Menu principale

Assad(ico)

Aperto da Eutidemo, 09 Dicembre 2024, 18:39:03 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

Visechi

#15
E invece ci credo, xxxxx, e tu mi stai provocando senza argomentare...
Non vorrei fraintendessi o che certi pregiudizi offuscassero le tue già, per me, scarse capacità di analisi e di giudizio. Non conoscendoti, semplicemente chiedevo informazioni ai tuoi interlocutori sulla possibilità che tu non credessi davvero fino in fondo a ciò che scrivi. Esiste sempre una possibilità, quasi matematica, che nel corso di una discussione, soprattutto se ideologizzata, ci s'infervori a tal punto che, per contrapposizione, si arrivi ad estremizzare la propria posizione, fino a giungere sostenere idee e concetti non del tutto condivisi. Per cui, mi informavo per valutare quanto valesse la pena replicare e, soprattutto, quali sezioni dei tuoi semplicistici Interventi mettesse in conto di ritenere utili per imbastirci intorno una discussione o un confronto proficui per entrambi, lasciando decantare quelli, invece, da ritenersi assolutamente irrazionali ed immotivati, tanto da non meritare una replica che avrebbe trasformato il thread in una sorta di match privo di costrutto e denso di noia. Poi, forse preventivabile, ma inatteso, è giunto il tuo "apprezzamento personale di stampo offensivo." Certo, "sei libero di criticare e commentare quanto vuoi le affermazioni degli altri, ma... " non ritengo sia altrettanto libero "...di fare apprezzamenti offensivi su di..." me. . Non mi lagno, così è il gioco.
Bene! Letti i tuoi interventi su questo thread, non credo ci siano troppe argomentazioni da contrapporre alle tue indefettibili e tetragone certezze. Inutile argomentare in replica, stupido sarebbe farlo ed abbastanza ottuso è chi lo fa. Mentre, invece, non mi voglio sottrarre al vano vezzo di rimarcare e sviluppare alcuni punti che sempre stimolano una mia spontanea contrapposizione recisa nei confronti dei sopravvissuti adepti e proni servi di certa politica del potere. Non pensavo che, dopo le inenarrabili carneficine del secolo breve, fosse ancora oggi necessario puntualizzare alcuni aspetti, da taluni ritenuti di 'contorno' o come preventivabili ed ammissibili 'danni collaterali', ma per me fondamentali ed irrinunciabili.
Ancora oggi assistiamo all'affermarsi, quantomeno in taluni, dell'ambiguo e colpevole pensiero che giustifica l'uso della violenza anche indiscriminata e della costrizione, anche quando sono immotivate o sproporzionate rispetto alle necessità razionalmente accettabili in relazione al contesto complessivo (Beccaria non è venuto al mondo per caso). Quel come se violenza, guerra e costrizione possano essere ammesse, sostenute e perorate nei casi in cui chi ne fa uso ritenesse che la sicurezza interna od esterna del proprio Paese (quindi delle popolazioni, delle genti, dei civili) fosse messa a repentaglio. Lo scatenarsi delle guerre è sempre giustificato da e con questa esigenza, apparentemente irreprensibile. La ragione di fondo che sottostà ad un conflitto, una repressione violenta, un ricorso alle armi è sempre la difesa degli interessi della Nazione. Va da sé che l'interesse della Nazione dovrebbe essere assolutamente sovrapponibile a quello delle popolazioni civili, dei suoi abitanti, delle genti, si usa dire. Questa è una tautologia che addirittura anche chi è sprovvisto di intelligenza o di Var potrebbe sottoscrivere, quindi anche tu.
Questi interessi sarebbero perseguiti, conseguiti e difesi attraverso il ricorso alla violenza. Ma è proprio il deflagrare del conflitto in armi, della repressione violenta, della forza bruta in genere che reca danno all'interesse primario del singolo componente e per somma a tutta la popolazione civile, la comunità, la società. È risaputo, e solo una persona obnubilata da una ideologia mortifera può negarlo, che i conflitti coinvolgono per il 70% le popolazioni civili, per il 25% combattenti in armi e suoi stupidì supporter e solo per una residuale porzione i ben pasciuti e rabbiosi promotori e provocatori dell'azione bellica. Basta vedere quel che è accaduto ed accade tuttora a Gaza a causa del mortifero pensiero che tu, smanioso, difendi a spada tratta. Ah sì, scusa. In quel caso sarebbero gli imperialisti anglo-americani-sionisti i responsabili, quindi idee ben lontane dalle tue! Ingenuotto, credimi!
No! Non capisci, non puoi capirlo, che quando, per affermare sé stessi, per rivendicare un principio, sostenere una propria visione del mondo e della società massacri le popolazioni inermi di Gaza stai semplicemente ricusando il principio generale che ammette l'uso della forza solo in casi in cui sinceramente gli interessi primari dei popoli (questa era l'idea di fondo che nutriva l'utopia dell'internazionale comunista di Lenin) sono minacciati. Poco rileva che tu colori di vernice rossa le stesse idee mortifere che hanno sostenuto ed alimentato i tanti fascismi ed i troppi nazismi della storia: facce della stessa medaglia. Perorare le cause dei dittatori, dei massacratori del proprio popolo come Assad, significa, implicitamente, sfumare, fino a denegare, quel confine che tiene discosti e non conciliabili il crimine ideologizzato del fascismo all'ideale (forse per molti ininfluente, per me irrinunciabile) umanistico del socialismo. Aver la pretesa, oggi, dopo Praga, dopo l'Ungheria, dopo l'Afghanistan, di parteggiare per lo stalinismo che ha massacrato kulaki, civili ed oppositori, significa partecipare anima e corpo alla costruzione – idea tutta nuova e antica come la storia contemporanea - di un ordine rossobruno, che si opporrebbe al veleno globalista, ma scopertamente congenere all'ideale fascista di edificare una società securitaria, in cui il controllo sull'individuo, sulla sua capacità di creare e convivere con e nelle differenze, delle sue libertà civili, sociali e personali sono compresse fino all'implosione (sovietismo docet!). Essere dalla parte dei massacratori sionisti o putiniani o 'assadiani' oggi significa semplicemente combattere occupando il medesimo lato della barricata, quello del fascismo, in politica, della necrofilia, in psicologia. Ed eleggersi come compagni di lotta coloro che rinnegando l'umano che ci abita, rifiutano un aiuto fattivo a chi oggi cerca un futuro e lo perde negli abissi del mare. Non ti assolve lo sbandierare la bandiera rossa con falce e martello, i rossobruni sono parte della medesima putredine della società.
E con questo non ho concluso, avrei tant'altro da scrivere, ma non vorrei che chi possiede il manganello ma difetta di intelletto, si scandalizzi oltre misura.
Amen!

