BARRIERE ANTI-CAMION IN TUTTA MILANO.

Aperto da Fharenight, 21 Dicembre 2016, 10:31:50 AM

Discussione precedente - Discussione successiva

maral

#15
Infatti l'idea di Europa era quello di creare una comunità, quindi niente piú barriere tra gli stati (e dopo i massacri prodotti dai nazionalismi fascisti europei nel XX secolo, dopo la guerra fredda che aveva diviso con il muro l'Europa nel suo cuore, l'idea non sembrava poi così malvagia). Il terrorismo forse segna la fine di questo sogno europeo, ma è una sconfitta degli Europei, non dei terroristi che così hanno già vinto.  
Ognuno per conto proprio con le frontiere ben chiuse a difendere i propri piccoli egoismi nel sogno delle piccole patrie, che garantiscono solo di essere  ancora piú deboli, con barriere ai confini che vengono ad aggiungersi alle stesse identiche barriere all'interno delle città e alle porte blindate di casa propria (che in ogni caso non sarà certo opportuno togliere con il filo spinato al Brennero, e a Ventimiglia, anzi!) con grande soddisfazione per l'acume sottile dei fascio-leghisti nazional popolari convinti, ben orecchianti ai sacrosanti rumori del ventre.
D'altra parte se la libera circolazione degli esseri umani va certamente impedita, resta però intoccabile la libera circolazione del capitale che va dove più gli conviene senza frontiere di sorta, infatti l'importante  è fermare gli esseri umani, i soldi no di sicuro, che aumentano il profitto e non guidano camion né mettono le bombe, le finanziano soltanto ... quando e dove conviene, ma solo per fare profitto ben chiusi e blindati in casa propria, si intende.

Jacopus

Le vere barriere contro la violenza si costruiscono formando le nuove generazioni a lottare per una societa' piu' giusta e con meno disparita'. Il resto e' fuffa. I confini sono sempre stati travolti dalla necessita'. Neppure la grande muraglia cinese ha salvato quell'impero dai mongoli e noi pensiamo di salvare il ns benessere con dei jersey? Questa campagna sui confini fa bene solo a certi politici, alla loro cricca e alle lobbies collegate. E' buffo...I terzultimi guardano in cagnesco i penultimi che vogliono schiacciare gli ultimi, mentre i primi sono piacevolmente esenti, soddisfatti e pronti a peggiorare la situazione se qualcuno vorra' incidere sui loro interessi.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

InVerno

Citazione di: Fharenight il 25 Dicembre 2016, 12:51:06 PM
A Malta o in Spagna non ci sono disertori che sbarcano e girano indisturbati rifiutando di farsi identificare.
Sai com'è, di fronte alla Spagna ci sta il Marocco, e tramite quel delicato processo chiamato "esternalizzazione delle frontiere" sono riusciuti a fare qualcosa. Tu sai come cooperare con il governo Libico dopo che è stato raso al suolo dai "civilissimi"? Peraltro chetati, la maggior parte dei migranti non passa in mare ma dalla Grecia, li i "naturalissimi confini di mare" non reggono ma c'è Erdogan. Insomma, visto che la fai facile, proponi idee fattibili riguardo alla cooperazione vs governo Libico ed Erdogan, slanciati, sei nel paese dei 60milioni di commissari tecnici.

acquario69

l'unione europea e' una creazione degli Usa (elite globalista - Cia - Servizi segreti - stragi di stato - governi fantocci e compiacenti ) e a partire dal dopoguerra.
ma oramai siamo davvero in uno stato di allucinazione collettiva iperavanzata che certe evidenze o si ignorano completamente o peggio se ne rovesciano i termini

...così come il credere che eliminare i confini sia il migliore dei mondi possibili,ma in realtà e' incubo che purtroppo sta diventando realtà.

senza confini non ce più identità e vale per il singolo individuo come per tutto il resto,di conseguenza quello che sparisce e' proprio il senso ed e' il via 'libera" alla peggiore dittatura che sia mai ancora esistita sulla faccia della terra.

