Aumentare l'inquinamento o diminuirlo? L'impossibilità di scegliere

Aperto da Jacopus, 06 Novembre 2021, 11:35:59 AM

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InVerno

Niko, gli effetti della co2 sul clima sono noti dalla fine dell'ottocento, e già alla fine della WWII il quadro scientifico riguardo alle questioni che stiamo trattando era consolidato e avrebbe dovuto portare ad un cambio di rotta, negli ultimi settanta anni dal punto di vista scientifico non sono arrivate altro che conferme. Gli scienziati che studiavano la questione, se non ignorati, sono stati accolti da pernacchie, e gli ecologisti passavano per "bislacchi abbracciatori di alberi", ora che nel 2021 non si è ancora fatto niente dal punto di vista sistemico, il problema sarebbe l'emergenza? E' un pò come arrivare all'ospedale con il cancro in metastasi e lamentarsi che i dottori vogliono fare terapie invasive..
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

niko



Non dovremmo essere più disposti a sopportare una gestione emergenziale, ne tanto meno auto-sacrificale del fenomeno, di questo come in generale di nessun altro fenomeno; se ci sono sacrifici da fare, ebbene che li facciano i padroni.

Abbiamo visto come una legislazione di emergenza protratta nel tempo diventi sempre il pretesto per una svolta autoritaria, non dovremmo mai più farci fregare

(ad esempio recentissimo, divieto di manifestare emanato dal Viminale e benedetto dal presidente della Repubblica perché secondo loro se si manifesta aumentano i contagi, ma le vie dello shopping natalizio e gli stadi di calcio sono pieni, con veri e propri assembramenti di gente senza mascherina, e lì si suppone che non aumentino i contagi, o che se aumentano, sia per un bene superiore, ovvero di vendere più merci e spettacoli... e guarda caso, puta caso, il divieto di manifestare, con la scusa dei cortei no green pass, arriva quando problemi ben più gravi del green pass si palesano all'orizzonte, come licenziamenti e un caro vita e un caro bollette in grado di falciare milioni di persone... persone la cui vita sarà distrutta e che per i prossimi mesi non potranno manifestare, per il divieto di manifestare originariamente posto in risposta ai no green pass... cosa altro ci vuole per capire che siamo in dittatura?!)

Insomma noi con disoccupazione e inflazione del dopo pandemia, e danni morali per la psicosi indotta da virus che ha fatto molto più danni (psicologici e sociali) del virus stesso, e grave impoverimento per redditi e attività bloccate, che non sarà certo recuperabile nel breve periodo, e svalutazione dei beni dei piccoli risparmiatori, abbiamo già dato, con i sacrifici umanamente richiedibili, per i prossimi cento-duecento anni.

Quindi adesso ci sarà pure il sole nero dell'apocalisse, ma sull'altare c'è il pollo sbagliato.




Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

Alexander

Buongiorno a tutti


I problemi nel gestire la "transizione green" sono così enormi da essere molto difficilmente gestibili da sistemi aperti e democratici. Le coercizioni che dovrebbero/dovranno essere applicate sulla popolazione generale spingono necessariamente verso sistemi politici più autoritari, che sono più efficienti sul breve per costringere a certi comportamenti "virtuosi".Il green pass è uno strumento ideale per gestire questa fase: diventando i diritti non più inerenti alla persona, ma piuttosto legati a certe condizioni che la persona deve accettare per mantenere  la possibililità di avere più libertà.  Così, se non avrai l'EV, faccio un esempio, non potrai circolare senza un green pass da acquistare online o in edicola, previa verifica del tuo stato vaccinale . Se fai un incidente con un'auto a motore endotermico non verrai curato, o dovrai pagare un'assicurazione RCauto enorme.Il green pass sanitario lo vedo quasi come una prova generale del sistema che verrà implementato per gestire mille altri aspetti della transizione green. Si valuta come e quanto, e fin dove, la gente è disposta ad accettare questo contratto con lo stato. Una prova generale che ha bisogno naturalmente del sostegno mediatico. Un tam tam ossessivo, continuo per convincere della razionalità e bontà del sistema. C'è poi il capro espiatorio, sempre presente nella storia umana (il no-covidvax oggi, domani il no-green o il no-qualcos'altro) da demonizzare per far risaltare la bontà dei comportamenti virtuosi della maggioranza che si sottomette per un bene superiore (la salvezza del pianeta). Che poi questa transizione sia gestita da personaggi politici che hanno fatto la loro fortuna sostenendo un sistema che ci ha portati a questo punto storico sembra quasi naturale. Così una Ursula Van der Layen usa il jet privato per andare da Vienna a Bratislava, mentre il poveraccio in montagna deve spendere il doppio per riscaldarsi in inverno, perché le tasse sulla CO2 prodotta gravano sul gas o sul gasolio per riscaldamento.
Io la vedo così, ma spero, spero, spero di sbagliarmi...per i miei figli  :(