niko

#16
Citazione di: Visechi il 11 Dicembre 2024, 15:14:28 PME invece ci credo, xxxxx, e tu mi stai provocando senza argomentare...
Non vorrei fraintendessi o che certi pregiudizi offuscassero le tue già, per me, scarse capacità di analisi e di giudizio. Non conoscendoti, semplicemente chiedevo informazioni ai tuoi interlocutori sulla possibilità che tu non credessi davvero fino in fondo a ciò che scrivi. Esiste sempre una possibilità, quasi matematica, che nel corso di una discussione, soprattutto se ideologizzata, ci s'infervori a tal punto che, per contrapposizione, si arrivi ad estremizzare la propria posizione, fino a giungere sostenere idee e concetti non del tutto condivisi. Per cui, mi informavo per valutare quanto valesse la pena replicare e, soprattutto, quali sezioni dei tuoi semplicistici Interventi mettesse in conto di ritenere utili per imbastirci intorno una discussione o un confronto proficui per entrambi, lasciando decantare quelli, invece, da ritenersi assolutamente irrazionali ed immotivati, tanto da non meritare una replica che avrebbe trasformato il thread in una sorta di match privo di costrutto e denso di noia. Poi, forse preventivabile, ma inatteso, è giunto il tuo "apprezzamento personale di stampo offensivo." Certo, "sei libero di criticare e commentare quanto vuoi le affermazioni degli altri, ma... " non ritengo sia altrettanto libero "...di fare apprezzamenti offensivi su di..." me. . Non mi lagno, così è il gioco.
Bene! Letti i tuoi interventi su questo thread, non credo ci siano troppe argomentazioni da contrapporre alle tue indefettibili e tetragone certezze. Inutile argomentare in replica, stupido sarebbe farlo ed abbastanza ottuso è chi lo fa. Mentre, invece, non mi voglio sottrarre al vano vezzo di rimarcare e sviluppare alcuni punti che sempre stimolano una mia spontanea contrapposizione recisa nei confronti dei sopravvissuti adepti e proni servi di certa politica del potere. Non pensavo che, dopo le inenarrabili carneficine del secolo breve, fosse ancora oggi necessario puntualizzare alcuni aspetti, da taluni ritenuti di 'contorno' o come preventivabili ed ammissibili 'danni collaterali', ma per me fondamentali ed irrinunciabili.
Ancora oggi assistiamo all'affermarsi, quantomeno in taluni, dell'ambiguo e colpevole pensiero che giustifica l'uso della violenza anche indiscriminata e della costrizione, anche quando sono immotivate o sproporzionate rispetto alle necessità razionalmente accettabili in relazione al contesto complessivo (Beccaria non è venuto al mondo per caso). Quel come se violenza, guerra e costrizione possano essere ammesse, sostenute e perorate nei casi in cui chi ne fa uso ritenesse che la sicurezza interna od esterna del proprio Paese (quindi delle popolazioni, delle genti, dei civili) fosse messa a repentaglio. Lo scatenarsi delle guerre è sempre giustificato da e con questa esigenza, apparentemente irreprensibile. La ragione di fondo che sottostà ad un conflitto, una repressione violenta, un ricorso alle armi è sempre la difesa degli interessi della Nazione. Va da sé che l'interesse della Nazione dovrebbe essere assolutamente sovrapponibile a quello delle popolazioni civili, dei suoi abitanti, delle genti, si usa dire. Questa è una tautologia che addirittura anche chi è sprovvisto di intelligenza o di Var potrebbe sottoscrivere, quindi anche tu.
Questi interessi sarebbero perseguiti, conseguiti e difesi attraverso il ricorso alla violenza. Ma è proprio il deflagrare del conflitto in armi, della repressione violenta, della forza bruta in genere che reca danno all'interesse primario del singolo componente e per somma a tutta la popolazione civile, la comunità, la società. È risaputo, e solo una persona obnubilata da una ideologia mortifera può negarlo, che i conflitti coinvolgono per il 70% le popolazioni civili, per il 25% combattenti in armi e suoi stupidì supporter e solo per una residuale porzione i ben pasciuti e rabbiosi promotori e provocatori dell'azione bellica. Basta vedere quel che è accaduto ed accade tuttora a Gaza a causa del mortifero pensiero che tu, smanioso, difendi a spada tratta. Ah sì, scusa. In quel caso sarebbero gli imperialisti anglo-americani-sionisti i responsabili, quindi idee ben lontane dalle tue! Ingenuotto, credimi!
No! Non capisci, non puoi capirlo, che quando, per affermare sé stessi, per rivendicare un principio, sostenere una propria visione del mondo e della società massacri le popolazioni inermi di Gaza stai semplicemente ricusando il principio generale che ammette l'uso della forza solo in casi in cui sinceramente gli interessi primari dei popoli (questa era l'idea di fondo che nutriva l'utopia dell'internazionale comunista di Lenin) sono minacciati. Poco rileva che tu colori di vernice rossa le stesse idee mortifere che hanno sostenuto ed alimentato i tanti fascismi ed i troppi nazismi della storia: facce della stessa medaglia. Perorare le cause dei dittatori, dei massacratori del proprio popolo come Assad, significa, implicitamente, sfumare, fino a denegare, quel confine che tiene discosti e non conciliabili il crimine ideologizzato del fascismo all'ideale (forse per molti ininfluente, per me irrinunciabile) umanistico del socialismo. Aver la pretesa, oggi, dopo Praga, dopo l'Ungheria, dopo l'Afghanistan, di parteggiare per lo stalinismo che ha massacrato kulaki, civili ed oppositori, significa partecipare anima e corpo alla costruzione – idea tutta nuova e antica come la storia contemporanea - di un ordine rossobruno, che si opporrebbe al veleno globalista, ma scopertamente congenere all'ideale fascista di edificare una società securitaria, in cui il controllo sull'individuo, sulla sua capacità di creare e convivere con e nelle differenze, delle sue libertà civili, sociali e personali sono compresse fino all'implosione (sovietismo docet!). Essere dalla parte dei massacratori sionisti o putiniani o 'assadiani' oggi significa semplicemente combattere occupando il medesimo lato della barricata, quello del fascismo, in politica, della necrofilia, in psicologia. Ed eleggersi come compagni di lotta coloro che rinnegando l'umano che ci abita, rifiutano un aiuto fattivo a chi oggi cerca un futuro e lo perde negli abissi del mare. Non ti assolve lo sbandierare la bandiera rossa con falce e martello, i rossobruni sono parte della medesima putredine della società.
E con questo non ho concluso, avrei tant'altro da scrivere, ma non vorrei che chi possiede il manganello ma difetta di intelletto, si scandalizzi oltre misura.
Amen!