Regis debray nella sua opera 'l'elogio delle frontiere" scrisse;
"se eliminiamo le frontiere,costruiamo muri"

e finalmente ci siamo arrivati..ora possiamo tutti essere più contenti ..e tranquilli... :o

acquario69

questa qui sotto l'ho appena letta,vale la pena riportarla 

http://www.giornaledelribelle.com/index.php?option=com_content&task=view&id=1858&Itemid=10

ennesimo esempio di lavaggio al cervello (e a scuola!)

e dice bene l'autore; tutti dentro un grande recinto! ..proprio come le pecore

InVerno

#20
Citazione di: acquario69 il 26 Dicembre 2016, 01:28:38 AM
questa qui sotto l'ho appena letta,vale la pena riportarla

http://www.giornaledelribelle.com/index.php?option=com_content&task=view&id=1858&Itemid=10

ennesimo esempio di lavaggio al cervello (e a scuola!)

e dice bene l'autore; tutti dentro un grande recinto! ..proprio come le pecore
Ma l'esistenza di una lingua franca (prima francese) che c'entra con l'Eu? Inizia con il colonialismo, ovvero quando le persone hanno cominciato a muoversi frequentemente oltre i confini nazionali, figurarsi oggi. Eu o non Eu non cambierebbe un assoluto nulla, ed i vari puristi della lingua sono quelli che non hanno ancora capito una mazza delle lingue. Prendere i puristi francesi e la loro difesa del francese, la difesa del nulla assoluto, prima del'900 di villaggio in villaggio francese non capivano un acca di cosa parlava l'altro, idem con patate per tedeschi e ancor peggio per italiani. "il piccolo recinto Italiano" è un recinto "imposto dall'alto" poco più di un secolo fa, che cosa si cerca di difendere difendendo il recinto Italiano?
Il nulla assoluto, che infatti sta insieme per miracolo (coercizione) ancora oggi traballa.. Allora che si fa? Si difendono le provincie? o si passa a un modello basato sulle città-stato? L'intrinseco collegamento tra il numero di steccati e il numero di conflitti armati è la storia d'europa moderna e medievale, il papà che che si oppone al "grande steccato" ma dice che la guerra è una cosa "brutta" è semplicemente un papà che non ha studiato storia, è un papà che non sa che non inquinare dev'essere un modello di sviluppo globale altrimenti quelli dell'altro steccato vengono a inquinare sotto a casa tua perchè se ne fregano delle tue regole, è un papà che non capisce che i bambini non vedono il diverso nell'altro, a meno che dei papà non li mettano in steccati della qualsivoglia dimensione. Un recinto globale è un non-recinto, perchè essendo globale nessuno può arrivare al limitare dello steccato se non uscendo dall'atmosfera. Un recinto nazionale è il recinto delle pecore che si ammucchiano tutte insieme e formano una massa confinata dove le pecore interne sono sempre protette e quelle esterne vengono sbranate. Se fosse per le pecore, sopratutto quelle esterne e di confine, esse vorrebbero il recinto più stretto e piccolo possibile tanto che non si possa respirare. Ma allora chi è la pecora?

