Bancoposta "a cavallo" del III millennio, spesso viaggia in groppa a somari

Aperto da Eutidemo, 03 Luglio 2020, 07:29:55 AM

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Eutidemo

Lungi da me il voler criticare il sistema "bancopostale" nel suo complesso, in quanto, come tutte le cose, presenta sia luci che ombre; e, non di rado, anche dei "chiaroscuri".
Ve ne fornirò due esempi emblematici, vissuti di persona, perchè, a mio avviso, credo che risultino paradigmatici di quanto sopra; e, ritengo, anche abbastanza interessanti ed istruttivi per chi dovesse trovarsi nella malaugurate situazioni in cui mi sono trovato io.

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Personalmente, io detengo due conti correnti bancoposta, che chiameremo "conto A" (ordinario) e "conto B" (click), uno dei quali presso l'"ufficio postale A", e l'altro presso  '"ufficio postale B"; per la precisione, si tenga presente che dal 1º gennaio 2016 il Conto BancoPosta Click non è più sottoscrivibile, ma è ancora funzionante, i quanto i titolari possono continuare ad utilizzarlo ONLINE, sul sito www.poste.it.
Trattandosi di un conto online, esso viene gestito presso una sede centrale delle Poste, che io ho fittiziamente chiamato '"ufficio postale B", perchè è comunque attrezzata con sportelli postali.

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Ciò premesso:
1)
A causa del mio non utilizzo, il "conto B" (click) alla fine è andato in "rosso", eroso dall'imposta di bollo e dalle Commissioni Bancarie; per cui, giustamente, la Dea Bancoposta mi ha invitato a coprire lo scoperto e/o a chiuderlo.
Avendo io scelto la seconda opzione, sono stato invitato telefonicamente a presentarmi il primo Luglio alle ore 10,00 presso l'"ufficio postale B", per pagare quanto a mio carico, e per chiuderlo; senza che mi venissero minimamente specificate le modalità di pagamento.
2)
Poichè, riguardo al "conto A" (ordinario), in attivo per circa 5.000 euro, stranamente, non mi risultava pervenuta la nuova carta in sostituzione della precedente scaduta, il primo Luglio ho pensato bene di passare previamente anche presso l'"ufficio postale A" alle ore 9,00, per chiarire pure tale situazione.
Tale conto, infatti, è ancora pienamente in attivo!

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Essendomi recato in anticipo presso il detto Ufficio, senza neanche farmi attendere le ore 9,00 (orario da me prenotato con "ticket online" su INTERNET), già alle ore 8,30 una cortesissima impiegata del "back office" mi riceveva, facendosi parte attiva per risolvere il mio problema.
:)

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Poichè, edotto dall'esperienza, so che presso le Poste vige da secoli  un culto feticistico e idolatrico per il il CODICE FISCALE (oggi su TESSERA SANITARIA), per cui i suoi adoratori non si accontentano che uno glielo reciti a memoria, ma vogliono che gli venga esibito "fisicamente" per poterlo riverire e adorare in modo diretto, io mi ero premunito di portarmelo dietro, oltre, ovviamente, alla CARTA di IDENTITA'.
Sorprendentemente, invece, l'impiegata in questione si è accontentata (giustamente), di quest'ultima, rifiutando di prendere in consegna anche la TESSERA SANITARIA con il C.F., dicendo che, per lei, fisicamente, era del tutto inutile e superflua.
Per cui:
- o, presso la "chiesa postale", è stato finalmente abolito il culto idolatrico e feticistico per il C.F. in forma materiale;
- oppure quell'impiegata, che il Dio cristiano la benedica, è un'eretica!

***
Propendo per la seconda ipotesi, perchè, dopo circa una mezz'oretta, mi ha consegnato  una busta, con dentro la nuova carta, dicendomi: "Visto che è qui, tanto vale che gliela dia a mano, invece di spedirgliela per posta!"
Però, prima di consegnarmela, invece di una semplice ricevuta, mi ha gentilmente chiesto di compilare e firmare il "previsto" modulo chilometrico, comprendente il mio albero genealogico, i miei voti agli esami elementari, e le mie preferenze gastronomiche e sessuali; alla mia obiezione che, avendo io problemi neurologici alla mano destra, ci avrei messo un secolo a compilarla (per giunta in modo illeggibile), si è spontaneamente offerta di farlo lei al mio posto...e ha cominciato a scrivere.
Dopo cinque minuti, però, si è stufata, ha ammalloppato il foglio sbuffando, e l'ha buttato in un cestino esclamando: "Sono stufa di queste stronzate, vada pure via così; e non appena le arriverà postalmente il PIN, attivi subito la carta che lo ho dato adesso!"
Che il Dio cristiano la benedica, proteggendola dalle maledizioni della Dea Posta!
:)

