BARRIERE ANTI-CAMION IN TUTTA MILANO.

Aperto da Fharenight, 21 Dicembre 2016, 10:31:50 AM

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Fharenight

 Maral, ma vivi in Italia o su Marte? Non ci sono basi militari in Italia? Vai a farti un giro in Sardegna (giusto per fare un esempio)  e dillo ai sardi. Non c'è ricerca petrolifera in Italia o altri paesi occidentali?
Anche noi siamo sfruttati e presi a pesci in faccia (vedasi le delocalizzazioni delle aziende) Anche noi abbiamo le nostre discariche micidiali (vedasi l'Ilva di Taranto o la "terra dei fuochi" in Campania).
Purtroppo essere di sinistra (o centrosinistra, è la stessa cosa)  ormai significa insistere a  seguitare, oltre ogni logica razionale, un'ideologia assurda, idee demenziali una dopo l'altra, con la capacità  incredibile di riuscire ad inventarne di sempre più assurde, evitando  costantemente il riscontro con la realtà.
E quando dici "noi" a chi ti riferisci? No perché temo che non distingui i filibustieri, i poteri forti, i burrattinai che muovono i fili, dai normali cittadini. NOI, normali cittadini siamo stufi, esasperati, siamo vittime della situazione che stiamo vivendo: dell'invasione, della forzata convivenza con gente troppo diversa da noi, degli mmigrati che delinquono, delle ingiustizie, della povertà, del degrado e quant'altro, esattamente come gli Innu. A molte popolazioni non occidentali non frega niente della ricchezza materiale. L'attuale invasione non è casuale, è ben studiata e organizzata, e da una invasione normalmente ci si dovrebbe difendere. Ma noi non abbiamo piú uno Stato che ci difende.

Molti di questi "migranti economici", come dice Paul, non saranno mai una risorsa economica, bensí (come lo sono già) un peso economico che ci impoverirà sempre di più. La globalizzazione ha causato tanti problemi  perché ha avuto carta libeta, non è stata ostacolata, o almeno regolata dalla politica, perché se i vari governi e governanti sono privati della sovranità nazionale, vengono del tutto demotivati dall'impegnarsi per il bene dei cittadini e lottare contro la glibalizzazione, quindi diventa molto più facile corromperli in maniera da renderli strumenti nelle mani dei poteri forti.
Ma non vincerà la globalizzazione, credo che stia già fallendo, sono in consistente aumento le persone  che per motivi sia salutistici che etici sono diventate vegane o vegetariane, o  che acquistano a chilometro zero, che scelgono solo prodotti locali o italiani o bio, che usano e diffondono l'autoproduzione di diversi prodotti; è tornata l'usanza del "fatto in casa" di diversi alimenti,  dal pane alle salse, dai detersivi ai prodotti cosmetici.
È la politica che deve cambiare direzione!  Il  popolo è già pronto.

donquixote

Citazione di: paul11 il 27 Dicembre 2016, 15:02:37 PMDella moltitudine di migranti arrivati in Europa dal Medio Oriente e Africa, pochi sarebbero "veri" rifugiati di guerra o politici. La grande maggioranza è migrazione economica. Quest'ultimi dovranno adattare la loro cultura alla nostra e diventeranno risorsa economica in cambio di denaro .Il fatidico processo di integrazione nega necessariamente l'identità originaria che diventa conflagrazione nel momento in cui si scontra con la propria origine del proprio territorio.Vuol dire che questi migranti hanno il "virus" occidentale " a tempo" che si scontra con la propria tradizione, la quale sentendosi tradita, aggredita,si rintana sulla difensiva estremizzandosi. Ma è solo questione di tempo, la velocità folle della globalizzazione è troppo per il tempo di una generazione quindi la cultura confligge all'esterno contro i modelli che corrompono la tradizione e all'interno fra generazioni . Alla fine vince la globalizzazione ed è per questo che la migrazione è voluta dai poteri forti occidentali, e dove non arriva il virus, arrivano i venti di guerra, la corruzione delle classi dirigenti....