Jacopus

La questione può essere riassunta in questi termini. La globalizzazione, iniziata cinque secoli fa, ha creato il diritto al libero scambio delle merci. Le merci non riconoscono più i confini. Anzi per molti secoli la globalizzazione ha significato la rapina delle materie prime e degli uomini da un luogo (terzo mondo) verso un altro (primo mondo).
Lo sviluppo tecnologico, causato anche da quella liberalizzazione dei commerci e delle merci ha creato le premesse dell'esplosione demografica. Sono le stesse condizioni che mi permettono di vivere in una casa riscaldata e perdere tempo davanti ad un computer, ad aver favorito la crescita demografica e il conseguente flusso di migranti prima in un senso e ora nel senso inverso.
Surrealisticamente si potrebbe dire che i migranti non rispettano il loro status di merce. Invece di restare accatastati in un magazzino in attesa di essere sfruttati si muovono, girano, cercano occasioni per migliorare la propria vita, sporcano, soffrono, fanno reati e atti terroristici. E non siamo tanto distanti da questo ritratto surreale, considerata la differenza delirante che le normative puntualizzano fra rifugiato politico e rifugiato economico.
Se questa società fosse coerente, dovrebbe trattare questi migranti come si tratta il surplus produttivo, attraverso i saldi e la distruzione finale della merce. Questa coerenza però produrrebbe una ancora maggiore conflittualità a meno che non si voglia perseguire la "pax romana", ovvero lo sterminio totale, riservandosi una certa quantità per i lavori umili e sottopagati, quelli che insomma fanno girare l'economia (un po' come gli stucke, i pezzi: così venivano chiamati gli ebrei nei lager).
Ipocritamente concediamo pertanto a tanti disperati le briciole del nostro lauto pranzo, tra l'altro pubblicizzandolo e facendo passare il messaggio che tutti possono pasteggiare, se se lo meritano (ma forse non se lo meritano, poichè appartengono a razze inferiori). E questa ipocrisia la utilizziamo per sentirci buoni e rappresentare gli altri come degli irriconoscenti, dei villani fino alla chicca finale: i nostri futuri persecutori.
In questo quadro non esistono ricette sicure. Non esiste neppure il mito dell'accoglienza per tutti. La necessità di un confine per preservare la propria identità non è un pensiero autoritario o proto-fascista, è un'esigenza di tutti i sistemi per non collassare.
Si tratta di un problema complesso che va affrontato con strumenti complessi, rispetto, piccole azioni quotidiane, redistribuzione più equa della ricchezza. E questo può accadere se il ceto medio occidentale si allea con i migranti, poichè il suo destino è connesso a quello dei migranti. Siamo noi, ceto medio occidentale, e i nostri figli, ad essere destinati a diventare ceto migrante del futuro se non si inizia a scalfire il potere assoluto di una minoranza globalizzata e extrastatuale della popolazione mondiale che detiene gran parte della ricchezza.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Fharenight

Bene Maral, hai centrato il cuore del problema, anche se con qualche errore, ma solo nella prima parte del tuo post, poi sei tornato preda della tua ideologia. L'unico vero grande errore del fascismo fu l'alleanza con la Germania.

Dopo la seconda guerra mondiale crollarono le destre e ne approfittarono le sinistre che, solo perché subito dopo sorse la guerra fredda tra URSS e USA l'Europa non diventò tutta Unione Sovietica. Tuttavia i vincitori desiderarono tenere a bada innanzitutto Italia e Germania per cui ci si inventò l'Unione Europea, ma questa non nacque con gli stessi sentimenti che unirono gli USA, anche perché gli Stati europei avevano ed hanno alle spalle una storia, una cultura e un'identità molto più radicate e ben definite degli Stati americani. Quindi bisognava e bisogna distruggere radici ed identità togliendo innanzitutto la sovranità nazionale.
L'idea dell'Unione europea non è nata dunque su autentici sentimenti e desiderio di unione, di buona politica, non è nata su un progetto comune di sviluppo economico,,è nata sulla paura che potesse tornare il nazismo e quindi la si è realizzata con una serie di pasticci madornali fino ad arrivare all'attuale autoinvasione (e il terrorismo islamico ne approfitta e ringrazia). Persino l'Euro è stato progettato per il timore della Germania dopo la sua riunificazione e per questo fu penalizzata l'Italia a favore della Germania.
Quindi siamo passati dalla padella alla brace, da una follia all'altra, ma entrambe disastri sono.
Noi non potremo mai e poi mai diventare un popolo come gli USA, scordatevelo, almeno così come è stato impostato il fallimentare progetto.

Fharenight

#23
Ecco, mi fa piacere vedere che l'utente Jacopus sia tornato attivo, ho letto il grande post sui "Migranti" dove ha ricevuto parecchie bastonate da altri utenti che la pensano diversamente e ho pensato si fosse volontariamente eclissato per ragioni di opportunità. E' inutile che la butti in filosofia, le tue elucubrazioni furbesche non credo possano ingannare qualcuno su questo forum.
Una società pgiusta e con meno disparità sarebbe quella che abbiamo oggi in Italia e in Europa? O forse vuoi far credere che trasferendo tutti gli africani, mediorientali, orientali, e chi più ne ha più ne metta, in Europa diventeremo quella grande civiltà che esiste solo nei deliri di molti di noi?

