Ciao Iano. :)
Sono perfettamente d'accordo con te, in quanto, effettivamente, la Meloni avrebbe fatto meglio a ritirare la "denuncia" (rectius "querela"), per "onorare il ruolo istituzionale rivestito".
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Anche io, a dire il vero, avevo usato genericamente il termine "denuncia"; ma, in realtà, quella presentata dagli avvocati della Meloni è, in realtà, una "querela".
Ed infatti, se si fosse trattato di una "denuncia", la Meloni non avrebbe potuto in nessun caso ritirarla, in quanto il P.M. avrebbe comunque proceduto d'ufficio.
***
Ed invero, il delitto di diffamazione di cui all'art.595 del Codice Penale, è procedibile soltanto a "querela" della persona offesa: pertanto si instaura un procedimento penale solo qualora la vittima della diffamazione sporga una "querela" contro il reo, nel termine di tre mesi dal momento in cui sia venuta a conoscenza del reato in suo danno.
Tale "querela", però, può essere ritirata dalla parte interessata, nel qual caso il P.M. non può più procedere.
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Un cordiale saluto :)
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P.S.
Io non avevo accennato all'"opportunità politica" di ritirare la "querela" (circa la quale opportunità sono d'accordo con te), poichè avevo limitato la mia disamina esclusivamente all'"aspetto giuridico" della vicenda.

anthonyi

Secondo me, Eutidemo, proprio per ragioni simboliche, per me è opportuno che la Meloni mantenga la sua querela. Negli ultimi anni assistiamo ad un problematico sdoganamento del concetto di Nazista, che viene utilizzato un po su tutto come il prezzemolo. Le parole di Canfora sono offensive non solo per il contenuto, ma per l'idea che contengono che la motivazione del sostegno della Meloni agli Ucraini sia l'ideologia nazista. Credo che il fatto che dette parole siano state proferite da una persona che, a quanto dicono, è dotata di cultura, sia un aggravante, perchè si tratta di persona che dovrebbe aver maggiore coscienza del significato delle parole, e del loro abuso.

InVerno

La giustificazione di Canfora, tralaltro condita delle incoerenze sottolineate da Eutidemo, mi pare costruita post hoc con i pezzi dell'infinito armamentario dell'intellettuale che ha una citazione dotta per ogni parola che usa. Quando dico "infinito armamentario" mi riferisco all'infinito di Leopardi. A me pare di comune buon senso parlare sapendo cosa può dedurre l'interlocutore dalle informazione offerte, e non mi sembra che il discorso originale presenti alcun riferimento a Tocqueville o Lucrezio, perciò non capisco come Canfora si sarebbe potuto aspettare una simile deduzione dal proprio interlocutore. Era un insulto ed era meglio difenderlo per quello che era, anche Canfora insulta, considerando come parla degli ucraini dice anche sciocchezze, succede.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Eutidemo

Ciao Anthonyi. :)
Sono perfettamente d'accordo con te che le parole di Canfora sono offensive "non solo per il contenuto, ma anche per l'idea che contengono; e, cioè, che la motivazione del sostegno della Meloni agli Ucraini sia l'ideologia nazista."
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Però, più o meno, mi pare che io avevo espresso sostanzialmente lo stesso concetto, scrivendo che "... se Canfora intende accusare gli Ucraini di essere dei "neonazisti", o, quantomeno, di aver scelto un "regime neonazista"...allora avrebbe "diffamato" non soltanto la Meloni, ma anche l'intero popolo Ucraino, e i 141 Paesi del mondo che si sono schierati a suo favore, condannando a stragrande maggioranza l'aggressione della Russia".
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Un cordiale saluto! :)
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Eutidemo

Ciao InVerno. :)
Sono d'accordo con te che la "fumosa" giustificazione di Canfora, sembra costruita apposta con i pezzi dell'infinito armamentario che l'intellettuale utilizza per mettere a "disagio", ed ispirare "riverenza" nel comune ascoltatore.
Al riguardo, credo che Trilussa avrebbe commentato:  "Se voi l'ammirazione de l'amichi nun faje capì mai quello che dichi." :D
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Un cordiale saluto! :)
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baylham


Nel caso di un politico i giudizi vanno valutati politicamente, le affermazioni di Canfora sono un giudizio politico, condivisibile o meno che sia.
Per me Meloni è sicuramente una post fascista, incoerente, ignorante, che fa proposte e programmi politici stupidi, prima e dopo le ultime elezioni politiche.

Eutidemo

#11
Ciao Baylham. :)
Come avevo scritto, secondo me,  occorre "scindere" la formulazione "ipotattica" di Canfora in due diverse ipotizzabili forme di "diffamazione"; nella prima delle quali, sia pure "de relato" ed in "forma ellittica", la Meloni viene definita una "pericolosissima mentecatta".
Ed una simile affermazione, almeno secondo me, non costituisce affatto un "giudizio politico", bensì un "insulto" bello e buono! ::)
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La seconda parte della formulazione "ipotattica" di Canfora, laddove lui, invece, definisce "direttamente" la Meloni una "neonazista nel fondo dell'anima", in effetti, come scrivi tu, può essere senz'altro considerato un "giudizio politico"; al riguardo, infatti, vedi la sentenza della Corte di Cassazione, sez. I Penale n. 4938/11, la quale, però, riguardava  il movimento politico di estrema destra "Forza Nuova".
Tuttavia lo stesso Canfora, nella sua "fumosa" risposta alla Gruber, lo ha considerato non tanto un "giudizio politico", quanto, piuttosto, un "giudizio psicoanalitico"; affermando, cioè, che il "neonazismo" da lui attribuito alla Meloni, costituisce, in sostanza, un fenomeno di "natura incoscia" (il quale, cioè, non emerge nella parte conscia della "psiche" della politica in questione).
Almeno se io ho ben capito cosa intendeva dire! :-\
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Personalmente, però, sono d'accordo con te che l'avvocato difensore di Canfora imposterà la sua difesa, almeno per quanto riguarda la seconda parte della formulazione "ipotattica" di Canfora, sostenendo che si trattava di un legittimo un "giudizio politico" (e non certo "psicoanalitico"), formulato nell'ambito del diritto di lecita critica politica, tutelato dall'art.21 della nostra Costituzione; e, al riguardo, sono convinto che anche lui si rifarà alla sentenza della Corte di Cassazione, sez. I Penale n. 4938/11.
Io, al posto suo, penso proprio che mi regolerei così! ;)
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Resta da vedere come la penserà il tribunale, nel giudicare l'intera formulazione "ipotattica" di Canfora:
- nel suo complesso;
- nel suo contesto.
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Un cordiale saluto! :)
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