Si vabbe' continui a darmi del cretino, ma non capisci che per me non ci sono interessi nazionali, solo interessi di classe.

E' per questo, che la guerra puo' essere impedita solo combattendo l'imperialismo di casa propria, e solo dalla generalizzazione di questo principio, (ognuno si combatte l'imperialismo di casa propria, e che ognuno diserti primariente il proprio, fronte) puo' scaturire la pace.

Inevitabile, che ogni comunista, localmente, simpatizzi con il "nemico", per come esso viene bellicamente inteso, o sia quantomeno che sia disfattista, per la disfatta, sul campo delle forze nazionali, o tanto piu' imperiali, locali.

Il disfattismo, e' rivoluzionario. Disfatta dell'italia, dell'occidente, della democrazia, del progresso, disfatta di tutto.

Perche' il tutto, ad, oggi, nasconde il dominio di classe, ovvero e' catecontico rispetto ad una apocalisse, o per dirla piu' terra terra, e' il tutto falso, e bugiardo, in nome del quale (tutti) ci dobbiamo unire nell'interesse (solo) di qualcuno. E questo al fine di mantenere, economicamente e non solo, il "tutto" nel senso di istante eterno, di status quo...

> Il tao dei posapiano.

Che odia ed estromette (s)Putin, ma non conosce conflittio di classe.

Masochista, oicofobico, meschino, tale mi tocca sembrare a tutti i posapiano!

Perche' chi sia, e chi non sia, il nemico, esterno, in nome del quale edificare la "concordia nazionale", ovvero la vera e reale sconfitta, in un modo o nell'altro, delle giuste d sacrosante "lotte sociali" nel loro essere intrinsecamente divisive, lo stabilisce ogni volta, localmente, il nemico di classe.

La pace non e' l'interesse comune di tutte le nazioni, (ti piacerebbe, eh? intelligentone...) e' l'interesse comune di una classe, contro un'altra.

Due guerre mondiali, due volte il proletariato in lotta ha fermato la guerra. Prima con la diserzione, poi con la resistenza. Che fu la stessa resistenza sui nostri monti, come in Spagna, come a stalingrado. E adesso ditemi pure che sono stalinista, e che non riconosco il contributo fondamentale degli angloamericani, e se e' per questo manco dei democristiani, e manco di tutti gli antifascisti dell'ultima, e non della prima, ora, alla liberta', ma (almeno) ditemelo in modo sensato. Per fermare la terza, di guerra mondiale, invece, nell'italietta delle banane, ci dicono che bisogna odiare selettivamente (s)Putin (ma va'?), perche' solo lui, vuole la guerra. Mario Draghi, invece, vuole la pace, ma viene sempre frainteso.

Un imperialismo migliore, e un'altro peggiore. Nati dalla parte giusta del mondo.

Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

Visechi

Si vabbe' continui a darmi del cretino, ma non capisci che per me non ci sono interessi nazionali, solo interessi di classe.

Ma di quali interessi di classe parli? A quale classe alludi? Sei tu che stabilisci gli interessi di questa classe, qualora riuscissi, tu, ad identificarla?
 
 E' per questo, che la guerra puo' essere impedita solo combattendo l'imperialismo di casa propria, e solo dalla generalizzazione di questo principio, (ognuno si combatte l'imperialismo di casa propria, e che ognuno diserti primariente il proprio, fronte) puo' scaturire la pace.


Idem come sopra! Straparli di "imperialismo di casa propria" ma mai hai chiarito cosa debba intendersi con questa vacua locuzione. Parrebbe si tratti di un concetto che coinvolge una pseudo-realtà metafisica assai mutevole e modulabile in base ai tuoi particolari ed altrettanto mutevoli umori, quindi di un qualcosa assai umorale. Appare, per esempio, chiaro che inglobi tutto ciò che ha il sapore di statunitense, che faccia udire i rumors dell'Occidente, che assuma l'afrore di ciò che converge col pensiero utilitaristico dell'Occidente. Bene! Ma il concetto "d'imperialismo di casa propria" può escludere dai tuoi strali il colonialismo cinese (osserva e capisci - se puoi – quel che accade oggi in Africa)? Può far a meno di ammonire, censurare e sanzionare l'occupazione pluridecennale dell'intera Europa Orientale per mano (armata) da parte dell'Unione Sovietica? È possibile che ometta di stigmatizzare i massacri di civili operati da Stalin? Qual è il perimetro concettuale (quello geografico ho notato che lo dilati e contrai a piacimento) dell'"imperialismo di casa propria"?

Inevitabile, che ogni comunista, localmente, simpatizzi con il "nemico", per come esso viene bellicamente inteso, o sia quantomeno che sia disfattista, per la disfatta, sul campo delle forze nazionali, o tanto piu' imperiali, locali.

