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Se Dio è uno, perché tante religioni?

Di Franco Capone

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A Cordova durante l'occupazione araba, la biblioteca conteneva 4 milioni di volumi e venne conservata la cultura greca: gli scambi fra ebrei, cristiani e musulmani erano incentivati, così come in Sicilia con l'imperatore cristiano Federico Il. “I mondi religiosi omogenei e contrapposti sono solo un’interpretazione dei nostri tempi” afferma Vincenzo. “Una religione si può difendere, ma non imporre con la forza”.
Le analisi per il passato sono ancora valide per le guerre di oggi? Il libro inchiesta “Il Dio della guerra” (A. Guerini) conferma la tesi della religione come alibi.
Gli autori, Emanuele Giordana e Paolo Affatato, hanno pesato il fattore religioso in Cecenia, Indonesia, nei Balcani e in altre zone di conflitti etnico-religiosi.

 

Bosniaci? No, musulmani

E anche il ruolo giocato dai luoghi comuni. “Per esempio, la definizione dell'esercito bosniaco come "musulmano" nasce dalle corrispondenze delle agenzie e dei quotidiani occidentali. L'esercito all'inizio era nazionale e pluralista: un inviato del quotidiano francese “Le Monde” ci ha detto che nei suoi articoli scriveva "esercito bosniaco", ma in redazione a Parigi cambiavano in “esercito musulmano", dato che vedere una guerra con la lente della religione era un modo per semplificare. Alcuni luoghi comuni, continuamente ripetuti dagli organi d'informazione, hanno certamente contribuito ad amplificare gli aspetti religiosi del conflitto”. Che restano però secondari nelle recenti guerre balcaniche, “In realtà” ritengono gli autori “lobby nazionaliste hanno strumentalizzato le diverse identità religiose”.

 

Armi e interessi

Pure in Cecenia. è la guerra a usare la religione e non viceversa: i fondamentalisti islamici sono emersi di recente, in concomitanza con le aspirazioni di potere di alcuni capi locali. Ma il loro generale, Khattab, ha raccolto molti consensi sulle macerie della politica repressiva di Eltsin in Cecenia fino al 1996. “La leadership locale pensava di controllare i fondamentalisti, così come lo credeva l'esercito russo, che li strumentalizzava per legittimare le sue violazioni dei diritti umani sulla popolazione”.
 

            Franco Capone

Da Focus – scoprire e capire il mondo N° 123 gennaio 2003- www.focus.it

 

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