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BUON NATALE A TUTTI!

Aperto da Eutidemo, 25 Dicembre 2021, 06:32:47 AM

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Socrate78

Tanto ormai l'inverno nemmeno più esiste veramente visto che il clima è diventato caldo (troppo caldo per i miei gusti, io vorrei sempre freddo e neve, addirittura gelo!), quindi cade anche il ragionamento del Natale come associato al troppo freddo. Quale freddo? A stento riesce a fare una gelata degna di questo nome, non nevica quasi più, piove a quasi 3000 metri di quota,  d'inverno c'è sempre il sole e la mitezza, gli inverni sono diventati o siccitosi e miti oppure una brodaglia piovosa, un clima schifoso per tanti aspetti, almeno per me è un clima schifoso.

anthonyi

Citazione di: viator il 26 Dicembre 2021, 16:49:11 PM
Citazione di: anthonyi il 26 Dicembre 2021, 15:06:21 PM
Citazione di: InVerno il 26 Dicembre 2021, 13:32:16 PM

Il motivo "fondativo" delle festività in corrispondenza dei solstizi è che fa troppo caldo o troppo freddo per lavorare..
Ma il momento più freddo dell'anno è tra fine gennaio e primi di febbraio, c'è qualcosa che non torna nel tuo ragionamento.
Oltretutto le festività pasquali cadono proprio nel momento in cui è più facile, e per l'agricoltura necessario, lavorare, come lo spieghi?

Le temperature raggiungono i minimi od i massimi per semplici ragioni di inerzia termica dopo che l'insolazione (intesa come durata quotidiana delle ore di luce, aspetto questo - ti assicuro - fuori da ogni influenza fideistica) abbia raggiunto il minimo (solstizio d'inverno) oppure poi il massimo (solstizio d'estate).Sempre poi per ragioni astro-bio-meteorologiche, la Pasqua (la quale è sempre esistita come Festa del Risveglio e della Fecondità, salvo a venir "recentemente" "scippata" dalla religione cristiana) si colloca dalle parti dell'equinozio di Primavera.

Siamo sempre alle solite : il Mondo è iniziato con il concetto di Dio e tutto ciò che vi accade è spiegabile alla luce delle Scritture o - per i meno istruiti - dalle parole dei Pastori che di pastorizia (cioè dello sfruttamento del gregge) debbono vivere. Saluti.
Queste spiegazioni le conosco, viator, ma che c'entrano con la tesi di inverno delle festività al servizio delle logiche del "capitale"?

viator

Salve anthonyi. Citandoti : "Queste spiegazioni le conosco, viator, ma che c'entrano con la tesi di inverno delle festività al servizio delle logiche del "capitale""?.

Scusa ma........di che intendi parlare ? Di stagioni o di InVerno ?.

InVerno non ha certo bisogno di me nel risponderti. Ma sommessamente ti direi che egli (InVerno) non sosterrà certamente che che il "Capitale" sia la causa e l'occasione per la creazione delle Festività...........bensì che esso "Capitale" è solamente il soggetto che ha voluto e vuole approfittare della PREVIA ESISTENZA delle suddette Festività per conseguire i turpi scopi speculativi cui InVerno andava accennando.

Capisci, ora ? Saluti.



Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

InVerno

#18
Citazione di: anthonyi il 26 Dicembre 2021, 15:06:21 PM
Citazione di: InVerno il 26 Dicembre 2021, 13:32:16 PM

Il motivo "fondativo" delle festività in corrispondenza dei solstizi è che fa troppo caldo o troppo freddo per lavorare..
Ma il momento più freddo dell'anno è tra fine gennaio e primi di febbraio, c'è qualcosa che non torna nel tuo ragionamento.
Oltretutto le festività pasquali cadono proprio nel momento in cui è più facile, e per l'agricoltura necessario, lavorare, come lo spieghi?
Come e perchè solstizi ed equinozi attraggano gran parte delle festività delle civiltà preindustriali dipende dal felice accordo tra l'osservazione scientifica e l'economia agricola, con le dovute differenze a seconda dell'economia di riferimento (compresa la pasqua per gli allevatori) e l'accuratteza di diverse osservazioni. Mi sembra che spiegare oltre (come tralaltro viator ha in parte fatto) sarebbe quasi una mancanza di stima nei miei interlocutori, che sicuramente sanno benissimo. Alla tua domanda originaria ho semplicemente risposto che anzichè dover scegliere tra le due alternative, preferirei che ciò che ci religa (di fede non parlo, se non fosse altro perchè è fatto personale non sociale) fosse ancorato alla nostra economia, attraverso l'osservazione scientifica, così come l'antica festa di un solstizio è, attraverso le osservazioni astronomiche e biologiche, ancorata all'economia di un paese. Mi auguro che questo accada, come solamente questo può accadere, dal basso e per necessità, non dall'alto e per vanteria, come pensano spesso i burocrati Eu.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Phil

Il Natale, nel suo essere componente culturale, rappresenta uno di quei "giochi di società" in cui tutti, non solo i capitalisti, "vincono" (seppur per differenti motivi), "giochi" meglio noti come «festa», vantaggiosi al punto che diventa irrilevante quanta verità ci sia alla base, se il fondamento è davvero quello che ci racconta la tradizione nostrana o sia solo una dissimulata postverità; ciò che socialmente conta è avere un pretesto per attuare pratiche vantaggiose (economicamente, psicologicamente, etc.). Siamo di fatto (in) una "società dei pretesti e degli effetti", più che (in) una società della verità e delle "cause prime". In ciò il postmoderno ha avuto la sua più palese, seppur talvolta inconsapevole, efficacia di disseminazione, al punto da cessare di essere motore di disincanto e sovversione, annullandosi nel suo diventare attualità diffusa, cultura che sta al suo stesso gioco per il beneficio degli effetti del gioco, non per la Verità delle regole del gioco o per la sacralità dei fondamenti del gioco.
Come accennato da Niko, spesso si festeggia il Natale perché "così si usa", "così dice la nostra cultura", "così abbiamo ferie e regali", etc. con quel «così» ad indicare quanto sia di primaria importanza l'effetto, non la causa, la convenienza del risultato, non l'autentica verità del pretesto. Indubbiamente c'è anche chi crede nella verità del movente culturale (sia esso agro-astronomico o teologico), nel Senso della festività, a prescindere dalle modalità di festeggiamento, e proprio questa eterogenesi dei fini che unisce nel medesimo festeggiamento credenti e non, sotto il segno di Babbo Natale, di Gesù Cristo, del solstizio, della diatriba panettone/pandoro, etc. è un affresco postmoderno-contemporaneo che raffigura giocatori intenti in differenti giochi, pur stando seduti allo stesso tavolo a scambiarsi reciproci cenni d'intesa (e d'auguri).

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