Certo certo è tutta fuffa.  Infatti la gente adesso vive felice, contenta e sicura, mentre quando c'erano i controlli alle frontiere e la società era naturalmente monorazziale (ancora ci possiamo salvare) eravamo una massa di miserabili, disperati e incivili.  Adesso invece stiamo tutti bene, tranne i politici e coloro che a vario titolo  sfruttano il business dell'accoglienza... (a proposito di cricche e lobbies..., mi sa che te ne intendi).
Beh, certo, senza immigrazione saremmo troppo tranquilli...

È la solita solfa "siamo un popolo di 'migranti', "abbiamo il dovere dell'accoglienza", "le invasioni ci sono sempre state" e chi non è d'accordo è razzistafascioleghistabigottoignoranteislamofobo, eccetra". Lo so, si era già fatto l'ein plein qualche post fa, non c'era bisogno di replicare.

Ah poi mi fa crepare dalle risate Baylhame: "il piccolo recinto Italiano" è un recinto "imposto dall'alto"... Ahahahaha... ma come si fa? Invece il grande recinto denominato UE no eh? L'Italia unita la si realizzo con il Risorgimento e col prezzo del sangue di migliaia di patrioti che lottarono duramente per la libertà e l'indipendenza; valori che la sinistra attuale ha tradito. Alla fine conclude:" Ma allora chi è la pecora?" La pecora stiamo diventando tutti noi europei con l'illusione di essere diventati"cittadini del mondo" e ci sbraneranno quando arriverà il momento giusto, se prima non rinsaviremo.


 Purtroppo Nessuna tragedia nella storia umana è mai scomparsa subito, ci son voluti anni, decenni di sofferenze, di lotte e sangue per liberarsene. 
E' inutile illudersi cari miei, qui le cose andranno sempre peggio siamo allo sbando totale  in questo periodo storico, per i posteri sarà considerato  il periodo della stupidità e dell'ignoranza totale. Milioni di uomini e donne che come  pecore hanno chinato la testa al potere carnefice che sta metodicamente togliendo a tutti la libertà, il lavoro, i soldi, la casa ...la dignità. Ormai se le cose non cambieranno e subito ci troveremo davanti a un bivio molto spiacevole.

maral

#24
La tragedia è già in atto da parecchio tempo e le cause di questa tragedia che rischia di trasformarsi in una catastrofe di proporzioni inaudite non sta nelle migrazioni (che ne sono solo l'effetto), ma nell'enorme differenziazione di ricchezza che la visione capitalistica e finanziaria ha determinato. Finché non si affronterà questo problema seriamente tutto il resto sono chiacchiere, muri alle frontiere comprese, a parte l'assurdità di chi pensa di ridurre la presenza di migranti e il rischio terrorismo in Italia ristabilendo le frontiere chiuse in Europa! Ma si sa, la propaganda vanifica efficacemente ogni minimo residuo di intelligenza!
Proprio in ragione della causa credo che quanto indicato da Iacopus sia fondamentalmente giusto: occorre stabilire un'alleanza tra chi ancora usufruisce del 15% della ricchezza e la vede sempre più diminuire e chi non usufruisce di nulla e pertanto (come sempre hanno fatto gli esseri umani da quando esistono) emigra e si mette a disposizione come nuovo schiavo. Un'alleanza contro il meccanismo idrovoro di ogni risorsa e chi lo gestisce godendo della continua e reiterata rapina. Il nemico è comune, rappresentato da un lato dall'assolutismo economico e dall'altro dal fanatismo ideologico religioso. Si tratta in entrambi i casi di superstizioni oscene, gestite da vertici minoritari, parimenti terroristici e nefandi, che vivono sulla corruzione e sull'opportunismo servile, sfruttando e illudendo le rivendicazioni di dignità dei popoli.
Questa alleanza è comunque complessa da realizzare, essa non può che essere costruita nel rispetto reciproco delle differenze, che restituiscono a ciascuno il senso del proprio valore e del proprio riconoscimento e non certo in un appiattimento globalizzante semplicemente ugualitario. Si ripresenta impellente la necessità di una rivoluzione globale che non ripeta gli errori drammatici delle precedenti, occorre essere uniti nella diversità, solidali avendo cura reciprocamente della differenza dell'altro e sarà tutt'altro che facile.