Kobayashi

Citazione di: InVerno il 10 Novembre 2021, 12:38:38 PM
Niko, gli effetti della co2 sul clima sono noti dalla fine dell'ottocento, e già alla fine della WWII il quadro scientifico riguardo alle questioni che stiamo trattando era consolidato e avrebbe dovuto portare ad un cambio di rotta, negli ultimi settanta anni dal punto di vista scientifico non sono arrivate altro che conferme. Gli scienziati che studiavano la questione, se non ignorati, sono stati accolti da pernacchie, e gli ecologisti passavano per "bislacchi abbracciatori di alberi", ora che nel 2021 non si è ancora fatto niente dal punto di vista sistemico, il problema sarebbe l'emergenza? E' un pò come arrivare all'ospedale con il cancro in metastasi e lamentarsi che i dottori vogliono fare terapie invasive..

In realtà se si parla del problema del surriscaldamento globale negli anni sessanta la comunità scientifica, constatando che dal 1940 le temperature avevano continuato a diminuire, iniziava a chiedersi se non fosse imminente una nuova glaciazione.

"Alcuni studiosi sostennero che il raffreddamento globale era sostanzialmente causato dall'uomo. [...] Si riteneva che il raffreddamento fosse causato da un "effetto filtro", che avrebbe ridotto l'esposizione della superficie terrestre ai raggi solari: il Global Dimming. Secondo tale ipotesi, le emissioni di anidride carbonica, dovute all'azione dell'uomo, erano compensate e anzi superate dalla torbidità dell'aria. [...] A causa della maggiore torbidità dell'aria , dovuta all'aumento di nebbia, nubi e smog, ci sarebbe stata una minore insolazione, cha a sua volta avrebbe provocato un raffreddamento".
Nel 1974 "si giunse alla conclusione che oggi suona piuttosto stupefacente e cioè che il clima naturale tendeva a raffreddarsi di 0,15 °C ogni anno [...]".
Da qui alcune interessanti e ingegnose proposte: "[...] Al centro del dibattito c'era, ad esempio, la proposta di ricoprire le calotte polari di pellicola nera, in modo da diminuire l'effetto albedo, oppure l'idea – davvero originale dal nostro punto di vista – di aumentare le emissioni di CO2, in modo da rafforzare l'effetto serra. Tra l'altro si discusse la possibilità di proiettare polvere di metallo nell'atmosfera, di costruire una diga di cemento tra Groenlandia e Norvegia [...]. Anche i militari erano particolarmente ispirati. Ecco alcune delle loro proposte: far esplodere delle bombe atomiche per distruggere le montagne sottomarine a sud est delle Faer Oer, così da prolungare gli effetti delle correnti marine  calde del Mare Artico; riscaldare la Groenlandia con l'aiuto di appositi reattori nucleari o, in alternativa, sciogliere il ghiaccio dei Poli con bombe all'idrogeno."
[W. Behringer, "Storia culturale del clima", Bollati Boringhieri]