Bellissimo concetto, assai originale, molto condivisibile, soprattutto nella Stalingrado che fu fucina e fattrice del sovietismo. È certo che in quel frangente il popolo russo, con Stalin in testa, dovesse, localmente (concetto quantomai nebuloso, quantomeno in questo contesto semantico), simpatizzasse con i nazisti invasori. Alla Baia dei porci, i cubani non stentarono un solo attimo per gettare le braccia al collo al nemico statunitense; come pure i Vietcong, simpatizzarono fraternamente con gli assassini figli dello Zio Sam, i finlandesi e i praghesi per i sovietici? Dimmi, ma queste tue non son forse farneticazioni, oppure si può riuscire a capire, finalmente, che diamine vuoi dire? Prima di slanciarti in una replica, ti consiglierei (scusa la presunzione) di cercare di capirlo bene e fino in fondo tu.

 Il disfattismo, e' rivoluzionario. Disfatta dell'italia, dell'occidente, della democrazia, del progresso, disfatta di tutto.
 

Ecco, a proposito di farneticazioni. Puoi davvero credere che questa farneticazione possa mai essere condivisa da altri, se non da te solo? Ah, sì, scusa... poco dopo spieghi tutto con il concetto di "posapiano", ci arriviamo fra non molto, abbi pazienza. Quello che esprimi, in una forma assai grossolana e molto infantile, ricalca a grandi linee l'atteggiamento di Nietzsche rispetto alla società coeva. La dissoluzione dello status quo per far germogliare il "nuovo uomo", l'ultra uomo, colui che supera e travalica l'uomo vecchio. Certamente una concezione molto socialista, veramente tanto marxiana, sensibilmente comunista. Ho già cercato di mostrarti quanto la tua concezione della società sia più prossima ad un fascismo XXI secolo, in camicia rossobruna, di quanto tu stesso riesca ad immaginare. Certe 'visioni' deliranti sono tipicamente fasciste (un giorno, se ne avrò voglia, cercherò di farti capire cosa significa essere fascisti, non so se sarà un'impresa vana, oppure assai semplice, in fin dei conti non dovresti far altro che guardarti dentro, per averne una nozione completa).

 Perche' il tutto, ad, oggi, nasconde il dominio di classe, ovvero e' catecontico rispetto ad una apocalisse, o per dirla piu' terra terra, e' il tutto falso, e bugiardo, in nome del quale (tutti) ci dobbiamo unire nell'interesse (solo) di qualcuno. E questo al fine di mantenere, economicamente e non solo, il "tutto" nel senso di istante eterno, di status quo...
 

Sul concetto di "catecontico", se con questo vuoi alludere al katechon greco, potrei pure convenire con te. È un rischio concreto. La rincorsa spasmodica inseguendo il dio Pil che il sistema economico affermatosi in Occidente impone, rischia di far implodere l'intera società, ma non per le ragioni (un vero e proprio ossimoro) che maldestramente ed acerbamente lasci a malapena intuire tu. Il sistema comunitario attuale, quello che si è venuto a maturare a seguito dei due conflitti mondiali, non mantiene le promesse e le premesse che lo hanno originariamente ispirato. È causa di disequilibri sociali che a lungo andare risulteranno non più sostenibili, se non a prezzo di sacrifici umani difficilmente oggi facilmente immaginabili. Qualche avvisaglia la stiamo già osservando in termini di crisi ambientale e migratoria. Ma temo che questo sia ancora niente rispetto a ciò che ci attende. E non immaginare ci possa essere alcun modello alternativo di società che si edifichi nascendo dalle ceneri di quella attuale, solo cenere troverai. Al più, puoi imaginare una metastasi la cui maturazione è lunga e lenta. L'attuale situazione generale più che catecontica ci avvisa sull'insorgenza metastatico di un cancro forse incurabile. Come l'inflorescenza rappresenta tanto lo zenit di bellezza e fulgore, quanto l'avvio della fase di putrescenza di un fiore, così anche per l'attuale situazione: non è un rinvio, ma l'inizio della dissoluzione.

 > Il tao dei
posapiano.
 
 Che odia ed estromette (s)Putin, ma non conosce conflittio di classe.
 
 Masochista, oicofobico, meschino, tale mi tocca sembrare a tutti i
posapiano!


Qui, senza troppi sofismi, mostri con chiarezza quanto il tuo 'rossobrunismo' sia giunto a maturazione. Ciò che tu definisci col termine aggettivato "posapianismo"; Mussolini lo chiamava "uomo debole"; Hitler lo marchiava "sub-umanismo sionista"; Nietzsche scriveva che l'uomo (suo coevo) era "un cavo teso tra la bestia e il superuomo"; Vannacci, presumo tuo prossimo maitre a penser, lo addita come un "debosciato". Insomma, mutatis mutandis (attenzione, in questa locuzione latina non cercare mutande), le concezioni dell'uomo e, a cascata, della società sono assai contigue, se non addirittura coincidenti. CVD.

 Perche' chi sia, e chi non sia, il nemico, esterno, in nome del quale edificare la "concordia nazionale", ovvero la vera e reale sconfitta, in un modo o nell'altro, delle giuste d sacrosante "lotte sociali" nel loro essere intrinsecamente divisive, lo stabilisce ogni volta, localmente, il nemico di classe.


Altra farneticazione che non val la pena commentare... si commenta da sola.
 
 La pace non e' l'interesse comune di tutte le nazioni, (ti piacerebbe, eh? intelligentone...) e' l'interesse comune di una classe, contro un'altra.
 

Faccio uno sforzo e cerco di capire questa meravigliosa supercazzola. Voglio impegnarmi nel reperire un minimo di senso compiuto laddove proprio non ce n'è... ma tant'è, alle volte l'interpretazione sortisce miracoli.
La preposizione avversativa 'contro' solitamente la si utilizza per marcare una contrapposizione fra due o più contendenti. Già il termine in sé, senza ulteriori specificazioni, lascia ad intendere un dissidio, un'ostilità, un'opposizione, un contrasto insorto fra i due elementi posti semanticamente a confronto nell'ambito del periodo. Il termine "pace", viceversa, esclude la possibilità che vi sia un qualche contenzioso o che un precedente ragione di contendere sia venuta meno. In ogni caso, in periodo o in una condizione di pace non dovrebbero essere ravvisati elementi di contrasto o conflitto: la pace esclude il conflitto e viceversa. Eppure, tu sei riuscito a conciliare in un unico 'pensiero' i due estremi inconciliabili. Due classi, l'una contro l'altra armata, determinano la pace... non già una pace insorta a conclusione del conflitto, come conseguenza del trionfare dell'una rispetto all'altra classe, ma addirittura una pace che va ad innestarsi proprio in fase di pieno conflitto. Insomma, un capolavoro logico.
Ma andiamo oltre. Non curiamoci dell'antinomia insita in un pensiero presumo scritto maldestramente (non mi metaviglierei).

