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Il bianco mantello della decrescita
di Antoine Fratini - Febbraio 2012
L'Italia sotto zero! Il gelo e la neve immobilizzano il paese! Come ogni anni, i media riservano alle nevicate titoli e commenti catastrofici. Ma la neve è veramente quel terribile fattore di disagio? Chi parla in quell’affermazione? Non certo l’Es, imbrigliato, piuttosto che liberato, dagli impegni lavorativi e scolastici, ma piuttosto un Super-Io assoggettato al dio Economia. In questo senso, la neve e il freddo creano non soltanto disagi oggettivi, ma addirittura un vero e proprio disagio psicologico perché contrastano e offendono un sistema di valori interiorizzato. In agguato è la colpa del venire meno al lavoro e alla crescita economica.
Da un altro punto d vista invece, la neve ci riporta ad un “fare economia” nel senso più autentico del termine; non una economia inchiodata alla croce della crescita ad oltranza, ma basata sulla gestione razionale delle risorse, sulla prudenza, sul risparmio di energia e quindi sul vino novello e rinfrescante (è il caso di dirlo!) della decrescita. Onde ovviare allo scenario apocalittico spacciato quotidianamente dai media (blocco del traffico e degli approvvigionamenti, conteggio dei morti per assideramento, ondate di gelo “siberiano”…) e di cui la Natura, maledetta, viene opportunisticamente lasciata intendere colpevole, basterebbe semplicemente starsene a casa per qualche giorno, approfittando dell’occasione per meditare, stare in compagnia di famigliari e amici, leggere, scrivere… Insomma, per crescere si, ma interiormente. Guai però a cibarsi di quel frutto proibito. Tali discorsi devono essere accuratamente evitati dai media. Non ne deve trapelare nessuna traccia in quanto rappresentano un vero e proprio tabù per una religione la cui crisi sistemica ha già iniziato a terrorizzare i mercati e i discepoli consumatori.
Mentre la neve e il freddo sono fonte di disagio per l’homo economicus che, posseduto dal suo demone, vorrebbe persino abolire l’inverno, si rivelano una benedizione per l’uomo che intende riprendere contatto con la propria anima seguendo il ciclo naturale e rigenerante delle stagioni. Il bambino pensa a rotolarsi sulla neve, a giocarvi in tutti i modi possibili; l’anziano pensa a godersi il calduccio del camino osservando da dietro i vetri della finestra gli uccellini che vengono a raccogliere le briciole di pane o le bacche. I volti dell’uno e dell’altro, al di là delle differenze dovute all’età, sono in quei momenti parimenti sereni. Puer e Senex rappresentano i due inseparabili volti di una saggezza senza tempo oggi calpestata nel fango dalle bestie da soma e dai greggi della religione economica. E allora ben vengano i disagi provocati dalle nevicate se riescono a toglierci dal nostro agire coatto e a richiamarci all’anima!
Antoine Fratini
Antoine Fratini lavora da oltre quindici anni come psicoanalista, è Vice Presidente dell'Associazione Psicoanalisti Europei e membro attivo dell’Accademia Europea Interdisciplinare delle Scienze. Egli ha scritto nel 1991 il saggio Vivere di fumo (Book Editore, Bologna) sul rapporto tra adolescenza e uso di stupefacenti leggeri, nel 1999 il saggio Parola e Psiche (Armando, Roma) sul collegamento tra gli indirizzi linguistico e archetipico in psicodinamica e decine di articoli su riviste e siti italiani e stranieri. Poeta e artista, egli ha fondato assieme all’Associazione Culturale C.G. Jung di Fidenza il Movimento per l’Arte Naturale, corrente artistica basata sul pensiero junghiano, e le sue poesie compaiono sui maggiori siti del settore. La sua ultima pubblicazione: Psiche e Natura, fondamenti dell'approccio psicoanimistico, Zephyro Edizioni, 2012.
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