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Dopo i drammatici fatti di Parigi
di Giuseppe Alonge
Novembre 2015
“Non entro nel merito di questioni talmente grandi e complesse che prescindono dall'opinione qualificata o meno, di ciascuno di noi. Non lo fa il capo di Stato Maggiore della Difesa, tanto meno possiamo farlo noi "semplici osservatori"... Ragion per cui, mi limito a riflettere per punti, con semplicità e brevità anche su alcune domande che in questi giorni assillano i miei pensieri. Cercando però di usare i termini appropriati senza filtri o cautele terminologiche alcune…
1) Si può parlare di guerra ??... Si deve parlare di guerra perché di questo si tratta. A pezzi o non, convenzionale o non, mondiale o non, quando si lanciano bombe e si imbracciano fucili di ogni tipo e dimensione, non si può che parlare di guerra. E non se ne parla impropriamente o incautamente ahimè , ahinoi!!
2) Si può parlare di scontro Islam / Occidente? Quindi si può ricondurre il tutto ad uno scontro di civiltà? Nel lontano 2008, tra le materie a scelta nel mio piano di studi universitario, scelsi anche filosofia del diritto e il programma, con parte speciale, oggetto di studio, era incentrato sul tema: "Islam/Occidente, genesi e dinamiche evolutive di uno scontro tra civiltà". Di certo non si arriverà a questo, me lo auguro, ma i termini sharia, jihad , riecheggiano come un mantra nella testa di quei demoni del terrore; gli indottrinamenti imperversano e le "convinzioni paesan-popolari, vengono fomentate continuamente dai populismi propagandistici di taluni" sciacalli del consenso!!
3) Ci sono interessi in gioco, colpevoli, o fautori di questi fondamentalismi? Credo di si! Ci sono interessi traversali e straordinariamente legati ad alcuni Stati Sovrani. Ci sono colpe e colpevoli ben individuabili a tutti i livelli.
4) In Italia, in Europa più in generale e non solo in Francia, dobbiamo temere qualcosa? Avere paura? Certo che si... sarebbe da ipocriti bugiardi dire il contrario! Ecco perché penso che, in questa fase storico-congiunturale, a Roma ad esempio, serva un anno civico piuttosto che un anno Santo e non solo per l’allarme terrorismo. Ecco perché penso debbano cambiare le abitudini, quindi gli spostamenti che dovranno essere intelligenti, di ciascuno di noi, per quel che è possibile e senza psicosi generalizzate, o stravolgimenti di sorta naturalmente; almeno fin quando non si sconfiggerà, ma ci vorrà del tempo, ammesso ce ne siano le reali intenzioni, ma spero e penso di si, questo "atroce fenomeno". Insomma nessuno è immune ma siamo tutti più vulnerabili, anche i potenti, quei potenti che dovranno dare le soluzioni, quindi le risposte, magari pensando a meno interessi economico/finanziari, non guardando ai voti una volta tanto, ma guardando i volti, quelli di tanti innocenti e inermi cittadini che amano e desiderano la pace e la libertà, semplicemente recuperando la loro normalità e, pensando di colmare i vuoti delle centinaia di vittime innocenti che hanno sacrificato le loro vite per un'atroce ideologia del terrore, dell'odio e del disprezzo per la vita, che dobbiamo aborrire con forza. Si la libertà sarà più forte delle barbarie; la normalità sarà una grande arma contro di loro; la determinazione sarà più forte della paura; la diversità sarà sempre e comunque una fonte di ricchezza. Ecco non avranno il nostro odio, ma dovranno avere la nostra forza, la nostra risolutezza condita di celere concretezza e non di sterile ipocrisia!! Per concludere, un pensiero speciale va a #ValeriaSolesin, la giovane ricercatrice veneziana che, non riesco a pensare morta, sin da quando era dispersa pensavo si fosse salvata. E invece no!! E' morta per aver inseguito con eccellenza, la sua voglia di futuro. Tutto ciò è atroce! Ingiusto! Inconcepibile ! Ma voglio pensare che i suoi occhioni pieni di vita brilleranno sempre e saranno il faro guida per la sua famiglia e per tutti noi che amiamo la vita proprio come la amava Valeria”.
Giuseppe Alonge - Cosenza
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