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Dio: causa e fine delle nostre esistenze
di Michele
Nella mente di ogni uomo, almeno una volta nella vita, è balenato un interrogativo, vecchio come la nostra storia, ma importante come il nostro futuro: "Esiste un Dio? Ma soprattutto, chi o che cosa è Dio?". I sensi e la ragione sembrano in un primo momento opporsi alla risoluzione della questione: i primi, perché non avvertono la Sua presenza, e la seconda, perché mediante ingarbugliate riflessioni, non riesce a trovarNe traccia e si arrende talvolta ad un malinconico "No, non c'è un Dio". I momenti di sconforto, infine, quelli in cui il mondo e la vita stessa ci sembrano cupi e tristi, contribuiscono ulteriormente alla "morte di Dio" e devastano la nostra curiositas, il nostro desiderio di giungere a Lui. Sono molte le persone che si sono fermate a questo stadio della ricerca e che ora, sconsolate, guardano alla realtà con amarezza e disincanto.
Per i pochi che vogliono ardentemente capire qualcosa, e la cui curiositas non si è ancora sopita, la strada da percorrere appare difficoltosa e irta di ostacoli, primo fra tutti un interrogativo: "Come posso andare avanti?". Tre strade, a questo punto, si prostrano dinnanzi al viaggiatore: la scienza, la filosofia e la religione.
Chi sceglie di intraprendere la prima strada, quella scientifica, indagherà sui misteri del nostro mondo, sul suo funzionamento, sulla realtà che lo circonda, e arriverà a numerose certezze di carattere empirico: studierà, insomma, il complicato meccanismo che fa muovere l'universo e prima o poi guarderà a quello col cuore pieno di meraviglia e ammirazione.
La religione, invece, è in apparenza anti-tetica alla scienza: essa basa le proprie convinzioni, infatti, non su prove sperimentali, ma su fatti ed eventi che si dicono realmente accaduti che tendono ad illustrare all'umanità la via da imboccare per ricongiungersi alle divinità o vivere almeno in armonia con loro.
La filosofia, infine, è la via di mezzo: si fonda, infatti, sulla ricerca razionale della Verità, ma non disdegna esperienze di tipo empirico ed anzi utilizza l'osservazione come base per le proprie riflessioni.
Ciascuna delle tre strade segue un percorso diverso, ma esiste un punto dove tutte e tre si ricongiungono, e quel punto è la Comprensione della Realtà: uno stadio della conoscenza nel quale, dopo essere riusciti a trovare quel sottile filo che collega tutte gli elementi del cosmo, si comprende l'integrità dell'Universo e si arriva a spiegare, con una sola base di ragionamento, ogni fenomeno. Molte persone sono riuscite a tagliare questo traguardo, molte altre, credendo di aver trovato una soluzione, l'hanno imposta agli altri e hanno tratto, da questo loro comportamento, disprezzo e infelicità.
Cosa c'entra Dio in tutto questo, vi chiederete? C'entra eccome. Perché una volta individuato il sottile filo in questione, l'elemento che spiega tutto, è inevitabile chiedersi: "Può essere questa cosa (che noi da ora in poi chiameremo X) opera del caso?" Insomma, può essere stato il Caso, secondo la sua unica legge, quella della probabilità, a trarre dal nulla tutto ciò che ci circonda? Oppure dovremmo pensare all'opera di un essere superiore, la cui intera comprensione, razionale ed empirica, ci sfugge? Se ancora non siete convinti di quanto detto, andiamo ad esaminare la nascita dell'universo.
Secondo le teorie più recenti, alcune particelle si sarebbero generate improvvisamente e avrebbero dato in seguito origine a quella massa di materia che esplose con il Big Bang e dette origine all'universo. Gli stessi scienziati, però, ammettono che per far nascere quelle particelle sarebbe dovuta servire un'onda energetica, e per far nascere quell'onda energetica una fonte di energia, e così via. Aveva proprio ragione Lavoisier quando affermava che "nulla in natura si crea o si distrugge, ma tutto si trasforma".
Cos'è, allora, che ha provocato quell'onda energetica? La scienza rimane muta di fronte a tale quesito. E' lecito, dunque, pensare che ci sia stato un atto di creazione, che qualcosa sia nato prima di tutto ed abbia dato origine ad ogni cosa. Dio? Se intendiamo con Dio il nostro creatore, sì. "Anche Dio, però, non può essere nato dal nulla" si potrebbe obiettare. E qui anche il nostro ragionamento si ferma e lascia il passo al mistero, all'ignoto. I sensi e la ragione, perciò, possono intuire l'esistenza di Dio, ma non identificarlo, perché l'esperienza e le riflessioni si confermerebbero e contraddirebbero allo stesso tempo.
L'uomo, però, è capace di identificare la X, l'elemento che lega Dio al cosmo, ed utilizzarla per vivere in armonia con Lui. Dio è al contempo il principio ed il termine, la Causa ed il Fine di ogni nostra azione e pensiero.
Ed è per questo che non potremo mai capire Chi o Che Cosa sia.
Michele gandalf@email.it
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