donquixote

Qualche anno fa ho partecipato ad una conferenza in cui un rappresentante del popolo Innu, originario del Labrador, chiedeva agli occidentali non pane, non reddito, non "benessere", ma solo di essere lasciato in pace sulla propria terra. Il governo canadese aveva confinato gli Innu, popolo di cacciatori, pescatori e raccoglitori, in un piccolo appezzamento di terreno su cui aveva costruito case, scuole, negozi e tutto quanto serve ad un cittadino "occidentale", e inoltre forniva un adeguato reddito mensile ad ogni capo famiglia; in cambio ha sequestrato la terra in cui loro vivevano, cacciavano e pescavano per farne terreno di ricerca petrolifera e campi di esercitazioni per i militari della Nato, che con i loro aerei sfrecciavano quotidianamente a bassa quota spaventando uomini e animali. Tutto ciò ha prodotto una spaventosa depressione in quel popolo che ha determinato un progressivo aumento dell'uso di alcool, di sostanze più o meno allucinogene (i bambini "sballavano" con il gas degli accendini) e soprattutto di suicidi. Gli Innu si sono così ridotti da 80.000 a 25.000 nel giro di soli 20 anni. Gli aborigeni australiani hanno fatto la medesima fine, non essendosi "integrati" nel tessuto occidentale nonostante gli innumerevoli tentativi di governi laici e volenterosi missionari, e anch'essi sono sulla strada della prossima estinzione. Molte tribù indios del sudamerica sono sulla stessa strada mentre una dottoressa dello Zambia, che ha studiato economia ad Oxford e fatto esperienza alla Banca mondiale e alla Goldman Sachs, ha scritto un illuminante libro il cui sottotitolo è: "Come gli aiuti dell'Occidente stanno devastando il Terzo mondo"
A molte popolazioni non occidentali non frega niente della ricchezza materiale, se hanno il necessario per sfamarsi e vivono una vita che per loro è soddisfacente. Durante il colonialimo sette/ottocentesco gli stati europei andavano a saccheggiare le risorse naturali dei popoli stranieri, ma rimanendo questi separati dai colonizzatori mantenevano un certo equilibrio interno. Solo quando questi popoli sono stati visti come potenziali consumatori di merci occidentali e quindi inseriti in un sistema di mercato scardinando i loro equilibri si è innescato il processo che ha dato il via alle migrazioni che vediamo attualmente e che le attuali guerre in nord Africa e Medio Oriente ha solo aggravato e non provocato. La globalizzazione ha velocizzato questo processo, creando non più ricchezza ma solo più povertà ovunque, non solo in occidente, poichè lo spopolamento delle campagne che è avvenuto nei paesi "globalizzati" ha eliminato l'economia di sussistenza (che non essendo quantificabile non può rientrare nel calcolo del PIL o del reddito medio procapite) per aumentare l'economia di dipendenza da un reddito che il più delle volte non è sufficiente a vivere dignitosamente ma aumenta artatamente il valore statistico e quindi la "ricchezza" complessiva.
L'uomo non vive di solo pane, e se lo si vuole costringere a vivere solo di questo (come gli occidentali) allora di pane bisogna dargliene molto, e anche molto non è mai abbastanza come dimostrano coloro che pur pieni di miliardi non si accontentano mai e vogliono guadagnare sempre di più. Se non si cambiano i paradigmi culturali di riferimento sarà impossibile cambiare le condizioni delle popolazioni e si creerà un caos sempre maggiore con milioni di persone che dalla periferia dell'impero economico e finanziario tenderanno sempre più a raggiungerne il centro, vero o presunto che sia, e siccome le persone non sono macchine ma portatrici di cultura le diverse visioni e interpretazioni del mondo che si intersecheranno all'interno dei medesimi confini provocheranno una serie indefinita di conflitti. Dunque ad una situazione come quella presente non vi è soluzione se non quella (peraltro ormai impossibile da perseguire, viste le condizioni attuali) dell'isolazionismo volontario, che però comporterebbe anche una drastica riduzione del tenore di vita (che dipende in gran parte dai commerci con l'estero) ma che dopo un certo periodo di tempo potrebbe portare ad un equilibrio, con l'obiettivo di mantenerlo e non certo quello di perseguire una impossibile "crescita" infinita.

