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Perdita di senso e derealizzazione

di Antoine Fratini - Novembre 2025



Si è sempre nel buio per quanto riguarda la propria personalità.
Si ha bisogno degli altri per conoscersi.
C.G. Jung


Gli studi psicologici basati su statistiche, test, protocolli ed esperimenti di laboratorio lasciano spesso, come si dice, il tempo che trovano. Il loro modo di procedere è quanto di più distante vi sia dalla psicoanalisi, per la quale invece, in virtù delle imponenti dimensioni culturale e famigliare, ogni persona rappresenta un mondo a sé e ogni caso clinico risulta unico e irriproducibile. Una delle rivoluzioni della scienza dell'inconscio risiede proprio nel rovesciamento dell'assioma aristotelico «non vi è scienza se non dell'universale» in «non vi è scienza (psicoanalitica) se non del singolare».

Tuttavia, alcuni di questi studi possono a volte aiutare a capire fenomeni della psiche collettiva, diciamo delle forme mentis all'opera in una data epoca. Per capirci, un conto sono le stupidaggini sulla durata dell'amore, un altro sono i riscontri sui criteri per vivere felici. Tra questi ultimi l'aspetto relazionale viene sempre al primo posto in tutti gli studi. Del resto anche il modello psicoanalitico accorda una importanza determinante, persino a livello della struttura di personalità, all'ambiente familiare e sociale, ai giochi delle identificazioni e delle relazioni inerenti alla prima infanzia.

Ora, da Milan Kundera a Woody Allen, tanto per fare due nomi popolari, non vi è intellettuale che non vi sia cimentato nella questione della superficialità e della perdita di senso nelle relazioni. Trattasi certamente di uno dei grandi mali della società moderna. Che cosa è e da cosa deriva il sentimento di non senso che permea la società moderna? In parte dalla superficialità, dalle parole vuote di senso, appunto. Per la verità, dall'ottica junghiana è difficile dire se si tratti di una sensazione, di una intuizione o di un sentimento. Non è nemmeno facile capire quanto questo fenomeno sia figlio della rivoluzione industriale prima e di quella informatica dopo, perché coinvolge sia il mondo interno che quello esterno, sia il singolo che la collettività, sia l'elaborazione cognitiva che la percezione. Ritengo personalmente che per questo tipo di fenomeno l'interpretazione psicoanimistica abbia maggiore efficacia. Secondo questa visione infatti, è l'anima stessa delle relazioni odierne ad avere una impronta negativa. Per esempio, se in amore si pensa che «tanto durerà solo 3, 5 o 8 anni», a seconda degli studi cui ci si riferisce, si parte già col piede sbagliato e si può essere sicuri che quell'amore non potrà essere vissuto e sperimentato come dovrebbe. Ancora, e questo è un punto particolarmente importante nell'era della religione economica(1): se si confonde l'amore con un calcolo opportunistico, la dimensione inconscia delle relazioni non riesce a svilupparsi (2). Eppure, questo modo di procedere che evacua l'inconscio dagli incontri e dai vissuti è quello che va per la maggiore e produce, attraverso un ben noto meccanismo di alternanza di illusioni e disillusioni, il non senso e la derealizzazione. Occorre ricordare infatti che quel che chiamiamo «realtà» è costituita anche dalla sfera relazionale e che il (3) mai potrà realizzarsi stando seduti da soli sulla cima di un monte, ma avrà sempre bisogno dell'Altro per manifestarsi pienamente nel gioco delle proiezioni e integrazioni successive dei gradi d'Anima e di Animus. Ho già affrontato questo tema in precedenti pubblicazioni(4). In altri termini, se per C.G. Jung la donna si realizza attraverso l'uomo, è altrettanto vero che l'uomo si realizza grazie alla donna. Entrambi realizzano la loro completezza psichica (maschile/femminile) attraverso l'Amore. Anche se le forme di queste realizzazioni sono ovviamente diverse.

Il Mistero dell'inconscio (il processo di individuazione ne fa parte integrante) opera anche nelle relazioni. Nell'Amore specialmente. L'opera junghiana ci consegna una visione alchemica dell'amore. Come anche del transfert. Tuttavia, seguire questo Amore non è cosa facile e richiede una certa dose di coraggio. Si preferisce molto spesso guardare unicamente gli aspetti più superficiali, logistici, economici, morali, situazionali... e così non si riesce a capire cosa e perché sia accaduto. La frase «mi (l'amore) è caduto addosso» è tipica al riguardo. Essa sarà stata pronunciata un numero incalcolabile di volte nella storia dell'umanità. Specialmente in epoca moderna dove vige una sorta di parossismo del paradigma meccanicista. Così, si preferisce incolpare di volta in volta gli ormoni, l'avvicinarsi della menopausa, lo stress, il momento di debolezza... Si cercano mille scuse pur di non rischiare, pur di rinunciare a vivere quel che non si sa dominare: l'inconscio.