I cosiddetti "migranti economici" sono paragonabili agli italiani che nell'ottocento e agli inizi del novecento si imbarcavano per il nord e il sud america e per il nord europa con l'obiettivo di "fare fortuna" in quanto il virus del denaro si stava diffondendo ovunque, e anche se a casa loro non morivano certo di fame il desiderio di "una vita migliore" li spingeva ad avventurarsi in terre ancora sconosciute e scarsamente popolate. Essendo venuti secoli dopo i colonizzatori del cinque/seicento anche quelli che emigravano nelle americhe non avevano certo problemi di integrazione culturale in quanto la cultura dominante era ormai a tutti gli effetti quella europea, anche se le differenze fra nazione e nazione erano più evidenti rispetto ad ora. Quelli che giungono oggi in Europa hanno, e pongono a noi, il problema di culture meno compatibili con quella europea attuale, che si è peraltro ridotta ad un banale mercantilismo in cui l'obiettivo da perseguire è l'aumento progressivo del "panem" e dei "circenses" per tutti, in modo da eliminare qualunque altra istanza culturale che infatti abbiamo rifiutato. Se dunque costoro riusciranno a conseguire un  ammontare di "panem et circenses" pari o simile a quello che si aspettavano quando erano giunti qui allora sarà molto più semplice per loro abbandonare la loro cultura di riferimento e abbracciare il nichilismo europeo, mentre se falliranno il loro obiettivo allora non rimarrà loro altro che la cultura, che facilmente diventerà esclusiva al punto da creare conflitti sempre crescenti. Non è infatti un caso che coloro che in Europa si sono, come si dice, più "radicalizzati" sono gli immigrati della "seconda" o "terza" generazione, ovvero i figli degli immigrati che hanno fallito i propri obiettivi e hanno cresciuto non solo dei poveri, ma anche degli sradicati culturali. La medesima povertà, nei loro paesi d'origine, sarebbe stata immensamente più sopportabile, cosa che qui non può accadere poichè, nei loro pensieri e anche nei fatti, si sono "venduti l'anima" al diavolo occidentale ma questo non ha mantenuto la promessa di renderli più ricchi, trasformandoli in apolidi culturali rancorosi e vendicativi.
Non c'è cosa più deprimente dell'appartenere a una moltitudine nello spazio. Né più esaltante dell'appartenere a una moltitudine nel tempo. NGD

paul11

Donquixote,
nel tuo predente intervento ,che ha fatto sì che a mia volta intervenissi, avevo notato una perspicacia;
un tempo chi vinceva prendeva ai vinti tutto, ma non poteva portare via la cultura originaria.
Una foresta si incendia, ma rinasce ,perchè i semi originari cadono nella terra concimata dalla cenere.
Nel Novecento è accaduto alla fine della Seconda Guerra Mondiale che gli USA abbiano imposto forme organzzative dentro le Costituzioni ai giapponesi, italiani e tedeschi , gli hanno dato aiuti economici per ricostruire e in cambio.......
hanno omnlogato le culture imponendo stili di vita con le merci.
Nessuno come gli USA conosce il processo migratorio e di integrazione. Oggi un presidente di colore, Obama, parla come i padri pellegrini inglesi. Perchè nell'integrazione uno è il riferimento culturale, anche di più origini.
Gli stessi USA hanno fallito il processo di imporre democrazie in culture che non la supportano..

I migliori sistemi sono quelli che attirano la preda senza affaticarsi a corrergli dietro, ma anzi facendogli credere che è appettible. 
I processi globali di industrializzazione e mercificazione, impongono standard, perchè i modelli sociali riflettono i tempi e organizzazioni produttive del mutamento.
Se l'africano si integra in Europa porterà il suo stile di vita nei suoi luoghi di origine e preparerà il terreno alla mercificazione anche dell'Africa.E' ovvio che avviene una dicotomia culturale fra chi rimane in Africa o Medio Oriente e teme il processo di globalizzazione e omologazione culturale, allora alza la voce ed estremizza i suoi concetti.
Ma è destinata a vincere la globalizzazione ,perchè il capitalismo della mercificazione ha dei presupposti del desiderio pulsionale umano che sono universali, trasversali a qualunque cultura a meno che questa sia tribale e chiusa.