***
Esaurita, con notevole anticipo, la mia prima incombenza, mi sono quindi recato presso l'"ufficio postale B", per chiudere il conto B).
Dopo una ragionevole attesa, vengo ricevuto da un cortessissimo addetto al "back office", il quale, dopo avergli io esibito "carta di identità" e "tessera sanitaria" (lui l'ha voluta, secondo i sacri canoni), iniziando ad esaminare la mia posizione al PC, mi ha detto: "Vedo che ha il conto in rosso di dieci euro (lo scoperto è quello mio "reale"), per cui, per potermi consentire di chiuderle il conto, deve prima pagare quanto dovuto ad uno degli sportelli qui davanti!"
Un po' seccato, perchè, se mi avessero avvisato della cosa, lo avrei già fatto durante l'attesa, esco e mi metto ad attendere il mio turno allo sportello.

***
Dopo una mezz'ora, finalmente giungo allo sportello per pagare, offrendo del denaro contante.
Ma l'impiegata mi dice che non può riceverli; anche se non capisco perchè, in quanto, trattandosi di "moneta a corso legale", nessuno dovrebbe poterla rifiutare se offerta come mezzo di pagamento.
Comunque, "pro bono pacis", mi offro di pagare col BANCOMAT (sia BNL che UNICREDIT); lei dice che va bene, ma solo se si tratta di un POSTAMAT.
Infine, tiro fuori un LIBRETTO DI ASSEGNI BANCOPOSTA; sperando che almeno quelli vengano accettati da uno sportello BANCOPOSTA... sebbene staccare un assegno per dieci euro sia un po' ridicolo.
Ed invece non vanno bene neanche gli assegni di BANCOPOSTA, in quanto lo "sceccario" è del "conto A" (ordinario) e non del "conto B" (click), che è quello gestito da loro, cioè dall'Ufficio B; ma, ovviamente, poichè il "conto B" è in rosso, non posso certo staccare assegni da lì!
Per cui, l'impiegata dell'Ufficio B mi ha seraficamente invitato a tornare all'Ufficio A per fargli un bonifico da lì, e poi tornare da loro; suggerimento che, vista la fila chilometrica sotto il sole dell'Ufficio A, l'obbligo di mascherina, e l'ora, avrei voluto contraccambiare con un altro suggerimento personale nei suoi confronti, dal quale, però, per buona educazione, mi sono astenuto!
Insomma, alla fine, sconcertato da tale allucinante "logica autoreferenziale", me ne sono andato via senza poter chiudere il conto.
>:(

***
Tornato a casa, ho versato online una somma "a casaccio" sul conto B), sperando che sia sufficiente per coprire lo scoperto, le tasse ed il costo di chiusura (che non mi hanno mai chiarito), e li ho invitati a chiuderselo da sè il conto, stornando eventuali eccedenze a mio favore con una "partita di giro" sul mio conto A), perchè io, là, non ci torno davvero a perdere tempo, ed a mangiarmi il fegato!
Ma, ovviamente, dubito che lo faranno mai, perchè sarebbe necessario saltare troppi passaggi burocratici che richiedono la mia presenza fisica (a cominciare dalla firma, sebbene io potrei utilizzare quella "digitale").
:o

