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Alcune buone ragioni per frequentare il filosofo
di Maurizio Pierpaolo
“Il senso primario della vita dell’uomo e rivolto ad una costante ricerca del piacere e della felicità, nello stesso tempo però il piacere diventa un fatto episodico e la civiltà, con la sua organizzazione, diviene artefice di interferenze che riducono ulteriormente la durata della felicità portando restringimenti alla soddisfazione dei desideri.”
Questa dinamica investe in gran parte le tematiche che il filosofo è chiamato ad affrontare durante il suo lavoro di indagine con i suoi consultanti. I temi affrontati dipendono da ognuno e non vi è un metodo di indagine standard come in alcune applicazioni psicoterapeutiche che considerano l’aspetto medico-clinico-patologico e che hanno valenza di terapia in quanto il paziente ha già raggiunto uno stato di patologia psico-somato-psichica.
La filosofia applicata non è terapia medica,si rivolge pertanto a coloro che, con le loro capacità reattive, di riflessione e di pensiero possono modificare i percorsi della propria esistenza. Si comprende così che gli “stati d’allerta” che avvertiamo prima di ammalarci, sono momenti chiave per iniziare l’approfondimento della conoscenza di ciò che sta accadendo.
Territorio di crescita di queste dinamiche è la rappresentazione (visione del mondo) intesa come idea/immagine, di ciò che accade. Sono rappresentazioni mentali che vengono esternate tramite ciò che l’uomo è in grado di costruire. Pensiamo alla civiltà, essa è costruita in base a quelle istanze interne come l’autorità, la morale e l’organizzazione delle risorse umane che hanno radici profonde nel passato, di difficile sondaggio, creando nell’individuo condizioni di conflittualità col mondo esterno ed interno. Ne deriva una condizione di disagio etico-morale-civile che imponendo “regole indiscutibili” induce l'uomo ad obbedire finché possibile ad autorità non sempre corrispondenti alle sue naturali inclinazioni.
Ecco la soppressione dei desideri che diventano “sintomi” quasi mai ritenuti “indizio di malattia”. Ecco la ripetizione collettiva dei rituali morali - religiosi - consumistici che, essendo generale, giustifica ogni dubbio sulla sua attinenza o liceità nel nostro tempo. Ecco i fenomeni suggestivi su di cui si basano interi settori delle attività umane “dell’occidente” (comunicazione, pubblicità ecc...) che plasmano idee e atteggiamenti di massa. Tutto ciò produce dei vantaggi (il benessere comunemente inteso), automaticamente compensato e ricompensato da "moneta dogmatica" a cui l’uomo civile sembra essere particolarmente affezionato.
Questa visione "ostile" della civiltà non è recente in quanto l’uomo civile da sempre tende a piegare la natura al suo servizio. La civiltà sembra prediligere le attività dell’intelletto (scienza ed arte) attribuendogli funzioni di guida nella vita umana e la riunione degli individui in comunità che si contrappone alla “forza bruta” del singolo genera in lui il restringimento delle possibilità di soddisfacimento dei suoi desideri e impulsi.
Questa è la radice del disagio civile, il filosofo si trova spesso ad affrontare questo aspetto.
Maurizio Pierpaolo
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