maral

#33
Citazione di: Fharenight il 28 Dicembre 2016, 15:56:31 PM
Maral, ma vivi in Italia o su Marte? Non ci sono basi militari in Italia? Vai a farti un giro in Sardegna (giusto per fare un esempio)  e dillo ai sardi. Non c'è ricerca petrolifera in Italia o altri paesi occidentali?
Anche noi siamo sfruttati e presi a pesci in faccia (vedasi le delocalizzazioni delle aziende) Anche noi abbiamo le nostre discariche micidiali (vedasi l'Ilva di Taranto o la "terra dei fuochi" in Campania).
Che cosa c'entra? Vuoi forse dire che la nostra situazione è come quella degli stati centrafricani? A me non pare per nulla, dato che bene o male continuiamo a essere nella fascia più ricca (e sfruttatrice) del mondo e con tutte le aspirazioni di poterci restare (un po' come quando Mussolini mandava i fantaccini in Libia e in Abissinia per fare l'impero scopiazzando male e in ritardo inglesi e francesi per inscenare la tragicommedia del condottiero conquistatore noc gli stivali lucidi e le peyye sul sedere). Che poi anche noi finiremo del tutto sfruttati e gestiti da un potere ormai del tutto sovra nazionale e sempre più concentrato nelle mani di pochissimi è evidente ed è questo il motivo per il quale alla fine noi e quelli che arrivano siamo tutti nella stessa barca e se ci becchiamo, intolleranti l'un l'altro,  facciamo la stessa fine dei galli di Renzo per la gioia di chi se li pappa.  
Noi normali cittadini, come dici, subiamo l'impatto diretto e più pesante dell'immigrazione, ma è semplicemente demenziale pensare di risolvere la faccenda con muri alle frontiere o peggio (come qualche volta qualche demente in preda ai fumi che pensa di reincarnare zio Adolfo redivivo viene a blaterare). E' demenziale perché il flusso di migranti non è che l'altra faccia per nulla casuale, ma strettamente implicita a quello che ancora resta del nostro livello di benessere, del fatto che qui e non in Africa, bene o male possiamo ancora non crepare di fame, del fatto che possiamo spostarci su delle automobili, usare dei computer, persino avere un I-pod in tasca e cambiarlo l'anno prossimo come pubblicità comanda o regalare per Natale il gattino-peluche di cashemire o altre cazzate simili!
Possiamo essere stufi quanto vogliamo, ma la migrazione non cesserà per il fatto che noi siamo stufi, non cesserà perché noi siamo i consumatori e gli immigrati saranno i consumatori sempre più ricattabili di domani e questo ai filibustieri va benissimo, anzi è indispensabile. E' per questo che l'unica soluzione sta nel metterci insieme con quelli che sono così diversi e ci danno tanto fastidio da risultare insopportabili, ma che stanno patendo quello che patiremo e abbiamo patito noi. Noi infatti siamo stati migranti, ovunque e in tutto il mondo, siamo stati considerati, lerci, incivili, ladri, mafiosi, delinquenti, subumani e insopportabili, proprio come loro e torneremo a esserlo migranti, già stiamo tornando a esserlo con un imbecille che fa il ministro del lavoro e spara idiozie abissali a raffica. Evidentemente se lo puù permettere, noi glielo permettiamo mentre ce la prendiamo con i migranti che ci danno tanto fastidio, che sporcano tanto sotto casa!  
La globalizzazione che tu ed io lo vogliamo o meno ha già vinto, tutto quello che hai intorno, che usi è il risultato della globalizzazione che è già avvenuta e il chilometro zero è un illusione, una sorta di nicchia per gonzi, forse uno sfizio come tutti quelli che il mercato ci propone, gattino in cashemire compreso. La nostra vita è ormai modellata sulla globalizzazione, l'autarchia è solo uno dei prodotti di consumo che può offrire il mercato globale al consumatore globale, nient'altro. Era già una baggianata ai tempi del duce, con il caffè di cicoria alla faccia della perfida Albione, figuriamoci oggi!
Come ho detto, un mondo in cui ognuno vive tranquillo in casa propria con il suo orticello sul balcone ove coltiva fagioli magici, e al massimo si reca all'estero in viaggio turistico o per conoscere usanze curiose, tipi ameni e paesaggi suggestivi forse sarebbe un mondo bellissimo (o forse no), ma non è nella realtà delle cose, non lo è mai stato né mai lo sarà e per quanti muri o controlli si facciano non basteranno per erigire il mondo delle fiabe, al massimo un baraccone degli orrori.

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