Dice saggiamente il Tao:

Piccoli regni con pochi abitanti:
arnesi da lavoro in luogo d'uomini
(sian dieci o cento) il popolo non usi.
Tema la morte e fuori non emigri.
Se anche vi son navigli e vi son carri,
il popolo non tenti di salirvi;
se anche vi son corazze e vi son armi,
mai e poi mai le tiri fuori il popolo.
E ritorni ad usar nodi di corda;
e trovi gusto in cibi e vesti suoi;
ed ami la sua casa, i suoi costumi.
Se stati vi vedessero vicini
tanto che cani e galli se ne udissero,
invecchino così, fino alla morte
quei due popoli: senza alcun contatto.
Non c'è cosa più deprimente dell'appartenere a una moltitudine nello spazio. Né più esaltante dell'appartenere a una moltitudine nel tempo. NGD

Fharenight

#26
Ecco, adesso cominciamo a ragionare.
Bravo Donchisciotte, anch'io, anche noi italiani e europei vogliamo essere lasciati in pace sulla nostra terra, esattamente come gli Innu. È un desiderio, anzi è un bisogno fondamentale dell'uomo; la nostra terra è come la nostra casa, la nostra famiglia, la nostra intimità. Non c'è nulla di male in questo bisogno che, se viene soddisfatto e rispettato, non si diventa chiusi ma ci si può naturalmente aprire agli altri, all'estraneo o straniero che dir si voglia. Ed è sul reciproco rispetto tra le comunità contraddistinte dalle proprie identità e dai confini che si possono gettare le basi per far nascere il vero "cittadino del mondo", non certo con le forzature o le imposizioni delle invasioni, col melting pot, col multikulti.
Quindi sono d'accordissimo con la tua analisi, però non è vero che la soluzione non sia piú possibile,  piuttosto occorre lottare contro chi ha da perdere con tale soluzione e contro chi ha solo paura e teme il cambiamento. Anzi, la soluzione da te prospettata eviterebbe ulteriori danni e conflitti anche gravi.