 Due guerre mondiali, due volte il proletariato in lotta ha fermato la guerra. Prima con la diserzione, poi con la resistenza. Che fu la stessa resistenza sui nostri monti, come in Spagna, come a stalingrado.


La Resistenza non fu la guerra di proletari contro borghesi. I grandi capi della Resistenza non erano proletari, neppure i combattenti si distinsero per l'appartenenza ad una classe sociale. La guerra partigiana, se a questa alludi, fu condotta da socialisti, comunisti, cattolici, azionisti uniti dall'idea di libertà e mossi dalla chimera di istituire un regime democratico, in contrapposizione con gli scampoli residuali degli adepti al servizio di una tirannia morente. Non vi fu lotta di classe, cosa, invece, ben presente nella Russia del 1917. La prima Grande Guerra, quella sì che fu guerra di proletari opposti ad altri proletari. Si è conclusa per consunzione, non perché una classe sociale ha prevalso sull'altra... in ogni caso, sempre di proletari si trattava. Hai una nozione molto particolare della storia


niko

#18
Citazione di: Visechi il 12 Dicembre 2024, 16:29:47 PMSi vabbe' continui a darmi del cretino, ma non capisci che per me non ci sono interessi nazionali, solo interessi di classe.

Ma di quali interessi di classe parli? A quale classe alludi? Sei tu che stabilisci gli interessi di questa classe, qualora riuscissi, tu, ad identificarla?
 
 E' per questo, che la guerra puo' essere impedita solo combattendo l'imperialismo di casa propria, e solo dalla generalizzazione di questo principio, (ognuno si combatte l'imperialismo di casa propria, e che ognuno diserti primariente il proprio, fronte) puo' scaturire la pace.


Idem come sopra! Straparli di "imperialismo di casa propria" ma mai hai chiarito cosa debba intendersi con questa vacua locuzione. Parrebbe si tratti di un concetto che coinvolge una pseudo-realtà metafisica assai mutevole e modulabile in base ai tuoi particolari ed altrettanto mutevoli umori, quindi di un qualcosa assai umorale. Appare, per esempio, chiaro che inglobi tutto ciò che ha il sapore di statunitense, che faccia udire i rumors dell'Occidente, che assuma l'afrore di ciò che converge col pensiero utilitaristico dell'Occidente. Bene! Ma il concetto "d'imperialismo di casa propria" può escludere dai tuoi strali il colonialismo cinese (osserva e capisci - se puoi – quel che accade oggi in Africa)? Può far a meno di ammonire, censurare e sanzionare l'occupazione pluridecennale dell'intera Europa Orientale per mano (armata) da parte dell'Unione Sovietica? È possibile che ometta di stigmatizzare i massacri di civili operati da Stalin? Qual è il perimetro concettuale (quello geografico ho notato che lo dilati e contrai a piacimento) dell'"imperialismo di casa propria"?

Inevitabile, che ogni comunista, localmente, simpatizzi con il "nemico", per come esso viene bellicamente inteso, o sia quantomeno che sia disfattista, per la disfatta, sul campo delle forze nazionali, o tanto piu' imperiali, locali.

Bellissimo concetto, assai originale, molto condivisibile, soprattutto nella Stalingrado che fu fucina e fattrice del sovietismo. È certo che in quel frangente il popolo russo, con Stalin in testa, dovesse, localmente (concetto quantomai nebuloso, quantomeno in questo contesto semantico), simpatizzasse con i nazisti invasori. Alla Baia dei porci, i cubani non stentarono un solo attimo per gettare le braccia al collo al nemico statunitense; come pure i Vietcong, simpatizzarono fraternamente con gli assassini figli dello Zio Sam, i finlandesi e i praghesi per i sovietici? Dimmi, ma queste tue non son forse farneticazioni, oppure si può riuscire a capire, finalmente, che diamine vuoi dire? Prima di slanciarti in una replica, ti consiglierei (scusa la presunzione) di cercare di capirlo bene e fino in fondo tu.

 Il disfattismo, e' rivoluzionario. Disfatta dell'italia, dell'occidente, della democrazia, del progresso, disfatta di tutto.
 

Ecco, a proposito di farneticazioni. Puoi davvero credere che questa farneticazione possa mai essere condivisa da altri, se non da te solo? Ah, sì, scusa... poco dopo spieghi tutto con il concetto di "posapiano", ci arriviamo fra non molto, abbi pazienza. Quello che esprimi, in una forma assai grossolana e molto infantile, ricalca a grandi linee l'atteggiamento di Nietzsche rispetto alla società coeva. La dissoluzione dello status quo per far germogliare il "nuovo uomo", l'ultra uomo, colui che supera e travalica l'uomo vecchio. Certamente una concezione molto socialista, veramente tanto marxiana, sensibilmente comunista. Ho già cercato di mostrarti quanto la tua concezione della società sia più prossima ad un fascismo XXI secolo, in camicia rossobruna, di quanto tu stesso riesca ad immaginare. Certe 'visioni' deliranti sono tipicamente fasciste (un giorno, se ne avrò voglia, cercherò di farti capire cosa significa essere fascisti, non so se sarà un'impresa vana, oppure assai semplice, in fin dei conti non dovresti far altro che guardarti dentro, per averne una nozione completa).

 Perche' il tutto, ad, oggi, nasconde il dominio di classe, ovvero e' catecontico rispetto ad una apocalisse, o per dirla piu' terra terra, e' il tutto falso, e bugiardo, in nome del quale (tutti) ci dobbiamo unire nell'interesse (solo) di qualcuno. E questo al fine di mantenere, economicamente e non solo, il "tutto" nel senso di istante eterno, di status quo...
 

