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Neghentropismo ed eudaimonia
di Fedro Anacoreta - Luglio 2017
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Conclusione
E' ormai un dato di fatto che le pluricrazie (termine ampio, coniato da Cornelius Noon, con il quale si comprendono forme di potere non elette e non elettive con fini diversi dalla democrazia, come la plutocrazia, la tecnocrazia, la ludocrazia, ecc...) si sono impadronite delle nostre vite e come un cancro si stanno nutrendo di esse rendendoci malati cronici, deboli, schiavi di finte terapie sintomatiche, palliative e, per la verità, poco compassionevoli.
Il neghentropismo, con tutti i suoi limiti e le sue ipotesi, falsificabili o meno, propone una visione ontologica, teleologica, etica e sociale con l'obiettivo di fronteggiare la dilagante affermazione del caos e del Dukkha.
L'essere umano, in quanto tale, non è solo corpo, macchina produttiva, ottuso consumatore, automa “usa e getta”, ma è soprattutto un essere “spirituale”, depositario della vita cosciente.
E la vita cosciente, sia essa nata per caso o per il disegno di una superiore intelligenza cosmica, ha un preciso scopo nell'evoluzione dell'Universo e nella lotta contro le tenebre dell'entropia.
Per questo deve essere protetta, esaltata, amplificata nelle sue immani potenzialità creative.
Il sacro anelito alla libertà e all'eudaimonia resta l'unica arma a nostra disposizione per debellare alla radice la malattia e per riappropriarci della nostra esistenza.
Quindi è compito del nostro vero sé combattere e ribellarsi contro tutti i falsi idoli che ci stanno sottomettendo; perché il denaro, il potere, i prodotti sempre più ammalianti di una tecnologia fine a se stessa, non sono altro che infantili e temporanei surrogati di quell'unico vero Stato di Grazia che nasce dalla realizzazione delle nostre peculiarità trascendenti, della nostra singolarità.
Dobbiamo ribellarci alla falsa, ma imperante, ideologia dell'immodificabilità del mondo e combattere non tanto per noi stessi (probabilmente la lotta sarà lunga e non riusciremo a coglierne personalmente i frutti) ma per i nostri figli e per i figli dei nostri figli. E, se vogliamo pensare ancora più in grande, dobbiamo farlo per sostenere il cammino del nostro Universo e vivere con serenità un eventuale “eterno ritorno” in esso.
Il futuro è ancora aperto...ma ci stiamo spegnendo.
Ci stiamo arrendendo al cancro e questi ha quasi terminato la sua opera.
Tra non molto saremo solo entità informi, prive di sostanza, mantenute in vita dal respiro del desiderio e dal cibo amaro del rimpianto di un benessere mai conosciuto.
E poi ce ne andremo, più o meno silenziosamente, nell'oblio della notte, e la nostra storia, le nostre conquiste, i nostri momenti più “alti”, non saranno altro che una fievole ed insulsa scintilla nell'infinito cosmico.
Un inutile spreco di energia.
Fedro Anacoreta
indirizzo email lordfedro@outlook.com
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