paul11

#27
Citazione di: donquixote il 27 Dicembre 2016, 11:50:29 AMQualche anno fa ho partecipato ad una conferenza in cui un rappresentante del popolo Innu, originario del Labrador, chiedeva agli occidentali non pane, non reddito, non "benessere", ma solo di essere lasciato in pace sulla propria terra. Il governo canadese aveva confinato gli Innu, popolo di cacciatori, pescatori e raccoglitori, in un piccolo appezzamento di terreno su cui aveva costruito case, scuole, negozi e tutto quanto serve ad un cittadino "occidentale", e inoltre forniva un adeguato reddito mensile ad ogni capo famiglia; in cambio ha sequestrato la terra in cui loro vivevano, cacciavano e pescavano per farne terreno di ricerca petrolifera e campi di esercitazioni per i militari della Nato, che con i loro aerei sfrecciavano quotidianamente a bassa quota spaventando uomini e animali. Tutto ciò ha prodotto una spaventosa depressione in quel popolo che ha determinato un progressivo aumento dell'uso di alcool, di sostanze più o meno allucinogene (i bambini "sballavano" con il gas degli accendini) e soprattutto di suicidi. Gli Innu si sono così ridotti da 80.000 a 25.000 nel giro di soli 20 anni. Gli aborigeni australiani hanno fatto la medesima fine, non essendosi "integrati" nel tessuto occidentale nonostante gli innumerevoli tentativi di governi laici e volenterosi missionari, e anch'essi sono sulla strada della prossima estinzione. Molte tribù indios del sudamerica sono sulla stessa strada mentre una dottoressa dello Zambia, che ha studiato economia ad Oxford e fatto esperienza alla Banca mondiale e alla Goldman Sachs, ha scritto un illuminante libro il cui sottotitolo è: "Come gli aiuti dell'Occidente stanno devastando il Terzo mondo" A molte popolazioni non occidentali non frega niente della ricchezza materiale, se hanno il necessario per sfamarsi e vivono una vita che per loro è soddisfacente. Durante il colonialimo sette/ottocentesco gli stati europei andavano a saccheggiare le risorse naturali dei popoli stranieri, ma rimanendo questi separati dai colonizzatori mantenevano un certo equilibrio interno. Solo quando questi popoli sono stati visti come potenziali consumatori di merci occidentali e quindi inseriti in un sistema di mercato scardinando i loro equilibri si è innescato il processo che ha dato il via alle migrazioni che vediamo attualmente e che le attuali guerre in nord Africa e Medio Oriente ha solo aggravato e non provocato. La globalizzazione ha velocizzato questo processo, creando non più ricchezza ma solo più povertà ovunque, non solo in occidente, poichè lo spopolamento delle campagne che è avvenuto nei paesi "globalizzati" ha eliminato l'economia di sussistenza (che non essendo quantificabile non può rientrare nel calcolo del PIL o del reddito medio procapite) per aumentare l'economia di dipendenza da un reddito che il più delle volte non è sufficiente a vivere dignitosamente ma aumenta artatamente il valore statistico e quindi la "ricchezza" complessiva. L'uomo non vive di solo pane, e se lo si vuole costringere a vivere solo di questo (come gli occidentali) allora di pane bisogna dargliene molto, e anche molto non è mai abbastanza come dimostrano coloro che pur pieni di miliardi non si accontentano mai e vogliono guadagnare sempre di più. Se non si cambiano i paradigmi culturali di riferimento sarà impossibile cambiare le condizioni delle popolazioni e si creerà un caos sempre maggiore con milioni di persone che dalla periferia dell'impero economico e finanziario tenderanno sempre più a raggiungerne il centro, vero o presunto che sia, e siccome le persone non sono macchine ma portatrici di cultura le diverse visioni e interpretazioni del mondo che si intersecheranno all'interno dei medesimi confini provocheranno una serie indefinita di conflitti. Dunque ad una situazione come quella presente non vi è soluzione se non quella (peraltro ormai impossibile da perseguire, viste le condizioni attuali) dell'isolazionismo volontario, che però comporterebbe anche una drastica riduzione del tenore di vita (che dipende in gran parte dai commerci con l'estero) ma che dopo un certo periodo di tempo potrebbe portare ad un equilibrio, con l'obiettivo di mantenerlo e non certo quello di perseguire una impossibile "crescita" infinita. Dice saggiamente il Tao: Piccoli regni con pochi abitanti:
arnesi da lavoro in luogo d'uomini

(sian dieci o cento) il popolo non usi.

Tema la morte e fuori non emigri.

Se anche vi son navigli e vi son carri,

il popolo non tenti di salirvi;

se anche vi son corazze e vi son armi,

mai e poi mai le tiri fuori il popolo.

E ritorni ad usar nodi di corda;

e trovi gusto in cibi e vesti suoi;

ed ami la sua casa, i suoi costumi.

Se stati vi vedessero vicini

tanto che cani e galli se ne udissero,

invecchino così, fino alla morte
quei due popoli: senza alcun contatto.

Sono perfettamente d'accordo.
Aggiungerei un elemento di riflessione.
Della moltitudine di migranti arrivati in Europa dal Medio Oriente e Africa, pochi sarebbero "veri" rifugiati di guerra o politici.
La grande maggioranza è migrazione economica. Quest'ultimi dovranno adattare la loro cultura alla nostra e diventeranno risorsa economica in cambio di denaro .Il fatidico processo di integrazione nega necessariamente l'identità originaria che diventa conflagrazione nel momento in cui  si scontra con la propria origine del proprio territorio.Vuol dire che questi migranti hanno il "virus" occidentale " a tempo" che si scontra con la propria tradizione, la quale sentendosi tradita, aggredita,si rintana sulla difensiva estremizzandosi.

