Incapacità di intendere e di volere
inviata dal Dott. Antonio Marziale
Presidente dell'Osservatorio sui Diritti dei Minori
Sono le 19,30 circa quando "La vita in diretta" offre ai telespettatori l'ennesimo collegamento del dolore. Una giornalista si collega da Taranto e presenta la storia di un bambino, ammazzato nella culla dalla propria madre. A fare compagnia alla giovane cronista la nonna materna del piccolino coadiuvata dal proprio avvocato. La signora lancia un appello al genero affinché le faccia vedere la nipotina, sorella del bambino ucciso e chiede alla magistratura di concedere alla figlia gli arresti domiciliari. Sin qui tutto lecito ed emotivamente coinvolgente, fino a quando la linea non torna in studio e Michele Cucuzza chiede ad Alba Parietti un commento sulla vicenda. E' chiaro - dice la showgirl - che al momento del fatto la donna era incapace di intendere e di volere.
Orbene, è importante notare che è in atto un confronto serrato sulla proposta del ministro di Grazia e Giustizia, Roberto Castelli, che prevede la soppressione dei Tribunali per i minorenni, l'istituzione della figura di un monogiudice e la cacciata degli esperti tecnico-scientifici. Ecco, all'Alba di una nuova era, spuntare la tuttologa che da una sferzata all'iter del Disegno di Legge a tutto vantaggio del ministro. Ma si, via psicologi, via neuropsichiatri, via sociologi e biologi, da oggi la consulenza è richiesta a Mago Zurlì, al Mago Otelma e peccato che sia finita nei guai Wanna Marchi, altrimenti un parere sarebbe stato ben accetto.
Non è il caso di soffermarsi troppo ad analizzare una dinamica televisiva terrea. Prima del tg 1 trattazione di un infanticidio, durante il tg 1 ultime notizie da Cogne e da Losanna giunge notizia di una madre che ha accoltellato la propria figlia di dieci anni. Non basta il telegiornale, ci vuole chiaramente l'aperitivo!
Ma è sull'incapacità di intendere e di volere che bisogna puntare i riflettori. Incapacità di intendere e di volere, formula che determina l'emissione di una sentenza, terminologia giurisprudenziale che condiziona il resto dei giorni di un essere umano, eppure evocata a chiare note da una donna dello spettacolo. Forse la donna, poverina, era davvero in condizione di non intendere e di volere, ma domando: Erika De Nardo e Omar, secondo la Legge, il 21 febbraio 2001, quando assestarono colpi mortali a Susy Cassini ed al piccolo Gianluca, erano capaci di intendere e di volere, sono rimasti in galera per questo.
Oltre novanta coltellate, roba da matti, eppure capaci di intendere e di volere. Chi uccide in quel modo ha, senza dubbio, smarrito l'equilibrio psichico: può un monogiudice sostituirsi alla figura di un neuropsichiatra e stabilire ciò? No, assolutamente.
Il momento si presta, mediaticamente, all'eviscerazione di dati, analisi e notizie concernenti la sfera minorile. Troppi bambini uccisi, troppi adolescenti che delinquono. Non abbiamo una legislatura idonea a gestire l'escalation di violenza che offre quotidianamente in pasto alla cronaca nera soggetti in età evolutiva. Non esiste una struttura giurisprudenziale idonea alla gestione del fenomeno dei serial killer minorili. Sono cose che vanno ponderate con alto senso di responsabilità. Certo, non è un talk show che fa del dolore l'epicentro della propria essenza la sede idonea per trattare il discorso generale, né tantomeno è demandabile al pensiero delle signore dello spettacolo.
Accortezza, per favore.
ANTONIO MARZIALE
Sociologo - Presidente dell'Osservatorio sui Diritti dei Minori
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