Sul concetto di "catecontico", se con questo vuoi alludere al katechon greco, potrei pure convenire con te. È un rischio concreto. La rincorsa spasmodica inseguendo il dio Pil che il sistema economico affermatosi in Occidente impone, rischia di far implodere l'intera società, ma non per le ragioni (un vero e proprio ossimoro) che maldestramente ed acerbamente lasci a malapena intuire tu. Il sistema comunitario attuale, quello che si è venuto a maturare a seguito dei due conflitti mondiali, non mantiene le promesse e le premesse che lo hanno originariamente ispirato. È causa di disequilibri sociali che a lungo andare risulteranno non più sostenibili, se non a prezzo di sacrifici umani difficilmente oggi facilmente immaginabili. Qualche avvisaglia la stiamo già osservando in termini di crisi ambientale e migratoria. Ma temo che questo sia ancora niente rispetto a ciò che ci attende. E non immaginare ci possa essere alcun modello alternativo di società che si edifichi nascendo dalle ceneri di quella attuale, solo cenere troverai. Al più, puoi imaginare una metastasi la cui maturazione è lunga e lenta. L'attuale situazione generale più che catecontica ci avvisa sull'insorgenza metastatico di un cancro forse incurabile. Come l'inflorescenza rappresenta tanto lo zenit di bellezza e fulgore, quanto l'avvio della fase di putrescenza di un fiore, così anche per l'attuale situazione: non è un rinvio, ma l'inizio della dissoluzione.

 > Il tao dei
posapiano.
 
 Che odia ed estromette (s)Putin, ma non conosce conflittio di classe.
 
 Masochista, oicofobico, meschino, tale mi tocca sembrare a tutti i
posapiano!


Qui, senza troppi sofismi, mostri con chiarezza quanto il tuo 'rossobrunismo' sia giunto a maturazione. Ciò che tu definisci col termine aggettivato "posapianismo"; Mussolini lo chiamava "uomo debole"; Hitler lo marchiava "sub-umanismo sionista"; Nietzsche scriveva che l'uomo (suo coevo) era "un cavo teso tra la bestia e il superuomo"; Vannacci, presumo tuo prossimo maitre a penser, lo addita come un "debosciato". Insomma, mutatis mutandis (attenzione, in questa locuzione latina non cercare mutande), le concezioni dell'uomo e, a cascata, della società sono assai contigue, se non addirittura coincidenti. CVD.

 Perche' chi sia, e chi non sia, il nemico, esterno, in nome del quale edificare la "concordia nazionale", ovvero la vera e reale sconfitta, in un modo o nell'altro, delle giuste d sacrosante "lotte sociali" nel loro essere intrinsecamente divisive, lo stabilisce ogni volta, localmente, il nemico di classe.


Altra farneticazione che non val la pena commentare... si commenta da sola.
 
 La pace non e' l'interesse comune di tutte le nazioni, (ti piacerebbe, eh? intelligentone...) e' l'interesse comune di una classe, contro un'altra.
 

Faccio uno sforzo e cerco di capire questa meravigliosa supercazzola. Voglio impegnarmi nel reperire un minimo di senso compiuto laddove proprio non ce n'è... ma tant'è, alle volte l'interpretazione sortisce miracoli.
La preposizione avversativa 'contro' solitamente la si utilizza per marcare una contrapposizione fra due o più contendenti. Già il termine in sé, senza ulteriori specificazioni, lascia ad intendere un dissidio, un'ostilità, un'opposizione, un contrasto insorto fra i due elementi posti semanticamente a confronto nell'ambito del periodo. Il termine "pace", viceversa, esclude la possibilità che vi sia un qualche contenzioso o che un precedente ragione di contendere sia venuta meno. In ogni caso, in periodo o in una condizione di pace non dovrebbero essere ravvisati elementi di contrasto o conflitto: la pace esclude il conflitto e viceversa. Eppure, tu sei riuscito a conciliare in un unico 'pensiero' i due estremi inconciliabili. Due classi, l'una contro l'altra armata, determinano la pace... non già una pace insorta a conclusione del conflitto, come conseguenza del trionfare dell'una rispetto all'altra classe, ma addirittura una pace che va ad innestarsi proprio in fase di pieno conflitto. Insomma, un capolavoro logico.
Ma andiamo oltre. Non curiamoci dell'antinomia insita in un pensiero presumo scritto maldestramente (non mi metaviglierei).

 Due guerre mondiali, due volte il proletariato in lotta ha fermato la guerra. Prima con la diserzione, poi con la resistenza. Che fu la stessa resistenza sui nostri monti, come in Spagna, come a stalingrado.


La Resistenza non fu la guerra di proletari contro borghesi. I grandi capi della Resistenza non erano proletari, neppure i combattenti si distinsero per l'appartenenza ad una classe sociale. La guerra partigiana, se a questa alludi, fu condotta da socialisti, comunisti, cattolici, azionisti uniti dall'idea di libertà e mossi dalla chimera di istituire un regime democratico, in contrapposizione con gli scampoli residuali degli adepti al servizio di una tirannia morente. Non vi fu lotta di classe, cosa, invece, ben presente nella Russia del 1917. La prima Grande Guerra, quella sì che fu guerra di proletari opposti ad altri proletari. Si è conclusa per consunzione, non perché una classe sociale ha prevalso sull'altra... in ogni caso, sempre di proletari si trattava. Hai una nozione molto particolare della storia




Le alleanze geopolitiche esistono, non sono opinioni mie: per dire, per essere sintetico, l'Italia e' alleata degli usa, quindi indirettamente anche di Israele, della corea del sud e di Taiwan. Esiste un concetto geopolitico di occidente. Tutti ne parlano, dai, non solo io. Questo, e' un fatto. Io chiamo tutto questo "imperialismo di casa nostra". E questa, invece e' un'opinione. La mia, opinione.

Tu, non so perche', forse non essendo in grado di contestare l'opinione contesti il fatto. E nel far cio', appari solo ridicolo o ignorante. Come uno che non abbia mai aperto un giornale in vita sua. Quindi che vuoi fare? Che vuoi fare, in futuro? Cascherai dal pero tutte le volte che, in futuro, l' "occidente", in quanto entita' geopoliticamente esistente, si schierera' in difesa di Taiwan, della corea del sud o di Israele? E che questo avra' ripercussioni anche in Italia, perche' l'Italia dell'occidente fa parte?