Ma è solo questione di tempo, la velocità folle della globalizzazione è troppo per il tempo di una generazione quindi la cultura confligge all'esterno contro i modelli che corrompono la tradizione e all'interno fra generazioni .

Alla fine vince la globalizzazione ed  è per questo che la migrazione è voluta dai poteri forti occidentali, e dove non arriva il virus, arrivano i venti di guerra, la corruzione delle classi dirigenti....

Fharenight

#28
Ed eccolo qua, è arrivato il guastafeste!  Eravamo arrivati ad un punto ragionevole di incontro, ma il protagonismo o la cocciutaggine di qualcuno ribalta tutto, rimette scompiglio, vanificando (e spesso senza neppure leggere  tutti i post) tutto il precedente ragionamento.  È difficile togliersi le fette di prosciutto dagli occhi, è difficile essere obiettivi e rinunciare alla propria ideologia se non ai propri interessi.
Si deve dunque lottare anche contro questi individui.

maral

#29
Citazione di: Fharenight il 27 Dicembre 2016, 14:56:56 PM
Bravo Donchisciotte, anch'io, anche noi italiani e europei vogliamo essere lasciati in pace sulla nostra terra, esattamente come gli Innu.
Il discorso di Donchisciotte è giusto, ma siamo noi che non siamo né mai siamo stati come gli Innu e infatti non sono certo le basi militari o i campi petroliferi degli Innu a essere collocati sui nostri territori, non è la nostra concezione del mondo a venire annientata dalla loro, non siamo noi costretti a vivere di elemosine come bestie dai modi curiosi esposte allo zoo in attesa di finire al museo etnografico, o con l'elemosina subito trasformata in debito e in debito sul debito a  non finire, mentre ogni risorsa ci viene risucchiata avidamente come è giusto che sia. Non siamo noi a venire ridotti a discarica del mondo ricco, anche se discarica di quel mondo ricco finiremo per diventarlo sempre di più anche noi.
No non siamo noi gli Innu, se non nel desiderio di venire lasciati in pace, è bellissimo, ma ci è possibile lasciare in pace loro affinché loro la piantino di venire qui e quelli che ancora possiedono una cultura che può competere con la nostra, che non è ancora stata annientata dalla nostra, a darci fastidio con le loro esigenze e pretese tanto "barbare e incivili"?
Ci rendiamo conto (a parte il fatto che tutto il disegno economico del mondo si basa sulla globalizzazione e sulla finanziarizzazione universale dell"economia) cosa significa davvero "ognuno a casa propria"? Cosa significa "economia di sussistenza"? Pensiamo forse che basti dedicarci tutti quanti all'orticultura in terrazza? Basta guardarsi attorno, nelle nostre case, nelle nostre città, davanti a noi e da tutti i lati, sopra e sotto ... davanti a me ho un computer, tutti ormai abbiamo un cellulare che magari cambia ogni anno (te lo garantiscono pure con la pubblicità: puoi sempre avere il meglio della moda e della tecnologia, vuoi non goderti lo sfizio!)... fatto dove? fatto come? fatto da chi? Con quali materie prime e metalli presi dove? A prezzo di cosa?
Allora siamo pronti a un'economia di sussistenza? Perché se non lo siamo il discorso tanto bello dell'ognuno a casa propria è solo una panzana di un'ipocrisia ributtante e immensa. Se non lo siamo vale solo il discorso "loro a casa loro a non romperci le scatole" (che poi quando abbiamo bisogno andiamo a prenderceli noi) e noi padroni in casa nostra a continuare la sistematica rapina dove ci conviene in nome del dio del profitto e del consumo che fa crescere tanto il sogno del PIL e la realtà del debito ( = colpa) inestinguibile.

Discussioni simili (1)