***
Trovo che una cosa simile sia inconcepibile anche in tempi normali, ma, soprattutto, nell'attuale situazione di emergenza COVID.
Ed infatti, salvando i singoli succubi impiegati, chi ha organizzato l'Ufficio B) in modo così stupido, irrazionale e indifferente alle esigenze dei clienti, secondo me dovrebbe essere sottoposto alla "poena cullei" ("pena del sacco");  e, cioè, essere chiuso dentro un sacco di cuoio insieme a un cane, un gallo, una vipera e una scimmia, e dopo qualche ora di allegro intrattenimento a terra, essere buttato nel Tevere in tale simpatica compagnia.
CULLEI.jpg
AMEN! :P
***

anthonyi


Ciao Eutidemo, le tue peripezie sono divertenti ma non destano meraviglia. Le poste italiane hanno avuto una forte evoluzione, da carrozzone di stato, trent''anni fa un posto di impiegato postale era il sogno di tanti, verso una moderna struttura bancaria.
Questa transizione comporta un raffinamento delle logiche di mercato, che comporta la necessità di sostituire la carta bancomat per poter contattare il cliente, e magari prendere da lui  informazioni utili a potergli vendere qualche servizio aggiuntivo, o magari utili da vendere a qualche altra istituzione economica.
La stessa logica di mercato impone che loro non hanno nessun interesse a facilitarti la chiusura di un conto corrente che, finchè rimane aperto, produce costi per il titolare che prima o poi questi sarà chiamato a pagare.
Io ci sono passato, anche per le banche è così, per questo normalmente il conto lo chiudo con una raccomandata.
Certo non mi sono mai trovato a chiudere un conto in passivo, che comporta anche il calcolo degli interessi passivi, interessi che non possono essere liquidati prima della chiusura, per cui il saldo effettivo da pagare è comunque successivo alla chiusura.
In altri termini loro chiudono, fanno i calcoli, e dopo ti chiedono quello che devi, che naturalmente pagherai con moneta legale (Perché fino ad oggi i Bot di Borghi non lo sono ancora).
Un saluto.


Eutidemo

Citazione di: anthonyi il 03 Luglio 2020, 12:26:55 PM

Ciao Eutidemo, le tue peripezie sono divertenti ma non destano meraviglia. Le poste italiane hanno avuto una forte evoluzione, da carrozzone di stato, trent''anni fa un posto di impiegato postale era il sogno di tanti, verso una moderna struttura bancaria.
Questa transizione comporta un raffinamento delle logiche di mercato, che comporta la necessità di sostituire la carta bancomat per poter contattare il cliente, e magari prendere da lui  informazioni utili a potergli vendere qualche servizio aggiuntivo, o magari utili da vendere a qualche altra istituzione economica.
La stessa logica di mercato impone che loro non hanno nessun interesse a facilitarti la chiusura di un conto corrente che, finchè rimane aperto, produce costi per il titolare che prima o poi questi sarà chiamato a pagare.
Io ci sono passato, anche per le banche è così, per questo normalmente il conto lo chiudo con una raccomandata.
Certo non mi sono mai trovato a chiudere un conto in passivo, che comporta anche il calcolo degli interessi passivi, interessi che non possono essere liquidati prima della chiusura, per cui il saldo effettivo da pagare è comunque successivo alla chiusura.
In altri termini loro chiudono, fanno i calcoli, e dopo ti chiedono quello che devi, che naturalmente pagherai con moneta legale (Perché fino ad oggi i Bot di Borghi non lo sono ancora).
Un saluto.


Sottoscrivo quasi parola per parola, a parte il fatto che questa "forte evoluzione, da carrozzone di stato verso una moderna struttura bancaria" io non la vedo poi  tanto; ed infatti, a mio parere, sempre un carrozzone burocratico è rimasto, sebbene ormai impregnato di sordida avidità bancaria.
>:(

Jacopus

Eutidemo. Complimenti per la espressività letteraria dimostrata. Davvero notevole. Degna della migliore letteratura surrealistic-burocratica russa (penso a Gogol e a Bulgakov, ma anche ai libri di Fantozzi, scritti da Villaggio prima che ci facesse dei film.)
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Eutidemo

Citazione di: Jacopus il 03 Luglio 2020, 18:42:27 PM
Eutidemo. Complimenti per la espressività letteraria dimostrata. Davvero notevole. Degna della migliore letteratura surrealistic-burocratica russa (penso a Gogol e a Bulgakov, ma anche ai libri di Fantozzi, scritti da Villaggio prima che ci facesse dei film.)


Ti ringrazio per i complimenti, che però, più che da me, dovrebbero essere giustamente rivendicati da Bancoposta; la quale, per il tramite dei suoi kafkiani dirigenti, è stata la vera regista di un simile "teatro dell'assurdo"!
;D

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