Bravo, casca dal pero. Io continuero' a pensare che il concetto di "imperialismo di casa nostra" e' potenzialmente assai vasto, e si estende anche a Israele, Corea del sud, Taiwan, Ucraina... e magari adesso ci mettiamo dentro pure la meravigliosa Siria liberata (dai quaedisti), ultima amichetta nostra, amichetta dell'occidente euroatlantico, di recentissima acquisizione.

A me l'imperialismo di casa nostra, per come l'ho gia', spero, sufficientemente definito fa schifo, e lo vorrei abbattere. Ma siccome specificamente in merito a cio', contestazioni all'opinione nel tuo testo non ne ho lette, solo contestazioni ai fatti, fatti che, scusa, sai, oggi come oggi direi che li capisce e li comprende  qualsiasi scemo, andiamo avanti.

Avanti ci sta solo che io sono comunista, quindi considerando gli ultimi due secoli di storia, senza allargarci troppo, non ritengo che nessuna guerra nel senso "militare" stretto del termine sia degna di essere combattuta, se non quella in difesa di una patria socialista. Quindi in difesa di Cuba, dell'unione sovietica eccetera eccetera, dagli aggressori. Non stiamo a farla tanto lunga, che non merita. La patria socialista non e' un "imperialismo" e quindi, merita do essere difesa. In tutti gli altri possibili casi, sono per il disfattismo e per la diserzione. Quasi sempre "reciproca", nel senso che auspico che avvenga su entrambi i fronti, di una guerra moderna, o contemporanea tipica.

E, avendo io personalmente gia' prediletto quello da me esposto sopra, come criterio per giudicare e valutare una guerra, e tenendomelo stretto, me ne sbatto, di chi sia l'aggressore e chi l'aggredito. Sono un laureato con un cervello, non un giornalista del tg 1. Spero con cio' di aver soddisfatto tutte le tue "curiosita' ".

Poi, si', sono marxista e nitezsceano, che ce vuoi fare, l'occidente cristiano platonico mi fa vomitare, secondo me me ci vuole proprio una bella apocalisse, nel senso etimologico di rivelazione.

Un saluto e risparmiti di spiegarmi che cosa sia un fascista, ci ho gia' la Meloni ad Atreju.



Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

Visechi

Citazione di: niko il 13 Dicembre 2024, 13:19:12 PMLe alleanze geopolitiche esistono, non sono opinioni mie: per dire, per essere sintetico, l'Italia e' alleata degli usa, quindi indirettamente anche di Israele, della corea del sud e di Taiwan. Esiste un concetto geopolitico di occidente. Tutti ne parlano, dai, non solo io. Questo, e' un fatto. Io chiamo tutto questo "imperialismo di casa nostra". E questa, invece e' un'opinione. La mia, opinione.

Tu, non so perche', forse non essendo in grado di contestare l'opinione contesti il fatto. E nel far cio', appari solo ridicolo o ignorante. Come uno che non abbia mai aperto un giornale in vita sua. Quindi che vuoi fare? Che vuoi fare, in futuro? Cascherai dal pero tutte le volte che, in futuro, l' "occidente", in quanto entita' geopoliticamente esistente, si schierera' in difesa di Taiwan, della corea del sud o di Israele? E che questo avra' ripercussioni anche in Italia, perche' l'Italia dell'occidente fa parte?

Bravo, casca dal pero. Io continuero' a pensare che il concetto di "imperialismo di casa nostra" e' potenzialmente assai vasto, e si estende anche a Israele, Corea del sud, Taiwan, Ucraina... e magari adesso ci mettiamo dentro pure la meravigliosa Siria liberata (dai quaedisti), ultima amichetta nostra, amichetta dell'occidente euroatlantico, di recentissima acquisizione.

A me l'imperialismo di casa nostra, per come l'ho gia', spero, sufficientemente definito fa schifo, e lo vorrei abbattere. Ma siccome specificamente in merito a cio', contestazioni all'opinione nel tuo testo non ne ho lette, solo contestazioni ai fatti, fatti che, scusa, sai, oggi come oggi direi che li capisce e li comprende  qualsiasi scemo, andiamo avanti.

Avanti ci sta solo che io sono comunista, quindi considerando gli ultimi due secoli di storia, senza allargarci troppo, non ritengo che nessuna guerra nel senso "militare" stretto del termine sia degna di essere combattuta, se non quella in difesa di una patria socialista. Quindi in difesa di Cuba, dell'unione sovietica eccetera eccetera, dagli aggressori. Non stiamo a farla tanto lunga, che non merita. La patria socialista non e' un "imperialismo" e quindi, merita do essere difesa. In tutti gli altri possibili casi, sono per il disfattismo e per la diserzione. Quasi sempre "reciproca", nel senso che auspico che avvenga su entrambi i fronti, di una guerra moderna, o contemporanea tipica.

E, avendo io personalmente gia' prediletto quello da me esposto sopra, come criterio per giudicare e valutare una guerra, e tenendomelo stretto, me ne sbatto, di chi sia l'aggressore e chi l'aggredito. Sono un laureato con un cervello, non un giornalista del tg 1. Spero con cio' di aver soddisfatto tutte le tue "curiosita' ".

Poi, si', sono marxista e nitezsceano, che ce vuoi fare, l'occidente cristiano platonico mi fa vomitare, secondo me me ci vuole proprio una bella apocalisse, nel senso etimologico di rivelazione.

Un saluto e risparmiti di spiegarmi che cosa sia un fascista, ci ho gia' la Meloni ad Atreju.