InVerno

Non sono per niente d'accordo con questa ricostruzione, che in verità mi pare un gran minestrone, ma probabilmente mi manca il contesto del libro. Non so quanto può essere interessante andare a confutarla, ma proverò a essere breve..
Il global dimming non si "riteneva" ma si ritiene tutt'ora un fenomeno di raffreddamento del pianeta basato su una serie di gas e particolati volatili. Non so a che passato si riferisca Behringer ma la verità è che si tratta di un fenomeno che non ci è stato possibile studiare empiricamente prima della chiusura dello spazio aereo statunitense a seguito della caduta delle torri gemelle, dove effettivamente abbiamo potuto misurare un aumento delle temperature dovuto alla caduta dei particolati e la diminuizione degli aerosol. Con i lockdown pandemici, le misurazioni di tale effetto si sono fatte più precise ed approfondite. Stiamo effettivamente raffreddando il pianeta di (stime variabili) 1-2 gradi, e smettendo di inquinare ci dovremmo aspettare un aumento della temperatura dello stesso tenore, esattamente perchè l'atmosferà rifletterà con meno efficacia le radiazioni solari. Non è una teoria bislacca del passato, è la realtà attuale. Il resto della ricostruzione, compresa di teorie militari o di anonime ipotesi di fare questo e quello, non c'entrano niente con quello che già negli anni '60 era il consenso scientifico riguardo all'effetto della CO2. Il global dimming è un fenomeno che si basa su particolati a velocissimo riassorbimento/caduta (parliamo di settimane) la CO2 per essere riassorbita ha bisogno di secoli. Se domani chiudessimo i rubinetti di tutte le fonti inquinanti avremmo un drastico ed immediato aumento delle temperature, che in questo momento sono "mitigate" dal global dimming.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

InVerno

#35
Addendum:

Stavo facendo ricerche proprio riguardo la storia del consenso sul cambiamento climatico (per motivi esterni al topic), quando mi sono imbatutto in una storia simpatica. Infatti, al di là degli studi che bene o male potrebbero essere considerati di origine/finanziamento pubblici, pare che tra i più attivi  nella ricerca in america sul cambiamento climatico fossero, prima degli anni 80, nientepopodimeno che... Exxon. Intendo quella Exxon che oggi è più che altro pioniera del finanzialmento sulle fake news riguardo il riscaldamento climatico:
https://edition.cnn.com/2021/07/01/business/exxon-tape-video-keith-mccoy/index.html

Nel 1959 ExxonMobile finanzia il primio studio interno alla compagnia (Brannon Daughtry Perry et al.) che si conclude dicendo quello che già la maggior parte degli studi esterni stavano evidenziando, ovvero il collegamento tra co2 e riscaldamento globale. Nei venti anni successivi seguono ben CINQUANTA studi sul fenomeno interni a Exxon o finanziati dalla stessa, che nel frattempo aveva organizzato spedizioni polari e marine, che culminano nel 1977 con il reseconto interno tenuto ad un board meeting da uno scienziato in capo di Exxon, tale Jack Black, che a riguardo conclude:  "there is general scientific agreement that [..] burning fossil fuels is capable of increasing the average global temperature from 1° to 3° C"

E' il 1980 e ad Exxon sono talmente sicuri che la situazione è grave, e che quando anche l'opinione pubblica ne verrà a conoscenza il business del petrolio potrebbe finire sotto una valanga di tasse e regolamentazioni, che l'allora presidente Ed David Jnr scrive "Few people doubt that the world has entered an energy transition away from dependence upon fossil fuels and towards some mix of renewable sources that will not pose problems of co2 accumulation [...] i will focus on that goal".

Quindi la domanda lecita che ad uno verrebbe da porsi è: se Exxon nel 1980 voleva passare a produrre energia rinnovabile, che cosa è successo nel frattempo che gli ha fatto cambiare idea? Loro si aspettavano che il governo gli tagliasse le gambe, e invece il governo gli ha regalato un paio di sci!

https://www.youtube.com/watch?v=dN_yCBdeJ2A
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia