di Davide Zedda
In Iran è di scena un dramma. E' di scena una guerra per la libertà. Gli studenti in piazza contro la repressione del regime, chiedono aiuto ai pacifisti, all'Europa, al mondo democratico. Diffidiamo dei pacifisti. Diffidiamo di coloro che ci hanno dato la bandiera della pace, di coloro che ci hanno venduto il vessillo dell'arcobaleno.
Dove sono i pacifisti. Perché non rispondono al grido di dolore e di richiesta di aiuto che arriva dai giovani del popolo iraniano. Segnalano di continuo violazioni, torture, massacri, uccisioni di stato, repressione feroce. Pagano con il sangue la loro protesta, con la repressione mortale. Dove sono gli Agnolotto, i Canarini, i girotondini. Dove sono coloro che hanno lottato per i Balcani, per l'Iraq. Non si vedono, non si trovano, non parlano.
La bandiera della pace viene ammainata, il suo valore politico è chiaro. Se non c'è Bush, se non ci sono guerre degli Stati Uniti, se non ci sono interessi mediatici che vedono l'Italia in prima linea si nascondono, tacciono. Il loro silenzio appoggia e sostiene indirettamente un massacro di regime, forse più repressivo di quello di Saddam. La bandiera della pace è ora definitivamente bandiera politica. Coloro che accusavano i pacifisti di anti americanismo, hanno una nuova e più forte ragione per farlo. La bandiera della pace è svanita, e con loro i pacifisti. L'Iran è troppo lontano e Bush non ha dichiarato guerra. Allora non si scende in piazza, non si parla di regime, non si parla di libertà, diritti, liberazione, resistenza. La pace come moda che trova il suo capo di stagione nel vessillo arcobaleno, la pace come scelta politica. La rivolta iraniana cade così nel silenzio, troppo lontana, troppo neutra, troppo non americana. Da non sostenere. Vergogna.
Davide Zedda - Direttore de LARIFLESSIONE
Libri pubblicati da Riflessioni.it
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