Sì certo! Spiegato tutto benissimo. Fino a ieri ero convinto che i rossobruni fossero una sorta di animale mitologico partorito dalla fantasia di qualche commentatore politico annoiato. Ti ringrazio per aver riempito questa mia lacuna.
👋🏼

anthonyi

Dalle carceri di Assad sono state liberate 96 mila persone, iniziano a venir fuori prove e le testimonianze di quello che é stato certamente uno dei regimi più duri e criminali esistenti, dove l'uso della tortura era ordinario, e le prigioni avevano caratteristiche inconcepibile al giorno d'oggi. 
Di contrasto il comportamento generale dei ribelli si sta rivelando generalmente umanitario nei confronti di tutti tranne che nei confronti di coloro che erano più intrallazzati con il potere di Assad, ne più, ne meno di quello che hanno fatto i nostri partigiani.
Penso quindi sia ragionevole umanamente esultare per quello che é successo, per il popolo di Siria, ma anche per tutto il mondo libero perché é stato spezzato quell'asse del male e del terrore fondato sul patto tra Iran e Russia putiniana che si era sviluppato strategicamente soprattutto nella Siria.
La Siria é strategica anche perché é luogo di passaggio necessario via terra del gas proveniente dal golfo persico e dal mediterraneo sud orientale, e quindi può permettere all'Europa di ridurre ulteriormente la sua dipendenza dal gas russo. 

misummi

La NATO è ...nata per contrastare l'Armata Rossa
Il primo sbaglio occidentale fu quello di consegnare dj fatto mezza Eurooa a Stalin.
Il secondo è stato quello di non sciogliere  la NATO  dopo la caduta dell'URSS.
Il terzo è quello di continuare a rompere il c...o ovunque direttamente con le basi e i governi alleati e indirettamente con i servizi segreti.

anthonyi

Citazione di: misummi il 14 Dicembre 2024, 07:46:52 AMLa NATO è ...nata per contrastare l'Armata Rossa
Il primo sbaglio occidentale fu quello di consegnare dj fatto mezza Eurooa a Stalin.
Il secondo è stato quello di non sciogliere  la NATO  dopo la caduta dell'URSS.
Il terzo è quello di continuare a rompere il c...o ovunque direttamente con le basi e i governi alleati e indirettamente con i servizi segreti.

Si, probabilmente fu un errore permettere a Stalin di allargarsi tanto, ma era comunque complicato mettere in discussione la sua egemonia su paesi sui quali lui aveva il controllo militare.
Sciogliere la NATO, pensando che il pericolo Russia fosse finito, sarebbe stato invece un grosso errore, anzi la NATO ha sbagliato negli anni 90 a non approfittare di più della debolezza russa per condizionare un'ulteriore smilitarizzazione nucleare in cambio degli aiuti economici di cui la Russia aveva bisogno.
Riguardo al terzo sbaglio, mi domando a chi rompe la NATO, un'istituzione che nasce per proteggere e che ha garantito a tutti i suoi membri la sicurezza di  non essere aggrediti nel corso della sua storia. È quanto questa cosa sia importante possono testimonial gli Ucraini. 

misummi

vedi,io non sono di parte, mi considero un osservatore tutto sommato amichevole e neutrale.
Secondo me,la NATO è stata mantenuta con un'idea tattica e una strategica.
Tatticamente come deterrente nei confronti delle superpotenze asiatiche.
Strategicamente come possibile embrione di un esercito supernazionale utile ai fini di un progetto di mondializzazione del potere.
L'idea di un governo unico mondiale e di un esercito mondiale è sempre dietro l'angolo ,una tentazione totalitaria che,per fortuna,sembra ancora di là da venire.
Oltre a questo io guardo a nazioni come il Costarica,ad esempio,e altre che fanno a meno dell'esercito in favore di uno sviluppo civile.
Personalmente trovo l'escalation tecnologica degli eserciti inutile considerando che l'arma migliore è la mente umana. Tu puoi dare alla mente umana tutte le armi che vuoi ma è la mente che le usa,droni compresi,per mezzo di variabili intellettuali, emotive, inconsce che non sono per niente scontate.
Mi diceva uno studioso che molte battaglie decisive della storia non sono state vinte da chi ha resistito e attaccato di più,ma sono state perse da chi non ha avuto la stessa resistenza mentale e forza d'animo.
Eppure,in quei casi,le armi erano le stesse e teoricamente, gli eserciti si equivalevano quantitativamente.
Perciò, bisogna ammettere che gli esseri umani non sono eroi nè suicidi,neppure folli e omicidi come si crede.
In realtà restano umani e gli eserciti questo lo sanno dato che,lo ammettano o meno ,in casi di pericolo o di battaglie o di guerra dichiarata e aperta,forniscono direttamente o indirettamente supporti non propriamente ortodossi alle truppe significative.
Un esempio tra tutti: la guerra nel Vietnam!






anthonyi

#24
Citazione di: misummi il 14 Dicembre 2024, 17:23:13 PMvedi,io non sono di parte, mi considero un osservatore tutto sommato amichevole e neutrale.
Secondo me,la NATO è stata mantenuta con un'idea tattica e una strategica.
Tatticamente come deterrente nei confronti delle superpotenze asiatiche.
Strategicamente come possibile embrione di un esercito supernazionale utile ai fini di un progetto di mondializzazione del potere.
L'idea di un governo unico mondiale e di un esercito mondiale è sempre dietro l'angolo ,una tentazione totalitaria che,per fortuna,sembra ancora di là da venire.
Oltre a questo io guardo a nazioni come il Costarica,ad esempio,e altre che fanno a meno dell'esercito in favore di uno sviluppo civile.
Personalmente trovo l'escalation tecnologica degli eserciti inutile considerando che l'arma migliore è la mente umana. Tu puoi dare alla mente umana tutte le armi che vuoi ma è la mente che le usa,droni compresi,per mezzo di variabili intellettuali, emotive, inconsce che non sono per niente scontate.
Mi diceva uno studioso che molte battaglie decisive della storia non sono state vinte da chi ha resistito e attaccato di più,ma sono state perse da chi non ha avuto la stessa resistenza mentale e forza d'animo.







Non mi sembra proprio che la NATO punti ad un governo mondiale, al contrario la politica della NATO é quella di garantire protezione anche a piccoli stati, come quelli baltici, che vogliano pacificamente svilupparsi tramite le relazioni economiche.
Quanto all'idea le di un mondo senza eserciti, credo sia lontano. Il Costarica può permettersi di non avere esercito perché gode della protezione degli USA. In fondo si tratta di un principio che ha valso anche per noi, che ci siamo sempre permessi di spendere poco perché c'era lo zio Tom che, interessato a controllare il nostro strategico territorio, protegge anche noi. Temo purtroppo che questa situazione ideale sia finita, e presumo che, per il futuro, sarà opportuno destinare molti più soldi  alle armi che, come stiamo vedendo con la crisi ucraina, sono ancora necessarie.