A dirigere e limitare le relazioni oggi, sia nell'amicizia che nell'Amore, è per buona parte l'ego. L'immagine di una Marilyn Monroe profondamente depressa dall'avere puntato tutto sul proprio personaggio e dal non avere saputo tornare al Reale delle relazioni, è diventata una vera e propria icona del nostro tempo. E da clinico posso confermare che il non senso e la derealizzazione sono l'anticamera della depressione. Esiste infatti un forte connubio tra Ego e Immaginario. Questo connubio è stato studiato particolarmente da J. Lacan. Trattasi però di una questione piuttosto complessa la cui descrizione richiederebbe qui troppo tempo. Credo possa essere una buona formula dire che l'ego si nutre di potere e di immagine; e che oggi l'Immaginario prende il sopravvento sul Reale. È quello che accade già da parecchio tempo per la verità. Vale la pena ricordare a tale proposito la forte denuncia che il sociologo Guy Debord esprime nella sua nota opera La società dello spettacolo(5).

Il non senso, quindi la non considerazione dell'inconscio, in generale e particolarmente nelle relazioni, porta ad una enfatizzazione dell'Immaginario e alla derealizzazione. Questa ultima è generalmente mal interpretata dalla psichiatria e della psicologia accademica, non a caso entrambe allergiche al senso e all'inconscio, come sintomo patologico più o meno grave basato su di una errata percezione della realtà circostante. Invece questa percezione è di tipo psicoanimistico e aderisce perfettamente alla realtà più profonda, all'anima della situazione. In psicoanalisi junghiana i sintomi sono espressione dell'inconscio e in quanto tali hanno un senso. Pertanto la derealizzazione va vista come un campanello di allarme di una psiche ancora vitale benché in situazione critica rispetto al suo senso e alla dimensione relazionale.

Altre reazioni abbondantemente diffuse tra le svariate e numerose forme di tamponamento del non senso sono il cinismo, la falsa compassione (dettata da sensi di colpa all'indirizzo del/la malcapitato/a), la psicoterapia spiccia, lo shopping e traveling compulsivi, l'addizione agli psicofarmaci o agli stupefacenti, la concentrazione esclusiva sul lavoro, l'uniformizzazione... Ve ne sono per tutti i gusti, per tutte le caratterologie. Non occorre essere un indovino per prevedere un sicuro e fiorente avvenire a tutte le forme di nevrosi compulsive!

In finale, per impiegare un linguaggio alchemico, oggi gli esseri s'incontrano e si perdono, meccanicamente, statisticamente, rimanendo fondamentalmente gli stessi. Proprio come quegli atomi che si scontrano altrettanto meccanicamente, senza avere quella forza necessaria per trasformarsi in molecole ed acquistare con questo nuove strutture e proprietà. «Basta che funzioni(6)».


   Antoine Fratini


NOTE
1) Vedi per esempio il mio articolo psicoanimismo.wordpress.com/2015/11/20/quanto-costano-i-vostri-mariti/

2) psicoanimismo.wordpress.com/2015/11/20/quanto-costano-i-vostri-mariti/

3) La complettezza psichica di cui l'ermafrodita incoronato, per esempio rappresenta uno dei simboli maggiori nell'alchimia.

4) Per esempio: psicoanimismo.wordpress.com/2024/03/25/brevi-spunti-sullopus-di-coppia/

5) G. Debord, La société du spectacle, Gallimard 1992.

6) W. Allen, whatever works, 2009.


Antoine Fratini lavora da oltre quindici anni come psicoanalista, è Vice Presidente dell'Associazione Psicoanalisti Europei e membro attivo dell’Accademia Europea Interdisciplinare delle Scienze. Egli ha scritto nel 1991 il saggio Vivere di fumo (Book Editore, Bologna) sul rapporto tra adolescenza e uso di stupefacenti leggeri, nel 1999 il saggio Parola e Psiche (Armando, Roma) sul collegamento tra gli indirizzi linguistico e archetipico in psicodinamica e decine di articoli su riviste e siti italiani e stranieri. Poeta e artista, egli ha fondato assieme all’Associazione Culturale C.G. Jung di Fidenza il Movimento per l’Arte Naturale, corrente artistica basata sul pensiero junghiano, e le sue poesie compaiono sui maggiori siti del settore. La sua ultima pubblicazione: Psiche e Natura, fondamenti dell'approccio psicoanimistico, Zephyro Edizioni, 2012.

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